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Author(s): Elena Pisano and Simone Tedeschi
Source: Meridiana, No. 59/60, DISUGUAGLIANZE (2007), pp. 131-155
Published by: Viella SRL
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/23206484
Accessed: 05-02-2016 03:21 UTC
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DISUGUAGLIANZE
1. Introduzione
1 Diversi indicatori di valutazione della situazione personale e generale tratti dalla Euro
pean Commission Business and Consumer Survey (BSC), Eurobarometro, ed European
Community Household Panel (ECHP) segnalano un marcato peggioramento nella perce
zione degli italiani circa la propria situazione finanziaria e le aspettative sull'andamento del
o\0
mercato del lavoro, particolarmente acuto in periodi di recessione (T. Boeri, A. Brandolini,
c>
m The Age of Discontent: Italian Households at the Beginning of the Decade, «Giornale degli
Economisti e Annali di Economia», 3/4, 2004).
2 Sul tema delle famiglie e della sensazione di malessere sociale
dell'impoverimento
nell'ultimo decennio si vedano M. Baldini, Le famiglie alla prova dei conti, in «Il Mulino»,
4, 2006; Id., Prezzi redditi e impoverimento delle famiglie, in «Il Mulino», 2, 2004; M. Fran
zini, Disuguaglianze Economiche e non solo: l'Italia del "Malessere Sociale", in «La rivista
delle politiche sociali», 4,2007 pp. 41-54.
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Disuguaglianze
3 ¡bid.
4 Si veda il contributo di M. Franzini e M. Raitano in
questo fascicolo di «Meridiana».
5 Al Household Characteristics and the Distribu
riguardo, si vedano: C. D'Ambrosio,
tion of Income in Italy: An Application of Social Distance Measures, in «Review of Income
and Wealth», Blackwell Publishing, 47, 2001, pp. 43-64; M.G. Pittau, R. Zelli, Income distri
bution in Italy: a nonparametric analysis, in «Statistical Methods and Applications», 10,
2002, pp. 175-90; Pittau, Zelli, Testing for changing shapes of income distribution: Italian
evidence in the 1990s from kernel density estimates, in «Empirical Economics», 29, n. 2,
2004, pp. 415-30.
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Pisano e Tedeschi, Distribuzione dei redditi in Italia
2.1 dati
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Disuguaglianze
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Pisano e Tedeschi, Distribuzione dei redditi in Italia
\
rp
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y
*
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%
%
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2000). \
al
vicini <y
(anni
Paesi,
\
vari
in
%
\
Gini
di
Indice
1. s
Figura
135
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Disuguaglianze
12Con
l'espressione under-reportine si fa normalmente riferimento alla tendenza degli
intervistati a dichiarare importi di reddito o ricchezza inferiori a quelli veri. Per stime
sull'entità di tale fenomeno, con riferimento alle attività reali, finanziarie e ai redditi cfr. L.
Cannari, G. D'Alessio, Housing Assets in the Bank of Italy's Survey of Household Income
and Wealth, in Income and Wealth Distribution, Inequality and Poverty, a cura di C. Da
gum e M. Zenga, Springer-Verlag, Berlino 1990; L. Cannari, G. D'Alessio, Non reporting
and under reporting behaviour in the Bank of Italy's survey of Household Income and
Wealth, in «Proceeding of ISI 49th Session», Firenze ISI 1993, pp. 395-412; L. Cannari, R.
Violi, Reporting Behaviour in the Bank of Italy's Survey of Italian Household Income and
Wealth, in «Research on Economic Inequality», 6, JAI Press Inc., 1995, pp. 117-30. Altri
fonti della discrepanza tra dati rilevati e dati effettivi sono riconducibili all' effetto memoria
(;mis-reporting) oppure sono dovuti al fatto che l'intervistato non dichiara il possesso di par
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Pisano e Tedeschi, Distribuzione dei redditi in Italia
c- „
ε o
I +
1977-2006.
sinistra),
di
(asse
P90/P10
interdecilico
rapporto
e
destra)
di
(asse
Gini
di
Indice
2.
Figura
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Disuguaglianze
15L'indice di
Gini, il più popolare tra gli indicatori sintetici di disuguaglianza, è definito
come la somma delle differenze dei redditi normalizzate per il doppio del quadrato della nu
merosità campionaria moltiplicata per il reddito medio: esso può inoltre essere espresso co
me funzione della somma ponderata dei redditi con pesi inversamente proporzionali alla po
sizione dell'individuo nella distribuzione dei redditi (il più povero ha peso N, il più ricco ha
peso 1). Per una descrizione dei principali indicatori di disuguaglianza si vedano: A.B.
Atkinson, The Economics of Inequality, Clarendon Press, Oxford 1983 (2" ed.); F. A. Cowell,
Measuring Inequality, Harvester Wheatsheaf, Hemel Hempstead 1995 (2" ed.); A.K. Sen,
J.E. Foster, On Economic Inequality, Clarendon Press, Oxford 1997 (2" ed.); M. Baldini, S.
Toso, Diseguaglianza, Povertà, Politiche Pubbliche, il Mulino, Bologna 2005.
" Esso è dato dal
rapporto tra il reddito degli individui collocati in corrispondenza del
primo e dell'ultimo decile della distribuzione (i decili sono gruppi di individui ordinati per
livelli non decrescenti di reddito, ciascuno di ampiezza pari al 10% della popolazione).
17A.
Brandolini, P. Sestito, La distribuzione dei redditi familiari in Italia: 1977-1991, in
La transizione equa, 1992-1993. Secondo rapporto sulla distribuzione e redistribuzione del
reddito in Italia, a cura di N. Rossi, il Mulino, Bologna 1994
18Ibid.
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Disuguaglianze
22 Cfr. C.V.
Fiorio, Understanding Inequality Trends: Microsimulation Decomposition
for Italy, «STICERD-Distributional Analysis Research Programme Papers 78», Suntory
and Toyota International Centres for Economics and Related Disciplines, LSE 2006. Le
computazioni effettuate sulla definizione di reddito Y2, comprensivo dei redditi da attività
finanziarie, seguono un andamento simile a quello di Yl, ma su livelli più elevati.
23Cfr. M.
Foster, M. Pellizzari, Trends and Driving Factors in Income Distribution and
Poverty in the OECD Area, in «Labour Market and Social Policy Occasional Papers», 42,
OCSE, Paris 2000.
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Pisano e Tedeschi, Distribuzione dei redditi in Italia
1977-2006.
2000),
dell'anno
costanti
prezzi
Kernel
a
Densità
di
equivalenti
redditi
dei
Distribuzione
3.
8' 9' V Ζ O
B1ISU9Q
(logaritmo
Figura
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Disuguaglianze
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Pisano e Tedeschi, Distribuzione dei redditi in Italia
9002
HK)Z
Media)
ZOOZ
0003
Logaritmica 8661
Ç661
í"66t
1661
(Deviazione
=0 6861
8861
Alpha
1977-2006. ¿861
=-1,
9861
S861
Alpha
Variazione),
con mi
di
€861
2861
generalizzata
Coefficiente 1861
(1/2 0861
=2
entropia
· 6¿6l
di
8¿6l
(Theil), ¿¿61
Indici
4. =1
Alpha
Figura
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Disuguaglianze
Coefficiente di Variazione (F.A. Cowell, Theil, Inequality Indices and Decomposition., in «Re
search on Economic Inequality», 13,2006, pp. 345-60).
27 Risultati simili sono stati ottenuti anche indicatori alternativi quali
impiegando
l'indice di Atkinson, che ha il pregio di esplicitare i giudizi di valori implicitamente sottesi
alle misure «oggettive» sintetiche di concentrazione in un parametro Y di avversione alla di
suguaglianza (M. Baldini, S. Toso, Diseguaglianza, Povertà, Politiche Pubbliche, il Mulino,
Bologna 2005).
28L'elevata volatilità
degli indici più sensibili alle code della distribuzione potrebbe esse
re legata anche a problemi di top e bottom coding dell'indagine, ovvero di difficoltà a cattu
rare in maniera rappresentativa nella fase di campionamento gli strati più poveri e più ricchi
della popolazione (M. Albertini, The impact of changes in household forms on income ine
quality: the case of Italy 1977-2000, EUI working paper n. 19, 2003).
29Per un'accurata analisi dell'evoluzione e delle caratteristiche degli individui agli estre
mi della distribuzione si veda Albertini, Who were and who are the poorest and the richest
people in Italy: the changing household's characteristics of the people at the bottom and at
the top of the income distribution, in «Quaderni del Dipartimento di Sociologia e Ricerca
Sociale», Università degli studi di Trento, 31, 2004.
30La linea di
povertà da noi adottata è quella Eurostat, pari a 0.6 volte il reddito media
no (il valore che bipartisce la distribuzione).
31Per una
spiegazione degli indici si veda J.E. Foster, J. Greer, E. Thorbecke, A class of
decomposable poverty measures, «Econometrica», 52, 1984, pp. 761-76.
32 Un utile riferimento nella letteratura sulla
povertà è B. Atkinson, On the measure
ment of poverty, in «Econometrica», 55, 1987, pp. 749-64.
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Pisano e Tedeschi, Distribuzione dei redditi in Italia
1977-2006.
cvj <N
Eurostat),
(def.
mediano
reddito
del
60%
al
soglia
con
relativa
povertà
di
Indici
5. χ r >r, -t fi
Figura
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Disuguaglianze
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Disuguaglianze
37L'indice di Shorrocks si basa sul confronto tra del reddito medio e una
disuguaglianza
media ponderata delle disuguaglianze iniziale e finale. Si veda A. Shorrocks, The measure
ment of mobility, in «Econometrica», 46,1978, pp. 1013-24.
38L'indice di Fields-Ok è definito come valore assoluto della variazione logaritmica me
dia dei redditi individuali. Il valore assoluto denota una visione simmetrica della mobilità,
che non distingue dunque tra movimenti verso l'alto o verso il basso (si veda G.S. Fields,
E.A. Ok, The measurement of income mobility: an introduction to the Literature, in Hand
book of Income Inequality Measurement, a cura di J. Silber, Kluwer Academic Publishers,
Norwell 1999, pp. 557-96.
39Cfr. R.
Castellano, C. Quintano, A. Regoli, Income distribution and Income Mobility
in Italy, in Scritti di Statistica Economica 12C, «Quaderni di Discussione», 28, a cura di C.
Quintano, Dipartimento di Statistica e Matematica per la Ricerca economica, Università de
gli studi di Napoli «Parthenope», Napoli 2003.
® Per una descrizione delle
procedure di inferenza sugli indici di mobilità si veda C. Sch
lüter, Statistical inference with mobility indices, in «Economics Letters», 59,1998, pp. 157-62.
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Pisano e Tedeschi, Distribuzione dei redditi in Italia
Tabella 1. Indicatori
sintetici di mobilità,
redditi da lavoro, 1995-98, 2004-6.
Spearman
(indice di correlazione tra ranghi) 0.6414 0.6289
Coefficiente di correlazione
41La mobilità
può essere misurata a partire da distribuzioni del reddito continue, conti
nue ma discretizzate (quali quantili, classi di reddito, gruppi - ricchi poveri, ecc.) o intrinseca
mente discrete quali le classi sociali, che possono però essere non suscettibili di un ordina
mento naturale. Nella letteratura, normalmente per le distribuzioni continue si calcolano in
dici scalari; esse possono tuttavia essere rese discrete allo scopo di calcolare matrici di transi
zione. Nello specifico, in questa sede, la distribuzione è stata suddivisa in quintili, ovvero seg
menti di popolazione, ordinata per livelli non decrescenti di reddito, di ampiezza pari al 20%.
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Disuguaglianze
Quintile
più povero 48,38 21,77 13,82 8,77 7,27 100
Quintile
intermedio 7,49 8,93 40,66 34,35 8,57 100
Quintile
più ricco 5,23 2,8 6,93 20,88 64,16 100
-
Proporzione di individui nello stesso quintile = 0,478 (somma diagonale persistenza media)
Proporzione di individui che rimangono nel quintile più povero = 0,484
Proporzione di individui che rimangono nel quintile più ricco = 0,641
42Tale evidenza si
pone in parziale contrasto con i risultati di un precedente lavoro che
analizza due periodi antecedenti al 1995 e al 2004, il quale registrava invece una generalizza
ta riduzione della immobilità lungo tutta la distribuzione dei redditi equivalenti, un incre
mento della mobilità verso l'alto per il quintile più povero e una riduzione dell'inerzia misu
rata dal coefficiente di correlazione (Boeri, Brandofini, The Age of Discontent cit.).
" La curva lowess è un
metodo non parametrico basato sulla ripetizione di regressioni
locali, che individua la variazione percentuale media del reddito da un periodo all'altro per
piccoli intervalli.
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Pisano e Tedeschi, Distribuzione dei redditi in Italia
tuale media nelle retribuzioni tra anno base e anno finale in funzione
dei quantili di popolazione.
Come si evince dal confronto tra le due figure, mentre nel primo
periodo la curva giace interamente al di sopra della linea di variazione
zero, nel secondo periodo essa si sposta chiaramente verso il basso
trascinata dalla riduzione delle variazioni positive nette.
Infine, per esaminare la dinamica della distribuzione in termini di
benessere, la computazione degli indici sintetici è stata ripetuta sulla
base di una definizione di reddito maggiormente rappresentativa del
tenore di vita familiare44. Anche in questo caso, le variazioni dei vari
indici appaiono pienamente coerenti con le computazioni precedente
mente effettuate sui redditi da lavoro, sebbene i livelli degli indicatori
risultino più bassi, suggerendo un'immobilità persino più accentuata
quando si consideri, in modo più ravvicinato, il tenore di vita.
In sintesi, dal confronto di questi due periodi - l'uno a metà degli
anni novanta, l'altro a metà del primo decennio del nuovo secolo - un
Quintile
più povero 57,94 20,64 11,1 3,84 6,48 100
Quintile
intermedio 8,55 23,43 39,52 19,32 9,19 100
Quintile
più ricco 4,17 4,24 8,64 21,41 61,54 100
Proporzione di individui nello stesso quintile = 0,459 (somma diagonale - persistenza media)
Proporzione di individui che rimangono nel quintile più povero = 0,579
Proporzione di individui che rimangono nel quintile più ricco = 0,615
" A
questo scopo è stata impiegata una definizione più ampia di reddito che include ol
tre al reddito disponibile da lavoro dipendente, da lavoro autonomo e d'impresa, da trasferi
menti sociali, anche le rendite da abitazione di proprietà e i redditi da
capitale finanziario
(corrispondente alla aggregazione Y2, cfr. par. 2).
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Disuguaglianze
150
1995 - 1998
100
50
Ν
V
.2 .4 .6
quintili di reddito
-50.
0 .2 .4 .6 .8 1
quintili di reddito
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Pisano e Tedeschi, Distribuzione dei redditi in Italia
Spearman
(indice di correlazione tra ranghi) 0.7643 0.7692
Coefficiente di correlazione
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Disuguaglianze
5. Conclusioni
46 cit.
D'Antoni, Marano, L'incertezzapervasiva
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