Sei sulla pagina 1di 29

Il linguaggio della poesia germanica antica

Università degli studi di Napoli “L’Orientale”


Prof. Valeria Micillo 1
La teoria orale-formulare

2
Milman Parry: analisi della poesia orale contemporanea serbo-
croata > individua analogie con la tradizione omerica e con la
poesia medievale
Albert B. Lord: continua il lavoro del suo predecessore
espandendo la prospettiva alla poesia epico-eroica medievale
(The Singer of Tales, 1960)
Francis P. Magoun: utilizza le scoperte di Parry e Lord per
l’interpretazione della poesia antico inglese (Oral-Formulaic
Character of Anglo-Saxon Narrative Poetry, 1953)
Parry, in base allo studio della tradizione orale serbo-croata,
una tradizione attiva e viva, individua un metodo per
dimostrare il carattere orale-formulare di un determinato
testo > uso di formule fisse derivanti da un patrimonio
mnemonico di immagini e un repertorio di tradizione orale,
utilizzabili in situazioni ricorrenti sulla base delle medesime
condizioni metriche 3
La teoria orale-formulare applicata all’ambito germanico
prevede che alcune caratteristiche tipiche della poesia
germanica antica si possano spiegare almeno in parte con una
composizione orale.
Mentre sulla trasmissione orale nel periodo pre-documentario
gli studiosi in sostanza non nutrono dubbi, riguardo alla
composizione orale il dibattito è ancora fondamentalmente
aperto.
Parry e Lord dimostrano per l’epica greca la presenza di
formule metriche che si possono ‘riempire’ con parole e
immagini adattandole alla situazione. Es. eos rhododaktylos
‘l’aurora dalle dita di rosa’ è un intero esametro greco che può
essere di volta in volta utilizzato quando la situazione, metrica
e semantica, lo consente.
4
Tali strutture non sono necessariamente fisse da un
punto di vista linguistico, anzi sono piuttosto delle
strutture vuote che spesso permettono una certa
flessibilità, come nel caso della formula:
X maþelode, bearn Y-es
in cui X e Y (qui al genitivo) si possono riempire di volta
in volta con nomi diversi, cfr.:
Beowulf maþelode, bearn Ecgþeowes ‘B. parlò, figlio di
E.’ (ricorre 9 volte);
Unferð maþelode, Ecglafes bearn (4997) ‘U. parlò, figlio
di E.’
dove si nota anche l’inversione dell’ordine delle parole.
Cfr. in tedesco Hiltibrant gimahalta, Heribrandes suno
(HL 7, 45); e Hadubrant gimahalta, Hildibrantes sunu.
5
I temi e i motivi elaborati nella poesia eroica risalgono a quel particolare
momento storico delle genti germaniche che viene definito “età eroica”.
Ogni gruppo etnico, secondo gli studiosi, avrebbe conosciuto, nel corso
della sua evoluzione sociale e culturale, un’“età eroica” (es. Greci,
spedizioni militari per espandersi in Asia Minore espresse nei poemi
omerici dell’Iliade e dell’Odissea).

Le esperienze “eroiche” avrebbero determinato il sorgere di una


poesia tesa all’idealizzazione di chi si è particolarmente distinto in guerra
e delle sue gesta esemplari. L’“età eroica” germanica coincide con il
periodo delle invasioni barbariche (età delle migrazioni o
Völkerwanderungen), compreso, grosso modo tra il 375 (morte re
ostrogoto Ermanarico) e il 568 (ultima grande invasione barbarica,
quella dei Longobardi di Alboino in Italia).

La figura di spicco di questo genere poetico è l’eroe (ted. Held). Di


solito si tratta di un personaggio di nobile origine o in alcuni casi
addirittura di discendenza divina (solo raramente strato sociale
inferiore), vissuto in un tempo così remoto, da avere ormai acquisito6
la dimensione del mito.
L’età eroica

7
Cfr. il carme eddico Hamðismál, “Il carme di Hamðir” (str. 2):
“Questa storia non accadde né oggi né ieri / - molto tempo da
allora è trascorso / - poche sono più antiche; questa è assai
più antica! - / quando Gudhrun, figlia di Giuki, / spinse i
suoi giovani figli a vendicare Svanhild.” (trad. Mastrelli).
L’eroe, appartenente ormai ad un passato lontano e favoloso,
rappresenta un modello a cui i posteri guardano con
stupore ed ammirazione. La forza fisica e il coraggio,
l’esuberanza e la determinazione sono le qualità che gli
hanno consentito di misurarsi in tremendi combattimenti
contro pericolosi nemici della sue gente, mostri, giganti, etc.;
quasi sempre conduce a compimento le sue imprese
eroiche riportando vittorie schiaccianti sui suoi avversari,
ma non è escluso che possa anche perdere: in tal caso
andrà incontro al sacrificio della morte con animo fiero ed
intrepido, consapevole di obbedire ai disegni
imperscrutabili del fato, cui niente e nessuno può opporsi. 8
Le grandi imprese in cui l’eroe si distingue gli conferiscono la fama
che durerà anche dopo la sua morte. Cfr. carme eddico Hávamál “La
canzone dell’Eccelso”: “Periscono le greggi, periscono le stirpi; /
anche tu stesso morrai; / ma non perirà giammai la buona fama / che
uno si acquista. / Periscono le greggi, periscono le stirpi; / anche tu
stesso morrai; / ma io so di una cosa che mai perirà : / il giudizio che
accompagna chi muore” (trad. Mastrelli, str. 76 e 77).

L’eroe rivive dunque per i suoi posteri nei carmi che ne celebrano
le avventure, acquisisce una sorta di immortalità, grazie alla gloria
che, valorosamente, è riuscito a guadagnarsi in vita.

Le leggende eroiche germaniche affondano le loro radici nella


storia e i soggetti principali sono a volte figure storiche note, altre
volte anonimi eroi. Tuttavia, il nucleo storico che costituisce il
fondamento della leggenda eroica, da cui prende lo spunto il carme,
subisce alterazioni e modifiche profonde e talvolta radicali, nel
corso della sua trasmissione – orale - da un poeta all’altro, da una
generazione all’altra. 9
Il verso germanico

10
VERSO GERMANICO ALLITTERANTE

Unità metrica: verso lungo allitterante


•Verso lungo = due emistichi (o semiversi) A e B
•Gli emistichi sono separati da CESURA (pausa del ritmo)

Emistichio = due TEMPI FORTI e due TEMPI DEBOLI


•TEMPO FORTE: una sillaba lunga accentata (o due sillabe
brevi di cui una accentata)
•TEMPO DEBOLE: una o più sillabe debolmente accentate
o atone
•ALLITTERAZIONE: collega i due emistichi
11
TIPI DI VERSO (Sievers 1885)

TROCHEO

GIAMBO

/ = tempo forte (sillaba accentata)


X = tempo debole (sillaba atona)
\ = sillaba con accento secondario 12
Esempi di scansione (da Beowulf vv. 1408-1421)

13
STILEMI DELLA POESIA GERMANICA

•Allitterazione
•Variatio (variazione)
•Dizione poetica
•Ricchezza di sinonimi
•kenningar
•Strutture formulari
•Parallelismo e strutture chiastiche
•Altri stilemi es. rima interna, doppia
allitterazione, rimandi fonetici e semantici etc.
14
ALLITTERAZIONE

•È la ripetizione di suoni iniziali in sillabe


accentate (= tempi forti) successive all’interno
del verso
•Consonantica: singole consonanti (o talora
gruppi consonantici uguali)
•Vocalica: vocali, generalmente diverse
•Allitterano una o entrambe le sillabe dei tempi
forti nel semiverso A con la prima sillaba forte
del semiverso B (in norreno, possibile anche
l’allitterazione con il secondo tempo forte del
semiverso B)
15
Arcaismi nella poesia germanica antica

• Presenza di numerosi lessemi specifici diversi, o con


significato specifico diverso da quelli della prosa >
probabile segnale dell’antichità dei testi poetici di
tradizione germanica:
Es.ai. Mere ‘mare’ (Beow. 514 a) solo in poesia, in prosa
invece ‘stagno, lago’ (cfr. charters).
• il significato di mare sembra essere originario: Cfr. ai.
meremenin/-menen ‘sirena’ (=serva del mare) e
meremenn/-wif ‘id.’, toponimi (Margate < Mere-gate
‘porta a mare’), e norr. poet. Marr ‘mare’, marmennil
‘folletto marino’, got. Marei, afris. Mere, aat. Meri (mod.
Meer), tutti ‘mare’
16
SINEDDOCHE
SINEDDOCHE (dal gr. “afferrare/accogliere insieme")
•una figura retorica in cui una parte (un tratto, una qualità
fisica o astratta) viene selezionata ed evidenziata per
significare il tutto. La parola utilizzata è in relazione
quantitativa con la parola sostituita
la parte per il tutto ("un bel cervello“, “una vela all'orizzonte“), il
singolare per il plurale, la specie per il genere (“pane” per cibo), la
materia per l'oggetto (i "legni" e gli "ottoni" per gli strumenti a fiato, o
i "fiati“; il “ferro “ per la spada) e viceversa.

Si può descrivere come


•TROPO (=traslato) OTTENUTO PER SPOSTAMENTO DI LIMITE
ENTRO IL CAMPO SEMANTICO DEL CONTENUTO CONCETTUALE
17
METONIMIA
METONIMIA : “oltre il nome“
•una figura retorica che designa un’entità utilizzando un’altra
entità, correlata alla prima mediante una relazione di dipendenza
o di contiguità logica o materiale.
l'uso d'un effetto per indicarne la causa ("vive con il
sudore della sua fronte"), quello dell'agente per indicare
l'atto ("sirene" per "lusinghe"), o il contenitore per il
contenuto (“ho bevuto qualche bicchiere “ per il liquido).

Si può descrivere come


•TROPO PER SPOSTAMENTO DI LIMITE OLTRE IL CAMPO DEL
CONTENUTO CONCETTUALE, FONDATO SUL RAPPORTO DI
CONTIGUITÀ LOGICA E/O MATERIALE TRA DUE CAMPI 18
CONCETTUALI DISTINTI MA VICINI.
Esempi di sineddoche - Materia per oggetto
Ai. Wudu: lett. ‘Legno’ = nave
Wudu wunden hals Beow 298 a;
o strumento musicale, arpa:
Gomen-wudu greted Beow 1065 a
o lancia:
Þrymmum cwehte mægen-wudu mundum Beow 235-6

Ai. Linde, aat. Linta ‘tiglio’, ‘scudo’:


Hond rond gefeng geolwe linde Beow 2609-2610
Imo iro lintun luttilo wurtun HildLied 67

Ai. Æsc, aat. ask(i) ‘frassino’


Wand wacne æsc Maldon 43
Do lettun se ærist asckim scritan HildLied 63 19
METAFORA

Dal gr. metaphérein= portare al di là.

•Figura retorica che implica la sostituzione di una parola


con un’altra parola il cui significato è in una relazione di
somiglianza con la prima (asse della similarità, Jakobson)
Es.:
è un pozzo di scienza;
brillava per intelligenza;
il serpente monetario;
sei un leone
20
La kenning

21
La kenning, le kenningar
• Da a.nord. kenna við (o til) ‘denominare (in base a)’
• È una metafora costituita da un composto nominale
oppure da un sintagma
• È costituita da DETERMINANTE + DETERMINATO
ted. Bestimmungswort (BW) + Grundwort (GW)
• Implica una similitudine che si instaura tra il
determinato e il referente
• La poesia scaldica norrena ne fa un uso ampio e
caratteristico che arriva anche a sostituire uno o più
elementi con una o più kenningar, rendendo il
discorso estremamente sofisticato e artificioso e la
comprensione spesso difficile. 22
Da C. L. Wrenn d., Beowulf with the Finnesburg Fragment, rev.
and enlarged ed. (London, 1957), pp. 81-2:

“Most characteristic of the diction of Germanic poetry is the kenning.


This is an Old Icelandic term, and its nature and uses are fully
explained by Snorri in the thirteenth century in his work on the craft of
the trained poet (Skaldskaparmal). A kenning may loosely be defined
as the poetic interpretation or description of a thing or thought by
means of a condensed simile: and in Old English such a condensed
simile normally takes the form of a compound. The kenning is
distinguished from the merely descriptive epithet (with which it is
often confused by the moderns) by the presence of an inherent or
implied condensed simile. Thus, for example, hringed-stefna... is not,
strictly, a kenning for "ship," since it contains no simile, but only
describes a fact about the ship - namely, that it has a ring-shaped prow
or stem. But, mere-hengest ... is a true kenning for ship, because it
implies a simile comparing the ship to a horse (hengest), moving over
the sea as it does over the plain.”
23
La definizione originaria di kenning è di Snorri Sturluson, Edda.
Skáldskaparmál (5:9-24)
Snorri usa il termine kenning per riferirsi a una struttura che
indica una persona o un oggetto tramite una perifrasi
descrittiva di tipo traslato, fatta di due o più componenti, che
possono essere un nome+un genitivo, oppure un nome
composto, o una combinazione di entrambe le tipologie.
Ad es. il «Týr degli impiccati (Hangatýr)», o il «Týr delle merci
(Farmatýr)» = il dio Odino, indicato con il nome del dio Týr +
un’associazione relativa a Odino (mito dell’impiccagione di
Odino: prove iniziatiche che gli consentono di acquisire la
conoscenza universale e delle rune. Si lancia sulla sua spada e
rimase appeso per 9 giorni e 9 notti all'albero della vita
Yggdrasill; riferimento al commercio/carico navale, cfr.
Mercurio)
24
Struttura della kenning in anglosassone

• Generalmente si presenta come un


composto nominale (prevalente specie nei
testi più antichi)
• A volte anche come un sintagma formato
da un genitivo più un nome
•Prevede generalmente un’associazione
metaforica tra i componenti
25
Kenning norrena e anglosassone

•La kenning anglosassone è in prevalenza di tipo


metonimico-sineddochico piuttosto che
strettamente metaforica
•In ags. la kenning ha soprattutto funzione di
‘ampliamento descrittivo’ all’interno di una
variazione
•Nella poesia scaldica norrena è invece spesso
sostitutiva del referente tout court
•Manca in ags. quella spinta alla ‘ricercata
costrizione allo sforzo intellettuale’ (Molinari 1983)
tipica della poesia scaldica
26
DUE TIPI DI KENNING DA THE WANDERER (L’ERRANTE):
Ic to soþe wat
þæt biþ in eorle indryhten þeaw,
þæt he his ferðlocan fæste binde,
healde his hordcofan (12-14)
Io so per vero che in un uomo / è nobile usanza serrare saldamente il recinto
dell’anima, /chiudere la stanza del cuore
Kenningar:
fer(h)ð-loca m. ‘recinto dell’anima’> mente;
hord-cofa m. ‘stanza del tesoro’> pensieri

ond ic hean þonan


wod wintercearig ofer waþema gebind,
sohte seledreorig sinces bryttan (23-25 )
e io di là affranto / oppresso per (il peso de)gli inverni (=anni) / andai sull’intreccio
delle onde, / cercai, triste senza sala, uno spartitore di tesori
Kenningar :
waþema m. gebind n. ‘intreccio/legame /nastro delle onde’ > mare
sinces n. brytta m. ‘spartitore/distributore di tesori/ oro’ > signore
27
IL LESSICO POETICO: alcuni esempi di kenningar
fem. whale-road,
hronrād
masc. bone-chamber, i.e. sea.
bāncofa
i.e. body. fem. sea-street, i.e.
neut. bone-container, merestrǣt the way over the
bānfæt sea.
i.e. body.
masc. night-
neut. bone-house, i.e.
bānhūs Nihthelm helmet, i.e. cover
body.
Bw 1789, Wand. 96 of night ‘ombre
masc. locked bone- della sera’
bānloca
enclosure, i.e. body. masc. or neut. soul-
neut. breast-hoard, Sāwoldrēor blood, i.e. life-
brēosthord i.e. feeling, thought, blood.
character. masc. sea-wood,
sundwudu
i.e. ship.
masc. flesh-covering,
flǣschoma fem. swan-road,
i.e. the body. swanrād
i.e. sea.
masc. first spear, i.e. neut. word-hoard,
frumgār
chieftain. wordhord i.e. capacity for28
speech
hildenædre Serpe-di-battaglia freccia
hildescur Pioggia-di-battaglia volo di frecce
hildeswat Sudore-di-battaglia sangue
hildeleoma Luce/bagliore-di-battaglia spada
hildewulf Lupo-della-battaglia guerriero
hronrad Via-della-balena mare
(cfr. hwæl-weġ via-della-balena mare)
Windgeard Casa/recinto-dei-venti mare (?)
merehengest Cavallo-del-mare nave

29

Potrebbero piacerti anche