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E D I T O R E B U L G A R I N I F I R E N Z E

scrivere con...

i poeti
LABORATORIO
DI SCRITTURA
A cura di
Vincenzo Viola

Copyright 2008

EDITORE BULGARINI FIRENZE


Prima edizione aprile 2008

1 2 3 4 5 6

Ristampe
2013 2012 2011 2010 2009 2008

Finito di stampare
per i tipi della tipolitografia Stiav s.r.l.
in Firenze

Laboratorio di scrittura a cura di


Vincenzo Viola
Editing
Francesca Muzzi
Redazione
Simona Ciuchini
Progetto grafico
Doriano Angelini
Videoimpaginazione
Doriano Angelini
Testo conforme
alle norme e avvertenze
tecniche previste
dal D.M. 7-12-99 n. 547

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Copertina
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Premessa
A considerare le letterature di tutti i popoli c da domandarsi perch mai
in ogni luogo si compongono poesie: infatti si tratta di un modo di utilizzare la
parola sicuramente pi complesso di quello abituale della comunicazione in
prosa sia per chi lo produce che per i destinatari. Inoltre, soprattutto nelle
epoche passate (ma anche oggi, bench in maniera diversa) la scrittura poetica era sottoposta a numerosi vincoli, regole, norme derivate dalla consuetudine, dai generi e dalla finalit del testo stesso.
Allora perch scrivere in poesia? Perch il linguaggio poetico ci permette
di esprimere ci che col linguaggio comune sarebbe pi difficile o addirittura
impossibile dire e lo fa solitamente avvalendosi di alcune caratteristiche particolari della parola, che ora analizzeremo.
Partiamo proprio da qui: che cos una parola? Potremmo dire in termini
generali che un suono a cui viene dato un significato. Naturalmente non
tutti i suoni che hanno un significato sono parole: se sentiamo il suono della
sirena di unambulanza possiamo facilmente attribuirgli il significato di Fermatevi, lasciate libero il passaggio!, ma quel suono trasmette il messaggio in
maniera complessiva, non articolata: non capace di sfumature di significato.
La parola invece pu avere molte articolazioni e unirsi con altre parole per
esprimere pensieri e sensazioni ricche e complesse. Ma per esprimere le sue
molte potenzialit la parola va trattata in maniera tale da valorizzare sia il suo
aspetto fonetico, cio relativo agli effetti del suono, sia quello evocativo, che
appartiene maggiormente allambito del significato.
Nelle pagine che seguono analizzeremo luso e le potenzialit della parola
vista in questi suoi due aspetti fondamentali: quello del suono o significante,
che costituisce essenzialmente il veicolo del messaggio che si intende trasmettere, e quella del contenuto che viene trasmesso, cio il significato, che
non solo concettuale, ma anche emotivo, psicologico, capace di suscitare
sensazioni profonde. Per trattare con chiarezza entrambe queste prospettive il
laboratorio diviso in due parti principali; segue una breve sezione che presenta alcuni cenni relativi alla storia e alla trasformazioni del modo di pensare
e di scrivere la poesia nel corso dei secoli.

PARTE PRIMA

IL SUONO

Una particolare attenzione al suono ha caratterizzato in maniera specifica


e fin dalle origini luso della parola in poesia in tutte le lingue e le tradizioni
letterarie: a questo proposito non va trascurato il fatto che nellantichit
spesso la poesia era musicata e cantata.
Il suono un aspetto che appartiene a ogni parola, anzi pi
precisamente ogni parola composta di suoni diversi: non vi sono solo
quelli che complessivamente formano una parola di senso compiuto, ma
anche quelli che formano le singole sillabe, che sono rappresentati dalle
singole consonanti e vocali o da aggregazioni di segni ancora diversi.
Cos nelle vocali abbiamo suoni aperti, la A e la E (si pensi alle parole
mare, avanzare, ascoltare), e suoni chiusi, rappresentati dalla O e dalla
U (come si pu cogliere nelle parole cupo, lupo, notturno); la I ha un
suono piuttosto chiuso, acuto e penetrante soprattutto quando accentata
e ripetuta (fili, tintinni, finissimi).
Anche tra le consonanti vi sono notevoli differenze: alcune, come P, B, T
ecc., si pronunciano in maniera esplosiva, cio con ununica emissione di
fiato dalla bocca, mentre altre, come M, N, R, S ecc., permettono di dare
durata allemissione del fiato e quindi di prolungare il suono.
Come si combinano tutti questi suoni? Vi sono naturalmente molte
possibilit, che ora cercheremo di imparare ad utilizzare.
Ma prima di iniziare questo cammino, intratteniamoci un po con un
poeta che attraverso i suoni si vuole proprio solo divertire: si tratta di Aldo
Palazzeschi, vissuto nel primo Novecento. Con la canzonetta che
riportiamo alla pagina seguente, assolutamente irriverente e tutta intrecciata
di passaggi inattesi, egli capace di mettere il lettore davanti a
unintelligente provocazione per spingerlo a riflettere.

PARTE PRIMA

IL SUONO

Aldo Palazzeschi

Lasciatemi divertire
Tri tri tri,
fru fru fru,
uhi uhi uhi,
ihu ihu ihu.
5

10

Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.
Non lo state a insolentire1.
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie2
sono il suo diletto3.

15

Cuc rur,
rur cuc,
cuccuccuruc!

20

Cosa sono queste indecenze?


Queste strofe bisbetiche4?
Licenze, licenze,
licenze poetiche5.
Sono la mia passione.
Farafarafarafa,
Tarataratarata,
Paraparaparapa,
Laralaralarala!

25

Sapete cosa sono?


Sono robe avanzate,
non sono grullerie6,
sono la... spazzatura
delle altre poesie.

1. insolentire: insultare e offendere.


2. corbellerie: sciocchezze.
3. diletto: piacere.
4. bisbetiche: stravaganti
5. licenze poetiche: si chiama licenza poetica

luso, permesso ai poeti per ragioni metriche o prosodiche, di parole disusate o scritte in maniera inconsueta.
6. grullerie: (termine toscano) balordaggini, cose
di nessun conto.

PARTE PRIMA

30

35

40

45

50

55

60

IL SUONO

Bubububu,
fufufufu,
Fri!
Fri!
Se dun qualunque nesso7
son prive,
perch le scrive
quel fesso?
Bilobilobilobilobilo
blum!
Filofilofilofilofilo
flum!
Bilol. Filol.
U.
Non vero che non voglion dire,
vogliono dire qualcosa.
Voglio dire
come quando uno si mette a cantare
senza saper le parole.
Una cosa molto volgare.
Ebbene, cos mi piace di fare.
Aaaaa!
Eeeee!
Iiiii!
Ooooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!
Ma giovinotto,
diteci un poco una cosa,
non la vostra una posa,
di voler con cos poco
tenere alimentato8
un s gran foco9?

7. nesso: legame logico.


8. alimentato: vivo, fiammeggiante.
9. un s gran foco: il sacro fuoco della poesia.

PARTE PRIMA

65

70

IL SUONO

Huisc Huiusc
Huisciu... sciu sciu,
Sciukoku... Koku koku,
Sciu
ko
ku
Come si deve fare a capire?
Avete delle belle pretese,
sembra ormai che scriviate in giapponese.
Ab, al, alar.
Riririri!
Ri.

75

80

85

90

95

Lasciate pure che si sbizzarrisca10,


anzi, bene che non lo finisca,
il divertimento gli coster caro:
gli daranno del somaro.
Labala
falala
eppoi lala...
e lalala lalalalala lalala.
Certo un azzardo un po forte11
scrivere delle cose cos,
che ci son professori, oggid12,
a tutte le porte.
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Infine,
io ho pienamente ragione,
i tempi sono cambiati,
gli uomini non dimandano pi nulla
dai poeti:
e lasciatemi divertire!
da Poeti italiani del Novecento, a cura di P. V. Mengaldo, Mondadori, Milano 1978

10. sbizzarrisca: faccia tutto quello che gli piace.


11. un azzardo un po forte: ci vuole un bel coraggio.
12. oggid: al giorno doggi.

PARTE PRIMA

IL SUONO

Il testo composto, lo si nota immediatamente, da versi formati da parole di


senso compiuto intercalati con altri costituiti da suoni-rumore. Naturalmente siamo
in presenza di una voluta esagerazione, mediante la quale il poeta ironizza anche
su alcune mode letterarie del suo tempo, come ad esempio il Futurismo che
proclamava la superiorit del suono e del rumore rispetto alle forme di
comunicazione tradizionali e razionali.
Ma al tempo stesso lautore sottolinea che in un contesto poetico i suoni
acquistano una loro autonomia, si impongono come il punto di riferimento attorno
al quale il poeta deve costruire il verso: deve dare, cio, una certa successione alle
parole, scegliere un termine piuttosto che un altro, a volte creare una struttura
sintattica particolare per poter porre una parola o una sillaba o un accento in una
posizione precisa, avvicinare o allontanare tra loro delle vocali o delle consonanti.
Tutto ci per valorizzare il suono.

PARTE PRIMA

10

IL SUONO

I versi
Nella tradizione metrica della lingua italiana i versi che compongono un testo poetico sono
definiti non dal numero delle parole, ma dal numero di sillabe.
Tutte le parole sono costituite da sillabe, da un minimo di una (me, te, su, gi ecc.) a
un massimo di undici (la parola pi lunga precipitevolissimevolmente); per la maggior
parte delle parole della lingua italiana costituita da un minimo di due (mare, pane,
casa ecc.) a un massimo di quattro (caramella, giocattolo ecc.) sillabe.
Le sillabe solitamente corrispondono alle vocali presenti in una parola, a meno che la
vocale non abbia una pure funzione fonetica (come la i dopo c o g o la u dopo
la q):
la / vo / ra / re /

leg / ge / re /

in / co / rag / gia / re /

qua / der / no

Si tengano per presenti due importanti eccezioni presenti nelluso poetico.

I dittonghi di norma contano per una sillaba, a meno che siano segnati dalla dieresi, cio
due puntini posti sulla prima lettera del dittongo: in questo caso le due vocali valgono
per due sillabe.
nau /fra/ga/re/

/sei/

mae/stra/le/

d/an/zi

Quando una parola finisce con una vocale e la successiva inizia con unaltra vocale le
due sillabe contano per una. Questo fenomeno tecnicamente si chiama sinalefe.

Dolce e chiara la notte e senza vento...


Ogni parola presenta un accento tonico, cio una sillaba su cui si appoggia pi fortemente
la voce di chi la pronuncia:
autombile; palzzo; citt
In base alla posizione dellaccento tonico in italiano le parole possono essere:
piane: se laccento cade sulla penultima sillaba (sono decisamente le pi numerose);
sdrucciole: se laccento cade sulla terzultima sillaba;
tronche: se laccento cade sullultima sillaba.
I vari tipi di verso si distinguono in base al numero delle sillabe che li compongono e alla
collocazione degli accenti tonici, alcuni obbligatori, altri variabili.
Prendiamo il verso pi diffuso nella produzione poetica italiana, lendecasillabo: esso, come evidenzia il termine stesso, formato da undici sillabe, ma non si tratta di undici sillabe
messe a caso. Facciamo qualche esempio.

PARTE PRIMA

IL SUONO I versi

11

Spesso il male di vivere ho incontrato (Montale) un endecasillabo


Nel campo mezzo grigio e mezzo nero (Pascoli)

un endecasillabo

N pi mai toccher le sacre sponde (Foscolo)

un endecasillabo
non un endecasillabo

Spesso ho incontrato il male di vivere

un endecasillabo

Nel campo mezzo nero e mezzo grigio

non un endecasillabo

N pi mai le sacre sponde toccher

Come si pu osservare i versi, anche quelli rifatti, sono tutti di undici sillabe, eppure di
due di essi affermiamo che non sono endecasillabi. Che differenza c tra questi e gli altri?
Osserviamo dove si colloca laccento tonico finale dei singoli versi:
1

Spes

so il

ma

le

di

vi

ve

Nel

cam

po

mez

zo

gri

gio e

mez

pi

mai

toc

che

le

Spes so ho in con

tra

to il

ma

10

11

tr

to

decima sillaba

zo

ro

decima sillaba

sa

cre

spn

de

decima sillaba

le

di

ve

re

nona sillaba

re ho in con

Nel

cam

po

mez

zo

ne

ro e

mez

zo

gr

gio

decima sillaba

pi

mai

le

sa

cre

spon

de

toc

che

undicesima sillaba

Come si nota, per formare un verso tradizionale non basta osservare il numero delle sillabe, ma necessario anche rispettare una determinata disposizione degli accenti.
SCHEMA DEI VERSI PRINCIPALI
VERSO

NUMERO
SILLABE

ACCENTO
TONICO
PRINCIPALE

Endecasillabo

11

10a sillaba

6a
4a, 8a

Sem / pre / ca / ro / mi / f / que / ster / mo / cl / le


E / que / sta / si / pe / che / da / tn / ta / pr / te

Novenario

8a sillaba

2a, 5a

Do / v / ra / la / l / na? / che in / ci / lo

Settenario

6a sillaba

Tra 1a e 4a

Sl / via, / ri / mem / bri an / c / ra

Senario

5a sillaba

2a

Sal / tl / la e / bal / lt / ta

Quinario

4a sillaba

1a o 2a

Sn / ti / nel / cu / re

ALTRI ACCENTI

ESEMPIO

PARTE PRIMA

12

IL SUONO I versi

Impariamo dunque una regola generale: i versi tradizionali sono formati da un numero prefissato di sillabe, disposte in maniera che laccento tonico fondamentale batta sulla penultima sillaba; gli altri accenti sono pi liberi e variabili.
Questa regola va applicata se lultima parola di un verso una parola piana; negli altri casi
va applicata con le seguenti avvertenze:

se in conclusione di verso ci sono parole sdrucciole (cio con laccento sulla terzultima,
come tnero, grcile, splndido ecc.), in questo caso nel calcolo metrico non si conta lultima sillaba.

A lui rivolse quello sguardo tnero


un endecasillabo perch viene calcolato come se fosse
1

10

11

lui

ri

vol

se

quel

lo

sguar

do

ne

se in conclusione di verso ci sono parole tronche (cio con laccento sullultima, co-

me citt, piet, felicit ecc.): in questo caso nel calcolo metrico si conta una sillaba in pi.

Da un nero di nubi laggi


un novenario perch viene calcolato come se fosse
1

Da un

ne

ro

di

nu

bi

lag

gi

PARTE PRIMA

IL SUONO I versi

Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Riconosci i seguenti versi:
a
b
c
d
e
f
g
h

Din sulla vetta della torre antica


Non sa che fu qualcuno che pass
Primavera dintorno
Brilla nellaria e per li campi esulta
Un fumo al sole biancica; via via
Fila e si perde
Venivano soffi di lampi
Su tutte le lucide vette

endecasillabo
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................................................................................
................................................................................
................................................................................
................................................................................
................................................................................
................................................................................
................................................................................

2 Riconosci tutti i tipi di versi presenti nella poesia Laddio di Umberto Saba (Percorsi di
poesia, pag. 86).

v. 1 endecasillabo
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
3 Riconosci tutti i tipi di versi presenti nella poesia Perch tardi? di Eugenio Montale
(Percorsi di poesia, pag. 88).

v. 1 endecasillabo
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................

ORA TOCCA A NOI


Per abituarci a scrivere versi non preoccupiamoci, in questa prima fase, che il verso abbia un
senso logico o un significato particolarmente poetico. Badiamo solamente al fatto che siano
corretti rispetto alle regole metriche. Sul significato e sul valore poetico lavoreremo pi avanti.
Qui di seguito riportiamo alcuni esempi.
Endecasillabo = Sognava allalba tavole imbandite
Settenario = Porta la pasta allora!
Novenario = Si sente un rumor di forchette
Senario = Mi fa mal la testa
Quinario = Passa il dolore
1 Scrivi sei endecasillabi con accento piano sulla parola conclusiva del verso (come
mre, pne, andre, bicicltta ecc.).

Andava lietamente in bicicletta


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..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
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13

PARTE PRIMA

14

IL SUONO I versi

Laboratorio di scrittura
2 Scrivi tre endecasillabi con accento sdrucciolo sulla parola conclusiva del verso (come
tmido, fcile, lgico, mcchina ecc.). Ricordati la regola particolare!

Lui non parlava, tanto era timido


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..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
3 Scrivi tre endecasillabi con accento tronco sulla parola conclusiva del verso (come
citt, per, pi ecc.). Ricordati la regola particolare!

Non rivedr mai pi la mia citt


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4 Scrivi tre settenari con accento piano sulla parola conclusiva del verso (vedi esercizio 1).

Guarda chi bussa ancora


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5 Scrivi tre settenari con accento tronco sulla parola conclusiva del verso (vedi esercizio
3). Ricordati la regola particolare!

Vedi chi viene gi


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6 Scrivi tre novenari con accento piano sulla parola conclusiva del verso (come csa,
cne ecc.).

Correva nei campi col cane


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7 Scrivi tre novenari con accento sdrucciolo sulla parola conclusiva del verso (come
trgico, cmico, stpido ecc.). Ricordati la regola particolare!

Guardava limmagine comica


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PARTE PRIMA

IL SUONO I versi

Laboratorio di scrittura
8 Scrivi tre novenari con accento tronco sulla parola conclusiva del verso (come citt,
per, pi ecc.). Ricordati la regola particolare!

Vedevo giocare laggi


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..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
9 Scrivi due senari e due quinari con accento piano sulla parola conclusiva del verso.

La casa piccina (senario)


Dolce la sera (quinario)
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..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
10 Scrivi tre senari con accento tronco sulla parola conclusiva del verso. Ricordati la regola
particolare!

Lamico sei tu
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
11 Scrivi endecasillabi che comincino con le seguenti parole:
Voleva

Voleva un mondo pieno di colori


............................................................................................................................................

Giocava ............................................................................................................................................
Credeva ............................................................................................................................................
Parlava

............................................................................................................................................

Azzurro

............................................................................................................................................

12 Scrivi endecasillabi che si concludano con le seguenti parole:

Lui ci seguiva con lo sguardo


..................................................................................................................................................
vigile
.................................................................................................................................................. cane
.................................................................................................................................................. albero
.................................................................................................................................................. gi
................................................................................................................................................. palla
13 Scrivi settenari che comincino e finiscano con le seguenti parole:

seduto
allombra
Stavo .......................................................................................................................................
Dimmi ..................................................................................................................................... pensi
Cielo ........................................................................................................................................ mare
Gi .......................................................................................................................................... casa

15

PARTE PRIMA

16

IL SUONO I versi

Laboratorio di scrittura
14 Scrivi novenari che inizino o si concludano con le seguenti parole:

tranquillo tra i monti


Viveva ..................................................................................................................................................
............................................................................................................................................... nellorto
Partivano .............................................................................................................................................
15 Esprimi con un massimo di tre versi a tua scelta le situazioni proposte, seguendo gli
esempi forniti:
ESEMPIO

Una brutta notizia improvvisa


Tutti eravam contenti in quel momento,
quando di botto giunse
lannuncio triste per le nostre menti.
OPPURE

Che brutta notizia!


che grave spavento
ci colse al momento!
La classe attende linsegnante che un po in ritardo
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Un momento sereno con gli amici
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Il traffico caotico in citt
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................

16 Scrivi tre senari e tre quinari con accento sdrucciolo sulla parola conclusiva del verso.
Ricordati la regola particolare!

Il luogo era splendido (senario)


..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................

PARTE PRIMA

IL SUONO I versi

Laboratorio di scrittura
Il sole limpido (quinario)
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
17 Scrivi le seguenti coppie di versi dando loro un significato logico completo.
Due endecasillabi
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Due novenari
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Un endecasillabo e un settenario
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Due senari
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Un endecasillabo e un quinario
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................

17

18

PARTE PRIMA

IL SUONO

I suoni nel verso


La disposizione e la successione degli accenti determina il ritmo, aspetto fondamentale di
un verso; ma la parola portatrice anche di altre caratteristiche fonetiche, cio riguardanti i
suoni, che mettono in relazione le parole tra loro e producono effetti di grande intensit
comunicativa.
Analizziamo dapprima i fenomeni che riguardano il suono delle parole dallaccento tonico
finale in poi.
Possiamo trovarci di fronte a tre situazioni differenti:
1 Cne ltte mgre carcsse ubriche stnche salme
Che cosa hanno in comune tutte queste parole? Una sola cosa, le ultime due vocali
(ae), cio le vocali dallaccento tonico alla fine. Quando due o pi parole con questa caratteristica entrano in relazione tra loro abbiamo il fenomeno dellassonanza.
2 Gtto mtte ltta btta frtti frtto rtti
Che cosa hanno in comune tutte queste parole? Una sola cosa, le consonanti (tt) poste
dopo la vocale su cui cade laccento tonico. Quando due o pi parole con questa caratteristica entrano in relazione tra loro abbiamo il fenomeno della consonanza.
3 Vnto momnto spavnto tormnto attnto godimnto
Che cosa hanno in comune tutte queste parole? Tutte le lettere, cio il suono completo
(ento) dalla vocale su cui cade laccento tonico alla fine. Quando due o pi parole con
questa caratteristica entrano in relazione tra loro abbiamo il fenomeno della rima.
La rima di gran lunga il fenomeno fonetico pi importante dei tre, ragione per cui essa
presenta diverse variazioni sia rispetto alla composizione che per la posizione.
Rispetto alla composizione, oltre alle rime normali, consideriamo:

rime ricche = sono cos definite le rime formate da parole che presentano identit di lettere anche prima dellaccento tonico.

momnto / tormnto / godimnto: nelle tre parole la parte uguale comprende anche la
m che viene prima della e da cui parte la rima.

quasi rime o rime imperfette = quando le sillabe finali delle parole in rima hanno in
comune le stesse vocali, ma non le consonanti, che per sono molto simili, come l/r;
m/n; b/p; ecc.

fortna / pima / lna: le tre parole possono considerarsi in rima anche se lidentit dei
suoni non assoluta ma molto simile.

PARTE PRIMA

IL SUONO I suoni nel verso

Rispetto alla posizione le rime possono raggrupparsi come:

rime baciate = quando le parole in rima sono disposte in due versi posti uno di seguito
allaltro (si indicano normalmente con lo schema AABBCC);

Meriggiare pallido e assorto


presso un rovente muro d orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

A
A
B
B

rime alternate = quando le parole in rima sono disposte su un verso s e laltro no


(schema: ABAB);

Un bacio. Ed lungi. Dispare


gi in fondo, l dove si perde
la strada boschiva, che pare
un gran corridoio nel verde.

A
B
A
B

rime abbracciate = quando una rima baciata sta in mezzo a due versi che a loro volta
sono in rima tra loro (schema: ABBA).

Spesso il male di vivere ho incontrato: A


era il rivo strozzato che gorgoglia,
B
era lincartocciarsi della foglia
B
riarsa, era il cavallo stramazzato.
A
Generalmente le rime si trovano in fondo al verso (posizione forte). Tuttavia si possono
trovare anche in altre posizioni, cio possono essere:

rime interne: se sono formate da parole allinterno dei versi


Unintera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato...

rime al mezzo: se sono in rima lultima parola di un verso e la parola posta a met del
verso seguente

Loreto impagliato ed il busto dAlfieri, di Napoleone


i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto)...

19

PARTE PRIMA

20

IL SUONO I suoni nel verso

Dal Medioevo fino alla fine dellOttocento si fatto un grande uso della rima: le grandi
opere della letteratura italiana, come la Divina Commedia di Dante Alighieri, il Canzoniere
di Francesco Petrarca, lOrlando furioso di Lodovico Ariosto e tante altre ancora sono tutte
impostate su una successione di rime ordinate e organizzate in modi diversi.
Ma non solo nel passato si utilizzata la rima: anche nella poesia dei nostri giorni spesso la
rima ricopre un ruolo di primaria importanza. Giorgio Caproni, poeta della seconda met
del XX secolo, vi ha fatto spesso ricorso, come nel testo seguente.
Giorgio Caproni

Battendo a macchina

10

15

20

25

Mia mano, fatti piuma 1:


fatti vela ; e leggera
muovendoti sulla tastiera,
sii cauta. E bada, prima
di fermare la rima 2,
che stai scrivendo duna3
che fu viva e fu vera .
Tu sai che la mia preghiera
schietta, e che lerrore
pronto a stornare4 il cuore .
Sii arguta e attenta: pia.
Sii magra5 e sii poesia
se vuoi essere vita6.
E se non vuoi tradita
la sua semplice gloria,
sii fine e popolare
come fu lei sii ardita
e trepida7, tutta storia
gentile, senza ambizione.
Allora, sul Voltone8
ventilata in un maggio
di barche9, se paziente
chiss che, con la gente,
non prenda aire10 e coraggio
anche tu, al suo passaggio.
da Il seme del piangere, Garzanti, Milano 1959

1. fatti piuma: divieni leggera


come una piuma; concetto rafforzato dal successivo fatti vela.
2. fermare la rima: stabilire in
maniera definitiva i versi della
poesia.
3. una: la madre di Caproni,
Anna Picchi, morta da poco, cui il
poeta ha dedicato una raccolta, Il
seme del piangere, che si apre
con questa poesia.
4. stornare: far deviare dallobiettivo.
5. magra: asciutta, essenziale,
senza fronzoli.
6. se vita: se vuoi rappresentare veramente la vita di lei.
7. trepida: palpitante per una
leggera agitazione.
8. Voltone: una piazza di Livorno, oggi piazza della Repubblica.
9. un maggio di barche: bellissima immagine per rappresentare
una giornata di primavera calma,
serena, con tante barche sul mare.
10. non prenda aire: non divenga audace. Aire (leggi are) vuol
dire slancio, spinta.

PARTE PRIMA

IL SUONO I suoni nel verso

Nel testo di Giorgio Caproni abbiamo evidenziato rime, assonanze e consonanze che qui
di seguito, per maggior chiarezza, riportiamo.
Rime normali a fine verso:
leggera / tastiera / vera / preghiera;
prima / rima;
errore / cuore;
pia / poesia;
vita / tradita / ardita;
gloria / storia;
ambizione / Voltone;
maggio / coraggio / passaggio;
paziente / gente
Rime ricche:
tastira / preghira;
prma / rma;
tradta / ardta
Rime imperfette:
piuma / una
Assonanze:
vela / vera;
rima / viva; ecc.
Consonanze:
piuma / prima;
vera / cuore / popolare; ecc.
Come si vede rime, assonanze e consonanze sono molto numerose e determinano un fitto intreccio di suoni che crea un collegamento forte tra parole (e quindi tra i concetti) al di
l della dimensione razionale e logica.
Proprio valorizzando questo aspetto, nella poesia che abbiamo appena letto attraverso il
continuo rimando dei suoni, Caproni cerca di dare ordine al fluire impetuoso delle emozioni che sente dentro di s nel momento in cui inizia a scrivere il libro dedicato al ricordo di
sua madre. Il susseguirsi delle rime baciate e delle assonanze e consonanze che si affiancano ad esse d un senso di ordine, di riflessione accurata, che fa ritrovare momenti di
coincidenza tra la memoria del poeta e la realt della vita di colei che non c pi.

21

22

PARTE PRIMA

IL SUONO l suoni nel verso

Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 La poesia La gatta di Umberto Saba (Percorsi di poesia, pag. 50) particolarmente ricca
di aspetti fonetici di diverso tipo. Rileggila con molta attenzione e poi:
riconosci e trascrivi tutte le assonanze;
riconosci le rime e trascrivile suddividendole in rime normali, rime interne, rime ricche.
Assonanze: ..........................................................................................................................................
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Rime: ...................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
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2 Rileggi con attenzione la poesia Lavandare di Giovanni Pascoli (Percorsi di poesia, pag.
60); poi riconosci e trascrivi tutte le rime in essa presenti, indicando la tipologia cui esse
appartengono.
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3 Leggi con attenzione i seguenti versi di Umberto Saba, tratti dalla poesia La capra (Percorsi
di poesia, pag. 48):

Ho parlato a una capra.


Era sola sul prato, era legata.
Sazia derba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Riconosci ed elenca le rime, le rime interne, le assonanze in fine verso.
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4 Nella poesia Nostalgia di Giuseppe Ungaretti (Percorsi di poesia, pag. 79) vi sono
esempi di consonanza.
Rintracciali mediante unattenta lettura e trascrivili.
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Sono presenti anche rime? Se s, trascrivile.
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PARTE PRIMA

IL SUONO l suoni nel verso

Laboratorio di scrittura

ORA TOCCA A NOI


1 Per ognuno dei cinque gruppi qua sotto riportati, scrivi tre parole in assonanza tra loro
(attenzione, non in rima!) formata dalle seguenti vocali:
Primo gruppo e / a

pera, mela, seta


Secondo gruppo i / a
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Terzo gruppo e / o
..............................................................................................................................................................
Quarto gruppo o / o
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Quinto gruppo u / a
..............................................................................................................................................................
2 Per ognuno dei tre gruppi qua sotto riportati scrivi quattro parole in consonanza tra loro
(evita le rime) formata dalle seguenti consonanti:
Primo gruppo ll

bello, folle, palla


Secondo gruppo gl
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Terzo gruppo t
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3 Per ognuno dei cinque gruppi qua sotto riportati scrivi tre parole in rima tra loro:
Primo gruppo -are

parlare, cantare, sperare


Secondo gruppo -ella
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Terzo gruppo -orso
..............................................................................................................................................................
Quarto gruppo -ito
..............................................................................................................................................................
Quinto gruppo -ura
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23

PARTE PRIMA

24

IL SUONO l suoni nel verso

Laboratorio di scrittura
4 Scrivi quattro coppie di parole ciascuna formata da una rima ricca.
Prima coppia -rita
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Seconda coppia -coso
..............................................................................................................................................................
Terza coppia -messo
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Quarta coppia -ride
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5 Componi tre coppie di endecasillabi, ciascuna con rima baciata.

Correvan tutti quanti in mezzo al prato


ciascuno in cuor suo era beato.
Prima coppia
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Seconda coppia
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..............................................................................................................................................................
Terza coppia
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6 Componi due quartine di versi a tua scelta, ciascuna con rima alternata.

Se mi levo la mattina

ancor tutta addormentata, B


una bella lavatina

e mi sono gi svegliata.

Prima quartina
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Seconda quartina
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PARTE PRIMA

IL SUONO l suoni nel verso

Laboratorio di scrittura
7 Componi due terzine di due endecasillabi e un settenario (la disposizione dei tre versi
libera) con due versi in rima e uno in assonanza o in consonanza con gli altri due.

Con la sua bicicletta


il giovane volava e per la fretta
non saccorse che il freno si era rotto
Prima terzina
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Seconda terzina
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8 Componi due quartine con i versi che vuoi, una con almeno una rima ricca e laltra con
una rima imperfetta.
Con rima ricca
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Con rima imperfetta
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9 Scrivi una quartina di endecasillabi che presenti rime alternate.
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PARTE PRIMA

26

IL SUONO

I suoni nelle parole


Abbiamo visto che rime, assonanze e consonanze riguardano i suoni delle parole a partire
dallaccento tonico alla fine. Ma non solo la parte finale delle parole pu essere valorizzata
dal punto di vista fonetico: vi sono altri effetti prodotti dalla presenza particolarmente rilevante e concentrata di alcuni suoni che sono di grande importanza per la poesia sia antica
che dei nostri giorni.
I fenomeni che studieremo in questo capitolo sono due: lallitterazione e il fonosimbolismo.

Lallitterazione
Lallitterazione consiste nella ripetizione di suoni uguali o simili in parole ravvicinate
con lo scopo di ottenere determinati effetti espressivi.
Nei versi di Giovanni Pascoli

Ma secco il pruno e le stecchite piante


di nere trame segnano il sereno...
vi sono due evidenti allitterazioni che si intrecciano, la prima in s (secche, stecchite, segnano, sereno), laltra in r (pruno, nere, trame, sereno). In questo caso i suoni che si ripetono rafforzano limmagine di una rigida giornata autunnale.
La presenza di allitterazioni rafforza quindi linsieme delle immagini offerte dal testo di una
poesia. Prendiamo come esempio la poesia Meriggiare pallido e assorto di Eugenio Montale.
Eugenio Montale

Meriggiare pallido e assorto


Meriggiare1 pallido e assorto2
presso un rovente3 muro dorto,
ascoltare tra i pruni4 e gli sterpi5
schiocchi6 di merli, frusci7 di serpi.
5

Nelle crepe del suolo8 o su la veccia9


spiar le file di rosse formiche
chora si rompono10 ed ora s intrecciano
a sommo11 di minuscole biche12.

1. Meriggiare: trascorrere le ore del meriggio,


di solito le pi afose e opprimenti.
2. assorto: completamente assorbito dai propri pensieri.
3. rovente: reso caldissimo dal sole.
4. pruni: cespugli secchi e spinosi.
5. sterpi: erbacce e rami secchi.
6. schiocchi: il verso breve e aspro del merlo.
7. frusci: il rumore di serpi che si muovono tra

lerba e i sassi.
8. crepe del suolo: le crepe indicano che il terreno molto arido.
9. veccia: pianta erbacea usata solitamente come foraggio per gli animali.
10. si rompono: il soggetto le file.
11. a sommo: sulla cima di...
12. biche: piccoli cumuli di terra; si tratta evidentemente dei formicai.

PARTE PRIMA

10

15

IL SUONO I suoni nelle parole

Osservare tra frondi13 il palpitare14


lontano di scaglie di mare15
mentre si levano16 tremuli scricchi17
di cicale dai calvi picchi18.
E andando nel sole che abbaglia19
sentire con triste meraviglia
com tutta la vita e il suo travaglio20
in questo seguitare21 una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia22.
da Ossi di seppia, in Lopera in versi, Einaudi, Torino 1980

13. tra frondi: (forma arcaica per fronde) tra le


foglie degli alberi.
14. il palpitare: tremolare delle onde.
15. scaglie di mare: il mare, illuminato dal sole,
sembra trasformarsi in un corpo vivente che freme
16. si levano: si innalzano nellaria, si fanno
sentire.
17. scricchi: stridori secchi e improvvisi.
18. calvi picchi: sassi che emergono dal terreno.
19. che abbaglia: leccessiva luminosit del sole

provoca quasi un senso di dolore e di disagio.


20. travaglio: angoscia, sofferenza.
21. seguitare: seguire camminando accanto.
22. che ha in cima ... bottiglia: la muraglia il
muro di cinta di un giardino, sul quale sono stati
fissati pezzi di vetro per rendere pi difficile scavalcarlo. La muraglia rappresenta la condizione
della vita: impossibile andare al di l del proprio presente (scavalcare il muro), impossibile
uscire dalla propria condizione di disagio.

Questa poesia rappresenta un angolo del paesaggio ligure che ci viene incontro spezzettato in mille frammenti insignificanti, se presi uno per uno: si tratta di schegge di vita che assumono la forma di rumori secchi e fastidiosi, di movimenti ripetuti e incomprensibili, di
oggetti che, avvolti da una luce troppo forte, provocano un effetto di isolamento dellosservatore spaesato e incapace di trovare in questo paesaggio alcuni sicuri punti di riferimento.
Ma queste minute manifestazioni di vita si legano fortemente tra di loro e divengono capaci di rappresentare il disagio della vita nel momento in cui sono tradotte nel testo in lunghe
allitterazioni. Osserviamo alcuni passaggi:

allinizio prevale lallitterazione in r (assorto / presso un rovente muro d orto,/ ascolta-

re tra i pruni e gli sterpi...) che ha la funzione di rappresentare la calura che non d
tregua e che rende tutto pi opprimente, come se rimbombasse continuamente nel
cervello;

pi avanti (v. 1112) abbiamo unallitterazione in c (...scricchi / di cicale dai calvi

picchi) che trasmette il senso di monotonia prodotto nello specifico dal continuo
canto delle cicale, ma che si riferisce pi in generale ai movimenti e ai rumori ripetuti di tanti altri piccoli animali;

infine lossessivo ripetersi del suono glia / glio nellultima strofa sottolinea il senso di di-

sagio crescente che il poeta sente in s nel momento in cui comprende il vero significato della vita.

Si noti infine lultimo verso: lallitterazione in cima cocci rende difficilmente pronunciabile in maniera disinvolta il gruppo di parole cocci aguzzi (viene pi spontaneo pronunciare cozzi agucci!) ed esprime molto efficacemente il disagio dellanimo dinnanzi alla
scoperta della verit della condizione umana.

27

PARTE PRIMA

28

IL SUONO I suoni nelle parole

Il fonosimbolismo
Il fonosimbolismo un effetto particolare prodotto da determinati suoni nellanimo di chi
legge o ascolta. Infatti al di l del significato della parola in cui sono inseriti, i suoni trasmettono emozioni abbastanza costanti: ad esempio il suono are , soprattutto se ripetuto, suscita una sensazione rassicurante, il suono s frequente e prolungato fa solitamente percepire un senso di ansiet, la presenza di numerose parole tronche, cio con laccento sullultima vocale, genera un momento di sorpresa. Si tratta naturalmente di impressioni
soggettive: non detto quindi che tutti i lettori le provino nella stessa misura; ma leffetto
fonosimbolico complessivo molto efficace e abbastanza verificabile, motivo per cui i poeti, soprattutto a partire dalla met dellOttocento, utilizzano spesso il fonosimbolismo per
trasmettere le proprie emozioni.
Uno degli esempi pi noti e significativi dellutilizzo del fonosimbolismo costituito dalla
poesia Lassiuolo di Giovanni Pascoli.

Giovanni Pascoli

Lassiuolo

10

Dovera la luna? ch il cielo


notava in unalba di perla1,
ed ergersi2 il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla3.
Venivano soffi di lampi4
da un nero di nubi5 laggi;
veniva una voce dai campi:
chi6
Le stelle lucevano rare7
tra mezzo alla nebbia di latte8:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte9;
sentivo nel cuore un sussulto,
comeco dun grido che fu10.

1. unalba di perla: biancore perlaceo simile a


quello dellalba; si noti luso del sostantivo in
funzione aggettivale (anche pi avanti nebbia di
latte).
2. ergersi: rizzarsi, innalzarsi.
3. a meglio vederla: per vederla meglio.
4. soffi di lampi: bagliori lontani.
5. nero di nubi: nuvole temporalesche e minacciose.
6. chi: il verso dellassiuolo, un piccolo

uccello rapace notturno.


7. Le stelle... rare: nel cielo ancora in parte nuvoloso risplendevano (lucevano) poche (rare)
stelle.
8. tra latte: in mezzo a una nebbia densa e
biancastra.
9. fratte: cespugli.
10. un grido che fu: il ricordo del grido del
padre ucciso da un ignoto assassino mentre tornava a casa.

PARTE PRIMA

15

20

IL SUONO I suoni nelle parole

Sonava lontano il singulto11:


chi
Su tutte le lucide vette12
tremava un sospiro di vento:
squassavano13 le cavallette
finissimi sistri14 dargento
(tintinni a invisibili porte
che forse non saprono pi15?);
e cera quel pianto di morte16
chi
da Myricae, in Poesie, Garzanti, Milano 1981

11. singulto: verso triste e lamentoso, che fa


pensare a un gemito.
12. lucide vette: le cime degli alberi bagnate
dalla pioggia.
13. squassavano: agitavano freneticamente;
ma pi del significato, con questo termine acquista rilievo leffetto fonosimbolico della forte allitterazione in <s>, che prosegue anche nel verso
successivo.
14. sistri: antichi strumenti musicali egizi;

erano utilizzati soprattutto nelle cerimonie collegate al culto dei morti.


15. tintinni ... pi: il frinire prodotto dalle cavallette fa pensare a campanelli che suonano a
porte misteriose, le porte del regno della morte
(...non saprono pi).
16. pianto di morte: pianto che ricorda un momento di morte, in particolare la morte del padre
del poeta.

In questa poesia vi sono diversi passaggi in cui i suoni sono adeguatamente utilizzati dal
poeta per trasmettere al lettore sensazioni particolarmente raffinate. Osserviamoli nei particolari:

La successione costante degli accenti tonici sulla 2, sulla 5 e sull8 sillaba di ogni ver-

so (notva in unlba di prla) contribuisce a sottolineare, attraverso il battere del suono,


la capacit espressiva delle singole parole o di brevi blocchi di esse; allo stesso tempo
produce un ritmo sonoro regolare che accompagna lo svolgimento di ogni strofa verso il
punto finale, la parola-verso (onomatopea) chi.

Accanto agli accenti rivestono una grande importanza le frequenti allitterazioni special-

mente di consonanti, spesso raddoppiate (ergersi, mandorlo, vederla; fru fru tra le fratte; squassavano, finissimi sistri), che costituiscono lossatura sonora specialmente della
prima e della terza strofa.

Le rime sono notevolmente rafforzate da particolarit che si ripetono costantemente in


tutte e tre le strofe:

nelle quartine iniziali delle singole strofe costante la vocale su cui posa laccento pi
importante del verso: e nella prima (cilo prla mlo vedrla); a nella seconda (rre ltte mre frtte); e di nuovo nella terza (vtte vnto cavalltte argnto);

29

30

PARTE PRIMA

IL SUONO I suoni nelle parole

i versi finali di ogni strofa invece sono caratterizzati dalla ripetizione della rima in , prodotta dallincontro tra lonomatopea chi con espressioni comuni: laggi; fu; pi.
Tutto ci contribuisce a creare e dare efficacia al fonosimbolismo. Osserviamone alcuni
esempi:

nella prima strofa i suoni erg, orl, erl suscitano la sensazione di uno sforzo verso lalto,
mentre il succedersi dei suoni accentati ne nu trasmette il senso di una progressiva
chiusura, che diviene totale con la di laggi.
Dovera la luna? ch il cielo
notava in unalba di perla,
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi
da un nro di nbi laggi;
veniva una voce dai campi:
chi

Nella seconda strofa il fenomeno ancora pi evidente:


sentivo il cullare del mare, il suono are ripetuto trasmette un senso di serenit;
sentivo un fru fru tra le fratte, la ripetizione del suono fr (e tr) unito prima al suono u e poi al suono a genera un senso di ansia, che per sembra risolversi;
sentivo nel cuore un sussulto, la parola finale piena di u e di consonanti raddoppiate
fa avvertire un crescente senso di angoscia.
Il verbo sentivo, ripetuto tre volte, acquista ad ogni verso un significato sempre differente:
nel primo verso esprime una sensazione essenzialmente gradevole;
nel secondo una sensazione di ansia prodotta da un rumore;
nel terzo una sensazione dolorosa determinata dal ricordo di un rumore (il grido del
padre ferito a morte) mai udito ma immaginato.

Nellultima strofa il fonosimbolismo raggiunge il punto di pi alta concentrazione: la ripe-

tizione ossessiva della s e soprattutto della i nei versi 19-21 traducono in parole il dolore lacerante del poeta.
Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento:
squassavano le cavallette
finissimi sistri dargento
(tintinni a invisibili porte
che forse non saprono pi?);
e cera quel pianto di morte
chi

PARTE PRIMA

IL SUONO I suoni nelle parole

Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Nella poesia di Giovanni Pascoli, Pioggia, (Percorsi di poesia, pag. 46) trova le consonanze
e le allitterazioni (ricorda che le allitterazioni possono essere formate sia da vocali che da
consonanti e anche da suoni composti).
Consonanze: .......................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Allitterazioni: ........................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
2 Leggi la prima strofa della poesia di Montale Spesso il male di vivere e riporta almeno
tre esempi di allitterazioni.

Spesso il male di vivere ho incontrato


era il rivo strozzato che gorgoglia
era lincartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Quale alliterazione particolarmente evidente?
..............................................................................................................................................................
3 Cerca di dare un valore fonosimbolico ai seguenti gruppi di parole scegliendo tra le
risposte indicate e motivando la scelta:
a la luce si fa avara amara lanima

noia

gioia

paura

Perch .............................................................................................................................................
b in pozzanghere / mezzo seccate agguantano i ragazzi

leggerezza

difficolt

allegria

Perch ..............................................................................................................................................
c Ho strascicato / la mia carcassa

gioia

fatica

speranza

Perch ..............................................................................................................................................
4 Leggi con attenzione la poesia Cigola la carrucola del pozzo di Eugenio Montale
(Percorsi di poesia, pag. 68) e poi rispondi alle seguenti domande.
a Che allitterazione trovi nei versi 3-4?

..........................................................................................................................................................
b Che significato fonosimbolico ritieni di poter attribuire a tale allitterazione?

..........................................................................................................................................................

31

PARTE PRIMA

32

IL SUONO I suoni nelle parole

Laboratorio di scrittura

ORA TOCCA A NOI


1 Componi un endecasillabo per ogni allitterazione che ti viene richiesta.

luna nel cielo splendeva


allitterazione in L: Limpida
............................................................................................................................
allitterazione in V: ............................................................................................................................
allitterazione in F: ............................................................................................................................
allitterazione in R: ............................................................................................................................
allitterazione in A: ............................................................................................................................
allitterazione in Z: ............................................................................................................................
allitterazione in O: ...........................................................................................................................
2 Componi tre novenari (versi come quelli della poesia Lassiuolo) in rima o in assonanza
tra loro e con almeno unallitterazione.
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
3 Abbastanza spesso le allitterazioni aiutano a rappresentare una situazione ambientale o
atmosferica (vedi la poesia Pioggia di Giovanni Pascoli in Percorsi di poesia, pag 46).
Seguendo le indicazioni che ti vengono date, prova anche tu a comporre versi, del tipo
che preferisci, che parlino di eventi atmosferici e presentino allitterazioni formate dalle
lettere indicate:
ARGOMENTO

NUMERO VERSI

ALLITTERAZIONI

Il vento

due

S V o entrambe

Vento che soffia e sibila violento


..............................................................................................................................................................
ARGOMENTO

NUMERO VERSI

ALLITTERAZIONI

Linverno

tre

GR I GIR

..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
ARGOMENTO

NUMERO VERSI

ALLITTERAZIONI

La luna

tre

LNoM

..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................

PARTE PRIMA

IL SUONO I suoni nelle parole

33

Laboratorio di scrittura
4 Come nellesercizio precedente scrivi il numero di versi richiesto sullargomento
indicato, ma scegli tu lallitterazione (o le allitterazioni) che ti sembra (sembrano) pi
adatta/e e che indicherai dopo la stesura dei versi.
ARGOMENTO

NUMERO VERSI

ALLITTERAZIONI SCELTE

Il mare

quattro

Londa lambisce tremula la riva


..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
ARGOMENTO

NUMERO VERSI

Un fiume

tre

ALLITTERAZIONI SCELTE

..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
ARGOMENTO

NUMERO VERSI

La neve

quattro

ALLITTERAZIONI SCELTE

..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................

5 Scrivi gruppi di parole (non importa se non sono versi completi) con cui cerchi di
esprimere le seguenti sensazioni attraverso il valore fonosimbolico:
libert
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
sorpresa
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
ricordo
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................

PARTE PRIMA

34

IL SUONO

Le parole nascoste
Unultima particolarit relativa alla capacit autonoma dei suoni di trasmettere significati in
un testo poetico costituito dalle cosiddette parole nascoste, cio vocaboli di senso
completo presenti come parti di un altro vocabolo che, una volta rivelati dalle rime o
da altre figure di suono, producono un arricchimento di significato a tutto il testo.
Si leggano ad esempio questi versi di Leopardi ne La quiete dopo la tempesta:

Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride


Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passeggier che il suo cammin ripiglia.
Le parole sorride e stride hanno un significato ben diverso, ma il fatto che siano in rima
le avvicina notevolmente. Proprio la rima evidenzia la parola nascosta: si tratta di ride,
che assume due significati differenti: nel primo caso la luce solare che si diffonde, nel
secondo una risata stridula e sinistra che rivela linganno della Natura che illude le attese
delluomo.
Il caso pi evidente delluso delle parole nascoste costituito dal sonetto A Zacinto di Ugo
Foscolo. Zacinto il nome antico di Zante, isola natale di Foscolo. In questo sonetto il poeta
ci parla di unisola, o meglio dellidealizzazione dellisola di Zante in cui egli nacque. unisola
bellissima nella fantasia poetica e nel ricordo dellinfanzia, unisola di sogno, che appartiene al
mito della bellezza classica, a cui il poeta non potr pi tornare.
Ugo Foscolo

A Zacinto
N pi mai toccher le sacre sponde1
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nellonde
del greco mar2 da cui vergine nacque
5

Venere3, e fea4 quelle isole feconde5


col suo primo sorriso, onde6 non tacque

1. sacre sponde: perch si tratta delle rive dellisola ideale, consacrata alla bellezza e alla poesia.
2. greco mar: si tratta del Mar Jonio, ma laccento batte sullaggettivo greco, che trasforma il mare
in uno scenario in cui rivivono i miti dellantichit.

3. Venere: secondo il mito la dea della bellezza e


dellamore era nata dalla spuma del mare Ionio.
4. fea: rendeva.
5. feconde: piene di vita.
6. onde: motivo per cui.

PARTE PRIMA

IL SUONO Le parole nascoste

le tue limpide nubi e le tue fronde


linclito7 verso di colui8 che lacque

10

cant fatali9, ed il diverso esiglio10


per cui bello di fama e di sventura
baci la sua petrosa Itaca11 Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato12 illacrimata sepoltura13.
da Sonetti, in Opere, Ricciardi, Milano 1974

7. inclito: celebre, glorioso.


8. colui: come si lascia comprendere pi avanti,
si tratta di Omero, autore dellOdissea.
9. cant fatali: i mari sui quali Ulisse fu sospinto dal destino che lo perseguitava.
10. esiglio: (forma letteraria per esilio) lontananza dalla patria. Ulisse rest lontano da Itaca
per ventanni, dieci passati ad assediare Troia e

dieci costretto a vagare per i mari.


11. petrosa Itaca: la piccola isola patria di Ulisse quasi tutta aspra e rocciosa.
12. a noi prescrisse il fato: per me il destino
stabil che ci fosse
13. illacrimata sepoltura: una tomba lontana
dalla patria e dagli amici, presso la quale nessuno
versa lacrime per lo scomparso.

Se leggiamo con attenzione le sillabe che formano le rime dei primi otto versi del sonetto,
cio le due quartine, ci accorgiamo che esse formano una successione alternata delle parole onde (versi 1, 3, 5, 7) e acque (versi 2, 4, 6, 8), non espresse direttamente, ma nascoste in altre parole e rivelate proprio dalle rime.
Solo una volta questi due termini vengono utilizzati sotto forma di parola esplicita e con significato proprio, al v. 3 la parola onde e al v. 8 la parola acque. Tutte le altre volte esse
sono parole invisibili, portate allo scoperto dalla rima: Foscolo ci parla esplicitamente di altre questioni, della propria fanciullezza e del mito di Venere, della bellezza della natura e
dellimportanza della poesia, ma verso dopo verso mediante i suoni che formano le parole
nascoste il poeta ci fa apparire, come per magia, un mare fantastico solcato dalle onde da
cui lisola viene circondata.
In questa maniera lisola, che pure ha una propria realt fisica, diviene una pura immagine
di sogno, fuori dal tempo reale e quindi irraggiungibile (per questo il sonetto inizia con tre
negazioni N pi mai... nettissime e definitive), e appare dunque al poeta come collocata non tanto in mezzo alle onde di un mare conosciuto, ma nel mare nascosto e sconosciuto della propria memoria. Fuori di essa vi il presente segnato dolorosamente dalla
condizione di esule del poeta, figlio, trattenuto al di qua delle acque e delle onde lontano
dalla terra materna: allisola, che un puro sogno di bellezza, il poeta non potr pi tornare se non attraverso il proprio ricordo e il proprio canto.
Unaltra maniera con cui compaiono le parole nascoste lomofonia cio laccostamento
di parole con lo stesso suono o con suono molto simile, ma con significato differente. Ne
possiamo osservare un esempio sempre nel sonetto A Zacinto: a met del v. 6 vi la parola onde, che in questo caso significa motivo per cui; ma inserita in questo contesto
contribuisce a incrementare limmagine marina.

35

PARTE PRIMA

36

IL SUONO Le parole nascoste

Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Trova nei seguenti versi di Giovanni Pascoli, tratti dalla poesia Patria, due parole
omofone.

Scendea tra gli olmi il sole


in fasce polverose
erano in ciel due sole
nuvole, tenui, rose:
due bianche spennellate
in tutto il ciel turchino.
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2 Rileggi con attenzione la poesia Nostalgia di Ungaretti (Percorsi di poesia, pag. 79),
osserva se vi sono parole nascoste ed eventualmente riportale.
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ORA TOCCA A NOI


1 Trova tre parole che contengano le seguenti parole nascoste.

tremare, colmare, amare


Mare: ...................................................................................................................................................
Dire: ...................................................................................................................................................
Fare: ...................................................................................................................................................
Ora:
Ero:

...................................................................................................................................................
...................................................................................................................................................

2 Scrivi quattro coppie di parole omofone, ma con significato diverso.

fine (sottile), fine (conclusione)


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3 Componi tre gruppi di tre versi, a tua scelta, ciascuno dei quali presenti almeno una
parola nascosta. Puoi utilizzare anche alcune parole individuate nellesercizio n. 1.

Vedeva lontano tremare


lazzurra distesa ed il cuore
sentiva di gioia colmare

PARTE PRIMA

IL SUONO Le parole nascoste

Laboratorio di scrittura
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4 Componi due gruppi di quattro versi, a tua scelta, ciascuno dei quali presenti almeno
una omofonia. Puoi utilizzare anche alcune parole individuate nellesercizio n. 2.

Ricorda il vecchio dello


per molti proprio adatto
Non fu quello che ha fatto,
ma quello che ha detto
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PARTE PRIMA

38

IL SUONO

La strofa
Diversi testi di poesia, sia del passato che del presente, sono composti da strofe cio da un
insieme organizzato di versi, che spesso sono legati tra loro da un sistema di rime che si ripete con regolarit. Lo schema delle rime indicato con le lettere dellalfabeto: lindicazione ABA, BCB vuol dire che il primo e il terzo verso rimano tra loro, il secondo col quarto e
col sesto, ecc.
Le strofe pi diffuse, soprattutto nel passato, sono:

la terzina, formata da tre endecasillabi, utilizzata in particolare da Dante Alighieri per


comporre la Divina Commedia e, in epoca pi recente, da Giovanni Pascoli;

la quartina, formata da quattro versi (prevalentemente endecasillabi, ma non solo: esi-

stono quartine di tre endecasillabi e un quinario, di novenari, ecc.). Linsieme di due


quartine di endecasillabi e due terzine forma un sonetto (vedi ad esempio qui sopra A
Zacinto di Ugo Foscolo), che la forma pi diffusa della poesia italiana di un tempo ed
abbastanza utilizzato anche ai nostri giorni;

lottava, formata da otto endecasillabi con rime disposte secondo lo schema AB AB AB


CC, cio con rima alternata per i primi sei versi e rima baciata per gli ultimi due. Si tratta
della strofa usata in particolare per i poemi cavallereschi, come ad esempio lOrlando furioso di Ludovico Ariosto o la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso;

particolare la strofa della canzone, formata da un numero variabile di versi, endecasil-

labi e settenari. Esistono diversi tipi di canzoni, alcune legate a uno schema pi rigido, come le canzoni del Petrarca, altre caratterizzate da uno schema molto pi libero, come i
Canti di Giacomo Leopardi.

Dalla met dellOttocento in avanti si sono sviluppate forme di composizione poetica che
conservano le strofe, ma ne hanno modificato ampiamente la composizione. Prendiamo
ad esempio la poesia Patria di Giovanni Pascoli, che offre una rappresentazione essenziale
della patria del poeta: un paesaggio fatto di immagini, rumori, sensazioni dapprima piacevoli, poi via via sempre pi angoscianti. Tale percorso si snoda attraverso le strofe che formano il testo poetico.
Giovanni Pascoli

Patria
Sogno dun d destate.

Quanto scampanellare1
tremulo di cicale!
Stridule2 pel filare
moveva il maestrale
le foglie accartocciate3.

1. scampanellare: usato come sinonimo di frinire, che rappresenta il verso delle cicale, produce un legame con campane dellultima strofa.
2. Stridule: il rumore delle foglie secche spostate dal vento.
3. moveva ... accartocciate: il maestrale, vento
freddo e secco, faceva muovere le foglie cadute a
terra; limmagine introduce in un quadro estivo
uninaspettata sensazione autunnale.

PARTE PRIMA

10

IL SUONO La strofa

Scendea tra gli olmi il sole


in fasce polverose4:
erano in ciel due sole
nuvole, tenui, rose5:
due bianche spennellate
in tutto il ciel turchino.

15

Siepi di melograno,
fratte di tamerice6,
il palpito7 lontano
duna trebbatrice,
langelus argentino8...

20

dovero? Le campane
mi dissero dovero,
piangendo9, mentre un cane
latrava10 al forestiero,
che andava a capo chino.

da Myricae, in Poesie, Garzanti, Milano 1981

4. in fasce polverose: in lontananza la polvere della campagna, illuminata dal sole che
tramonta, sembra fasciare tutto lorizzonte.
5. rose: dai bordi sfrangiati.
6. fratte di tamerice: siepi di arbusti sempreverdi.
7. palpito: il battito del motore, come se
fosse il battito di un cuore.
8. langelus argentino: lo scampanio festoso che invita i fedeli alla preghiera al mattino,
a mezzogiorno e a sera.
9. piangendo: come concordanza sintattica
il termine riferito a le campane, ma sul
piano logico in realt sottolinea il dolore
profondo del forestiero, cio il poeta stesso,
costretto a restare lontano dalla sua terra.
10. latrava: abbaiava furiosamente come
per tenere lontana una persona sconosciuta.

La poesia si apre con un verso isolato, cui seguono due strofe di cinque versi; poi vi un
altro verso isolato e altre due strofe di cinque versi. Nelle strofe i primi quattro versi presentano una rima alternata, mentre il quinto rima col verso isolato che sta sopra. Osserviamo pi da vicino.
La prima strofa caratterizzata dalla presenza costante della stessa sequenza vocalica (a e) in tutte le rime, rafforzata dalla presenza prevalente di vocali liquide (l - r): il segno di
un quadro sereno e pacato del ricordo lontano che appartiene allinfanzia e ritorna in sogno al poeta.
Quanto scampanellare
tremulo di cicale!
Stridule pel filare
moveva il maestrale
le foglie accartocciate.
Anche la seconda strofa presenta un fenomeno analogo: le vocali dominanti (o - e) sono
omogenee nei primi quattro versi, ma variano nel v. 11 (spennellate) e in quello successivo (turchino); il primo sintomo di una frantumazione delle sensazioni.
Scendea tra gli olmi il sole
in fasce polverose:
erano in ciel due sole
nuvole, tenui, rose:
due bianche spennellate
in tutto il ciel turchino.

39

PARTE PRIMA

40

IL SUONO La strofa

Tale aspetto si accentua nettamente nella terza strofa, tutta nominale, cio costruita senza
verbi. come se lanimo del poeta, ancora coinvolto nel sogno, non riesca pi a fornire un
punto di riferimento allinsieme delle immagini che non si combinano tra loro, come invece
avveniva nella prima strofa, ma si susseguono nei singoli versi allineati luno allaltro.
Il disagio psicologico crescente si condensa e si fa particolarmente sentire nellultima strofa, aperta e dominata dai suoni do e ero, il primo che riproduce un martellante suono
di campane ed il secondo, invece, tale da sottolineare che la patria sognata appartiene a
un passato rimpianto e perduto per sempre.
dovero? Le campane
mi dissero dovero,
piangendo, mentre un cane
latrava al forestiero,
che andava a capo chino.
Luso di strofe, per, non necessariamente obbligatorio; lo osserviamo non solo nella
poesia del Novecento, ma anche nelle opere di alcuni grandi poeti del passato, come ad
esempio in diverse poesie di Giacomo Leopardi: esempio illustre di testo continuo, senza
strofe e senza rime la poesia forse pi celebre del poeta di Recanati, Linfinito.
Vicino al palazzo della famiglia Leopardi a Recanati si leva unaltura solitaria, dalla cui sommit lo sguardo pu spaziare sul panorama sottostante. Attraverso limmaginazione Leopardi giunge a toccare il confine tra indefinito e infinito. Ma il pi semplice e naturale dei rumori, un soffio di vento percepito dallorecchio, attira lattenzione del poeta e la riporta nel mondo sensibile: Leopardi ripercorre il passato, ritrova il presente, ascolta il suono della vita: nella sua mente resta la sensazione gioiosa di aver percepito la dimensione dellinfinito.
Giacomo Leopardi

Linfinito

Sempre caro mi fu questermo1 colle,


e questa siepe, che da tanta parte
dellultimo orizzonte il guardo esclude2.
Ma sedendo e mirando3, interminati4
spazi di l da quella5, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo6; ove per poco
il cor non si spaura7. E come il vento

1. ermo: solitario. Si tratta del colle chiamato


Monte Tabor che si eleva non lontano dal palazzo
Leopardi.
2. che ... esclude: che impedisce la vista di un
largo tratto del paesaggio fino ai limiti pi lontani.
3. sedendo e mirando: il primo verbo indica un
comportamento appartenente alla dimensione fisica, il secondo a una dinamica psicologica, cio
la capacit visionaria dellimmaginazione.
4. interminati: senza limiti.

5. di l da quella: al di l della siepe, che costituisce il limite di ci che possono percepire i sensi.
6. io ... mi fingo: mi costruisco con limmaginazione.
7. non si spaura: non prova un senso di panico
davanti allinfinita vastit del mondo nato dal
pensiero e dallimmaginazione.
8. E come ... piante: ma non appena sento il rumore del vento che passa tra queste piante muovendo le foglie.

PARTE PRIMA

10

15

IL SUONO La strofa

odo stormir tra queste piante8, io quello


infinito silenzio a questa voce
vo comparando9: e mi sovvien leterno10,
e le morte stagioni11, e la presente
e viva12, e il suon13 di lei. Cos tra questa
immensit14 sannega15 il pensier mio:
e il naufragar m dolce in questo mare16.
da Canti, Mondadori, Milano 1987

9. io ... vo comparando: io vado paragonando


linfinito silenzio che si creato nella mia mente
con il rumore del vento che passa.
10. mi sovvien leterno: mi torna in mente leternit.
11. le morte stagioni: il passato, la storia.
12. la presente e viva: (sott. stagione) il presente, gli anni in cui vive il poeta.
13. il suon: la vita rappresentata quasi sem-

pre da Leopardi come suono, rumore, canto ecc.


14. questa immensit: la vastit dello spazio e
del tempo.
15. sannega: si immerge totalmente e diventa
tuttuno.
16. e il naufragar ... mare: sprofondare con
lillusione nel mare dellinfinito produce nel poeta un senso di perfezione e di completezza.

Come si pu notare questa poesia non presenta una divisione in strofe, ma la funzione di
suddividere il testo in fasi successive svolta dalla punteggiatura. Vi un punto fermo molto netto proprio a met della poesia, dopo sette versi e mezzo (sui quindici complessivi), e
altri due che dividono le due met in una parte pi lunga e una pi breve. Cos suddiviso il
testo presenta il seguente aspetto:
Sempre caro mi fu questermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dellultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di l da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura.
E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien leterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.
Cos tra questa
immensit sannega il pensier mio:
e il naufragar m dolce in questo mare.
La prima e la quarta parte hanno caratteristiche comuni molto marcate:

entrambe sono pi brevi;


entrambe iniziano con un avverbio, la prima di tempo (sempre), laltra di modo (cos);

41

PARTE PRIMA

42

IL SUONO La strofa

entrambe presentano la coppia di aggettivi pronominali questo / questa, riferito a qual-

cosa di definito, la prima alla dimensione sensibile (il colle e la siepe), laltra a ci che la
mente ha creato (limmensit).

Anche la seconda e la terza presentano caratteristiche comuni altrettanto evidenti:

sono entrambe pi lunghe;


iniziano entrambe con una congiunzione (Ma ... E);
presentano un movimento, la prima dallesperienza sensibile a ci che sovrasta i sensi
(gli interminati spazi, ecc.), laltra da ci che sovrasta la dimensione umana (leterno) a
ci che appartiene allesperienza sensibile (il suono della vita). Lallontanamento in entrambi i casi viene rappresentato con laggettivo pronominale quello.

Ciascuna delle parti, inoltre, ha un proprio ritmo:

la prima ha un ritmo pacato, determinato da molte parole bisillabiche (sem-pre; ca-re;


er-mo, col-le);

nella seconda il ritmo si dilata attraverso parole sempre pi lunghe (sedendo / mirando

/ interminati / sovrumani / profondissima) fino ad arrestarsi nel termine spara seguito


da un punto fermo. La lettura deve fermarsi su questo suono;

il ritmo si rianima divenendo quasi affannoso nella terza parte, con lallitterazione vento

/ voce e il succedersi di coppie (sovvien leterno / morte stagioni / presente e viva) che
hanno un andamento rapido;

nella quarta il ritmo torna ad essere pacato per un forte parallelismo tra i due versi, sottolineato anche dallaccento tonico posto sullultima vocale delle parole che aprono i versi (immensit / naufragr).

Infine possiamo osservare che la compattezza e al tempo stesso la fluidit di questo straordinario testo poetico sono in buona parte determinate anche dalla frequente presenza di
enjambements, fenomeno che si ha quando la misura logica della frase va oltre la misura
metrica del verso per cui si separano aggettivo da sostantivo (interminati / spazi; sovrumani / silenzi; questa / immensit) o il soggetto dal verbo, creando cos un effetto di sospensione dello sviluppo della frase, ma anche di maggior collegamento tra i versi.
In questa poesia la fusione tra aspetti formali e concetti espressi cos perfetta da rendere inscindibili gli uni dagli altri. La trama poetica dellInfinito si svolge attorno a una parola semplicissima e comune: laggettivo pronominale questo replicato sei volte. Dapprima esso rappresenta
ci che appartiene alla dimensione dei sensi, il colle e la siepe, che per suscita un insieme di
sensazioni che si differenziano da ci che percepibile dalla vista e dalludito e creano ci che
non umanamente sperimentabile: spazi non limitati neppure dallorizzonte, silenzi e quiete
profondissimi. Allimpressione di vuoto affascinante che nasce dallattivit creatrice della mente
(quello infinito silenzio), si contrappone ancora una coppia di questo, riferiti alle piante e alla
voce del vento tra le foglie, che rappresentano sensazioni capaci di restituire un punto di riferimento al poeta. Lelenco di immagini che ne deriva caratterizzato da parole (leterno e le morte stagioni e la presente...) che tracciano un cammino preciso nel tempo, dal lontano passato
via via fino al presente. Cos il pensiero creativo del poeta si rapporta alla vastit dellimmaginazione e vive in lei un momento di autentica felicit.

PARTE PRIMA

IL SUONO La strofa

Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Rileggi le seguenti poesie, descrivi la composizione delle strofe (tipi di versi, numero di
versi, eventuale variazione del numero di versi), osserva infine se vi sono rime e se sono
disposte secondo uno schema ripetuto.
Giovanni Pascoli, Lavandare (Percorsi di poesia, pag. 60)
Composizione delle strofe: ................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Rime: ...................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Gabriele DAnnunzio, La sabbia del tempo (Percorsi di poesia, pag. 74)
Composizione delle strofe: ................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Rime: ...................................................................................................................................................
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Umberto Saba, Laddio (Percorsi di poesia, pag. 86)
Composizione delle strofe: ................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Rime: ...................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Giosue Carducci, Nevicata (Percorsi di poesia, pag. 100)
Composizione delle strofe: ................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Rime: ...................................................................................................................................................
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Giovanni Pascoli, Novembre (Percorsi di poesia, pag. 102)
Composizione delle strofe: ................................................................................................................
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Rime: ...................................................................................................................................................
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Giovanni Giudici, Via Stilicone (Percorsi di poesia, pag. 117)
Composizione delle strofe: ................................................................................................................
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Rime: ...................................................................................................................................................
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44

PARTE PRIMA

IL SUONO La strofa

Laboratorio di scrittura
2 Nelle seguenti poesie senza strofe individua alcune caratteristiche importanti in
relazione alluso del suono e riportale.
Camillo Sbarbaro: Non sa che fu (Percorsi di poesia, pag. 81): uso dellaccento
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Vivian Lamarque, Il signore della buonanotte (Percorsi di poesia, pag. 96): uso di parole
alterate
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Sandro Penna, Sul molo (Percorsi di poesia, pag. 128): ripetizione di versi
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ORA TOCCA A NOI


1 Componi una quartina di novenari con rime alternate partendo dal seguente verso:

Vedevo gli amici giocare

......................................................................................................................................................... B
......................................................................................................................................................... A
......................................................................................................................................................... B
2 Componi una quartina di endecasillabi con rime alternate partendo dal seguente verso:

Nel primo giorno della mia vacanza

......................................................................................................................................................... B
......................................................................................................................................................... A
......................................................................................................................................................... B
3 Componi una strofa di sei senari, legati a due a due dalla rima baciata.
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PARTE PRIMA

IL SUONO La strofa

Laboratorio di scrittura
4 Componi una strofa formata da tre endecasillabi e un quinario (per trovare un esempio
rileggi Perch tardi? di Eugenio Montale, in Percorsi di poesia, pag. 88); lo schema delle
rime libero.
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5 Scrivi una poesia composta da due terzine e una quartina (vedi come esempio Lavandare
di Giovanni Pascoli, in Percorsi di poesia, pag. 60); i versi possono essere endecasillabi
o novenari, ma devono essere tutti uguali; il sistema di rime libero e pu anche non
esistere.
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6 Scrivi un testo di dieci endecasillabi sciolti (cio senza strofe e senza rime), come
Linfinito di Giacomo Leopardi, pag. 40, in cui sia per evidente:
una parola significativa che torni almeno tre volte;
unallitterazione in v o in s o in l .
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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO

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Finora abbiamo analizzato gli effetti di particolarit fonetiche e sonore nella


lingua usata dalla poesia. Ma fin dallinizio abbiamo detto che la parola non
solo suono, ma un suono che porta un significato.
In qualsiasi contesto comunicativo ogni suono-parola portatore di numerosi
significati. Prendiamo ad esempio la parola MARE. Il suono di queste quattro
lettere messe in questa successione in italiano significa massa di acqua salata
che si estende per tre quarti della superficie terrestre: questo livello di
significato si chiama denotativo o referenziale. Questo significato, che il pi
preciso, quello usato solitamente dalla scienza; nel linguaggio comune usiamo
solitamente un significato pi ampio, reso tale da figure retoriche, cio da
strutture particolari della lingua che danno alle parole un valore traslato.
Facciamo qualche esempio: lespressione andiamo al mare non significa in
termini denotativi andiamo alla superficie di acqua salata, ma in termini traslati
andiamo in una localit che si trova nei pressi della superficie di acqua salata:
il significato della parola MARE ha subito una prima dilatazione. Naturalmente
possiamo proseguire: nellespressione mi trovo in un mare di guai non vi
pi nessun riferimento alla superficie salata, ma senza dubbio solo a una
qualit specifica del mare, la vastit infinita, e il termine assume il valore
metaforico di grandissima quantit, una misura quasi illimitata. Dilatando ancora
il significato, il MARE pu acquistare il significato simbolico di libert (Uomo
libero, sempre tu amerai il mare // il mare il tuo specchio Baudelaire) o
di totalit (per lo gran mar dellessere Dante). E cos via.
Questa capacit di dilatarsi e arricchirsi del significato appartiene a tutte
le parole, alcune pi e altre meno, naturalmente, ma nessuna ne totalmente
esclusa.

PARTE SECONDA

48

IL SIGNIFICATO

Si osservi ad esempio la seguente poesia di Mario Luzi: Sulla riva.


Limmagine su cui si fonda questa poesia tratta da una giornata di burrasca: il
mare gonfio e minaccioso si abbatte sul pontile del porto. A un certo punto la
mareggiata sembra placarsi per dar respiro agli uomini e la vita almeno in parte
riprende, ma proprio in quel momento si sente tutto il peso dellassenza delle
persone care.

Mario Luzi

Sulla riva

10

I pontili deserti scavalcano le ondate1,


anche il lupo di mare2 si fa cupo3.
Che fai4? Aggiungo olio alla lucerna5,
tengo desta la stanza6 in cui mi trovo
alloscuro di te e dei tuoi cari7.
La brigata dispersa8 si raccoglie,
si conta9 dopo queste mareggiate.
Tu dove sei?10 ti spero in qualche porto11
Luomo del faro esce con la barca,
scruta perlustra12, va verso laperto13.
Il tempo e il mare hanno di queste pause14.
da Onore del vero, in Poesie, Garzanti, Milano 1988

1. I pontili... ondate: le ondate sono cos forti da


superare i moli che proteggono il porto.
2. lupo di mare: il termine con cui si definisce
un marinaio molto esperto.
3. si fa cupo: per la tensione e la preoccupazione.
4. Che fai?: come se una voce chiedesse al poeta la ragione dei suoi gesti.
5. Aggiungo... lucerna: per non farla spegnere.
6. tengo... stanza: mantengo illuminata e quindi
non lascio addormentare nel buio la stanza.
7. alloscuro ... cari: senza sapere pi nulla di te
e dei tuoi familiari.
8. La brigata dispersa: il gruppo di amici che la

bufera aveva fatto allontanare per cercare rifugio.


9. si conta: verifica chi e quanti siano gli assenti,
coloro che sono stati portati via dalla mareggiata.
10. Tu dove sei?: Lignoto destinatario non presente nel gruppo dei superstiti.
11. ti spero in qualche porto: spero che tu sia
scampato dalla tempesta trovando rifugio in qualche porto.
12. perlustra: ispeziona e controlla tutto con
molta attenzione.
13. va verso laperto: si dirige verso il mare aperto, lascia la riva.
14. Il tempo... pause: sia la vita che il mare hanno
momenti in cui la tempesta sembra placarsi.

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO

In questa poesia quasi ogni parola acquista un valore metaforico e simbolico: il


mare e le condizioni ambientali prodotte dalla burrasca sono simbolo della vita e
delle sue vicissitudini; la casa rappresenta lanimo del poeta in cui viene tenuta
accesa la fioca luce della lucerna, che a sua volta rappresenta sia il ricordo, sia
lattesa di rivedere coloro che non sono presenti.
Nel terzo verso di entrambe le strofe posta una domanda: nei versi di risposta
in entrambi i casi si ricorre al tema della luce attraverso due oggetti che la
producono (la lucerna, il faro), tema che rimanda inevitabilmente alla speranza e al
desiderio di scrutare, di conoscere.
Infine nellultimo verso il poeta proclama lidentit tra il mare, di cui ha parlato
finora, e il tempo, cio la vita, e tutta la poesia assume un valore simbolico pi forte,
poich esprime un messaggio sul significato profondo dellesistenza: spesso la vita
sottoposta a tremende mareggiate, ma quando si placa la tempesta non vi pace
nellanimo perch pi forte si fa sentire il desiderio delle persone amate.

49

PARTE SECONDA

50

IL SIGNIFICATO

Le figure retoriche

Uno degli strumenti attraverso cui pi comunemente viene prodotto e sottolineato il valore
metaforico di una parola o di un insieme di parole il ricorso alle cosiddette figure retoriche. Si tratta di particolari costruzioni logiche e sintattiche che valorizzano la ricchezza e la
pluralit di significati presenti in una parola o in unespressione. La loro funzione essenziale in un testo poetico, soprattutto per conferire alla comunicazione una particolare carica
emotiva e arricchire il senso del messaggio.
Tra i numerosi tipi di figure retoriche a noi interessano soprattutto quelle di tipo semantico,
come la similitudine, la metafora, la metonimia e la sineddoche, che riguardano il mutamento di significato delle singole parole.
Ad esempio in una similitudine si evidenzia e si rafforza un aspetto particolare del significato di una parola. Se dico Quel corridore ciclista andava come un treno dei concetti contenuti nella parola treno voglio evidenziare soprattutto la velocit e la potenza; ma se dico
Egli faceva quella passeggiata puntuale come un treno con la parola treno intendo sottolineare la regolarit con cui lavvenimento si ripete. Attraverso la similitudine la stessa parola assume due significati molto differenti.
Vi sono anche figure retoriche di tipo logico, che sono quelle che producono un arricchimento di significato grazie alla disposizione delle parole nella frase e soprattutto al tipo di
rapporto che si stabilisce tra le parole o le frasi nellambito di un periodo. Di queste prenderemo in considerazione lanacoluto, liperbole, lironia, literazione, la litote, lossimoro e
la sinestesia.

Figure di tipo semantico


La similitudine
La similitudine la figura che mette a contatto realt diverse, spesso appartenenti anche
ad ambiti differenti, per porre in evidenza alcuni aspetti del primo membro della similitudine stessa attraverso le caratteristiche del secondo termine: ad esempio se dico che Luigi
come un orologio svizzero attraverso la similitudine non metto in relazione la persona con
loggetto, ma la precisione di quella persona e la precisione di cui lorologio svizzero simbolo indiscusso.

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

I poeti, specialmente nel passato, hanno utilizzato frequentemente la similitudine soprattutto con due obiettivi:

rendere credibili e comprensibili situazioni letterarie che non appartengono allesperienza

umana. Ad esempio Dante quando vuole rappresentare il volo delle anime dei dannati
nel canto V dellInferno ricorre a similitudini tratte dal volo degli uccelli:

E come li stornei ne portan lali


nel freddo tempo, a schiera larga e piena,
cos quel fiato li spiriti mali
di qua, di l, di gi, di su li mena.

E come gli stornelli durante i mesi invernali sono portati dalle ali (cio volano) in
stormi molto ampi e formati da tantissimi uccelli, cos (cio in gruppi molto numerosi)
quel vento (cio la bufera infernale) porta le
anime dei dannati di qua, di l, di gi, di su.

aumentare lo spessore evocativo di alcune situazioni comuni. Si veda a questo proposito


la seguente poesia di Vincenzo Cardarelli.
Vincenzo Cardarelli

Sera di Liguria

Lenta e rosata sale su dal mare


la sera di Liguria, perdizione1
di cuori amanti2 e di cose lontane.
Indugiano3 le coppie nei giardini,
saccendon le finestre ad una ad una
come tanti teatri.
Sepolto nella bruma4 il mare odora.
Le chiese sulla riva paion5 navi
che stanno per salpare.
da Poesie, Mondadori, Milano 1942

1. perdizione: causa di dolce malinconia.


2. amanti: innamorati.
3. Indugiano: si trattengono a lungo.

4. bruma: nebbia leggera.


5. paion: sono simili a.

La poesia si apre con lunghe allitterazioni in s e in a che producono una sensazione


di qualcosa che si prolunga e che si dilata. Poi al v. 4 i suoni si fanno pi chiusi e le immagini sono pi definite e delineate e qui entrano in gioco due importanti similitudini.
La prima riguarda i versi 5-6 e mette in relazione le finestre che si illuminano con il teatro: cos la luce che si accende diventa un invito ad osservare, a condividere le sensazioni e le emozioni. Non solo, ma la similitudine ci suggerisce anche una disposizione spaziale: le case disposte sulle pendici della collina ci sono presentate come un grande anfiteatro affacciato sullo spettacolo della sera. Questa similitudine introdotta dal nesso
come; la seconda, presente nel verso 8, invece costruita sul verbo paion, che contiene in s lidea di similitudine: le chiese, poste sulla riva del mare fanno ricordare navi
che salpano.

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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Indica alcune parole che nella poesia La rosa bianca di Attilio Bertolucci (Percorsi di
poesia, pag. 94) assumono un valore traslato.
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2 Rileggi con attenzione la poesia Il passero solitario di Giacomo Leopardi (Percorsi di
poesia, pag. 42). Individua:
eventuali similitudini presenti nel testo
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la similitudine complessiva che sta alla base dellultima strofa della poesia
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3 Leggi con attenzione la poesia La gatta di Umberto Saba (Percorsi di poesia, pag. 50) e
individua alcune similitudini presenti nel testo.
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4 La poesia Via Stilicone di Giovanni Giudici (Percorsi di poesia, pag. 117) presenta alcune
similitudini. Rintracciale e spiegale in maniera adeguata.
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ORA TOCCA A NOI


1 Scrivi il significato proprio (puoi aiutarti anche col dizionario) e uno dei significati traslati
delle seguenti parole:
PAROLA

SIGNIFICATO PROPRIO

SIGNIFICATO TRASLATO

Pane

alimento composto di
farina, acqua e lievito

sostentamento
per la propria vita

Fiume
Radice

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura
PAROLA

SIGNIFICATO PROPRIO

SIGNIFICATO TRASLATO

Abito
Faccia
Libro
Strada

2 Rappresenta le seguenti situazioni attraverso una similitudine:


SITUAZIONE

SIMILITUDINE

Lottare con coraggio

lottare come un leone

Lavorare senza sosta


Essere molto bello
Essere molto sincero
Essere molto veloce
Dormire profondamente
Avere una vista molto buona
Arrabbiarsi molto facilmente
Essere mite e remissivo
Cambiare frequentemente opinione

3 Trova una prima parte adeguata alle seguenti similitudini:


PRIMA PARTE

SIMILITUDINE

arrivato puntuale

come un treno
come un cane
come il pane
come un terremoto
come il vento
simile a un raggio di sole
simile a un sogno
simile a un fiume

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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura
4 Scrivi tre versi endecasillabi o novenari contenenti una similitudine.

Come la neve discende sui colli,


cos nella mia mente il tuo sorriso
porta ricordi delicati e belli.
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5 Scrivi da due a quattro endecasillabi a cui poter collegare con senso logico la seguente
similitudine:

come una stella luccica nel cielo.


Puoi collocare dove vuoi (inizio, fine o in mezzo) il verso dato,
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6 Componi lacrostico del nome tuo o di un/a tuo/a compagno/a contenente una
similitudine esplicita o implicita. Puoi scegliere liberamente i versi (possono essere tutti
uguali o no, per devono essere versi, non brevi frasi!) ed eventualmente le rime.
Lesempio riportato (anagramma del nome MAURA) serve solo per far comprendere la
modalit dellesercizio.

Mani graziose, occhi come il cielo,


Amabile il tuo viso e il portamento,
Un tuo sorriso spazza come il vento
Rimpianti e le tristezze di giornata.
Amica mia, cos tho immaginata
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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

La metafora
La metafora si ha quando una parola viene sostituita con unaltra il cui significato ha qualche tratto comune con quello della prima. Se invece di dire Quel treno molto veloce dico Quel treno una freccia stabilisco una identit perfetta tra treno e freccia su un terreno
specifico, quello della velocit: la freccia, cio, diviene la metafora della velocit del treno.
La metafora stata spesso definita come una similitudine abbreviata: in effetti spesso si
ottiene col mettere direttamente a contatto i due termini della similitudine eliminando
come, quale, al modo di ecc.
similitudine: Quel treno corre come una freccia
metafora: Quel treno una freccia
La metafora ha unimportanza fondamentale nella poesia di tutti i tempi e specialmente
nella poesia dellultimo secolo perch producendo un trasferimento di significato da un
termine a un altro, trasferimento che viene percepito non razionalmente, ma in maniera
intuitiva, estende enormemente la capacit di rappresentazione delle singole parole e di
intere espressioni e aiuta a produrre anche soluzioni inattese, che si allontanano dalluso
comune.
Si veda un esempio nella seguente poesia di Salvatore Quasimodo.
Salvatore Quasimodo

Specchio

10

Ed ecco sul tronco


si rompono1 gemme:
un verde pi nuovo dellerba2
che il cuore riposa3:
il tronco pareva gi morto
piegato sul botro4.
E tutto mi sa di miracolo:
e sono5 quellacqua di nube6
che oggi rispecchia nei fossi
pi azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure7 stanotte non cera
da Ed subito sera, in Poesie e discorsi sulla poesia,
Mondadori, Milano 1971

1. si rompono: si aprono, spinte dalla forza vitale della primavera.


2. verde erba: il verde delle gemme pi recente e tenero di quello dellerba.
3. che riposa: la vista del verde delle gemme, che un segno di ripresa della vita, d serenit al cuore.

4. botro: fossato, dirupo.


5. sono: io sono; il poeta sente dentro di s le
caratteristiche di novit, freschezza e vita che
sono presenti nella natura.
6. acqua di nube: pozza dacqua prodotta dalla
pioggia.
7. pure: anche solo.

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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

La poesia formata da due brevi strofe che si presentano nel complesso come parallele: entrambe sono di sei versi, entrambe iniziano con la congiunzione E, che fa pensare a un pensiero precedentemente abbozzato nellanimo del poeta e poi, solo da un
certo punto, trasformato in parole; entrambe contengono analoghi elementi paesaggistici: le gemme della primavera, un vecchio tronco, un corso dacqua...
Questo parallelismo ha una sua chiara finalit perch lega tra loro le due strofe, che in
s hanno unimpostazione diversa. Infatti la prima strofa presenta al lettore una osservazione oggettiva di un segno che preannuncia il ritorno della primavera: un tronco, che
sembrava morto durante la stagione invernale, nel corso della notte rinverdito e nella
sua dura scorza si sono aperte le gemme. Fino a questo punto siamo di fronte a un raffinato spunto descrittivo, reso particolarmente efficace dalla presenza di una duplice serie di assonanze: quella in o (tronco, rompono, morto, botro), che rappresenta il senso
di oppressione della stagione invernale e quella in e (gemme, verde, erba), che segnala larrivo della primavera.
Ma nella seconda strofa gli elementi descrittivi assumono molto chiaramente un valore
di metafora: il poeta riconosce nel quadro tracciato le caratteristiche della propria vita e
attraverso i segni della primavera dichiara ed evidenzia il proprio attaccamento alla vita.
Non lo fa, per, sotto forma di similitudine, dicendo ad esempio io sono come quellacqua di nube, cio conservando la specificit delle due parti, cio io e lacqua di
nube, ma si affida allidentit intuitiva di alcuni aspetti delle due parti per trasferire su
se stesso le caratteristiche dei diversi aspetti naturali (ad esempio nel verso e sono
quellacqua di nube mette in evidenza la freschezza e la novit dei sentimenti che
prova): cos egli non rimane semplice spettatore del risveglio della natura, ma si specchia nel verde delle gemme e nellazzurro del cielo e si sente partecipe del miracolo
della rinascita della vita.

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Esamina con attenzione la poesia Fantasia di Umberto Saba (Percorsi di poesia, pag. 84)
e rintraccia le similitudini e le metafore.
Similitudini
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Metafore
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2 Dopo aver letto attentamente la poesia, cerca di dare una interpretazione delle seguenti
metafore presenti nella poesia La sabbia del tempo di Gabriele DAnnunzio (Percorsi di
poesia, pag. 74).
Sabbia
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Mano
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Filo derba
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3 Nella poesia Lora intima di Clemente Rebora (Percorsi di poesia, pag. 104) trova
almeno due metafore e trascrivile dandone una spiegazione.
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ORA TOCCA A NOI


1 Attribuisci un valore metaforico ai seguenti termini:
PAROLA

VALORE METAFORICO

Luce

Vita (venire alla luce)

Terra
Acqua
Sole
Cuore
Fegato
Testa

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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura
2 Utilizza metafore per esprimere il significato delle seguenti espressioni.
Piero forte e coraggioso

Piero un leone
Quella casa graziosa, comoda e posta in un luogo molto bello
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La strada tutta a curve e saliscendi
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Il discorso di quelloratore stato lungo e monotono
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Quella ragazza molto affascinante
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3 Trasforma in metafore le seguenti similitudini.
La sorte degli uomini gira come una ruota

La vita una ruota


Poich non studia quel ragazzo ignorante come un asino.
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Quelluomo lento come una lumaca e non arriver mai in tempo.
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Guarda quella signora: grassa come una balena!
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giunto veloce come un lampo.
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La fila di macchine scorreva come un fiume sullautostrada.
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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura
4 Scrivi tre versi a tua scelta contenenti una metafora (puoi anche utilizzare una di quelle
trovate negli esercizi precedenti).
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5 Scrivi due endecasillabi o settenari in cui poter utilizzare la parola FIORE con valore
metaforico.
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6 Scrivi quattro versi a tua scelta in cui poter utilizzare la parola SOLE con valore metaforico.
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7 Leggi con molta attenzione la seguente breve poesia di Camillo Sbarbaro e poi
rintraccia e spiega gli aspetti metaforici del testo.
Camillo Sbarbaro

Stracci di nebbia lenti


Stracci di nebbia lenti
e cenere d'ulivi.
Quasi a credere stenti
che vivi.
la pioggia una ninnananna di triste fanciulla;
al corpo che giace
la terra, una culla.
da Rimanenze, in Poesie, Scheiwiller,
Milano 1961

8 Componi un testo poetico di almeno quattro versi (endecasillabi o versi a tua scelta)
che presentino una metafora.
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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Metonimia e sineddoche
La metonimia e la sineddoche sono figure semantiche di significato piuttosto analogo.
Infatti

La metonimia consiste nell'indicare una cosa con il nome di un'altra che abbia con la pri-

ma un rapporto di vicinanza di significato (come la causa per leffetto o leffetto per la


causa, il contenente per il contenuto, ecc.). Es.: Vive del sudore della propria fronte (naturalmente del lavoro che provoca il sudore ecc.); Bevo un bicchiere alla tua salute (naturalmente il vino contenuto nel bicchiere).

La sineddoche la figura retorica per cui una parola riceve un significato pi o meno am-

pio di quello che solitamente le compete (come il tutto per una parte o una parte per il
tutto; il materiale per loggetto, il singolare per il plurale, ecc). Es.: La cattedra, per indicare il lavoro dellinsegnante; i marmi, per indicare le statue; la spada, per indicare le armi
in generale; luomo, per indicare lintera umanit.

Le due figure talvolta sovrappongono il proprio ambito di competenza e non facile distinguerle perch entrambe agiscono allinterno di famiglie di parole o come si dice con un
termine pi propriamente linguistico entro campi semantici: infatti la vela, il remo, la
prua sono parole che appartengono tutte al campo semantico dellimbarcazione e possono svolgere la funzione di sineddoche del termine barca; allo stesso modo piatto, boccone, cucchiaio fanno parte del campo semantico del cibo e di esso possono essere
metonimie.
Nelle poesie riportate in questo capitolo possiamo trovare alcuni esempi:

Nella poesia di Cardarelli Sera di Liguria lespressione saccendon le finestre una me-

tonimia in quanto rappresenta leffetto per la causa: infatti vuol dire che la luce accesa
nelle case illumina le finestre.

Nella poesia di Quasimodo Specchio il verso quel verde che spacca la scorza una
metonimia perch il colore (il verde) rappresenta loggetto (le gemme) che rompe la
scorza dellalbero.

Nella poesia di Cardarelli lespressione la sera di Liguria una sineddoche, perch col

singolare indica il plurale: infatti parla delle caratteristiche di tutte le sere di Liguria, non di
una sera in particolare.

Anche nella poesia di Quasimodo vi una sineddoche in cui col singolare si indica il plurale: lespressione acqua di nube indica la pioggia che scende dalle nubi.

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Leggi con attenzione la poesia di Corrado Govoni La trombettina (Percorsi di poesia, pag.
58) e rintraccia le metonimie e le sineddochi presenti, spiegandone anche il significato.
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2 Nella poesia di Margherita Guidacci Primo autunno di Elisa (Percorsi di poesia, pag. 122)
trova le parole e/o le espressioni che possono avere valore di metonimia o di
sineddoche e spiega il motivo della tua scelta.
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ORA TOCCA A NOI


1 Le seguenti parole possono essere una metonimia di ...
PAROLA

METONIMIA DI

Fatica

Lavoro

Piatto
Stanza
Lacrima
Fortuna

2 Le seguenti parole possono essere una sineddoche di ...


PAROLA

SINEDDOCHE DI

Vela

Barca

Tetto
Legno
Ferro
Oro
Verde

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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura
3 Scrivi tre versi a tua scelta contenenti una metonimia o una sineddoche (puoi anche
utilizzare una di quelle trovate negli esercizi precedenti).
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4 Scrivi due versi a tua scelta in cui poter utilizzare una parola che indichi un materiale
(legno, ferro, piombo, ecc.) con valore di sineddoche.
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5 Leggi con attenzione la poesia di Giovanni Pascoli qui riportata con le note e rintraccia
le metonimie e le sineddochi presenti, spiegandone anche il significato.
Giovanni Pascoli

Dallargine
Posa il meriggio1 sulla prateria.
Non ala orma ombra2 nellazzurro e verde.
Un fumo al sole biancica3: via via
fila e si perde.
Ho nellorecchio un turbinio4 di squilli
forse campani5 di lontana mandra6;
e, tra lazzurro penduli7, gli strilli
della calandra.
da Myricae, in Poesie, Garzanti, Milano 1981

1. Posa il meriggio: la calura della parte


centrale del giorno grava su tutta la pianura.
2. ala orma ombra: le tre parole poste
una di seguito allaltra producono il senso
di movimento rapido dellocchio dellosservatore.

3. biancica: tende a un bianco sporco.


4. turbinio: un rumore confuso.
5. campani: campanacci delle bestie al
pascolo.
6. mandra: armento.
7. penduli: come se cadessero dallalto.

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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Figure di tipo logico


Le figure retoriche di tipo logico sono quelle che non intervengono modificando il significato di una parola presa isolatamente, ma creano un contesto in cui il significato complessivo di unespressione muta di contenuto e ne assume uno diverso, talvolta addirittura antitetico a quello che esprime solitamente.
Le figure di tipo logico pi frequenti sono le seguenti:

Anacoluto: consiste nella rottura del regolare andamento sintattico di una frase, dovuta
per lo pi al cambiamento del soggetto allinterno della frase o di due frasi coordinate.
Ha la funzione di dare allespressione un andamento pi vicino a quello della lingua parlata e di creare un clima familiare.
Es. Gli amici, bisogna parlargli con franchezza (invece di dire bisogna parlare con franchezza agli amici).

Iperbole: costituita dallesagerare oltre il verosimile un concetto o una qualit. Serve


spesso per sottolineare fortemente leffetto di unemozione o di un sentimento.
Es. uneternit che ti aspetto.

Ironia: consiste nel trasmettere un pensiero attraverso unespressione che apparentemente ne capovolge il senso, affermando ci che in realt si intende negare o viceversa.
Es. Non c niente da dire, proprio una brava persona (parlando di un farabutto).

Iterazione: consiste nella ripetizione, attuata anche pi volte, di una parola posta spes-

so in posizione di rilievo, per dare un senso di continuit a un determinato concetto o


azione.
Es. Gli uomini nascono, gli uomini muoiono, solo la natura vive eternamente.

Litote: si realizza esprimendo un concetto mediante la negazione del suo contrario. Di


solito serve per sfumare un concetto o un giudizio in s piuttosto negativo.

Es.: Non certamente un gigante (per indicare una persona molto bassa).

Ossimoro: consiste nell'accostamento nella stessa espressione di due o pi parole che


hanno significato tendenzialmente opposto tra loro. molto utilizzato nella poesia contemporanea per esprimere sensazioni che non possono essere espresse in maniera razionale.
Es. Un cupo bagliore (cupoappartiene allambito del buio, bagliore della luce).

Sinestesia: unione nella stessa espressione di termini che si riferiscono ad ambiti sen-

soriali differenti. Anche questa figura utilizzata per esprimere emozioni e sensazioni
non pienamente razionalizzabili.
Es. Un urlo nero (urlo appartiene allarea sensoriale delludito, nero a quello della vista).

63

PARTE SECONDA

64

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Osserviamo, per comprendere meglio quanto abbiamo studiato, lutilizzo di numerose figure retoriche in un testo poetico del nostro tempo.
Attilio Bertolucci

Gli anni
Le mattine dei nostri anni perduti1,
i tavolini nellombra soleggiata2 dellautunno,
i compagni che andavano e tornavano, i compagni
che non tornarono pi, ho pensato ad essi lietamente.
5

10

Perch questo giorno di settembre splende


cos incantevole nelle vetrine in ore
simili a quelle dallora, quelle dallora
scorrono ormai in un pacifico tempo3,
la folla uguale sui marciapiedi dorati4,
solo il grigio e il lilla
si mutano5 in verde e rosso per la moda,
il passo quello lento e gaio della provincia6.
da La capanna indiana, Sansoni, Firenze 1951

1. anni perduti: anni passati, ma il termine


perduti ci fa sentire anche un certo rimpianto.
2. nellombra soleggiata: lombra attraversata
da qualche raggio e da qualche riflesso di sole.
3. in un pacifico tempo: tempo del ricordo
ormai sereno, fuori dalle turbolenze della vita.

4. dorati: illuminati dai raggi del sole autunnale, dalla luce non vivida ma dorata.
5. si mutano: sono cambiati.
6. provincia: la citt di provincia lontana dalle metropoli vive una vita pacifica e serena.

Bertolucci trova i propri temi nella semplicit della vita di provincia e le proprie parole nel
lessico dellambito familiare. Ma tale caratteristica non deve far pensare che il poeta abbassi il tono della propria poesia, perch egli trasforma i piccoli gesti quotidiani nella rappresentazione della vita, sensibile e misurata, mediante lutilizzo di numerose figure retoriche.
Nel testo di questa poesia, infatti, i termini usati appartengono al livello medio della lingua:
la loro efficacia poetica deriva dallinserimento di alcune figure che differenziano le parole
dalluso quotidiano; a titolo di esempio si osservi:

nellespressione le mattine dei nostri anni il poeta utilizza una parte (le mattine) per il
tutto (i giorni); si tratta di una sineddoche.

il nesso ombra soleggiata fondato sul contrasto: ombra e sole sono concetti solitamente opposti, qui vengono congiunti; siamo in presenza di un ossimoro.

la parola i compagni ripetuta allinizio e alla fine del verso 3 e nel verso 7 per due volte presente lespressione dallora: queste sono iterazioni.

il cambiamento del soggetto nel corso della frase, presente nellespressione i compagni
ho pensato ad essi, sposta lattenzione dalla descrizione oggettiva alla riflessione
del poeta: un anacoluto.

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Rileggi con cura la poesia fiorito lalbero del cortile di Daria Menicanti (Percorsi di
poesia, pag. 70) e rintraccia due figure retoriche di tipo logico.
Iterazione: ............................................................................................................................................
Ossimoro: ............................................................................................................................................
2 Nella poesia Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale di Eugenio Montale
(Percorsi di poesia, pag. 90) vi sono iperboli, iterazioni, un passaggio ironico e altre figure
retoriche. Rintracciale e riportale suddividendole per tipologia.
Iperbole:

...........................................................................................................................................

Iterazione: ...........................................................................................................................................
Ironia:

...........................................................................................................................................

Altre figure: ..........................................................................................................................................

ORA TOCCA A NOI


1 Crea degli ossimori con i seguenti termini:
TERMINE

OSSIMORO

Dolcezza

Dolcezza amara

Calore
Fatica
Notte
Tormento

2 Scrivi quattro frasi in cui sia presente uniperbole che riguarda le seguenti parole.
Anni:

Sono mille anni che ti aspetto

Cielo:

...........................................................................................................................................

Montagna: ...........................................................................................................................................
Mare:

...........................................................................................................................................

Neve:

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65

PARTE SECONDA

66

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura
3 Scrivi due brevi testi in cui fai uso di almeno un passaggio ironico.

Hai fatto proprio una bella figura! Tutti ridevano di te!


I testo: ................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
II testo: ...............................................................................................................................................
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..............................................................................................................................................................
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4 Esprimi tramite una litote i seguenti concetti
una persona poco onesta

Non certo un santo


una persona molto paurosa:
..............................................................................................................................................................
unautomobile piuttosto lenta:
..............................................................................................................................................................
una giornata molto fredda:
..............................................................................................................................................................
5 Componi delle sinestesie mediante le seguenti parole:
Profumo

Profumo morbido
Urlo:
..............................................................................................................................................................
Immagine:
.............................................................................................................................................................
6 Scrivi tre frasi che si presentino sotto forma di anacoluto e contengano anche unaltra
figura retorica.

Quel ragazzo, una vita che non bisogna avvertirlo. (anacoluto + iperbole)
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Le figure retoriche

Laboratorio di scrittura
7 Analizza la poesia Pellegrinaggio di Giuseppe Ungaretti, cercando di spiegare tutte le
figure retoriche che riesci a individuare.
Giuseppe Ungaretti

Pellegrinaggio

10

In agguato
in queste budella1
di macerie
ore e ore
ho strascicato
la mia carcassa
usata2 dal fango
come una suola
o come un seme
di spinalba3
Ungaretti
uomo di pena
ti basta unillusione
per farti coraggio

15

Un riflettore
di l4
mette un mare
nella nebbia5
Valloncello dellAlbero Isolato il 16 agosto 1916
da LAllegria, in Vita di un uomo, Mondadori, Milano 1969

1. budella: letteralmente le budella sono le


intestina degli uomini e degli animali, per
estensione metaforica indicano qui i cunicoli
stretti e bui, i camminamenti scavati tra le rovine di edifici bombardati.

2. usata: consumata.
3. spinalba: biancospino.
4. di l: dallaltra parte della valle.
5. mette nebbia: crea nella nebbia con il riflesso della sua luce lillusione di un mare.

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67

PARTE SECONDA

68

IL SIGNIFICATO

Il procedimento analogico
Un ruolo tutto particolare nella scrittura poetica rivestito dallanalogia, che costituisce una
modalit espressiva particolare mediante cui vengono messi in relazione termini e/o
concetti che finiscono praticamente per identificarsi.
Lanalogia un procedimento prodotto dal rapporto tra due termini collegati tra loro non
secondo criteri logici e razionali, ma in maniera intuitiva.
Il procedimento analogico particolarmente rilevante nella poesia del secondo Ottocento
e del Novecento. Le analogie a volte sono facili da comprendere e non creano difficolt di
interpretazione (come quando Pascoli usa il termine nido per far riferimento alla propria
famiglia), ma molte volte sono generate da scelte decisamente personali dellautore e vanno interpretate con molta cura e attenzione: molto spesso la poesia dellultimo secolo risulta piuttosto difficile perch si incontrano ostacoli a interpretare i procedimenti analogici
in essa presenti.
Uno degli esempi pi chiari delluso dellanalogia costituito dalla poesia Fratelli di Giuseppe
Ungaretti.
Giuseppe Ungaretti

Fratelli
(Mariano, 15 luglio 1916)1

Di che reggimento siete


fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nellaria spasimante2
involontaria rivolta3
delluomo presente alla sua
fragilit4
Fratelli
da LAllegria, in Vita di un uomo, Mondadori, Milano 1969

1. Mariano 1916: in tutte le poesie relative alla guerra Ungaretti indica il luogo e la
data della prima composizione, come per fissare in maniera precisa un evento particolare
nel continuo scorrere degli avvenimenti quotidiani.

2. spasimante: attraversata dal rumore straziante dei colpi di artiglieria.


3. rivolta: ribellione morale davanti alla distruzione e alla morte violenta.
4. presente ... fragilit: consapevole della
fragilit della propria esistenza.

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Il procedimento analogico

Il percorso analogico che costituisce questa poesia trae origine dalla distanza tra le sensazioni prodotte dalla parola reggimento e quelle determinate dalla parola fratelli: la prima dura, appartiene al linguaggio burocratico, presenta un suono faticoso per la prevalenza di consonanti, ed esprime concetti vicini a quelli del conflitto e della distruzione; la
seconda appartiene alla dimensione naturale, resa dolce dalla presenza delle due liquide e riporta alla mente pensieri di pace, di nascita e di vita.
Dunque lanalogia, proprio perch consiste in un procedimento fondato sullintuizione e
non sulla logica, pu avvenire, come di fatto avviene in questo caso, anche per contrasto,
non necessariamente per identit: ad esempio, nel procedimento delle associazioni
spontanee il rapporto analogico viene stabilito per lo pi tra termini opposti nel significato
(bianco nero; bello brutto; amore odio; ecc.), ma appartenenti alla stessa area semantica.
Levidente contrasto tra questi termini (reggimento / fratelli) attira lattenzione del poeta e
genera lo sviluppo analogico su cui si fonda la strofa successiva: lespressione Parola tremante, nel momento in cui viene assorbita dal buio compatto della notte (simbolo della
morte) rivela la debolezza della condizione umana, cui fa riferimento analogico la parola
tremante. Al tempo stesso proprio quel tremore produce un nuovo passaggio analogico,
reso ancor pi evidente dal fatto che la sola rima della poesia (tremante / spasimante)
incornici e sottolinei il verso centrale isolato: Foglia appena nata.
La foglia da sempre rappresenta la debolezza e la condizione precaria della vita umana,
ma qui il riferimento allessere appena nata fa capire quale forza vitale passi attraverso
quella foglia. Con questa espressione si mette in evidenza listinto vitale dellindividuo,
che resiste a tutto anche se continuamente minacciato dalla volont di distruzione e di
morte.
Siamo a met della poesia; i quattro versi successivi presentano una struttura pi esplicativa e discorsiva. In essi la comunicazione analogica si mostra in maniera diversa, pi collegata ai suoni: si noti come nella parola involontaria vi siano tutte le lettere del termine
rivolta come per affermare il valore naturale della ribellione dellindividuo di fronte alla
distruzione della persona prodotta dalla guerra; inoltre lallitterazione finale fragilit / fratelli sottolinea il profondo rapporto tra la comprensione della precariet dellesistenza e il
senso di fratellanza universale.
Il percorso analogico della poesia si snoda dunque attraverso i seguenti passaggi:
a. lanalogia per contrasto tra reggimento e fratelli;
b. il rimando analogico tra tremante e foglia;
c. lanalogia prodotta dal chiasma, rafforzato dalla rima, tremante nella notte nellaria
spasimante;
d. la parziale identit delle lettere delle parole involontaria e rivolta;
e. lanalogia fonetica (allitterazione) delle parole conclusive fragilit e fratelli.

69

70

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Il procedimento analogico


Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Trova alcune analogie della vita (almeno tre) presenti nella poesia La vita... ricordarsi
di un risveglio di Sandro Penna (Percorsi di poesia, pag. 112).
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2 Rintraccia almeno quattro analogie presenti nella poesia Vicolo di Salvatore Quasimodo
(Percorsi di poesia, pag. 108).
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3 Analizza la seguente breve poesia di Ungaretti attraverso il riconoscimento e la
spiegazione dei passaggi analogici che la compongono.
Giuseppe Ungaretti

Stasera
Versa il 22 maggio 1916

Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia
da LAllegria, in Vita di un uomo,
Mondatori, Milano 1969

ORA TOCCA A NOI


1 Esprimi tramite un procedimento analogico che utilizzi le parole tra parentesi il
contenuto delle seguenti frasi:
La superficie del mare era azzurra, calma, senza unincrespatura, estesa allinfinito (tavola)

Una tavola azzurra e piatta


Una grande tristezza era calata sul suo cuore (sprofondare)
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La giovinezza il momento migliore della vita perch ricca di speranze. (mattino)
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PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Il procedimento analogico


Laboratorio di scrittura

Per gli uomini impossibile conoscere il futuro, che non sta scritto da nessuna parte. (libro)
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La pioggia cadeva lenta, triste e pesante. (prigione)
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2 Componi un testo di almeno cinque versi, anche differenti tra loro, in cui una persona
sia rappresentata mediante unanalogia scelta tra le seguenti espressioni:
stella lucente
acqua limpida
fiamma vivace
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3 Componi due testi di quattro versi ciascuno, in cui un concetto o una situazione sia
rappresentata mediante unanalogia.
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72

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO

Lallegoria e il simbolo
Luso costante e coordinato di metafore genera spesso un testo di tipo allegorico. Infatti
lallegoria era definita fin dagli antichi come una metafora continuata che determina le caratteristiche e i rapporti tra i personaggi. Lesempio pi semplice quello della favola: se
per dire che un prepotente opprime il pi debole si rappresenta il prepotente con la metafora del lupo e il debole con la metafora dellagnello, nel testo allegorico che ne deriva il
prepotente agir con le caratteristiche del lupo, cio sbraner lagnello.
Nel passato unallegoria usata sempre con lo stesso significato da diversi autori di una certa
epoca o di un certo contesto culturale diventava un simbolo. Ad esempio nella Divina Commedia di Dante, il sole, usato in termini allegorici, diventa il simbolo di Dio e della grazia divina.
In epoca moderna, a partire dagli ultimi decenni dellOttocento, le caratteristiche del simbolo cambiano: infatti a determinarne il significato non sono pi riferimenti culturali comuni, ma la sensibilit del singolo poeta.
Molto spesso il simbolo un oggetto concreto, scelto per rappresentare una delle sue qualit
dominanti. Si prenda ad esempio la prima strofa della poesia Lavandare di Giovanni Pascoli:

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero


resta un aratro senza buoi che pare
dimenticato, tra il vapor leggero.
Laratro, che preso in s pu rappresentare il lavoro, la tenacia o la determinazione, in questo contesto assume un altro significato. Infatti laratro senza buoi, cio non in attivit,
in un campo arato a met (mezzo grigio e mezzo nero), soggetto di un verbo (resta)
che indica unazione statica, e poi pare dimenticato e anche la veduta che se ne ha sfumata, offuscata da un vapor leggero cio da una leggera nebbia diffusa, che ci porta per
analogia allautunno.
Dunque possiamo concludere che:
lallegoria consiste in un procedimento mediante cui si rappresenta comunemente qualcosa attraverso qualche altra cosa facilmente riconoscibile (ad esempio lastuzia viene
rappresentata attraverso lallegoria della volpe, ecc.);
il simbolo, invece, soprattutto a partire dalla met del XIX secolo, una modalit espressiva che racchiude molte informazioni e sensazioni differenti: ad esempio in Pascoli laratro abbandonato in mezzo al campo diviene simbolo delluomo che ha dovuto lasciare la
sua casa, il suo lavoro e la sua donna ma anche in termini pi generali simbolo della solitudine, di una vita incompiuta, condannata a un autunno precoce.
Il simbolo nella poesia del nostro tempo quindi fortemente soggettivo: ogni poeta si crea
il suo sistema di simboli, che pu essere del tutto differente da quello di un altro poeta e
che pu variare anche da unopera allaltra dello stesso poeta.
Una delle pi importanti poesie costruita sulla base di una successione di simboli Non
recidere, forbice, quel volto di Eugenio Montale.

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Lallegoria e il simbolo

Eugenio Montale

Non recidere, forbice, quel volto


Non recidere, forbice, quel volto,
solo nella memoria che si sfolla1,
non far del grande suo viso in ascolto
la mia nebbia di sempre2.
Un freddo cala...Duro il colpo svetta3.
E lacacia ferita4 da s scrolla5
il guscio di cicala
nella prima belletta6 di Novembre.
da Le occasioni, in Lopera in versi, Einaudi, Torino 1980

1. si sfolla: si svuota via via dei volti collegati


a un determinato momento della vita del poeta.
2. non far ... sempre: il poeta chiede alla forbice, simbolo del cancellarsi della memoria, di
non trasformare il ricordo della donna amata,
rappresentato come viso in ascolto, in qualcosa
di indistinto, come tanti altri momenti della memoria.
3. svetta: taglia la cima dei rami.

4. acacia ferita: lalbero cui vengono tagliati


i rami viene umanizzato con luso del participio
ferita; anche questo particolare costituisce
un collegamento analogico tra il livello letterale e quello simbolico della poesia.
5. scrolla: fa cadere a terra con un movimento volontario.
6. belletta: fango (termine letterario presente
nellInferno di Dante).

Una scena consueta colpisce in maniera particolare il poeta: un giardiniere sta potando degli alberi in una grigia giornata autunnale e il colpo secco delle cesoie risuona come un taglio definitivo, senza speranza. proprio questo atto a diventare il simbolo che ci trasmette
lo stato danimo del poeta reso evidente dal collegamento analogico tra il taglio dei rami, la
fine dellestate, lo svanire della memoria, la perdita di immagini care.
Un senso di minaccia attraversa tutta la prima quartina di questa poesia: esso proviene dalla forza oscura della dimenticanza, rappresentata con la metafora della forbice; ad essa si
rivolge, senza speranza, la supplica del poeta, espressa mediante due imperativi negativi
posti allinizio del primo e del terzo verso. Quel volto che campeggia nella memoria del
poeta destinato a soccombere al diffondersi di una nebbia che rende tutto uguale.
Il primo verso della seconda strofa documenta la rovina inevitabile: un senso di freddo invade lanimo ferito come lalbero e unimmagine di vita ormai trascorsa (il guscio di cicala)
si perde nel fango del mese che pi di ogni altro simboleggia la morte.
Questa poesia dunque ricchissima di simboli; ne sottolineiamo alcuni:
La forbice che taglia i rami simbolo della perdita della memoria, che non solo dimenticanza, ma perdita delle sensazioni e delle emozioni del proprio passato;
Il volto, il viso rappresentano la persona amata e soprattutto il rapporto vitale con lei (il viso in ascolto, quindi in condizione di rapporto tra le persone);
La nebbia, il freddo, il fango di Novembre sono tutti simboli di morte, di perdita della
speranza, di delusione e sconfitta.
Lacacia ferita simboleggia una vita spezzata.
Il guscio di cicala, infine, rappresenta la stagione del sole e della vita, lestate, contrapposta allautunno evocato da Novembre.

73

PARTE SECONDA

74

IL SIGNIFICATO Lallegoria e il simbolo

Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Rileggi con attenzione la poesia Il passero solitario di Giacomo Leopardi (Percorsi di
poesia, pag. 42) e poi spiega il significato allegorico delle seguenti immagini:
primavera
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tramonto
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passero solitario
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2 Evidenzia alcuni aspetti simbolici presenti nelle poesie In memoria e Nostalgia di
Giuseppe Ungaretti (Percorsi di poesia, pag. 76 e pag. 79).
In memoria

Mut nome (il nome simbolo dellindividualit personale e della propria storia)
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Nostalgia

Un oscuro colore (esprime un senso di profonda tristezza)


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ORA TOCCA A NOI


1 Attribuisci un significato simbolico alle seguenti parole: attenzione, i significati attribuibili
possono essere tanti, ma devono avere qualche attinenza analogica col concetto che si
vuole rappresentare.
TERMINE
Strada
Mattino
Autunno
Cane
Oscurit

SIGNIFICATO SIMBOLICO

Il trascorrere della vita

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO Lallegoria e il simbolo

Laboratorio di scrittura
2 Rappresenta il concetto o la situazione data con un simbolo: anche in questo caso i
termini a cui attribuire il significato simbolico possono essere numerosissimi; devi fare
per in modo che il simbolo sia comprensibile e collegato per analogia allespressione
data. Anche un colore pu assumere il valore di simbolo.
SITUAZIONE DATA

SIMBOLO

La libert dellessere umano

Mare

La mancanza di libert
Una grande passione
Una noia insostenibile e duratura
Il trascorrere sereno della vita

3 Scrivi un testo di alcuni versi in cui sia presente almeno un simbolo, scelto anche tra
quelli dellesercizio 2.

Il mare che in tempesta ti minaccia.


il mare che ti esalta nella luce.
(Il mare scelto come simbolo della libert interiore delluomo, dei suoi rischi e della sua
bellezza).
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4 Scrivi una poesia di almeno due strofe (la lunghezza e il tipo di versi sono a tua scelta)
su un fenomeno naturale, in cui il fenomeno stesso sia assunto come allegoria o come
simbolo di uno stato danimo o di un momento della vita.
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5 Qual la stagione (o il mese) che preferisci? Descrivila in un testo poetico mettendo in
evidenza come gli aspetti paesaggistici pi significativi possono assumere un significato
allegorico e/o simbolico.
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76

PARTE TERZA

POESIA
NEL TEMPO

77

Nel nostro percorso abbiamo esaminato gli aspetti fondamentali di un testo


poetico, aspetti che caratterizzano la poesia di ogni tempo e di molte culture.
Ma nelle diverse epoche i poeti hanno utilizzato ora pi ora meno i diversi
aspetti della comunicazione poetica in relazione ai propri gusti personali e a
quelli dei propri destinatari, ma anche nel rispetto di tipologie, generi e
strumenti linguistici diversi. Per tutte queste ragioni noi possiamo individuare
diverse epoche della poesia italiana: lepoca medievale, poi quella
rinascimentale, il barocco, il neo-classicismo e il romanticismo, il simbolismo
decadente, la nuova lirica del Novecento e lermetismo. In unepoca si
prestata particolare attenzione alle strofe e alle rime, in unaltra invece
allintrecciarsi di suoni, in una alla dimensione letteraria della lingua, in unaltra
a quella familiare o addirittura dialettale. Molti sono stati i cambiamenti nel
corso dei secoli, ma il momento di particolare svolta stato linizio del XX
secolo, quando in Europa e in America tutte le espressioni artistiche hanno
dovuto confrontarsi con grandi novit sia nellambito dellelaborazione
culturale e filosofica (in primo luogo la psicanalisi) che in quello delle
caratteristiche della societ (la citt industriale, la diffusione
dellalfabetizzazione, ecc.) e pure con le innovazioni tecnologiche relative alla
comunicazione (fotografia, cinema, radio, ecc.).
Per queste ragioni possiamo dire che la poesia italiana dalle origini fino alla
fine dellOttocento stata sostanzialmente fedele alla tradizione letteraria,
mentre nellultimo secolo sono state assai pi forti le innovazioni, soprattutto
sul piano formale.

PARTE TERZA

78

POESIA NEL TEMPO

La tradizione letteraria
La tradizione letteraria italiana affonda le sue radici nelle opere dei grandi poeti del Trecento, in particolare di Dante Alighieri e di Francesco Petrarca: essi infatti hanno scritto
opere straordinarie, hanno dato particolare eleganza e nobilt alla lingua italiana di tipo
letterario, hanno raffinato lendecasillabo che divenuto il verso pi importante della
poesia italiana, hanno reso stabile ed esemplare un sistema di rime, di strofe (ad
esempio la terzina dantesca, la quartina, ecc.) e di forme poetiche, come il sonetto e la
canzone.
Le fondamentali conquiste di questi autori trovano riscontro e continuit nella poesia tra
il Quattrocento e il Settecento: infatti, anche se non mancano certo momenti di innovazione, soprattutto nel corso del Seicento, la lingua, la struttura dei versi e delle strofe,
spesso addirittura le tematiche delle poesie restano sostanzialmente invariate.
Si giunge cos allOttocento, quando il Romanticismo apporta una forte ventata di novit,
non tanto nellambito del linguaggio, che muta molto poco (anche se vi unimportante
fioritura di poeti dialettali), e nella composizione di versi, quanto piuttosto in alcune
strutture poetiche: scompaiono quasi completamente i sonetti (anche se Ugo Foscolo
proprio allinizio del secolo ne aveva composti alcuni molto belli, come A Zacinto) e vengono rielaborate in maniera personale alcune forme poetiche tradizionali, come la canzone ad opera di Giacomo Leopardi. Egli infatti abbandona la rigida struttura che si ripeteva di strofa in strofa, non segue uno schema di rime fisso e determinato, ma compone
un percorso ritmico del tutto autonomo e variato di volta in volta.
Esempio particolarmente significativo di questa maniera di procedere uno dei canti pi
noti del poeta di Recanati, A Silvia, composto nel 1828.
Giacomo Leopardi

A Silvia

10

Silvia, rimembri1 ancora


quel tempo della tua vita mortale,
quando belt splendea2
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi3,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di giovent salivi4?
Sonavan5 le quiete
stanze, e le vie dintorno,
al tuo perpetuo6 canto,
allor che allopre femminili intenta7
sedevi, assai contenta

1. rimembri: ricordi, richiami alla mente.


2. belt splendea: la bellezza risplendeva.
3. ridenti e fuggitivi: sorridenti e riservati.
4. il limitare ... salivi: stavi per varcare
la soglia (limitare) della giovinezza.
5. Sonavan: risuonavano.
6. perpetuo: continuo.
7. allopre ... intenta: impegnata nei lavori svolti solitamente dalle donne (si tratta
della tessitura, come dice pi avanti).

PARTE TERZA

POESIA NEL TEMPO La tradizione letteraria

di quel vago avvenir8 che in mente avevi.


Era il maggio odoroso9: e tu solevi10
cos menare il giorno11.
15

20

25

30

35

Io gli studi leggiadri12


talor lasciando e le sudate carte13,
ove il tempo mio primo14
e di me si spendea la miglior parte15,
din su i veroni16 del paterno ostello17
porgea18 gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela19.
Mirava20 il ciel sereno,
le vie dorate21 e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte22.
Lingua mortal non dice
quel chio sentiva in seno23.
Che pensieri soavi24,
che speranze, che cori25, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia26
la vita umana e il fato27!
Quando sovviemmi di cotanta speme28,
un affetto mi preme29
acerbo30 e sconsolato,
e tornami a doler31 di mia sventura.
O natura, o natura,
perch non rendi poi

8. vago avvenir: futuro attraente e dai contorni indefiniti.


9. odoroso: in cui laria piena di profumi.
10. solevi: eri solita.
11. menare il giorno: trascorrere le giornate.
12. leggiadri: piacevoli e raffinati.
13. sudate carte: i libri su cui mi affaticavo.
14. il tempo mio primo: gli anni della mia giovinezza.
15. si spendea ... parte: io passavo la parte
migliore della mia vita; vi laffermazione dellimpegno profuso e anche un certo rimpianto
per il troppo tempo sottratto ad altri aspetti
della vita.
16. din sui veroni: dallalto dei balconi.
17. paterno ostello: palazzo della famiglia Leopardi.
18. porgea: rivolgevo, tendevo.
19. percorrea ... tela: si muoveva per tessere

la tela, lavoro che richiede fatica.


20. Mirava: guardavo intensamente.
21. le vie dorate: le strade illuminate dalla luce del sole.
22. e quinci ... monte: e da una parte da lontano il mare e dallaltra i monti.
23. Lingua ... seno: la parola non pu esprimere tutta la felicit che sentivo nel cuore.
24. soavi: dolcissimi.
25. che cori: che ricchezza di sentimenti.
26. apparia: sembrava.
27. fato: destino, la condizione umana.
28. sovviemmi ... speme: mi ricordo dellintensit di quella speranza.
29. un affetto mi preme: unangoscia mi opprime.
30. acerbo: crudele e pungente.
31. tornami a doler: ritorno a sentire il dolore.

79

PARTE TERZA

80

POESIA NEL TEMPO La tradizione letteraria

quel che prometti allor32? perch di tanto33


inganni i figli tuoi34?
40

45

50

55

60

Tu pria che lerbe inaridisse il verno35,


da chiuso morbo36 combattuta e vinta,
perivi37, o tenerella38. E non vedevi
il fior degli anni39 tuoi;
non ti molceva il core40
la dolce lode or delle negre chiome41,
or degli sguardi innamorati e schivi;
n teco42 le compagne ai d festivi
ragionavan damore.
Anche peria fra poco43
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati44
la giovanezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dellet mia nova45,
mia lacrimata speme46!
Questo quel mondo? questi
i diletti47, lamor, lopre48, gli eventi49
onde cotanto ragionammo insieme50?
questa la sorte dellumane genti?
Allapparir del vero51
tu52, misera, cadesti53 e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda54
mostravi di lontano.
da Canti, Mondadori, Milano 1987

32. non rendi ... allor: non mantieni nel corso


della vita ci che hai promesso negli anni giovanili?
33. di tanto: in maniera cos ampia.
34. figli tuoi: i figli della natura sono gli esseri
umani.
35. pria ... verno: prima che il freddo dellinverno gelasse lerba.
36. chiuso morbo: una malattia nascosta.
37. perivi: sei morta.
38. tenerella: ragazza dolce e delicata.
39. il fior degli anni: la piena giovinezza.
40. molceva il core: ti addolciva il cuore.
41. negre chiome: capelli neri.
42. teco: con te.
43. peria fra poco: sarebbe morta poco tempo
dopo.

44. negaro i fati: il mio destino mi ha negato.


45. dellet mia nova: della mia giovinezza.
46. mia ... speme: mia speranza sulla cui fine
ho pianto tanto; la speranza chiamata cara
compagna.
47. i diletti: i piaceri.
48. lopre: le imprese.
49. gli eventi: gli avvenimenti importanti, significativi
50. onde ... insieme: su cui abbiamo (il poeta e
la speranza) conversato insieme tante volte.
51. Allapparir del vero: quando si rivelato il
senso doloroso della vita.
52. tu: la speranza.
53. cadesti: sei finita.
54. ignuda: abbandonata, desolata.

PARTE TERZA

POESIA NEL TEMPO La tradizione letteraria

Come si pu osservare, la poesia composta da sei strofe di diversa lunghezza formate


da endecasillabi e settenari distribuiti non secondo una schema fisso, ma secondo una
musicalit interiore del poeta. Anche le rime non sono disposte secondo uno schema
regolare: a volte si addensano (ad esempio intenta / contenta / avevi / solevi), altre volte sono pi rare (ad esempio nella terza strofa) e sono intrecciate con altre figure fonetiche (assonanze e consonanze in particolare). Vi sono anche allitterazioni piuttosto insistite: ad esempio nelle prime due strofe vi sono molti verbi che iniziano per s (splendea / salivi / sonavan / sedevi / solevi), e attraverso questa lettera si ricongiungono
tutti al nome Silvia, che apre il Canto.
Sul piano lessicale, anche se vi sono alcune parole ed espressioni di uso quotidiano (lieta e pensosa, la speranza mia dolce, ecc.), possiamo notare la presenza molto ampia di
parole di derivazione letteraria (rimembri, belt, opre, vago avvenir, leggiadri, din sui
veroni, ostello, fato, molcea, ecc.) che formano un linguaggio piuttosto difficile ma ricco
di sottili raffinatezze.
Sul piano della sintassi la poesia presenta, soprattutto nella prima parte, un andamento
piuttosto lineare; solo nellultima strofa prevale la figura dellanastrofe figura letteraria
costituita dal capovolgimento della posizione tra soggetto e verbo (ad esempio, Anche
peria tra poco / la speranza mia dolce) o tra verbo e complemento oggetto (ad esempio, la fredda morte ed una tomba ignuda / mostravi di lontano) , quasi a rappresentare il brusco capovolgimento della speranza. I passaggi analogici sono pochi e decisamente comprensibili: ad esempio il riferimento allerba gelata dal freddo dellinverno introduce con una semplice analogia al gelo della morte, alla fine di ogni speranza.
Sul piano dei contenuti la poesia rappresenta tutta la gamma degli aspetti psicologici
che vanno dalla felicit pi intensa alla disperazione, dalla rievocazione melanconica ed
affettuosa alla riflessione rigorosa.
Dapprima la ragazza incarna un ricordo solare, avvolto da quel desiderio di felicit che il
poeta indica col termine di speranza: non lattesa di qualche cosa in particolare, ma di
tutto ci che la vita sembra promettere durante la giovent. Il poeta e Silvia vivono la
giovinezza nello stesso tempo e nello stesso ambiente, ma diversa la loro condizione.
Silvia vive tutta la propria esistenza in un ambito che ha al centro la dimensione fisica: il
suo presente e il suo vago avvenir sono fatti di cose come i lavori donneschi, il canto, le
confidenze con le amiche, un sogno damore; invece la speranza del giovane poeta si
manifesta in una dimensione intellettuale e psicologica, nutrita di studi leggiadri e di
pensieri immensi, vasti come la natura, che appare bella e benigna (le vie dorate), promette la felicit attraverso tutti i profumi della primavera. Ma poi, improvvisamente, la
natura mostra il suo volto terribile, di totale aridit. Per Silvia la speranza viene troncata
dalla rapida malattia e dalla morte fisica e il presente sfuma in un succedersi di sconsolati imperfetti (salivi, solevi, perivi) che indicano come essa continui a vivere solo nel ricordo; ma al poeta tocca, forse, il destino peggiore: egli sopravvive alla speranza e raggiunge lamara consapevolezza del dolore e della morte che contraddistingue la vita
umana.

81

82

PARTE TERZA

POESIA NEL TEMPO La tradizione letteraria


Laboratorio di scrittura

PRIMA UN PO DI ALLENAMENTO
1 Rivedi lanalisi e il commento di A Zacinto di Ugo Foscolo (pag. 34) e riformulalo
mettendo in evidenza:
la struttura del testo poetico;
le particolarit riguardanti i suoni;
il contenuto essenziale della poesia stessa.
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2 Considera attentamente la poesia Nevicata di Giosue Carducci (Percorsi di poesia,
pag. 100) e riscrivi il commento evidenziando:
le affermazioni e le negazioni;
la parte di descrizione e la parte di riflessione;
il contenuto essenziale della poesia stessa.
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PARTE TERZA

POESIA NEL TEMPO La tradizione letteraria


Laboratorio di scrittura

ORA TOCCA A NOI


1 Leggi la seguente poesia, Visione di Giosue Carducci, con una breve introduzione
e alcune note esplicative e poi procedi allanalisi e al commento tenendo presenti i
seguenti punti:
la struttura del testo poetico;
la parte di descrizione e la parte di riflessione;
il contenuto essenziale della poesia stessa.
In un chiaro mattino invernale, appena velato da nebbie che si dissolvono, il poeta viaggia attraverso la pianura veneta. Il paesaggio dipinto a colori tenui, in primo luogo il verde tenero, che compare allinizio e alla fine, e il bianco sottinteso nelle caligini. In questo placido
quadro ritornano i sogni che sono appartenuti a unet lontana, la giovinezza,
e che appaiono ormai come un miraggio.
Giosue Carducci

Visione
Il sole tardo1 ne linvernale
ciel le caligini scialbe2 vincea,
e il verde tenero de la novale3
sotto gli sprazzi4 del sol ridea.
5

10

Correva londa del Po regale5,


londa del nitido6 Mincio correa:
apriva lanima pensosa lale
bianche de sogni verso unidea7.
E al cuor nel fiso mite fulgore8
di quella placida fata morgana9
riaffacciavasi la prima et10,
Senza memorie, senza dolore,
pur11 come unisola verde, lontana
entro una pallida serenit.
da Opere, Zanichelli, Bologna 1940

1. tardo: che si leva tardi al mattino.


2. caligini scialbe: la nebbia diffusa ma non
molto fitta.
3. novale: campo coltivato ad erba.
4. sprazzi: raggi luminosi.
5. regale: maestoso.
6. nitido: limpido.
7. apriva ...unidea: lanima pensierosa apriva
le ali luminose (bianche) per volare verso unidea.

8. fiso ... fulgore: luminosit calma e tenue


del paesaggio invernale.
9. fata morgana: miraggio, visione quasi irreale.
10. al cuor ... riaffacciavasi ... et: i ricordi e
i sentimenti dellinfanzia si ripresentavano al
cuore del poeta.
11. pur: solamente.

83

PARTE TERZA

84

POESIA NEL TEMPO

Le innovazioni
del Novecento

La grande novit dellespressione artistica del Novecento consiste nella tendenza ad abbandonare almeno in parte, e comunque a modificare, le strutture formali della tradizione.
Ci avviene nelle arti figurative (pittura e scultura), nella musica e anche nellarte della parola, in particolare nella poesia.
Gli aspetti fondamentali di questa trasformazione riguardano:
le forme compositive e la struttura del verso;
il sistema dei suoni;
il prevalere dellanalogia;
il rilievo della parola isolata.

Le forme compositive e la struttura del verso


Tra il XIII e il XVIII secolo le diverse forme poetiche sono state complessivamente caratterizzate dalla rigorosa definizione della loro configurazione: un sonetto sempre stato
formato da 14 endecasillabi suddivisi in due quartine e due terzine, un poema cavalleresco sempre stato scritto in ottave di endecasillabi, una canzone, suddivisa in stanze,
ha sempre visto la presenza di endecasillabi e settenari, e cos via.
Gi con Leopardi, come abbiamo visto, le forme compositive tradizionali vengono modificate per rispecchiare meglio le sensazioni, le emozioni, il susseguirsi dei pensieri del
poeta. Tale operazione prosegue con altri poeti di fine Ottocento, specialmente con
Giovanni Pascoli e Gabriele DAnnunzio, ma trova il suo sbocco definitivo allinizio del
XX secolo.
Lo schema compositivo di un testo poetico, breve o lungo che sia, diventa sempre pi
libero, e i testi sono formati da versi di varia composizione: si usano versi derivati dalla
tradizione (Montale, Luzi e Sereni usano abbastanza spesso lendecasillabo, ma non di
rado tra gli endecasillabi introducono versi di diversa lunghezza, oppure modificano
parzialmente lendecasillabo) e soprattutto si costruiscono nuove forme, proprio partendo dai versi normalmente usati per farne altri pi lunghi e pi modulati.
Un esempio di ci offerto da una poesia di Guido Gozzano, Lamica di Nonna Speranza, scritta allinizio del Novecento, i cui versi sono molto lunghi:

PARTE TERZA

POESIA NEL TEMPO Le innovazioni del Novecento

Loreto impagliato ed il busto dAlfieri, di Napoleone


i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto),
il caminetto un po tetro, le scatole senza confetti,
i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,
un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve,
gli oggetti col monito, salve, ricordo, le noci di cocco...
Se noi trascriviamo i versi dividendoli nel punto in cui si forma la rima a met verso possiamo osservare che si tratta in realt di versi formati per lo pi da un novenario e un ottonario:

Loreto impagliato ed il busto


dAlfieri, di Napoleone
i fiori in cornice (le buone
cose di pessimo gusto),
il caminetto un po tetro,
le scatole senza confetti,
i frutti di marmo protetti
dalle campane di vetro,
un qualche raro balocco,
gli scrigni fatti di valve,
gli oggetti col monito, salve,
ricordo, le noci di cocco...
Altrettanto avviene in molti versi di testi della poesia del primo Novecento: insomma, molte volte versi che sembrano allontanarsi dalla tradizione poetica sono in realt elaborazioni
di versi gi presenti nella poesia italiana.

Il sistema dei suoni


Nella poesia tradizionale lorganizzazione dei suoni aveva quasi sempre un punto di riferimento fondamentale nel sistema delle rime. Non solo, ma le rime erano spesso determinate dalla scelta del genere, a sua volta determinato dai contenuti. Ad esempio, un poema
cavalleresco non poteva che essere scritto in ottave di endecasillabi, e lottava aveva sempre il seguente schema di rime, ABABABCC, senza alcuna possibilit di variazione. Altrettanto vale per la terzina dantesca, il cui sistema di rime doveva obbligatoriamente essere
ABA; BCB; CDC.
Nella poesia del Novecento il sistema dei suoni si modifica profondamente, non perch
scompaia la rima (vi sono anzi alcune composizioni in cui le rime sono molto presenti,
quasi in maniera ossessiva: si veda ad esempio Meriggiare pallido e assorto di Eugenio
Montale, pag. 26), ma perch le rime non hanno quasi mai uno schema fisso e che comunque quasi mai determinato da norme esterne. Inoltre la poesia del Novecento valorizza grandemente anche altri aspetti del sistema dei suoni, quali assonanze, consonan-

85

PARTE TERZA

86

POESIA NEL TEMPO Le innovazioni del Novecento

ze, allitterazioni, e soprattutto il fonosimbolismo, creando aspetti sonori a volte dissonanti


ed aspri e altre volte musicali e rasserenanti.
Si veda ad esempio la poesia Veglia, una delle pi note di Giuseppe Ungaretti:
Giuseppe Ungaretti

Veglia

10

15

Unintera nottata
buttato1 vicino
a un compagno
massacrato2
con la sua bocca
digrignata3
volta al plenilunio4
con la congestione
delle sue mani5
penetrata
nel mio silenzio6
ho scritto
lettere piene damore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
da Lallegria, in Vita di un uomo,
Mondadori, Milano 1969

1. buttato: anche il corpo del vivo, irrigidito


dal freddo e dallobbligo di stare in trincea, ci
viene presentato come un cadavere.
2. massacrato: il termine brutale sottolinea
il carattere violento della morte.
3. digrignata: scomposta dallo spasimo del
dolore e irrigidita dalla morte.
4. volta al plenilunio: la bocca che mostra i
denti rivolta alla luna piena, che di solito
simbolo di serenit e di pace, sembra un tacito rimprovero alla natura.
5. congestione delle sue mani: le mani del
caduto sono arrossate e tumefatte.
6. penetrata nel mio silenzio: lorrore della
morte scende nellanimo pi profondo del
poeta.

La ricerca della corrispondenza tra contenuto e la sua rappresentazione tramite lespressione fonetica, caratteristica della prima produzione poetica di Ungaretti - vedi anche In
memoria (Percorsi di poesia, pag. 76), Nostalgia (Percorsi di poesia, pag. 79), Pellegrinaggio (pag. 67) - particolarmente accentuata in questo testo composto da versi brevi e irregolari, con rime e assonanze liberamente disposte. Tra laltro si pu notare che la
rima che caratterizza quasi tutta la poesia nottata / digrignata / penetrata, buttato /
massacrato, rafforzata dalle consonanze nottata / buttato, con la successione martellante delle dentali spesso raddoppiate crea a livello fonosimbolico un crescendo che trasmette lemozione prodotta dallaggressione della morte.
Ma quando, allimprovviso, nellorrore si manifesta il bisogno di amore e di vita, come se
il poeta si liberasse da un incubo, muta radicalmente anche il timbro sonoro della poesia,
che si leva a volo con la lievit musicale del verso lettere piene damore.
Negli ultimi tre versi, isolati come una strofa di congedo, ritorna la presenza delle consonanti dentali, ma senza la martellante aggressivit dei primi versi: esse rappresentano invece, con le tre parole quasi in rima stato / tanto / attaccato, la tenacia vitale del poeta
in trincea.

PARTE TERZA

POESIA NEL TEMPO Le innovazioni del Novecento

Il prevalere dellanalogia
Ma la caratteristica saliente della poesia del Novecento consiste nel netto prevalere del percorso comunicativo analogico su quello logico. Lavvio di questa tendenza dovuto a due
fattori: al simbolismo, che trae origine dalle opere dei poeti francesi Baudelaire e Rimbaud e
privilegia i legami non razionali come la sinestesia (cio lunione di parole che appartengono
ad ambiti sensoriali diversi come ad esempio lurlo nero), e al futurismo, la cui elaborazione in ambito linguistico si caratterizza proprio nel rifiuto della sintassi, cio del pensiero organizzato su base rigorosamente logica: Bisogna distruggere la sintassi si proclama in un
manifesto futurista - disponendo i sostantivi a caso, come nascono ... Lanalogia non altro
che lamore profondo che collega le cose distanti, apparentemente diverse e ostili.
Il procedimento analogico ampiamente documentato in questa antologia, e nello specifico esemplificato con la poesia Fratelli di Giuseppe Ungaretti nel capitolo dedicato a questo procedimento. A ulteriore esemplificazione e per ribadire la rilevanza dellanalogia nelle
diverse fasi dei testi poetici a noi contemporanei riportiamo una breve poesia di una poetessa della seconda met del Novecento, Alda Merini.
Alda Merini

Luccello di fuoco

10

Luccello di fuoco1
della mia mente malata,
questo passero grigio
che abita nel profondo2
e col suo pigolio3
sempre mi fa tremare
perch pare indifeso,
bisognoso damore,
qualche volta ha una voce
cos tenera e nuova
che sotto il suo trionfo4
detto la poesia5.
da La terra santa e altre poesie,
Lacaita, Milano 1984

1. Luccello di fuoco: simbolo classico di


una forza impetuosa che piomba improvvisa
dallalto.
2. nel profondo: molto addentro nellanimo
della poetessa.
3. pigolio: il verso dei pulcini; accentua il
senso di debolezza dellimmagine del passero
grigio.
4. sotto il suo trionfo: quando il senso di
fragilit domina in maniera invincibile.
5. detto la poesia: come se una presenza
interna dettasse la poesia alla persona fisica
che spinta a scriverla.

La condizione psichica della poetessa (la mia mente malata) viene rappresentata con un
legame analogico che si sdoppia in due immagini: un uccello di fuoco e un passero grigio.
Le due immagini, a loro volta, creano dei circuiti analogici: luccello di fuoco qualcosa di
misterioso, di potente, che appartiene alla sfera del divino, mentre il passero debole e indifeso e fa parte del quotidiano; inoltre lattribuzione del colore grigio rende ancora pi
scialba la figura delluccellino e tale condizione, unita al pigolio, suscita nei suoi confronti
un senso di pena e di protezione.
Ma quasi allimprovviso il percorso analogico, generato dalle due immagini opposte di potenza e di fragilit, giunge a una conclusione inattesa con lesaltazione della forza della
poesia, voce tenera, nuova e trionfante a cui la poetessa si affida per camminare sopra il
baratro quotidiano e cercare, nei fragili versi, una salvezza sia pur momentanea e parziale.

87

88

PARTE TERZA

POESIA NEL TEMPO Le innovazioni del Novecento

Il rilievo della parola isolata


La messa in discussione della sintassi produce anche unaltra caratteristica saliente della
poesia del Novecento: la valorizzazione della parola isolata. Infatti isolare una parola dal
contesto logico vuol dire spingere il lettore a non assumere un atteggiamento passivo e a
non darle un significato univoco, ma a cercare di cogliere tutti i possibili collegamenti che la
parola pu avere o generare.
Ci pu avvenire in composizioni molto brevi (ad esempio Millumino dimmenso di Ungaretti) o in poesie anche decisamente pi lunghe e complesse, spesso di non facile interpretazione, come sono diversi testi dellermetismo.
Si legga ad esempio la seguente strofa tratta da Vento a Tindari di Salvatore Quasimodo:

Salgo vertici aerei precipizi1,


assorto al vento dei pini2,
e la brigata che lieve maccompagna
sallontana nellaria3,
onda di suoni e amore4,
e tu mi prendi
da cui male mi trassi5
e paure6 dombre e di silenzi,
rifugi di dolcezze un tempo assidue7
e morte danima8.
1. Salgo ... precipizi: il poeta parla di una salita
su uno scoglio (vertici) che sta a precipizio sul
mare.
2. assorto ... pini: come se il poeta fosse stato
assorbito, portato via dal vento dei pini.
3. brigata nellaria: il gruppo di amici si allontana con delicatezza, senza creare impedimento o disturbo in questo cammino nella memoria.
4. onda amore: le parole degli amici svaniscono e rimane solo un suono indistinto, testimo-

nianza della loro presenza affettuosa.


5. da cui male mi trassi: da cui sventuratamente mi allontanai; la proposizione relativa riferita al tu del verso precedente.
6. e paure: soggetto, insieme a morte danima, di un sottinteso mi prendono.
7. rifugi assidue: i silenzi sono il dolce riparo in cui un tempo il poeta era solito rifugiarsi.
8. morte danima: un tormento cos profondo
da essere rappresentato come la morte dellanima.

In questo breve passo vi sono diverse parole isolate, a cominciare dallaggettivo aerei,
che presenta una concordanza ambigua: infatti pu essere attributo tanto di vertici
quanto di precipizi. Ci dilata lo spazio coperto dal termine, crea nellimmaginazione un
movimento sia dal basso verso lalto (Salgo) che dallalto verso il basso (precipizi), dando
la sensazione di stare su uno scoglio a strapiombo sul mare.
Unaltra situazione quella determinata dallespressione sallontana nellaria riferita al
gruppo di amici. Infatti essa non ha un senso rigorosamente logico, ma suscita sensazioni: ci suggerisce lidea di uno svanire totale e silenzioso e trasmette lemozione che prova
il poeta nel momento in cui si sente completamente solo, perch attratto dallo sguardo
sul mare e dallaffollarsi dei ricordi.
Anche il verso finale, e morte danima, che esprime la stanchezza psicologica, collocato
isolatamente in conclusione del periodo e senza alcun articolo, acquista un valore particolarmente forte, che si espande per tutta la strofa.

PARTE TERZA

POESIA NEL TEMPO Le innovazioni del Novecento


Laboratorio di scrittura

ORA TOCCA A NOI


Per completare il percorso di esercitazione sulla scrittura di un testo di poesia si consiglia di
trarre spunto da alcune poesie presenti nel primo volume e sviluppare brevi testi poetici sui
seguenti temi:
1 Immagina di dialogare su qualsiasi argomento con un animale che ti caro. Il dialogo
deve svilupparsi per almeno sei versi.
La capra di Umberto Saba, Percorsi di poesia, pag. 48
2 Scrivi un breve testo poetico (minimo 10 versi), che abbia come protagonista un
animale e come contesto lamicizia tra quellanimale e un bambino/a o un/a ragazzo/a
La gatta di Umberto Saba, Percorsi di poesia, pag. 50
3 Descrivi in otto versi un paesaggio in cui si trovino degli animali
Uccelli di Mario Luzi, Percorsi di poesia, pag. 52
4 Racconta in almeno tre quartine un tuo ricordo dinfanzia o un ricordo di giovinezza che
ti stato narrato.
Cigola la carrucola del pozzo di Eugenio Montale, Percorsi di poesia, pag. 68
5 Descrivi in non meno di otto versi un albero in autunno o in inverno o in estate,
mettendo in evidenza gli aspetti caratterizzanti della stagione prescelta.
fiorito lalbero del cortile di Daria Menicanti, Percorsi di poesia, pag. 70
6 Spiega con un esempio (minimo 6 versi) che cosa significa per te nostalgia.
Nostalgia di Giuseppe Ungaretti, Percorsi di poesia, pag. 79
7 Racconta in almeno 10 versi lemozione provata la prima volta che hai visto il mare.
La vita... ricordarsi di un risveglio di Sandro Penna, Percorsi di poesia, pag. 112
8 Ti mai successo di vedere qualcosa che abbia suscitato in te un sensazione di pace e
tranquillit? Esponilo in una poesia.
Le farfalle di Attilio Bertolucci, Percorsi di poesia, pag. 54

89

90
In conclusione del percorso presentiamo alcuni testi esemplari annotati, che, sulla base
delle richieste formulate dai singoli insegnanti, possono servire per verifiche complessive
del lavoro svolto.

Giovanni Pascoli

Il lampo
E cielo e terra si mostr1 qual era:

la terra ansante2, livida3, in sussulto;


il cielo ingombro, tragico, disfatto4:
bianca bianca nel tacito tumulto5
una casa appar spar6 dun tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
sapr si chiuse, nella notte nera.
da Myricae, in Poesie, Garzanti, Milano 1981

1. si mostr: apparve, si rivel.


2. ansante: con respiro affannoso; luso di
questo termine umanizza la rappresentazione
della terra.
3. livida: di colore plumbeo.
4. disfatto: sconvolto.
5. tacito tumulto: lagitazione degli elementi

accompagnata da un momento di sospensione dei rumori.


6. appar spar (pi avanti sapr si chiuse):
la mancanza di congiunzione o di punteggiatura tra i verbi di significato opposto sottolinea
listantaneit dellavvenimento.

91

Umberto Saba

Ritratto della mia bambina

10

La mia bambina con la palla in mano,


con gli occhi grandi colore del cielo
e dellestiva vesticciola1: Babbo
mi disse voglio uscire oggi con te.
Ed io pensavo: Di tante parvenze2
che sammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare3.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sullonde biancheggia, a quella scia
chesce azzurra4 dai tetti e il vento sperde5;
anche alle nubi, insensibili6 nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti7.
da Il Canzoniere, Einaudi, Torino 1961

1. estiva vesticciola: leggero vestito estivo;


luso di un termine diminutivo e vezzeggiativo
aggiunge un senso di familiarit.
2. parvenze: limmagine come appare allocchio e alla sensibilit dellosservatore.
3. assomigliare: paragonare.
4. scia...azzurra: un fumo lieve che si

confonde con il cielo.


5. sperde: disperde.
6. insensibili: che quasi non si avvertono
tanto sono sottili e continuamente cangianti.
7. cose leggere e vaganti: un qualcosa di
sereno e indefinito, proprio come la fanciullezza.

92

Giuseppe Ungaretti

Natale
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade1
5

10

15

20

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi cos
come una
cosa
posata2
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
da LAllegria, in Vita di un uomo,
Mondadori, Milano 1969

1. gomitolo di strade: strade strette, intricate e piene di gente.


2. posata: messa, collocata

93

Eugenio Montale

Felicit raggiunta

10

Felicit raggiunta si cammina


per te su fil di lama1.
Agli occhi sei barlume2 che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che sincrina3;
e dunque non ti tocchi chi pi tama.
Se giungi sulle anime invase4
di tristezza e le schiari5, il tuo mattino6
dolce e turbatore7 come i nidi delle cimase8.
Ma nulla paga9 il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.
da Ossi di seppia, in Lopera in versi, Einaudi, Torino 1980

1. su fil di lama: in condizione di grande pericolo.


2. barlume: riflesso di luce che si vede appena.
3. teso ... sincrina: ghiaccio molto sottile
che rischia di spezzarsi.
4. invase: piene, occupate.

5. schiari: rischiari, illumini.


6. il tuo mattino: il senso di luce e di speranza che la felicit porta con s.
7. turbatore: d turbamento allanimo.
8. cimase: la parte sotto la sporgenza dei tetti.
9. paga: compensa, consola.

94

INDICE

PARTE PRIMA

IL SUONO
Aldo Palazzeschi, Lasciatemi divertire

I versi
Laboratorio di scrittura

I suoni nel verso


Giorgio Caproni, Battendo a macchina

Laboratorio di scrittura

6
10
13
18
20
22

I suoni nelle parole

26

Lallitterazione

26
26

Eugenio Montale, Meriggiare pallido e assorto

Il fonosimbolismo
Giovanni Pascoli, Lassiuolo

Laboratorio di scrittura

28
28
31

Le parole nascoste

34

Ugo Foscolo, A Zacinto

34
36

Laboratorio di scrittura

La strofa
Giovanni Pascoli, Patria
Giacomo Leopardi, Linfinito

Laboratorio di scrittura

38
38
40
43

PARTE SECONDA

IL SIGNIFICATO
Mario Luzi, Sulla riva

48

Le figure retoriche

50

Figure di tipo semantico

50

La similitudine

50
51
52

Vincenzo Cardarelli, Sera di Liguria

Laboratorio di scrittura

95

La metafora

55

Salvatore Quasimodo, Specchio

55

Laboratorio di scrittura

Metonimia e sineddoche
Laboratorio di scrittura

57
60
61

Figure di tipo logico

63

Attilio Bertolucci, Gli anni

64

Laboratorio di scrittura

65

Il procedimento analogico

68

Giuseppe Ungaretti, Fratelli

68

Laboratorio di scrittura

70

Lallegoria e il simbolo

72

Eugenio Montale, Non recidere, forbice, quel volto...

73

Laboratorio di scrittura

74

PARTE TERZA

POESIA NEL TEMPO

La tradizione letteraria

78

Giacomo Leopardi, A Silvia

78

Laboratorio di scrittura

82

Le innovazioni del Novecento

84

Le forme conpositive e la struttura del verso

84

Il sistema dei suoni

85

Giuseppe Ungaretti, Veglia

86

Il prevalere dellanalogia

87

Alda Merini, Luccello di fuoco

87

Il rilievo della parola isolata

88

Laboratorio di scrittura

89

Leditore a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli stato possibile comunicare nonch per eventuali involontarie omissioni o inesattezze
nella citazione delle fonti delle illustrazioni riprodotte nel presente volume.

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