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Il lavoro liquido e la “Sindrome del precario”

Il lavoro precario e l’impatto su salute e qualità della vita.


Ricerca sulle condizioni psicologiche, esistenziali e sull’identità di genere
di lavoratori e lavoratrici nel Lazio

A cura di
Florido Falcioni
A mio padre e a Filippo Maria,
il primo mi ha insegnato a ricercare il significato
profondo della sofferenza e della gioia,
il secondo mi ha fatto vedere con occhi nuovi l’esistenza.

A tutti i lavoratori e le lavoratrici “flessibili” che, quotidianamente,


aiutano molte aziende e pubbliche amministrazioni
a raggiungere risultati eccellenti,
affinché non smettano di lottare per un lavoro dignitoso e
non perdano la speranza di poter costruirsi una famiglia.

Anno 2010

2
Direzione scientifica/Coordinamento della ricerca:
Florido Falcioni, psicologo, psicologo analista I.A.A.P. (International Association for
Analytical Psychology), didatta della International Society for Communicative
Psychoanalysis and Psychotherapy.

Gruppo di ricerca del progetto

Analisi e validazione statistica:


Manuela De Santis, laureata in Scienze della Comunicazione, specializzata in
Comunicazione Pubblica e Istituzionale e in metodologie della ricerca e analisi dei dati
attraverso diverse esperienze presso vari enti ha partecipato a numerose ricerche.

Altri componenti:
Patrizia Musso, sociologa, ha condotto diverse indagini con importanti istituti per le
ricerche statistiche, sociali e di mercato. Fra i diversi ambiti di ricerca si è occupata
soprattutto di problematiche relative all’infanzia, all’identità di genere e alla maternità.

Sara Falcioni, laureanda in scienze della formazione primaria all’Università degli Studi
“Roma Tre”. Si sta occupando di approfondire le applicazioni delle nuove tecnologie alla
didattica (Formazione a distanza).

Altri collaboratori nelle attività di ricerca:

Fusco Antonia, Greco Maria, Farinazzo Andrea, Turri Dario, Zagaglioni Luca.

Ringraziamenti

Si ringrazia sentitamente il Consiglio Regionale del Lazio per aver finanziato il presente
progetto di ricerca dimostrando spiccata sensibilità e profonda attenzione verso
l’approfondimento del fenomeno del precariato sia dal punto di vista psicosociale che dal
punto di vista della salute e della qualità della vita dei lavoratori e delle lavoratrici.
Oltre al Presidente dell’Associazione Giuliano Sciotti, che ha voluto investire risorse ed
energie in un filone di studi innovativi, la nostra gratitudine va a Pierpaolo Bombardieri,
Segretario Organizzativo della UIL di Roma e del Lazio, per aver creduto fermamente
nella necessità del sindacato di collaborare per promuovere la conoscenza delle
dimensioni psicosociali del problema del precariato e per essere stato un costante
riferimento per la positiva riuscita della ricerca.
Si ringraziano tutte le persone che hanno collaborato gratuitamente alla realizzazione di
questo studio per il loro prezioso e costante supporto, ritagliato tra i mille impegni nei
quali sono quotidianamente sono immersi.

3
Indice

Presentazione………………………………………………………………………………… p.5

1. Il progetto: perché una ricerca sulle dimensioni psicosociali del precariato….p. 9

2. La ricerca………………………………………………………………………………p.10
2.1 Metodologia e obiettivi della ricerca……………………………………………....p.10
2.2. Risultati e analisi dei dati sintetici relativi alle aree
indagate………………….p.12
2.2.1. Area 1: Caratteristiche socio-anagrafiche e demografiche del campione…p.12
2.2.2 Area 2: situazione lavorativa e di carriera…………………………………….p.20
2.2.3. Area 3: Tempo libero e socializzazione…………………………………….....p.39
2.2.4. Area 4: Bisogni psicologici e prospettive esistenziali……………………......p.49
2.2.5. Area 5: Salute e qualità della vita………………………………………….…..p.62

3. Precariato, salute e qualità della vita: problemi e criticità…………………….…….p.78

4. Conclusioni e indicazioni operative per i decisori politici, per il “sindacato”


e per gli imprenditori……………………………………………………………..……..….p.84

Bibliografia…………………………………………………………………………………....p.89

Sitografia………………………………………………………………………………………p.91

Appendice 1. Il questionario…………………………………………………………………p.94

Appendice 2. Tabelle e grafici analitici relativi ai due settori (metalmeccanico


e telecomunicazioni) e ai due poli industriali (Roma e Latina)………………………...p.102

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Presentazione

“Il mio nome è Matteo Moretti, sono un luogo comune. Avete presente uno di quei
giovani di cui ogni tanto parlano in televisione con rassegnazione scuotendo la testa? Ecco
quei giovani sono io. Guadagno 1000 euro al mese per fare un lavoro che non mi piace, in
un’azienda a cui non piaccio io, e tutti non fanno altro che ripetermi che sono fortunato.
Non so se mi rinnoveranno il contratto, non so dove sarò tra sei mesi e quale sarà il mio
futuro. Non so niente di niente! E’ come se fossi il personaggio minore di un videogioco
non tanto bello; quello che faccio lo decide qualcuno che non sono io. L’unico lusso che mi
posso concedere è non solo non credere nei sogni ma soprattutto non credere nella realtà.
E’ semplice e ti aiuta a sopravvivere. Quello che succede non mi riguarda” (tratto dal film:
“Generazione 1000 euro” di Massimo Venier, 2009).
Il progetto di ricerca qui presentato indaga un tema molto dibattuto e scottante della
nostra società ed ha l’obiettivo di promuovere un approfondimento della conoscenza del
fenomeno del precariato ma, soprattutto, sulle condizioni psicologiche, esistenziali e
sull’identità di genere di lavoratori e lavoratrici.
Dal punto di vista semantico l’aggettivo maschile “precario” ha il significato di qualcosa
che è contrassegnato da una provvisorietà costantemente minacciata dal sopraggiungere
di eventi pericolosi o addirittura catastrofici. Etimologicamente deriva dal latino prex
precius (preghiera) che significa “ottenuto con preghiere” 1 (tratto dal “Dizionario della
lingua italiana”, Devoto-Oli). Da queste definizioni emerge sia il significato negativo di
profonda e pericolosa incertezza a cui il termine fa riferimento, sia il fatto che la precarietà
fa riferimento a qualcosa ottenuto con una richiesta “religiosa” (e non paritaria) da cui
deriva una “concessione” di qualcuno, in una condizione che si colloca su un orizzonte di
non prevedibilità, di estrema incertezza.
Per dare un significato più preciso al fenomeno analizzato, riportiamo alcuni dati
I.S.T.A.T. diffusi a marzo 2010 che parlano per il Lazio di 10.000 posti di lavoro persi e di
21.000 contratti a tempo determinato saltati tra l’estate del 2008 e quella del 2009. Secondo
l’Istituto a soffrire della crisi economica sono soprattutto le madri lavoratrici (quasi una
mamma su tre lascia il lavoro alla nascita del primo figlio) e i giovani precari che spesso
hanno meno di 34 anni, di cui il 27% lavora part-time e il 36% ha un rapporto di lavoro che
non supera i sei mesi. Il tasso di disoccupazione è aumentato e nel primo trimestre del
2009 è stato del 9,3%, così come la povertà delle famiglie: nel Lazio il 17% arrivano alla fine
del mese con molta difficoltà mentre il 4,5% non ha i soldi per comprare da mangiare.
Sempre nel Lazio, da agosto scorso, sono oltre 7.000 i lavoratori per cui è stata chiesta la

1
Vi sono altri significati interessanti per la nostra discussione, tratti dal Vocabolario Zingarelli, e cioè: 1) Precario
(sostantivo maschile): “Comodato senza determinazione di durata in cui il comodante può chiedere la restituzione della
cosa in qualunque momento”; 2) Precaria (sostantivo femminile): “In epoca medievale, benevola concessione di beni
immobili in godimento temporaneo e dietro pagamento di un corrispettivo”.

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cassa integrazione, per altri 500 la mobilità mentre il settore industriale ha perso 20.000
posti di lavoro.
Dati allarmanti che sono in sintonia con quelli emersi negli ultimi anni e che stanno
evidenziando la tendenza alla precarizzazione del lavoro quale parte integrante della
nostra società. La consapevolezza della pervasiva diffusione del fenomeno che presenta
molti aspetti oscuri ancora poco indagati e forme spesso perverse, ci ha spinto a iniziare la
ricerca per comprendere le radici e gli effetti che questo fenomeno produce sugli individui.
Abbiamo utilizzato come chiave di lettura l’approccio della psicologia analitica ad
orientamento comunicativo che, attraverso un modello della mente umana e delle
relazioni sociali, ci ha permesso di comprendere alcuni aspetti del fenomeno studiato.
Il precariato rappresenta sia una modalità relazionale che un assetto sociale che sono
andati via via definendosi negli anni fino a consolidarsi come elementi di fatto del mondo
del lavoro e nell’esistenza di molte persone e famiglie. Molte ricerche, svolte in campo
sanitario, in quello sindacale e nel mondo scientifico, si sono occupate di studiare la realtà
del lavoratore precario focalizzandosi, spesso esclusivamente, sugli aspetti “materiali”
della condizione lavorativa. Da parte nostra abbiamo tentato con questa ricerca di
indagare, nella loro complessità, anche altre dimensioni del fenomeno. Il tentativo è stato
quello di fornire risultati utilizzabili dai decisori - in termini di politiche del lavoro e di
welfare - e di aumentare la conoscenza della complessità e dell’impatto del fenomeno in
termini di dinamiche psicosociali e di influsso sulla salute 2. A titolo esemplificativo citiamo
il problema dello stress lavoro-correlato 3 che è tra le cause più comunemente riferite dai
lavoratori e che ne colpisce più di 40 milioni ogni anno ovvero il 22% della forza lavoro
complessiva. Dagli studi condotti emerge che tra il 50% e il 60% delle giornate lavorative
perse è riferibile allo stress. L’European Hearth Journal ha recentemente pubblicato uno
studio che quantifica che il disturbo depressivo collegato allo stress lavorativo incide
sull’economia europea con un dispendio di 44 miliardi di euro che vanno sommati, in
termini di calo di produttività, con una perdita di altri 77 miliardi di euro.
Lungo il percorso di presentazione dei risultati ottenuti, abbiamo inserito anche alcune
considerazioni di carattere economico e sociologico, che non possono essere slegate dal
discorso più prettamente psicologico ma che vanno inserite in un unico quadro, un puzzle
che, una volta ricomposto, renderà conto dei diversi aspetti di questa realtà
multidimensionale. A questo proposito, al fine di collocare il precariato all’interno della
nostra società, appaiono pertinenti le considerazioni di un noto economista il quale
sostiene che: “Seguendo la teoria, attraverso il libero mercato si stabilisce un proficuo
rapporto tra interessi individuali e benessere collettivo. […] La teoria dei comportamenti
che sono alla base del libero mercato è caduta, nel XIX secolo, nelle braccia
dell’individualismo e dell’utilitarismo. […] Il limite di questa visione che […] si è posta in
molti casi e per molti aspetti come filosofia dominante, è in primo luogo costituita

2
La Risoluzione del Consiglio Europeo del 25 giugno 2007, relativa ad una nuova strategia Comunitaria sulla salute e
la sicurezza nei luoghi di lavoro (2007-2012) ha previsto, tra gli obiettivi da perseguire, il dialogo sociale sulla
prevenzione della violenza e le molestie sul luogo di lavoro e la valutazione e l’implementazione dell’Accordo Europeo
fra le parti sociali sullo stress lavoro correlato (recepito in Italia con il D. L.vo 81/08).
3
Lo stress lavorativo deriva dall’interazione tra diversi fattori inerenti sia l’organizzazione del lavoro (tipologia,
ambiente, orari, ruolo, responsabilità, sicurezza, relazioni gerarchiche e interpersonali,ecc.) sia le caratteristiche psico-
fisiche (stato di salute, personalità, competenze, motivazioni, comportamenti) che quelle socio-demografiche
(condizioni economiche, situazione familiare, integrazione sociale) del lavoratore .

6
dall’incapacità di darsi carico del bene pubblico: questo richiede cooperazione dei
cittadini, non solo concorrenza, in vista di alcuni obiettivi di interesse generale […]. La
ricerca del massimo profitto scardina allora i fondamenti del vivere civile e distrugge la
base dell’organizzazione sociale, l’armonia dell’ambiente di cui l’attività economica ha
bisogno per ben prosperare” (Fazio A., Globalizzazione. Politica economica e Dottrina sociale,
Tau Editore, 2008, p. 65-66).
In questo quadro la flessibilità nel lavoro è diventata una condizione permanente, uno
status che prevede un prolungamento spesso definitivo: oggi si delinea una situazione
indefinita di tale condizione in presenza di una sempre minore incidenza di
trasformazioni dei contratti in forma stabile. E sono le giovani generazioni e i lavoratori
più deboli e con minori risorse (economiche, familiari, relazionali, sociali, “fisiche”) a
pagare maggiormente il prezzo di questa implosione del mercato del lavoro.
D’altronde la diffusione del precariato, connessa anche alla globalizzazione e ai fenomeni
migratori, ha portato con sé, sia a livello psicologico individuale che sociale, il disordine e
l’assenza di punti di riferimento che non permettono alle persone di storicizzare la propria
esistenza, di arricchirla di una progettualità feconda e vitale, di radicare il proprio senso di
identità. Infatti la storia, come continuità e assunzione su di sé delle responsabilità,
rappresenta la possibilità di diventare adulti e porre le basi per costruire una rete di
relazioni profonde rappresentata dalla “famiglia”. Famiglia significa comunità nucleare
della società in cui due membri, i coniugi, realizzano un progetto di unione ininterrotta nel
tempo, la cui realizzazione efficace è intimamente connessa con la sicurezza e la stabilità di
tutti i membri che ne fanno parte (soprattutto i figli) 4. In questo contesto la costruzione di
una famiglia rappresenta un nodo di forte complessità in cui si intrecciano le dimensioni
della coniugalità e della genitorialità.
Se il progetto esistenziale non si può realizzare la vita diventa senza speranza, il futuro
senza meta: si è precari nel contratto di lavoro che non si sa se sarà rinnovato; si è precari
nelle offerte di lavoro che si riducono; si è precari negli stipendi “da fame”; si è precari per
le banche che devono concedere i mutui; si è troppo precari nella coppia o nella famiglia;
si è precari se si pensa a quanto oggi si riesce ad investire nella pensione futura; si è
precari nelle condizioni relative alla salute e sicurezza nei posti di lavoro, si è precari
perché si è troppo precari per poter soddisfare i propri bisogni e per realizzare i propri
sogni.
Nelle attuali politiche di welfare il ruolo della famiglia, come sottolineato nell’ultimo
rapporto del CREL (Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro), “acquista un peso
fondamentale, un’assunzione di ruolo in controtendenza con i processi di
nuclearizzazione e di diversificazione che ne caratterizzano l’ultimo decennio. Nel 2008
nel Lazio si contano 2,3 milioni di famiglie, che presentano un numero medio di
componenti pari a 2,4 […] una minore incidenza di famiglie “tradizionali” contestuale al
maggior peso di nuove forme familiari; in particolare il Lazio risulta la quarta regione
italiana per presenza di nuclei monogenitore (13,2%), e la quinta per incidenza di persone
sole (pari nel 2008 al 29,6% delle famiglie a fronte del 27,3% in Italia)”. A fine 2008 a livello
macroeconomico la dotazione imprenditoriale e produttiva del Lazio rappresentava il
9,6% del totale nazionale (con 585.000 imprese registrate) con un numero medio di
4
Quest’ultimo concetto è stato suggerito, nell’ambito di una comunicazione personale, da Antonio Grassi.

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imprese ogni 1000 abitanti pari a 103,9 contro 101,7 a livello nazionale. Sul piano settoriale,
la struttura del tessuto produttivo laziale mette in evidenza che il settore del commercio e
delle riparazioni dei beni personali e per la casa rappresenta circa il 30% del totale mentre
il settore delle attività terziarie rappresenta circa il 14% del totale con una progressiva
tendenza alla “terziarizzazione” dell’economia laziale (CREL, Rapporto annuale sullo stato e
le prospettive dell’economia, dello sviluppo e del lavoro nella Regione Lazio, 2009).
Le performance del sistema produttivo hanno un effetto diretto sul mercato del lavoro
rappresentato dalle persone che risultano occupati o in cerca di occupazione. “Le forze di
lavoro laziali (poco meno di 2.500.000 unità) rappresentano circa il 10% del totale
nazionale, nel 2008 hanno fatto registrare un aumento pari al 2,6% per cui il tasso di
attività, dato dal rapporto tra forze di lavoro e popolazione residente in età lavorativa, ha
raggiunto il 65,1%. […] Con riferimento alla popolazione femminile della popolazione si
deve osservare che il tasso di attività risulta più basso di oltre 10 punti percentuali,
assumendo valori pari al 54,3% nel Lazio e al 51,6% in Italia. Circa l’occupazione, i dati a
disposizione mettono in evidenza che gli effetti della crisi sul mercato del lavoro laziale
sono risultati, nel 2008, abbastanza moderati e ciò anche in considerazione dei ritardi con
cui l’occupazione stessa reagisce alle variazioni dell’attività produttiva” (CREL, idem, p.
29).
Nel nostro studio abbiamo tentato di comprendere se il lavoro svolto dai lavoratori
esaminati potesse definirsi dignitoso, cioè quel lavoro “a cui ogni individuo aspira per la
propria vita lavorativa; esso comporta la possibilità di ottenere una posizione produttiva e
sufficientemente retribuita, sicurezza sul lavoro e protezione sociale per sé e per le proprie
famiglie. Lavoro dignitoso significa migliori prospettive per lo sviluppo personale e per
l’integrazione sociale, libertà di manifestare le proprie opinioni, di organizzarsi e di
partecipare alle decisioni riguardanti la propria vita, e dà pari opportunità di trattamento a
tutte le donne e gli uomini” (I.L.O. International Labour Organization 5).
Il lavoro stabile, sicuro e dignitoso è quello che da più parti viene invocato come “cura”
mentre la crisi mondiale ha accresciuto le disuguaglianze sociali, le povertà estreme, il
dramma del lavoro precario e messo a rischio il concetto stesso di democrazia. Il mercato
che ha prevalso finora è legato ad una impostazione di base dove regna la “legge del più
forte”. Ma umanizzare il mondo del lavoro è un’emergenza etica e sociale di salvaguardia
della salute psicofisica dei singoli e delle famiglie che dovrà passare necessariamente
attraverso una ridefinizione etica dei fondamenti delle relazioni umane e del senso della
vita.
Con questa ricerca abbiamo tentato di “dare voce al mondo del precariato”, quel mondo
che è nascosto dietro i dati, le statistiche e che tenta di sopravvivere quotidianamente tra le
mancate prospettive di carriera, l’affitto da pagare, le ansie da placare e l’amore da cercare,
ma anche di rendere conto di come l’implementazione di un sistema sociale, economico e
lavorativo di questo tipo, mini le fondamenta dello stato democratico e corroda la società
dal suo interno.

5
www.ilo.org.

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1. Il progetto: perché una ricerca sulle dimensioni psicosociali del
precariato

L’associazione culturale CEPRI, in collaborazione con la UIL di Roma e del Lazio, ha


svolto una ricerca scientifica a carattere psicosociale che ha coinvolto oltre 1.000 lavoratori
precari dei settori metalmeccanico e delle telecomunicazioni sia della città di Roma che del
distretto industriale di Latina. Il precariato, in Italia e nella Regione Lazio, è un fenomeno
che ha raggiunto grandi dimensioni e che ha assunto forme molto spesso perverse: la
flessibilità nel mondo del lavoro oggi, invece di essere una condizione temporanea,
diventa status permanente. La ricerca nasce dal bisogno di approfondire la conoscenza del
problema: per esempio dai dati emersi da una ricerca EURISPES-ISPESL (“Incidenti sul
lavoro e lavoro atipico”, 2003) risulta che i lavoratori “atipici” sono soggetti a infortuni,
malattie professionali e incidenti con una frequenza maggiore dei lavoratori a tempo
indeterminato. Quindi un’indagine sulla condizione della salute e della qualità della vita si
pone come elemento fondamentale per una corretta conoscenza del fenomeno e per
intraprendere azioni strategicamente efficaci in favore di questa fascia debole di lavoratori,
spesso soggetti a problemi di povertà e di esclusione sociale. Una considerazione a parte
meriterebbe il fenomeno del mobbing sui lavoratori precari la cui debolissima forza
contrattuale e la cui instabile condizione economico-sociale creano un fertile terreno per
l’insorgenza di vessazioni e abusi. La presente ricerca si pone come obiettivo quello di
comprendere quali bisogni profondi, psicologici, sociali e legati all’identità di genere, ma
anche quali prospettive esistenziali (e di “carriera”), si celano dietro a questa categoria,
internamente molto differenziata, di lavoratori e lavoratrici.
Proprio riflettendo sul tema del precariato nelle diverse espressioni e nei diversi contesti in
cui si esprime, è emersa la necessità di comprendere qual è il suo significato profondo, a
quali leggi obbedisce e quali conseguenze comporta dal punto di vista individuale e
sociale. Infatti la valutazione del “modello del precariato” e dei molti problemi che sta
creando nella nostra società ha stimolato dibattiti e attirato l’attenzione di mondi diversi,
dal mondo cinematografico, che ha prodotto diversi film sul tema, al mondo cattolico che
attraverso Papa Benedetto XVI ha recentemente affermato che “La mobilità lavorativa,
associata alla deregolamentazione generalizzata, è stata un fenomeno importante, non
privo di aspetti positivi perché capace di stimolare la produzione di nuova ricchezza e lo
scambio tra culture diverse. Tuttavia, quando l’incertezza circa le condizioni di lavoro, in
conseguenza dei processi di mobilità e deregolamentazione, diviene endemica, si creano
forme di instabilità psicologica, di difficoltà a costruire nuovi percorsi coerenti
nell’esistenza, compreso anche quello verso il matrimonio. Conseguenza di ciò è il
formarsi di situazioni di degrado umano, oltre che di spreco sociale” (Papa Benedetto XVI,
Lettera enciclica Caritas in veritate, 2009).
Il fenomeno ha raggiunto livelli che, complice la crisi economica, ha portato e continua a
portare devastanti effetti dal punto di vista sociale e individuale: a tali effetti bisogna
contrapporre delle risposte, eticamente sostenibili, che devono basarsi su dati e delle
proposte e dei nuovi modi di “pensare” al tema e alle sue ricadute che attualmente stanno
minando la “stabilità” di una parte importante della nostra società.

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2. La ricerca

2.1. Metodologia e obiettivi della ricerca

La ricerca è stata realizzata nell’arco di circa 10 mesi e si è conclusa a marzo 2010. Per la
rilevazione dei dati sono state coinvolte alcune aziende di due settori fondamentali nella
vita economica della Regione Lazio, il settore delle telecomunicazioni e il settore
metalmeccanico nelle realtà industriali di Roma che di Latina.
La ricerca aveva come obiettivo generale quello di approfondire il problema del
precariato per una corretta conoscenza del fenomeno e di scoprire eventuali relazioni tra
questo fenomeno e le condizioni di salute e di qualità della vita di questa tipologia di
lavoratori.
L’obiettivo specifico era quello di individuare eventuali correlazioni esistente tra attività
lavorativa e condizioni psicologiche, esistenziali e identità di genere di lavoratori e
lavoratrici nel Lazio.
La finalità dello studio era quella di stimolare una riflessione su un tema di devastante
portata sociale ed individuale e cercare delle risposte, eticamente sostenibili, che possano
problematizzare la dimensione del precariato, tramite la proposta di nuovi modi di
pensare al problema. Alla fine della ricerca verranno indicate alcune proposte al Consiglio
Regionale del Lazio e ad altri interlocutori istituzionali, al fine di supportare la
programmazione regionale con l’obiettivo di migliorare la salute e la qualità della vita dei
lavoratori precari ma anche di quelli in cerca di occupazione (che spesso sono precari
“stabili”).
Il campione della ricerca è rappresentato da oltre 1000 lavoratori precari che hanno
accettato di rispondere al questionario (rispetto ai 2000 che sono stati distribuiti), ripartiti
tra il settore delle telecomunicazioni e il settore metalmeccanico, della città di Roma e del
distretto industriale di Latina.
La somministrazione del questionario è avvenuta in forma anonima, al fine di tutelare la
privacy degli intervistati, in diverse aziende seguendo due diverse modalità, in
particolare:
1) direttamente sul posto di lavoro: a tutto il personale precario da parte di un
rappresentante sindacale o di personale dell’ufficio risorse umane;
2) durante un corso di formazione e aggiornamento professionale: si tratta di n. 60
soggetti tra cui alcuni lavoratori in cerca di occupazione.
La città di Roma e il distretto industriale di Latina sono stati individuati come luoghi
dell’analisi perché considerati rappresentativi, sia da un punto di vista quantitativo che
qualitativo, dell’incidenza del fenomeno analizzato su scala regionale.
Lo strumento utilizzato nella ricerca è un questionario strutturato (si veda l’Appendice 1)
a risposta multipla6 articolato in 44 domande organizzate su 5 aree tematiche, elaborate
coerentemente con gli obiettivi della ricerca:
1) Area 1: informazioni socio-anagrafiche e demografiche;
2) Area 2: situazione lavorativa e di carriera;
6
Sono state inserite alcune risposte aperte per la rilevazione delle informazioni socio-anagrafiche e demografiche.

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3) Area 3: Tempo libero e socializzazione;
4) Area 4: Bisogni psicologici e prospettive esistenziali;
5) Area 5: Salute e qualità della vita.
Sia la selezione del campione, che non è stato possibile scegliere in modo casuale, sia lo
strumento del questionario rappresentano due limiti ma anche due possibilità che
abbiamo avuto nella raccolta dei dati. Infatti l’’importanza della ricerca quantitativa
consiste nel raccogliere molte informazioni su diverse dimensioni di un fenomeno ampio e
complesso. Questi dati che ci hanno consentito di aumentare la sua conoscenza, anche dal
punto di vista scientifico se i risultati conseguiti non sono generalizzabili. D’altronde il
tipo di ricerca che abbiamo realizzato ha come limite sia la perdita di alcune caratteristiche
soggettive (che sarebbero potute emergere con delle interviste), sia l’impossibilità di
cogliere gli aspetti longitudinali del fenomeno che si colloca nel nostro paese, nella nostra
regione e nelle città esaminate all’interno di un contesto storico e socioeconomico
determinato dove affonda le sue radici.
La ricerca si è svolta seguendo tre fasi successive:
Fase 1: Costituzione del gruppo di ricerca e predisposizione del questionario;
Fase 2: somministrazione del questionario, raccolta e analisi dei dati;
Fase 3: presentazione dei risultati ottenuti e distribuzione della relazione finale.
Dal punto di vista metodologico si precisa che, nel riportare i dati di sintesi della ricerca,
gli stessi vengono commentati nella pagine successive “domanda per domanda” al fine di
rendere più chiari e leggibili i risultati riportati. Mentre nell’Appendice n. 2 vengono
riportate le tabelle e i grafici analitici relativi ai due settori.
In questa presentazione si è deciso di seguire il criterio dell’ordine decrescente nel
riportare il valore percentuale totale. E’ probabile, quindi, trovare domande nelle tabelle e
nei grafici in un ordine diverso rispetto a quello della somministrazione del questionario.
Inoltre, si rappresenta che non sono presenti le risposte relative alle domande n. 11 (Che
scadenza ha il suo attuale contratto: ______/________ (mese/anno) e n. 18 (Qual è stato l’ultimo
lavoro che ha svolto?) poiché l’elevata variabilità delle informazioni e l’alta percentuale di
assenze di risposta non ha permesso di riportare le informazioni rilevate.
Infine, è necessario precisare che in indagini di questo tipo bisogna tener conto della soglia
di errore che si commette osservando solo una parte limitata dell’intera popolazione (nel
nostro caso un gruppo di lavoratori precari di Roma e di Latina). I risultati ottenuti,
quindi, non saranno generalizzabili dal punto di vista statistico ma forniranno comunque
preziose indicazioni sia per la comprensione del fenomeno che per la predisposizione di
altri studi da condurre nel prossimo futuro.

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2.2 Risultati e analisi dei dati relativi alle aree indagate

2.2.1. Area 1. Informazioni socio-anagrafiche e demografiche del campione

Il campione dei soggetti intervistati è di 1.022 lavoratori e lavoratrici, tutti di nazionalità


italiana, distribuiti in aziende di dimensioni medio-grandi operanti nel settore
telecomunicazioni per il 40% del totale e per il 60% nel settore metalmeccanico.
Il campione è composto, per quanto riguarda il genere, da 216 femmine e da 178 maschi
nel settore telecomunicazioni e da 204 femmine e da 424 maschi nel settore
metalmeccanico.
L’età media è di 33 anni, con un’età media maggiore delle donne nel campione relativo al
settore telecomunicazioni e un’età media maggiore degli uomini nel settore
metalmeccanico.
Poco più della metà del campione risulta essere nubile/celibe mentre un restante 41% è
rappresentato da soggetti coniugati (33%) o che si trovano in regime di convivenza (8%).

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


SOGGETTI
INTERVISTATI TOTALE
(sintesi delle domande 1, 2, 5) Polo Polo Polo Polo
industriale industriale industriale Industriale Totale
Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
ETA' MEDIA 29 33 34,4 35,8 33 33,7 30,2 35,9
31,
32,9 33 /
7

NUBILE/CELIBE 90 50 32 28 50,8 160 64 32 52 49 508 49,7


CONIUGATO 10 31 20 64 31,7 100 16 60 36 33,7 337 33
IN REGIME DI
8 9 4 4 6,3 28 4 16 12 9,5 85 8,3
STATO CONVIV.
CIVILE SEPARATO 3 13 4 4 6,1 0 4 12 4 3,2 44 4,3
DIVORZIATO 0 0 4 4 2 8 4 4 0 2,5 24 2,3
VEDOVO 0 1 0 4 1,3 0 0 4 8 1,9 17 1,7
SEPARATO LEGALM. 3 4 0 0 1,8 0 0 0 0 0 7 0,7
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

12
Soggetti intervistati distinti per genere

700 602

600 424 420


500
400
178 216 204
300
200
100
0
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

MASCHI FEMMINE

Stato civile dei soggetti intervistati

4,3% 0,7% 2,3% 1,7%


49,7%

33%

8,3%

NUBILE/CELIBE IN REGIME DI CONVIVENZA


CONIUGATO SEPARATO
SEPARATO LEGALMENTE DIVORZIATO
VEDOVO

13
Domanda n.6. HA FIGLI?

Oltre il 70% dei soggetti non ha figli il che fornisce una prima indicazione (che verrà
approfondita successivamente) sul fatto che il lavoro precario, pur considerando la
relativamente giovane età del campione, potrebbe non favorire la possibilità di diventare
genitori (i problemi connessi con la fertilità stanno diventando un serio problema nel
nostro paese - ndr). Un dato rilevante è rappresentato dal fatto che mediamente e senza
sostanziali differenze di genere il numero medio di figli è di 1,5 mentre tra coloro che
hanno dei figli (il 28,9%) il 42% ne ha con un’età media maggiore di 12 anni e, forse,
rappresenta una porzione di persone che ha avuto un figlio in giovane età.

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


TOTALE
6. HA FIGLI ? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
SI 18 37 24 48 32,2 80 12 48 28 26,7 295 28,9
NO 96 71 40 60 67,8 216 80 80 84 73,2 727 71,1
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico

A) SE SI QUANTI ? TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. v.a. v.a.
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F

NUMERO MEDIO DI
1,7 1,5 1,5 1,9 1,6 1,4 1 2 1,4 1,4 1,5
FIGLI

14
Settore
Settore metalmeccanico
telecomunicazioni
TOTALE
B) ETA' DEI FIGLI Polo Polo Polo Polo
industriale industriale industriale Industriale
Roma Latina Roma Latina
% % %
M. F. M. F. M. F. M. F. M+F
DA 0 A 3 ANNI 37,5 31,6 33,3 8,7 44,8 33, 17,4 36,4 31,6
3
DA 3 A 12 ANNI 31,2 26,3 33,3 21,7 34,5 33, 17,4 18,2 26
3
DA 12 ANNI IN POI 31,2 42,1 33,3 69,6 20,7 33, 65,2 45,4 42,4
3
TOTALE 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Età dei figli

DA 12 ANNI IN
POI DA 0 A 3 ANNI
42% 32%

DA 3 A 12 ANNI
26%

15
Domanda n.7. CON CHI VIVE?

Pur considerando che per questa domanda erano possibili più risposte, è plausibile che chi
ha risposto “vivo con marito/moglie/convivente” oppure “vivo da solo” abbia fornito
esclusivamente questa risposta, eventualmente insieme a quella “con i figli”. Il 44% del
campione vive con il proprio partner, sia esso il coniuge o un convivente mentre circa il
30% vive a casa con i genitori proprio a rappresentare quanto è difficile il percorso di
emancipazione dalla famiglia avendo limitate risorse economiche (a questo proposito si
veda anche il grafico relativo alla domanda n. 17 sul “reddito mensile netto del nucleo
familiare”). Il 15,7% dei soggetti intervistati dichiara di vivere da solo senza sostanziali
differenze ma solo con alcune oscillazioni tra maschi e femmine. Si tratta di un dato che
indica quante poche offerte di sostegno socio-economico siano messe in campo (per es. la
disponibilità di case da affittare a basso costo, ecc.), che non incentivano a sviluppare una
“cultura dell’autonomia” nei giovani intervistati. Se consideriamo anche il 5,4% vive con
altre persone e, quindi, ha comunque iniziato un percorso di emancipazione vediamo
come solo il 20% dei soggetti intervistati ha iniziato, o forse sarebbe meglio dire ha potuto
iniziare, il processo di svincolo dalla famiglia.
In un’intervista, rilasciata al giornalista Ignazio Dessì il 18 gennaio 2010, il Prof. Sandro
Bernardini, docente di sociologia ed esperto di politiche giovanili, sostiene che ”in Italia
non esiste futuro per gli ultratrentenni […] C’è una vera desertificazione intorno ai figli e
sta venendo meno l'antico ruolo della famiglia che finisce con l’assecondare, anche
involontariamente, la loro non-crescita […] Ci sono cause oggettive. La società non tiene
conto dei giovani, li lascia disoccupati e lo studio diventa un modo di allungare la
giovinezza. No, non stiamo parlando di Bamboccioni ma di sconfitti a cui manca il lavoro,
la casa, l’istruzione perché prima di tutto occorre strutturare gli individui. La verità è che
questa società è costruita per sconfiggere le giovani generazioni (come gli anziani, del
resto). Una cosa terribile, visto che con loro ci giochiamo il futuro della collettività”.
In un articolo il giornalista Antonio Valenzi, che approfondisce acutamente alcune
considerazioni relative ai giovani e la mondo del lavoro, riflette sul fatto che in Italia
“Mentre si faceva transitare l’equazione “più flessibilità = più lavoro”, non si spiegava
abbastanza di che lavoro si trattasse e quanto sarebbe stato pagato […]. Al dunque, i
“bamboccioni”, cresciuti con gli strumenti della Prima Repubblica si sono ritrovati
spiazzati quando era il loro momento di entrare nel mondo adulto. E laddove pensavano
che si sarebbero aperte nuove opportunità, hanno dovuto constatare che così non sarebbe
stato. Ma forse i giovani sono sempre grandi, semmai è l’Italia ad essere diventata piccola.
Dalla politica all’imprenditoria, dallo sport alla cultura vi sono bamboccioni di tutte le età
e di tutte le taglie. Analogamente ai giovani che non mollano la casa dei genitori, gli
industriali non mollano le prerogative concesse dal lavoro precario; l’imprenditore
medio/piccolo preferisce soggiacere cottimista alla volontà di potenza di qualche grosso
gruppo (per altro guidato dal solito centinaio di nomi che ha le mani in pasta dai trasporti
allo spettacolo) piuttosto che ribadire la propria indipendenza. Sono logiche di mercato, si
dirà. Vero, quel che manca dunque è un “fare sistema” che in un equilibrio di pesi e
contrappesi metta tutti nella condizione paritaria di potersi esprimere, almeno fin quando
non si diventi lesivi per gli altri” (“Dalla parte dei bamboccioni”, 31 gennaio 2010).

16
Lo scrittore Marco Lodoli sottolinea come la generazione che oggi ha tra i venti e i
trentacinque anni, sia stata timbrata dal marchio infame di “bamboccioni” mentre
“Sappiamo bene quanti ragazzi in gamba ci sono, quante giovani vite bussano inutilmente
alle porte del mondo del lavoro e sono costrette a consumarsi nella loro cameretta ormai
decrepita. Quanti ragazzi sono costretti a scappare all’estero per trovare un minimo di
ascolto, qualche possibilità concreta di sopravvivenza senza la paghetta di mamma e papà.
Però sappiamo anche che la categoria dei bamboccioni purtroppo esiste veramente, non è
solo un’invenzione giornalistica. Toppi si crogiolano in un vittimismo infruttuoso, oppure
succhiano senza troppi sensi di colpa il sangue ai genitori. Troppi sono stati sedotti e
abbandonati dal consumismo senza riuscire a cavare da se stessi un po’ di rabbia e di
determinazione. […]”.
Le conclusioni a cui arriva segnalano come il futuro sarà faticoso per questa generazione, e
per i loro figli, che sarà la “generazione degli orfani”: “Non ci saranno più genitori in
grado di consolare e sorreggere la scioperataggine fatua dei loro figli, non ci saranno più
ombrelli paterni da aprire sotto la pioggia, e questo per un semplice motivo: i nuovi
genitori si sono riprodotti tardi, sono già quasi vecchi, e la vita non è eterna. [..] Tra dieci o
quindici anni questi bambini (una folla carica di aspettative) dovranno imparare a
cavarsela da soli, a lottare col coltello tra i denti senza nessuno che gli copra le spalle. […]
Il futuro è degli orfani, ragazzetti che non potranno oziare neanche un momento, che
diventeranno uomini molto più in fretta degli attuali bamboccioni. Sarà triste, ma poi sarà
di nuovo energia che si diffonde” (tratto da “Bamboccioni? In futuro ci sarà una
generazione di “orfani”, costretti a rimboccarsi le maniche” – su tiscali notizie, 29 marzo
2010).

17
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
TOTALE
7. CON CHI VIVE? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
CON
MARITO/MOGLIE/CONVIV. 21 44 32 64 40,9 136 20 80 52 45,8 449 43,9
CON I GENITORI 39 34 16 28 29,7 112 44 24 8 29,9 305 29,8
CON I FIGLI 9 26 16 40 23,1 68 12 40 28 23,6 239 23,4
DA SOLO/A 37 20 12 12 20,5 16 12 12 40 20,3 161 15,7
CON ALTRE PERSONE 14 5 0 0 4,8 16 12 4 4 5,7 55 5,4
CON I NONNI 6 0 0 0 1,5 16 8 0 0 3,8 30 2,9
CON UN SOLO GENITORE 0 0 4 0 1 16 0 4 4 3,8 28 2,7
CON FRATELLI/SORELLE 0 1 0 0 0,2 16 0 4 4 3,8 25 2,4

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

Con chi vive? 449


450
400
350 305
269
300 239
250 191 180
161
200 133
114106
150 77
84 55
100 34 22 21 30 25
24 20 8 28
50 4 5
0
MASCHIO FEMMINA TOTALE
CON MARITO/MOGLIE/CONVIVENTE CON I GENITORI
CON I FIGLI DA SOLO
CON ALTRE PERSONE CON I NONNI
CON UN SOLO GENITORE CON FRATELLI/SORELLE

18
Domanda n.8. L' ABITAZIONE PRESSO CUI ABITA E'.

Un altro elemento importante ai fini della definizione delle caratteristiche del campione è
l’identificazione dell’eventuale proprietà dell’abitazione: infatti questa domanda è stata
inserita non solo per valutare, insieme ad altri fattori come il reddito, le risorse
economiche disponibili per la propria esistenza (anche se la proprietà di un’abitazione
andrebbe stimata insieme all’eventuale importo del mutuo ancora in essere). A fronte di
un 55% che possiede l’abitazione di proprietà, una parte rilevante del campione (38,5%) è
in affitto e, quindi, con l’attuale situazione del mercato immobiliare laziale deve sottrarre
notevoli risorse economiche dal proprio reddito per far fronte a questa necessità
essenziale.

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico

8. L' ABITAZIONE TOTALE


PRESSO CUI ABITA E' Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
DI PROPRIETA' 37 56 36 68 50 212 52 52 48 58 561 54,9
IN AFFITTO 73 49 20 12 39,1 76 40 64 60 38,2 394 38,5
IN COMODATO 4 3 8 12 6,8 8 0 12 4 3,8 51 5
ALTRO 0 0 0 16 4,1 0 0 0 0 0 16 1,6
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

L'abitazione presso cui abita è…...

5 1,6

38,5
54,9

DI PROPRIETA' IN AFFITTO IN COMODATO ALTRO

19
2.2.2. Area 2. Situazione lavorativa e di carriera

Domanda n.9. QUAL'E' IL SUO LAVORO ATTUALE ?

Da questa domanda emergono differenze tra i profili professionali e le mansioni assegnate


ai soggetti intervistati. A livello generale il 62% del campione ricopre il ruolo di impiegato
mentre il 17,6% quello di operaio. Nel settore telecomunicazioni vi è una netta prevalenza
della figura dell’ impiegato (75,9%) mentre nel settore metalmeccanico vi è una prevalenza
della figura dell’operaio (17,6%). Come indicato nelle premesse, ricordiamo che la
presenza di alcune “figure” (come gli studenti) è indicativa del fatto che una piccola parte
dei questionari (n.= 60) sono stati somministrati durante un corso di formazione
indirizzato anche a persone in cerca di occupazione.

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


9. QUAL'E' IL SUO TOTALE
LAVORO ATTUALE ? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
IMPIEGATO 98 93 56 52 75,9 116 84 72 64 53,5 635 62,1
OPERAIO 2 4 2 24 8,1 96 0 32 20 23,6 180 17,6
LIBERO PROFESS. 1 0 0 0 0,2 68 8 0 0 12,1 77 7,5
DISOCCUPATO 5 1 0 16 5,6 4 0 4 4 1,9 34 3,3
STUDENTE 6 7 2 4 4,8 0 0 0 12 1,9 31 3
ARTIGIANO 1 2 0 0 0,8 4 0 4 8 2,5 19 1,8
ALTRO 0 0 0 0 0 0 0 16 0 2,5 16 1,6
CASALINGA 0 0 0 12 3 0 0 0 0 0 12 1,2
COMMERCIANTE 1 1 4 0 1,5 0 0 0 4 0,6 10 1
PENSIONATO 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0,6 4 0,4
IMPRENDITORE 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0,6 4 0,4
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.002 100
TOTALE 394 100 628 100 1.002 100

Qual è il suo lavoro attuale?


80

70

60
50

40

30

20

10
0
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico totale

IMPIEGATO OPERAIO LIBERO PROFESSIONISTA

DISOCCUPATO STUDENTE ARTIGIANO

ALTRO CASALINGA COMMERCIANTE

20
Domanda n.10. NATURA DEL RAPPORTO DI LAVORO
Domanda n.12. TIPOLOGIE FASCE ORARIE

La natura del rapporto di lavoro e le relative tipologie dell’impegno orario forniscono


indicazioni importanti sia sulla tipologia di lavoro precario sia sulla disponibilità di risorse
economiche e temporali.
Nel campione esaminato la tipologia maggiormente utilizzata è quella del contratto a
tempo determinato (40%), con significative differenze tra i due settori considerati:
- nel settore telecomunicazioni vi è un ricorso alla tipologia del tempo determinato nel
43,1% dei casi (con un picco di utilizzo di questa tipologia applicata alle donne sia nel
polo industriale di Roma, con oltre il 60%) e, a seguire, quella interinale (27,7%);
- nel settore metalmeccanico vi è un ricorso alla tipologia del tempo determinato nel
38,2% dei casi (con un picco di utilizzo di questa tipologia applicata alle donne nel polo
industriale di Latina, con circa il 60%) e, a seguire, quella dei contratti di lavoro a
progetto (17,8%).
Dai risultati ottenuti emerge un largo uso di tipologie contrattuali che pur nelle loro
differenze (interinale, a progetto, con partita IVA, collaborazione occasionale, altro)
rappresentano circa il 60 % del totale. Sono tipologie che hanno una minima
regolamentazione normativa e che spesso devono “adattarsi” ad un’altra “legge”, quella
delle esigenze produttive ed organizzative delle aziende: è evidente che se i contratti
“atipici” vengono impiegati in maniera estesa, indifferenziata e protratta nel tempo
possono lasciare il campo aperto a rischi di abusi e gravi problemi per i lavoratori. Alcuni
esempio ci vengono forniti sia dai limitati versamenti contributivi che vengono versati (nel
rispetto della legge che questo prevede) che daranno vita a pensioni “povere”, e quindi a
cittadini e famiglie povere, ma anche dalle scarse tutele per maternità e paternità che
possono impedire la nascita di nuclei familiari o danneggiare l’equilibrio psicosociale di
quelli già formati. E’ interessante notare che il precariato “può venire definito fiscalmente
come le persone che non hanno altra assicurazione, quindi esclusi per esempio i
professionisti appartenenti ad ordini, gli artigiani. È una delle principali voci che
determinano l'attivo dell’INPS. In particolare, i lavoratori precari hanno finora contribuito
33 miliardi di Euro, che sono stati impiegati per colmare il disavanzo dell'I.N.P.S.. L'attuale
attivo di cassa imputabile ai precari è di 5,6 miliardi di Euro, che non verranno impiegati
per il pagamento di pensioni ai precari, anzi, la finanziaria del 2007 avrà come effetto
quello di estrarre circa un miliardo di Euro dai precari attraverso un incremento di 5,3
punti della contribuzione I.N.P.S. e alla soppressione della fascia di esclusione. A titolo
esemplificativo la contribuzione I.N.P.S. a carico di artigiani e commercianti è inferiore
rispetto a quella richiesta ai precari: 19,5% e 20% contro il 23,5% dei precari” (dalla voce
“precariato” dell’Enciclopedia Wikipedia). Il grafico successivo, relativo alla tipologia
delle fasce orarie, conferma le criticità suesposte. Se è vero che oltre il 70% del campione
svolge un lavoro a tempo pieno, il 18,6% un part-time orizzontale e il 2,1% part-time
verticale, emerge che nel settore telecomunicazioni l’utilizzo del part-time raggiunge il
48,8% mentre nel settore metalmeccanico l’utilizzo del tempo pieno raggiunge quasi il 90%
del campione. Si può ipotizzare che queste differenze siano giustificate dai risparmi per le
aziende che adottano i contratti part-time soprattutto per le attività relative ai call center.

21
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
10. NATURA DEL
RAPPORTO DI TOTALE
LAVORO Polo Polo Polo Polo
industriale industriale industriale Industriale Totale
Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
DIPENDENTE A TEMPO
DETERMINATO
42 66 22 40 43,1 80 12 84 64 38,2 410 40,1
INTERINALE 47 32 26 4 27,7 40 4 20 16 12,7 189 18,5
CONTRATTO DI LAVORO A
PROGETTO
4 4 10 16 8,6 72 36 4 0 17,8 146 14,3
ALTRO 14 1 0 32 11,9 40 28 16 12 15,3 143 14
LIBERO PROFESS. CON
PARTITA IVA
2 0 0 0 0,5 64 8 4 4 12,7 82 8
COLLABORAZIONE
OCCASIONALE
5 5 6 16 8,1 0 4 0 8 1,9 44 4,3
SOCIO LAVORATORE DI
COOPERATIVA
0 0 0 0 0 0 0 0 4 0,6 4 0,4
STAGIONALE 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0,6 4 0,4
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Natura del rapporto di lavoro

450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico totale

DIPENDENTE A TEMPO DETERMINATO INTERINALE


CONTRATTO DI LAVORO A PROGETTO ALTRO
LIBERO PROFESSIONALE CON PARTITA IVA COLLABORAZIONE OCCASIONALE
SOCIO LAVORATORE DI COOPERATIVA STAGIONALE

22
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
12. TIPOLOGIE FASCE TOTALE
ORARIE Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
TEMPO PIENO 38 34 40 48 40,6 276 84 116 88 89,8 724 70,8
PART-TIME
64 66 20 24 44,2 0 4 4 8 2,5 190 18,6
ORIZZONTALE
NON RISPONDE 3 2 0 32 9,4 0 0 0 8 1,3 45 4,4
OCCASIONALE 1 3 1 0 1,3 20 4 0 4 4,4 33 3,2
PART-TIME VERTICALE 8 3 3 4 4,6 0 0 0 4 0,6 22 2,1
ALTRO 0 0 0 0 0 0 0 8 0 1,3 8 0,8
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Tipologia delle fascie orarie


3,2% 2,1% 0,8%
4,4%

18,6%

70,8%

TEMPO PIENO PART-TIME ORIZZONTALE NON RISPONDE

OCCASIONALE PART-TIME VERTICALE ALTRO

23
Domanda n.13. EFFETTUA DEI TURNI?

A questa domanda ha risposto positivamente oltre il 23% dei soggetti esaminati, con una
notevole differenza tra i due settori oggetto di indagine, giustificata dalla diversità delle
attività svolte e dai tempi di esecuzione delle stesse. Il 35% dei lavoratori appartenenti al
settore telecomunicazioni effettua dei turni (di cui il 78,3% durante i giorni festivi) a fronte
del 15,9% di quelli appartenenti al settore metalmeccanico.

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


13. EFFETTUA DEI TOTALE
TURNI? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NO 39 61 60 68 57,9 228 88 108 104 84,1 756 74
SI 75 47 4 12 35 68 4 20 8 15,9 238 23,3
NON RISPONDE 0 0 0 28 7,1 0 0 0 0 0 28 2,7
11 10
Totale 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
4 8
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


TOTALE
A)TIPOLOGIA TURNO Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
Festivo 50 42 4 12 78,3 32 4 12 4 52 160 67,2
Notturno 25 5 0 0 21,7 36 0 8 4 48 78 32,8
Totale 75 47 4 12 100 68 4 20 8 100 238 100
TOTALE 138 100 100 100 238 100

Tipologie di turno

10000,0%
9000,0%
8000,0%
7000,0%
6000,0%
5000,0%
4000,0%
3000,0%
2000,0%
1000,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

Festivo Notturno Totale

24
Domanda n.14. È' PREVISTO UN RINNOVO DEL CONTRATTO IN ESSERE O LA
STIPULA DI UN NUOVO CONTRATTO?

Questa è una domanda cruciale all’interno del questionario perché, sulla base delle
risposte ottenute, permette di comprendere sia la prospettiva lavorativa che la dimensione
esistenziale nella quale si trovano i soggetti del campione che, è utile ricordare, hanno
un’età media di 33 anni. Sono lavoratori e lavoratrici che attraversano una fase della vita
nella quale dovrebbero poter decidere come programmare il proprio presente e il proprio
futuro sia in termini relazionali (andare a vivere da soli, iniziare una convivenza,
progettare un matrimonio e la nascita di eventuali bambini, ecc.), sia in termini lavorativi
(eventuali prospettive di carriera, ecc.). Nelle risposte domina la dimensione
dell’incertezza (“non so”) che rappresenta mediamente oltre il 54% del totale delle
risposte: si tratta di un “limbo” difficilmente elaborabile dal punto di vista psicologico che
procura stress e che, come vedremo nella discussione relativa alle ultime due aree del
questionario, potrebbe essere la fonte di rilevanti disturbi psicosomatici ed emotivi (mal di
testa/emicrania, ansia, ecc.).

14. È' PREVISTO UN Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


RINNOVO DEL
CONTRATTO IN TOTALE
ESSERE O LA STIPULA Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
DI UN NUOVO Roma Latina Roma Latina
CONTRATTO? v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NON SO 76 67 60 52 64,7 148 64 60 28 47,7 555 54,3
SI 23 18 1 16 14,7 96 20 56 60 36,9 290 28,4
NO 14 17 3 12 11,7 52 8 12 12 13,4 130 12,7
NON RISPONDE 0 6 0 28 8,6 0 0 0 12 1,9 46 4,5
11
Totale 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
4
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

E' previsto un rinnovo del contratto o la stipula di un nuovo


contratto?

600

500

400

300

200

100

0
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

NON SO SI NO NON RISPONDE

25
Domanda n.15. QUAL'E' IL LAVORO ATTUALE DEL SUO
CONIUGE/CONVIVENTE/PARTNER ?
Domanda n.16. DI CHE NATURA E' IL RAPPORTO DI LAVORO DEL SUO
CONIUGE/CONVIVENTE/PARTNER?

Le risposte fornite alle due domande che seguono offrono un contesto più ampio per una
approfondita comprensione del fenomeno che stiamo analizzando. Infatti il 62,1% 7 dei
soggetti che hanno un partner (coniuge o convivente) ha risposto che quest’ultimo lavora
come impiegato o come operaio mentre nel 22,1 % dei casi risulta non occupato
(disoccupato/a, casalinga, studente/ssa). E’ interessante notare dal grafico successivo che le
persone che risultano occupate, considerando la somma delle diverse tipologie di contratto
(tempo determinato, a progetto, collaborazione occasionale, interinale e stagionale), hanno
un’occupazione “precaria” nel 41,7% dei casi. Analizzando il dato relativo al settore
telecomunicazioni questo dato sale e raggiunge il 55,5%.
Si tratta di dati che forniscono un quadro drammatico e che invitano ad una profonda
riflessione: sommando i non occupati (22,1%) e gli occupati “precari” (41,7%) si ottiene un
valore pari a 63,8%. Correlando questo valore a quello ottenuto con le risposte fornite alla
domanda n. 10, e cioè che circa il 60% dei soggetti ha un lavoro “precario” che non è a
tempo determinato, si scopre che all’interno delle famiglie e delle coppie vi è un’alta
percentuale di instabilità lavorativa ed economica e, quindi, anche relativa ai tempi
dell’esistenza “familiare” e di coppia (progettare il futuro, fare figli, ecc.).
Queste informazioni confermano i dati emersi da altre ricerche sul problema della
“progettualità impossibile”: nelle riflessioni conclusive di una di queste indagini l’autrice
sostiene che “La precarietà per le più giovani si esprime nell’impossibilità di progettare
una vita e una maternità e, nella generazione immediatamente precedente, nel vivere una
flessibilità apparentemente più libera ma solo perché sostenuta dai redditi dei mariti.
Anche per gli uomini la flessibilità comporta, anzi determina l’incapacità di proiettarsi nel
futuro, e di rispondere a quello che è l’archetipo maschile di provvedere al sostentamento
della eventuale famiglia: se manca la sicurezza economica manca la possibilità di costruire
relazioni stabili e durature” (Rizzo Anna Maria, Donne e precarietà del lavoro ovvero come
progettare una vita flessibile, 2008).

7
Si tratta di n.541 soggetti del campione, di cui n.209 del settore telecomunicazione e n.332 del settore
metalmeccanico.

26
15. QUAL'E' IL LAVORO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
ATTUALE DEL SUO TOTALE
CONIUGE/CONVIVENTE Polo Polo Polo Polo
/ industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
PARTNER ? Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
IMPIEGATO/A 21 29 32 16 46,9 52 16 44 36 44,6 246 45,5
OPERAIO/A 5 9 0 24 18,2 24 0 12 16 15,7 90 16,6
CASALINGA 5 4 0 4 6,2 28 0 12 4 13,2 57 10,5
DISOCCUPATO/A 3 7 4 8 10,5 24 0 0 0 7,2 46 8,5
COMMERCIANTE 2 4 0 0 2,9 12 0 0 4 4,8 22 4,1
STUDENTE/SSA 6 4 0 0 4,8 4 0 8 0 3,6 22 4,1
LIBERO/A
PROFESSIONISTA
2 3 0 0 2,4 8 4 4 0 4,8 21 3,9
ARTIGIANO/A 1 3 4 0 3,8 4 0 0 0 1,2 12 2,2
PENSIONATO/A 0 4 0 4 3,8 4 0 0 0 1,2 12 2,2
IMPRENDITORE/TRICE 0 0 0 0 0 4 0 4 0 2,4 8 1,5
ALTRO 1 0 0 0 0,5 4 0 0 0 1,2 5 0,9
Totale 46 67 40 56 100 168 20 84 60 100 541 100
TOTALE 209 100 332 100 541 100

Qual'è il lavoro attuale del suo coniuge/convivente/partner?

ALTRO

IMPRENDITORE/TRICE
PENSIONATO/A

ARTIGIANO/A
LIBERO/A PROFESSIONISTA

STUDENTE/SSA

COMMERCIANTE
DISOCCUPATO/A

CASALINGA

OPERAIO/A

IMPIEGATO/A

0 50 100 150 200 250 300

27
16. DI CHE NATURA E' Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
IL RAPPORTO DI
LAVORO DEL SUO TOTALE
CONIUGE/CONVIVENTE Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
/ Roma Latina Roma Latina
PARTNER? v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
DIPENDENTE A TEMPO 25,
DETERMINATO
20 16 28 12 36,4 24 4 24 12 19,3 140
9
CONTRATTO DI LAVORO A
PROGETTO
4 2 4 0 4,8 18 0 4 0 6,6 32 5,9

COLLABORAZIONE
OCCASIONALE
1 7 4 0 5,7 8 0 0 4 3,6 24 4,4

INTERINALE 7 3 0 4 6,7 8 0 0 4 3,6 26 4,8


LIBERO PROFESSIONALE
CON PARTITA IVA
3 7 0 0 4,8 8 4 8 12 9,6 42 7,8
SOCIO LAV. DI
COOPERATIVA
2 2 0 0 1,9 8 0 0 0 2,4 12 2,2
STAGIONALE 2 2 0 0 1,9 0 0 0 0 0 4 0,7
Tempo 28,
indeterminato
7 15 4 24 23,9 34 12 32 28 31,9 156
8
ALTRO 16,
disoccupato 0 3 0 16 9,1 56 0 16 0 21,7 91
8
pensionato 0 3 0 0 1,4 4 0 0 0 1,2 7 1,3
Totale 46 67 40 56 100 168 20 84 60 100 541 100
TOTALE 209 100 332 100 541 100

Di che natura è il rapporto di lavoro del suo


coniuge/convivente/partner?

PENSIONATO
DISOCCUPATO
TEMPO INDETERMINATO
STAGIONALE
SOCIO LAVORATORE DI COOPERATIVA
LIBERO PROFESSIONALE CON PARTITA IVA
INTERINALE
COLLABORAZIONE OCCASIONALE
CONTRATTO DI LAVORO A PROGETTO
DIPENDENTE A TEMPO DETERMINATO

0 5 10 15 20 25 30 35

Domanda n.17. REDDITO MENSILE NETTO DEL NUCLEO FAMILIARE.

28
La domanda n. 17, fortemente correlata n. 29 sulle difficoltà economiche incontrate e la
necessità di essere aiutati economicamente, fa risaltare un dato in sintonia con molte
ricerche effettuate sulle condizioni di povertà di alcuni gruppi a rischio tra cui i lavoratori
precari e/o i loro nuclei familiari, soprattutto se composti da 1 o più figli minori (si veda
l’indagine condotta dall’I.S.T.A.T. “La povertà in Italia nel 2008”). Nella suddetta ricerca la
“soglia di povertà8” per una famiglia di due componenti è risultata pari a € 999,67. La
povertà è associata a bassi livelli di istruzione, a bassi profili professionali (operai, ecc.) e a
famiglie in cui la persona di riferimento è in cerca di occupazione: in quest’ultimo caso
l’incidenza della povertà è pari al 33,9% e sale al 44,3% se in questa situazione si trovano
almeno due componenti, che è proprio il caso in cui si trovano spesso le coppie formate da
lavoratori precari, che mantengono frequentemente questa condizione oltre i 40 anni.
E’ interessante notare che l’incidenza della povertà nel Lazio è del 8%, ed arriva fino al
9,7% per famiglie con 2 figli minori.
Nella nostra ricerca non abbiamo misurato la spesa media mensile per persona ma il
reddito netto, cioè l’effettiva disponibilità economica di tutto il nucleo familiare.
Raccogliere i dati sulla spesa media e sull’effettiva capacità economica dei soggetti , che
dipende anche da fattori quali il patrimonio posseduto e il numero dei componenti di ogni
nucleo familiare, pur essendo un dato più preciso avrebbe richiesto risorse aggiuntive e
sarebbe andato oltre le possibilità e i limiti della presente ricerca.
Considerando una serie di dati ottenuti e cioè la percentuale di persone che sono coniugate
o vivono in regime di convivenza (41,3%), la percentuale di famiglie con figli (28,9%) e
quella relativa alla mansione di operaio (17,6%), ci rendiamo conto che molti di questi
lavoratori e lavoratrici, con i loro rispettivi nuclei familiari, vivono in condizioni di
estremo disagio socio-economico. In questo contesto è appropriata la riflessione del Papa
che sostiene che “Le grandi novità, che il quadro delle sviluppo dei popoli oggi presenta,
pongono in molti casi l’esigenza di soluzioni nuove. Esse vanno cercate insieme nel rispetto
delle leggi proprie di ogni realtà e alla luce di una visione integrale dell’uomo. […] La
dignità della persone e le esigenze della giustizia richiedono che, soprattutto oggi, le scelte
economiche non facciano aumentare in modo eccessivo e moralmente inaccettabile le
differenze di ricchezza e che si continui a perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al
lavoro o del suo mantenimento, per tutti. A ben vedere, ciò è esigito anche dalla <<ragione
economica>>. L’aumento sistemico delle ineguaglianze tra gruppi sociali all’interno di un
medesimo Paese e tra le popolazioni dei vari Paesi, ossia l’aumento massiccio della
povertà in senso relativo, non solamente tende a erodere la coesione sociale, e per questa
via mette a rischio la democrazia, ma ha anche un impatto negativo sul piano economico,
attraverso la progressiva erosione del <<capitale sociale>>, ossia di quell’insieme di
relazioni di fiducia, di affidabilità, di rispetto delle regole, indispensabili ad ogni
convivenza civile” (Papa Benedetto XVI, Lettera enciclica Caritas in veritate, 2009).

8
“La stima dell’incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie e persone residenti) viene calcolata sulla
basa di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una
famiglia viene definita povera in termini relativi” (ISTAT, “La povertà in Italia nel 2008”).

29
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
17. REDDITO MENSILE TOTALE
NETTO DEL NUCLEO Polo Polo Polo Polo
FAMILIARE industriale industriale industriale Industriale Totale
Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
OLTRE € 2.000 15 16 4 18 13,4 132 24 56 52 42 317 31
COMPRESO TRA € 1.000 E
25 31 36 66 40,1 72 32 20 12 21,6 294 28,8
€ 1.500
COMPRESO TRA € 1.500 E
12 15 16 18 15,5 72 32 28 16 23,6 209 20,4
€ 2.000
INFERIORE A € 1.000 62 46 8 6 31 20 4 24 32 12,7 202 19,8
1.02
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 100
2
1.02
TOTALE 394 100 628 100 100
2

Reddito mensile netto del nucleo familiare

20%
31%

29%
20%

INFERIORE A 1.000 € COMPRESO TRA 1.000 E 1.500 €

COMPRESO TRA 1.500 E 2.000 € OLTRE 2.000 €

30
Domanda n.19. QUANTO TEMPO E' TRASCORSO TRA LA SUA ULTIMA
OCCUPAZIONE E L'OCCUPAZIONE ATTUALE ?

Il 47,7% del campione dichiara che è trascorso un arco di tempo di circa 3 mesi dall’ultima
occupazione mentre nel 36,6% dei casi sono trascorsi da 6 mesi a oltre 1 anno.
Consideriamo che i periodi di tempo non lavorati, particolarmente quando si prolungano,
incidono molto negativamente sia sulle risorse economiche disponibili sia sull’equilibrio
psicofisico dei soggetti. L’intermittenza con cui si passa da una situazione lavorativa ad
un’altra, soprattutto quando le aziende non forniscono informazioni sicure rispetto ai
rinnovi dei contratti o a prospettive di carriera (come il passaggio ad un contratto a tempo
indeterminato), diventa un momento di attesa e di incertezza angosciante e devastante.
Questo discorso diventa ancora più preoccupante quando si alternano momenti di pausa
tra un contratto e l’altro, sopratutto all’interno di una coppia/famiglia dove l’altro membro
può trovarsi anche lui in un momento di pausa contrattuale o inoccupato. In quell’arco di
tempo (che abbiamo visto può coprire anche diversi mesi), anche alla luce della situazione
di crisi economica e occupazionale che il nostro paese sta attraversando, se non si dispone
di risparmi e/o risorse economiche e relazionali (come le famiglie di origine, gli amici, ecc.)
che possono offrire un sostegno concreto e un supporto emotivo nei difficili momenti che
un lavoratore precario può attraversare soprattutto dopo qualche anno che conduce questo
tipo di esistenza precaria.
La presenza di ammortizzatori sociali, sul breve periodo, rappresenta una risorsa
fondamentale per non far collassare il sistema.
Ma occorre anche un’attenzione particolare a due dimensioni:
1) la prima è rappresentata dalla tutela della maternità e della paternità: i nuclei
familiari che hanno dei figli devono essere protetti in maniera forte e decisa per
evitare che anche i figli subiscano le pesanti conseguenze di una modalità
lavorativa che non permette una continuità economica, relazionale ed affettiva;
2) la seconda è rappresentata dall’informazione: molti lavoratori, probabilmente
perché “presi” nel corpo e nell’anima dalla situazione contingente che rappresenta
una “lotta per la sopravvivenza”, il rinnovo del contratto, non sono a conoscenza
dei diritti e degli strumenti a loro disposizione (come dimostrano le risposte fornite
alle ultime due domande del questionario, alla cui discussione si rimanda nella
relativa parte del presente volume).

31
19. QUANTO TEMPO E' Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
TRASCORSO TRA LA
SUA ULTIMA TOTALE
OCCUPAZIONE E Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
L'OCCUPAZIONE Roma Latina Roma Latina
ATTUALE ? v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
3 MESI 61 51 28 44 46,7 120 32 80 72 48,4 488 47,7
NON RISPONDE 15 10 0 24 12,4 60 40 12 0 17,8 161 15,8
OLTRE 1 ANNO 6 18 4 8 9,1 68 4 16 12 15,9 136 13,3
6 MESI 17 16 20 8 15,5 32 12 4 12 9,5 121 11,8
1 ANNO 15 13 12 24 16,2 16 4 16 16 8,3 116 11,3
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Quanto tempo è trascorso tra la sua ultima occupazione e


l'occupazione attuale?
11%

48%
12%

13%

16%

3 MESI NON RISPONDE OLTRE 1 ANNO 6 MESI 1 ANNO

32
Domanda n.20. QUALE TITOLO DI STUDIO POSSIEDE ?
Domanda n.21. STA FREQUENTANDO UN CORSO DI STUDI?

Il 59,5% del campione esaminato possiede un diploma di scuola media superiore e il 32,7%
possiede una laurea (o diploma universitario o laurea magistrale) mentre il 3,2% possiede
una specializzazione post laurea. Nel settore metalmeccanico sono impiegati molti
soggetti laureati e/o specializzati (45,9%).
Come emerge dalla domanda successiva solo pochi svolgono o riescono a svolgere una
formazione ulteriore di tipo universitario (15,3%) che, invece, potrebbe essere una leva
fondamentale sia per la propria crescita professionale che per una migliore collocazione
lavorativa.

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico

20. QUALE TITOLO DI TOTALE


STUDIO POSSIEDE ? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
DIPLOMA DI SCUOLA
MEDIA SUP. 80 80 60 85 77 176 56 28 44 48,4 608 59,5
LAUREA 13 15 2 9 9,9 56 4 64 24 23,6 187 18,3
DIPLOMA UNIVERSITARIO 17 11 2 5 8,9 12 0 4 28 7 79 7,7
LAUREA MAGIST. O
SPECIALIST. 0 0 0 5 1,3 28 24 4 8 10,2 69 6,7
LICENZA ELEMENTARE 3 3 0 4 2,5 0 0 28 8 5,7 46 4,5
SPECIALIZ. POST LAUREA 1 0 0 0 0,2 24 8 0 0 5,1 33 3,2
11
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 100 1.022 100
2
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Quale titolo di studio possiede?


77
8000,0%
7000,0% 59,5
6000,0% 48,4
5000,0%
4000,0%
23,6
18,3
3000,0%
2000,0% 9,9 8,9 7 10,2 7,7 6,7 4,5
5,7 5,1 3,2
1000,0% 1,3 2,5 0,2

0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

DIPLOMA DI SCUOLA MEDIA SUPERIORE LAUREA

DIPLOMA UNIVERSITARIO LAUREA MAGISTRALE O SPECIALISTICA

LICENZA ELEMENTARE SPECIALIZZAZIONE POST LAUREA

33
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
21. STA
FREQUENTANDO UN TOTALE
CORSO DI STUDI? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
10
NO 98 52 104 89,8 252 64 116 80 81,5 866 84,7
0
SI 14 10 12 4 10,1 44 28 12 32 18,5 156 15,3
11 11
Totale 108 64 108 100 296 92 128 100 1.022 100
4 2
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


TOTALE
A) TIPOLOGIA CORSO Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
CORSO
5 5 12 4 65 16 20 0 24 51,7 86 55,1
UNIVERSITARIO
INFORMATICA 4 2 0 0 15 20 8 0 0 24,1 34 21,8
ALTRO 0 0 0 0 0 0 0 12 8 17,2 20 12,8
LINGUE 5 3 0 0 20 8 0 0 0 6,9 16 10,2
Totale 14 10 12 4 100 44 28 12 32 100 156 100
TOTALE 40 100 116 100 156 100

Che tipologia di corso di studio sta frequentando?


65
7000,0%
51,7 55,1
6000,0%

5000,0%

4000,0%
24,1 21,8
3000,0% 20 15 17,2
12,8
2000,0% 10,2
6,9
1000,0% 0
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

LINGUE INFORMATICA CORSO UNIVERSITARIO ALTRO

34
Domanda n.22. NELL'AZIENDA NELLA QUALE LAVORA SONO PRESENTI
RAPPRESENTANTI SINDACALI?
Domanda n.23. E' ISCRITTO/A A QUALCHE SINDACATO?

I grafici e le tabelle relativi alle prossime due risposte vanno ad indagare il rapporto con i
sindacati e i loro rappresentanti all’interno dell’azienda. Nel 68,2 dei casi è presente un
rappresentante sindacale, con oscillazione tra il settore metalmeccanico con il 61,2% e
quello telecomunicazioni con il 72,6%, nel 20,4% dei casi no e una parte del campione
risponde “non so” (10,2%).
Nella domanda successiva “E’ iscritto/a a qualche sindacato?” vi è una omogeneità nei
risultati ottenuti nei diversi settori anche se vi è una maggiore frequenza delle donne
rispetto al totale degli iscritti.
Il 64,5% non è iscritto a nessun sindacato: si tratta di 659 lavoratori e lavoratrici su 1022.
Dalle risposte fornite alla domanda n. 23 emergono alcune delle cause di questa “mancata
iscrizione”. Il motivo principale che spinge le persone a non iscriversi è il “non sentirsi
rappresentato/a” (40,7%) seguito dal fatto che, secondo gli intervistati, il sindacato “non si
occupa dei problemi del precariato” (18,7%). Queste risposte possono essere interpretate e
inserite all’interno di un’area motivazionale che possiamo definire di “mancanza di
comprensione da parte del sindacato”. Sono due risposte assimilabili dal punto di vista
concettuale e che, da sole, coprono il ventaglio delle motivazioni che tengono lontani i
precari dal sindacato. L’altra causa della mancata iscrizione risiede in un’area
motivazionale che possiamo definire di “mancanza di fiducia nel sindacato” che è
rappresentata dai delusi che erano iscritti (3,5%), da coloro che sostengono che “non serve
a nulla” e da coloro che sostengono apertamente di non avere fiducia.
E’ come se i precari urlassero al sindacalisti: “fateci sentire la vostra presenza, che vi
occupate di noi, anche quando non siamo sul posto di lavoro, e noi torneremo ad avere
fiducia in voi !”.
Anche il Papa ha dedicato una importante riflessione sul rapporto tra cambiamenti
economici, etica e mondo del lavoro, in cui sostiene che anche i sindacati, per il delicato
ruolo che svolgono, devono affrontare quell’insieme di cambiamenti sociali ed economici
che fa sì che “le organizzazioni sindacali sperimentino maggiori difficoltà a svolgere il loro
compito di rappresentanza degli interessi dei lavoratori, anche per il fatto che i Governi,
per ragioni di utilità economica, limitano spesso le libertà sindacali o la capacità negoziale
dei sindacati stessi” (Papa Benedetto XVI, Lettera enciclica Caritas in veritate, 2009).
Poiché il sindacato rimane ancora oggi lo la parte sociale deputata alla tutela dei lavoratori
e delle lavoratrici, anche con contratti “atipici”, un passo successivo per
l’approfondimento e la comprensione di questo tema fondamentale potrebbe essere la
conduzione di interviste o focus-group mirati i cui risultati permetterebbero al sindacato
di comprendere le proprie criticità e di adattarsi alle trasformazione della realtà sociale e ai
nuovi bisogni di questi lavoratori e lavoratrici.

35
22. NELL'AZIENDA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
NELLA QUALE LAVORA TOTALE
SONO PRESENTI Polo Polo Polo Polo
RAPPRESENTANTI industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
SINDACALI? Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
SI 96 86 20 39 61,2 240 40 112 64 72,6 697 68,2
NO 3 5 40 53 25,6 28 28 8 44 17,2 209 20,4
NON SO 15 16 4 16 12,9 28 24 8 4 10,2 115 11,2
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Nell'azienda nella quale lavora sono presenti rappresentanti


sindacali?

72,6
8000,0% 68,2
61,2
7000,0%
6000,0%
5000,0%
4000,0% 25,6
20,4
17,2
3000,0%
12,9 10,2 11,2
2000,0%
1000,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

SI NO NON SO

36
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
23. E' ISCRITTO/A A TOTALE
QUALCHE SINDACATO? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NO 83 74 40 58 64,7 264 80 24 36 64,3 659 64,5
SI 31 34 24 50 35,3 32 12 104 76 35,7 363 35,5
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

E' iscritto/a a qualche sindacato?

35,5%

64,5%

NO SI

37
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico

SE LA RISPOSTA E' NO, TOTALE


PERCHE' : Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NON MI SENTO
RAPPRESENTATO/A
19 17 20 32 34,5 120 36 8 16 44,5 268 40,7

NON SI OCCUPANO DEI


PROBLEMI DEL PRECARIATO
10 13 0 0 9 80 16 0 4 24,7 123 18,7

NON HO FIDUCIA NEL


SINDACATO
30 17 0 8 21,6 36 16 4 4 14,8 115 17,4

ALTRO 0 0 12 10 8,6 16 8 12 12 11,9 70 10,6


NON SERVE A NULLA 18 18 4 4 17,2 12 4 0 0 4 60 9,1
ERO ISCRITTO/A E SONO
RIMASTO/A DELUSO/A
6 9 4 4 9 0 0 0 0 0 23 3,5

Totale 83 74 40 58 100 264 80 24 36 100 659 100


TOTALE 255 100 404 100 659 100

Perché non è iscritto al sindacato?


3,5%
9,1%
40,7%

10,6%

17,4%

18,7%
NON MI SENTO RAPPRESENTATO/A
NON SI OCCUPANO DEI PROBLEMI DEL PRECARIATO
NON HO FIDUCIA NEL SINDACATO
ALTRO
NON SERVE A NULLA
ERO ISCRITTO/A E SONO RIMASTO/A DELUSO/A

38
2.2.3. Area 3: Tempo libero e socializzazione

Domanda n.24. LEI E' ISCRITTO, SIMPATIZZANTE O FREQUENTA ALMENO UNA


VOLTA OGNI 15 GIORNI......

Si apre qui l’area di indagine relativa alla rilevazione di alcune abitudini e comportamenti
caratteristici del campione esaminato. Dai dati emerge un certo “impegno sociale” che si
esprime attraverso la partecipazione alle attività di un’associazione sportiva e/o culturale,
ad un sindacato (25%), ad un partito politico (circa il 10%). I dati vanno letti tenendo
presente che a questa domande era possibile fornire più risposte e, quindi, che le stesse
persone possono svolgere più attività contemporaneamente (ad es. l’adesione ad un
sindacato e ad un partito politico) e considerando che il 35% del campione ha risposto che
non svolge nessuna di queste attività. Sembra, invece, esserci uno scollamento con una
dimensione più religiosa e spirituale che qui si “manifestava” attraverso la partecipazione
alle attività parrocchiali e/o ai gruppi di preghiera (solo l’8,3% hanno risposto
positivamente pur non essendo specificato il tipo di riferimento religioso). Bisognerebbe
comprendere se il precariato, che obbliga il lavoratore a mantenere l’attenzione
continuamente puntata sugli aspetti della remunerazione e del “rinnovo del contratto”, è
una variabile che influenza negativamente gli atteggiamenti religiosi e spirituali creando
un limite per lo sviluppo dell’individuo e per l’armoniosa crescita della società a cui
appartiene.

39
24. LEI E' ISCRITTO, Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
SIMPATIZZANTE O TOTALE
FREQUENTA ALMENO Polo Polo Polo Polo
UNA VOLTA OGNI 15 industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
GIORNI...... Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NO 49 42 16 52 40,3 140 52 4 4 31,8 359 35,1
UN SINDACATO 31 5 16 12 16,2 8 4 104 76 30,6 256 25
UN'ASSOCIAZIONE SPORTIVA 40 30 28 8 26,9 92 16 12 16 21,6 242 23,7
UN'ASSOCIAZIONE
CULTURALE
12 11 20 28 18 40 12 12 8 11,5 143 14
UN PARTITO POLITICO 6 5 12 4 6,8 12 4 32 24 11,5 99 9,7
LA PARROCCHIA E/O I
GRUPPI DI PREGHIERA
8 9 8 16 10,4 16 8 12 8 7 85 8,3
UN COMITATO 6 4 8 0 4,6 8 0 8 16 5,1 50 4,9
UN MOVIMENTO CITTADINO
PER LA TUTELA DEI DIRITTI
2 5 4 4 3,8 4 0 4 8 2,5 31 3
ALTRO 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0,6 4 0,4

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

Lei è iscritto, simpatizzante o frequenta almeno una volta ogni


15 giorni………..
4500,0% 40,3
4000,0% 35,1
3500,0% 31,8
26,9 30,6
3000,0% 23,7 25
2500,0% 21,6
9,9
16,2 14
2000,0%
11,5
11,5
1500,0% 10,4 9,7
6,8 7 8,3
1000,0% 5,1 4,9
4,6 3,8 2,5 3
500,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

NO UN'ASSOCIAZIONE SPORTIVA
UN'ASSOCIAZIONE CULTURALE UN SINDACATO
LA PARROCCHIA E/O I GRUPPI DI PREGHIERA UN PARTITO POLITICO
UN COMITATO UN MOVIMENTO CITTADINO PER LA TUTELA DEI DIRITTI

40
Domanda n.25. NEL SUO NUCLEO FAMILIARE CHI SI OCCUPA
DELL'ACCUDIMENTO E DELLA CURA DEI BAMBINI ?

La domande n.25 va ad esplorare il tipo di atteggiamento verso la dimensione più


familiare dell’accudimento e della cura dei bambini, ruolo culturalmente spesso assegnato
alle donne. A questa domanda hanno riposto non solo coloro i quali hanno dei figli ma,
probabilmente, anche coloro che vivono ancora a casa con i genitori e hanno fratelli e/o
sorelle delle quali si occupano i genitori. Il 44% ha risposto che si occupa direttamente
dell’accudimento e della cura dei bambini insieme al/alla partner mentre un 25% circa ha
risposto che se ne occupa da solo/a. Quest’ultima è una percentuale molto alta
considerando che le energie richieste, sia in termini di impegno temporale sia in termini di
“disponibilità emotiva”, sono molte per la cura dei bambini piccoli (quelli da 0 a 3 anni
rappresentano il 32%). Significa che svolgere un lavoro precario e doversi occupare da soli
dei propri bambini rappresenta un enorme peso da sopportare, da portare su di sé e
tollerare per periodi di tempo medio-lunghi. Se poi l’eventuale partner non si può
occupare della cura dei figli perché svolge un lavoro precario questo diventa un ulteriore
elemento negativo. Al di là della dimensione culturale della donna che si occupa dei figli,
che sembra essere superata, potrebbe rendere problematica lo sviluppo della dimensione
genitoriale (l’essere padre o l’essere madre) con i propri figli bisognosi delle cure di
entrambi i genitori ma anche relazionali con il proprio partner che potrebbe essere
sovraccaricato di un eccesso di responsabilità e impegni con rischi di “corti circuiti” a
livello psicofisico.
I nonni e le nonne continuano a svolgere un’importante funzione di sociale attraverso
l’offerta di sostegno materiale ed emotivo dei propri figli diventati genitori nel 18% dei
casi. L’utilizzo delle baby sitter in questo campione risulta essere molto ridotto forse a
causa della scarsa disponibilità economica.

41
25. NEL SUO NUCLEO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
FAMILIARE CHI SI
OCCUPA TOTALE
DELL'ACCUDIMENTO Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
E DELLA CURA Roma Latina Roma Latina
DEI BAMBINI ? v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
LEI INSIEME AL/LA
12 12 6 35 40,4 62 14 12 8 46,8 161 44
PARTNER
GENERALMENTE LEI 24,
15 16 3 15 30,4 14 0 8 20 20,5 91
DA SOLO/A 9
IL/LA NONNO/A 5 8 3 11 16,8 14 5 8 12 19 66 18
12,
NON RISPONDE 0 5 12 0 10,5 0 0 28 0 13,6 45
3
LA BABY SITTER 1 2 0 0 1,9 0 0 0 0 0 3 0,8
Totale 33 43 24 61 100 90 19 56 40 100 366 100
TOTALE 161 100 205 100 366 100

Nel suo nucleo familiare chi si occupa dell'accudimento e della


cura dei bambini?
0,8%
12,3%
44%
18%

25%

LEI INSIEME A..... GENERALMENTE LEI DA SOLO/A


IL/LA NONNO/A NON RISPONDE
LA BABY SITTER

42
Domanda n.26. NEL SUO NUCLEO FAMILIARE CHI SI OCCUPA DI FARE LA SPESA
O DI SBRIGARE LE FACCENDE DOMESTICHE ?

Anche a questa domanda, come alla precedente, vi è un dato importante che riguarda il
fatto che circa il 42% del campione si occupa da solo/a di fare la spesa o di sbrigare le
faccende domestiche. Anche qui una funzione sociale di sostegno fondamentale è fornita
dai propri genitori nel 17,7% dei casi che va sommata al 2,9% di chi ha risposto “i nonni”:
una criticità è rappresentata dalla relativamente giovane età del campione e dal fatto che
molti vivono ancora a casa con i propri genitori e/o i nonni.

26. NEL SUO NUCLEO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


FAMILIARE CHI SI OCCUPA TOTALE
DI FARE LA SPESA O DI Polo Polo Polo Polo
SBRIGARE LE FACCENDE industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
DOMESTICHE ? Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
GENERALMENTE LEI 42,
54 47 26 52 45,4 101 40 60 52 40,3 432
DA SOLO/A 3
35,
LEI INSIEME A..... 23 31 34 40 32,5 117 28 42 44 36,8 359
1
17,
ALTRO... I GENITORI 16 18 4 16 13,7 73 24 22 8 20,2 181
7
IL/LA NONNO/A 4 9 0 0 3,3 5 0 4 8 2,7 30 2,9
NON RISPONDE 16 3 0 0 4,8 0 0 0 0 0 19 1,8
LA BABY SITTER 1 0 0 0 0,2 0 0 0 0 0 1 0,1
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Nel suo nucleo familiare chi si occupa di fare la spesa o di


sbrigare le faccende domestiche?
3% 2%

18% 42%

35%

GENERALMENTE LEI DA SOLO/A LEI INSIEME A.....


ALTRO... (I GENITORI) IL/LA NONNO/A
NON RISPONDE

43
Domanda n.27. RIESCE A CONCILIARE I SUOI TEMPI DI LAVORO CON I TEMPI
DELLA SUA VITA?

Le risposte a questa domanda evidenziano una sorta di polarizzazione del campione: circa
metà del campione sembra non avere difficoltà a conciliare i tempi del lavoro con i tempi
della propria vita mentre l’altra metà ha difficoltà a unire queste due dimensioni della
propria esistenza anche in relazione e a quella dell’eventuale nucleo familiare. E’ un dato
comunque da tenere presente perché potrebbe indicare sia una dimensione “ideale” che
non si riesce a raggiungere (i desideri della propria vita) ma anche una difficoltà tipica
dell’occupazione precaria che rende i tempi e la loro organizzazione poco prevedibile con
forti ripercussioni sulla pianificazione della propria vita e di quella del nucleo familiare.
Dal punto di vista del genere bisogna tenere presente che “In assenza di servizi di
conciliazione adeguati, le donne tendono ad avere una visione del proprio lavoro di tipo
accessorio rispetto a quello degli uomini, ma anche ad accettare una condizione di lavoro e
retributiva più svantaggiata. Nella fase centrale della vita lavorativa e professionale, tra i
34 e i 39 anni – fase in cui i coetanei maschi sviluppano percorsi ascensionali di carriera –
per le donne si pone un difficile momento di scelta, spesso non indolore, tra sviluppo
lavorativo e conciliazione dei ruoli (nascita del primo e del secondo figlio); scelte che, per
molte donne, si concretizzano in un abbandono del proprio impiego o in un rallentamento
del proprio sviluppo di carriera” (C.R.E.L. Regione Lazio, Strategia di Lisbona – Flessicurezza
nella Regione Lazio: approcci e modelli di sostegno alla precarietà lavorativa, 2009, p. 101).

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


27. RIESCE A CONCILIARE
I I SUOI TEMPI DI LAVORO TOTALE
CON I TEMPI DELLA SUA Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
VITA? Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
14
SI 55 48 20 50 43,9 40 80 60 52,4 502 49,1
9
11
SOLO IN PARTE 45 50 40 50 46,9 44 24 28 33,9 398 38,9
7
NO 5 5 4 4 4,6 25 8 20 24 12,3 95 9,3
NON SAPREI 9 5 0 4 4,6 5 0 4 0 1,4 27 2,6
29
TOTALE 114 108 64 108 100 92 128 112 100 1.022 100
6
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

44
Riesce a conciliare i suoi tempi di lavoro con i tempi
della sua vita?

3%
9%

49%

39%

SI SOLO IN PARTE NO NON SAPREI

45
Domanda n.28. COME TRASCORRE IL TEMPO TRA LA FINE DI UN CONTRATTO E
L'INIZIO DI UN ALTRO ?

Dalle risposte fornite emergono degli aspetti problematici che riguardano i vissuti e le
emozioni che i lavoratori vivono nell’attesa tra la fine di un contratto e l’inizio di un
eventuale nuovo contratto. Spesso i lavoratori, prima di trovarsi in questa situazione di
“non occupazione”, hanno maturato nel rapporto con l’azienda delle aspettative di
rinnovo contrattuale più o meno realistiche che si riferiscono anche al tipo di rapporto che
i responsabili delle risorse umane hanno instaurato con i lavoratori e le lavoratrici. Ci si
trova di fronte a promesse di un rinnovo contrattuale senza la definizione del
fondamentale parametro del tempo (“le verrà rinnovato il contratto appena possibile”)
oppure di generiche rassicurazioni (“non si preoccupi perché la chiameremo”) che
mettono i precari in una condizione di incertezza che non favorisce nessuna azione
costruttiva come quella della ricerca di un nuovo lavoro. Le risposte fornite segnalano
questa situazione attraverso il fatto che il 13,7% dei soggetti si deprime e il 9,5% si sente
angosciato mentre il 4,1% si sente confuso/a e non sa cosa fare e l’8,7% non risponde alla
domanda. Sono dati molto significativi che denotano il “periodo di transizione”, momento
di attesa spesso non definito temporalmente, come un momento difficile per il lavoratore,
come un periodo a rischio di far saltare l’equilibrio psicologico, fisico e relazionale.

46
28. COME TRASCORRE Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
IL TEMPO TRA LA FINE TOTALE
DI UN CONTRATTO E Polo Polo Polo Polo
L'INIZIO DI UN ALTRO ? industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
MI METTO IN CERCA DI UN
50 42 38 28 40,1 168 48 16 12 38,8 402 39,3
NUOVO LAVORO
MI DEDICO ALLA FAMIGLIA 13 13 14 32 18,3 12 12 28 24 12,1 148 14,5
MI DEPRIMO 14 20 10 12 14,2 32 8 40 4 13,4 140 13,7
MI PRENDO UNA VACANZA 4 8 0 8 5,1 20 8 24 32 13,4 104 10,2
MI SENTO ANGOSCIATO/A 7 4 2 16 7,4 60 0 4 4 10,8 97 9,5
NON RISPONDE 14 15 0 8 9,4 0 12 12 28 8,3 89 8,7
MI SENTO CONFUSO/A E
12 6 0 4 5,6 20 0 0 0 3,2 42 4,1
NON SO COSA FARE
Totale 114 108 64 108 100 312 88 124 104 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Come trascorre il tempo tra la fine di un contratto e


l'inizio di un altro?
8,7% 13,7%

9,5%
14,5%

4%
10,2%

39,3%

MI DEPRIMO MI SENTO ANGOSCIATO/A


MI SENTO CONFUSO/A E NON SO COSA FARE MI METTO IN CERCA DI UN NUOVO LAVORO
MI PRENDO UNA VACANZA MI DEDICO ALLA FAMIGLIA
NON RISPONDE

47
Domanda n.29. LE CAPITA O LE E' CAPITATO DI AVERE DIFFICOLTA'
ECONOMICHE NELLA GESTIONE DELLA NORMALE VITA QUOTIDIANA E DI
DOVER…

La domanda, fortemente interrelata alla domanda n.17 sul reddito mensile del nucleo
familiare, fa risaltare un dato in sintonia con molte ricerche effettuate sulle condizioni di
povertà di alcuni gruppi a rischio tra cui proprio i lavoratori precari e i loro nuclei
familiari, soprattutto se composti da 1 o più figli minori (I.S.T.A.T., “La povertà in Italia
nel 2008”). Si evidenzia che solo il 18,4% del campione non ha avuto bisogno di chiedere
un sostegno economico nella gestione della “normale” vita quotidiana mentre con diverse
modalità, gli altri soggetti esaminati, hanno dovuto richiedere il supporto economico ad
amici/parenti e/o a banche/società finanziarie. Il 20% del campione ha dichiarato di aver
dovuto svolgere un secondo lavoro per sopperire a questa necessità. Compare una
importante funzione sociale di supporto svolta ancora una volta sia dai parenti che dagli
amici. Circa il 18% del campione è dovuto ricorrere ad un prestito concesso da una banca o
da una società finanziaria, con tutti i rischi che possono essere connessi con questo tipo di
operazioni. Già in un’indagine sui “Fattori psicologici del sovraindebitamento e
dell’usura” svolta da Adiconsum nel 2003 si segnalava il rischio che famiglie numerose e
con lavoratori precari cadessero vittime dell’usura 9.

9
“Per quanto riguarda le cause di indebitamento e usura, si intrecciano le aree familiari, sociali e dell’uso del denaro:
separazioni e divorzi, ad esempio, causano debiti “soprattutto se messe in relazione al desiderio da parte del soggetto di
mantenere lo standard di vita precedente, in relazione all’incapacità di valutare le spese effettuate e gli imprevisti
finanziari, e la presenza dei figli a carico”. Spesso a questi problemi sono correlate situazioni di tossicodipendenza,
gioco d’azzardo, ma in moltissimi casi “la pressione sociale al consumo” e il “mantenimento o raggiungimento di uno
standard sociale medio-alto”. Un’altra componente significativa è la cattiva gestione del budget familiare: 6 vittime di
usura e 5 sovraindebitati non compievano nessuna verifica delle entrate e delle uscite. I debiti, nel primo caso, sono
motivati da malattie, morte di un familiare, spese giudiziali, acquisto di un’automobile indispensabile per il lavoro,
mentre le spese accessorie sono meno presenti (acquisti di beni per la casa, attività sportive e voluttuarie dei figli,
viaggi). In 7 devono fino a 25mila euro agli strozzini, mentre per 5 dei sovraindebitati la somma supera i 75mila euro.
Per risolvere il problema vendono beni personali oppure si chiedono prestiti innanzitutto a parenti e amici. L’aiuto della
rete familiare viene percepito soprattutto dagli indebitati (9 su 10), mentre per le vittime di usura il rapporto è
sbilanciato: ben 6 su 10 non si sentono sostenuti dalla famiglia”.

48
29. LE CAPITA O LE E' Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
CAPITATO DI AVERE
DIFFICOLTA' ECONOMICHE
TOTALE
NELLA GESTIONE DELLA Polo Polo Polo Polo
NORMALE VITA industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
QUOTIDIANA E DI DOVER:
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
CHIEDERE UN PRESTITO A
63 61 28 40 48,7 109 52 42 48 40 443 43,3
PARENTI E/O AMICI
SVOLGERE UN SECONDO
15 14 12 24 16,5 89 16 11 24 22,3 205 20
LAVORO
NO, NON MI E' ANCORA
12 14 12 12 12,7 64 16 42 16 22 188 18,4
CAPITATO
CHIEDERE UN PRESTITO
12 4 4 16 9,1 17 8 26 16 10,7 103 10,1
ALLA BANCA
CHIEDERE UN PRESTITO
12 15 8 16 12,9 17 0 7 8 5,1 83 8,1
AD UNA FINANZIARIA
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Le capita o le è capitato di avere difficoltà economiche nella


gestione della normale vita quotidiana e di dover:
8,1%
10,1%
43,3%

18,4%

20%

CHIEDERE UN PRESTITO A PARENTI E/O AMICI


SVOLGERE UN SECONDO LAVORO
NO, NON MI E' ANCORA CAPITATO
CHIEDERE UN PRESTITO ALLA BANCA
CHIEDERE UN PRESTITO AD UNA FINANZIARIA

2.2.4. Area 4: Bisogni psicologici e prospettive esistenziali


49
Entriamo nell’area che rientra più specificamente nella sfera personale, sia in termini di
bisogni psicologici che in termini di prospettive esistenziali. Dobbiamo tener presente che
per i dati raccolti per alcune domande le cui risposte erano inserite su una scala di valori
in cui l’intervistato era chiamato ad esprimere il suo grado di accordo/disaccordo (da
“insoddisfacente” a “molto soddisfacente”) avremo risultati che si distribuiscono in
termini probabilistici secondo una curva normale.

Domanda n.30. OSSERVANDO L'ESISTENZA CHE CONDUCE ATTUALMENTE


COME LA DEFINIREBBE.

Le risposte fornite indicano che il 21,3% del campione ritiene insoddisfacente l’esistenza
che conduce mentre l’8,2% la ritiene molto insoddisfacente. Vi è un sintomatico
sentimento di malessere che riguarda circa il 30% dei lavoratori che andrebbe
maggiormente approfondito ed indagato, soprattutto per comprendere cosa si nasconde
dietro questa insoddisfazione, cosa genera questo sentimento. Bisogna tener presente che
un sentimento di insoddisfazione protratto nel tempo potrebbe favorire la nascita, per
esempio, di disturbi fisici e/o psicologici.

30. OSSERVANDO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


L'ESISTENZA CHE TOTALE
CONDUCE Polo Polo Polo Polo
ATTUALMENTE COME industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
LA DEFINIREBBE: Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NORMALE 64 41 25 48 45,2 134 24 72 92 51,3 500 48,9
INSODDISFACENTE 25 29 29 12 24,1 55 32 24 12 19,6 218 21,3
SODDISFACENTE 7 12 5 32 13,7 79 24 16 0 18,9 175 17,1
MOLTO
16 24 0 12 13,2 16 8 8 0 5,1 84 8,2
INSODDISFACENTE
MOLTO
2 2 5 4 3,3 12 4 8 8 5,1 45 4,4
SODDISFACENTE
11
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 100 1.022 100
2
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

50
Osservando l'esistenza che conduce attualmente
come la definirebbe?
4,4%
8,2%

48,9%
17,1%

21,3%

NORMALE INSODDISFACENTE SODDISFACENTE

MOLTO INSODDISFACENTE MOLTO SODDISFACENTE

Domanda n.31. L'ATTIVITA' LAVORATIVA CHE SVOLGE LA FA SENTIRE

Questa domanda consente un approfondimento dei sentimenti vissuti rispetto all’attività


lavorativa. Metà delle risposte si colloca all’interno di un’area problematica e
multidimensionale di “sentimenti negativi” che è formata da frustrazione, insicurezza,
rabbia e depressione. L’ansia e la rabbia prevalgono in maniera dominate il quadro e
rendono conto del tipo sentimenti che un’attività lavorativa precaria genera nei lavoratori.
I risultati aprono una finestra sull’intimo mondo dei sentimenti, il “cuore”, di queste
persone. I sentimenti provati generano anche una percezione di Sé in relazione al mondo,
di Sè rispetto agli altri e una percezione del mondo stesso che determinano i
comportamenti e le conseguenti azioni. Un mondo popolato di rabbia e frustrazione è un
mondo che nasconde un profondo dolore e sofferenza nei lavoratori. In questo senso una
connessione tra il mondo interno e il mondo esterno ci è offerta dalle seguenti
considerazioni: “E’ sempre la scienza economica a dirci che una strutturale situazione di
insicurezza genera atteggiamenti antiproduttivi e di spreco delle risorse umane, in quanto
il lavoratore tende ad adattarsi passivamente ai meccanismi automatici, anziché liberare
creatività. Anche su questo punto c’è convergenza tra scienza economica e valutazione
morale. I costi umani sono sempre costi economici e le disfunzioni economiche comportano
sempre anche costi umani […] L’abbassamento del livello di tutela dei diritti dei lavoratori
o la rinuncia a meccanismi di ridistribuzione del reddito per far acquisire al Paese
maggiore competitività internazionale impediscono l’affermarsi di uno sviluppo di lunga
durata. Vanno allora attentamente valutate le conseguenze sulle persone delle tendenze
attuali verso un’economia del breve, talvolta brevissimo termine” (Papa Benedetto XVI,
Lettera enciclica Caritas in veritate, 2009).

51
31. L'ATTIVITA' Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
LAVORATIVA CHE TOTALE
SVOLGE LA FA Polo Polo Polo Polo
SENTIRE: industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
FELICE 11 16 16 28 18 88 24 76 72 41,4 331 32,4
FRUSTRATO/A 18 19 20 16 18,5 48 8 8 12 12,1 149 14,6
SICURO/ A DI SE' 7 11 24 32 18,8 108 16 4 16 22,9 218 21,3
INSICURO/A DI SE' 23 30 4 4 15,5 36 48 4 8 15,3 157 15,4
DEPRESSO/A 8 13 8 12 10,4 24 4 12 16 8,9 97 9,5
ANSIOSO/A 19 29 16 24 22,3 72 32 8 12 19,7 212 20,7
ARRABBIATO/A 46 33 28 24 33,2 84 24 40 12 25,5 291 28,5
ALTRO (NORMALE) 12 14 0 8 8,6 12 0 4 4 3,2 54 5,3

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

L'attività lavorativa che svolge la fa sentire…………..


41,4
4500,0%
4000,0%
33,2 32,4
3500,0% 28,5
3000,0% 25,5
22,9
22,3 21,3 20,7
2500,0% 19,7
18 18,5 18,8 15,4
2000,0% 15,5 15,3 14,6
12,1
1500,0% 9,5
10,4 8,6 8,9
1000,0% 5,3
3,2
500,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

FELICE FRUSTRATO/A SICURO/ A DI SE' INSICURO/A DI SE'

DEPRESSO/A ANSIOSO/A ARRABBIATO/A ALTRO (NORMALE)

52
Domanda n.32. QUALE DEI SEGUENTI AMBITI HA SACRIFICATO NELLA SUA
VITA A CAUSA DELLA SUA CONDIZIONE LAVORATIVA?

La possibilità di progettare il futuro rispetto alla propria condizione lavorativa, è una delle
dimensioni sacrificate nella propria vita da lavoratori e lavoratrici precari. Si tratta di una
caratteristica importante perché concerne la dimensione del presente ma anche le speranze
future, l’orizzonte delle possibilità e delle prospettive concretamente raggiungibili. Anche
la propria creatività, che rientra nella sfera non solo artistica ma anche nell’importante
mondo dell’immaginazione delle persone, è un elemento che viene sacrificato. I giovani
confermano che la condizione lavorativa precaria condiziona fortemente la possibilità di
costruire una famiglia e di fare dei figli, due aspetti di un continuum che vede come
nucleo l’importanza della relazione affettiva profonda, quella di coppia consolidarsi per
dare vita ad una famiglia.
Considerando che il 53,4% delle famiglie italiane non ha figli, i risultati di una recente
indagine, condotta su un campione statisticamente significativo, evidenziano come “Nel
nostro Paese i dati dimostrano che da oltre trent’anni il comportamento riproduttivo della
popolazione italiana non giunge ad assicurare il ricambio tra genitori e figli; il tasso di
fecondità
totale è attualmente pari a 1,41 e deriva dalla media tra 1,33 figli per donna relativi alla
popolazione italiana e 2,12 attribuiti alla componente straniera. Eppure esiste un grande
distanza fra il numero medio dei figli avuti dagli intervistati, pari a 1,71, e il numero
medio dei figli desiderati, pari a 2,13. Questa situazione è determinata anche dalla
difficoltà, per le famiglie, di mettere in campo diverse risorse per la sfida della cura dei
figli, attorno a tre nodi fondamentali:
- una disponibilità economica sufficiente a garantire l’incremento delle spese che una
famiglia deve sostenere con l’arrivo dei figli;
- il tempo su cui i genitori possono contare per occuparsi direttamente della cura;
- la presenza di una rete di servizi che possano affiancare la famiglia nel compito di
cura.
Si spiega così anche il fatto che le famiglie con figli in Italia siano diventate meno del 50%
delle famiglie10” (Rapporto Famiglia CISF 2009 - Il costo dei figli. Quale welfare per le famiglie?,
Franco Angeli, 2010).

10
I risultati del rapporto sono stati presentati il 23 marzo 2010.

53
32. QUALE DEI Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
SEGUENTI AMBITI HA
SACRIFICATO NELLA TOTALE
SUA VITA A CAUSA Polo Polo Polo Polo
industriale industriale industriale Industriale Totale
DELLA SUA CONDIZIONE Roma Latina
Totale
Roma Latina
LAVORATIVA? v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
LA POSSIBILITA' DI
47 50 28 20 36,8 104 28 24 12 26,7 313 30,6
PROGETTARE IL FUTURO
LA CREATIVITA' 24 25 20 28 24,6 80 20 24 24 23,6 245 24
I FIGLI 12 12 12 28 16,2 24 12 68 48 24,2 216 21,1
IL MATRIMONIO/LA
22 15 24 28 22,6 40 20 32 24 18,5 205 20
FAMIGLIA
LA POSSIBILITA' DI
9 6 8 20 10,9 56 16 8 12 14,6 135 13,2
PROSEGUIRE GLI STUDI
ALTRO 0 0 4 8 3 40 20 4 12 12,1 88 8,6

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

Quale dei seguenti ambiti ha sacrificato nella sua vita a causa


della sua condizione lavorativa?
4000,0% 36,8

3500,0% 30,6
26,7
3000,0% 24,6 23,6 24,2 24
22,6 21,1
2500,0% 20
18,5
16,2
2000,0% 14,6 13,2
12,1
1500,0% 10,9 8,6
1000,0%
3
500,0%

0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

LA POSSIBILITA' DI PROGETTARE IL FUTURO LA CREATIVITA'


I FIGLI IL MATRIMONIO/LA FAMIGLIA
LA POSSIBILITA' DI PROSEGUIRE GLI STUDI ALTRO

54
Domanda n.33. LE CAPITA DI SENTIRE DI AVER PERSO LA SPERANZA DI
MIGLIORARE LA PROPRIA POSIZIONE LAVORATIVA VERSO UN FUTURO
MIGLIORE?

Direttamente collegata alle domande precedenti, le risposte fornite mostrano e confermano


una realtà drammatica: il 45% del campione esaminato afferma di aver perso la speranza
di un futuro migliore da un punto di vista lavorativo. Si tratta di un dato allarmante se
connesso alla giovane età degli intervistati e che indica quanto il precariato incida sulla
visione di se stessi e della propria vita.

33. LE CAPITA DI
SENTIRE DI Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
AVER PERSO LA
SPERANZA DI TOTALE
MIGLIORARE LA Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
PROPRIA Roma Latina Roma Latina
POSIZIONE LAVORATIVA v.a. % v.a. % v.a. %
VERSO UN FUTURO M.
F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
MIGLIORE?
14
SI 40 60 24 52 44,7 52 60 28 45,2 460 45
4
11
NO 43 28 28 44 36,3 40 64 76 46,5 435 42,6
2
NON SO 31 20 12 12 19 40 0 4 8 8,3 127 12,4
29
Totale 114 108 64 108 100 92 128 112 100 1.022 100
6
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Le capita di sentire di aver perso la speranza di


migliorare la propria posizione lavorativa verso un
futuro migliore?

12,4%
45%

42,6%

SI NO NON SO

55
Domanda n.34. QUALI SONO GLI ASPETTI DELLA SUA CONDIZIONE
LAVORATIVA CHE LA PREOCCUPANO MAGGIORMENTE?

Le risposte fornite confermano che l’incertezza rispetto al futuro come un fattore


“intangibile” ma determinante nel generare un sentimento di preoccupazione. Anche in
una ricerca svolta dall’Istituto IREF in collaborazione con il Censis (“Una vita tanti lavori.
L’Italia degli atipici tra vulnerabilità sociale, reti familiari e auto-imprenditorialità”), si
evidenzia come al primo posto tra le angosce degli intervistati vi sia il rinnovo del
contratto in scadenza (21,9%), seguito dal rafforzamento della propria retribuzione (20%).
Un altro elemento chiave emerso dal nostro studio è rappresentato dalla scarsa
retribuzione che si può associare alla mancanza di riconoscimenti personali e
professionali. Una criticità evidenziata da molte analisi risiede nella modalità di utilizzo
dei contratti “atipici”, anche nella pubblica amministrazione, e dal livello di
inquadramento in cui vengono collocati i lavoratori precari. Infatti molte volte le aziende,
oltre a sotto-inquadrare il personale precario, facendogli svolgere mansioni non attinenti al
profilo professionale assegnato, conteggiano l’anzianità lavorativa partendo da zero ogni
volta che “rinnovano” o stipulano ex novo un contratto ad un lavoratore. Pertanto dopo
diversi anni di contratti, anche se svolti a tempo determinato, il lavoratore è collocato
sempre allo stesso livello iniziale, con una profonda penalizzazione sia dal punto di vista
economico che dal punto di vista della progressione di carriera. Anche i continui
cambiamenti e lo scarso legame positivo che si riesce ad instaurare con l’azienda, che
diventa un “oggetto” di amore/odio perché dà lavoro ma lo toglie facilmente, della quale
non si sente mai veramente di fare parte, sono fattori preoccupanti. Vi è attenzione per
l’assenza di tutele riguardo al problema della salute e sicurezza sul luogo di lavoro, ma
anche a due situazioni lavorative come la forte conflittualità con i colleghi e l’esposizione
al fenomeno del mobbing. E’ probabile che quest’ultimo dato sia sottostimato poiché il
fenomeno si presta da una parte ad una minore percezione da parte dei lavoratori precari
che vivono molte volte in un clima organizzativo fatto di mancanza di tutele e
atteggiamenti vessatori e, per i quali, i contratti collettivi non “prevedono” (tranne che per
quelli a tempo determinato) le giuste tutela contro questo tipo di vessazioni. In questo
senso è auspicabile una maggiore definizione delle norme contrattuali e una maggiore
regolamentazione della effettiva somministrazione del lavoro “atipico”.

56
34. QUALI SONO GLI Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
ASPETTI DELLA SUA
CONDIZIONE TOTALE
LAVORATIVA CHE LA Polo Polo Polo Polo
industrial industriale Totale industriale Industriale Totale
PREOCCUPANO e Roma Latina Roma Latina
MAGGIORMENTE? v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
L'INCERTEZZA RISPETTO AL
FUTURO
93 68 64 80 77,4 256 76 100 76 80,9 813 79,5
LA SCARSA RETRIBUZIONE 70 65 28 32 49,5 116 52 68 72 49 503 49,2
LA MANCANZA DI
RICONOSCIMENTI E DI 34 51 32 20 34,8 120 32 16 12 28,7 317 31
CRESCITA PROFESSIONALE

I CONTINUI CAMBIAMENTI E LO
SCARSO LEGAME CON 25 18 24 16 21,1 88 12 16 24 22,3 223 21,8
L'AZIENDA

L'ASSENZA DI TUTELE
RIGUARDO A SALUTE E
SICUREZZA SUL LUOGO DI
13 16 20 20 17,5 36 12 28 28 16,6 173 16,9
LAVORO
LA FORTE CONFLITTUALITA'
CON I COLLEGHI
20 7 0 4 7,9 12 4 8 24 7,6 79 7,7

L'ESPOSIZIONE AI SOPRUSI E
AL FENOMENO DEL MOBBING
9 17 4 4 8,6 24 0 0 0 3,8 58 5,7

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

Quali sono gli aspetti della sua condizione lavorativa che la


preoccupano maggiormente?

L'ESPOSIZIONE AI SOPRUSI E AL FENOMENO DEL MOBBING

LA FORTE CONFLITTUALITA' CON I COLLEGHI

L'ASSENZA DI TUTELE RIGUARDO A SALUTE E SICUREZZA


SUL LUOGO DI LAVORO
I CONTINUI CAMBIAMENTI E LO SCARSO LEGAME CON
L'AZIENDA
LA MANCANZA DI RICONOSCIMENTI E DI CRESCITA
PROFESSIONALE

LA SCARSA RETRIBUZIONE

L'INCERTEZZA RISPETTO AL FUTURO

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

57
Domanda n.35. QUALE TRA QUESTI PENSIERI, IN RELAZIONE ALLA SUA
SITUAZIONE LAVORATIVA, LE PROCURA SOFFERENZA?

Al primo posto tra i pensieri che procurano sofferenza risalta la mancanza di una stabilità
economica che, come abbiamo visto, non permette una “continuità esistenziale” e una
definizione di obiettivi di vita perseguibili come la definizione del rapporto di coppia
verso il matrimonio o la convivenza.
A questo proposito Abraham Maslow (1954) distingue “bisogni di base” e “meta bisogni”
presenti in ogni essere umano, organizzati concettualmente, secondo l’autore, secondo una
piramide di esigenze e bisogni. Finché un bisogno fondamentale non viene soddisfatto, la
motivazione verrà determinata da questo bisogno e altri bisogni non potranno essere
appagati.

Come emerge dal grafico, Maslow distingue due tipologie di bisogni: le necessità
fondamentali, che vengono soddisfatte dall’esterno, nonché i bisogni d’autorealizzazione
(ovvero “metabisogni”) che vengono soddisfatti in base all’attività interna. I bisogni
fisiologici sono i primi che si incontrano: solo quando questi sono soddisfatti, il bisogno di
autorealizzazione (realizzazione di sé) può diventare una motivazione principale, l’essere
umano può realizzare le proprie capacità e sviluppare il proprio Sè. Il bisogno di
sicurezza, che si colloca al secondo posto dopo i bisogni fisiologici o corporei, riguarda il
nostro futuro. Questo bisogno racchiude la necessità di regolarità e del ritmo preciso
nonché l’assenza di pericoli minaccianti la nostra vita. Secondo Maslow tutti gli esseri
umani hanno bisogno di un modello d’esistenza che si sviluppi seguendo alcune
“regolarità”, che permettono all’individuo di sentirsi sicuro e protetto.
All’interno del nostro discorso la dimensione economica coincide con una delle
dimensioni basilari che permette di sentirsi sicuri e di creare le basi per lo sviluppo dei
livelli successivi, si accompagna in maniera inscindibile con altre dimensioni ugualmente
basilari per lo sviluppo dell’autostima e il normale percorso di crescita e autorealizzazione
attraverso le fasi della vita come avere un lavoro dignitoso e soddisfacente e potersi
costruire una famiglia.
Anche Fazio, partendo da un’analisi economica, ha fornito un’indicazione importante in
questa direzione sostenendo che “Sul livello di remunerazione dei prestatori d’opera
incidono le contrattazioni e le controversie tra imprenditori e lavoratori. Dal livello della
remunerazione del lavoro e dalla loro congruenza con le condizioni monetarie dipendono

58
il livello dei prezzi, la loro stabilità o l’inflazione, e, in definitiva, la vitalità dell’economia e
il suo sviluppo, che discende in primo luogo dall’investimento a opera delle imprese e
dello Stato. Dagli investimenti dipendono il benessere economico e il tenore di vita della
collettività” (Fazio A., Globalizzazione. Politica economica e Dottrina sociale, op. cit., p.34).
Il livello economico è correlato agli altri fattori “immateriali” che i lavoratori hanno
indicato come importanti quali: l’impossibilità di costruirsi una famiglia, l’incapacità di
realizzarsi, sentire uno scarso senso di identità, non poter avere dei figli e la paura di non
essere apprezzato dagli altri. La sofferenza, quindi, è generata da una situazione che nel
suo complesso non permette l’autorealizzazione e il normale sviluppo.
Un’attenta considerazione a proposito della dimensione della genitorialità deriva
dall’indagine CISF 2009 in cui si afferma che “L’economia ha mercificato il costo dei figli e
fa una grande fatica ad uscirne. Il costo di un figlio viene comparato con quello di altri
beni di consumo…Il bambino entra nel mondo delle merci, è una merce scambiabile con
altre merci. Eppure la presenza di costi monetari e non monetari (tempo, opportunità di
vita) costringe a pensare che se è vero che i figli hanno dei costi, non hanno però un prezzo,
perché non sono vendibili o acquistabili sul mercato” (CISF, op. cit.)

59
35. QUALE TRA QUESTI Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
PENSIERI, IN RELAZIONE TOTALE
ALLA SUA SITUAZIONE Polo Polo Polo Polo
LAVORATIVA, LE industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
PROCURA SOFFERENZA? Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NON AVERE UNA
69 54 40 64 57,6 188 68 68 56 60,5 607 59,4
STABILITA' ECONOMICA
NON POTER ACQUISTARE
66 60 32 36 49,2 124 60 48 72 48,4 498 48,7
UNA CASA
NON POTERSI COSTRUIRE
43 31 24 24 31 76 32 36 32 28 298 29,1
UNA FAMIGLIA
SENTIRSI INCAPACE DI
35 25 16 28 26,4 116 28 12 4 25,5 264 25,8
REALIZZARSI
SENTIRSI UN'IDENTITA'
INDEFINITA COME 15 31 24 16 21,8 68 8 28 16 19,1 206 20,1
PERSONA
NON POTER AVERE DEI
13 11 4 12 10,1 28 20 60 56 26,1 204 20
FIGLI
LA PAURA DI NON ESSERE
APPREZZATO/A DAGLI 10 8 0 4 5,6 0 8 28 8 7 66 6,4
ALTRI

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

Quale tra questi pensieri, in relazione alla sua situaione


lavorativa, le procura sofferenza?

LA PAURA DI NON ESSERE APPREZZATO/A DAGLI ALTRI

NON POTER AVERE DEI FIGLI

SENTIRSI UN'IDENTITA' INDEFINITA COME PERSONA

SENTIRSI INCAPACE DI REALIZZARSI

NON POTERSI COSTRUIRE UNA FAMIGLIA

NON POTER ACQUISTARE UNA CASA

NON AVERE UNA STABILITA' ECONOMICA

0 10 20 30 40 50 60 70

60
Domanda n.36. SECONDO LEI SU QUALI DI QUESTI FATTORI SINDACATO E
POLITICA DOVREBBE CONCENTRARE LE PROPRIE AZIONI PER MIGLIORARE
LE CONDIZIONI LAVORATIVE DEI LAVORATORI PRECARI?

Come conseguenza delle precedenti risposte fornite, in maniera abbastanza uniforme, la


maggioranza dei soggetti intervistati richiede un intervento da parte dei sindacati e della
classe politica sull’instabilità della condizione lavorativa che, con le modalità con cui vengono
applicati i contratti, genera sui lavoratori – e quindi anche sulle aziende (!) - le
conseguenze negative che stiamo vedendo.
Emerge altresì che tutte le altre risposte hanno ricevuto un’alta percentuale di consensi che
potrebbe significare la richiesta di un’azione energica e decisa a tutto campo su diversi
fattori che entrano in campo nella costellazione dell’universo “precariato”.
Vi è una forte richiesta di interventi ed ammortizzatori sociali per i periodi di non
occupazione, con un’attenzione anche all’offerta educativa per i propri figli (asili nido), ma
anche una richiesta di attenzione sugli aspetti normativi che devono garantire una
maggiore tutela dei lavoratori e delle lavoratrici che sono in balia di una scarsa tutela di
tipologie contrattuali spesso illegittime dal punto di vista della concreta attività richiesta
loro dal datore di lavoro e che per loro natura si prestano ad abusi e interpretazioni
arbitrarie.
E’ da segnalare, infine, che una percentuale significativa richiama l’attenzione sul
fenomeno del mobbing, che andrebbe approfondita: l’intero mondo dei lavoratori
“flessibili” (co.co.co, co.co.pro., interinali, ecc.), sono soggetti la cui debolissima forza
contrattuale e la cui instabile condizione economico-sociale creano un fertile terreno per
l’instaurarsi del fenomeno del mobbing. Non essendo “dipendenti” dell’azienda si
collocano su un soglia “borderline”, lungo la quale spesso vengono trattati da un lato
come “liberi professionisti”, senza tutele né diritti all’interno dell’organizzazione, mentre
dall’altro lato sono utilizzati per svolgere attività fondamentali all’interno del
funzionamento aziendale.

61
36. SECONDO LEI SU QUALI
DI QUESTI FATTORI
SINDACATO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
E POLITICA DOVREBBE TOTALE
CONCENTRARE LE Polo Polo Polo Polo
PROPRIE AZIONI PER industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
MIGLIORARE LE Roma Latina Roma Latina
CONDIZIONI LAVORATIVE v.a. % v.a. % v.a. %
DEI LAVORATORI M.
PRECARI? F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F

SULL'INSTABILITA' DELLA
CONDIZIONE LAVORATIVA
93 82 64 88 83 244 76 88 92 79,6 827 80,9
SULLA MANCANZA DI UN
SOSTEGNO ECONOMICO NEI
PERIODI DI NON
38 34 28 40 35,5 112 32 60 56 41,4 400 39,1
OCCUPAZIONE
SULL'APPROVAZ. DI NORME A
TUTELA DEI LAVORATORI E 27 43 24 24 29,9 104 44 56 68 43,3 390 38,2
DELLE LAVORATRICI

SULLA DISCONTINUITA' NEI


PAGAMENTI DEGLI STIPENDI
30 18 20 36 26,4 60 12 80 72 35,7 328 32,1
SU UNA MAGGIORE
ATTENZIONE PER LA SALUTE 11 20 12 12 13,9 60 16 80 68 35,7 279 27,3
E LA SICUREZZA SUL LAVORO
SULL'OFFERTA DI ASILI NIDO
E DI AMMORTIZZATORI 20 17 4 20 15,5 56 40 48 56 31,8 261 25,5
SOCIALI
SUL CONTRASTO AL
FENOMENO DEL MOBBING
37 20 4 0 15,5 36 8 44 60 23,6 209 20,4

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

Secondo lei su quali di questi fattori sindacato e politica


dovrebbe concentrare le propre azioni per migliorare le
condizioni lavorative dei lavoratori precari?

SUL CONTRASTO AL FENOMENO DEL MOBBING

SULL'OFFERTA DI ASILI NIDO E DI AMMORTIZZATORI


SOCIALI
SU UNA MAGGIORE ATTENZIONE PER LA SALUTE E LA
SICUREZZA SUL LAVORO

SULLA DISCONTINUITA' NEI PAGAMENTI DEGLI STIPENDI

SULL'APPROVAZ. DI NORME A TUTELA DEI LAVORATORI E


DELLE LAVORATRICI
SULLA MANCANZA DI UN SOSTEGNO ECONOMICO NEI
PERIODI DI NON OCCUPAZIONE

SULL'INSTABILITA' DELLA CONDIZIONE LAVORATIVA

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

62
2.2.5. AREA 5: Salute e qualità della vita

Entriamo nell’area che rientra più specificamente nella sfera della salute come definita, già
nel 1948, nella Costituzione dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità): la salute è
uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di
malattia”, dove viene considerata un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri
diritti fondamentali che spettano alle persone.
E’ interessante notare che nella nostra ricerca, pur essendo i questionari anonimi, vi sono
state diverse segnalazioni nelle note a margine del questionario sul fatto che le domande
“invadevano” troppo la sfera personale. Dobbiamo tener presente la possibilità che i dati
raccolti sulle domande relative ai comportamenti, come quelli relativi all’uso di sostanze
stupefacenti, rappresentino in difetto la realtà del campione.

Domanda n.37. LE CAPITA DI ADOTTARE ALMENO UNA VOLTA ALLA


SETTIMANA QUALCUNO DEI SEGUENTI COMPORTAMENTI?

I dati relativi alle risposte fornite alle domande n.37 e n.38 verranno commentati
congiuntamente perché si tratta di domande che si collocano su un asse che misura i
comportamenti legati anche a “possibili” atteggiamenti e dipendenze patologiche (da
sostanze come alcool e droghe, da psicofarmaci, ecc.). Poco meno della metà dei soggetti,
in entrambi i casi, risponde di non adottare nessuno dei comportamenti indicati. Le altre
informazioni forniscono però uno scenario allarmante: l’abitudine di bere alcolici (vino,
birra o superalcolici) è abbastanza diffusa ma, soprattutto, l’ingestione di quantità di cibo
eccessive e/o l’assunzione di psicofarmaci rappresentano realtà che, percentualmente
possono apparire poco rilevanti, ma che in termini di impatto sulla salute e sull’equilibrio
psicofisico dei singoli soggetti sono serie.
Per poter trarre conclusioni più precise andrebbero condotti ulteriori studi per verificare
un uso quotidiano delle sostanze e/o gli eventuali trattamenti di carattere psicoterapeutico
e/o psichiatrico seguiti. Restano sicuramente dati che rivelano una certa “fragilità”
soprattutto se correlati al fatto che probabilmente l’attività lavorativa influenza in maniera
significativa lo stato di salute.

63
37. LE CAPITA DI Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
ADOTTARE ALMENO
UNA VOLTA ALLA TOTALE
SETTIMANA QUALCUNO Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
DEI SEGUENTI Roma Latina Roma Latina
COMPORTAMENTI? v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NO, NIENTE DI TUTTO CIO' 49 44 44 72 53 104 40 80 56 44,6 489 47,8
FUMARE SIGARETTE 41 41 8 8 24,9 124 32 20 28 32,5 302 29,5
BERE VINO, BIRRA O
SUPERALCOLICI
26 25 16 16 21,1 92 8 16 24 22,3 223 21,8
INGERIRE UNA QUANTITA' DI
CIBO ECCESSIVA
9 10 20 20 15 36 20 0 0 8,9 115 11,2
ASSUMERE PSICOFARMACI 6 2 0 0 2 4 4 12 12 5,1 40 3,9
ASSUMERE SOSTANZE
STUPEFACENTI
3 3 0 0 1,5 4 0 0 0 0,6 10 1

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

Le capita di adottare almeno una volta alla settimana qualcuno


dei seguenti comportamenti ?

ASSUMERE SOSTANZE
STUPEFACENTI

ASSUMERE PSICOFARMACI

INGERIRE UNA QUANTITA' DI


CIBO ECCESSIVA

BERE VINO, BIRRA O


SUPERALCOLICI

FUMARE SIGARETTE

NO, NIENTE DI TUTTO CIO'

0 10 20 30 40 50 60

64
Domanda n.38. LE CAPITA DI ADOTTARE ALMENO UNA VOLTA AL MESE
QUALCUNO DEI SEGUENTI COMPORTAMENTI?

38. LE CAPITA DI Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


ADOTTARE ALMENO
UNA VOLTA AL MESE TOTALE
QUALCUNO DEI Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
SEGUENTI Roma Latina Roma Latina
COMPORTAMENTI? v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NO, NIENTE DI TUTTO CIO' 49 45 36 56 47,2 88 36 80 52 40,8 442 43,2
FUMARE SIGARETTE 31 38 8 16 23,6 132 36 20 28 34,4 309 30,2
BERE VINO, BIRRA O
25 29 20 16 22,8 116 16 16 32 28,7 270 26,4
SUPERALCOLICI
ASSUMERE
10 3 20 28 15,5 4 4 12 12 5,1 93 9,1
PSICOFARMACI
INGERIRE UNA QUANTITA'
10 11 0 0 5,3 44 20 0 0 10,2 85 8,3
DI CIBO ECCESSIVA
ASSUMERE SOSTANZE
4 3 0 0 1,8 4 0 0 0 0,6 11 1,1
STUPEFACENTI

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

Le capita di adottare almeno una volta al mese qualcuno dei


seguenti comportamenti ?

ASSUMERE SOSTANZE
STUPEFACENTI

INGERIRE UNA QUANTITA' DI


CIBO ECCESSIVA

ASSUMERE PSICOFARMACI

BERE VINO, BIRRA O


SUPERALCOLICI

FUMARE SIGARETTE

NO, NIENTE DI TUTTO CIO'

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

65
Domanda n.39. LE CAPITA DI SOFFRIRE ALMENO UNA VOLTA ALLA
SETTIMANA DI QUALCUNO DEI SEGUENTI DISTURBI SECONDO LEI
RICONDUCIBILI ANCHE ALLA SUA ATTUALE CONDIZIONE LAVORATIVA?

E’ ampiamente dimostrato che i lavoratori “atipici” rischiano infortuni e malattie


professionali molto più dei lavoratori a tempo indeterminato. Partendo da una serie di
studi e ricerche, come quella svolta nel 2004-2005 dal Servizio di Prevenzione e Sicurezza
negli Ambienti di Lavoro del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di
Bologna, si è tentato di comprendere gli effetti sulla salute della precarietà.
Anche i dati emersi dalla nostra ricerca vanno nella stessa direzione: oltre la metà del
campione (53,1%) risponde di soffrire almeno una volta alla settimana almeno di uno dei
disturbi riconducibili anche alla sua attuale condizione lavorativa, con una discrepanza tra
i due settori analizzati che va dal 63,7% di quello relativo alle telecomunicazioni al 46,5%
del metalmeccanico.
In particolare, il mal di testa e l’emicrania sono i disturbi più frequenti ma colpiscono i
lavoratori anche i dolori muscolari e/o articolari, con una distribuzione analoga nei due
settori indagati. Anche il mal di stomaco e i disturbi nella sfera del sonno (probabilmente
legati allo stress) sono frequenti, confermando un’ipotesi che da più parti è stata proposta
della correlazione tra problemi di salute (inizio o aggravamento dei sintomi) e un rapporto
di lavoro precario. Recentemente l’ISPELS (Istituto Superiore per la Prevenzione e la
Sicurezza sul Lavoro) in occasione dell’organizzazione della nona Conferenza Europea
dell’Accademia della Psicologia del Lavoro11 ha mostrato come lo stress da lavoro-
correlato sia correlabile anche alla diffusione delle nuove forme contrattuali flessibili che
hanno introdotto nuovi rischi lavorativi e psicosociali. Lo stress da lavoro rappresenta il
secondo problema sanitario in Europa e colpisce più di 40 milioni di lavoratori ossia il 22%
della forza lavoro. Nel nostro paese, spiega Sergio Iavicoli, “sono soggette a stress da
lavoro categorie tradizionali come le professioni sanitarie, gli insegnanti e le forze
dell’Ordine, anche se di fronte alla frammentazione del mondo del lavoro rimangono
coinvolti anche molti lavoratori precari e flessibili e gli over 45” che hanno un rischio
maggiore: “oltre ad una serie di disturbi di carattere psicosociale, che spesso portano ad
un utilizzo crescente di psicofarmaci, è rappresentato da quelle malattie correlate che poi
passano alla fase di somatizzazione, come ad esempio i disturbi gastrointestinali o
cardiovascolari12”.

11
La conferenza si è svolta, in collaborazione con l’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, presso la
Pontificia Università Urbaniana dal 29 al 31 marzo 2010.
12
Direttore del Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’ISPESL.

66
39. LE CAPITA DI
SOFFRIRE ALMENO UNA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
VOLTA
ALLA SETTIMANA DI TOTALE
QUALCUNO DEI Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
SEGUENTI DISTURBI Roma Latina Roma Latina
SECONDO LEI v.a. % v.a. % v.a. %
RICONDUCIBILI ANCHE
ALLA SUA ATTUALE
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
CONDIZIONE
LAVORATIVA ?
53,
SI 75 74 42 60 63,7 124 64 52 52 46,5 543
1
46,
NO 35 34 22 48 35,3 172 28 76 60 53,5 475
5
NON RISPONDE 4 0 0 0 1 0 0 0 0 0 4 0,4
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Le capita di soffrire almeno una volta alla settimana di qualcuno


dei seguenti disturbi secondo lei riconducibili anche alla sua
attuale condizione lavorativa?
63,7
7000,0%
53,5 53,1
6000,0% 46,5 46,5
5000,0%
35,3
4000,0%

3000,0%

2000,0%
1 0,4
1000,0%

0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

SI NO NON RISPONDE

67
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico

A) SE SI, QUALI DI TOTALE


QUESTI DISTURBI? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
A) MAL DI 58,
45 60 28 16 59,4 84 28 28 28 57,5 317
TESTA/EMICRANIA 4
B) DOLORI MUSCOLARI E/O 38,
27 28 20 24 39,4 64 12 20 16 38,3 211
ARTICOLARI 8
C) MAL DI STOMACO E/O
DISTURBI 19 20 24 32 37,8 52 28 4 0 28,8 179 33
GASTROINTESTINALI
D) DIFFICOLTA' DI
24,
ADDORMENTAMENTO E/O 24 19 4 0 18,7 48 28 0 12 30,1 135
9
INSONNIA

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

Le capita di soffrire almeno una volta alla settimana di qualcuno


dei seguenti disturbi secondo lei riconducibili anche alla sua
attuale condizione lavorativa?
59,4 57,5 58,4
6000,0%

5000,0% 39,4
37,8 38,3 38,8
33
4000,0% 28,8 30,1

3000,0% 24,9
18,7
2000,0%

1000,0%

0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

A) MAL DI TESTA/EMICRANIA
B) DOLORI MUSCOLARI E/O ARTICOLARI
C) MAL DI STOMACO E/O DISTURBI GASTROINTESTINALI
D) DIFFICOLTA' DI ADDORMENTAMENTO E/O INSONNIA

68
Domanda n.40. LE CAPITA DI VIVERE ALMENO UNA VOLTA ALLA SETTIMANA
QUALCUNO DEI SEGUENTI STATI D'ANIMO ?

La domanda intendeva indagare l’universo dei sentimenti e degli stati d’animo negativi
che possono “colpire” i lavoratori oggetto dell’indagine. Dalla rappresentazione grafica,
anche in questo caso, si nota una certa omogeneità nelle percentuali ottenute dalle risposte
fornite in relazione ai due settori di appartenenza. Poiché è probabile che i soggetti che
hanno risposto a questa domanda non abbiamo risposto alle altre, possiamo affermare che
il 17,8% dei soggetti del settore telecomunicazioni sostiene di non provare nessuno degli
stati d’animo riportati a fronte del solo 6,4 % di quelli del settore metalmeccanico.
L’ansia e l’angoscia sembrano essere due dimensioni dominanti, considerando anche
l’agitazione e il panico, seguite da una forte irritabilità e da una sensazione di esaurimento
fisico. Una percentuale “minore” rivela pensieri di morte e/o idee di suicidio che
andrebbero maggiormente approfondite per verificare l’effettivo rischio di messa in atto
dei suddetti comportamenti.
Con una certa discrepanza rispetto a quanto dichiarato nella domanda n. 31, dove oltre il
30% del campione si mostrava contento della propria attività lavorativa, qui possiamo
avere una visione d’insieme anche di alcune dimensioni di cui ci può essere scarsa
consapevolezza: quello che affiora è che le persone vivono negativamente e con sofferenza
la situazione lavorativa che si ripercuote sulla condizione psicologica (sentimenti, stati
d’animo, emozioni, ecc.), su quella fisica (si veda la domanda precedente) e su quella
relazionale.

69
40. LE CAPITA DI VIVERE Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
ALMENO UNA VOLTA
TOTALE
ALLA SETTIMANA
Polo Polo Polo Polo
QUALCUNO industriale industriale industriale Industriale Totale
DEI SEGUENTI Totale
Roma Latina Roma Latina
STATI D'ANIMO ? v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F

ANSIA E/O ANGOSCIA 42 43 44 68 50 148 60 28 52 45,8 485 47,4

FORTE IRRITABILITA' 39 45 16 44 36,5 140 24 36 24 35,7 368 36


ESAURIMENTO FISICO 14 23 12 16 16,5 64 32 18 28 22,6 207 20,2
RIDOTTA AUTOSTIMA 19 22 4 16 15,5 52 16 16 8 14,6 153 15
AGITAZIONE E PANICO 14 16 8 8 11,7 20 8 16 24 10,8 114 11,1

NO, NON MI CAPITA 26 20 12 12 17,8 40 0 0 0 6,4 110 10,8


FORTE SENSO DI COLPA 8 5 0 4 4,3 0 0 24 8 5,1 49 4,8
PENSIERI DI MORTE E/O
6 2 4 0 3 0 0 0 12 1,9 24 2,3
IDEE DI SUICIDIO

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte.

Le capita di vivere almeno una volta alla settimana qualcuno dei


seguenti stati d'animo?
50
47,4
5000,0% 45,8

4500,0% 36,5
35,7 36
4000,0%
3500,0%
3000,0% 22,6
20,2
2500,0%
16,5 14,6 15
2000,0% 17,8
15,5 11,1
1500,0% 10,8 10,8
11,7
4,3 6,4 5,1
1000,0% 4,8
3 2,3
500,0% 1,9
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

ANSIA E/O ANGOSCIA FORTE IRRITABILITA'


ESAURIMENTO FISICO RIDOTTA AUTOSTIMA
AGITAZIONE E PANICO NO, NON MI CAPITA
FORTE SENSO DI COLPA PENSIERI DI MORTE E/O IDEE DI SUICIDIO

70
Domanda n.41. COME DEFINIREBBE LA SUA VITA AFFETTIVA CON IL/LA
PARTNER?

Questa domanda aveva l’obiettivo di indagare la sfera affettiva nella relazione con il
partner, partendo dall’ipotesi che la dimensione lavorativa del precariato favorisce
l’istaurarsi di problematiche relazionali e una frammentazione dei rapporti profondi. In
un’altra indagine uno degli intervistati rappresenta difficoltà analoghe all’intervistatrice:
“Ti dico subito cosa succede, può essere che io sia un po’ fissato, ma non riesco a vivere
un rapporto decente […]. Quando ti presenti con una ragazza non ti chiede mica cosa ti
piace fare , che sport fai, che libri leggi…ti chiede che lavoro fai?...e io vado in crisi!!! Io
so chi sono, ma come faccio a spiegarlo agli altri? Alle ragazze!! Come faccio a dirgli che
a trent’anni vivo ancora con mamma e papà…” (Rizzo Anna Maria, Donne e
precarietà del lavoro ovvero come progettare una vita flessibile, 2008).
Nonostante il 56,4% del campione ha dichiarato di non avere problemi in questo ambito,
l’area delle difficoltà relazionali di coppia, che comprende le difficoltà relazionali, quelle a
portare avanti una relazione stabile e i problemi nella sfera della sessualità, riguarda però
il 27% dei lavoratori e delle lavoratrici ed interessa in maniera preponderante il settore
delle telecomunicazioni (40,3%) e, nello stesso, coinvolge maggiormente le donne, forse,
per uno loro maggiore “sensibilità” in questa direzione. L’unico dato più omogeneo tra i
due settori è l’assenza di un partner che, pur potendo mascherare ulteriori problemi della
sfera affettiva, si attesta intorno al 16-17%.

71
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
41. COME DEFINIREBBE TOTALE
LA SUA VITA AFFETTIVA Polo Polo Polo Polo
CON IL/LA PARTNER? industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
56,
SENZA PROBLEMI 40 35 40 53 42,6 188 36 96 88 65 576
4
16,
NON HO UN/UNA PARTNER 15 20 12 20 17 56 24 16 7 16,4 170
6
CON DIFFICOLTA' 14,
40 24 12 17 23,6 28 16 8 7 9,4 152
RELAZIONALI 9
CON DIFFICOLTA' A
PORTARE AVANTI UNA 16 24 0 5 11,4 20 16 8 3 7,5 92 9
RELAZIONE STABILE
CON PROBLEMI NELLA
SFERA DELLA 3 5 0 13 5,3 4 0 0 7 1,7 32 3,1
SESSUALITA'
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Come definirebbe la sua vita affettiva con il partner?

3,1%
9%
14,9% 56,4%

16,6%

SENZA PROBLEMI
NON HO UN/UNA PARTNER
CON DIFFICOLTA' RELAZIONALI
CON DIFFICOLTA' A PORTARE AVANTI UNA RELAZIONE STABILE
CON PROBLEMI NELLA SFERA DELLA SESSUALITA'

72
Domanda n.42. RITIENE CHE L'ESSERE DONNA, RISPETTO ALL'ESSERE UOMO,
SIA UNA CONDIZIONE SFAVOREVOLE E DISCRIMINANTE CHE INDUCE A
SVOLGERE UN LAVORO PRECARIO SENZA POSSIBILITA' DI
MIGLIORAMENTO? (Riservata alle donne)

Si è deciso di inserire questa domanda per avere una visione della percezione della
eventuale discriminazione di genere rispetto allo svolgimento di un lavoro precario. Infatti
la flessibilità (che non necessariamente coincide con la precarietà 13) interessa “in maniera
differente gli uomini e le donne. Queste ultime, a causa della persistenza dei ruoli
tradizionali nella cura della famiglia, hanno spesso occupazioni atipiche e retribuzioni più
basse. Occorre, dunque, tener conto della dimensione di genere nell’elaborazione di
politiche di supporto adeguate” (CREL, Strategia di Lisbona – Flessicurezza nella Regione
Lazio: approcci e modelli di sostegno alla precarietà lavorativa, 2009). Secondo i dati riportati nel
volume nel Lazio la componente femminile nell’occupazione atipica è maggiore di quella
maschile e ciò è dovuto solo in parte ad un mercato caratterizzato dal settore dei servizi.
Infatti nella regione il tasso di occupazione femminile è al 49% (mentre l’obiettivo fissato
dalla Commissione Europea è il 60% per il 2010) e fra le donne l’82% ha un lavoro atipico,
trovando maggiori difficoltà, rispetto ai maschi, all’ingresso e all’inserimento lavorativo.
La condizione di “instabilità professionale” interessa prevalentemente le donne e si
riscontrano scadenze predefinite dei contratti a ridosso dei mesi di agosto e di dicembre
che non consentono un investimento professionale e il consolidamento di relazioni
lavorative feconde e costruttive14. Il genere, infatti, “risulta caratterizzare fortemente la
dinamica occupazionale, è interessante sottolineare come la componente femminile
dell’occupazione laziale, che rappresenta il 41,1% del totale, sia aumentata nel 2008 del
2,4% per impulso dovuto unicamente al settore terziario dove l’occupazione femminile,
contrariamente agli altri settori, ha fatto registrare un aumento del 3,9%. […] La
componente femminile degli occupati laziali mostra una concentrazione ancora maggiore
nelle attività terziarie, che arrivano ad assorbire oltre il 91% dell’occupazione femminile
totale” (CREL, Rapporto annuale sullo stato e le prospettive dell’economia, dello sviluppo e del
lavoro nella Regione Lazio, pp. 30-31, 2009). Mentre per quanto riguarda la disoccupazione
femminile nel 2008 nel Lazio ha sfiorato il tetto del 30% contro il 24,7% in ambito nazionale
e ha dimostrato la condizione di svantaggio delle donne laziali anche rispetto al titolo di
studio posseduto. Per comprendere meglio i dati emersi si evidenzia come il nostro
campione sia formato da 1022 soggetti, di cui 420 sono donne e di queste ultime 182 hanno
un contratto a tempo determinato (circa il 56%). Dalle informazioni ricavate emerge che
circa il 38% delle intervistate ritiene che l’essere donna è una condizione sfavorevole e
discriminante che induce a svolgere un lavoro precario. E’ noto che spesso nelle aziende
13
Nel volume citato si chiarisce come “il concetto di flessibilità (del lavoro) è riconducibile alla variabile numerica, di
orario e salariale della forza lavoro, alla sua adattabilità funzionale e all’esternalizzazione delle mansioni; la precarietà
(della forza lavoro), viceversa, si configura come un effetto perverso e non necessario della flessibilità, commesso
principalmente alle caratteristiche del sistema di protezione sociale e a quelle del mercato del lavoro e quindi, secondo
questa ottica, può essere contrastata o perlomeno contenuta con opportune riforme ed iniziative di policy” (p. 49) anche
se bisogna tenere presente che “nel contesto italiano, flessibilità del lavoro e precarietà della condizione lavorativa
rappresentano concetti in larga parte sovrapponibili” (p. 60).
14
Si vedano l’“Analisi sui rapporti di lavoro” disponibile sul sito www.portalavoro.regione.lazio.it e il Libro Verde
sull’Occupazione femminile nel Lazio.

73
private diventa un elemento discriminante l’età e la condizione della donna “assunta” (se
è sposata, se ha un partner, ecc.), che potrebbe avere dei figli e, quindi, non offrire la
propria prestazione lavorativa per diversi mesi. Negli ultimi anni sono aumentate le tutele
offerte alle lavoratrici madri che hanno dei contratti di lavoro “atipici”: per esempio con il
decreto ministeriale del 12 luglio 2007 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 23 ottobre
2007) vengono estese anche alle lavoratrici parasubordinate (lavoratrici a progetto,
associate in partecipazione e alle libere professioniste iscritte alla gestione separata Inps) le
tutele già previste per le lavoratrici dipendenti relativamente all’astensione obbligatoria.
Tuttavia ancora oggi molte aziende preferiscono non stipulare contratti di lavoro a tempo
determinato o a tempo indeterminato con le donne per evitare “il rischio”, in caso di
gravidanza, di doverle pagare e sostituire con un altro lavoratore/lavoratrice. Non è questa
la sede per entrare nel merito di un dibattito attuale e complesso, che per essere equo ed
esaustivo dovrebbe comprendere anche un’approfondita analisi sui costi del personale
sostenuti dalle piccole e medie imprese.
Rimangono comunque valide le riflessioni contenute nell’enciclica Caritas in veritate dove
si afferma che “Le attuali dinamiche economiche internazionali, caratterizzate da gravi
distorsioni e disfunzioni, richiedono profondi cambiamenti anche nel modo di intendere
l’impresa. […] E’ un fatto che si va sempre più diffondendo il convincimento in base al
quale la gestione dell’impresa non può tenere conto degli interessi dei soli proprietari
della stessa, ma deve farsi carico di tutte le altre categorie di soggetti che contribuiscono
alla vita dell’impresa: i lavoratori, i clienti, i fornitori dei vari fattori di produzione, la
comunità di riferimento” (op. cit.)
Concludiamo riprendendo le allarmanti considerazioni sul tema emerse nel rapporto del
CREL dove si afferma che “Se da un lato, quindi, la flessibilizzazione ha contribuito alla
crescita dell’occupazione femminile consentendo una maggiore autogestione di tempi e
modi, così da poter conciliare funzioni di cura e di lavoro, dall’altro il fenomeno in sé
porta a chiedersi se non si sia in presenza di una nuova forma di segregazione e di
marginalizzazione delle donne in settori di attività, e con forme contrattuali, che si
ritengono in una certa misura ascrivibili al mondo femminile” (CREL, Strategia di Lisbona –
Flessicurezza nella Regione Lazio: approcci e modelli di sostegno alla precarietà lavorativa, 2009).

74
42. RITIENE CHE
L'ESSERE DONNA, Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
RISPETTO ALL'ESSERE
UOMO,
SIA UNA CONDIZIONE TOTALE
SFAVOREVOLE E Polo Polo Polo Polo
DISCRIMINANTE industriale industriale
Totale
industriale Industriale Totale
CHE INDUCE A Roma Latina Roma Latina
SVOLGERE
UN LAVORO PRECARIO
SENZA POSSIBILITA' DI
v.a. % v.a. % v.a. %
MIGLIORAMENTO?
(Riservata alle donne)
37,
SI 21 50 32,9 52 36 43,1 159
8
33,
NO 20 44 29,6 36 40 37,2 140
3
17,
NON RISPONDE 46 0 21,3 0 28 13,7 74
6
11,
NON SO 21 14 16,2 4 8 5,9 47
2
Totale 108 108 100 92 112 100 420 100
TOTALE 216 100 204 100 420 100

Ritiene che l'essere donna rispetto all'essere uomo, sia una


condizione sfavorevole e discriminante che induce a svolgere
un lavoro precario senza possibilità di miglioramento ?
43,1
4500,0% 37,8
37,2
4000,0% 33,3
32,9 29,6
3500,0%
3000,0%
21,3
2500,0% 17,6
2000,0% 13,7
16,2 11,2
1500,0% 5,9
1000,0%
500,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

SI NO NON RISPONDE NON SO

75
Domanda n.43. E' INFORMATO/A DEL FATTO CHE LA REGIONE LAZIO NEL 2009
HA VARATO UNA LEGGE SUL REDDITO MINIMO GARANTITO 15 ANCHE A
TUTELA DEI LAVORATORI PRECARIAMENTE OCCUPATI?
Domanda n.44. E' A CONOSCENZA DEL FATTO CHE LA REGIONE LAZIO HA
PREDISPOSTO UN FONDO DI SOLIDARIETA' PER I MUTUI 16, ANCHE PER
AIUTARE I LAVORATORI ATIPICI INTESTATARI DI MUTUO CHE HANNO
PERSO IL POSTO DI LAVORO O HANNO SUBITO IL MANCATO RINNOVO DEL
CONTRATTO?

Queste ultime due domande sono di carattere “informativo” e sono state inserite sia per
valutare la conoscenza di alcune importanti disposizioni normative della Regione Lazio
sia, contestualmente, per informare i lavoratori e le lavoratrici sulla loro esistenza. Si tratta
del “reddito minimo garantito” e del “fondo di solidarietà per i mutui” contratti anche dai
lavoratori atipici che hanno perso il posto di lavoro o hanno subito il mancato rinnovo del
contratto. Sono due rilevanti interventi che hanno un’importante funzione economico-
sociale per i lavoratori precari, i quali possono presentare direttamente la domanda per
accedere ai benefici previsti, e che offrono un sostegno nei momenti di difficoltà,
soprattutto in questo periodo di profonda crisi economica e occupazionale.

15
Nella seduta del 4 marzo 2009 il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la legge “Istituzione del reddito minimo
garantito. Sostegno al reddito per disoccupati, inoccupati e precari” (Legge regionale 20 marzo 2009, n.4, pubblicata sul
B.U.R.L. n.12 del 28 marzo 2009). Il provvedimento, primo in Italia ed avente carattere sperimentale, prevede
l'erogazione di una somma di denaro non superiore a 7.000,00 euro l'anno (pari a circa 580 euro mensili), che i singoli
comuni hanno la possibilità di integrare con la previsione di una serie di prestazioni indirette, volte a garantire la
circolazione gratuita sui mezzi pubblici locali e la gratuità dei libri di testo scolastici, a favorire la fruizione di attività e
servizi di carattere culturale, ricreativo o sportivo e a contribuire al pagamento delle forniture di pubblici servizi.
Sempre gli enti locali, nell'ambito delle risorse disponibili, potranno prevedere l’erogazione di contributi per ridurre il
canone di locazione. Il regolamento attuativo della legge (17 giugno 2009, n. 9) e la delibera sui criteri per la
formazione delle graduatorie (29 maggio 2009, n. 426) sono stati pubblicati sul B.U.R.L. n. 24 del 27 giugno 2009. Le
beneficiarie ed i beneficiari che possono presentare la domanda di accesso alle prestazioni sono, per il 2009, coloro in
possesso dei seguenti requisiti: età compresa tra i 30 e i 44 anni; residenza nella regione da almeno 24 mesi al momento
della presentazione della domanda; iscrizione ai Centri per l'impiego come inoccupati (ovvero alla ricerca di una prima
occupazione) o disoccupati/precariamente occupati. Per queste categorie occorre rientrare nel cosiddetto stato di
disoccupazione che si mantiene anche se si è occupati (ivi compresi i contratti di tipo subordinato) quando il reddito
annuo percepito è inferiore all'importo fiscale non soggetto all'imponibile IRPEF (€ 8.000); reddito personale
imponibile non superiore a 8.000 euro nell'anno precedente; non aver maturato i requisiti per il trattamento
pensionistico. Sono attribuiti punteggi ulteriori per i carichi familiari, per le donne, per i disabili, per i soggetti in
emergenza abitativa e per i disoccupati di lungo periodo con oltre 24 mesi di iscrizione ai Centri per l'Impiego.
16
La Giunta regionale del Lazio in data 27/2/2009 ha istituito il “Fondo di solidarietà per i mutui” definendo i requisiti
per l’accesso alle risorse regionali. Il fondo di solidarietà per i mutui, istituito con la Legge Finanziaria Regionale 2009,
è una delle più importanti misure ‘anti-crisi’ della Regione Lazio. Il suo obiettivo è quello di compensare le situazioni
di disagio economico di chi ha contratto mutui fondiari e ipotecari con le banche per l’acquisto, la costruzione, il
recupero o l’autorecupero della cosiddetta ‘prima casa’. A tal fine la Regione ha stanziato 10 milioni di euro annui fino
al 2011. Il fondo potrà intervenire in due modi: attraverso la sospensione dell’ammortamento della rata del mutuo, per
un periodo non superiore ai 18 mesi, oppure favorendo la rinegoziazione del mutuo stesso. Potranno accedere alle
risorse del fondo: i nuclei familiari con un reddito Isee fino a 25mila euro, tutti coloro che dopo aver acceso un mutuo
hanno perso il posto di lavoro (nella misura in cui questo evento incida sul reddito familiare in misura non inferiore al
30% del reddito complessivo), le famiglie in difficoltà a causa della morte di uno dei componenti o di un incidente
grave subito da uno di loro, le giovani coppie, i lavoratori atipici, le coppie separate.

76
Le risposte fornite evidenziano una mancanza di conoscenza che sfiora mediamente il 70%
dei soggetti del campione: nel caso della prima domanda il 69,8% ha risposto di non
conoscere la normativa relativa al reddito minimo garantito mentre nel caso della seconda
domanda il 76,4% non è a conoscenza del fondo di solidarietà per i mutui. Sono
percentuali molto alte e significative che denotano lavoratori poco informati sui propri
diritti, ma anche una dimensione delle comunicazione pubblica istituzionale che non
riesce ad essere capillare e una scarsa azione comunicativa di tutte quegli attori sociali
(come i Centri per l’impiego) che avrebbero la funzione di far conoscere ai lavoratori le
opportunità offerte loro.

43. E' INFORMATO/A DEL


FATTO CHE LA REGIONE Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
LAZIO NEL 2009 HA
VARATO UNA LEGGE TOTALE
SUL REDDITO MINIMO Polo Polo Polo Polo
Totale Total
GARANTITO ANCHE A industriale industriale industriale Industriale
e
TUTELA DEI Roma Latina Roma Latina
LAVORATORI v.a. % v.a. % v.a. %
PRECARIAMENTE M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
OCCUPATI?
3
NO 78 77 60 62,2 236 64 88 80 74,5 713 69,8
0
3
SI 36 31 48 37,8 60 28 40 32 25,5 309 30,2
4
6
Totale 114 108 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
4
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

E' informato/a del fatto che la Regione Lazio nel 2009 ha varato
una legge sul reddito minimo garantito anche a tutela dei
lavoratori precariamente occupati ?

74,5 69,8
8000,0%
62,2
7000,0%
6000,0%
37,8
5000,0%
30,2
4000,0% 25,5
3000,0%
2000,0%
1000,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

NO SI

77
44. E' A CONOSCENZA
DEL FATTO CHE LA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
REGIONE LAZIO HA
PREDISPOSTO UN TOTALE
FONDO DI SOLIDARIETA' Polo Polo Polo Polo
Totale Total
PER I MUTUI, ANCHE industriale industriale industriale Industriale
e
PER AIUTARE I Roma Latina Roma Latina
LAVORATORI ATIPICI v.a. % v.a. % v.a. %
INTESTATARI DI MUTUO
CHE HANNO PERSO IL
POSTO DI LAVORO O M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
HANNO SUBITO IL
MANCATO RINNOVO
DEL CONTRATTO?
4
NO 81 70 80 70,3 248 76 92 88 80,2 781 76,4
6
1
SI 33 38 28 29,7 48 16 36 24 19,7 241 23,6
8
6
Totale 114 108 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
4
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

E' a conoscenza del fatto che la Regione Lazio ha predisposto


un fondo di solidarietà per i mutui, anche per aiutare i lavoratori
atipici intestatari di mutuo che hanno perso il posto di lavoro o
hanno subito il mancato rinnovo del contratto?

80,2 76,4
9000,0%
70,3
8000,0%
7000,0%
6000,0%
5000,0% 29,7
4000,0% 23,6
19,7
3000,0%
2000,0%
1000,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

NO SI

78
Precariato, salute e qualità della vita: problemi e criticità

Con questa ricerca si è tentato di raccogliere informazioni e dati appartenenti ad universi


concettuali diversi ma che interagiscono in maniera profonda producendo effetti
sull’esistenza dei singoli individui, sulle loro famiglie e relazioni sociali, sulla loro salute e
qualità della vita, sulla loro produttività e creatività.
Abbiamo visto come molte ricerche in diversi campi hanno avvalorato la tesi degli effetti
negativi del precariato sui lavoratori, in termini psicologici, sociali e di salute,. Una ricerca
condotta dalla Fondazione Zancan, “Lavorare da precari. Effetti psicosociali della
flessibilità occupazionale17” (2006), evidenzia come vi sia “una tendenziale invadenza del
lavoro precario sulla vita quotidiana che ne condiziona il metter su casa, il vivere da soli,
lo sposarsi o il convivere con il partner, il fare dei figli, il regolare i propri investimenti e
consumi di dimensioni importanti, addirittura il gestire le spese quotidiane per i beni di
prima necessità e il tempo libero”.
Un’altra indagine, svolta dall’Istituto Iref in collaborazione con il Censis 18, sottolinea che i
costi e i benefici della flessibilità si distribuiscono in modo differente a seconda del grado
di vulnerabilità sociale dei lavoratori “atipici”. Le politiche di welfare che verranno
proposte e attuate dovranno tener conto del carattere mutevole delle biografie dei
“flessibili”, delle loro risorse, per fare in modo che la flessibilità del lavoro non si trasformi
in insicurezza esistenziale e non conduca verso l’esclusione sociale.
Riassumendo: abbiamo intervistato 1022 lavoratori e lavoratrici con un’età media di 33 anni,
216 femmine e 178 maschi occupati nel settore telecomunicazioni e 204 femmine e 424
maschi occupati nel settore metalmeccanico. Il 62% del campione è inquadrato con la
mansione di “impiegato” mentre il 17,6% con quella di “operaio”: il 40% lavora con
contratti a tempo determinato mentre il 60% ha contratti atipici (interinale, a progetto,
collaborazione occasionale, ecc.). Il lavoro è svolto a tempo pieno nel 70,8% dei casi
mentre il resto del campione è formato da lavoratori occupati quasi tutti part-time. Poco
più della metà del campione risulta essere nubile/celibe mentre un restante 41% è
rappresentato da soggetti coniugati (33%) o che si trovano in regime di convivenza (8%). Il
47,7% del campione dichiara che è trascorso un arco di tempo di circa 3 mesi dall’ultima
occupazione mentre nel 36,6% dei casi sono trascorsi da 6 mesi a oltre 1 anno prima di
trovare un nuovo lavoro o di avere il “rinnovo” del contratto precedente. Il 59,5% del
campione esaminato possiede un diploma di scuola media superiore e il 32,7% possiede
una laurea (di primo o di secondo livello) mentre il 3,2% possiede anche una
specializzazione post laurea.
Il 64,5% non è iscritto a nessun sindacato: si tratta di 659 lavoratori e lavoratrici su 1022.
Dalle risposte fornite alla domanda n. 23 emergono alcune delle cause di questa “mancata
iscrizione”. Il motivo principale che spinge le persone a non iscriversi è il “non sentirsi
17
Gli autori della ricerca sono: Guido Sarchielli, Elisabetta Mandrioli, Augusto Palmonari, Tiziana Vecchiato.
18
L’italia degli “atipici” tra vulnerabilità sociale, reti familiari e auto-imprenditorialità, Franco Angeli Editore, a cura
di Catania D., Vaccaro M.C., Zucca G., 2004. La ricerca segnala come all’interno della categoria dei lavoratori flessibili
vi siano i “flessibilizzati”, lavoratori precari che subiscono la flessibilità imposta dal nuovo mercato del lavoro
accettando qualsiasi mansione lavorativa, qualsiasi retribuzione, qualsiasi sacrificio necessario alla sopravvivenza.

79
rappresentato/a” (40,7%) seguito dal fatto che, secondo gli intervistati, il sindacato “non si
occupa dei problemi del precariato” (18,7%).
Dai dati emerge un certo “impegno sociale” dei soggetti esaminati che si esprime
attraverso la partecipazione alle attività di un’associazione sportiva e/o culturale, ad un
sindacato (25%), ad un partito politico (circa il 10%). I dati vanno letti tenendo presente
che a questa domande era possibile fornire più risposte e, quindi, che le stesse persone
possono svolgere più attività contemporaneamente (ad es. l’adesione ad un sindacato e ad
un partito politico) e considerando che il 35% del campione ha risposto che non svolge
nessuna di queste attività. Sembra, invece, esserci uno scollamento con una dimensione
più religiosa e spirituale che qui si “manifestava” attraverso la partecipazione alle attività
parrocchiali e/o ai gruppi di preghiera (solo l’8,3% hanno risposto positivamente pur non
essendo specificato il tipo di riferimento religioso). E’ significativo notare che la comunità
parrocchiale potrebbe svolgere un ruolo di supporto spirituale oltre che sociale che,
insieme a quello svolto da altri attori sociali come la famiglia, potrebbe fornire un sostegno
importante per l’esistenza delle persone, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Le risposte fornite segnalano una forte situazione di disagio psicologico ed emotivo nei
periodi di non occupazione, che si evidenzia attraverso il fatto che il 13,7% dei soggetti si
deprime e il 9,5% si sente angosciato mentre il 4,1% si sente confuso/a e non sa cosa fare e
l’8,7% non risponde alla domanda. Sono dati molto significativi che denotano il “periodo
di transizione”, momento di attesa spesso non definito temporalmente, come un momento
molto difficile per il lavoratore, come un periodo che rischia di far saltare l’equilibrio
psicologico, fisico e relazionale. Questi intervalli vanno ad incidere pesantemente anche
sul proprio bilancio e su quello dell’eventuale nucleo familiare: oltre l’80% del campione
ha dichiarato di aver avuto bisogno di chiedere un sostegno economico nella gestione
della “normale” vita quotidiana.
Inoltre vi è un sintomatico “sentimento di malessere” rispetto all’attività lavorativa che
riguarda circa il 30% dei lavoratori. Metà delle risposte fornite alla relativa domanda si
colloca all’interno di un’area problematica e multidimensionale di “sentimenti negativi”
che è formata da frustrazione, insicurezza, rabbia e depressione. L’ansia e la rabbia
prevalgono in maniera dominate il quadro e rendono conto del tipo di sentimenti che
un’attività lavorativa precaria genera nei lavoratori. I risultati aprono una finestra
sull’intimo mondo dei sentimenti, il “cuore”, di queste persone. Un mondo popolato di
rabbia e frustrazione è un mondo che nasconde un profondo dolore e sofferenza nei
lavoratori.
La “possibilità di progettare il futuro” rispetto alla propria condizione lavorativa è una
delle dimensioni sacrificate nella propria vita da lavoratori e lavoratrici precari. Si tratta di
un elemento importante perché concerne la dimensione del presente ma anche le speranze
future, l’orizzonte delle possibilità e delle prospettive concretamente raggiungibili. Anche
la propria creatività, che rientra nella sfera non solo artistica ma anche nell’importante
mondo dell’immaginazione delle persone, è un elemento che viene sacrificato. I giovani
confermano che la condizione lavorativa precaria condiziona fortemente la possibilità di
costruire una famiglia e di fare dei figli, due aspetti di un continuum che vede come
nucleo l’importanza della relazione affettiva profonda, quella di coppia, consolidarsi per
dare vita ad una famiglia. In un’altra ricerca in cui sono emersi risultati simili l’autrice

80
commenta: “Il lavoro è una sfera individuale sentita ora come espressiva, ora come una
scelta strumentale. Nonostante sia l’oggetto di una transizione culturale, il lavoro per la
donna non assume come per l’uomo, un peso dominante nella formazione dell’identità.
Ti dico subito cosa succede (commenta uno degli intervistati ndr), può essere che io sia
un po’ fissato, ma non riesco a vivere un rapporto decente […]. Quando ti presenti con
una ragazza non ti chiede mica cosa ti piace fare , che sport fai, che libri leggi…ti chiede
che lavoro fai?...e io vado in crisi!!! Io so chi sono, ma come faccio a spiegarlo agli altri?
Alle ragazze!! Come faccio a dirgli che a trent’anni vivo ancora con mamma e papà…”
(Rizzo A.M., op. cit., 2008).
Molti sono giovani senza speranza: le risposte fornite mostrano e confermano una realtà
drammatica: il 45% del campione esaminato afferma di aver perso la speranza di un futuro
migliore da un punto di vista lavorativo. Al primo posto tra i pensieri che procurano
sofferenza risalta la mancanza di una stabilità economica che, come abbiamo visto, non
permette una “continuità esistenziale” e una definizione di obiettivi di vita perseguibili
come la costruzione del rapporto di coppia che sfoci verso il matrimonio o la convivenza.
L’abitudine di bere alcolici (vino, birra o superalcolici), almeno una volta a settimana, è
abbastanza diffusa ma, soprattutto, l’ingestione di quantità di cibo eccessive e/o
l’assunzione di psicofarmaci rappresentano realtà che, percentualmente possono apparire
poco rilevanti, ma che in termini di impatto sulla salute e sull’equilibrio psicofisico dei
singoli soggetti vanno prese in seria considerazione.
Oltre la metà del campione (53,1%) risponde di soffrire almeno una volta alla settimana
almeno di disturbi riconducibili anche alla sua attuale condizione lavorativa, pur con una
discrepanza in termini percentuali tra i due settori analizzati che va dal 63,7% di quello
relativo alle telecomunicazioni al 46,5% del metalmeccanico. In particolare, il mal di testa e
l’emicrania sono i disturbi più frequenti ma colpiscono i lavoratori anche i dolori
muscolari e/o articolari, con una distribuzione analoga nei due settori indagati. Anche il
mal di stomaco e i disturbi nella sfera del sonno (probabilmente legati allo stress) sono
frequenti, confermando un’ipotesi che da più parti è stata proposta della correlazione tra
problemi di salute (inizio o aggravamento dei sintomi) e un rapporto di lavoro precario.
Dal punto di vista psicosomatico l’ansia e l’angoscia sembrano essere due dimensioni
dominanti, considerando anche l’agitazione e il panico, seguite da una forte irritabilità e
da una sensazione di esaurimento fisico. Una percentuale “minore” di soggetti manifesta
pensieri di morte e/o idee di suicidio che andrebbero maggiormente approfondite per
verificare l’effettivo rischio di messa in atto dei suddetti comportamenti.
E’ evidente come i lavoratori precari analizzati vivano negativamente e con sofferenza la
situazione lavorativa che si ripercuote sulla condizione psicologica (sentimenti, stati
d’animo, emozioni, ecc.), su quella fisica (si veda la domanda precedente) e su quella
relazionale. Nonostante il 56,4% del campione ha dichiarato di non avere problemi in
quest’ultimo ambito, l’area delle difficoltà relazionali di coppia, che comprende le
difficoltà relazionali, quelle a portare avanti una relazione stabile e i problemi nella sfera
della sessualità, riguarda però il 27% dei lavoratori e delle lavoratrici ed interessa in
maniera preponderante il settore delle telecomunicazioni (40,3%) e, nello stesso, coinvolge
maggiormente le donne, forse, per una loro maggiore “sensibilità” in questa direzione. Un

81
dato omogeneo tra i due settori è l’assenza di un partner che, pur potendo mascherare
ulteriori problemi della sfera affettiva, si attesta intorno al 16-17%.
Appare pertinente una riflessione del sociologo Zygmut Bauman sull’amore, il quale
sostiene che il paradosso della post-modernità liquida è il seguente: “Più si evitano
impegni stabili e duraturi per timore di esserne vincolati, più sentiamo bisogno invece di
relazioni solide e amici disponibili. Però siamo incapaci di fare il passo. Di fronte al “per
sempre” ci troviamo impauriti. Solo che, senza un impegno esclusivo e nel tempo, i nostri
legami sono fragili e anche il rapporto d’amore risulta esasperatamente insicuro. Questo
crea uno stato di ansietà permanente in cui è sprofondato l’uomo d’oggi. Un futuro oscuro
e gravido di conseguenze se non ci sarà un cambio di rotta” (intervista al sociologo
Zygmunt Bauman, a cura di Pierangelo Giovannetti, 2 febbraio 2006).
Circa il 38% delle donne intervistate ritiene che l’essere donna è una condizione
sfavorevole e discriminante che induce a svolgere un lavoro precario.
Un ultimo dato, che concerne le ultime due domande, colpisce: sono domande di carattere
“informativo” e sono state inserite sia per valutare la conoscenza di alcune importanti
disposizioni normative della Regione Lazio sia, contestualmente, per informare i
lavoratori e le lavoratrici della loro esistenza. Si tratta del “reddito minimo garantito” e del
“fondo di solidarietà per i mutui contratti anche dai lavoratori atipici che hanno perso il
posto di lavoro o hanno subito il mancato rinnovo del contratto”. Sono due rilevanti
interventi che hanno un’importante funzione economico-sociale per i lavoratori precari, i
quali possono presentare direttamente la domanda per accedere ai benefici previsti, e che
offrono un sostegno nei momenti di difficoltà, soprattutto in questo periodo di profonda
crisi economica e occupazionale. Le risposte fornite evidenziano una mancanza di
conoscenza di quelle norme (che rappresentano delle opportunità per i lavoratori precari)
che sfiora mediamente il 70% dei soggetti del campione: nel caso della prima domanda il
69,8% ha risposto di non conoscere la normativa relativa al reddito minimo garantito
mentre nel caso della seconda domanda il 76,4% non è a conoscenza del fondo di
solidarietà per i mutui. Sono valori significativi che denotano lavoratori poco informati sui
propri diritti, ma anche una dimensione della comunicazione pubblica istituzionale che
non riesce ad essere capillare e una scarsa azione comunicativa di tutte quegli attori sociali
(come i Centri per l’impiego) che avrebbero la funzione di far conoscere ai lavoratori le
opportunità offerte loro.
Attraverso i dati emersi si è aperto il velo che copre il mondo del precariato, realtà attuale,
contestata ma sempre viva, al centro del dibattito quando i lavoratori scendono in piazza
ma con poche offerte di soluzioni da parte degli interlocutori istituzionali.
Confermando molte informazioni e riflessioni che da più parti sono state fatte in questi
ultimi anni siamo giunti alla conclusione che: questo precariato fa male!
Fa molto male ai lavoratori e alle lavoratrici che lo devono subire per molti anni, con una
modalità che riporta a una modalità arcaica e ancestrale, alla dinamica servo-padrone.
Fa male al corpo e all’anima perché:
1) non permette di emanciparsi e di autonomizzarsi dalla famiglia di origine;
2) crea forme di instabilità psicologica e relazionale con difficoltà a costruire progetti
esistenziali e relazioni stabili compreso anche quello verso la convivenza e/o il
matrimonio;

82
3) rende quasi impossibile la crescita personale e l’autorealizzazione, oltre che lo
sviluppo della maternità e della paternità come dimensioni di sviluppo della
dimensione adulta;
4) mette a rischio di povertà e di esclusione sociale;
5) espone fortemente al rischio di abusi e vessazioni;
6) non permette avanzamenti di carriera;
7) non permette di maturare un’anzianità di servizio;
8) non permette di crearsi una base sicura neanche per il futuro (una pensione);
9) rende impossibile proiettarsi nel futuro;
10) uccide la speranza e alcune dimensioni spirituali dell’esistenza;
11) alimenta le disuguaglianze, lo scontro e i conflitti sociali.
I figli di questi genitori precari rischiano fortemente di essere figli che subiscono dal punto
di vista psicologico, fisico, esistenziale, le forti ripercussioni di un sistema sociale di questo
tipo. E’ tutto un sistema ad entrare in crisi e a soffrire: non dimentichiamoci dei genitori
che hanno cresciuto questa generazione di lavoratori precari, che gli hanno potuto offrire
spesso un certo benessere economico, e che oggi vedono i figli impoverirsi e perdere le
sicurezza conquistate con tanti sacrifici. Si tratta di un salto nel passato dove i lavoratori
erano “invisibili” e senza diritti.
A questo punto si impone una considerazione di carattere normativo, che ha un profondo
valore etico, sul “rispetto delle regole”, connessa agli aspetti relativi alla salute e alla
qualità della vita. Si tratta della riflessione sull’applicazione delle tipologie contrattuali
adottate oggi in Italia, anche nelle Pubbliche Amministrazioni, e sulla povertà economica e
sulle difficoltà esistenziali che vengono indotte nei lavoratori che devono lavorare
precariamente per anni. Gli articoli 35 e 36 della Costituzione italiana che così recitano “La
Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e
l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le
organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la
libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale e tutela
il lavoro italiano all’estero” e “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata
alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla
famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è
stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite
e non può rinunziarvi”. Quello che accade nella realtà è la negazione di queste norme
fondamentali e, quindi, rappresenta la distruzione dell’assetto sociale e della convivenza
civile su cui è fondata la nostra democrazia.
Vogliamo concludere riportando le parole del protagonista del film “Generazione 1000
euro” che così esordisce: “Quand’ero bambino non facevo altro che pensare a come sarei
stato da grande, cosa avrei fatto nella vita, che tipo di persona sarei diventato e tra i mille
sogni che facevo alla fine sceglievo sempre lo stesso: ci sono io che dormo beato nel mio
grande letto della mia bella casa e poi inizia bellissima la mia canzone preferita, io però
resto immobile, con gli occhi chiusi, e lì aspetto una cosa ancora più bella: il bacio della
persona con cui ho deciso di condividere il mio letto e la mia vita”.
Sono parole che traducono le immagini di un sogno, i suoi colori, la sua musica ma sono
parole che ci comunicano come dietro i lavoratori e le lavoratrici precarie c’è un mondo

83
fatto di speranze, desideri e aspettative, sentimenti profondi ed emozioni ma, soprattutto,
del bisogno di amare, di essere amati e di poter costruire una famiglia.

84
Conclusioni e indicazioni operative per i decisori politici, per il
“sindacato” e per gli imprenditori

L’articolo 4 della nostra Costituzione recita “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il
diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni
cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta,
un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Ma è cambiato e sta ancora cambiando il posto e il ruolo che il lavoro assume nel progetto
esistenziale delle donne e degli uomini. Il lavoro dal punto di vista sociale, oltre a
permettere l’autonomia e l’emancipazione dalla famiglia di origine, ha l’importante
funzione di strumento di autorealizzazione personale oltre che di riconoscimento sociale.
Oggi in Italia le strategie occupazionali sono orientate a “promuovere” il cosiddetto lavoro
“flessibile”: in questo contesto Regione Lazio è stata la prima in Italia a siglare l’accordo
con i rappresentanti regionali datoriali e sindacali sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali
in deroga19 per sostenere i lavoratori coinvolti in crisi aziendali particolari comprendendo
nei benefici alcuni lavoratori atipici. Inoltre, all’interno delle misure anticrisi adottate dalla
Regione, è stato incluso il “Piano Straordinario per il contrasto del precariato” che dispone
di un fondo totale di 13,5 milioni di euro per la stabilizzazione dei lavoratori occupati con
contratti atipici.
Abbiamo visto che “Esiste precarietà quando la traiettoria del lavoratore nel mercato del
lavoro non gli permette di consolidare un livello di redditi, una professione, una stabilità
che rendano possibile pianificare il futuro e integrarsi nella vita sociale in modo adeguato”
(Gallino L., Il costo umano della flessibilità, Laterza, Roma-Bari, 2000, p. 23.)
Anche l’Ufficio C.E.I. per i problemi sociali e il lavoro ha lanciato l’allarme su questo
fenomeno sociale affermando che “sta crescendo una generazione senza stabilità e senza
identità. Il non poter contare su un lavoro stabile impedisce la progettualità, con
conseguenze negative sia sull’individuo che sulle relazioni familiari e sociali. La
flessibilità, pur utile come mezzo per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro e per
regolare i tempi dell’occupazione sulle esigenze di vita delle persone – continua il
Direttore dell’Ufficio20 - si è trasformata in uno strumento nelle mani delle aziende per
abbattere i costi del lavoro e per precarizzare le persone”.
La ricerca da noi condotta ha dimostrato che la condizione di ricattabilità e di soggezione
psicologica, all’interno di un’organizzazione del lavoro che spesso tiene conto
esclusivamente di necessità meramente produttive, incidono fortemente anche sulla salute
e sulla qualità della vita, sul senso di identità, sull’autostima dei lavoratori e della
lavoratrici, oltre che sulle relazioni sociali, di coppia e familiari e sulla visione del futuro.
Per indagare questi aspetti abbiamo inserito nell’indagine sia variabili e condizioni
oggettive che percezioni soggettive dell’universo “precario”, proprio al fine di

19
L’intesa sottoscritta con il Ministero del Lavoro ha permesso alla Regione di stanziare 660 milioni di euro, di cui 440
di provenienza statale e 220 di provenienza regionale (utilizzando il Fondo Sociale Europeo).
20
Mons. Paolo Tarchi conclude la sua analisi indicando come se gestita adeguatamente “la flessbilità potrebbe
consentire di accumulare conoscenze ed esperienze, valorizzare i saperi, di gestire senza rigidità il proprio tempo in
modo da adeguarlo alle proprie esigenze di vita, a quelle della propria famiglia e dei figli. Occorre creare strumenti che
consentano di vivere l’angoscia del ‘cosa mi succederà domani’”.

85
comprendere il contesto in cui si muove questa tipologia di lavoratori e il loro mondo
soggettivo, l’anima come luogo dei sentimenti, che viene spesso ad essere annientato con
ritmi impossibili, attività disgreganti e remunerazioni svalutanti. Dalla ricerca emerge che
questo stato di cose crea un effetto forte e diretto su tutte le altre sfere della vita pubblica e
privata dei lavoratori precari.
Il collegamento tra precariato lavorativo ed esistenziale, come l’instabilità della condizione
lavorativa, determinata anche dalle “pause” tra la fine di contratto e l’inizio del successivo,
mina profondamente la continuità dell’esperienza attraverso la quale si costruisce
un’esistenza stabile e sulla cui base si può progettare un futuro, collocando al giusto posto
le relazioni affettive all’interno di questo futuro e il “ruolo” che si viene ad assumere
(l’essere compagno/a, marito/moglie, padre/madre).
Pur rilevando alcune differenze tra i due settori oggetto di analisi, quello delle
telecomunicazioni e quello metalmeccanico, vi è una certa profonda analogia nelle
esperienze vissute e nelle conseguenze subite dai lavoratori precari che sperimentano
questo tipo di modalità lavorativa. Come se il precariato fosse una forma esistenziale (che
diventa sostanza nell’esperienza di vita) che, travalicando i ruoli e le mansioni svolte,
porta i lavoratori all’interno di un mondo dai limiti angusti, dalle poche speranze,
dall’alienazione esasperata, dai ritmi disumani.
E’ pur vero che, come è stato suggerito da alcuni autori, bisogna operare una distinzione
tra i lavoratori flessibili ad alta specializzazione, che lavorano in condizioni di autonomia e
responsabilità (consulenti, ecc.), contrattualmente forti, e i “working poor”, i deboli, che
occupano posti di lavoro a qualificazione medio-bassa, esposti al rischio di povertà,
lavorativa ed economica, a forte rischio di esclusione sociale (Beck U., op. cit.).
Come spesso accade la flessibilità, se applicata con una modalità legata solo alla logica del
risparmio per l’azienda e non come opportunità e possibilità di inserimento nel mondo del
lavoro, frantuma e disgrega quotidianamente la vita sociale, l’equilibrio psicologico, i
sentimenti e gli affetti, il legame con l’azienda stessa e la salute dei lavoratori e delle
lavoratrici.
In questo senso il sistema politico, sindacale, delle imprese, si devono impegnare e fare
sistema – come richiesto anche dai lavoratori in questa indagine – con l’obiettivo di rendere
la flessibilità una forma tollerabile e costruttiva di lavoro, attraverso azioni di protezione
che vadano nella direzione di offrire maggiore continuità lavorativa e nello sviluppo di
percorsi di riconoscimento di anzianità e dei livelli di carriera raggiunti dai precari.
Le politiche per il lavoro e di welfare, che devono essere in grado di accompagnare anche
nella tutela dei diritti (contrattuali, di adeguatezza salariale, di conciliazione tra tempi di
vita e tempi di lavoro, ecc.), devono basarsi su un’etica che riconosca come proprio
fondamento il rispetto della dignità dell’uomo e la tutela della sua integrità psicofisica.
Dai risultati emersi abbiamo ricavato alcune indicazioni operative da seguire nel mettere in
atto politiche e azioni di welfare21 per il sostegno dei lavoratori precari e delle loro famiglie
e di contrasto al precariato, che sono le seguenti:
21
Segnaliamo anche che recentemente è s tato presentato in Senato un disegno di legge di riforma del mercato del
lavoro (DDL n. 2000): l’istituzione di un contratto unico a tutele progressive (CUI). E' un modo per conciliare la
flessibilità in ingresso richiesta dalle imprese con le esigenze di stabilità dei lavoratori. Il Cui è da subito un contratto a
tempo indeterminato e la protezione contro il rischio di licenziamento viene fornita fin dal primo giorno. La
contrattazione collettiva può cambiare le regole del Cui rendendole ancora più protettive nei confronti dei lavoratori.
Inoltre non proibisce altre formule contrattuali, ma mira a un loro forte ridimensionamento scoraggiandone l’abuso.

86
1) avviare un Comitato permanente per il lavoro dignitoso e le pari opportunità, tra la
Regione Lazio, che ne avrebbe la regia, e i sindacati confederali, i rappresentanti
datoriali (piccola e media impresa, artigianato, commercio, agricoltura, ecc.), il
mondo dell’università e della ricerca scientifica e quello del terzo settore, con la
funzione di definire strategie congiunte di azioni per contrastare specificamente il
fenomeno del precariato, raccogliere elementi di conoscenza specifica sull’entità,
sulla tipologia e sulle problematiche dei lavoratori atipici impiegati e promuovere
best practice orientate ad incentivare il lavoro stabile;
2) attivare specifici Servizi psicosociali per i lavoratori flessibili e per il contrasto al fenomeno
della precarietà con il compito di sostenere ed orientare i lavoratori (sopratutto nei
periodi di non occupazione), sia all’interno delle pubbliche amministrazioni che
all’interno dei Centri per l’impiego e in partnership con i sindacati. L’obiettivo di
queste strutture è quello di sostenere dal punto di vista psicologico e sociale, nei
momenti di difficoltà incontrati, di informare sui diritti connessi agli aspetti
contrattuali, previdenziali e di orientare i lavoratori nei processi formativi che
possono favorire la definizione di una professionalità spendibile sul mercato e di un
futuro maggiormente “protetto”;
3) definire politiche di welfare e di sviluppo mirate a offrire un maggiore sostegno ai lavoratori
precari e alle loro famiglie sotto il profilo economico, sotto il profilo dei servizi (asili
nido, servizi di sostegno alla genitorialità, ecc.) e sotto il profilo comunicativo
(diffusione capillare dell’informazione sui diritti e sui benefici disponibili per i
lavoratori).
La nostra ricerca ci ha condotto nel cuore dei problemi che vivono quotidianamente i
lavoratori e le lavoratrici.
Abbiamo visto come il precariato appartenga alla nostra società liquida, relativistica,
dominata spesso, ma non sempre dalla logica del profitto. Questa modalità lavorativa è
un prodotto viscido e multiforme di un sistema sociale che lo ha creato e che lo alimenta.
Potremmo definirlo il “lavoro liquido 22” che dal punto di vista psicologico ha un effetto
devastante su almeno metà dei lavoratori indagati e produce un quadro clinico che
proponiamo di definire come “Sindrome del precario 23” che presenta sintomi diffusi come
ansie, angosce, disturbi psicosomatici e problemi di identità.
Senza una “base sicura”, il lavoro, non è possibile costruirsi un’identità stabile. E’ qui che
l’attività lavorativa incide sulla mente, sul corpo, sulle emozioni, sulle percezioni, sugli
affetti. La vita di questi lavoratori non si presenta come una narrazione lineare, in questo
processo non è più possibile costruire il filo rosso della propria esistenza e, spesso, vi è una
confusione nell’individuazione dei bisogni primari e di quelli secondari poiché la

22
Il concetto fa riferimento alla teorizzazione del sociologo Zygmunt Bauman che ha definito la “vita liquida” e la
“modernità liquida”, due dimensioni intimamente profondamente connesse tra loro. Sostiene l’autore che “«Liquido» è
il tipo di vita che si tende a vivere nella società liquido-moderna. Una società può essere definita «liquido moderna» se
le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini
e procedure. Il carattere liquido della vita e quello della società si alimentano e si rafforzano a vicenda. La vita liquida,
come la società liquido-moderna non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo”. (Bauman
Z., Vita liquida, Laterza, 2006, pag. VII).
23
In ambito psichiatrico le principali sindromi correlabili ad eventi lavorativi sono i Disturbi dell’adattamento, la
Reazione acuta da stress e la Sindrome post-traumatica da stress (INAIL, Patologia psichica da stress, mobbing e
costrittività organizzativa, 2005). La nostra ipotesi, di una “nuova” sindrome, è un’idea che sicuramente andrebbe
maggiormente approfondita attraverso ulteriori studi e ricerche.

87
soddisfazione di un bisogno immediato appare come l’unica possibilità di definirsi e
agganciarsi ad una identità provvisoriamente costruita e sostenuta (acquistare l’auto o il
telefonino piuttosto che stabilire relazioni significative) 24.
Le due modalità stereotipate con cui vengono spesso definiti i lavoratori precari, i
“bamboccioni” e “generazione 1000 euro”, rappresentano due dimensioni composite che
rischiano di far perdere di vista la complessità del fenomeno. Esistono giovani adulti che
hanno difficoltà ad uscire dall’ambiente familiare per affrontare l’ardua sfida
dell’emancipazione ma, come abbiamo visto nel nostro campione, esistono uomini e
donne che affrontano con coraggio e determinazione la sfida quotidiana del lavoro,
impegnandosi e tentando di migliorare la propria condizione si costruiscono una famiglia
e mettono al mondo dei figli, pur con risorse limitate.
Ormai è evidente che non si tratta di una sola generazione implicata bensì di diverse
generazioni coinvolte in questo fenomeno che non conosce generazioni, che fa sentire i
propri effetti sia sui padri che sui figli a livello transgenerazionale, sui nonni e sui nipoti.
Il quadro che si è profilato rivela una realtà drammatica nella sua pervasività e diffusione,
che incide su tutti gli aspetti della vita di queste persone: la salute psicofisica, la
sopravvivenza quotidiana, l’identità personale e professionale, l’affettività, la
progettualità, la socialità, la coniugalità e la genitorialità.
Condividiamo la proposta di Pierpaolo Donati che parla della necessità di proporre un
“welfare relazionale” per i figli, cioè di impostare le politiche pubbliche con un concetto
relazionale, generativo, delle nuove generazioni che sono figlie di famiglie a cui bisogna
dare attenzione25 (Donati P. (a cura di), Il costo dei figli. Quale welfare per le famiglie?,
Rapporto Famiglia CISF 2009). Anche un valore diverso del fare impresa dovrebbe essere
impostato proprio sul concetto di relazionalità, intesa come reciprocità di diritti e doveri
che deve coinvolgere imprese e lavoratori, per evitare che la vita aziendale venga ritagliata
esclusivamente su alcuni bisogni dell’azienda stessa26.
Vogliamo concludere questa nostra ricerca riportando una riflessione estremamente
puntuale ed approfondita su tema: “Dal punto di vista sociale, i sistemi di protezione e
previdenza […] faticano e potrebbero faticare ancor più in futuro a perseguire i loro
obiettivi di vera giustizia sociale entro un quadro di forze profondamente mutato. […] Il
mercato ha stimolato nuove forme di competizione tra gli Stati allo scopo di attirare centri
produttivi di imprese straniere, mediante vari strumenti, tra cui un fisco favorevole e la
deregolamentazione del mondo del lavoro. Questi processi hanno comportato la riduzione
delle reti di sicurezza sociale in cambio della ricerca di maggiori vantaggi competitivi nel
mercato globale, con grave pericolo per i diritti dei lavoratori, per i diritti fondamentali
dell’uomo e per la solidarietà attuata nelle tradizionali forme dello Stato sociale. […]
L’estromissione dal lavoro per lungo tempo, oppure la dipendenza prolungata
dall’assistenza pubblica o privata, minano le libertà e la creatività della persone e i suoi
24
Si veda anche l’articolo “Psiche precaria” a cura del dr. Maurizio Capezzutto.
25
L’autore sostiene che “Tutta la società, non solo lo Stato, deve farsi carico di un equilibrato ricambio generazionale,
che includa gli immigrati, e sia generativo delle nuove generazioni. Le politiche sociali relazionali nascono quindi da
una nuova visione culturale della posizione dei figli nella società e contribuiscono a creare una nuova cultura e un
nuovo welfare relazionale dell’infanzia e dei giovani, basandosi sulla distinzione ‘benessere relazionale versus
benessere non relazionale’. Il suo slogan è ‘ de mercificare il welfare dei figli’ ”.
26
Sottolineiamo come tutte le moderne teorie della psicologia del lavoro e tutti gli studi sulle dinamiche organizzative
segnalano come una disattenzione ai bisogni delle persone, le risorse umane, crea problemi di conflittualità, di perdita di
produttività, di cattiva immagine all’esterno, ecc. e, quindi, anche danni economici all’azienda.

88
rapporti familiari e sociali con forti sofferenze sul piano psicologico e spirituale.
Desidererei ricordare a tutti, soprattutto ai governanti impegnati a dare un profilo
rinnovato agli assetti economici e sociali del mondo, che il primo capitale da
salvaguardare e valorizzare è l’uomo, la persona, nella sua integrità: “L’uomo infatti è
l’autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale” (Papa Benedetto XVI, Lettera
enciclica Caritas in veritate, 2009).
Se la crisi non diventerà un’occasione di cambiamento, da molte parti invocata, insieme a
un’intera generazione di giovani, distruggeremo irreparabilmente le nostre possibilità di
costruire un futuro di benessere e di pace per gli uomini e le donne che stanno nascendo,
per le coppie che si stanno formando, per le famiglie che stanno vivendo, per i figli, per le
nuove e le vecchie generazioni.

89
Bibliografia

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91
Sitografia

www.acrobati.net
Il sito promosso dal UIL CPO di Roma e del Lazio, il sindacato dei lavoratori atipici, che da 10 anni
organizza nella UIL tutti coloro che sperimentano le nuove ed “originali” forme di lavoro.
Acrobati.net è uno spazio dedicato agli acrobati del mondo del lavoro, a coloro che sono costretti a
camminare sul filo della precarietà, a tutti coloro che pur di arrivare a “fine mese” si cimentano in
acrobazie sempre più difficili.

www.ausl.bologna.it
Intervista a Guido Sarchinelli, professore ordinario di Psicologia del lavoro, Facoltà di Psicologia,
Università di Bologna.Implicazioni psicologiche del lavoro precario e implicazione tra lavoro
precario e salute.

http://cbr.debord.ortiche.net
La precarietà, unica certezza del lavoro. Rapporto tra precarietà e sicurezza sul lavoro, tra
precarietà e rischi psicologici. Viene infine presentato il questionario posto a ventitre lavoratori
precari, provenienti da cinque diversi dipartimenti di tre università italiane, e l’elaborazione dei
relativi risultati.

www.consiglieraparita-provincialodi.it
Il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano – Bicocca in collaborazione con
la consigliera di Parità della Provincia di Lodi indagano, attraverso un questionario, sulla
condizione di disagio psicologico ed economico sociale scaturita da una situazione di
precarietà/atipicità professionale.

http://dirittolavoro.altervista.org
Famiani M., Monti C., Tomei G. (Cattedra, Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro e
Corso di Laurea in Tecniche della Prevenzione negli Ambienti e Luoghi di Lavoro, Università degli
Studi di Roma “La Sapienza”: Ordinario, Direttore e Presidente Prof. Franceso Tomei) hanno
realizzato un’indagine riguardante il lavoro precario e i suoi relativi rivolti sulla sfera psico-sociale.

www.generaztion-p.org
Battezzato con il nome di Generation P, si tratta di un network nato per contrastare l’abuso di
Lavoro Temporaneo in Europa e composto da associazioni e/o community particolarmente attive nei
propri rispettivi Paesi nella lotta alla Precarietà: Génération Précaire (Francia), DGB-Jugend
(Germania), Fairwork e.V., Germany Plattform Generation Praktikum (Austria), European
Parliament Stagiaires Association (Belgio) e Generazione Mille Euro (Italia).

www.girodivite.it
Questionario per collaboratori (coordinati e continuativi, con partita IVA, occasionali) e lavoratori
a progetto, realizzato da Tassinari Letizia . Il questionario è anonimo e verrà utilizzato per
formulare proposte di politiche del lavoro adeguate alle esigenze dei lavoratori.

92
www.gpf.it
Differenze tra lavoratori a tempo indeterminato e lavoratori precari, a livello socioculturale. I dati
evidenziano che il lavoratore precario è più centrato su suoi problemi individuali e ha meno
interesse per i temi collettivi.

http://hesa.etui-rehs.org
Indagine effettuata attraverso un questionario sul lavoro precario e sulla salute dei precari, a
Bologna, nel Giugno del 2005. Il questionario è stato preceduto da una campagna informativa per
raggiungere ed informare i destinatari, e per aumentare la risposta.

www.ilmiopsicologo.it
Indagine Ires CGIL sul precariato e la conseguente insoddisfazione dei giovani, per quanto concerne
l’ambito lavorativo e la loro condizione precaria. L’indagine è stata condotta su un campione di
1600 lavoratori distribuiti sul territorio nazionale.

www.intrage.net
Vengono riportati i risultati della ricerca del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di
Bologna, in collaborazione con l’Enea di Bologna, sulle conseguenze del lavoro precario sulla salute.

www.opsonline.it
La precarietà crea molti disturbi d’ansia. Vengono proposte cinque regole psicologiche per
sopravvivere al precariato.

http://osha.europa.eu
L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro ha effettuato studi per realizzare una
previsione sui rischi psicosociali emergenti sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.

www.osr.regione.abbruzzo.it
Il lavoro precario fa male alla salute. William Alberghini, che ha coordinato lo studio della Ausl,
commenta i risultati di questa indagine.

www.parrocchiainsieme.it
La Chiesa ed il mondo cattolico riflettono sulle conseguenze della precarietà.

www.pmli.it
Inchiesta nazionale Fiom sulle condizione dei metalmeccanici in Italia: sfruttamento, lavoro
precario, orari di lavoro eccessivamente flessibili, redditi mensili medi molto bassi, poca sicurezza e
ripercussioni sul lavoro.

www.proteo.rdbcub.it
Le conseguenze della “flessibilizzazione” sulla vita del lavoratore precario, analizzate attraverso
l’elaborazione di un film documentario, prodotto dall’Associazione Mondi Visuali e dall’Archivio
Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, dal titolo “Vite Flessibili”.

93
www.psicologi-italia.it
La precarietà nei paesi ricchi, tra cui l’Italia. Gli effetti primari e secondari, gli aspetti psicologici e
la creatività che la precarietà stimola.

www.repubblica.it
Gli effetti del lavoro precario sulla salute, lo studio dell’Osha, Agenzia Europea per la sicurezza e la
salute sul lavoro.

www.superabite.it
Studio pubblicato dall’Osha, l’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, definisce i
nuovi rischi per la salute dei lavoratori che hanno nuove forme di contratto lavorativo tra quelle
emerse nell’ultimo anno.

www.telos-aipc.it
E’ il sito dell’Associazione Italiana di Psicoterapia Comunicativa che, fondata nel 1993, si occupa
dello studio, della ricerca, dell’applicazione clinica e alla divulgazione della Psicoterapia
Comunicativa. L’Associazione offre formazione/consulenza a progetti di studio, ricerca e intervento
sul tema del mobbing e sui temi connessi alle patologie psichiche inerenti l’attività lavorativa.

www.unibas.it
Indagine sul precariato nell’Università e nella Ricerca in Basilicata. Il questionario è lo stesso
utilizzato per un’approfondita indagine su scala nazionale.

www.wikipedia.it
Enciclopedia libera alle voci “precariato”, “contratto di lavoro”, “flessibilità”.

94
Appendice 1.

Questionario di indagine

Alle domande presenti nel questionario è possibile rispondere semplicemente apponendo una
crocetta esattamente sul numero della voce che si intende evidenziare, ad esempio:
Domanda: Effettua dei turni?
X Sì – specificare (notturni, festivi, ecc.)____________________
2. No

Inoltre per alcune domande, quando verrà indicato nel testo della domanda, è possibile indicare più
risposte mentre a volte è necessario indicare nella risposta un numero (è il caso dell’età) o
specificare una informazione (è il caso della cittadinanza), ad esempio:
Domanda: Effettua dei turni?
X Sì – specificare (notturni, festivi, ecc.)_festivi_________________
2. No

AREA INFORMAZIONI SOCIO-ANAGRAFICHE E DEMOGRAFICHE

1. Genere: Maschio Femmina

2. Età: ……..(anni)

3. Regione di nascita: __________________________________

4. Cittadinanza: _______________________________________

5. Stato civile:
1. nubile/celibe
2. in regime di convivenza
3. coniugato/a
4. separato/a
5. separato/a legalmente
6. divorziato/a
7. vedovo/a

6. Figli:
1. ha figli
- n. figli totale ____n. figli da 0-3 anni________; da 3-12 anni________; da12 in poi________
2. non ha figli

7. Con chi vive (è possibile indicare anche 2 risposte)?


1. da solo
2. con il marito/moglie/convivente
3. con i genitori
4. con un solo genitore – se sì specificare quale: ____________

95
5. con fratelli/sorelle – se sì specificare quanti: _____________
6. con i nonni
7. con i figli – se sì specificare quanti: ____________________
8. con altre persone – se sì specificare:____________________

8. L’abitazione presso cui abita è:


1. di proprietà
2. in affitto
3. in comodato
4. altro – specificare:______________________

AREA SITUAZIONE LAVORATIVA E DI CARRIERA

9. Qual è il Suo lavoro attuale (occupazione fonte ISTAT)?


1. operaio/a
2. artigiano/a
3. commerciante
4. impiegato/a
5. casalinga
6. studente/ssa
7. disoccupato/a
8. pensionato/a
9. libero professionista
10. imprenditore
11. altro – specificare dettagliatamente:_________________________________________

10. Di che natura è il Suo rapporto di lavoro:


1. dipendente a tempo determinato
2. contratto di lavoro a progetto
3. collaborazione occasionale
4. interinale
5. libero professionale con Partita IVA
6. socio lavoratore di cooperativa
7. stagionale
8. altro – specificare:____________________________________

11. Che scadenza ha il suo attuale contratto: ______/________ (mese/anno)

12. Si tratta di un lavoro a:


1. tempo pieno
2. part-time orizzontale
3. part-time verticale
4. occasionale
5. altro - specificare: _____________________________

13. Effettua dei turni:


1. sì – specificare (notturni, festivi, ecc.)__________________
2. no

14. E’ previsto un rinnovo del contratto in essere o la stipula di un nuovo contratto?


1. sì
2. no

96
3. non so
4. altro_______________________________________________

[Se nel Suo nucleo familiare è presente un coniuge o un convivente risponda alle prossime due
domande - nn. 15 e 16 - altrimenti prosegua oltre riprendendo a rispondere dalla domanda n. 17]

15. Qual è il lavoro attuale del suo coniuge/convivente (occupazione fonte ISTAT)?
1. operaio/a
2. artigiano/a
3. commerciante
4. impiegato/a
5. casalinga
6. studente/ssa
7. disoccupato/a
8. pensionato/a
9. libero/a professionista
10. imprenditore/ice
11. altro – specificare dettagliatamente:_________________________________________

16. Di che natura è il rapporto di lavoro del Suo coniuge/convivente:


1. dipendente a tempo determinato
2. contratto di lavoro a progetto
3. collaborazione occasionale
4. interinale
5. libero professionale con Partita IVA
6. socio lavoratore di cooperativa
7. stagionale
8. altro – specificare:____________________________________

17. Il reddito netto mensile del Suo nucleo familiare è attualmente:


1. inferiore a 1.000 euro
2. tra i 1.000 e i 1.500 euro
3. tra i 1.500 e i 2.000 euro
4. oltre 2.000 euro

18. Qual è stato l’ultimo lavoro che ha svolto?


specificare dettagliatamente:_____________________________________________________

19. Quanto tempo è trascorso tra la sua ultima occupazione e l’occupazione attuale?
1. 3 mesi
2. 6 mesi
3. 1 anno
4. Oltre 1 anno

20. Quale titolo di studio possiede?


1. licenza elementare
2. diploma di scuola media superiore
3. diploma universitario
4. laurea
5. laurea magistrale o specialistica
6. specializzazione post laurea (Master, Dottorato di ricerca, Scuola di specializzazione)

97
21. Sta frequentando un corso di studi?
1 sì. Quale:__________________________________________
2. no

22. Nell’Azienda nella quale lavora sono presenti rappresentanti sindacali?


1. sì
2. no
3. non so

23. E’ iscritto/a a qualche sindacato?


1.si
2. no – perché (specificare):
a. non mi sento rappresentato/a
b. non si occupano dei problemi del precariato
c. non ho fiducia nel sindacato
d. ero iscritto/a e sono rimasto/a deluso/a
e. non serve a nulla
f. altro – specificare_________________________________________

AREA TEMPO LIBERO E SOCIALIZZAZIONE

24. Lei è iscritto, simpatizzante o frequenta almeno una volta ogni 15 giorni (sono possibili più
risposte) ?
1. un partito politico
2. un’associazione culturale
3. la parrocchia e/o gruppi di preghiera
4. un sindacato
5. un’associazione sportiva
6. un comitato
7. un movimento cittadino per la tutela dei diritti
8. Altro – specificare: _________________________________________________

25. Nel Suo nucleo familiare chi si occupa dell’accudimento e della cura dei bambini (portarli a
scuola, dare loro da mangiare, ecc.):
1. generalmente lei da solo/a
2. generalmente lei insieme a ________________________
3. la baby sitter
4. il/la nonno/a
5. altro - specificare:________________________________

26. Nel Suo nucleo familiare chi si occupa di fare la spesa e del disbrigo delle faccende
domestiche?
1. generalmente lei da solo/a
2. generalmente lei insieme a ________________________
3. la baby sitter
4. il/la nonno/a
5. altro - specificare:________________________________

98
27. Riesce a conciliare i suoi tempi di lavoro con i tempi della Sua vita (famiglia, figli, amicizie,
ecc.)?
1. sì
2. solo in parte
3. no
4. non saprei
5. altro_____________________________________________________________

28. Come trascorre il tempo tra la fine di un contratto e l’inizio di un altro?


1. mi deprimo
2. mi sento angosciato/a
3. mi sento confuso/a e non so cosa fare
4. mi metto in cerca di un nuovo lavoro
5. mi prendo una vacanza
6. mi dedico alla famiglia
7. altro – specificare:__________________________________________________

29. Le capita o le è capitato di avere difficoltà economiche nella gestione della normale vita
quotidiana e di dover:
1. chiedere un prestito alla banca
2. chiedere un prestito ad una finanziaria
3. chiedere un prestito a parenti e/o amici
4. svolgere un secondo lavoro
5. altro – specificare:__________________________________________________

AREA BISOGNI PSICOLOGICI E PROSPETTIVE ESISTENZIALI

30. Osservando l’esistenza che conduce attualmente come la definirebbe:


1. molto soddisfacente
2. soddisfacente
3. normale
4. insoddisfacente
5. molto insoddisfacente

31. L’attività lavorativa che svolge la fa sentire (è possibile indicare fino a 3 risposte):
1. felice
2. frustrato/a
3. sicuro/a di sé
4. insicuro/a di sé
5. depresso/a
6. ansioso/a
7. arrabbiato/a
8. altro – specificare:__________________________________________________

32. Quale dei seguenti ambiti ha sacrificato nella sua vita a causa della Sua condizione lavorativa?
1. il matrimonio/la famiglia
2. i figli
3. la creatività
4. la possibilità di progettare il futuro
5. la possibilità di proseguire gli studi
6. altro – specificare:__________________________________________________

99
33. Le capita di sentire di aver perso la speranza di migliorare la propria posizione lavorativa
verso un futuro migliore?
1. sì
2. no
3. non so

34. Quali sono gli aspetti della Sua condizione lavorativa che la preoccupano maggiormente?
(indicare 3 risposte)
1. l’incertezza rispetto al futuro
2. l’assenza di tutele riguardo alla salute e sicurezza sul luogo di lavoro
3. la scarsa retribuzione
4. i continui cambiamenti e lo scarso legame con l’Azienda
5. la forte conflittualità con i colleghi
6. la mancanza di riconoscimenti e crescita professionale
7. l’esposizione ai soprusi e al fenomeno del mobbing
8. altro – specificare:___________________________________________________

35. Quale tra questi pensieri, in relazione alla Sua situazione lavorativa, le procura sofferenza?
(indicare 3 risposte)
1. non potersi costruire una famiglia
2. non poter avere dei figli
3. non poter acquistare una casa
4. non avere una stabilità economica
5. sentirsi un’identità indefinita come persona
6. la paura di non essere apprezzato/a dagli altri
7. sentirsi incapace di realizzarsi
8. altro – specificare:___________________________________________________

36. Secondo Lei su quali di questi fattori il sindacato e la politica dovrebbe concentrare le proprie
azioni per migliorare le condizioni lavorative dei lavoratori precari? (è possibile indicare fino a 3
risposte)
1. sull’instabilità della condizione lavorativa
2. sulla discontinuità nei pagamenti degli stipendi
3. su una maggiore attenzione per la salute e per la sicurezza sul lavoro
4. sull’approvazione di norme specifiche a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici
5. sulla mancanza di un sostegno economico nei periodi di non occupazione
6. sul contrasto al fenomeno del mobbing
7. sull’offerta di asili nido e di ammortizzatori sociali
8. altro – specificare:__________________________________________________________

AREA SALUTE E QUALITÀ DELLA VITA

37. Le capita di adottare almeno una volta a settimana qualcuno dei seguenti comportamenti (sono
possibili più risposte)?
1. fumare sigarette – se sì specificare quante______________________________________
2. bere vino, birra o superalcolici – se sì quali: ____________________________________
3. assumere sostanze stupefacenti – se sì quali: ____________________________________
4. ingerire una quantità di cibo eccessiva
5. assumere psicofarmaci (ansiolitici, sonniferi, ecc.) – se sì quali:
_______________________________________________________________________
6. altro – specificare cosa:_____________________________________________________

100
38. Le capita di adottare almeno una volta al mese qualcuno dei seguenti comportamenti (sono
possibili più risposte)?
1. fumare sigarette – se sì specificare quante______________________________________
2. bere vino, birra o superalcolici – se sì quali: ____________________________________
3. assumere sostanze stupefacenti – se sì quali: ____________________________________
4. ingerire una quantità di cibo eccessiva
5. assumere psicofarmaci (ansiolitici, sonniferi, ecc.) – se sì quali:
_______________________________________________________________________
6. altro – specificare cosa:_____________________________________________________

39. Le capita di soffrire almeno una volta a settimana di qualcuno dei seguenti disturbi secondo Lei
riconducibili anche alla Sua attuale condizione lavorativa?
1. No
2. Sì – specificare quali (sono possibili più risposte):
a.mal di testa/emicrania
b. dolori muscolari e/o articolari (mal di schiena, ecc.)
c.difficoltà di addormentamento e/o insonnia
d. mal di stomaco e/o disturbi gastrointestinali
e.altri__________________________________________________________________

40. Le capita di vivere almeno una volta a settimana qualcuno dei seguenti stati d’animo (è
possibile indicare fino a 3 risposte)?
1. ansia e/o angoscia
2. forte irritabilità
3. esaurimento fisico
4. agitazione e panico
5. pensieri di morte e/o idee di suicidio
6. ridotta autostima
7. forte senso di colpa
8. altro – specificare cosa:____________________________________________________

41. Come definirebbe la Sua vita affettiva con il partner:


1. senza problemi
2. con difficoltà relazionali
3. con problemi nella sfera della sessualità
4. con difficoltà a portare avanti una relazione stabile
5. altro – specificare:__________________________________________________________

(Questa domanda è riservata alle donne)


42. Ritiene che l’essere donna, rispetto all’essere uomo, sia una condizione sfavorevole e
discriminante che induce a svolgere un lavoro precario senza possibilità di miglioramento?
1. sì
2. no
3. non so

43. E’ informato/a del fatto che la Regione Lazio nel 2009 ha varato una legge sul reddito minimo
garantito anche a tutela dei lavoratori precariamente occupati?
1. sì
2. no

101
44. E’ a conoscenza del fatto che la Regione Lazio ha predisposto un Fondo di solidarietà per i
mutui anche per aiutare i lavoratori atipici intestatari di mutuo che hanno perso il posto di lavoro o
hanno subito il mancato rinnovo del contratto?
1. sì
2. no

Note
(questo spazio è a Sua disposizione per segnalazioni o per aggiungere informazioni che ritiene
importante farci conoscere ai fini della nostra ricerca)

102
Appendice 2.
Tabelle e grafici sintetici relativi ai due settori (metalmeccanico e telecomunicazioni) e ai
due poli industriali (Roma e Latina)

AREA 1: INFORMAZIONI SOCIO-ANAGRAFICHE E DEMOGRAFICHE

Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico


SOGGETTI
INTERVISTATI TOTALE
(sintesi delle domande 1, 2, 5) Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
ETA' MEDIA 29 33 34,4 35,8 33 33,7 30,2 35,9 31, 32,9 33 /
7

NUBILE/CELIBE 90 50 32 28 50,8 160 64 32 52 49 508 49,7


CONIUGATO 10 31 20 64 31,7 100 16 60 36 33,7 337 33
IN REGIME DI 8 9 4 4 6,3 28 4 16 12 9,5 85 8,3
STATO CONVIV.
CIVILE SEPARATO 3 13 4 4 6,1 0 4 12 4 3,2 44 4,3
DIVORZIATO 0 0 4 4 2 8 4 4 0 2,5 24 2,3
VEDOVO 0 1 0 4 1,3 0 0 4 8 1,9 17 1,7
SEPARATO LEGALM. 3 4 0 0 1,8 0 0 0 0 0 7 0,7
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.02 100
2
TOTALE 394 100 628 100 1.02 100
2

103
Soggetti intervistati distinti per genere

700 602

600 424 420


500
400
178 216 204
300
200
100
0
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

MASCHI FEMMINE

Stato civile dei soggetti intervistati

4,3% 0,7% 2,3% 1,7%


49,7%

33%

8,3%

NUBILE/CELIBE IN REGIME DI CONVIVENZA


CONIUGATO SEPARATO
SEPARATO LEGALMENTE DIVORZIATO
VEDOVO

104
6. HA FIGLI?
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
SI 18 37 24 48 32,2 80 12 48 28 26,7 295 28,9
NO 96 71 40 60 67,8 216 80 80 84 73,2 727 71,1
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.02 100
2
TOTALE 394 100 628 100 1.02 100
2

A)SE SI QUANTI ?
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. v.a. v.a.
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F

NUMERO MEDIO DI
1,7 1,5 1,5 1,9 1,6 1,4 1 2 1,4 1,4 1,5
FIGLI

B) ETA' DEI FIGLI


Settore
Settore metalmeccanico
telecomunicazioni
TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale industriale Industriale
Roma Latina Roma Latina
% % %
M. F. M. F. M. F. M. F. M+F
DA 0 A 3 ANNI 37,5 31, 33,3 8,7 44,8 33, 17,4 36,4 31,6
6 3
DA 3 A 12 ANNI 31,2 26, 33,3 21, 34,5 33, 17,4 18,2 26
3 7 3
DA 12 ANNI IN POI 31,2 42, 33,3 69, 20,7 33, 65,2 45,4 42,4
1 6 3
TOTALE 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Età dei figli

DA 12 ANNI IN
POI DA 0 A 3 ANNI
42% 32%

DA 3 A 12 ANNI
26%

105
7. CON CHI VIVE?
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
CON 21 44 32 64 40,9 136 20 80 52 45,8 449 43,9
MARITO/MOGLIE/CONVIV.
CON I GENITORI 39 34 16 28 29,7 112 44 24 8 29,9 305 29,8
CON I FIGLI 9 26 16 40 23,1 68 12 40 28 23,6 239 23,4
DA SOLO 37 20 12 12 20,5 16 12 12 40 20,3 161 15,7
CON ALTRE PERSONE 14 5 0 0 4,8 16 12 4 4 5,7 55 5,4
CON I NONNI 6 0 0 0 1,5 16 8 0 0 3,8 30 2,9
CON UN SOLO GENITORE 0 0 4 0 1 16 0 4 4 3,8 28 2,7
CON FRATELLI/SORELLE 0 1 0 0 0,2 16 0 4 4 3,8 25 2,4

*il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

Con chi vive? 449


450
400
350 305
269
300 239
250 191 180
161
200 133
114106
150 77
84 55
100 34 22 21 30 25
24 20 8 5 28
50 4
0
MASCHIO FEMMINA TOTALE
CON MARITO/MOGLIE/CONVIVENTE CON I GENITORI
CON I FIGLI DA SOLO
CON ALTRE PERSONE CON I NONNI
CON UN SOLO GENITORE CON FRATELLI/SORELLE

106
8. L' ABITAZIONE
PRESSO CUI ABITA E' Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
DI PROPRIETA' 37 56 36 68 50 212 52 52 48 58 561 54,9
IN AFFITTO 73 49 20 12 39,1 76 40 64 60 38,2 394 38,5
IN COMODATO 4 3 8 12 6,8 8 0 12 4 3,8 51 5
ALTRO 0 0 0 16 4,1 0 0 0 0 0 16 1,6
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.02 100
2
TOTALE 394 100 628 100 1.02 100
2

L'abitazione presso cui abita è…...

5% 1,6%

38,5% 54,9%

DI PROPRIETA' IN AFFITTO IN COMODATO ALTRO

107
AREA 2: SITUAZIONE LAVORATIVA E DI CARRIERA

9. QUAL'E' IL SUO
LAVORO ATTUALE ? Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
IMPIEGATO 98 93 56 52 75,9 116 84 72 64 53,5 635 62,1
OPERAIO 2 4 2 24 8,1 96 0 32 20 23,6 180 17,6
LIBERO PROFESS. 1 0 0 0 0,2 68 8 0 0 12,1 77 7,5
DISOCCUPATO 5 1 0 16 5,6 4 0 4 4 1,9 34 3,3
STUDENTE 6 7 2 4 4,8 0 0 0 12 1,9 31 3
ARTIGIANO 1 2 0 0 0,8 4 0 4 8 2,5 19 1,8
ALTRO 0 0 0 0 0 0 0 16 0 2,5 16 1,6
CASALINGA 0 0 0 12 3 0 0 0 0 0 12 1,2
COMMERCIANTE 1 1 4 0 1,5 0 0 0 4 0,6 10 1
PENSIONATO 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0,6 4 0,4
IMPRENDITORE 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0,6 4 0,4
100 100 1.00 100
Totale 114 108 64 108 296 92 128 112 2
100 100 1.00 100
TOTALE 394 628
2

Qual è il suo lavoro attuale?


80

70

60
50

40

30

20

10
0
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico totale

IMPIEGATO OPERAIO LIBERO PROFESSIONISTA

DISOCCUPATO STUDENTE ARTIGIANO

ALTRO CASALINGA COMMERCIANTE

108
10. NATURA DEL
RAPPORTO DI Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
LAVORO
TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
DIPENDENTE A TEMPO
DETERMINATO
42 66 22 40 43,1 80 12 84 64 38,2 410 40,1
INTERINALE 47 32 26 4 27,7 40 4 20 16 12,7 189 18,5
CONTRATTO DI LAVORO A
PROGETTO
4 4 10 16 8,6 72 36 4 0 17,8 146 14,3
ALTRO 14 1 0 32 11,9 40 28 16 12 15,3 143 14
LIBERO PROFESS. CON
PARTITA IVA
2 0 0 0 0,5 64 8 4 4 12,7 82 8
COLLABORAZIONE
OCCASIONALE
5 5 6 16 8,1 0 4 0 8 1,9 44 4,3
SOCIO LAVORATORE DI
COOPERATIVA
0 0 0 0 0 0 0 0 4 0,6 4 0,4
STAGIONALE 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0,6 4 0,4
1.02
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 100
2
1.02
TOTALE 394 100 628 100 100
2

Natura del rapporto di lavoro

450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico totale

DIPENDENTE A TEMPO DETERMINATO INTERINALE


CONTRATTO DI LAVORO A PROGETTO ALTRO
LIBERO PROFESSIONALE CON PARTITA IVA COLLABORAZIONE OCCASIONALE
SOCIO LAVORATORE DI COOPERATIVA STAGIONALE

109
12. TIPOLOGIE FASCE
ORARIE Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
TEMPO PIENO 38 34 70,
40 48 40,6 276 84 116 88 89,8 724
8
PART-TIME 64 66 18,
20 24 44,2 0 4 4 8 2,5 190
ORIZZONTALE 6
NON RISPONDE 3 2 0 32 9,4 0 0 0 8 1,3 45 4,4
OCCASIONALE 1 3 1 0 1,3 20 4 0 4 4,4 33 3,2
PART-TIME VERTICALE 8 3 3 4 4,6 0 0 0 4 0,6 22 2,1
ALTRO 0 0 0 0 0 0 0 8 0 1,3 8 0,8
Totale 11 108 1.02
64 108 100 296 92 128 112 100 2
100
4
1.02
TOTALE 394 100 628 100 2
100

Tipologia delle fascie orarie


3,2% 2,1% 0,8%
4,4%

18,6%

70,8%

TEMPO PIENO PART-TIME ORIZZONTALE NON RISPONDE

OCCASIONALE PART-TIME VERTICALE ALTRO

110
13. EFFETTUA DEI
TURNI? Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NO 39 61 60 68 57,9 228 88 108 104 84,1 756 74
SI 75 47 23,
4 12 35 68 4 20 8 15,9 238
3
NON RISPONDE 0 0 0 28 7,1 0 0 0 0 0 28 2,7
Totale 11 108 1.02
64 108 100 296 92 128 112 100 2
100
4
TOTALE 394 1.02
100 628 100 2
100

A)TIPOLOGIA TURNO
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
TOTALE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
Festivo 50 42 67,
4 12 78,3 32 4 12 4 52 160
2
Notturno 25 5 32,
0 0 21,7 36 0 8 4 48 78
8
Totale 75 47 4 12 100 68 4 20 8 100 238 100
TOTALE 138 100 100 100 238 100

111
Tipologie di turno

10000,0%
9000,0%
8000,0%
7000,0%
6000,0%
5000,0%
4000,0%
3000,0%
2000,0%
1000,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

Festivo Notturno Totale

14. È' PREVISTO UN


RINNOVO DEL Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
CONTRATTO IN
ESSERE O LA STIPULA TOTALE
DI UN NUOVO Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
CONTRATTO? Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NON SO 76 67 54,
60 52 64,7 148 64 60 28 47,7 555
3
SI 23 18 28,
1 16 14,7 96 20 56 60 36,9 290
4
NO 14 17 12,
3 12 11,7 52 8 12 12 13,4 130
7
NON RISPONDE 0 6 0 28 8,6 0 0 0 12 1,9 46 4,5
Totale 11 108 64 108 1.02
100 296 92 128 112 100 100
4 2
TOTALE 394 100 628 100
1.02
100
2

112
E' previsto un rinnovo del contratto o la stipula di un nuovo
contratto?

600

500

400

300

200

100

0
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

NON SO SI NO NON RISPONDE

15. QUAL'E' IL LAVORO


ATTUALE DEL SUO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
CONIUGE/CONVIVENTE
/ TOTALE
PARTNER ? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
IMPIEGATO/A 21 29 45,
32 16 46,9 52 16 44 36 44,6 246
5
OPERAIO/A 5 9 16,
0 24 18,2 24 0 12 16 15,7 90
6
CASALINGA 5 4 0 4 10,
6,2 28 0 12 4 13,2 57
5
DISOCCUPATO/A 3 7 4 8 10,5 24 0 0 0 7,2 46 8,5
COMMERCIANTE 2 4 0 0 2,9 12 0 0 4 4,8 22 4,1
STUDENTE/SSA 6 4 0 0 4,8 4 0 8 0 3,6 22 4,1
LIBERO/A 2 3 0 0 2,4 8 4 4 0 4,8 21 3,9
PROFESSIONISTA
ARTIGIANO/A 1 3 4 0 3,8 4 0 0 0 1,2 12 2,2
PENSIONATO/A 0 4 0 4 3,8 4 0 0 0 1,2 12 2,2
IMPRENDITORE/TRICE 0 0 0 0 0 4 0 4 0 2,4 8 1,5
ALTRO 1 0 0 0 0,5 4 0 0 0 1,2 5 0,9
Totale 46 67 40 56 100 168 20 84 60 100 541 100

113
TOTALE 209 100 332 100 541 100

Qual'è il lavoro attuale del suo coniuge/convivente/partner?

ALTRO

IMPRENDITORE/TRICE
PENSIONATO/A

ARTIGIANO/A
LIBERO/A PROFESSIONISTA

STUDENTE/SSA

COMMERCIANTE
DISOCCUPATO/A

CASALINGA
OPERAIO/A

IMPIEGATO/A

0 50 100 150 200 250 300

16. DI CHE NATURA E'


IL RAPPORTO DI Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
LAVORO DEL SUO
CONIUGE/CONVIVENTE TOTALE
/ Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
PARTNER? Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
DIPENDENTE A TEMPO
DETERMINATO
20 16 28 12 36,4 24 4 24 12 19,3 140 25,9
CONTRATTO DI LAVORO A
PROGETTO
4 2 4 0 4,8 18 0 4 0 6,6 32 5,9
COLLABORAZIONE
OCCASIONALE
1 7 4 0 5,7 8 0 0 4 3,6 24 4,4
INTERINALE 7 3 0 4 6,7 8 0 0 4 3,6 26 4,8
LIBERO PROFESSIONALE
CON PARTITA IVA
3 7 0 0 4,8 8 4 8 12 9,6 42 7,8
SOCIO LAV. DI
COOPERATIVA
2 2 0 0 1,9 8 0 0 0 2,4 12 2,2
STAGIONALE 2 2 0 0 1,9 0 0 0 0 0 4 0,7
Tempo
indeterminato
7 15 4 24 23,9 34 12 32 28 31,9 156 28,8
ALTRO disoccupato
0 3 0 16 9,1 56 0 16 0 21,7 91 16,8
pensionato 0 3 0 0 1,4 4 0 0 0 1,2 7 1,3

114
Totale 46 67 40 56 100 168 20 84 60 100 541 100
TOTALE 209 100 332 100 541 100

Di che natura è il rapporto di lavoro del suo


coniuge/convivente/partner?

PENSIONATO
DISOCCUPATO
TEMPO INDETERMINATO
STAGIONALE
SOCIO LAVORATORE DI COOPERATIVA
LIBERO PROFESSIONALE CON PARTITA IVA
INTERINALE
COLLABORAZIONE OCCASIONALE
CONTRATTO DI LAVORO A PROGETTO
DIPENDENTE A TEMPO DETERMINATO

0 5 10 15 20 25 30 35

17. REDDITO MENSILE


NETTO DEL NUCLEO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
FAMILIARE
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
OLTRE 2.000 € 15 16 4 18 13,4 132 24 56 52 42 317 31
COMPRESO TRA 1.000 E 1.500 25 31
36 66 40,1 72 32 20 12 21,6 294 28,8

COMPRESO TRA 1.500 E 2.000 12 15
16 18 15,5 72 32 28 16 23,6 209 20,4

INFERIORE A 1.000 € 62 46 8 6 31 20 4 24 32 12,7 202 19,8
114 108 1.02
Totale 64 108 100 296 92 128 112 100 100
2
1.02
TOTALE 394 100 628 100 100
2

115
Reddito mensile netto del nucleo familiare

20%
31%

29%
20%

INFERIORE A 1.000 € COMPRESO TRA 1.000 E 1.500 €

COMPRESO TRA 1.500 E 2.000 € OLTRE 2.000 €

19. QUANTO TEMPO E'


TRASCORSO TRA LA SUA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
ULTIMA OCCUPAZIONE
E L'OCCUPAZIONE
ATTUALE ? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
3 MESI 61 51 28 44 46,7 120 32 80 72 48,4 488 47,7
NON RISPONDE 15 10 0 24 12,4 60 40 12 0 17,8 161 15,8
OLTRE 1 ANNO 6 18 4 8 9,1 68 4 16 12 15,9 136 13,3
6 MESI 17 16 20 8 15,5 32 12 4 12 9,5 121 11,8
1 ANNO 15 13 12 24 16,2 16 4 16 16 8,3 116 11,3
Totale 11 108 64 108 100 11
296 92 128 100 1.022 100
4 2
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

116
Quanto tempo è trascorso tra la sua ultima occupazione e
l'occupazione attuale?
11%

48%
12%

13%

16%

3 MESI NON RISPONDE OLTRE 1 ANNO 6 MESI 1 ANNO

20. QUALE TITOLO DI


STUDIO POSSIEDE? Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE

Polo Polo Polo Polo


industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
DIPLOMA DI SCUOLA MEDIA 80 80
SUP. 60 85 77 176 56 28 44 48,4 608 59,5
LAUREA 13 15 2 9 9,9 56 4 64 24 23,6 187 18,3
DIPLOMA UNIVERSITARIO 17 11 2 5 8,9 12 0 4 28 7 79 7,7
LAUREA MAGIST. O 0 0
SPECIALIST. 0 5 1,3 28 24 4 8 10,2 69 6,7
LICENZA ELEMENTARE 3 3 0 4 2,5 0 0 28 8 5,7 46 4,5
SPECIALIZ. POST LAUREA 1 0 0 0 0,2 24 8 0 0 5,1 33 3,2
11 108 64 108 100 11
Totale 296 92 128 100 1.022 100
4 2
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

117
Quale titolo di studio possiede?
77
8000,0%
7000,0% 59,5
6000,0% 48,4
5000,0%
4000,0%
23,6
18,3
3000,0%
2000,0% 9,9 8,9 7 10,2 7,7 6,7 4,5
5,7 5,1 3,2
1000,0% 1,3 2,5 0,2

0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

DIPLOMA DI SCUOLA MEDIA SUPERIORE LAUREA

DIPLOMA UNIVERSITARIO LAUREA MAGISTRALE O SPECIALISTICA

LICENZA ELEMENTARE SPECIALIZZAZIONE POST LAUREA

21. STA
FREQUENTANDO UN Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
CORSO DI STUDI?
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NO 10 98
52 104 89,8 252 64 116 80 81,5 866 84,7
0
SI 14 10 12 4 10,1 44 28 12 32 18,5 156 15,3
Totale 11 108 11
64 108 100 296 92 128 100 1.022 100
4 2
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

A) TIPOLOGIA CORSO
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE

Polo Polo Polo Polo


industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %

118
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
CORSO 5 5
12 4 65 16 20 0 24 51,7 86 55,1
UNIVERSITARIO
INFORMATICA 4 2 0 0 15 20 8 0 0 24,1 34 21,8
ALTRO 0 0 0 0 0 0 0 12 8 17,2 20 12,8
LINGUE 5 3 0 0 20 8 0 0 0 6,9 16 10,2
Totale 14 10 12 4 100 44 28 12 32 100 156 100
TOTALE 40 100 116 100 156 100

Che tipologia di corso di studio sta frequentando?


65
7000,0%
51,7 55,1
6000,0%

5000,0%

4000,0%
24,1 21,8
3000,0% 20 15 17,2
12,8
2000,0% 10,2
6,9
1000,0% 0
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

LINGUE INFORMATICA CORSO UNIVERSITARIO ALTRO

22. NELL'AZIENDA
NELLA QUALE LAVORA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
SONO PRESENTI
RAPPRESENTANTI
SINDACALI? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
SI 96 86 20 39 61,2 240 40 112 64 72,6 697 68,2
NO 3 5 40 53 25,6 28 28 8 44 17,2 209 20,4
NON SO 15 16 4 16 12,9 28 24 8 4 10,2 115 11,2
Totale 114 10 11
64 108 100 296 92 128 100 1.022 100
8 2
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

119
Nell'azienda nella quale lavora sono presenti rappresentanti
sindacali?

72,6
8000,0% 68,2
61,2
7000,0%
6000,0%
5000,0%
4000,0% 25,6
20,4
17,2
3000,0%
12,9 10,2 11,2
2000,0%
1000,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

SI NO NON SO

23. E' ISCRITTO/A A


QUALCHE Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
SINDACATO?

Polo Polo Polo Polo


Total Total
industriale industriale industriale Industriale
e e
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NO 83 74 40 58 64,7 264 80 24 36 64,3 659 64,5
SI 31 34 24 50 35,3 32 12 104 76 35,7 363 35,5
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

120
E' iscritto/a a qualche sindacato?

35,5%

64,5%

NO SI

SE LA RISPOSTA E' NO,


PERCHE' : Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE

Polo Polo Polo Polo


industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NON MI SENTO
RAPPRESENTATO/A
19 17 20 32 34,5 120 36 8 16 44,5 268 40,7
NON SI OCCUPANO DEI
PROBLEMI DEL PRECARIATO
10 13 0 0 9 80 16 0 4 24,7 123 18,7
NON HO FIDUCIA NEL
SINDACATO
30 17 0 8 21,6 36 16 4 4 14,8 115 17,4
ALTRO 0 0 12 10 8,6 16 8 12 12 11,9 70 10,6
NON SERVE A NULLA 18 18 4 4 17,2 12 4 0 0 4 60 9,1
ERO ISCRITTO/A E SONO
RIMASTO/A DELUSO/A
6 9 4 4 9 0 0 0 0 0 23 3,5

121
Totale 83 74 40 58 100 264 80 24 36 100 659 100
TOTALE 255 100 404 100 659 100

Perché non è iscritto al sindacato?


3,5%
9,1%
40,7%

10,6%

17,4%

18,7%
NON MI SENTO RAPPRESENTATO/A
NON SI OCCUPANO DEI PROBLEMI DEL PRECARIATO
NON HO FIDUCIA NEL SINDACATO
ALTRO
NON SERVE A NULLA
ERO ISCRITTO/A E SONO RIMASTO/A DELUSO/A

AREA 3: TEMPO LIBERO E SOCIALIZZAZIONE


24. LEI E' ISCRITTO,
SIMPATIZZANTE O Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
FREQUENTA ALMENO
UNA VOLTA OGNI 15
GIORNI...... Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NO 49 42 16 52 40,3 140 52 4 4 31,8 359 35,1
UN SINDACATO 31 5 16 12 16,2 8 4 104 76 30,6 256 25
UN'ASSOCIAZIONE
SPORTIVA
40 30 28 8 26,9 92 16 12 16 21,6 242 23,7
UN'ASSOCIAZIONE 12 11 20 28 18 40 12 12 8 11,5 143 14

122
CULTURALE
UN PARTITO POLITICO 6 5 12 4 6,8 12 4 32 24 11,5 99 9,7
LA PARROCCHIA E/O I
GRUPPI DI PREGHIERA
8 9 8 16 10,4 16 8 12 8 7 85 8,3
UN COMITATO 6 4 8 0 4,6 8 0 8 16 5,1 50 4,9
UN MOVIMENTO CITTADINO
PER LA TUTELA DEI DIRITTI
2 5 4 4 3,8 4 0 4 8 2,5 31 3
ALTRO 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0,6 4 0,4

*il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

Lei è iscritto, simpatizzante o frequenta almeno una volta ogni


15 giorni………..
4500,0% 40,3
4000,0% 35,1
3500,0% 31,8
26,9 30,6
3000,0% 23,7 25
2500,0% 21,6
9,9
16,2 14
2000,0%
11,5
11,5
1500,0% 10,4 9,7
6,8 7 8,3
1000,0% 5,1 4,9
4,6 3,8 2,5 3
500,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

NO UN'ASSOCIAZIONE SPORTIVA
UN'ASSOCIAZIONE CULTURALE UN SINDACATO
LA PARROCCHIA E/O I GRUPPI DI PREGHIERA UN PARTITO POLITICO
UN COMITATO UN MOVIMENTO CITTADINO PER LA TUTELA DEI DIRITTI

25. NEL SUO NUCLEO


FAMILIARE CHI SI OCCUPA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
DELL'ACCUDIMENTO E
DELLA CURA DEI
BAMBINI ? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
LEI INSIEME A..... 12 12 6 35 40,4 62 14 12 8 46,8 161 44
GENERALMENTE LEI DA 24,
15 16 3 15 30,4 14 0 8 20 20,5 91
SOLO/A 9
IL/LA NONNO/A 5 8 3 11 16,8 14 5 8 12 19 66 18
12,
NON RISPONDE 0 5 12 0 10,5 0 0 28 0 13,6 45
3
LA BABY SITTER 1 2 0 0 1,9 0 0 0 0 0 3 0,8
Totale 33 43 24 61 100 90 19 56 40 100 366 100

123
TOTALE 161 100 205 100 366 100

Nel suo nucleo familiare chi si occupa dell'accudimento e della


cura dei bambini?
0,8%
12,3%
44%
18%

25%

LEI INSIEME A..... GENERALMENTE LEI DA SOLO/A


IL/LA NONNO/A NON RISPONDE
LA BABY SITTER

26. NEL SUO NUCLEO


FAMILIARE CHI SI OCCUPA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
DI FARE LA SPESA O DI
SBRIGARE LE FACCENDE
DOMESTICHE ? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
GENERALMENTE LEI DA
SOLO/A
54 47 26 52 45,4 101 40 60 52 40,3 432 42,3
LEI INSIEME A..... 23 31 34 40 32,5 117 28 42 44 36,8 359 35,1
ALTRO... I GENITORI 16 18 4 16 13,7 73 24 22 8 20,2 181 17,7
IL/LA NONNO/A 4 9 0 0 3,3 5 0 4 8 2,7 30 2,9
NON RISPONDE 16 3 0 0 4,8 0 0 0 0 0 19 1,8
LA BABY SITTER 1 0 0 0 0,2 0 0 0 0 0 1 0,1
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

124
Nel suo nucleo familiare chi si occupa di fare la spesa o di
sbrigare le faccende domestiche?
3% 2%

18% 42%

35%

GENERALMENTE LEI DA SOLO/A LEI INSIEME A.....


ALTRO... (I GENITORI) IL/LA NONNO/A
NON RISPONDE

27. RIESCE A CONCILIARE


I SUOI TEMPI DI LAVORO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
CON I TEMPI DELLA SUA
VITA?
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
SI 55 48 49,
20 50 43,9 149 40 80 60 52,4 502
1
SOLO IN PARTE 45 50 38,
40 50 46,9 117 44 24 28 33,9 398
9
NO 5 5 4 4 4,6 25 8 20 24 12,3 95 9,3
NON SAPREI 9 5 0 4 4,6 5 0 4 0 1,4 27 2,6
TOTALE 11 108 11 1.02
64 108 100 296 92 128 100 100
4 2 2
TOTALE 394 100 628 100 1.02 100

125
2

Riesce a conciliare i suoi tempi di lavoro con i tempi


della sua vita?

3%
9%

49%

39%

SI SOLO IN PARTE NO NON SAPREI

28. COME TRASCORRE


IL TEMPO TRA LA FINE Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
DI UN CONTRATTO E
L'INIZIO DI UN ALTRO?
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
MI METTO IN CERCA DI UN
50 42 38 28 40,1 168 48 16 12 38,8 402 39,3
NUOVO LAVORO
MI DEDICO ALLA FAMIGLIA 13 13 14 32 18,3 12 12 28 24 12,1 148 14,5
MI DEPRIMO 14 20 10 12 14,2 32 8 40 4 13,4 140 13,7
MI PRENDO UNA VACANZA 4 8 0 8 5,1 20 8 24 32 13,4 104 10,2
MI SENTO ANGOSCIATO/A 7 4 2 16 7,4 60 0 4 4 10,8 97 9,5
Non risponde 14 15 0 8 9,4 0 12 12 28 8,3 89 8,7

126
MI SENTO CONFUSO/A E
12 6 0 4 5,6 20 0 0 0 3,2 42 4,1
NON SO COSA FARE
Totale 114 108 64 108 100 312 88 124 104 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Come trascorre il tempo tra la fine di un contratto e


l'inizio di un altro?
8,7% 13,7%

9,5%
14,5%

4%
10,2%

39,3%

MI DEPRIMO MI SENTO ANGOSCIATO/A


MI SENTO CONFUSO/A E NON SO COSA FARE MI METTO IN CERCA DI UN NUOVO LAVORO
MI PRENDO UNA VACANZA MI DEDICO ALLA FAMIGLIA
NON RISPONDE

29. LE CAPITA O LE E'


CAPITATO DI AVERE
DIFFICOLTA' ECONOMICHE
Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
NELLA GESTIONE DELLA
NORMALE VITA Polo Polo Polo Polo
QUOTIDIANA E DI DOVER: industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
CHIEDERE UN PRESTITO A 43,
63 61 28 40 48,7 109 52 42 48 40 443
PARENTI E/O AMICI 3
SVOLGERE UN SECONDO
15 14 12 24 16,5 89 16 11 24 22,3 205 20
LAVORO
NO, NON MI E' ANCORA 18,
12 14 12 12 12,7 64 16 42 16 22 188
CAPITATO 4
CHIEDERE UN PRESTITO 10,
12 4 4 16 9,1 17 8 26 16 10,7 103
ALLA BANCA 1
CHIEDERE UN PRESTITO 12 15 8 16 12,9 17 0 7 8 5,1 83 8,1

127
AD UNA FINANZIARIA
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Le capita o le è capitato di avere difficoltà economiche nella


gestione della normale vita quotidiana e di dover:
8,1%
10,1%
43,3%

18,4%

20%

CHIEDERE UN PRESTITO A PARENTI E/O AMICI


SVOLGERE UN SECONDO LAVORO
NO, NON MI E' ANCORA CAPITATO
CHIEDERE UN PRESTITO ALLA BANCA
CHIEDERE UN PRESTITO AD UNA FINANZIARIA

AREA 4: BISOGNI PSICOLOGICI E PROSPETTIVE ESISTENZIALI

30. OSSERVANDO
L'ESISTENZA CHE Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
CONDUCE
ATTUALMENTE COME
LA DEFINIREBBE: Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NORMALE 64 41 25 48 45,2 134 24 72 92 51,3 500 48,9
INSODDISFACENTE 25 29 29 12 24,1 55 32 24 12 19,6 218 21,3
SODDISFACENTE 7 12 5 32 13,7 79 24 16 0 18,9 175 17,1
MOLTO 16 24 0 12 13,2 16 8 8 0 5,1 84 8,2

128
INSODDISFACENTE
MOLTO 2 2
5 4 3,3 12 4 8 8 5,1 45 4,4
SODDISFACENTE
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Osservando l'esistenza che conduce attualmente


come la definirebbe?
4,4%
8,2%

48,9%
17,1%

21,3%

NORMALE INSODDISFACENTE SODDISFACENTE

MOLTO INSODDISFACENTE MOLTO SODDISFACENTE

31. L'ATTIVITA'
LAVORATIVA CHE Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
SVOLGE LA FA
SENTIRE:
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
FELICE 11 16 32,
16 28 18 88 24 76 72 41,4 331 4
FRUSTRATO/A 18 19 14,
20 16 18,5 48 8 8 12 12,1 149 6
SICURO/ A DI SE' 7 11 21,
24 32 18,8 108 16 4 16 22,9 218 3
INSICURO/A DI SE' 23 30 15,
4 4 15,5 36 48 4 8 15,3 157 4
DEPRESSO/A 8 13 8 12 10,4 24 4 12 16 8,9 97 9,5

129
ANSIOSO/A 19 29 16 24 22,3 72 32 8 12 19,7 212
20,
7
ARRABBIATO/A 46 33 28 24 33,2 84 24 40 12 25,5 291
28,
5
ALTRO (NORMALE) 12 14 0 8 8,6 12 0 4 4 3,2 54 5,3

*il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

L'attività lavorativa che svolge la fa sentire…………..


41,4
4500,0%
4000,0%
33,2 32,4
3500,0% 28,5
3000,0% 25,5
22,9
22,3 21,3 20,7
2500,0% 19,7
18 18,5 18,8 15,4
2000,0% 15,5 15,3 14,6
12,1
1500,0% 9,5
10,4 8,6 8,9
1000,0% 5,3
3,2
500,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

FELICE FRUSTRATO/A SICURO/ A DI SE' INSICURO/A DI SE'

DEPRESSO/A ANSIOSO/A ARRABBIATO/A ALTRO (NORMALE)

32. QUALE DEI


SEGUENTI AMBITI HA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
SACRIFICATO NELLA
SUA VITA A CAUSA
DELLA SUA Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
CONDIZIONE Roma Latina e Roma Latina
LAVORATIVA? v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
LA POSSIBILITA' DI 30,
PROGETTARE IL FUTURO 47 50 28 20 36,8 104 28 24 12 26,7 313 6
LA CREATIVITA' 24 25 20 28 24,6 80 20 24 24 23,6 245 24

130
21,
I FIGLI 12 12 12 28 16,2 24 12 68 48 24,2 216 1
IL MATRIMONIO/LA
FAMIGLIA
22 15 24 28 22,6 40 20 32 24 18,5 205 20
LA POSSIBILITA' DI 13,
PROSEGUIRE GLI STUDI 9 6 8 20 10,9 56 16 8 12 14,6 135 2
ALTRO 0 0 4 8 3 40 20 4 12 12,1 88 8,6

*il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

Quale dei seguenti ambiti ha sacrificato nella sua vita a causa


della sua condizione lavorativa?
4000,0% 36,8

3500,0% 30,6
26,7
3000,0% 24,6 23,6 24,2 24
22,6 21,1
2500,0% 20
18,5
16,2
2000,0% 14,6 13,2
12,1
1500,0% 10,9 8,6
1000,0%
3
500,0%

0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

LA POSSIBILITA' DI PROGETTARE IL FUTURO LA CREATIVITA'


I FIGLI IL MATRIMONIO/LA FAMIGLIA
LA POSSIBILITA' DI PROSEGUIRE GLI STUDI ALTRO

33. LE CAPITA DI SENTIRE DI


AVER PERSO LA SPERANZA DI
MIGLIORARE LA PROPRIA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
POSIZIONE LAVORATIVA
VERSO UN FUTURO MIGLIORE?
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
SI 40 60 14
24 52 44,7 52 60 28 45,2 460 45
4
NO 43 28 28 44 36,3 11 40 64 76 46,5 435 42,6

131
2
NON SO 31 20 12 12 19 40 0 4 8 8,3 127 12,4
Totale 114 108 29
64 108 100 92 128 112 100 1.022 100
6
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Le capita di sentire di aver perso la speranza di


migliorare la propria posizione lavorativa verso un
futuro migliore?

12,4%
45%

42,6%

SI NO NON SO

34. QUALI SONO GLI


ASPETTI DELLA SUA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
CONDIZIONE LAVORATIVA
CHE LA PREOCCUPANO
MAGGIORMENTE? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F

132
L'INCERTEZZA RISPETTO AL 79,
FUTURO
93 68 64 80 77,4 256 76 100 76 80,9 813
5
49,
LA SCARSA RETRIBUZIONE 70 65 28 32 49,5 116 52 68 72 49 503
2
LA MANCANZA DI
RICONOSCIMENTI E DI 34 51 32 20 34,8 120 32 16 12 28,7 317 31
CRESCITA PROFESSIONALE
I CONTINUI CAMBIAMENTI E
21,
LO SCARSO LEGAME CON 25 18 24 16 21,1 88 12 16 24 22,3 223
L'AZIENDA 8
L'ASSENZA DI TUTELE
RIGUARDO A SALUTE E 16,
SICUREZZA SUL LUOGO DI
13 16 20 20 17,5 36 12 28 28 16,6 173
9
LAVORO
LA FORTE CONFLITTUALITA'
CON I COLLEGHI
20 7 0 4 7,9 12 4 8 24 7,6 79 7,7
L'ESPOSIZIONE AI SOPRUSI E
AL FENOMENO DEL MOBBING
9 17 4 4 8,6 24 0 0 0 3,8 58 5,7

*il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

Quali sono gli aspetti della sua condizione lavorativa che la


preoccupano maggiormente?

L'ESPOSIZIONE AI SOPRUSI E AL FENOMENO DEL MOBBING

LA FORTE CONFLITTUALITA' CON I COLLEGHI

L'ASSENZA DI TUTELE RIGUARDO A SALUTE E SICUREZZA


SUL LUOGO DI LAVORO
I CONTINUI CAMBIAMENTI E LO SCARSO LEGAME CON
L'AZIENDA
LA MANCANZA DI RICONOSCIMENTI E DI CRESCITA
PROFESSIONALE

LA SCARSA RETRIBUZIONE

L'INCERTEZZA RISPETTO AL FUTURO

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

35. QUALE TRA QUESTI


PENSIERI, IN RELAZIONE Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
ALLA SUA SITUAZIONE
LAVORATIVA, LE PROCURA
SOFFERENZA? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
NON AVERE UNA 59,
69 54 40 64 57,6 188 68 68 56 60,5 607
STABILITA' ECONOMICA 4

133
NON POTER ACQUISTARE 48,
66 60 32 36 49,2 124 60 48 72 48,4 498
UNA CASA 7
NON POTERSI COSTRUIRE 29,
43 31 24 24 31 76 32 36 32 28 298
UNA FAMIGLIA 1
SENTIRSI INCAPACE DI 25,
35 25 16 28 26,4 116 28 12 4 25,5 264
REALIZZARSI 8
SENTIRSI UN'IDENTITA'
20,
INDEFINITA COME 15 31 24 16 21,8 68 8 28 16 19,1 206
1
PERSONA
NON POTER AVERE DEI
13 11 4 12 10,1 28 20 60 56 26,1 204 20
FIGLI
LA PAURA DI NON ESSERE
APPREZZATO/A DAGLI 10 8 0 4 5,6 0 8 28 8 7 66 6,4
ALTRI

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

Quale tra questi pensieri, in relazione alla sua situaione


lavorativa, le procura sofferenza?

LA PAURA DI NON ESSERE APPREZZATO/A DAGLI ALTRI

NON POTER AVERE DEI FIGLI

SENTIRSI UN'IDENTITA' INDEFINITA COME PERSONA

SENTIRSI INCAPACE DI REALIZZARSI

NON POTERSI COSTRUIRE UNA FAMIGLIA

NON POTER ACQUISTARE UNA CASA

NON AVERE UNA STABILITA' ECONOMICA

0 10 20 30 40 50 60 70

36. SECONDO LEI SU


QUALI DI QUESTI FATTORI
SINDACATO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
E POLITICA DOVREBBE
CONCENTRARE LE Polo Polo Polo Polo
PROPRIE AZIONI PER industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
MIGLIORARE LE Roma Latina Roma Latina
CONDIZIONI LAVORATIVE v.a. % v.a. % v.a. %
DEI LAVORATORI M.
F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
PRECARI?

134
SULL'INSTABILITA' DELLA 80,
CONDIZIONE LAVORATIVA
93 82 64 88 83 244 76 88 92 79,6 827
9
SULLA MANCANZA DI UN
SOSTEGNO ECONOMICO NEI 39,
38 34 28 40 35,5 112 32 60 56 41,4 400
PERIODI DI NON 1
OCCUPAZIONE
SULL'APPROVAZ. DI NORME A
38,
TUTELA DEI LAVORATORI E 27 43 24 24 29,9 104 44 56 68 43,3 390
DELLE LAVORATRICI 2

SULLA DISCONTINUITA' NEI 32,


30 18 20 36 26,4 60 12 80 72 35,7 328
PAGAMENTI DEGLI STIPENDI 1
SU UNA MAGGIORE
27,
ATTENZIONE PER LA SALUTE 11 20 12 12 13,9 60 16 80 68 35,7 279
E LA SICUREZZA SUL LAVORO 3
SULL'OFFERTA DI ASILI NIDO
25,
E DI AMMORTIZZATORI 20 17 4 20 15,5 56 40 48 56 31,8 261
SOCIALI 5
SUL CONTRASTO AL 20,
FENOMENO DEL MOBBING
37 20 4 0 15,5 36 8 44 60 23,6 209
4

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

Secondo lei su quali di questi fattori sindacato e politica


dovrebbe concentrare le propre azioni per migliorare le
condizioni lavorative dei lavoratori precari?

SUL CONTRASTO AL FENOMENO DEL MOBBING

SULL'OFFERTA DI ASILI NIDO E DI AMMORTIZZATORI


SOCIALI
SU UNA MAGGIORE ATTENZIONE PER LA SALUTE E LA
SICUREZZA SUL LAVORO

SULLA DISCONTINUITA' NEI PAGAMENTI DEGLI STIPENDI

SULL'APPROVAZ. DI NORME A TUTELA DEI LAVORATORI E


DELLE LAVORATRICI
SULLA MANCANZA DI UN SOSTEGNO ECONOMICO NEI
PERIODI DI NON OCCUPAZIONE

SULL'INSTABILITA' DELLA CONDIZIONE LAVORATIVA

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

AREA 5: SALUTE E QUALITA' DELLA VITA

135
37. LE CAPITA DI
ADOTTARE ALMENO UNA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
VOLTA ALLA SETTIMANA
QUALCUNO DEI SEGUENTI
COMPORTAMENTI? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
47,
NO, NIENTE DI TUTTO CIO' 49 44 44 72 53 104 40 80 56 44,6 489
8
29,
FUMARE SIGARETTE 41 41 8 8 24,9 124 32 20 28 32,5 302
5
BERE VINO, BIRRA O 21,
26 25 16 16 21,1 92 8 16 24 22,3 223
SUPERALCOLICI 8
INGERIRE UNA QUANTITA' DI 11,
CIBO ECCESSIVA
9 10 20 20 15 36 20 0 0 8,9 115
2
ASSUMERE PSICOFARMACI 6 2 0 0 2 4 4 12 12 5,1 40 3,9
ASSUMERE SOSTANZE
STUPEFACENTI
3 3 0 0 1,5 4 0 0 0 0,6 10 1

*il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

Le capita di adottare almeno una volta alla settimana qualcuno


dei seguenti comportamenti ?

ASSUMERE SOSTANZE
STUPEFACENTI

ASSUMERE PSICOFARMACI

INGERIRE UNA QUANTITA' DI


CIBO ECCESSIVA

BERE VINO, BIRRA O


SUPERALCOLICI

FUMARE SIGARETTE

NO, NIENTE DI TUTTO CIO'

0 10 20 30 40 50 60

136
38. LE CAPITA DI
ADOTTARE ALMENO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
UNA VOLTA AL MESE
QUALCUNO DEI SEGUENTI
COMPORTAMENTI? Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Total industriale Industriale Totale
Roma Latina e Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
43,
NO, NIENTE DI TUTTO CIO' 49 45 36 56 47,2 88 36 80 52 40,8 442
2
30,
FUMARE SIGARETTE 31 38 8 16 23,6 132 36 20 28 34,4 309
2
BERE VINO, BIRRA O 26,
25 29 20 16 22,8 116 16 16 32 28,7 270
SUPERALCOLICI 4
ASSUMERE
10 3 20 28 15,5 4 4 12 12 5,1 93 9,1
PSICOFARMACI
INGERIRE UNA QUANTITA'
10 11 0 0 5,3 44 20 0 0 10,2 85 8,3
DI CIBO ECCESSIVA
ASSUMERE SOSTANZE
4 3 0 0 1,8 4 0 0 0 0,6 11 1,1
STUPEFACENTI

*il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

Le capita di adottare almeno una volta al mese qualcuno dei


seguenti comportamenti ?

ASSUMERE SOSTANZE
STUPEFACENTI

INGERIRE UNA QUANTITA' DI


CIBO ECCESSIVA

ASSUMERE PSICOFARMACI

BERE VINO, BIRRA O


SUPERALCOLICI

FUMARE SIGARETTE

NO, NIENTE DI TUTTO CIO'

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

137
39. LE CAPITA DI
SOFFRIRE ALMENO UNA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
VOLTA
ALLA SETTIMANA DI
QUALCUNO DEI Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
SEGUENTI DISTURBI Roma Latina Roma Latina
SECONDO LEI v.a. % v.a. % v.a. %
RICONDUCIBILI ANCHE M.
ALLA SUA ATTUALE
F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
CONDIZIONE
LAVORATIVA?
SI 75 74 42 60 63,7 124 64 52 52 46,5 543 53,1
NO 35 34 22 48 35,3 172 28 76 60 53,5 475 46,5
NON RISPONDE 4 0 0 0 1 0 0 0 0 0 4 0,4
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 1.022 100
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

Le capita di soffrire almeno una volta alla settimana di qualcuno


dei seguenti disturbi secondo lei riconducibili anche alla sua
attuale condizione lavorativa?
63,7
7000,0%
53,5 53,1
6000,0% 46,5 46,5
5000,0%
35,3
4000,0%

3000,0%

2000,0%
1 0,4
1000,0%

0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

SI NO NON RISPONDE

138
A) SE SI, QUALI DI QUESTI
DISTURBI? Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE

Polo Polo Polo Polo


industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
A) MAL DI 58,
45 60 28 16 59,4 84 28 28 28 57,5 317
TESTA/EMICRANIA 4
B) DOLORI MUSCOLARI E/O 38,
27 28 20 24 39,4 64 12 20 16 38,3 211
ARTICOLARI 8
C) MAL DI STOMACO E/O
DISTURBI 19 20 24 32 37,8 52 28 4 0 28,8 179 33
GASTROINTESTINALI
D) DIFFICOLTA' DI
24,
ADDORMENTAMENTO E/O 24 19 4 0 18,7 48 28 0 12 30,1 135
9
INSONNIA

* il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

Le capita di soffrire almeno una volta alla settimana di qualcuno


dei seguenti disturbi secondo lei riconducibili anche alla sua
attuale condizione lavorativa?
59,4 57,5 58,4
6000,0%

5000,0% 39,4
37,8 38,3 38,8
33
4000,0% 28,8 30,1

3000,0% 24,9
18,7
2000,0%

1000,0%

0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

A) MAL DI TESTA/EMICRANIA
B) DOLORI MUSCOLARI E/O ARTICOLARI
C) MAL DI STOMACO E/O DISTURBI GASTROINTESTINALI
D) DIFFICOLTA' DI ADDORMENTAMENTO E/O INSONNIA

139
40. LE CAPITA DI VIVERE
ALMENO UNA VOLTA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
ALLA SETTIMANA
QUALCUNO
DEI SEGUENTI Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
STATI D'ANIMO ? Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
47,
ANSIA E/O ANGOSCIA 42 43 44 68 50 148 60 28 52 45,8 485
4
FORTE IRRITABILITA' 39 45 16 44 36,5 140 24 36 24 35,7 368 36
20,
ESAURIMENTO FISICO 14 23 12 16 16,5 64 32 18 28 22,6 207
2
RIDOTTA AUTOSTIMA 19 22 4 16 15,5 52 16 16 8 14,6 153 15
11,
AGITAZIONE E PANICO 14 16 8 8 11,7 20 8 16 24 10,8 114
1
10,
NO, NON MI CAPITA 26 20 12 12 17,8 40 0 0 0 6,4 110
8
FORTE SENSO DI COLPA 8 5 0 4 4,3 0 0 24 8 5,1 49 4,8
PENSIERI DI MORTE E/O IDEE
DI SUICIDIO
6 2 4 0 3 0 0 0 12 1,9 24 2,3

*il totale non è 100 in quanto per questa domanda sono possibili più risposte

Le capita di vivere almeno una volta alla settimana qualcuno dei


seguenti stati d'animo?
50
47,4
5000,0% 45,8

4500,0% 36,5
35,7 36
4000,0%
3500,0%
3000,0% 22,6
20,2
2500,0%
16,5 14,6 15
2000,0% 17,8
15,5 11,1
1500,0% 10,8 10,8
11,7
4,3 6,4 5,1
1000,0% 4,8
3 2,3
500,0% 1,9
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

ANSIA E/O ANGOSCIA FORTE IRRITABILITA'


ESAURIMENTO FISICO RIDOTTA AUTOSTIMA
AGITAZIONE E PANICO NO, NON MI CAPITA
FORTE SENSO DI COLPA PENSIERI DI MORTE E/O IDEE DI SUICIDIO

140
41. COME DEFINIREBBE
LA SUA VITA AFFETTIVA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
CON IL/LA PARTNER?
Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
Roma Latina Roma Latina
v.a. % v.a. % v.a. %
M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
56,
SENZA PROBLEMI 40 35 40 53 42,6 188 36 96 88 65 576
4
16,
NON HO UN/UNA PARTNER 15 20 12 20 17 56 24 16 7 16,4 170
6
CON DIFFICOLTA' 14,
40 24 12 17 23,6 28 16 8 7 9,4 152
RELAZIONALI 9
CON DIFFICOLTA' A
PORTARE AVANTI UNA 16 24 0 5 11,4 20 16 8 3 7,5 92 9
RELAZIONE STABILE
CON PROBLEMI NELLA
SFERA DELLA 3 5 0 13 5,3 4 0 0 7 1,7 32 3,1
SESSUALITA'
1.02
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 112 100 100
2
1.02
TOTALE 394 100 628 100 100
2

Come definirebbe la sua vita affettiva con il partner?

3,1%
9%
14,9% 56,4%

16,6%

SENZA PROBLEMI
NON HO UN/UNA PARTNER
CON DIFFICOLTA' RELAZIONALI
CON DIFFICOLTA' A PORTARE AVANTI UNA RELAZIONE STABILE
CON PROBLEMI NELLA SFERA DELLA SESSUALITA'

141
42. RITIENE CHE L'ESSERE
DONNA, RISPETTO Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico
ALL'ESSERE UOMO,
SIA UNA CONDIZIONE TOTALE
SFAVOREVOLE E Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
DISCRIMINANTE Roma Latina Roma Latina
CHE INDUCE A SVOLGERE FEMMINA FEMMINA FEMMINA
UN LAVORO PRECARIO
SENZA POSSIBILITA' DI
MIGLIORAMENTO? v.a. % v.a. % v.a. %
(DOMANDA RISERVATA
ALLE SOLE DONNE)
SI 21 50 32,9 52 36 43,1 159
37,
8
NO 20 44 29,6 36 40 37,2 140
33,
3
NON RISPONDE 46 0 21,3 0 28 13,7 74
17,
6
NON SO 21 14 16,2 4 8 5,9 47
11,
2
Totale 108 108 100 92 112 100 420 100
TOTALE 216 100 204 100 420 100

Ritiene che l'essere donna rispetto all'essere uomo, sia una


condizione sfavorevole e discriminante che induce a svolgere
un lavoro precario senza possibilità di miglioramento ?
43,1
4500,0% 37,8
37,2
4000,0% 33,3
32,9 29,6
3500,0%
3000,0%
21,3
2500,0% 17,6
2000,0% 13,7
16,2 11,2
1500,0% 5,9
1000,0%
500,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

SI NO NON RISPONDE NON SO

142
43. E' INFORMATO/A DEL
FATTO CHE LA REGIONE Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
LAZIO NEL 2009 HA
VARATO UNA LEGGE
SUL REDDITO MINIMO Polo Polo Polo Polo
industriale industriale Totale industriale Industriale Totale
GARANTITO ANCHE A Roma Latina Roma Latina
TUTELA DEI v.a. % v.a. % v.a. %
LAVORATORI
PRECARIAMENTE M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
OCCUPATI?
69,
NO 78 77 30 60 62,2 236 64 88 80 74,5 713 8
30,
SI 36 31 34 48 37,8 60 28 40 32 25,5 309 2
11
Totale 114 108 64 108 100 296 92 128 100 1.022 100
2
1.02
TOTALE 394 100 628 100 100
2

E' informato/a del fatto che la Regione Lazio nel 2009 ha varato
una legge sul reddito minimo garantito anche a tutela dei
lavoratori precariamente occupati ?

74,5 69,8
8000,0%
62,2
7000,0%
6000,0%
37,8
5000,0%
30,2
4000,0% 25,5
3000,0%
2000,0%
1000,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

NO SI

143
44. E' A CONOSCENZA
DEL FATTO CHE LA Settore telecomunicazioni Settore metalmeccanico TOTALE
REGIONE LAZIO HA
PREDISPOSTO UN
FONDO DI SOLIDARIETA' Polo Polo Polo Polo
Totale Total
PER I MUTUI, ANCHE industriale industriale industriale Industriale
e
PER AIUTARE I Roma Latina Roma Latina
LAVORATORI ATIPICI v.a. % v.a. % v.a. %
INTESTATARI DI MUTUO
CHE HANNO PERSO IL
POSTO DI LAVORO O M. F. M. F. M+F M. F. M. F. M+F M+F M+F
HANNO SUBITO IL
MANCATO RINNOVO
DEL CONTRATTO?
NO 81 70 24
46 80 70,3 76 92 88 80,2 781 76,4
8
SI 33 38 18 28 29,7 48 16 36 24 19,7 241 23,6
Totale 114 108 29
64 108 100 92 128 112 100 1.022 100
6
TOTALE 394 100 628 100 1.022 100

E' a conoscenza del fatto che la Regione Lazio ha predisposto


un fondo di solidarietà per i mutui, anche per aiutare i lavoratori
atipici intestatari di mutuo che hanno perso il posto di lavoro o
hanno subito il mancato rinnovo del contratto?

80,2 76,4
9000,0%
70,3
8000,0%
7000,0%
6000,0%
5000,0% 29,7
4000,0% 23,6
19,7
3000,0%
2000,0%
1000,0%
0,0%
settore telecomunicazioni settore metalmeccanico totale

NO SI

144
145

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