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L'EMIGRAZIONE ITALIANA NELLA PRIMA FASE DEL PROCESSO TRANSIZIONALE


Author(s): Luigi Di Comite
Source: Giornale degli Economisti e Annali di Economia, Nuova Serie, Anno 42, No. 7/8 (
Luglio-Agosto 1983), pp. 507-517
Published by: EGEA SpA
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/23245651
Accessed: 04-11-2015 15:33 UTC

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L'EMIGRAZIONE ITALIANA NELLA PRIMA FASE
*
DEL PROCESSO TRADIZIONALE

1. Premessa

Per quel che concerne il processo di transizione demografica relativo alla popo
lazione italiana considerata nel suo complesso — cioè senza tener conto dei divari,
invero notevoli, che si osservano all'interno del Paese allorché si passa dalle regioni
settentrionali, che risultano più sviluppate dal punto di vista economico e sociale,
a quelle meridionali ed insulari, tradizionalmente depresse — si può ritenere che la
c.d. fase dello sviluppo accelerato, caratterizzata da un declino dei quozienti grezzi
di mortalità più marcato rispetto a quello dei quozienti grezzi di natalità e, quindi,
da un'espansione della forza di sviluppo della popolazione, grosso modo, abbia ini
zio poco prima del 1880 e termini con la prima guerra mondiale, per una durata com
plessiva pari a circa trentacinque anni1.
Durante tale periodo si ha il boom delle emigrazioni verso l'estero e nell'ambito
di tali flussi acquistano un rilievo sempre maggiore le migrazioni transoceaniche,
specie quelle che si dirigono verso gli Stati Uniti2.
In particolare si può ritenere, per l'intero Paese, che il deficit migratorio relati
vo all'anzidetto trentacinquennale periodo sia pari a circa 4.000.000 di unità, cui cor

risponde un ammontare di espatri — cioè di emigrati — pari a circa 13.500.000 indi


vidui, per la maggior parte di sesso maschile (11.000.000 circa).

2. L'emigrazione italiana, 1880-1915

Facendo riferimento a quella che è stata la situazione italiana per il periodo che
va dal 1880 allo scoppio della prima guerra mondiale, i fenomeni migratori — ed in
questo caso allorché si tratta di fenomeni migratori si parla pressoché esclusivamente
di emigrazioni — possono essere studiati, oltre che da un punto di vista globale3, an
che facendo riferimento a due particolari, e in parte divergenti, aspetti e cioè:

*
Ricerca effettuata nell'ambito del programma «Le emigrazioni Italia-U.S.A. per il pe
riodo che va dalla costituzione del Regno alla prima guerra mondiale», finanziato dal Ministe
ro della Pubblica Istruzione (Quota 60%).
1
Cfr., L. Di Comite [6, 1980] e A. Bellettini [1, 1981].
1
Cfr., L. Di Comite [7, 1980] e [8, s.d.].
3
A tale proposito cfr., ad es., E. Som [9, 1979]; L. De Rosa [5, 1980]; A.M. Birindelli - G.
Gesano - E. Sonnino
[3, 1978].

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a) al depauperamento che essi comportano in termini di ammontare globale di

popolazione;

b) all'entità ed alla direzione dei flussi.


Nel primo caso, combinando opportunamente i dati censuari con quelli del mo
vimento naturale (nati vivi e decessi) è possibile pervenire a valutazioni abbastanza
corrette dell'entità dei saldi migratori relativi agli intervalli intercensuari: nel no
stro caso si tratta di due serie di calcoli concernenti, rispettivamente, il ventennio
1881-1901 ed il decennio successivo (1901-1911).
Nel secondo caso occorre, invece, prendere in esame le cifre fornite dalla stati
stica ufficiale4 per ottenere valutazioni dell'ammontare degli espatri verificatisi nei

periodi presi in considerazione: ovviamente le cifre che emergono in tale maniera


sono sistematicamente più elevate di quelle concernenti i saldi ed il divario tra tali
dati — che l'ammontare e l'entità dei de
concernono, rispettivamente, degli espatri
ficit —
migratori è, in genere, tanto più elevato quanto maggiore è la ripetitività de

gli spostamenti effettuati dai singoli individui.


Tenuto conto di ciò, in questa occasione intendiamo, facendo sistematicamente
riferimento non solo al quadro nazionale ma anche alla situazione delle diverse re

gioni, prendere in esame i due aspetti anzidetti per il periodo che va dal 1880 all'ini
zio della prima guerra mondiale, cioè per il periodo nel corso del quale si è manife
stata l'anzidetta fase dello sviluppo accelerato.
In particolare, per quel che concerne il primo
aspetto, cioè il depauperamento
che le migrazioni internazionali hanno
comportato per quel che concerne l'ammon
tare della popolazione dell'intero Paese e delle singole regioni, i dati riportati nella
Tab. 1 appaiono abbastanza significativi, in quanto essi, separatamente per i due in
tervalli intercensuari 1881-1901 e 1901-1911, indicano, tanto in termini assoluti quanto
in termini relativi, la dimensione media annua dei saldi saldi — la cui en
migratori,
tità risulta determinata, a livello regionale, tanto dalle migrazioni internazionali quan
to da quelle interne — che, se si eccettuano i casi della Liguria per tutto il trentennio
e del Lazio limitatamente al primo intervallo intercensuario (1881-1901), sono siste
maticamente negativi.
Inparticolare, per quel che concerne l'intero Paese i dati riportati nella Tab. 1
evidenziano — e in caso il tutto è dovuto esclusivamente alle migrazioni in
questo
ternazionali — che all'inizio del secolo, cioè per l'intervallo intercensuario 1901-1911,
si aveva un deficit migratorio medio annuo pari a circa 157.000 unità, cioè al 4,67

per mille dell'intera popolazione italiana, e che tale deficit era sensibilmente più ele
vato di quello che si osservava per il ventennio precedente (1881-1901), durante il quale

l'ampiezza media annua del deficit non raggiungeva le 115.000 unità, risultando, in
termini relativi, pari al 3,77 per mille dell'intera popolazione italiana.
Sempre per quel che concerne la Tab. 1, poi, i dati regionali, il cui livello è fun
zione non solo delle migrazioni internazionali ma anche delle migrazioni interne, le
quali assumevano, però, un rilievo minore, evidenziano l'esistenza di una netta dico
tomia tra regioni del Mezzogiorno e Veneto da un lato e restanti regioni dall'altro.
In linea di massima, infatti, i deficit migratori più elevati, cioè quelli a cui corri
spondono quozienti di emigrazione netta superiori all'8 per mille concernono il Ve
neto (1881-1901), le Marche (1901-1911), gli Abruzzi e Molise (1901-1911), la Basilica
ta (tanto per il 1881-1901 quanto per 1901-1911) e la Calabria (1901-1911).

4
Dati estremamente dettagliati circa i flussi emigratori nazionali sono riportati in com
missariato generale dell'emigrazione (a Cura di) [4, 1926].

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L'EMIGRAZIONE ITALIANA NELLA FASE DEL PROCESSO TRADIZIONALE 599

Tab. 1 - Saldi del movimento migratorio intercensuario, 1881-1911

Valori medi annui

Regioni Assoluti Relativi (°/oo)

1881-1901 1901-1911 1881-1901 1901-1911

Piemonte — 14.991 - 15.096 - —


4,70 4,48
Liguria 1.851 3.112 1,89 2,74
Lombardia — 11.237 — 3.887 - —
2,83 0,86
Veneto — 24.190 - 19.553 — -
8,14 5,88
— 9.118 - 9.144 - -
Emilia-Romagna 3,95 3,57
Toscana — 5.949 - 12.428 - —
2,51 4,74
Marche - 4.608 - 9.485 - -
4,62 8,81
Umbria — 1.780 — 5.265 - —
2,88 7,78
Lazio 4.952 — 1.955 4,76 - 1,57
Abruzzi e Molise - 8.462 — 16.304 — -
6,14 11,35
Campania - 15.653 - 16.128 - —
5,17 4,99
Puglia — 856 - 7.393 - -
0,49 3,62
Basilicata - 5.989 — 6.231 — -
11,81 12,92
Calabria - 9.239 - 13.434 — —
7,04 9,69
Sicilia - 8.854 - 20.119 - 2,75 - 5,59
Sardegna — 516 - 3.457 - -
0,70 4,21
Italia — 114.639 - 156.767 — —
3,77 4,67

Deficit notevoli si hanno, anche, altrove, specie se si bada alle cifre assolute più
che a quelle relative. In tale ottica si hanno deficit superiori alle 10.000 unità in me
dia all'anno in numerose regioni, quali il Piemonte (1881-1901 e 1901-11), la Lombar
dia (1881-1901), il Veneto (1881-1901 e 1901-1911), la Toscana (1901-11), gli Abruzzi
e Molise (1901-1911), la Campania (1881-1901 e 1901-11), la Calabria (1901-11) e la Si
cilia (1901-1911).
Uno sguardo sommario alle cifre è sufficiente, invero, a fornire netta la sensa
zione che tutte le regioni hanno contribuito ad alimentare l'esodo di nostri connazio
nali verso sia i Paesi economicamente più progrediti di Europa sia verso alcuni par
ticolari Paesi (Argentina, Brasile e Stati Uniti d'America) del Nuovo Mondo.
Inoltre, sempre dai dati riportati nella Tab. 1, emerge abbastanza chiaramente
che nell'ambito delle regioni meridionali e solo limitatamente al primo ventennio da
noi in considerazione due — cioè la Puglia e la Sardegna
preso (1881-1901) regioni
— motivi sicuramente estremamente diversi tra loro hanno fornito un contribu
per
to modesto a tale generalizzato esodo.
Una volta avuta un'idea di quella che è stata la dimensione delle perdite arreca
te alle varie compagini demografiche regionali dai fenomeni migratori, appare op
portuno affrontare lo studio del fenomeno emigratorio, cioè lo studio di quelle che
erano le destinazioni prevalenti di coloro che sono espatriati nel corso del periodo
che va dal 1880 al 1915, cioè durante l'intervallo nel corso del quale si è manifestato
il cosiddetto processo dello sviluppo (demografico) accelerato.
A livello di intero Paese un siffatto studio può essere condotto sulla base dei da
ti che sono stati riportati nelle Tabb. 2-5, le quali, nella loro semplicità, forniscono
dati di notevole interesse, soprattutto in quanto consentono di suddividere l'intero
intervallo anzidetto in due parti, la prima, che grosso modo si esaurisce con il 1886,
caratterizzata dal prevalere delle migrazioni continentali e la seconda caratterizza

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ta, malgrado qualche interruzione, dal prevalere delle emigrazioni transoceaniche,


soprattutto delle emigrazioni verso le Americhe.

Sempre per quel che concerne l'intero Paese, i dati riportati nella Tab. 2 eviden
ziano che il numero degli espatri è sempre stato notevole: per tutto l'intervallo
1880-1915 si tratta di oltre 13.600.000 individui, con oscillazioni annue abbastanza
elevate in quanto si passa da un minimo di circa 120.000 espatri (1880) ad un massi
mo di oltre 872.000 (1913).
Sino al 1886, cioè durante i primi anni del periodo preso in considerazione, anni
per i quali le regioni meridionali fornivano un contributo relativamente modesto al
lo sviluppo del fenomeno, prevalgono le migrazioni verso i Paesi europei e del baci
no mediterraneo; successivamente — salvo che
per il 1894, il triennio 1898-1900, il
1908, il 1911 e gli ultimi due anni (1914-15) già interessati agli eventi bellici — pre
valgono le emigrazioni transoceaniche, soprattutto in dipendenza del notevole svi

luppo delle emigrazioni meridionali.

Tab. 2 - Espatri per destinazione, 1880-1915

Destinazione

Paesi europei
Anni e del bacino Arneriche Altri paesi Totale
mediterraneo

1880 86.643 33.080 178 119.901


1881 94.768 40.871 193 135.832
1882 101.736 59.695 131 161.562
1883 104.818 63.388 895 169.101
1884 90.698 55.467 852 147.017
1885 83.712 72.490 991 157.193
1886 84.952 82.166 711 167.829
1887 85.363 129.463 839 215.665
1888 86.036 204.264 436 290.736
1889 94.823 123.181 408 218.412
1890 102.295 113.027 532 215.854
1891 106.056 186.472 1.103 293.631
1892 109.421 113.807 439 223.667
1893 107.769 138.299 683 246.751
1894 113.425 111.459 439 225.323
1895 108.664 183.919 598 293.181
1896 113.235 192.998 1.249 307.482
1897 127.777 171.294 784 299.855
1898 147.803 135.193 719 283.715
1899 167.572 139.934 833 308.339
1900 186.279 165.627 876 352.782
1901 253.571 278.176 1.498 533.245
1902 246.855 282.586 2.068 531.509
1903 225.541 280.413 2.022 507.976
1904 218.825 249.574 2.792 471.191
1905 279.248 444.724 2.359 726.331
1906 276.042 509.348 2.587 787.977
1907 288.774 414.303 1.598 704.675
1908 248.101 237.405 1.168 486.674
1909 226.355 397.666 1.616 625.637
1910 248.696 400.852 1.927 651.475
1911 271.065 260.372 2.047 533.844
1912 308.140 399.713 3.593 711.446
1913 313.032 556.325 3.241 872.598
1914 245.938 230.765 2.449 479.152
1915 79.502 65.877 640 146.019

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L'EMIGRAZIONE ITALIANA NELLA FASE DEL PROCESSO TRADIZIONALE 511

Globalmente, come avremo occasione di ribadire nel


seguito, esistono delle di
rezioni preferenziali, in quanto coloro che sono originari delle regioni centro
settentrionali preferiscono espatriare nei paesi europei, mentre coloro che proven

gono dal Mezzogiorno preferiscono emigrare nei paesi transoceanici.

Tab. 3 - Distribuzione percentuale degli espatri secondo la destinazione, 1880-1915

Destinazione

Paesi europei
Anni e del bacino Americhe Altri paesi Totale
mediterraneo

1880 72,26 27,59 0,15 100,0


1881 69,77 30,09 0,14 100,0
1882 62,97 36,95 0,08 100,0
1883 61,99 37,49 0,52 100,0
1884 61,69 37,73 0,58 100,0
1885 53,25 46,12 0,63 100,0
1886 50,62 48,96 0,42 100,0
1887 39,58 60.03 0,39 100,0
1888 29,59 70,26 0,15 100,0
1889 43,41 56,40 0,19 100,0
1890 47,39 52,36 0,25 100,0
1891 36,12 63,51 0,37 100,0
1892 48,92 50,88 0,20 100,0
1893 43,68 56,05 0,27 100,0
1894 50,34 49,47 0,19 100,0
1895 37,06 62,73 0,21 100,0
1896 36,83 62,77 0,40 100,0
1897 42,61 57,13 0,26 100,0
1898 52,10 47,65 0,25 100,0
1899 54,35 45,38 0,27 100,0
1900 52,80 46,95 0,25 100,0
1901 47,55 52,17 0,28 100,0
1902 46,44 53,17 0,39 100,0
1903 44,40 55,20 0,40 100,0
1904 46,44 52,97 0,59 100,0
1905 38,45 61,23 0,32 100,0
1906 35,03 64,64 0,33 100,0
1907 40,98 58,79 0,23 100,0
1908 50,98 48,78 0,24 100,0
1909 36,18 63,56 0,26 100,0
1910 38,17 61,53 0,30 100,0
1911 50,78 48,77 0,45 100,0
1912 43,31 56,18 0,51 100,0
1913 35,87 63,76 0,37 100,0
1914 51,33 48,16 0,51 100,0
1915 54,45 45,12 0,43 100,0

Tenuto conto di ciò abbiamo reputato opportuno procedere alla costruzione delle
Tabb. 4-5 ove, sempre facendo riferimento all'intero intervallo 1880-1915, sono ri
portati gli espatri verso le Americhe, classificati per paese di destinazione, cioè es
senzialmente in funzione dei paesi (Argentina, Brasile, Stati Uniti d'America e Cana
da) che sono maggiormente interessati alla «diaspora» dei nostri connazionali.
Senza voler scendere nei dettagli, i dati (grezzi) riportati nella Tab. 4 sono già
da soli abbastanza significativi, in quanto evidenziano in maniera estremamente chiara

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Tab. 4 - Espatri verso le Americhe per paese di destinazione, 1880-1915

Destinazione
Anni Totale

Argentina Brasile Canada Stati Uniti Altri paesi

1880 12.003 6.080 45 5.711 9.241 33.080


1881 15.899 6.766 26 11.842 6.338 40.871
1882 22.997 9.074 76 18.593 8.955 59.695
1883 24.127 7.590 81 21.256 10.334 63.388
1884 31.927 6.116 265 10.582 6.577 55.467
1885 37.710 12.311 611 12.485 9.373 72.490
1886 36.534 11.334 1.720 26.920 5.658 82.166
1887 52.383 31.445 1.632 37.221 6.782 129.463
1888 64.223 97.730 1.347 32.945 8.019 204.264
1889 69.008 16.953 447 25.434 11.339 123.181
1890 36.695 16.233 67 47.952 12.080 113.027
1891 24.125 108.414 163 44.359 9.411 186.472
1892 25.331 36.448 211 42.953 8.864 113.807
1893 32.541 45.324 382 49.765 10.287 138.299
1894 32.557 41.628 805 31.668 4.801 111.459
1895 41.029 98.090 783 37.851 6.166 183.919
1896 56.026 76.665 397 53.486 6.424 192.998
1897 36.712 80.984 139 47.000 6.459 171.294
1898 33.938 38.659 328 56.375 5.893 135.193
1899 44.168 26.574 1.021 63.156 5.015 139.934
1900 40.393 27.438 1.686 87.714 8.396 165.627
1901 59.881 82.159 3.497 121.139 11.500 278.176
1902 36.778 40.434 2.951 193.772 8.651 282.586
1903 43.915 27.707 2.528 197.855 8.408 280.413
1904 51.779 19.724 4.748 168.789 4.534 249.574
1905 86.158 30.079 5.930 316.797 5.760 444.724
1906 107.227 27.808 10.032 358.569 5.712 509.348
1907 78.493 21.298 10.436 298.124 5.952 414.303
1908 80.699 15.558 5.988 131.501 3.659 237.405
1909 84.949 19.263 8.786 280.351 4.317 397.666
1910 104.718 19.331 10.209 262.554 4.040 400.852
1911 32.719 22.287 9.094 191.087 5.185 260.372
1912 72.154 35.562 18.991 267.637 5.369 399.713
1913 111.500 31.952 30.699 376.776 5.398 556.325
1914 34.822 14.017 11.589 167.481 2.856 230.765
1915 8.762 3.604 761 51.720 1.030 65.877

il predominio degli Stati Uniti, quale paese di immigrazione per i nostri connaziona
li, predominio che risulta estremamente marcato soprattutto ultimi anni del
negli
periodo da noi preso in considerazione.
In particolare, però, soprattutto i dati riportati nella Tab. 5 evidenziano quanto
segue:

a) sino al 1887 prevale come paese di destinazione l'Argentina;

b) dal 1898 prevalgono, invece, gli Stati Uniti;


c) nel decennio intermedio (1888-1897) prevale tendenzialmente come paese di
destinazione il Brasile; per sei anni di tale intervallo, infatti, il paese preferito è il
Brasile, mentre per altri tre (1890 e 1892-93) sono gli Stati Uniti e per un solo anno

(1889) è l'Argentina.

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L'EMIGRAZIONE ITALIANA NELLA FASE DEL PROCESSO TRADIZIONALE 5J3

Tab. 5 - Distribuzione percentuale degli espatri verso le Americhe per paese di destinazione,
1880-1915

Destinazione
Anni Totale
Argentina Brasile Canada Stati Uniti Altri paesi

1880 36,28 18,38 0,14 17,26 27,94 100,0


1881 38,90 16,55 0,06 28,97 15,52 100,0
1882 38,52 15,20 0,13 31,15 15,00 100,0
1883 38,07 11,97 0,13 33,53 16,30 100,0
1884 57,56 11,03 0,48 19,08 11,85 100,0
1885 52,02 16,98 0,84 17,22 12,94 100,0
1886 44,46 13,79 2,09 32,76 6,90 100,0
1887 40,46 24,29 1,26 28,75 5,24 100,0
1888 31,44 47,84 0,66 16,13 3,93 100,0
1889 56,02 13,76 0,36 20,65 9,21 100,0
1890 32,47 14,36 0,06 42,43 10,68 100,0
1891 12,94 58,14 0,09 23,79 5,04 100,0
1892 22,26 32,03 0,19 37,74 7,78 100,0
1893 23,53 32,77 0,28 35,98 7,44 100,0
1894 29,21 37,35 0,72 28,41 4,31 100,0
1895 22,31 53,33 0,43 20,58 3,35 100,0
1896 29,03 39,72 0,21 27,71 3,33 100,0
1897 21,43 47,28 0,08 27,44 3,77 100,0
1898 25,10 28,60 0,24 41,70 4,36 100,0
1899 31,56 18,99 0,73 45,13 3,59 100,0
1900 24,39 16,57 1,02 52,96 5,06 100,0
1901 21,53 29,53 1,26 43,55 4,13 100,0
1902 13,01 14,31 1,04 68,57 3,07 100,0
1903 15,66 9,88 0,90 70,56 3,00 100,0
1904 20,75 7,90 1,90 67,63 1,82 100,0
1905 19,37 6,83 1,33 71,23 1,24 100,0
1906 21,05 5,46 1,97 70,40 1,12 100,0
1907 18,95 5,14 2,52 71,96 1,43 100,0
1908 33,99 6,55 2,52 55,39 1,55 100,0
1909 21,36 4,84 2,21 70,50 1,09 100,0
1910 26,12 4,82 2,55 65,50 1,01 100,0
1911 12,57 8,56 3,49 73,39 1,99 100,0
1912 18,05 8,90 4,75 66,96 1,34 100,0
1913 20,04 5,74 5,52 67,73 0,97 100,0
1914 15,09 6,07 5,02 72,58 1,24 100,0
1915 13,30 5,47 1,16 78,51 1,56 100,0

Nel complesso, dunque, si può dire che il Canada svolge un ruolo marginale spe
cie nella dell'intervallo che —
prima parte considerato, gli altri Paesi appartenenti
all'America Latina — esercitano una certa forza di attrazione solo sino alla fine del
secolo scorso, che il ruolo principale viene svolto dai tre Paesi anzidetti (Argentina,
Brasile e Stati Uniti) e che, nel tempo, risulta sempre più preponderante il ruolo svolto

dagli Stati Uniti, che in più di una occasione assorbono oltre il 70 per cento delle
complessive emigrazioni transoceaniche.

3. Il contributo fornito dalle diverse regioni

Come osservato in precedenza le varie regioni hanno fornito, durante il periodo


di tempo da noi preso in considerazione, un contributo diverso ai fenomeni migrato
ri e ciò tanto per quanto riguarda l'entità dei deficit quanto per quel che concerne
la destinazione delle emigrazioni.

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514 LUIGI DI COMITE

Tenuto conto di ciò intendiamo, ora, analizzare quale è stato il contributo, in


termini di espatri, fornito dalle diverse regioni, sia per quel che concerne il movi
mento emigratorio considerato nel suo complesso, sia per quel che riguarda le emi

grazioni verso le Americhe.


Per quel che concerne il fenomeno considerato nel suo complesso i dati riporta
ti nella Tab. 6 evidenziano che le regioni maggiormente interessate al fenomeno de

gli espatri sono il Veneto, con oltre 3.000.000 di espatri, e Campania, Piemonte, Sici
lia e Lombardia, con cifre comprese tra il 1.456.000 e il 1.270.000: in tutte le altre
regioni l'ammontare degli espatri non raggiunge il milione di unità.
Tuttavia, nell'ambito di queste ultime regioni, vanno segnalate le cifre veramen
te notevoli che — data la limitata ampiezza demografica
— concernono
gli Abruzzi
e Molise (899.000 unità) e la Calabria (871.000 unità).

Tab. 6 - Espatri per regione di provenienza e per «zona» di destinazione, 1880-1915

Destinazione

Regioni Totale
Resto
Europa Americhe
del mondo

Piemonte 876.602 537.581 17.672 1.431.855


Liguria 40.011 163.024 3.269 206.304
Lombardia 830.633 420.762 18.743 1.270.138
Veneto 2.507.535 580.433 10.257 3.098.225
Emilia-Romagna 463.998 197.981 12.702 674.681
Toscana 444.722 271.047 19.374 735.143
Marche 126.665 259.703 2.577 388.945
Umbria 113.463 50.226 728 164.417
Lazio 29.654 172.122 3.006 204.782
Abruzzi e Molise 117.432 776.587 5.025 899.044
Campania 106.945 1.324.594 24.524 1.456.063
Puglia 57.046 311.714 12.332 381.092
Basilicata 19.280 353.891 2.088 375.259
Calabria 24.220 822.265 24.458 870.943
Sicilia 35.688 1.243.296 70.030 1.349.014
Sardegna 27.989 38.877 30.806 97.672

Mezzogiorno 388.600 4.871.224 169.263 5.429.087


Italia 5.821.883 7.524.103 257.591 13.603.577

Per quel che concerne la direzione di tali flussi migratori, inoltre, dai dati ripor
tati nella Tab. 7 emerge chiaramente che per tutte le regioni del Mezzogiorno, il La
zio, le Marche e la Liguria la destinazione preferita sono le Americhe e che per le
altre regioni, invece, la destinazione preferita è costituita dai paesi europei. In tali
ambiti degne di menzione sono le cifre relative al Veneto ove oltre l'80% degli espa
tri ha per destinazione i Paesi europei e quelle relative alla Campania, Basilicata,
Calabria e Sicilia, ove oltre il 90% degli emigrati si dirige verso le Americhe. In effet
ti, solo per la Sardegna si osserva un certo equilibrio: il 40% si dirige verso le Ameri
che, il 31% verso il «Resto del mondo» e il 29% verso i paesi europei.
Tali cifre ribadiscono l'esistenza di comportamenti differenziali, comportamen
ti dovuti sia alle condizioni delle zone di origine, sia a quelle delle zone di destinazio
ne; nell'ambito dei nostri flussi, infatti, un notevole rilievo assumevano le cosiddette

«emigrazioni a catena», in base alle quali, talora, tendevano a ricostruirsi all'estero


le comunità di partenza.

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L'EMIGRAZIONE ITALIANA NELLA FASE DEL PROCESSO TRADIZIONALE 515

Tab. 7 - Distribuzione percentuale degli espatri per regione di provenienza e per «zona» di desti
nazione, 1880-1915

Destinazione

Regioni Totale
Resto
Europa Americhe
del mondo

Piemonte 61,2 37,6 1,2 100,0


Liguria 19.4 79,0 1,6 100,0
Lombardia 65,4 33,1 1,5 100,0
Veneto 81,0 18,7 0,3 100,0
Emilia-Romagna 68,8 29,3 1,9 100,0
Toscana 60,5 36,9 2,6 100,0
Marche 32,5 66,8 0,7 100,0
Umbria 69,0 30,6 0,4 100,0
Lazio 14,5 84,0 1,5 100,0
Abruzzi e Molise 13,0 86,4 0,6 100,0
Campania 7,3 91,0 1,7 100,0
Puglia 15,0 81,8 3,2 100,0
Basilicata 5,1 94,3 0,6 100,0
Calabria 2,8 94,4 2,8 100,0
Sicilia 2,6 92,2 5,2 100,0
Sardegna 28,7 39,8 31,5 100,0

Mezzogiorno 7,2 89,7 3,1 100,0


Italia 42,8 55,3 1,9 100,0

Tab. 8 - Espatri verso le Americhe per regione di provenienza e paese di destinazione, 1880-1915

Paese di destinazione
Regioni Totale
Argentina Brasile Canada Stati Uniti Altri paesi

Piemonte 319.071 39.805 5.353 150.209 23.143 537.581


Liguria 81.396 8.569 360 49.091 23.608 163.024
Lombardia 202.668 103.777 4.664 86.733 22.920 420.762
Veneto 106.469 357.762 23.190 85.089 7.923 580.433
Emilia-Romagna 45.784 59.318 843 84.510 7.526 197.981
Toscana 52.126 78.239 2.437 126.332 11.913 271.047
Marche 144.811 24.867 7.986 79.653 2.386 259.703
Umbria 5.545 11.754 496 31.617 814 50.226
Lazio 7.585 15.824 2.521 143.303 2.889 172.122
Abruzzi e Molise 110.445 92.212 31.290 534.352 8.288 776.587
Campania 139.983 162.269 23.930 938.417 59.995 1.324.594
Puglia 46.426 34.120 5.065 220.616 5.487 311.714
Basilicata 75.836 49.704 4.429 205.154 18.768 353.891
Calabria 224.124 124.680 26.450 426.839 20.172 822.265
Sicilia 184.474 43.644 8.812 975.428 30.938 1.243.296
Sardegna 18.137 6.095 645 12.077 1.923 38.877

Mezzogiorno 799.425 512.724 100.621 3.312.883 145.571 4.871.224

Italia 1.764.880 1.212.639 148.471 4.149.420 248.693 7.524.103

A tale situazione non si sottraggono neanche le emigrazioni transoceaniche: in


fatti, come chiaramente emerge dai dati riportati nelle Tabb. 8-9, anche nel loro am
bito si osservano situazioni abbastanza eterogenee.

Giornale - Anno XLII - Fase. 7/8 8


degli Economisti e Annali di Economia (Nuova Serie)

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516 LUIGI DI COMITE

Tab. 9 - Distribuzione percentuale degli espatri verso le Americhe per regione di provenienza e
per paese di destinazione, 1880-1915

Paese di destinazione
Regioni Totale
Argentina Brasile Canada Stati Uniti Altri paesi

Piemonte 59,4 7,4 1,0 27,9 4,3 100,0


Liguria 49,9 5,3 0,2 30,1 14,5 100,0
Lombardia 48,2 24,7 1,1 20,6 5,4 100,0
Veneto 18,3 61,6 4,0 14,7 1,4 100,0
Emilia-Romagna 23,1 30,0 0,4 42,7 3,8 100,0
Toscana 19,2 28,9 0,9 46,6 4,4 100,0
Marche 55,8 9,6 3,1 30,6 0,9 100,0
Umbria 11,0 23,4 1,0 63,0 1,6 100,0
Lazio 4,4 9,2 1,5 83,2 1,7 100,0
Abruzzi e Molise 14,2 11,9 4,0 68,8 1,1 100,0
Campania 10,6 12,3 1,8 70,8 4,5 100,0
Puglia 14,9 10,9 1,6 70,8 1,8 100,0
Basilicata 21,4 14,0 1,3 58,0 5,3 100,0
Calabria 27,3 15,2 3,2 51,9 2,4 100,0
Sicilia 14,8 3,5 0,7 78,5 2,5 100,0
Sardegna 46,6 15,7 1,7 31,1 4,9 100,0

Mezzogiorno 16,4 10,5 2,1 68,0 3,0 100,0


Italia 23,5 16,1 2,0 55,1 3,3 100,0

Il Brasile, ad esempio, costituisce la destinazione preferita (61,6%) per i veneti


che si dirigono verso le Americhe; preferiscono tendenzialmente l'Argentina, invece,
i piemontesi (59,4%), i marchigiani (55,8%), i liguri (49,9%), i lombardi (48,2%) ed
i sardi (46,6%). Oltre la metà di coloro che si dirigono verso le Americhe scelgono
gli Stati Uniti se provengono da Lazio (83,2%), Sicilia (78,5%), Campania (70,8%), Pu
glia (70,8%), Abruzzi e Molise (68,8%), Umbria (63,0%), Basilicata (58,0%) e Calabria
(51,9%): anche per la Toscana (46,6%) e l'Emilia-Romagna (42,7%) la destinazione pre
ferita sono gli Stati Uniti.

Sempre nell'ambito delle emigrazioni transoceaniche anche quest'ultimo tipo di


classificazione ribadisce cose ormai note e cioè che soprattutto dalle regioni meri

dionali, cioè dalle regioni ove i flussi emigratori hanno assunto importanza più tar

di, si preferisce scegliere come destinazione gli Stati Uniti e che, invece, nelle regio
ni dell'Italia settentrionale per ovvi motivi geografici si tende a preferire l'espatrio
— in — verso i paesi
genere temporaneo e, quindi, ripetitivo europei.

4. Conclusioni

Le cose brevemente dette finora portano a concludere che durante la prima fase
del processo transizionale (fase dello sviluppo accelerato) la massiccia emigrazione
ha costituito lo sfogo principale dell'eccessiva e crescente pressione demografica.
Ovviamente, il fenomeno emigratorio ha assunto caratteristiche diverse, soprat
tutto a livello in funzione sia della sua entità — è risultato infatti
regionale, più gra
ve nelle regioni meridionali, tipiche per il proprio sottosviluppo — che delle modalità
in base alle quali si è manifestato.

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L'EMIGRAZIONE ITALIANA NELLA FASE DEL PROCESSO TRANSIZIONALE 517

In particolare, per quel che concerne le modalità, le nostre analisi hanno posto
in evidenza come, durante il periodo da noi preso in considerazione (1880-1915), ma
no mano che progrediva il tempo le migrazioni transoceaniche assumevano un rilie
vo sempre maggiore a scapito delle migrazioni continentali e come nell'ambito delle

migrazioni transoceaniche venivano sempre più prevalendo i flussi che si dirigeva


no verso gli Stati Uniti d'America.

Bari, Università degli Studi Luigi Di Comite

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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in AA.VV., Studi in onore di Luigi Dal Pane, Bologna, Clueb, 1981.

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italiana dal 1876 al 1925, con notizie sull'emigrazione negli anni 1869-1875, Roma, 1926.

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