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Colophon
Prefazione
Introduzione
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Epilogo
2016 Imprimatur srl
Tutti i diritti riservati
Promozione e distribuzione Rizzoli Libri
Sede legale e operativa:
Via Emilia allAngelo, 7 - 42124 Reggio Emilia
Tel./fax 0522 232222
Prefazione
Nota bibliografica
Per i due esempi di entusiastica quanto incondizionata
adesione al progetto liberista degli ultimi decenni, si
veda S. Weber, The end of the business cycle?, Foreign
Affairs, Vol. 76, n. 4, 1997 e R. E. Lucas, Macroeconomic
Priorities, American Economic Review, marzo 2003. Le
pi caute considerazioni del governatore della banca
centrale statunitense A. Greenspan sono tratte da
Testimony of Chairman Alan Greenspan The Federal
Reserves semiannual monetary policy report before
the Committee on Banking, Housing, and Urban
Affairs, U.S. Senate, 26 febbraio 1997. Il titolo
dellarticolo dellEconomist citato Secular stagnation
The long view, del 3 novembre 2014. Sulla
stagnazione secolare, pi in generale, si veda C.
Teulings e R. Baldwin (a cura di), Secular Stagnation:
Facts, Causes and Cures, CPER Press, Londra 2014, in
particolare il saggio introduttivo di Laurence Summers
alle pp. 27-38. Di L. Summers, si veda pure The age of
secular sagnation What it is and what to do about it,
Foreign Affairs, Vol. 95, n. 2, 2016. I dati relativi al tasso
di crescita del prodotto sono tratti dal Total Economy
Database, The Conference Board, www.conference-
board.org/data/economydatabase.
Capitolo II
Nota bibliografica
Per una rassegna dettagliata dei tempi e dei modi in cui
avvenuto lo smantellamento delle misure volte a
limitare e controllare i movimenti internazionali dei
capitali nelle principali economie avanzate, si veda
Capital Account Convertibility Review of
Experience and Implications for IMF Policies, a cura
di P.J. Quirk e O. Evans, Occasional Paper 131, IMF,
Washington Dc, ottobre 1995, e Advanced Country
Experiences with Capital Account Liberalization, a
cura di A. Bakker e B. Chapple, Occasional Paper 214,
IMF, Washington Dc 2002. Gli esempi dellincrollabile
favore delle istituzioni internazionali per una
indiscriminata liberalizzazione dei movimenti di capitale
sono tratti da: The liberalization and management of
capital flows: an institutional view, IMF, 14 novembre
2012; Forty Years Experience with the OECD Code of
Liberalisation of Capital Movements, OECD
Publications Service, Parigi 2002 (in particolare, alle
pp.155-165 si offre unemblematica ricostruzione, tutta
in chiave avversa ai controlli dei capitali,
dellesperienza francese dal dopoguerra ad oggi);
Getting the most out of international capital flows,
OECD Economic Outlook, Vol. 2011/1. Il rapporto
annuale del Fmi, Exchange Arrangements and
Exchange Restrictions (annate varie), contiene le
informazioni pi dettagliate circa gli sviluppi delle
normative relative alla convertibilit valutaria (sia in
conto corrente che in conto capitale) nei Paesi pi
avanzati e in quelli in via di sviluppo. La citazione di
Carli alle pp.32-33 da Cinquantanni di vita italiana,
G. Carli in collaborazione con P. Peluffo, Laterza, Roma
1996. Pi in generale, per le vicende europee, si veda
Dominique Servais, Uno spazio finanziario europeo -
Liberalizzazione dei movimenti di capitali e
integrazione finanziaria - La realizzazione dellunione
economica e monetaria, Ufficio delle pubblicazioni
ufficiali delle Comunit europee, Bruxelles 1995.
Per il confronto tra la crescita del prodotto e del
commercio mondiale negli anni Sessanta e Novanta si
veda Economic Growth in the 1990s: Learning from a
Decade of Reform, The World Bank, Washington Dc
2005, in particolare i capitoli 3 e 5. La citazione di D.
Irwin a p. 39 da The Gatts Contribution to Economic
Recovery in Post-War Western Europe, in Europes
Post-War Recovery, edito da B. Eichengreen,
Cambridge University Press, Cambridge 1995. Gli
articoli della Carta dellHavana riportati nel testo sono
in United Nations Conference on Trade and
Employment held at Havana, Cuba, from November
21, 1947, to March 24, 1948, Final Act and Related
Documents, Interim Commission for the International
Trade Organization, Lake Success, New York, aprile
1948. La Declaration on the Contribution of
the World Trade Organization to Achieving Greater
Coherence in Global Economic Policymaking
contenuta negli allegati all Agreement Establishing
the WTO, in The WTO Agreements Series N.1. Il World
Trade Report dellOmc (annate varie) costituisce il
principale documento economico ufficiale del consenso
libero-scambista. Per un controcanto, lunico rapporto
in cui fanno ancora capolino spunti critici e
consapevolezze keynesiane il Trade and
Development Report dellUNCTAD (annate varie). La
citazione di D. Rodrik a p. 44 tratta da The global
governance of trade as if development really mattered,
United Nation Development Programme, ottobre 2001.
Per una disamina esaustiva quanto convenzionale
delle modalit di funzionamento del sistema di Bretton
Woods e dei determinanti del suo collasso, si veda A
Retrospective on the Bretton Woods System: Lessons
for International Monetary Reform, a cura di D. Bordo
e B. Eichengreen, NBER, University of Chicago Press,
Chicago 1993. La citazione di Keynes a p. 47 tratta dai
dettagli del Piano Keynes di provvista di liquidit
internazionale, riportato in Postwar International
Stabilization, Federal Reserve Bulletin, Washington,
giugno 1943, pp.501-521. Uninformata discussione
degli sviluppi del principio di condizionalit dalla sua
introduzione nel 1950 ad oggi si trova in A. Buira, An
Analysis of IMF Conditionality, G-24 Discussion
Paper Series, United Nation, New York 2003.
Il principale e pi aggiornato studio di carattere
generale sulla questione migratoria The Age of
Migration, di S. Castles e M. Miller, Palgrave
Macmillan (4 edizione), New York 2009. Di particolare
interesse il confronto tra questesaustivo quanto
anodino lavoro e il molto pi orientato Immigrant
Workers and Class Structure in Western Europe, di S.
Castles e G. Kosack, Oxford University Press, Oxford
1973, acuta disamina degli effetti dellimmigrazione sulla
coesione della classe lavoratrice in Germania, Francia,
Svizzera e Regno Unito tra il 1945 e il 1973. I dati relativi
alla crescita tra il 2008 e il 2014 degli occupati nati
allestero a fronte della riduzione degli occupati
indigeni riportati a p. 50 sono tratti da International
migration outlook 2015, OECD, Parigi 2015, pp. 62-63.
Per quanto concerne il tentativo di estendere ad ogni
immigrato lo status di rifugiato, si veda il Report of the
Special Rapporteur on the human rights of migrants,
Franois Crpeau , Uman Right Council, UN General
Assembly, A/HRC/29/36, 2015.
La citazione di Lenin a p. 51 tratta da Stato e
Rivoluzione; quella di Adam Smith di p. 52 da La
Ricchezza delle Nazioni. Per una rassegna delle ragioni
teoriche addotte dagli economisti per giustificare il
processo di abbandono della contrattazione collettiva
centralizzata avviatosi nel corso degli anni Ottanta, si
veda R. Freeman e R. Gibbons, Getting Together and
Breaking Apart: The Decline of Centralized Collective
Bargaining, in Differences and Changes in Wage
Structures, a cura di R. Freeman e L. Kats, NBER,
University of Chicago Press, Chicago 1995. Il rapporto
Contrattazione Collettiva e Partecipazione dei
Lavoratori in Europa: Processi e Pratiche, Documento
CNEL n. 19, Roma, giugno 2002, offre una chiara analisi
comparata dei cambiamenti della normativa del lavoro in
Francia, Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi e
Spagna. La voce Relazioni Industriali di G. Cella e T.
Treu, nel Supplemento del 1989 dellEnciclopedia del
Novecento, un utile strumento per familiarizzarsi con il
frasario e il modo di porre le questioni (di matrice
anglosassone) proprio di questa disciplina. Labour
Market and Wage Developments in Europe e Industrial
Relations in Europe (annate varie), Commissione
europea, sono un utile fonte di informazione tanto
statistica quanto relativa allorientamento degli
organismi di governo europei sulla questione. Il
rapporto dellOcse da cui sono tratte le citazioni
riportate nel capitolo The OECD Jobs Study, Facts,
Analysis, Strategies, 1994, in particolare alla parte III.
Le citazioni del presidente Johnson e dei suoi
consiglieri economici sono tratte da Economic report of
the President Trasmitted to the Congress January 1965,
together with The Annual Report of the Council of
Economic Advisers, US Government Printing Office,
Washington 1965. Per una pi generale analisi delle
politiche macroeconomiche dei Trenta gloriosi, si veda
The Rise and Fall of the Golden Age, A. Glyn et al.,
WIDER Working Papers 43, aprile 1988. I diversi
caratteri dellorientamento restrittivo assunto dalla
politica fiscale nel corso dei Trenta pietosi, negli Usa e
in Europa, sono analizzati in A. Barba, The ebb and
flow of fiscal activism, Contributions to Political
Economy, Vol. 25, 2006. La citazione della Thatcher alle
pp. 62-63 riportata da D. Parker nel suo monumentale
The Official History of Privatisation. Vol. II, Popular
Capitalism 1987-1997, Routledge, Londra e New York
2012. T. Piketty e E. Saez in How progressive is the
U.S. Federal Tax System? A Historical and International
Perspective, Journal of Economic Perspectives, 21,
2007, analizzano in chiave comparata, attraverso i dati
delle dichiarazioni dei redditi, laffievolimento della
progressivit dei sistemi di prelievo nei Paesi
anglossassoni e in Francia. Per un esempio del favore
di cui oggi gode limposizione indiretta, particolarmente
rappresentativo Consumption Taxes: the Way of the
Future?, Policy Brief, OECD, ottobre 2007. I dati
principali circa gli sviluppi pi recenti del sistema tasse-
trasferimenti come strumento di riduzione della
disuguaglianza dei redditi nei Paesi capitalisti pi
avanzati sono contenuti in Income inequality and
growth: The role of taxes and transfers, OECD
Economics Department Policy Notes, n. 9, gennaio
2012.
Tra i numerossisimi interventi che trattano il tema della
disoccupazione giovanile, segnaliamo Youth
unemployment in advanced economies in Europe:
searching for solutions, A. Banerji et al., IMF Staff
Discussion Note, SDN/14/11, dicembre 2014. Per quanto
riguarda i NEETS, si veda Young people not in
employment, education or training: Characteristics,
costs and policy responses in Europe, Eurofund,
Publication Office of the European Union,
Lussemburgo 2012. Social inclusion of young people,
Eurofund, Publication Office of the European Union,
Lussemburgo 2015, discute gli studi che analizzano le
drammatiche conseguenze economiche e sociali del
fenomeno. In merito alla disoccupazione di lunga
durata, si veda Employment and Social Developments
in Europe, Commissione Europea, 2015, cap.II.1,
Preventing and fighting long-term unemplyment, in
particolare alle pp.130-1, dove si discute la forte
correlazione che stata riscontrata tra disoccupazione
totale, di lunga e di lunghissima durata e malattie
cardiache. La parziale sconfessione delle precedenti
conclusioni dellOcse circa il benefico ruolo della
flessibilit salariale contenuta in Boosting Jobs and
Incomes, OECD Employment Outlook, Capitolo 7,
Reassessing the Role of Policies and Institutions for
Labour Market Performance: A Quantitative Analysis,
2006 (A. Stiglbauer, The (New) OECD Jobs Study:
Introduction and Assessment, Monetary Policy &
The Economy, Q3/06, discute la vicenda di questo
ripensamento). Il Global Wage Report 2014-15
dellInternational Labour Office, Ginevra 2015, analizza
la relazione tra lampliarsi del divario tra crescita della
produttivit e crescita dei salari e i suoi effetti sulla
disuguaglianza della distribuzione dei redditi.
Uninattesa denuncia dei deludenti esiti economici e
sociali dei Trenta pietosi contenuta nellEconomic
Report of the President 2015, dove si rileva che
considerando gli sviluppi della produttivit del lavoro,
della distribuzione dei redditi e della partecipazione al
mercato del lavoro nel corso degli ultimi 65 anni, i
redditi della classe media sono passati dal raddoppiare
in una generazione al mostrare quasi nessuna crescita
[]. Insieme, questi fattori avrebbero quasi
raddoppiato il reddito del nucleo familiare tipico, se
solo fosse proseguito il loro pi favorevole andamento
dei precedenti periodi storici.
Capitolo III
Nota Bibliografica
Le concezioni dominanti nei Trenta gloriosi sul ruolo
del controllo nazionale della politica monetaria e di
bilancio e del controllo delle transazioni con il resto del
mondo sono discusse, insieme al loro abbandono a
partire dallinizio degli anni 80, in M. Pivetti,
Maastricht e lindipendenza politica delle banche
centrali: teoria e fatti, Studi Economici, Vol. L, n. 55,
1995, e, dello stesso autore, in: Bretton Woods,
through the lens of state-of-the-art macrotheory and
the European Monetary System, Contributions to
Political Economy, Vol. 12, 1993; Debito pubblico e
inflazione: sul progetto di unione monetaria europea
come fattore di disciplina, in A. Graziani (a cura di),
Leconomia mondiale in trasformazione, manifestolibri,
Roma 1998; Monetary versus political unification in
Europe. On Maastricht as an exercise in vulgar
politica economy, Revue of Political Economy, Vol. 10,
n. 1, 1998. Sui vincoli posti dal trattato di Maastricht e
dai piani di rientro del debito pubblico in esso
contenuti ad un utilizzo espansionistico della politica
fiscale nei Paesi sottoscrittori si veda A. Barba Note
sul patto di stabilit e crescita ed il rientro del debito
pubblico, Studi Economici, n. 68, 1999. Sulla
consapevolezza esistente allinizio degli anni 80 circa il
cambiamento radicale che stava verificandosi negli
obiettivi della politica economica dei maggiori Paesi
capitalistici, merita vedere lindagine conoscitiva che
venne promossa in Inghilterra dalla Camera dei Comuni
sugli effetti economici e sociali del cambiamento: House
of Commons, sessione 1979-1980, Treasury and Civil
Service Committee, Memorandum on Monetary Policy,
2 volumi, HMSO, Londra 1980.
Sul libero scambio, gli investimenti e gli arbitrati
internazionali si vedano, oltre ai dati
dellOrganizzazione mondiale del commercio
sullespansione degli scambi negli ultimi decenni (Omc,
International Trade Statistics 2014), European
Commission, Transatlantic Trade and Investment
Partnership. The economic analysis explained,
Bruxelles, settembre 2013; United Nations Conference
on Trade and Development, Recent developments in
investor-state dispute settlement (ISDS), New York,
maggio 2013; S. Donan, EU and US pressed to drop
dispute-settlement rule from trade deal, Financial
Times, 10 marzo 2014, e il contributo apologetico di R.
Rosencrance, The Resurgence of the West: How a
Transatlantic Union Can Prevent War and Restore the
United States and Europe, Yale University Press, New
Haven 2013. Meritano poi di essere segnalati i seguenti
contributi critici sul ruolo del mercato internazionale
come regolatore per eccellenza dellattivit degli Stati e
la loro progressiva sottomissione a una concorrenza
sempre pi impermeabile ad ogni norma sociale,
sanitaria e ambientale: H.E. Daly, The perils of free
trade, Scientific American, novembre 1993; R.M.
Jennar e L. Kalafatides, AGCS. Quand les Etats
abdiquent face aux multinationales, Raisons dagir,
Parigi 2007; R.M. Jennar, Le Grand March
Transatlantique. La menace sur les peuples dEurope,
Cap Bear Editions, Perpignan 2014, e, dello stesso
autore, Cinquante tats ngocient en secret la
libralisation des services, Le Monde Diplomatique,
settembre 2014; S. George, Les usurpateurs. Comme les
entreprises internationales prennent le pouvoir, Seuil,
Parigi 2014; T. Porcher e F. Farah, Tafta. Laccord du
plus fort, Max Milo, Parigi 2014. Sul periodico-bibbia
dei libero scambisti, si veda A. Zevin, The
Economist, le journal le plus influent du monde, Le
Monde Diplomatique, agosto 2012.
Per le vicende francesi relative alle restrizioni
allimmigrazione degli anni Settanta utile consultare Y.
Gastaut, La volte-face de la politique franaise
dimmigration durant les Trente Glorieuses, Cahiers de
lURMIS, 5, 1999; per quelle tedesche, si veda W.
Seifert, Social and Economic Integration of Foreigners
in Germany, in Path to Inclusion. The Integration of
migrants in the United States and Germany, a cura di P.
Schuck and R. Munz, Berghahn Books, New York e
Oxford 1998. I dati relativi ai nati allestero presenti nei
maggiori Paesi europei sono tratti da International
Migrant Stock, The 2015 Revision, Nazioni Unite, New
York 2015. La citazione di Pompidou a p da Le
peuple, Organe du syndicat Cgt, novembre 1963.
Unampia rassegna della letteratura neoclassica cui
abbiamo fatto riferimento nel testo, relativa agli effetti
dellimmigrazione sui salari, contenuta in D.B.
Bodwarsson e H. Van der Berg, The Economics of
Immigration. Theory and Policy, Springer, Heildelberg,
Londra e New York 2009. Di G.J. Borjas, il principale
autore neoclassico in materia, si vedano: The labor
demand curve is downward sloping: reexamining the
impact of immigration on the labor market, The
Quarterly Journal of Economics, novembre 2003;
Increasing the supply of labor through immigration.
Measuring the impact on native-born workers, Center
for Immigration Studies Backgrounder, 2004, e,
insieme a L. Katz, The evolution of the Mexican-born
workforce in the United States, in Mexican
Immigration to the United States, University of
Chicago Press, Chicago 2007.
La nozione classico-marxiana del salario analizzata in
M. Pivetti, Il concetto di salario come costo e
sovrappi e le sue implicazioni di politica economica,
in M. Pivetti (a cura di), Piero Sraffa. Contributi per
una biografia intellettuale, Carocci, Roma 2000. Il
brano di Marx sulla divisione della classe lavoratrice in
due campi ostili, citato nella sez. 5, tratto da Karl
Marx and Friedrich Engels; Selected Correspondence,
Progress Publishers, Mosca 1975 (lettera del 9 aprile
1870). La citazione di Engels alla fine del capitolo
tratta da La condizione della classe operaia in
Inghilterra (1845), il cui capitolo sullimmigrazione
irlandese illustra la lotta delloperaio inglese con un
concorrente che sta nel gradino pi basso che
possibile in un Paese civilizzato e che perci abbisogna
di un salario minore di chiunque altro.
Capitolo V
Nota bibliografica
Limpatto delle politiche delloccupazione e dei livelli
occupazionali sulle istituzioni del mercato del lavoro, il
potere contrattuale dei sindacati e i livelli salariali
stato analizzato nel corso degli ultimi 10 anni da
numerosi autori. Si vedano in particolare: I. Dew-Becker
e R.J. Gordon, Selected issues in the rise of income
inequalities, Brookings Papers on Economic Activity,
2, 2007; W. Salverda e K. Mayhew, Capitalist
economies and wage inequalities, Oxford Review of
Economic Policy, Vol. 25, n. 1, 2009; G. Bosch et al.,
Industrial Relations, legal regulations, and wage
setting, in J. Scmitt e J. Gauti (a cura di), Low-Wage
Work in the United States and Europe, Russel Sage,
New York 2010; M. Pivetti, On advanced capitalism
and the determinants of the change in income
distribution: a classical interpretation, in E.S. Levrero
et al. (a cura di), Sraffa and the Reconstruction of
Economic Theory: Volume One (Theories of Value and
Distribution), Palgrave Macmillan, Londra 2013.
Il processo di sostituzione di indebitamento privato a
salari come strumento di sostegno dei consumi delle
famiglie americane analizzato in A. Barba e M. Pivetti,
Rising household debt. Its causes and macroeconomic
implications: a long-period analysis, Cambridge
Journal of Economics, Vol. 33, n. 1, 2009.
Sullorientamento neo-mercantilista della politica
economica tedesca e le sue ripercussioni sui Paesi
europei, si veda S. Cesaratto, Europe, German
mercantilism and the current crisis, in E. Brancaccio e
G. Fontana, The Global Economic Crisis. New
Perspectives on the Critique of economic Theory and
Policy, Routledge, Londra 2011. Per quanto riguarda
laccresciuta flessibilit del mercato del lavoro tedesco,
i ridimensionamenti dellistruzione pubblica in Francia e
i tagli della previdenza e della sanit pubbliche in Italia,
si vedano C. Weinkopf, A changing role of temporary
agency work in the German employment model?,
International Employment Relations Review, Vol. 12, n.
1, 2006 e i saggi contenuti in G. Bosch e C. Weinkopf (a
cura di), Low-Wage Work in Germany, Russel Sage,
New York 2008; Cour des Comptes, Leducation
nationale face lobjectif de la russite de tous les
lves, Rapport public, La Documentation Franaise,
Parigi, maggio 2010; A. Parienty, School business.
Comme largent dynamite le systme ducative, La
Dcouverte, Parigi 2015 (da cui tratto il brano citato
nella sez. 5); M. Pivetti, The principle of scarcity,
pension policy and growth, Review of Political
Economy, numero speciale sulle pensioni a cura di S.
Cesaratto, Vol. 18, n. 3, 2006; A. Barba, Previsioni
demografiche e sostenibilit della spesa pensionistica
in Italia, Studi Economici, Vol. 94, n. 1, 2008; S.
Gabriele, Politiche recessive e servizi universali: il caso
della sanit, in S. Cesaratto e M. Pivetti (a cura di),
Oltre lausterit, eBook di Micromega, Roma 2012.
La citazione di Tony Blair tratta da Leaders Speech
Brighton 1995 (Tony Blair), in Speech Archive at
www.britishpoliticalspeech.org. Per una rassegna dei
principali argomenti teorici sviluppati nel corso degli
ultimi decenni dagli economisti avversi allimpresa
pubblica si veda A. Shleifer, State versus private
Ownership, Journal of Economic Perspectives, Vol.
12, n. 4, autunno 1998. W. Maggison e J. Netter, From
State to Market: A Survey of Empirical Studies on
Privatization, Journal of Economic Literature, Vol.
XXXIX, giugno 2001, offre una pi articolata disamina
del tema, di carattere sia teorico che empirico. Larticolo
di The Guardian citato a p di Seumas Milne, The
tide is turning against the scam that is privatisation,
del 9 luglio 2014. Sui pessimi esiti delle privatizzazioni
nel caso inglese, si veda anche J. Meek, Private Island,
why Britain now belongs to someone else, Verso,
Londra 2015. Per un quadro conciso degli effetti della
privatizzazione delle ferrovie in Europa, si veda J.
Mischi e V. Solano, Acclration de la privatisation du
rail en Europe. Trent-six compagnies pour une ligne de
chemin de fer, Le Monde Diplomatique, giugno 2016.
Una chiara introduzione ai principali temi del dibattito
corrente sul federalismo fiscale contenuta in W.
Oates, An Essay on Fiscal federalism, Journal of
Economic Literature, XXXVII, n. 3, settembre 1999.
Fiscal Federalism in the European Union, edito da A.
Fossati e G. Pannella, Routledge, Londra 1999, una
raccolta di saggi che analizzano in chiave comparata i
rapporti economici tra governi locali e centrali in tutti i
principali Paesi europei. La citazione di Togliatti
dallintervento allAssemblea Costituente dell11 marzo
1947, seduta pomeridiana, Tipografia della Camera dei
Deputati, Roma 1947, p. 2001.
Capitolo VI
4. Gli anni Settanta furono per il Pci anche gli anni del
grande imbarazzo per la passata ammirazione e
solidariet verso lUnione Sovietica. Come noto, la
linea del compromesso storico fin per spingere
Berlinguer a compiere unabiura completa dal sistema e
dal Paese emersi dalla Rivoluzione dottobre, fino al
riconoscimento del senso di sicurezza che lui e il partito
ricavavano dallappartenenza dellItalia al Patto
Atlantico (mi sento pi sicuro da questa parte,
dichiar in unintervista al Corriere della sera del 15
giugno 1976). Mentre, come vedremo tra un momento,
sul piano della politica interna si possono individuare
importanti elementi di continuit tra la linea del
compromesso storico e la tradizione togliattiana del
Pci, sulla questione dellUrss e del conflitto tra i due
blocchi la rottura con quella tradizione non avrebbe
potuto essere pi netta.
Gli scritti e i discorsi di Togliatti rivelano come egli
considerasse estremamente importante il rafforzamento
dellUnione Sovietica e come si rendesse perfettamente
conto che la guerra fredda lavrebbe invece indebolita,
tanto pi quanto pi accanitamente la corsa agli
armamenti avesse continuato a svilupparsi. Togliatti
pertanto riteneva che il movimento operaio e socialista
di ciascun Paese capitalista a partire dal movimento
operaio italiano, caratterizzato dalla presenza del
maggior partito comunista del mondo occidentale
dovesse adoprarsi per la distensione dei rapporti
internazionali e la rimozione degli ostacoli che a questa
si opponevano. vero che in quegli anni mostrarsi
solidale con lUnione Sovietica non comportava gli
stessi rischi di isolamento culturale e politico che
avrebbe comportato in seguito. Il sistema sovietico di
fatto riscuoteva ancora unammirazione diffusa, in
primo luogo per essere riuscito in poco tempo a
trasformare una nazione per lo pi composta di
contadini analfabeti o semi-analfabeti (che si
genuflettevano e invocavano la benedizione dello zar,
come aveva scritto Benedetto Croce) in una grande
potenza industriale che aveva sconfitto il nazismo e che
stava attirando nella sua orbita un numero crescente di
Paesi. Ma resta il fatto che dalle prese di posizione di
Togliatti sullUrss emerge in modo chiaro la
consapevolezza della forza e del prestigio che ciascun
movimento operaio e socialista nazionale, non importa
quanto autonoma dallesperienza del socialismo reale
fosse la sua linea, oggettivamente ricavava
dallesistenza di un modo di produzione e di un sistema
sociale alternativi che si erano mostrati capaci di
assicurare persistentemente, insieme alla piena
occupazione, il soddisfacimento dei bisogni primari
dellintera collettivit (da un alloggio caldo a una buona
istruzione e alla cura della salute per tutti, da una
distribuzione molto egualitaria del reddito a una marcata
parit effettiva tra uomini e donne). E, in aggiunta a
questa consapevolezza, la lucidit del capo dei
comunisti italiani circa limpatto devastante sulle
condizioni di vita di centinaia di milioni di persone su
tutta la terra che avrebbe avuto un serio indebolimento
dellUnione Sovietica, o addirittura la sua liquidazione
da parte della maggiore potenza economico-militare
degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Nel corso di
questultimo quarto di secolo, i disastrosi effetti geo-
politici della dissoluzione dellUrss e del blocco
sovietico si sono andati dispiegando davanti ai nostri
occhi, insieme al degrado economico-sociale dello
stesso capitalismo avanzato che quella dissoluzione ha
contribuito a determinare. Si pu affermare, alla luce
dellesperienza, che labiura completa del partito di
Berlinguer dal sistema del socialismo reale,
apparentemente lungimirante, fu in realt anche
unabiura dallelemento pi intelligente della tradizione
togliattiana.
Il principale tratto di continuit con quella tradizione si
ebbe invece in campo economico, rispetto al quale si
pu parlare di un robusto quanto ininterrotto filo rosso
di subalternit del Pci nei confronti della nostra cultura
economica laico-liberale. Nel primo trentennio post-
bellico il partito comunista seppe senza dubbio
conquistarsi una posizione egemone allinterno della
cultura italiana: in campo letterario e artistico, tra gli
uomini di cinema e di teatro. Tuttavia lintelligentsia
organica al partito, pur presente e influente anche nei
campi filosofico, storiografico e giuridico, continu a
brillare per la sua assenza nella principale disciplina
sociale. Paradossalmente, un grande movimento di
ispirazione marxista continu a rimanere privo al suo
interno di ogni vera dimestichezza con leconomia
politica critica, i suoi sviluppi, le sue implicazioni di
politica economica. Linsicurezza e la subalternit in
materia economica che hanno caratterizzato tutta la
vicenda del Pci sono in buona misura riconducibili a
una sostanziale carenza di interesse, quindi di
competenza, nella materia. Torneremo alla fine del
capitolo sul carattere per cos dire congenito di questa
carenza.
Nota bibliografica
La strategia del compromesso storico venne
originariamente delineata da Enrico Berlinguer in tre
articoli apparsi su Rinascita il 28 settembre, il 5 ottobre
e il 12 ottobre 1973, poi ripubblicati nel secondo volume
di E. Berlinguer, La Questione comunista, Editori
Riuniti, Roma 1975. Sulla proiezione internazionale di
quella strategia e il suo messaggio socio-economico, si
vedano, dello stesso Berlinguer, La politica
internazionale dei comunisti italiani, Editori Riuniti,
Roma 1976 e Austerit, occasione per trasformare
lItalia, Editori Riuniti, Roma 1977 (da cui tratta la
citazione di p. 199). Le implicazioni di politica
economica del compromesso storico e della
solidariet nazionale, con particolare riguardo
allirremovibilit per il Pci dei vincoli esterni alla crescita
dei salari e delloccupazione, emergono con particolare
chiarezza dagli atti del convegno promosso dal CESPE
nel marzo del 1976, al quale si fatto riferimento nella
sez. 3, dal titolo Crisi economica e condizionamenti
internazionali dellItalia, Quaderni di Politica ed
economia, Nuova Serie, n. 1, Editori Riuniti, Roma 1976.
Oltre alla comunicazione di Massimo Pivetti, gli altri due
contributi critici a quel convegno furono gli interventi
di Domenico Mario Nuti e di Robert Rowthorn. Sul
convegno del CESPE si veda anche P. Bini, The Italian
economists and the crisis of the nineteen-seventies.
The rise and fall of the conflict paradigm, History of
Economic Thought and Policy, n.1, 2013, pp. 86-89.
Sul convincimento di parte comunista della necessit
di combattere linflazione e affrontare il problema della
bilancia dei pagamenti attraverso riduzioni della spesa
pubblica, il contenimento dei salari e lo spostamento di
risorse dai consumi agli investimenti, si veda G.
Chiaromonte, Laccordo programmatico e lazione dei
comunisti italiani, Editori Riuniti, Roma 1977. La natura
dei vincoli di bilancia dei pagamenti alla crescita
delloccupazione nel caso italiano e le linee di politica
economica pi idonee ad allentarli, sono discusse in M.
Pivetti, Bilancia dei pagamenti e occupazione in
Italia. Integrazione internazionale e equilibri sociali,
Rosenberg & Sellier, Torino 1979. Sullinutilit
dellastensione dal consumo come fattore permissivo
dellinvestimento in presenza di disoccupazione, si
veda A. Barba e G. De Vivo, Lo spreco della
parsimonia, in Economia e luoghi comuni, a cura di A.
Di Maio e U. Marani, Lasino doro, Roma 2015. Le
interviste a Lama e a Trentin cui si fatto riferimento
alle pp. 197-198 del testo, pubblicate rispettivamente nel
gennaio e nel dicembre del 1978 su La Repubblica e Le
Monde, sono citate anche in A. Lipietz, Laudace ou
lenlisement. Sur les politiques conomiques de la
gauche, Editions La Dcouvert, Parigi 1984, pp. 87-88 e
90-91.
Per unanalisi critica dellesperimento politico del
compromesso storico e della solidariet nazionale,
si vedano D. Sassoon, Cento anni di socialismo: la
sinistra nellEuropa occidentale del XX secolo, Editori
Riuniti, Roma 1997, cap. 20, e, dello stesso autore, The
Strategy of the Italian Communist Party. From the
Resistance to the Historic Compromise, Frances Pinter,
Londra 1981. Si veda anche L. Paggi e M. DAngelillo, I
comunisti italiani e il riformismo, Einaudi, Torino 1986
(da cui tratto il titolo del capitolo), in part. cap. I. Il
dissenso, allinterno del Pci, sulla linea dellEUR (cfr.
sopra, p. 198) discusso in M. Golden, Labor Divided.
Austerity and Working Class Politics in Contemporary
Italy, Cornell University Press, Ithaca, NY e Londra
1988.
Le posizioni di Togliatti cui si fatto riferimento nella
sez. 4, tanto quelle sui temi di politica interna che quelle
sullUrss e il conflitto tra i due blocchi, sono state tratte
soprattutto dai suoi scritti e discorsi ripubblicati con il
titolo Togliatti e il centrosinistra, 1958-1964, Istituto
Gramsci Sezione di Firenze, Cooperativa Editrice
Universitaria, Firenze 1975. Sul mutato atteggiamento di
Togliatti rispetto alle nazionalizzazioni, si veda la sua
relazione al X congresso del Pci. Per quanto riguarda il
Piano del lavoro, gli atti della conferenza promossa
dalla Cgil, sulla quale ci siamo soffermati nella sez. 5, si
trovano in Il Piano del lavoro. Resoconto integrale
della Conferenza economica nazionale della Cgil,
Roma 18-20 febbraio 1950, Stab. tip. Vesisa, Roma 1950.
Nel 1975 la facolt di economia e commercio
delluniversit di Modena organizz un convegno sul
Piano del lavoro, i cui atti sono stati pubblicati nel
volume Il piano del lavoro della Cgil, 1949-1950,
Feltrinelli, Milano 1978.
Rispetto alla nozione gramsciana di intellettuale
organico, si fatto riferimento nellultima sez. del
capitolo a passi dei Quaderni del carcere contenuti in:
A. Gramsci, Gli intellettuali e lorganizzazione della
cultura, Editori Riuniti, Roma 1991, in part. pp. 5, 7, 9,
13, 41; Il materialismo storico e la filosofia di
Benedetto Croce, Editori Riuniti, Roma 1991, pp. 4, 7, 9-
16, 22-3, 264-71, 335-7, 342-3; Note sul Machiavelli
sulla politica e sullo stato moderno, Editori Riuniti,
Roma 1991, pp. 459-65. Il passo di Marx sui pugilatori a
pagamento contenuto nel poscritto alla seconda
edizione del Primo libro del Capitale. Per le critiche di
Croce a Marx discusse da Gramsci, si vedano i capitoli
III-VII di B. Croce, Materialismo storico ed economia
marxistica, Laterza, Bari 1961 (10^ ediz.), spec. pp. 65-6,
70, 75, 138, 152-58, 160 e 163. Sulle note economiche di
Gramsci, si vedano anche le osservazioni di Sraffa in N.
Badaloni, Due manoscritti inediti di Sraffa su Gramsci,
Critica Marxista, 1 (6), 1992. Le seguenti opere
possono poi considerarsi come particolarmente
rappresentative della considerevole mole di letteratura
dedicata allinterpretazione della riflessione carceraria di
Gramsci: N. Badaloni, Il marxismo di Gramsci, Einaudi,
Torino 1975; G. Vacca, Politica e storia in Gramsci,
Editori Riuniti, Roma 1977; C. Luporini, Dialettica e
materialismo, Editori Riuniti, Roma 1978; A. Asor Rosa,
Intellettuali e classe operaia, La Nuova Italia, Firenze
1973. Infine, sul conformismo generato dal fenomeno
dellintelligenza organica e la subalternit dei
comunisti italiani nei confronti della cultura economica
laico-liberale, si veda M. Pivetti, Sulla rilevanza
analitica dei Quaderni e la questione della loro
influenza, in G. Vacca (a cura di), Gramsci e il
novecento, Carocci, Roma 1997, Volume Secondo.
Capitolo VII
La sinistra antagonista
E ancora:
Nota bibliografica
Le idee sulla decrescita e i passi citati nel testo sono
tratti dalle seguenti opere di Serge Latouche, che
contengono unindicazione esaustiva dei contributi di
questa scuola di pensiero e delle sue principali fonti
dispirazione: La scommessa della decrescita,
Feltrinelli, Torino 2007; Breve trattato sulla decrescita
serena, Bollati Boringhieri, Torino 2008; Pour en finir
avec lconomie. Decroissance e critique de la valeur
(in coll. con A. Jaffe), Libre & Solidaire, Parigi 2015. I
contributi italiani pi citati in queste opere sono quelli
di A. Magnaghi (Il progetto locale, Bollati Boringhieri,
Torino 2000), M. Pallante (La decrescita felice. La
quantit della vita non dipende dal Pil, Editori Riuniti,
Roma 2005) e F. Gesualdi (Sobriet. Dalla spesa di
pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, Milano 2005).
Linfluenza della scuola della decrescita inoltre
chiaramente presente nella letteratura italiana in tema di
beni comuni, in particolare negli scritti di U. Mattei (si
vedano, di questo autore, Beni comuni: un manifesto,
Laterza, Bari 2011 e Contro riforme, Einaudi, Torino
2013; si veda inoltre La rivolta dei beni comuni,
Micromega, n. 3, 2013). Anche la letteratura sui beni
comuni contiene una mitizzazione di situazioni pre-
industriali una certa nostalgia di legnatico, erbatico,
fungatico.
La citazione che esemplifica lansia di mutamento
sociale dei movimenti comunisti pi radicali, insieme ai
sentimenti profondamente anti-keynesiani da essa
ispirati, tratta da un articolo del World Socialist
Website (WSWS.org) del 23 febbraio 2016, dal titolo
Secular stagnation and the contradictions of
capitalism, a firma di N. Beam, il leader trotskista del
Socialist Equality Party canadese. La citazione di T.
Piketty da Il capitale nel XXI secolo, Bompiani,
Milano 2014.
Su SOS Racisme, i suoi fondatori e sostenitori, si veda
. Zemmour, Le suicide francais, Albin Michel, Parigi
2014, pp. 243-9. In Italia, nel corso degli ultimi
trentanni, la principale espressione di generosa
apertura allimmigrazione da parte della sinistra
antagonista stata rappresentata dal Manifesto,
fondato nel 1969 sullonda dellantisovietismo
montante e dellidealizzazione della Cina maoista (sulla
formazione del gruppo del Manifesto, si veda V. Foa e
A. Natoli, Dialogo sullantifascismo, il Pci e lItalia
repubblicana, Editori Riuniti, Roma 2013, in part. pp.
252-84).
Particolarmente rappresentativo del femminismo della
differenza il libro di L. Irigaray, Il tempo della
differenza, Editori Riuniti, Roma 1989; ma si vedano
anche S. Agacinsky, La politica dei sessi, Ponte alle
Grazie, Milano 1998 e F. Hritier, Maschile e
femimminile. Il pensiero della differenza, Laterza, Bari
1997. Il brano di E. Badinter citato nel testo tratto da
La strada degli errori. Il pensiero femminile al bivio,
Feltrinelli, Milano 2014, pp.116-17. Lopera di S. de
Beauvoir, Il secondo sesso, pubblicata a Parigi da
Gallimard nel 1949 (ed. it. Il Saggiatore, Milano 1961, 2
voll.) fu per 3 decenni il testo di riferimento del
movimento femminista mondiale, prima della svolta
degli anni 80. Anche le posizioni del nuovo
femminismo hanno trovato spazio in Italia soprattutto
sulle pagine del Manifesto.
Per quanto riguarda il diritto alla paternit/maternit,
segnaliamo il lavoro seminale della femminista radicale
G. Corea, The mother machine: Reproductive
technologies from artificial insemination to artificial
wombs, Harper & Row Publishers, New York 1985. La
raccolta di saggi New Cannibal Markets
Globalization and the Commodification of the Human
Body, edita da J.D. Rainhorn e S. El Boudamoussi,
Edition de la maison des sciences de lhomme, Parigi
2015 (in particolare nella parte 2^: Wombs for Rent)
offre unaggiornata disamina della pratica dellutero in
affitto negli Stati Uniti, in India e in Israele. Per
unanalisi della condizione di povert culturale e
materiale in cui versano le donne contenitore
statunitensi, si veda J. Damelio e K. Sorensen,
Enhancing autonomy in paid surrogacy, Bioethics,
2008, 22(5), 269277. Il documento dellassociazione
CoRP (Collettivo per il rispetto della persona), animata
proprio da S. Agacinsky, figura chiave del pi noto
collettivo La manif pour tous, sorto in opposizione al
movimento Le mariage pour tous di Bernard-Henry
Lvy, consultabile allindirizzo web
www.stopsurrogacynow.com. La citazione di Marx di p.
239 dal Manifesto del Partito Comunista. Per la
questione della gravidanza per altri come gesto
damore, nel testo abbiamo fatto riferimento a
unintervista concessa da Nichi Vendola a Matrix
(Canale 5), trasmessa il 2 marzo 2016 e citata sul Fatto
Quotidiano del giorno successivo. Sulla genitorialit
omosessuale dal punto di vista del femminismo della
differenza, si veda S. Niccolai, Maternit
omossesussale e diritto delle persone omosessuali alla
procreazione. Sono la stessa cosa? Una proposta di
riflessione, in Costituzionalismo.it, fasc. 3, 2015.
Infine, per unanalisi critica della tesi tradizionale, in
campo giuridico, di una subalternit dei diritti sociali ai
diritti civili (o diritti di libert), si veda M. Luciani,
Sui diritti sociali, in Studi in onore di Manlio
Mazziotti di Celsio, vol. II, Cedam, Padova 1995.
Epilogo