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IL PUNTO SULLA BCE

6/7000 battute
- ruolo delle BC: espansione dei bilanci, allentamento finanziario
operazioni della BCE inedite
dalla sovranit disarticolata alla rinnovata convergenza dominata dal livello finanziario
Nel dibattito politico ed economico attuale giganteggia il ruolo detenuto dalla Banca Centrale
Europea. Ci da un lato riflette la misura in cui questioni pochi anni fa poco discusse hanno
guadagnato la ribalta: la moneta, le banche, ecc; dall'altro proporzionale alla crescita del potere e
della visibilit di tale istituzione. Per impostare una riflessione su dove stiamo andando, occorre fare
un passo indietro e capire le dinamiche sui cui binari gi da anni si era instradata l'evoluzione
attuale, che pu esser letta pi come fase di accelerazione e intensificazione che come vera
mutazione. Si configura insomma una svolta nella continuit istituzionale come adeguamento
funzionale alla nuova situazione di crisi.
Il rafforzamento della BCE conseguenza diretta dell'articolazione in cui si affronta il
panorama della ipercompatizione mondiale nel contesto della libera fluttuazione delle valute dal
1971. La risposta la creazione di blocchi di paesi uniti in aree geoeconomiche, unitarie ma
disomogenee, sottostanti ad un rigido controllo dei cambi in funzione da un lato difensiva rispetto
all'instabilit intrinseca dei mercati finanziari, dall'altro accelerativa degli stessi in maniera tale da
sospingere il pi possibile l'accumulazione di profitto finanziario. Agli organismi tecnocraticofinanziari quali la BCE vengono attribuiti tali compiti, la cui facolt, nel progressivo esautoramento
delle banche centrali nazionali degli stati membri, viene accordata in un processo che possiede gi
una dimensione politica, come sottolinea lo stesso Draghi il 2 gennaio scorso, richiamandosi ad una
sostanziale integrazione gi fatta da completare con ulteriori rafforzamenti istituzionali.
Va da s che la struttura interna di tali aree di tipo rigidamente gerarchico, e il livello di
restrizione monetaria e fiscale (necessario a corazzare la valuta di riferimento come l'euro)
procede di pari passo con forme di controllo sui rapporti capitale-lavoro interni e di pressione sugli
assetti costituzionali e giuridici degli Stati membri.
Particolarit della BCE assai singolare di non essere l'espressione di uno Stato ma di una ibrida
entit sovranazionale che trae la sua forza dai suoi stati membri, che operano nei molti ambiti una
vera e propria dislocazione della propria sovranit al livello comunitario, sempre rigidamente
controllato dai rispettivi governi, che in tal modo riescono a scavalcare la volont dei rispettivi
Parlamenti. Si vede quindi come la trasformazione della BCE da organismo tecnico a soggetto
politico sia una svolta relativa, sempre nell'ambito dello stesso plesso istituzionale, ma che le
circostanze spingono ad intestarsi nuove funzioni e a sviluppare inedite possibilit di governo.
Dando l'immagine, corretta ma incompleta, del mutamento da sonnecchiosa guardiana della routine
monetaria a svettante centro di potere eurocratico, solo soggetto capace di incisivi interventi.
E' il governatore della Banca Centrale Francese a segnalare come i bilanci delle banche centrali
abbiano visto una espansione incredibile, triplicando dal 2007 fino all'iperbolica cifra di 22 trilioni a
fine 2014. Si tratta di un fenomeno inusitato quanto silenziato dai media, che riflette da un lato la
fornitura di liquidit al settore bancario, dall'altro l'acquisto di titoli pubblici (sostanzialmente a tali
operazioni sono riconducibili i vari programmi della BCE che costellano le pagine di pubblicazioni
finanziarie: SMP, CBPP, ABSPP, QE).
Se l'attivismo delle banche centrali un fenomeno mondiale coinvolgendo tanto i paesi avanzati
che quelli in crescita il caso dell'eurozona per peculiare. In esso la BCE segnata dalla pi
stringente indipendenza rispetto tanto rispetto agli Stati membri quanto alle istituzioni comunitarie
nel perseguimento dell'obiettivo della stabilit dei prezzi, secondo il modello tedesco in contrasto

con quello franco-inglese che invece avrebbe previsto la tutela di crescita e occupazione in modo
pressoch esclusivo. Si vede quindi una sostanziale dissociazione istituzionale fra la sovranit
monetaria e finanziaria, assorbita dalla sfera tecnocratica europea, e quella fiscale e dei redditi,
lasciata agli Stati membri ma con una autonomia assai ridotta e in continua volatilizzazione. La
stessa finanza pubblica nella forma del Patto di Stabilit e Crescita subisce un invasivo processo di
adattamento alla necessit monetario-finanziarie (la forma di soggezione politico-psicologica stata
celebrata come la cultura della stabilit da C. A. Ciampi).
L'inusitato protagonismo della BCE si innesca dal fatto che nel contesto della crisi del 2007 i rischi
da essa generati fra i quali il blocco del credito interbancario (le banche non si prestavano pi a
vicenda non fidandosi) hanno richiamato l'intervento dell'unico soggetto rimasto in campo con
strumenti abbastanza forti visto che gli Stati si sono visti privati di molte prerogative per influire
sulla sfera economica da soccorrere il sistema bancario e affiancare la Commissione nella
gestione della crisi del debito sovrano ( fino al punto di impartire dettagliate istruzioni di politica
economica agli stati in difficolt). La creazione di nuovi strumenti di intervento (i famosi fondi
salva-stati) rimane nel quadro

http://www.assbb.it/contenuti/news/files/OM1_2015.pdf

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