Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Introduzione
La storia della statistica e mi indagine che si propone di scomporre una fonte
statistica mettendo in luce i suoi elementi costitutivi, permettendo di formulare
ipotesi sulle dinamiche socio economiche che ne rappresentano lo sfondo;
L’analisi della categoria all’interno della quale vengono ricondotti una serie di
fenomeni sociali può diventare il punto di partenza per una riflessione sulle
caratteristiche del mutamento sociale.
In riferimento a quanto tratta l’opera, ricostruire l’origine e gli sviluppi della
categoria statistica di disoccupato può fornire elementi utili a una riflessione
più ampia sulle trasformazioni economiche del mercato del lavoro e sui
cambiamenti avvenuti nel campo della politica economica nel corso del 900.
Una piena comprensione di mutamenti della rappresentazione statistica del
lavoro e della disoccupazione non può non tener conto del contributo degli
studi di genere. È infatti noto che in passato le fonti statistiche hanno sempre
fornito un’immagine distorta del lavoro femminile, spesso sottovalutato e
ricondotto all’interno dell’immagine della “domesticità”. È stata infatti ho fatto
una tendenziale sottostima del lavoro femminile e una sovrastima della
partecipazione al lavoro degli uomini. La storia del lavoro femminile diventa
quindi uno strumento per scrivere anche la storia del lavoro maschile.
E nella fase tardo ottocentesca, che con la diffusione del processo di
industrializzazione e con lo sviluppo di movimento operaio che il tema della
disoccupazione emerge con chiarezza, ponendosi al centro dell’attenzione dei
riformatori sociali e del mondo sindacale. La definizione di un problema
sociale ed economico come quello della disoccupazione e l’elaborazione di
corrispondenti categorie statistiche in grado di misurarlo deriva dallo sviluppo
di un disagio sociale e dalla volontà di ricerca di rimedi capaci di fronteggiarlo.
Dall’inizio del 912 il problema della disoccupazione nelle economie
capitalistiche si è sempre collocato al centro delle analisi politiche ed
economiche. L’evoluzione della misurazione statistica della disoccupazione è
stata influenzata da dinamiche generali che hanno accumulato la storia
italiana. La disoccupazione italiana si è contraddistinta fino a oggi per tre
elementi caratterizzanti: un’elevata incidenza dei disoccupati giovani, un alto
livello di disoccupazione femminile e una notevole concentrazione territoriale,
cioè al sud.
Dalla fine dell’ottocento ad oggi l’Italia è passata dalla condizione di paese
agricolo arretrato a quello di importanti economia industriale, attraversando
nei tempi più recenti un processo di terziarizzazione dell’economia.
Dall’unità ad oggi la storia del lavoro in Italia È stata caratterizzata da uno
spostamento della popolazione attiva tra i settori produttivi, dalla diminuzione
del tasso di attività dovuta essenzialmente alla crescita della scolarità, alla
nascita e lo sviluppo del sistema pensionistico e l’aumento del numero delle
casalinghe. Se nel 1861 due terzi della popolazione era attiva nel mondo del
lavoro, oggi solo un terzo della popolazione risulta in questa condizione. Allo
stesso tempo il tasso di disoccupazione è ben diverso: nella scuola del 900
era meno del 6%, negli anni 90 è arrivato all’11%.
Nel periodo che stiamo trattando in Italia i rapporti fra lo Stato e l’economia si
sono trasformati profondamente, come pure i rapporti di forza tra lavoro
salariato e capitale e la distribuzione del reddito tra le classi.
In riferimento al caso francese Robert Salais, Nicolas Bavarez, Benedicte
Reynaud hanno distinto tre fasi dell’evoluzione del fenomeno della
disoccupazione e della sua rappresentazione statistica. Tale Periodizzazione
può risultare utile anche per comprendere molte delle trasformazioni avvenute
nella storia d’Italia.
La prima fase inizia fine ottocento e arriva agli anni che precedono la crisi del
29. In questo periodo l’ordine liberale tende a ridurre al minimo l’intervento
pubblico nell’economia fiducioso della sua sostanziale armoniosità.
La seconda fase si avvia con la crisi degli anni 30 fino a giungere agli anni 60
e 70. tale fase si caratterizza per la piena affermazione del processo di
industrializzazione e di urbanizzazione e il pieno sviluppo di forme di controllo
pubblico dell’economia.
La terza e ultima fase si avvia negli anni 70 ed arriva ad oggi, segnata dalla
crisi del modello di economia mista affermatasi in Occidente dopo la seconda
guerra mondiale e vede la messa in discussione delle politiche economiche di
impostazione Keynesiana. Vi è una progressiva apertura dei mercati, uno
smantellamento delle forme di regolazione pubblica dell’economia, un
aumento della precarietà del lavoro e una forte diminuzione dei salari. In
questa fase libera disoccupazione in Italia è tornato a crescere. Quest’ultima
stagione che si può definire neoliberista e si caratterizza per l’adozione di una
definizione di disoccupazione più restrittiva rispetto al periodo precedente.
Conclusioni
La definizione della categoria statistica di disoccupato si è mostrata nel corso
del tempo legata a caratteristiche generali del sistema economico,
all’impostazione teorica utilizzata per interpretarne il funzionamento e alle
soluzioni di volta in volta utilizzate per fronteggiare il disagio sociale prodotto
da esso.
La storia della statistica della disoccupazione è stata influenzata nel corso del
tempo da problemi tecnici e operativi.
Il confronto tra capitalismo, socialismo ed economia mista tra ottocento e 900
hanno condizionato le diverse definizioni date nel corso del tempo e della
disoccupazione, facendo effettivamente notare l’invenzione della categoria di
disoccupati.
lo stato attuale delle statistiche sulla disoccupazione in Italia dimostrano che i
perfezionamenti delle tecniche di rilevamento, pur rendendo sempre più
efficiente l’indagine, non possono e non potranno eliminare il carattere
parziale e politico della definizione statistica di disoccupazione. Si può
insomma sostenere che la rappresentazione statistica del mercato del lavoro
varia in relazione all’alternarsi di governi e politiche diverse e delle diverse
concezioni del modo di funzionare del sistema economico, di conseguenza il
carattere più restrittivo delle definizioni di “disoccupato” e “occupato” sono
influenzate dai diversi orientamenti di politica economica di volta in volta
prevalenti nel corso del tempo.