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1908-2008: 100 anni di

produzione Olivetti

13.06/13.07 2008
Castellamonte (To)
Direzione Didattica (Scuola Elementare)
P.zza Di Vittorio, 2
LA PRODUZIONE ED IL DESIGN OLIVETTI:
una storia canavesana

L’ing. Camillo Olivetti nacque a Ivrea il 13 agosto 1868 e si laureò al


Politecnico di Torino nel 1891.
Nel 1892 fu discepolo di Galileo Ferraris e trascorse due anni negli
Stati Uniti come assistente alla Stanford University a Palo Alto.
Ritornato in Italia fu rappresentante delle fabbriche americane di
biciclette Victor e macchine per scrivere Williams.
Nel 1896 fondò una fabbrica di strumenti di precisione per misure
elettriche, la C.G.S. (Centimetro Grammo Secondo).
Il 20 ottobre 1908 costituì legalmente ad Ivrea la prima fabbrica di
macchine per scrivere italiana, anche se nel paese esistevano già una
serie di agenti che diffondevano le marche americane (Remington,
Monarch, Oliver, Royal, Corona, Underwood ed altre).
L’ing. Camillo Olivetti, insieme a soli venti operai, iniziò la produzione
della prima macchina per scrivere prodotta industrialmente in Italia:
la Olivetti M 1 che fu presentata al pubblico per la prima volta
all’Esposizione Internazionale di Torino nel 1911.
Gli impianti si ampliarono e vennero realizzate la
fonderia, la fonderia per i caratteri ed il settore per la
produzione dei nastri, permettendo così alla Olivetti
di commercializzare una macchina per scrivere
interamente prodotta dalla società. All’inizio della
produzione la M 1 trovò difficoltà ad affermarsi sul
mercato, causa il pregiudizio, molto diffuso in quel periodo,
dell’inferiorità del prodotto italiano: i primi clienti della Olivetti
furono la Marina italiana ed il ministero delle Poste.
Nel 1915 la Olivetti convertì la propria produzione di macchine per
scrivere in produzione bellica, costruendo proiettili, spolette, parti di
mitragliatrici, magneti per l’aviazione.
Nel 1917 la produzione di macchine per scrivere si ridusse al minimo
e si costruirono giroscopi per siluri.
Nel 1920 venne presentato un nuovo modello: la Olivetti M 20, che
otterrà buoni risultati su nuovi mercati europei e sudamericani.

A Camillo Olivetti successe il primogenito ing. Adriano, che venne


assunto nel 1924 come operaio: divenne direttore generale nel 1933
e presidente nel 1938.
Nel 1924 fu creata la OMO (Officina Meccanica Olivetti) per la
produzione di macchine utensili.
Nel 1927 nacque il reparto falegnameria per la produzione in proprio
degli imballaggi e nel 1928 il servizio pubblicità seguito personalmente
dall’ing. Adriano Olivetti.
Nel 1929 fu fondata a Barcellona, in Spagna, la prima
consociata industriale, la S.A. Hispano Olivetti.
Nel 1930 furono immessi sul mercato i primi esemplari
del nuovo modello di macchina per scrivere standard,
la M 40, e partirono i primi studi del modello portatile:
la MP 1.
Nel 1931 venne costituito il reparto misure di precisione e
nacque l’ufficio sviluppo e pubblicità al quale parteciparono i designer
Persico e Nizzoli, il pittore Schawinsky, i grafici Munari e Veronesi e
g l i architetti Figini e Pollini.
Nel 1932 fu presentata la portatile MP 1: la Olivetti
si trasformò da Società in accomandita in Società
anonima. Fu creata la fondazione Domenico
Burzio con la quale si potenziò l’assistenza a
favore dei dipendenti e nacquero le prime colonie
estive per i figli dei dipendenti.
Nel 1935 la fabbrica fu ampliata e fu presentata la
macchina per scrivere semi-standard Studio 42.
Nel 1938 a Massa fu avviata la costruzione dello stabilimento Synthesis
destinato alla produzione dei mobili e schedari per ufficio.
Nel 1940 venne commercializzato il primo modello di addizionatrice la
MC4S Summa, la prima calcolatrice interamente progettata, prodotta
e distribuita dalla Olivetti.
Nel 1942 a Barcellona prese il via l’attività del nuovo stabilimento
Hispano Olivetti.
Nel 1944 iniziò la costruzione del nuovo stabilimento della Invicta di
Torino, dove si produrrà la semi-standard Studio 42: sarà inaugurato
nel 1946.
L’anno successivo, a Londra, fu costituita la British Olivetti ed a
Glasgow entrò in funzione lo stabilimento per la produzione di
macchine per ufficio.

Nel 1948 fu presentata la macchina per


scrivere che sostituirà la M40: la Lexicon
80, alla cui realizzazione collaborò come
designer Marcello Nizzoli. L’anno successivo
lo stabilimento di Massa, distrutto durante
la guerra, riprese la produzione di mobili per
ufficio Synthesis.
Nel 1950 vennero introdotti nuovi sistemi di montaggio delle macchine
per scrivere e calcolo, in linea continua con trasportatori. Uscirono
i primi modelli della portatile Lettera 22 e la prima macchina per
scrivere standard elettrica: la Lexicon
80 elettrica. A New York fu costituita
la Olivetti Corporation of America.
Nel 1951 ad Ivrea fu costruito
un piccolo quartiere di case
unifamiliari per i dipendenti; a
Massa venne ultimata la costruzione
della colonia estiva ed si iniziò la
costruzione dello stabilimento di
Pozzuoli.
Nel 1952 esordì la produzione di macchine da
calcolo nello stabilimento provvisorio di Pozzuoli
e venne presentata la nuova macchina per
scrivere semi-standard Studio 44: prese il
via la costruzione del nuovo Centro Studi ed
Esperienze.
Nel 1953 furono inaugurati a S. Bernardo di Ivrea nuovi reparti di
falegnameria per la produzione degli imballaggi delle macchine per
ufficio.
Nel 1955 la produzione della Lettera 22 fu portata nel nuovo
stabilimento di Agliè nel Canavese.
Nel 1956 divenne operativo, a S. Bernardo di Ivrea il nuovo
stabilimento per la produzione di macchine utensili
contemporaneamente furono immesse sul mercato nuove
calcolatrici: la Divisumma 24, la Tetractys e la contabile
Audit 302.
Nel 1957 iniziò
produzione di una
macchina per scrivere
con spaziatura differenziata,
la Graphika, e di una nuova
calcolatrice, la Elettrosumma 22;
entrano in funzione, ad Ivrea, lo
stabilimento Nuova Ico, dove erano
prodotte le nuove calcolatrici, e lo
stabilimento Olivetti Sada, utilizzato
per la produzione di duplicatori,
carta carbone e nastri.
Nel 1959 iniziò la produzione del calcolatore elettronico
Elea 9003 a Borgolombardo.
La Olivetti rilevò il 30% delle azioni della casa americana
produttrice di macchine per ufficio Underwood e partì la
produzione della macchina per scrivere standard Diaspron
82.
Adriano Olivetti morì nel 1960 in Svizzera e l’incarico di
presidente fu affidato al dottor Giuseppe Pero: vicepresidenti
l’ingegner Carlo Lizier e l’ingegner Dino Olivetti, amministratore
delegato il dottor Arrigo Olivetti.

Questa breve storia del prodotto Olivetti introduce una successiva


descrizione tecnica, anche se sommaria, delle macchine per scrivere
esposte in questa mostra.
Olivetti M 1
La prima macchina per scrivere italiana
prodotta industrialmente.

All’inizio del secolo, lo studio, la progettazione e la produzione di una


macchina per scrivere erano da considerarsi un’ardua impresa.
Nel 1908 l’ingegnere Camillo Olivetti ed una ventina di suoi
collaboratori iniziarono la la produzione della Olivetti M. 1 .
Venne presentata per la prima volta nel 1911 all’Esposizione
Internazionale di Torino. Nel catalogo ufficiale della mostra, la Olivetti
figura come:”la prima e unica fabbrica italiana di macchine per
scrivere”. E la “M. 1” come:” macchina per scrivere di primo
grado, brevetti Ing. C. Olivetti in Italia, Francia, Germania,
Inghilterra, Austria, Svizzera, Stati Uniti “.
La Olivetti vince la gara di fornitura per cento macchine alla
Marina Militare Italiana.
Scrive così Camillo Olivetti della propria macchina:”Una macchina
per scrivere non deve essere un gingillo da salotto, con ornati di gusto
discutibile, ma avere aspetto serio ed elegante nello stesso tempo”.
La realizzazione di questo modello fu possibile grazie all’introduzione
di nuovi macchinari automatici, come torni e frese, acquistati da
Camillo Olivetti in America. All’inizio la produzione era di circa dieci
macchine al giorno.
Nel 1913 il Ministero delle poste ordina cinquanta macchine, mentre
la “M. 1” trova difficoltà di vendita a causa del pregiudizio diffuso,
in quel periodo, circa l’inferiorità del prodotto italiano. Su questo
puntarono molto i concorrenti stranieri per diffondere i propri modelli
e mettere in difficoltà la Olivetti.
Nascono le prime campagne pubblicitarie: il primo manifesto viene
disegnato dal pittore veneziano Teodoro Wolf Ferrari.
Nel 1913 esce la millesima “M. 1”. Nel 1915 la produzione fu quasi
interrotta a causa dell’inizio della prima guerra mondiale e passò dalle
macchine per scrivere al materiale bellico, (spolette per artiglieria,
magneti per aviazione, valvole per dirigibili, parti per mitragliatrici e
fucili). Nel 1920 si concluse la produzione della “M. 1” per passare
alla “M. 20”. Furono prodotti circa seimila esemplari tra il 1911 ed
il 1920. I primi due numeri di matricola corrispondono all’anno di
produzione del modello.

Caratteristiche tecniche:
• Macchina per scrivere con scrittura visibile, rullo fissato sul telaio del carrello.
• Tastiera con 42 tasti, corrispondenti a 84 segni.
• Nastro con altezza 13 mm, cambio colore nastro con leva posta in alto a destra
della tastiera.
• Tabulatore decimale con otto tasti, nella versione con tabulatore.
• Tasto di ritorno, oltremargine, leva interlinea con quattro posizioni.
1908-2008: 100 anni di
produzione Olivetti

In questo ultimo decennio si è assistito ad un crescente interesse


verso la rivalutazione storica dei prodotti Olivetti. Merito anche di
alcuni collezionisti il cui fine è, tra gli altri, quello di promuovere e
divulgare gli aspetti culturali, storici e sociali collegati alle macchine
per ufficio d’epoca.
Questa mostra è stata realizzata partendo dalla raccolta di macchine
per ufficio Olivetti fornite da collezionisti piemontesi. È stato così
possibile radunare alcuni modelli che forniscono una idea chiara
di quali fossero le macchine per ufficio della Casa di Ivrea a partire
dal 1908 fino al ad oggi: macchine che, fino a qualche decennio fa,
facevano parte integrante di qualsiasi ufficio.
L’intento della mostra è far conoscere l’evoluzione meccanica ed
estetica delle macchine per ufficio Olivetti; i problemi relativi al
passaggio, a volte traumatico, dalla meccanica all’elettronica: a
partire da pezzi “storici” per proseguire con modelli più “funzionali”,
terminando con quelli di “design” e “elettronici”.
Solo conoscendo questa evoluzione si potrà capire ciò che ha
rappresentato il marchio Olivetti nel canavesano e nel mondo.
La mostra è suddivisa in aree tematiche.

TEMI ESPOSITIVI MOSTRA “1908-2008: 100 anni di produzione Olivetti”

1. Prima Azienda CGS Centimetro Grammo Secondo Milano 1901

2. PERCORSO CRONOLOGICO produzione Ing. C. OLIVETTI &C 1908-


2008

Pre-design - Nizzoli - Sottsass - Bellini - De Lucchi


1908-1930 PRODOTTI DISEGNO INDUSTRIALE CAMILLO OLIVETTI
(Ivrea 1868-1943)
1930-1950 ARCH. LUIGI FIGINI (Milano 1903-1984) & GINO POLLINI
(Milano 1905-1991)
1950-1960 MARCELLO NIZZOLI (Boretto 1887-1969)
1960-1980 ETTORE SOTTSASS Jr (Innsbruck 1917-2007)
1970-1990 MARIO BELLINI (Milano1935)
1990-2002 MICHELE DE LUCCHI (Ferrara 1951)
3. GLI ALFABETI DEL MONDO: tastiere e stabilimenti di produzione

3.1. TASTIERE ALFABETICHE DEL MONDO


Araba, Cirillica, Messicana - Spagnola, Americana - Inglese,
Greca, Tedesca, Francese, Brasiliana - Portoghese
3.2. STABILIMENTI PRODUTTIVI NEL MONDO
Inghilterra, Spagna, Singapore, USA, Brasile, Messico,
Jugoslavia, India

4. AREA DATTILOGRAFICA: macchine scuola e prodotti per


l’insegnamento

5. AREA ITALIA 90:sponsor ufficiale campionati di calcio Italia 1990

6. AREA PRODOTTI SPECIALI: contabili bancarie, fatturatrici,


registratori magnetici, telescriventi,fotocopiatori,fax

7. AREA DESIGN PARALLELO COMMERCIALE CON LA


CONCORRENZA

8. DIVISIONE MARKETING: Ricambi originali, Imballaggi, gadget,


promozione pubblicitaria

9. ESPOSIZIONE MANIFESTI, PUBBLICITA’E DISEGNI TECNICI

10. SALA AUDIOVISIVI: profili dei prodotti divisi per designer e


filmati eventi passati

- AREA STORICA: in quest’area vengono raccolte le


prime cinque macchine per scrivere prodotte dalla
Olivetti: M 1 (1911) - M 20 (1920) - M 40 (1930) - MP 1
(1932) - Studio 42 (1935).

- AREA COLORE: sono esposti i modelli con cui la Olivetti iniziò la


distribuzione di macchine per scrivere portatili e semi-standard,
destinate non solo all’ufficio, ma anche al privato. Una macchina
trasportabile all’interno di una valigetta in legno segna l’inizio
dell’era del colore: alle versioni nere lucide e nere martellate
vengono affiancate quelle colorate (rosse, blu, azzurro, marroni, verdi,
grigie, avorio e beige). MP 1 (1932) - Studio 42 (1935).

- AREA CALCOLO: questi otto modelli sono caratterizzati dall’uso di


soluzioni tecniche e meccaniche per le addizionatrici e calcolatrici,
soluzioni che consentirono alla Olivetti di incrementare le
proprie vendite, vincendo l’agguerrita concorrenza
straniera. MC 3 Simplisumma (1942) - Divisumma
14 (1948) - Multisumma 14 (1948) - Elettrosumma
Simplex (1954) - Divisumma 24 (1956) - Tetractys
24 CR (1956) - Multisumma 20 (1964) - Logos 58
(1973).
- AREA DESIGNER “E. SOTTSASS”: qui vengono esposti alcuni oggetti
ideati da Ettore Sottsass jr., una delle glorie dell’architettura e del
design italiano, fondatore del movimento d’avanguardia Memphis ed
innovatore del design mondiale.
Di Sottsass sono la Valentine (1969) esposta permanentemente al
Museum of Modern Art di New York come esempio di design italiano,
ed altri modelli sempre realizzati per la Olivetti: De Luxe (1965) -
Praxis 48 (1965) - Divisumma 26 (1967) - Lettera 36 (1970) - Summa
19 (1970).

- AREA DESIGNER “M. NIZZOLI”: “opere d’arte” che Marcello Nizzoli


ideò a partire dal 1938, anno in cui venne chiamato a dirigere l’Ufficio
Tecnico di Pubblicità della Olivetti affiancando all’attività di grafico
quella di product designer.
Modelli come la Lexicon 80 (1948) e la Lettera 22 (1950) permisero
alla Olivetti di vendere una grande quantità di macchine e meritare il
premio “Compasso d’Oro” nel 1954.
Seguirono i modelli: Lexicon 80 E (1950) - Studio 44 (1952) - Diaspron
82 (1959) - Lettera 32 (1963).

- AREA DESIGNER “M. BELLINI”: il versatile designer Mario Bellini


spazia dal primo personal computer con il Programma 101 (1965); alle
calcolatrici Divisumma 18 (1972), Divisumma 28 (1972); alla scrittura
con la Lexicon 82 (1972), la prima macchina per scrivere elettrica
portatile che utilizzava, come elemento di scrittura, una “pallina” e le
portatili manuali Lettera 35 (1972) e Lettera 10 (1979).

- AREA DATTILO: in quest’area si è voluto ricreare uno spazio


“da toccare”, dove il visitatore possa provare la
sensazione della “scrittura meccanica”,
esperienza ormai quasi completamente
dimenticata in quanto i computer hanno
eliminato le “gloriose” macchine per scrivere,
oggetti considerati d’antiquariato.
Sono esposte: Tastiera Scuola (1920) - M 40
Scuola (1930) - M 80 Scuola (1948) - Lettera
22 Scuola (1950).

- AREA ITALIA ‘90: cioè, campionato di calcio “Italia ‘90”. Per celebrare
questo grande avvenimento calcistico seguito in tutto il mondo da
centinaia di milioni di persone, la Olivetti, come altri sponsor della
manifestazione, inserì nel proprio listino alcune macchine per ufficio
marchiandole per l’occasione: Italia 90/1 (1989) - Italia 90/3 (1989) -
Italia 90/5 (1989).

I modelli sono stati messi a disposizione da:


ALLAIRA FRANCESCO - Castellamonte (To)
TORCHIO CARLO - Torino

Si ricorda che la data che compare a fianco di ogni modello è riferita


all’anno di inizio produzione dello stesso.
MARCELLO NIZZOLI
Boretto (Reggio Emilia) 1887 - Genova 1969.

Nel 1913 consegue il diploma di Decorazione


e Ornato. Nel 1920 partecipa al concorso per
le copertine della rivista “Emporium”.
Nel 1922 espone alcuni arazzi alla Mostra
Regionale alla Galleria Vinciana di Milano.
Nel 1924 disegna manifesti pubblicitari per
la Campari. Nel 1935 in collaborazione con
Edoardo Persico curano l’allestimento del
negozio Parker a Milano e gli allestimenti
della sala della Vittoria alla VI Triennale di Milano nel 1936.
Nel 1938 conosce personalmente Adriano Olivetti, da cui nascerà una
lunga collaborazione per la Olivetti.
Nel 1957 ottiene il Premio Compasso d’oro per la macchina da
cucire “Mirella” della Necchi.
Nel 1962 gli viene conferito il diploma di
Honorary Royal Designers for Industry della
Royal Society of Art di Londra.
Fanno parte della collezione di disegno
industriale del Museum of Modern Art di New
York i seguenti modelli realizzati da Nizzoli:
Divisumma 14, Lettera 22, Lexicon 80.

Principali lavori per la Olivetti:

- scrivere: Lexicon 80 (1948), Lexicon 80 E (1950), Lettera 22


(1950), Studio 44 (1952), Graphika (1957), Diaspron 82 (1959),
84 elettrica(1961);

- calcolo: MC 4 Summa (1940), MC 4 Multisumma (1941),


MC 3 Simplisumma (1942), MC3 Velesumma
(1942), Elettrosumma 14 (1946), Multisumma
14 (1948), Divisumma 14 (1948), Summa 15 (1949),
Elettrosumma Duplex (1954), Elettrosumma
Simplex (1954), Divisumma 24 (1956), Tetractys
(1956), Elettrosumma 22 (1958), Multisumma 22
(1958), Summa Prima 20 (1960), Summa Quanta
20 (1961), Multisumma 24 (1962), Multisumma 24 GT
(1962), Divisumma 24 GT (1962) , Elettrosumma 20 (1963),
Multisumma 20 (1964);

- varie: Refert (1954), Audit 202 (1955), Audit 302


(1956), Sada Report (1958), Audit 502 (1959), T 2
(1948), Sada Replic (1960).
ETTORE SOTTSASS JR.
Nato nel 1917 a Innsbruck in Austria-2007

Trascorre i primi anni a Trento e segue poi la


famiglia a Torino.
Nel 1939 si laurea in architettura al Politecnico
di Torino.
Nel 1947 apre uno studio professionale di
architettura e si occupa di design, di ceramica
e gioielleria, di artigianato e grafica. Nel
1958 inizia la collaborazione con la Olivetti
come consulente per il design per il settore
macchine elelttroniche.
Parecchi oggetti creati da Sottsass entreranno
a far parte delle collezioni permanenti di parecchi musei quali il
Museum of Modern Art di New York e il Centre
Georges Pompidou di Parigi.
Nel 1981 con altri collaboratori è l’ideatore del
gruppo Memphis.
Nello stesso anno fonda lo studio Sottsass
Associati.
Ottiene parecchi riconoscimenti internazionali.

Principali lavori per la Olivetti:

- scrivere: Tekne 3 (1964), Tekne 4 (1965), Editor -T 5 (1965), Praxis 48


(1965), Dora (1965), De Luxe (1965), Studio 45
(1967), Editor 5 (1968), Editor 4 (1969), Editor
4 C (1969), Valentine (1969), Lettera 36 (1970),
Editor 7 (1973), Lexicon 90 (1975), Lexicon 90 C
(1976), Lexicon 92 C (1976), Lexicon 93 (1978),
Lexicon 93 C (1978), Lexicon 94
C (1978);

- calcolo: Logos 27/1 (1964),


Divisumma 26 (1967), Divisumma 26 GT
(1967), Multisumma 26 GT (1967), Logos 27/2 (1967), Summa
19 (1970), Summa 19 R (1971);

- varie: Elea 9003 (1959), Synthesis 45 (1973), A 5 (1974), A


7 (1974), TE 300 (1967), TE 400 (1975), P 6060 (1976), TES 501 (1976), TC 480
(1977), TE 500, TE 530, TC 800 (1974), TC 800,
Editor S 14 (1972), P 602 (1972), P 603 (1972),
BCS 2020 (1978), BCS 2030 (1978), DE 700
(1978), DE 710 (1978), M 20 (1981), M 30 (1981),
M 40 (1981), M 24 (1984).
MARIO BELLINI
Nato nel 1935 a Milano.

Nel 1959 si laurea in architettura al


Politecnico di Milano.
Nel 1962 diventa consulente della Olivetti
e organizza un ufficio di progettazione.
La sua attività progettuale spazia in tutti
i campi del design: dall’arredamento
all’illuminazione, dall’automobile agli
apparecchi elettronici.
Dal 1969 al 1971 diventa vice-presidente
dell’Associazione Disegno Industriale.
Dal 1986 al 1991 è stato direttore della
rivista “Domus”.

Principali lavori per la Olivetti:

- scrivere: Lettera 35 (1972), Lettera 25 (1973), Lexicon 82 (1974), Lexicon


83 DL (1976), Lettera 10 (1979), Lettera 12 (1979), Lettera 40 (1980), Lettera
41 (1980), Lettera 42 (1980), Lettera 50 (1980), Lettera 51 (1980), Lettera 52
(1980), ET 101 (1978), ET 201 (1979), ET 221 (1979), ET 121 (1980), ET 231
(1980), ET 351 (1981), ET 225 (1982), ET 109 (1986), ET 110
(1984), ET 111 (1983), ET 112 (1986), ET 115 (1983), ET 116
(1986), Praxis 20 (1983), Praxis 30 (1980), Praxis 35 (1980),
Praxis 40 (1982), Praxis 41(1983), Praxis 45D (1982), ET
Compact 60 (1985), ET Compact 70 (1986), ET Personal
50 (1986), ETV 240 (1985), ETV 250 (1984), ETV 300
(1984), ET Personal 55 (1987), ET Personal 56
(1989), ET Compact 65 (1988), ET Compact 66
(1988), CWP 1 (1988), PT 505 (1989), PT 506 (1989),
CT 605 (1989), CT 606 (1989), Italia 90/5 (1989), ETS
1010 (1983), ETS 1015;

- calcolo: Logos 250 (1970), Logos 270 (1970), Logos 240 (1971), Logos 245
(1971), Divisumma 18 (1973), Divisumma 28 (1973), Logos 55 (1973), Logos
56 (1973), Logos 58 (1973), Logos 59 (1973), Logos 68 (1973), Logos 70 (1975),
Logos 3 (1978), Logos 7 (1978), Logos 9 (1980), Logos 40 (1976),
Logos 40 a (1977), Logos 40 a PD (1977) Logos 41 (1977),
Logos 41 PD (1977), Logos 42 (1976), Logos
42a (1977), Logos 42a PD (1977), Logos
43 (1977), Logos 43 PD (1977), Logos 45
PD (1977), Logos 75 S (1976), Logos 75 B
(1976), Logos 80 (1978), Logos 60 (1980),
Logos 62 (1980), Logos 181 (1982), Logos
182 (1982) Logos 48 (!984), Logos 49 (1984);

- varie: CMC 7 (1963), Programma 101 (1965),


Programma 102, P 203 (1967), P 652 (1973), Auditronic
770 (1969), TCV 250 (1967), A 4 (1975), Copia 402 (1976),
Copia 605 (1976), TES 401 (1978), P 6040 (1977), Copia
2000 (1978), Copia 3000 (1978), Copia 1700 (1981), Copia
1800 (1982), Copia 1050 (1983), Quaderno (1989).
MICHELE DE LUCCHI
Nato nel 1951 a Milano.

Studia architettura a Firenze fino al


1975. Si trasferisce a Milano e prende
subito contatti con Andrea Branzi,
Alessandro Mendini ed Ettore Sottsass.
Collabora con lo studio Alchymia e nel
1981 diviene socio del gruppo Memphis.
Dal 1979 è consulente della Olivetti per
il design (mobili da ufficio, computer e
arredamento di banche), con il modello
ArtJet 10 nel 2001 ottiene il Compasso
d’Oro dell’Associazione per il Design
Industriale. De Lucchi disegna anche la linea di calcolatrici Gioconda
(2001),con il JetLab 600 (2000), vince il premio IF Design Award; anche
il CopyLab 200 (2001) e DomusWeb (2001), consolle di controllo di un
sistema di home automation, ottengono vari riconoscimenti.
Riceve la cattedra di disegno industriale all’Università di Firenze.
Lavora per Olivetti, Kartell, Artemide, Arflex, ecc..

Principali lavori per la Olivetti:

- calcolo: echos -1993, philos -1992,


m6 440 modulo -1992, envision -1995,
gioconda -2001, gioconda printing -2001

- varie: PR 2 -1996, jp 170


- 1996, jp 883 -1998, art jet 10
-2001, art jet 20 -1998, art jet 12
-2000, art jet 22 -2000, ofx 500
-1998, ofx 540- 1999, fax lab 250
-2001
Premessa

In questo piccolo volume ho cercato di ripercorrere le tappe


fondamentali della produzione Olivetti nel mondo delle macchine per
ufficio, dai primi modelli prodotti industrialmente sino agli esempi di
design della fine ‘900.
Spero sia un utile strumento per coloro che per lavoro o per hobby,
si dedicano al restauro o al collezionismo di macchine per scrivere
d’epoca o semplicemente a tutti gli appassionati, permettendo di avere
sempre sotto mano il quadro generale della produzione Olivetti.
All’interno di questo volumetto ho cercato di elencare tutti i dati da me
reperiti: lo considero, quindi, un lavoro ancora incompleto, poiché di
alcuni modelli vengono trattati solo alcuni aspetti per lo più tecnici. Il
tutto, sicuramente, non esaurisce la notevole quantità di informazioni
riguardanti il prodotto Olivetti: purtroppo, però, un’enorme quantità di
materiale è scomparsa, visti i numerosi e rapidi mutamenti verificatisi
di recente nel settore delle macchine per ufficio, come la scomparsa
delle macchine meccaniche, ben presenti e funzionanti anche solo
una decina di anni fa.
Se questo scritto è stato realizzato lo devo in gran parte a quei tecnici
ed a quei colleghi che, alla mia richiesta di informazioni, precisazioni
storicotecniche, ricordi personali, hanno sempre risposto con
entusiasmo e con la massima disponibilità al fine di agevolarmi nella
ricerca.
A loro voglio esprimere la mia più profonda gratitudine per la
collaborazione avuta.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che vorranno segnalarmi errori o
dimenticanze, in modo da poter aumentare la conoscenza del prodotto
Olivetti ed essere uno stimolo per le prossime edizioni.

Carlo Torchio
1.
scrivere
1.1. scrivere meccanico
1.2. scrivere elettronico
1.3. telescriventi
{di alcuni prodotti sono disponibili solo le schede
dei modelli esposti nella mostra}
1.1. scrivere meccanico

Caratteristiche: macchina per scrivere standard manuale.


Tastiera: 42 tasti corrispondenti a 84 segni.
Interlinee: 4 posizioni più lo zero.
Tabulatore: assente o con 8 tasti, nella versione con tabulatore.
Carrozzeria: telaio portante e lamierini di copertura.
Colori: nero lucido.
Produzione: dal 1911.
Progetto: Camillo Olivetti.
Note: nel 1908 l’ingegner Camillo Olivetti ed una ventina di suoi
collaboratori iniziarono la produzione della Olivetti M 1.
Venne presentata per la prima volta nel 1911 all’Esposizione
Internazionale di Torino. Fu la prima macchina per scrivere

M1 prodotta industrialmente in Italia.

Caratteristiche: macchina per scrivere standard manuale.


Tastiera: 43 tasti corrispondenti a 86 segni.
Interlinee: 4 posizioni più lo zero.
Tabulatore: assente o con 8 tasti, nella versione con tabulatore.
Carrozzeria: telaio portante con lamierini di copertura.
Colori: nero lucido.
Produzione: dal 1920.
Progetto: C. Olivetti, D. Burzio.
Note: anche se meccanicamente simile alla M 1, la Olivetti M
20 adottò all’interno soluzioni meccaniche diverse ed ottenne
un ottimo successo commerciale.
I primi due numeri di matricola, fino al 1925, corrispondono
all’anno di produzione.

M 20

Caratteristiche: macchina per scrivere standard manuale.


Tastiera: 43 tasti corrispondenti a 86 segni.
Interlinee: 4 posizioni più lo zero.
Tabulatore: assente o con 8 tasti, nella versione con tabulatore.
Carrozzeria: telaio portante con lamierini di copertura.
Colori: nero lucido.
Produzione: dal 1920.
Progetto: C. Olivetti, D. Burzio.
Note: versione economica senza base in legno ma con piedini
in gomma

M 20
18 1. Scrivere
1.1. scrivere meccanico

Caratteristiche: macchina per scrivere standard manuale.


Tastiera: 43 tasti corrispondenti a 86 segni.
Interlinee: 4 posizioni più lo zero.
Tabulatore: assente o con 8 tasti, nella versione con tabulatore.
Carrozzeria: telaio portante con lamierini di copertura.
Colori: nero lucido.
Produzione: dal 1920.
Progetto: C. Olivetti, D. Burzio.
Note: versione con tabulatore

M 20
Caratteristiche: macchina per scrivere standard manuale.
Tastiera: 45 tasti corrispondenti a 86 segni.
Interlinee: 4 posizioni più lo zero.
Tabulatore: con 8 tasti.
Carrozzeria: telaio portante con lamierini di copertura.
Colori: nero martellato.
Produzione: dal 1921.
Progetto: C. Olivetti, G. Levi Martinoli, ufficio tecnico.
Note: questo modello venne commercializzato per utilizzo
contabilità a ricalco. Deriva meccanicamente dalla Olivetti M 40
II versione.

M 21 II° versione

Caratteristiche: macchina per scrivere standard manuale.


Tastiera: 45 tasti corrispondenti a 90 segni.
Interlinee: 4 posizioni più lo zero.
Tabulatore: assente o con 8 tasti, nella versione con tabulatore.
Carrozzeria: telaio portante con lamierini di copertura.
Colori: nero lucido.
Produzione: dal 1930.
Progetto: C. Olivetti, G. Levi Martinoli, ufficio tecnico.
Note: la prima versione è caratterizzata dal colore nero lucido
con decalcomanie sul frontale e sopra il reggi foglio; dall’as-
senza di copribobine e coperture laterali della carrozzeria; dai
piedini tondi; dal cestello portaleve libero.

M 40 I° versione
1. Scrivere 19
1.1. scrivere meccanico

Caratteristiche: macchina per scrivere standard manuale.


Tastiera: 45 tasti corrispondenti a 90 segni.
Interlinee: 4 posizioni più lo zero.
Tabulatore: assente o con 8 tasti, nella versione con tabulatore.
Carrozzeria: telaio portante con lamierini di copertura.
Colori: nero lucido.
Produzione: dal 1930.
Progetto: C. Olivetti, G. Levi Martinoli, ufficio tecnico.
Note: la prima versione è caratterizzata dal colore nero lucido
con decalcomanie sul frontale e sopra il reggi foglio; dall’as-
senza di copribobine e coperture laterali della carrozzeria; dai
piedini tondi; dal cestello portaleve libero.

M 40 I° versione
Versione con base in legno e copertura metallica

Caratteristiche: macchina per scrivere standard manuale.


Tastiera: 45 tasti corrispondenti a 90 segni.
Interlinee: 4 posizioni più lo zero.
Tabulatore: assente o con 8 tasti, nella versione con tabulatore.
Carrozzeria: telaio portante con lamierini di copertura.
Colori: nero lucido.
Produzione: dal 1930.
Progetto: C. Olivetti, G. Levi Martinoli, ufficio tecnico.
Note: la prima versione è caratterizzata dal colore nero lucido
con decalcomanie sul frontale e sopra il reggi foglio; dall’as-
senza di copribobine e coperture laterali della carrozzeria; dai
piedini tondi; dal cestello portaleve libero.

M 40 I° versione Modello speciale in uso presso le scuole di dattilografia.

scuola
Caratteristiche: macchina per scrivere portatile manuale.
Tastiera: 43 tasti corrispondenti a 86 segni.
Interlinee: 3 posizioni più lo zero.
Incolonnatore: assente.
Carrozzeria: metallica.
Colori: nero lucido, nero martellato, rosso, blu, azzurro, marro-
ne, verde, grigio, avorio.
Produzione: dal 1932.
Design: Aldo e Adriano Magnelli.
Progetto meccanico: Riccardo Levi.
Note: con questo modello la Olivetti inizia, anche se in ritardo
rispetto alla concorrenza straniera, la distribuzione di una
macchina per scrivere portatile, destinata non solo all’ufficio,
ma anche al privato.

MP 1
20 1. Scrivere

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