Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Lametrica si occupa
della versificazione,
ossia dei discorsi
espressi in versi
Poesia vs prosa
Sia il verso sia la prosa sono governati dalle
regole della grammatica, della sintassi e della
retorica
I discorsi in versi si distinguono da quelli in
prosa per un sovrappiù di regole che ne
governano la misura e il ritmo
L’insieme di tali regole costituisce l’oggetto della
metrica
Poesia Prosa
Nel mezzo del cammin di nostra vita Quel ramo del lago di Como, che
mi ritrovai per una selva oscura, volge a mezzogiorno, tra due catene non
ché la diritta via era smarrita. interrotte di monti, tutto a seni e a golfi,
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura a seconda dello sporgere e del rientrare
esta selva selvaggia e aspra e forte di quelli, vien, quasi a un tratto, a
che nel pensier rinova la paura! ristringersi, e a prender corso e figura di
Tant’è amara che poco è più morte; fiume, tra un promontorio a destra, e
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, un’ampia costiera dall’altra parte; e il
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte. ponte, che ivi congiunge le due rive, par
che renda ancor più sensibile all’occhio
Dante Alighieri questa trasformazione, e segni il punto in
Divina commedia: Inferno cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia,
per ripigliar poi nome di lago dove le
rive, allontanandosi di nuovo, lascian
l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi
golfi e in nuovi seni.
Alessandro Manzoni
I promessi sposi
Poesia vs versificazione
Felice Romani
Norma
3. Metro, forme metriche, ritmo
Metro
Nell’accezione più elementare, indica la misura del verso
o dei versi. In subordine, indica la posizione obbligata
di alcuni degli accenti nel verso
Il sistema metrico italiano si basa sul computo delle sillabe che
compongono il verso e sulla posizione degli accenti nel verso.
Occorre distinguere il concetto di sillaba grammaticale e
sillaba metrica (cfr. Avviamento alla metrica 2)
Occorre inoltre distinguere il concetto di accento
grammaticale (l’accento della parola) e accento metrico
(l’accento riferito alle sillabe metriche che compongono
il verso). L’accento metrico si denomina anche ictus
(cfr. Avviamento alla metrica 2)
Forme metriche
Oltre alla misura del verso, la metrica regola
l’organizzazione delle forme metriche
composte da più versi
Le forme metriche sono riconoscibili in base
al numero dei versi (di misura costante o diversa)
e alla posizione delle rime
S’intende per rima l’omofonia (suono eguale)
nella terminazione di due o più versi
(cfr. Avviamento alla metrica 2)
Forma metrica: un esempio di sonetto
Strambo
7 fonemi: s - t - r - a - m - b – o
2 sillabe: stram - bo
Partito
7 fonemi: p - a - r - t - i - t – o
3 sillabe: par - ti - to
Sillabe grammaticali vs metriche
MA
SG=Sillabe grammaticali
SM=Sillabe metriche
Cen-to sma-nie io sen-to ad-dos-so
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 SG
cuore → cuor
amore → amor
castello → castel
Epìtesi
Detta anche paragòge
È l’aggiunta di una vocale in fine di parola
Soprattutto nella versificazione antica,
è un mezzo per ottenere versi piani
lettere → lettre
spirito → spirto
Epèntesi
Fenomeno opposto alla agevolmente
sincope
↓
Inserzione, tra i suoni
naturali di una parola, agevolemente
di un suono o gruppo
di suoni che non abbia
riferimento
con l’etimologia
della parola stessa
Diàstole
Spostamento in avanti dell’accento di una parola
rispetto alla sua posizione normale
nella lingua prosastica
úmile → umíle
símile → simíle
fúnebre → funébre
océano → oceàno
Sìstole
Processo opposto alla diastole: spostamento
all’indietro dell’accento di una parola rispetto
alla posizione normale
‘Rime per l’occhio’, in cui lo spostamento
d’accento ristabilisce anche la misura del verso
eccetera
Sei versi tutti quinari, con un numero di sillabe
che oscilla da 4 a 6 (l’ultimo ictus cade sempre
sulla quarta sillaba metrica):
Pietro Metastasio
Demofoonte
Uscita piana
Nell’uso italiano, la misura standard del verso
viene definita sulla base dell’“uscita piana”
(detta anche parossitona): l’ictus cade
sulla penultima sillaba del verso,
mentre l’ultima sillaba è atona
1fug–2gir 3vor–4ré– 5i
Uscita tronca
Detta anche ossitona:
l’ultimo ictus cade sull’ultima sillaba;
nel caso in specie, il quinario – verso che reca
obbligatoriamente un ictus in quarta posizione –
ha solo quattro sillabe (“manca”, per così dire,
la quinta sillaba)
OTONE
Vaghe fónti che mormorándo
serpeggiáte nel seno all’érbe,…
Vincenzo Grimani, Agrippina (1709)
Novenari anfibrachici
L’anfìbraco è il piede latino
costituito da sillaba breve-lunga-breve
Tre ‘anfibrachi’ italiani (atona-tonica-atona)
danno luogo al tipico novenario boitiano:
Lontáno, lontáno, lontáno,
sui flutti d’un ampio oceàno
fra i roridi effluvi del mar.
Fra l’alghe, fra i fior, fra le palme,
il porto dell’intime calme,
l’azzurra isoletta m’appar.
Arrigo Boito, Mefistofele
Ottonario
Ha come ultima sillaba tonica la settimaa
Nella tradizione italiana, il tipo prevalente è
quello con accenti fissi in terza e settima
posizione
Ho un gran péso sulla tésta,
in quest’ábito m’imbróglio;
se vi pár la scusa onésta,
Kaimakán esser non vóglio,
Angelo Anelli, L’italiana in Algeri
Senario
Ha come ultima sillaba tonica la quintaa
La forma prevalente è quella con accenti fissi
di seconda e quinta
Ho tésta balzána,
son d’índol viváce,
scherzáre mi piáce,
mi piáce brillár.
Giovanni Ruffini, Don Pasquale
Quinario
Ha come ultima sillaba tonica la quarta
Un primo accento può cadere
sulla prima o sulla seconda sillaba
fiorisce il cotogno
laggiú.
Giovanni Pascoli, Canzone d’aprile
Bisillabo
Di fatto, questo verso esiste solo in teoria
È formato da una qualunque parola italiana accentata
sulla prima sillaba (p.es. sí; síre; símile)
Non ha molto senso, nella metrica italiana, parlare
di un verso d’una sola sillaba (sarebbe un bisillabo
tronco)
LEPORELLO Nessun ci sente.
DON GIOVANNI Via.
LEPORELLO Vi posso dire
tutto liberamente?
DON GIOVANNI Sì.
LEPORELLO Dunque, quand’è così,
caro signor padrone,
la vita che menate è da briccone.
Lorenzo da Ponte, Don Giovanni
Versi doppi
Nella tradizione poetica italiana si possono abbinare
due versi della stessa misura, e farne un verso
’doppio’.
All’atto pratico, nulla cambia sotto il profilo ritmico;
semplicemente si diradano le rime
L’uscita del primo dei due versi che lo compongono
può essere indifferentemente piana, sdrucciola
o tronca
Doppio quinario
Non va confuso col decasillabo:
ha infatti un ictus obbligato sulla quarta
sillaba e una cesura, anch’essa obbligata, tra
il primo e il secondo emistichio (semiverso)