Gli ultimi 30 anni del secolo furono da un punto di vista politico,un periodo di consolidamento. Di
pace e di conservazione, in Europa. La guerra franco-prussiana del 1870 aveva concluso il processo
di formazione dellimpero tedesco e aveva reso possibile, indirettamente, il completamento
dellunit dItalia, con la presa di Roma.
La guerra del1870 aveva anche provocatola Comune di Parigi (1871). La comune in un certo modo
chiuse unet in cui guerre e rivoluzioni,si erano susseguite con inusitata frequenze. La Comune
rest poi come modello,esaltato dalle forze socialiste quale esempio di rivoluzione proletaria.
In generale, tanto crebbe la forza organizzativa delle classi lavoratrici nel periodo
considerato,quanto diminu la loro capacit o per lo meno la loro possibilit di azione
rivoluzionaria. Esse infatti si trovarono di fronte strutture statali e politiche incomparabili pi forti
e duttili di quelle del periodo precedente e , in molti casi, scelsero la via della loro trasformazione
dallinterno anzich quella del loro abbattimento violento.
Nel 1869 si era verificato un altro avvenimento : lapertura del canale di Suez. Questo fatto ebbe
grande importanza per il futuro:
1. I progressi compiuti dalla tecnica
2. La necessita di abbreviare le distanze e i tempi di viaggio tra i continenti, corrispondente alle
nuove esigenze di un commercio europeo in rapidissima espansione
3. Liniziativa e laggressivit del capitalismo europeo,alla ricerca di nuovi sbocchi.
Motivo imperialistico :
1. La tendenza delle maggiori potenze europee a subordinare anche politicamente le zone
extra-europee che maggiormente interessavano il loro sviluppo economico.
NUOVA FASE DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Gli anni compresi fra il 1873 e il 1896vngono indicati come gli anni della grande depressione.
Ma il termine non va inteso in senso assoluto, bens in senso relativo. Si tratt cio di un periodo di
sviluppo economico meno regolare rispetto ai decenni precedenti e soprattutto contraddistinto dal
frequente manifestarsi di crisi cicliche . esse contribuirono a mettere in dubbio le teorie liberiste,
secondo le quali le regole della libera concorrenza e le leggi del mercato avrebbero garantito un
progresso economico indefinito e uniforme .
Per capire la natura di questa crisi occorre considerare i caratteri della nuova fase della rivoluzione
industriale. Essa fu contrassegnata da una rapida e profonda trasformazione tecnologica dei processi
produttivi e dellestensione dellindustrialismo a zone geografiche rimaste fino allora ai margini del
processo di industrializzazione.
Il fatto pi saliente dellepoca fu la definitiva saldatura tra ricerca scientifica e trasformazioni
tecniche. Da allora scienza e tecnica procedettero collegate, le scoperte scientifiche trovarono
sempre pi estesa applicazione ai processi produttivi, risultandone alloro volta stimolate e
condizionate. Il passaggio dalle ricerche di laboratorio alle loro applicazioni su larga scala avvenne
con crescente rapidit, dando luogo in taluni casi, a nuove figure di scienziati-industriali .
Si giunse, per la prima volta nella storia,allunificazione del mercato mondiale, governato da prezzi
internazionali: tutto il mondo venne coinvolto dal processo di trasformazione industriale
concentrato in alcuni paesi. Questi divennero esportatori di manufatti e di capitali, mentre gli altri
esportavano materie prime ,prodotti alimentare e, in certi casi manodopera. Si verific un processo
di divisione del lavoro su scala planetaria,imposto,per e regolato dalla necessit e dallo sviluppo dl
capitalismo industriale delloccidente, tale quindi da provocare un radicale sconvolgimento
economico,sociale e culturale delle zone rimaste ai margini dellindustrialismo e tale , soprattutto ,
da sanzionare una tendenziale divisione del mondo in paesi sviluppati (e colonizzatori ) e paesi
sottosviluppati (e colonizzati).
Altro fenomeno importante fu la diffusione dei sindacati tra le forze operaie. A poco a poco presero
piede inizialmente su base territoriale ( come in Italia le Camere del lavoro ), oppure divise per
mestieri e tendenti a raccogliere operai specializzati negli anni successi i sindacati incominciarono a
raccoglier i lavoratori di un intero settore, attraverso le federazioni, che, verso la fine del secolo e
allinizio del 900, diedero vita alle Confederazioni generali del lavoro (CGT in Francia ; CGL in
Italia ). Il sindacalismo allora passo da strumento di difesa degli elementari diritti delle classi
lavoratrici a fattore di progresso sociale e di allargamento dei benefici economici del sistema
industriale.
I sindacati inoltre divennero la base elettorale e organizzativa dei principali partiti socialisti e una
componente importante di altre forme politiche.
NUOVE FUNZIONI DELLO STATO
La stabilit politica e sociale ,comunque ottenuta ,e al maggiore forza ed efficienza dei governi
influ anche sulla vita internazionale, garantendo all Europa un prolungato periodo di pace. Le
garanzie di questa pace non furono pi fornite da un concerto europeo regolato da grandi
congressi internazionali, ma furono affidate ad alleanze a carattere bilaterale o trilaterale (Triplice
Alleanza) prevalentemente difensive, cio tendenti a mantenere lo status quo. Di queste alleanze
la chiave di volta fu costituita per un ventennio dalla Germania bismarkiana .
LA COSTITUZIONE DEGLI IMPERI COLONIALI
Lo sviluppo della civilt industriale, retta dalle regole del capitalismo , era ormai collegato alla
possibilit di far entrare in gioco, in posizione subordinata, il resto del mondo, quello non
industrializzato ovvero sottosviluppato. Ancora oggi si discute se la politica di espansione intrapresa
dalle potenze occidentali fosse la necessaria conseguenza del sistema economico che aveva retto lo
sviluppo delloccidente. In altri termini: se fu il capitalismo industriale e finanziario, giunto a una
fase avanzata a produrre necessariamente limperialismo quale si manifest alla fine del secolo XIX
.
Laspetto pi appariscente dellimperialismo fu costituito dal colonialismo europeo, anche se,
occorre dire, come il rapporto tra interessi economici e iniziativa politica e militare degli stati non
sia stato sempre e dovunque a senso unico nel produrre laccaparramento degli spazi coloniali. Ci
non toglie, tuttavia, che la spinta fondamentale allespansione coloniale fu data dallo sviluppo
industriale e finanziario capitalistico delloccidente : la necessit di materie prime, alcune delle
quali scarseggianti o inesistenti in Europa, e di prodotti alimentari; la ricerca di nuovi mercati di
sbocco e soprattutto di pi remunerativi impiaghi di capitali , che avevano incominciato a rendere
meno in Europa. E vero che quei capitali,contribuirono in molti casi a fornire le prime strutture
civili ai paesi colonizzati(scuole, ferrovie,strade. Opere pubbliche); ma ci non avvenne ovunque e
soprattutto i maggiori profitti toccarono ai colonizzatori, che in genere subordinavano le economie
locali alle proprie esigenze.