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LINEE GUIDA SIOT

 GIUGNO

CHIRURGIA MININVASIVA DELL’ALLUCE VALGO

SCOPO E DESTINATARI DELLA LINEA GUIDA


GRUPPO DI LAVORO LINEE GUIDA SIOT La chirurgia mininvasiva è una tecnica relativamente re-
cente e di crescente interesse per il trattamento dell’alluce
Responsabile del progetto valgo. Scopo della presente linea guida è quello di pre-
sentare le prove scientifiche attualmente disponibili sull’ef-
PIETRO BARTOLOZZI
ficacia e la sicurezza di questa tecnica desunte da una
revisione sistematica della letteratura e fornire al chirurgo
Coordinatori
ortopedico un valido strumento di aiuto nella fase di se-
ANDREA PICCIOLI lezione dei metodi di intervento più appropriati, così da
EMILIO ROMANINI integrare l’esperienza clinica con le prove più aggiornate
per la valutazione dei rischi e dei benefici.
Comitato di redazione del documento
EMILIO ROMANINI INTRODUZIONE
Roma
L’alluce valgo è una deformità dell’articolazione meta-
GABRIELE TUCCI tarso-falangea del primo raggio del piede. Rappresenta
Roma una delle patologie del piede più diffuse e una delle più
GUSTAVO ZANOLI frequenti cause di metatarsalgia. Si presenta spesso sotto
Ferrara forma di una prominenza della testa metatarsale in corri-
spondenza della quale si manifesta una reazione infiam-
Revisori S.I.C.P. matoria (borsite), causata dall’attrito con la calzatura.
SANDRO GIANNINI Per alluce valgo s’intende una deviazione laterale dell’al-
Bologna luce accompagnata da varismo del I metatarsale e lussa-
'*-*110$&$$"3&--* zione esterna dei sesamoidi e caratterizzata dalla com-
Parma parsa di una prominenza mediale più o meno evidente.
È valgo l’alluce i cui assi interfalangeo o metatarso-falan-
BRUNO MAGNAN
geo disegnano un angolo aperto all’esterno superiore ai
Verona
limiti fisiologici (5°-10°), la cui ampiezza, proporzionale
."3$0(6&-'* alla gravità della deformità, consente di suddividere la
Genova deformità stessa in tre livelli di gravità: lieve, se l’angolo
è inferiore a 25°, medio, se l’angolo è compreso fra 25°
Valutazione, selezione e tabulazione e 40°, grave, se l’angolo è superiore a 40°.
delle prove di efficacia
LUCIANO SAGLIOCCA
EZIOLOGIA
Benevento
In una piccola minoranza di pazienti, l’alluce valgo può
GIOVANNA DE MARCO essere congenito o associarsi a malattie genetiche che
Trieste coinvolgono la struttura del piede o ad alcune patologie
MASSIMILIANO NOCENTE reumatiche o neurologiche; nella maggior parte dei pa-
Roma zienti tuttavia l’eziologia non è chiara. Nella forma più
frequente denominata “alluce valgo biomeccanico” è mol-
Indirizzo per la corrispondenza to probabilmente l’assetto del retropiede che condiziona
lineeguidasiot@siot.it la deformità. Numerosi studi hanno infatti dimostrato che
la persistenza di un valgismo del retropiede (piede piatto-
valgo), con l’andare del tempo, può determinare una de-
viazione in varo del primo metatarsale e di conseguenza
la deformità in valgo dell’alluce. L’uso di calzature inade-
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guate, come scarpe a punta stretta, con tomaia troppo Per questo motivo è necessaria un’anamnesi accurata, un
rigida o l’uso di tacchi alti, provocando una pressione esame clinico scrupoloso del piede nel suo complesso e
eccessiva sulle dita ed un insulto cronico all’articolazio- un esame radiografico sotto carico nelle proiezioni dorso-
ne, possono contribuire all’insorgenza della deformità, plantare e laterale.
rappresentando una concausa nel determinismo e nella
evoluzione dell’alluce valgo in piedi predisposti.
TABELLA I.
'BUUPSJDMJOJDJ 'BUUPSJSBEJPHSBGJDJ
EPIDEMIOLOGIA
Il sesso femminile è quello più colpito, con un rapporto di &[JPMPHJB "OHPMPEJWBMHJTNP
10:1 rispetto a quello maschile. Si stima che in Italia circa 4JOUPNBUPMPHJB "OHPMPJOUFSNFUBUBSTBMF
il 40% delle donne sia affetto da alluce valgo. Il disturbo
può insorgere a qualsiasi età, ma la fascia più colpita è Età "OHPMPBSUJDPMBSFQSPTTJNBMF 1"4"
quella compresa tra i 40 e i 60 anni. Sesso "OHPMPBSUJDPMBSFEJTUBMF %"4"
"UUJWJUËMBWPSBUJWB $POHSVFO[BBSUJDPMBSF
CLINICA "UUJWJUËTQPSUJWB 'PSNVMBNFUBUBSTBMF
Il sintomo principale è rappresentato dal dolore, che in-
sorge inizialmente a livello della prominenza della testa "TQFUUBUJWFEFMQB[JFOUF "SUJDPMB[JPOFDVOFPNFUBUBSTBMF
metatarsale causa del conflitto con la tomaia della calza- Stabilità articolare 1SFTFO[BEJBSUSPTJ
tura, e che in seguito può complicarsi con la comparsa 1SFTFO[BEJDBMMPTJUË 3PUB[JPOFEFMMBMMVDF
di una flogosi della borsa sierosa (borsite). La deviazio-
ne dell’alluce determina un’insufficienza funzionale del Rigidità
primo raggio che a sua volta provoca uno spostamento 'PSNVMBEJHJUBMF
di carico sulle teste dei metatarsali centrali con conse-
$POEJ[JPOFOFVSPNVTDPMBSF
guente comparsa di dolore e callosità a questo livello
(metatarsalgia). Il sovraccarico funzionale dei raggi Assetto del retropiede
centrali porta poi ad uno squilibrio muscolare delle dita %FGPSNJUËBTTPDJBUF
piccole con conseguente comparsa di deformità in grif-
$BM[BUVSFVUJMJ[[BUF
fe delle stesse a volte associata ad una sub-lussazione
o lussazione dorsale delle corrispondenti articolazioni
metatarso-falangee. Anche la deformità delle dita picco- TRATTAMENTO
le può portare a dolore e callosità a livello delle articola- Si distinguono due modalità principali di trattamento: con-
zioni interfalangee prossimali, per il conflitto meccanico servativo e chirurgico.
con la tomaia della calzatura. Il trasferimento di carico Il trattamento conservativo è volto esclusivamente ad atte-
dovuto alla insufficienza del primo raggio può anche nuare la sintomatologia dolorosa, ma non è in grado di
determinare la comparsa del cosiddetto neuroma di Ci- correggere la deformità. Tale trattamento consiste nell’uso
vinini-Morton, più frequentemente a livello del 3° spazio di calzature adeguate, a tomaia morbida e pianta larga
intermetatarsale. e con tacco non superiore ai 4 cm. L’utilizzo di planta-
L’alterata meccanica della prima articolazione metatarso- ri può essere indicato nelle deformità lievi, nelle quali si
falangea inoltre, con l’andare del tempo può determinare associa metatarsalgia. Nelle deformità più gravi l’uso di
la comparsa di fenomeni artrosici. plantari può contenere la sintomatologia, ma, riducendo
Oltre al problema del dolore, causato dall’attrito tra pie- lo spazio all’interno della calzatura, può peggiorare il
de e calzatura in un piede deformato e delle alterazioni conflitto meccanico a livello della testa metatarsale e/o
biomeccaniche conseguenti, si deve tenere conto anche delle dita piccole.
della tendenza al progressivo aggravamento della defor- L’uso di spaziatori o di divaricatori interdigitali non ha
mità con danno funzionale ed estetico. un’efficacia clinica dimostrata, se si eccettua la riduzione
del conflitto fra primo e secondo dito.
DIAGNOSI Per il trattamento chirurgico sono state descritte più di 100
Per le caratteristiche cliniche della deformità, la diagnosi tecniche di correzione eseguite sui tessuti molli e/o sull’os-
può sembrare facile ed immediata dopo una semplice os- so e la scelta della metodica più appropriata deve tener
servazione, tuttavia è opportuno identificare con precisio- conto dei fattori clinici e radiografici sopra elencati.
ne il tipo di alluce valgo ed il tipo di paziente in cui la de- Sostanzialmente gli interventi di correzione possono esse-
formità si sviluppa per indirizzare il trattamento (Tab. I). re così suddivisi:
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1. parti molli; distale, endomidollare nel primo metatarsale. Queste tec-


2. artroplastiche; niche rispettano i principi biomeccanici delle osteotomie
3. osteotomie M1: distali “tradizionali” eseguite cielo aperto sec. le tecniche
t EJTUBMJ descritte da Austin, Mitchell e da Lamprecht-Kramer, sen-
t QSPTTJNBMJ za richiedere alcun tempo di liberazione delle parti molli
t NFUBEJBmTBSJF sul versante articolare laterale.
4. osteotomie F1; Sono state recentemente descritte numerose altre tecniche
5. artrodesi. che utilizzano un approccio mininvasivo e percutaneo,
Tali tecniche, che possono anche essere variamente com- come quelle proposte da Isham e De Prado con modifiche
binate tra loro, hanno l’obiettivo di correggere la defor- di numerosi Autori.
mità attraverso la riduzione dell’angolo intermetatarsale, L’MIS può essere ritenuta un’alternativa al trattamento a
dell’angolo di valgismo, la correzione dell’orientamento cielo aperto nei casi, per la verità molto frequenti, in cui
articolare, la riduzione dei sesamoidi al di sotto della te- sia indicata l’esecuzione di una osteotomia del primo me-
sta del 1° metatarsale, l’asportazione della borsite e della tatarsale e quando le procedure sulle parti molli si limitino
pseudoesostosi della testa del 1° metatarsale. Vengono alla semplice tenotomia dell’adduttore dell’alluce sul ver-
spesso utilizzati mezzi di sintesi che possono essere me- sante laterale.
tallici o in materiali riassorbibili, possono essere interni Più in generale, la maggioranza degli autori riporta tra i
(viti, cambre) o esterni (fili di K). I mezzi di sintesi interni criteri di inclusione l’alluce valgo di grado lieve o medio
sono, solitamente, a permanenza, mentre quelli esterni con limitata artrosi o rigidità.
vengono rimossi alcune settimane dopo l’intervento; nei I sostenitori del trattamento mininvasivo sottolineano il be-
casi di artrodesi dell’articolazione metatarso-falangea o neficio estetico delle piccole incisioni, i tempi chirurgici
metatarso-1° cuneiforme, infine, possono essere impiega- ridotti, la riduzione del dolore post-operatorio, della de-
te placche e viti. genza e del periodo di scarico.
Accanto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto, che Indipendentemente dalla tecnica le indicazioni al tratta-
prevede incisioni ampie per effettuare osteotomie e libera- mento chirurgico sono rappresentate da:
zioni delle parti molli, recentemente si è affermata quella 1. dolore da conflitto con la calzatura con conseguente
mininvasiva. impossibilità all’utilizzo di scarpe normali;
La chirurgia mininvasiva (MIS) è definita come la chirurgia 2. metatarsalgia;
eseguita attraverso la più piccola incisione necessaria per 3. prevenzione dell’aggravamento della deformità in
eseguire la tecnica correttamente e con il minor impegno pazienti giovani anche asintomatici per impedire
delle strutture ossee, articolari, tendinee e cutanee. l’evoluzione della degenerazione artrosica della pri-
Nel caso specifico dell’alluce valgo il chirurgo esegue ma metatarso-falangea;
una o più piccole incisioni, controllando l’esecuzione del- 4. correzione della deformità per finalità estetiche in
le osteotomie tramite radioscopia nelle tecniche o visua- casi selezionati (dopo adeguato counseling).
lizzazione diretta. I segmenti sede di osteotomia possono Tra le tecniche tradizionali le più utilizzate in Italia sono
essere fissati nella posizione desiderata utilizzando plac- la Chevron e la Scarf1 tra le tecniche mininvasive le più
che, viti o fili metallici temporanei. Il trattamento prevede
utilizzate sono la Bosch, la PDO, la SERI e la “percuta-
quindi l’uso di apposite calzature in grado di permette-
nea”.
re il carico mantenendo il piede nella posizione corretta
L’algoritmo di scelta del trattamento più accreditato è
fino alla completa guarigione. Se sono stati utilizzati fili
quello condiviso dall’AOFAS (Società Americana del Pie-
metallici per l’osteosintesi temporanea, questi ultimi ven-
de e della Caviglia) e dall’EFAS (Società Europea della
gono rimossi circa 4-6 settimane dopo l’intervento chirur-
Caviglia e del Piede) e di seguito riportato nella versione
gico correttivo. In letteratura sono descritte la tecnica di
italiana modificata da esperti accreditati della SICP (So-
Bosch, la PDO (Percutaneous Distal Osteotomy) e la SERI
cietà Italiana di Chirurgia del Piede) (Fig. 1).
(Simple, Effective, Rapid, Inexpensive), le prime 2 con ap-
procci percutanei puntiformi, la terza con un approccio
mininvasivo attraverso una incisione di 7-10 mm. Queste 2VFTJUJ
3 tecniche eseguono in sostanza una analoga osteotomia Sono stati identificati due quesiti clinici principali:
distale del primo metatarsale con dislocazione laterale 1. Qual è l’efficacia dell’MIS per la correzione dell’allu-
del frammento epifisario della testa metatarsale e stabi- ce valgo?
lizzazione della correzione con un singolo filo di K. in 2. Qual è la sicurezza dell’MIS per la correzione dell’al-
posizione paraostale sull’alluce e sul frammento epifisario luce valgo?
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'*(63"

ALLUCE VALGO

  "SUJDPMB[JPOF  "SUJDPMB[JPOF 1B[JFOUFBO[JBOPDPOSJTDIJP "SUSPTJa


  DPOHSVFOUF  JODPOHSVFOUF EJVMDFSB[JPOFCPSTJUF

 $IFWSPO "LJOFSFTF[JPOF
  QSPNJOFO[BNFEJBMF   .*4 "SUSPEFTJ
Artroplastiche

 $IFWSPO   
 "LJO   
     $IFWSPO
     FUËBBWBMVUB[JPOFPTUFPQPSPTJ
    .*4

 $IFWSPOCJQMBOBSF  "OHPMP*.¡ 1SPDFEVSBTVQBSUJNPMMJEJTUBMJ


 4DBSG   "OHPMP"7¡ DPOPTFO[BPTUFPUPNJB
 .*4    QSPTTJNBMFTFNJDJSDPMBSF
4$"3'
   PQQVSF .*4

    1SPDFEVSBTVQBSUJNPMMJEJTUBMJ
   "OHPMP*.ö¡ DPOPTUFPUPNJBQSPTTJNBMF
   "OHPMP"7¡ TFNJDJSDPMBSF
4$"3'
    .*4

oppure

    1SPDFEVSBTVQBSUJNPMMJEJTUBMJ
   "OHPMP*.¡ DPOPTUFPUPNJBQSPTTJNBMF
   "OHPMP"7¡ TFNJDJSDPMBSF

oppure Artrodesi 1a.'


artoplastiche

1aDVOFPNFUBUBSTBMF "SUSPEFTJaDVOFPNFUBUBSTBMF
   NPMUPNPCJMF FQSPDFEVSBTVMMFQBSUJNPMMJEJTUBMJ
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METODI 8. ((keyhole* or key-hole* or ke* hole*) adj3 (surg* or


Dopo una scrupolosa analisi della letteratura disponibile, tech* or procedur* or incision* or correct* or treat*
si è deciso di adottare la linea guida pubblicata nel 2010 or therap* or method*)).tw. (201)
dal National Institute for health and Clinical Excellence 9. mis.tw. (4050)
(NICE) come base scientifica di riferimento, in ragione 10. (percutane* adj3 distal* adj3 metatarsal* adj3 oste-
dell’elevata qualità metodologica. otom*).tw. (4)
Si è quindi effettuato un aggiornamento della ricerca 11. PDO.tw. (198)
bibliografica, allo scopo di includere eventuali studi ri- 12. FLUOROSCOPY/ (10482)
levanti successivi alla pubblicazione del documento di 13. FLUOROSCOP*.tw. (12909)
revisione sistematica. L’aggiornamento è stato realizzato 14. Fluorescen*.tw. (229259)
con la stessa strategia di ricerca e di valutazione adottata 15. fluorophotograph*.tw. (15)
dagli estensori della linea guida NICE nel mese di ottobre 16. photofluoroscop*.tw. (10)
2010. 17. radiofluoroscop*.tw. (7)
Come di prassi è stato effettuato anche l’adattamento 18. micromotor.tw. (48)
della linea guida alla realtà italiana, in particolare per 19. or/5-18 (273385)
quelle parti che si riferiscono al modello organizzativo e 20. hallux valgus/ (2016)
all’applicazione di indicatori. 21. (hallux* adj3 (valgus* or abduct*)).tw. (1681)
Il documento “Interventional procedures programme; In- 22. (metatars* adj3 primus* adj3 varus*).tw. (125)
terventional procedure overview of surgical corretion of 23. bunion*.tw. (517)
hallux valgus using minimal access techniques”, redatto 24. (toe* adj3 (deformit* or malformat*)).tw. (281)
nel luglio 2009, riporta una visione d’insieme sulla si- 25. or/20-24 (2736)
curezza e l’efficacia della procedura mininvasiva per la 26. 19 and 25 (43)
correzione dell’alluce valgo basata su una revisione rapi- 27. animals/ not human/ (3405414)
da della letteratura medica e sull’opinione di specialisti. 28. 26 not 27 (43)
Per l’aggiornamento del documento elaborato dal NICE è 29. limit 28 to yr=“2009 – 2010” (11)
stato costituito un panel composto da esperti di chirurgia 30. from 29 keep 1-11 (11).
del piede e metodologi esperti di elaborazione di linee
guida. Il panel ha definito i criteri da adottare per pro- $SJUFSJEJTFMF[JPOFFTUSVNFOUJQFSMBWBMVUB[JPOF
cedere all’elaborazione della revisione (aggiornamento NFUPEPMPHJDB
della ricerca bibliografica secondo le modalità originaria- La revisione è basata su 755 pazienti (1018 casi) tratti
mente adottate dal NICE), quindi ha effettuato l’analisi cri- da 10 casistiche cliniche riportati nel documento del NICE
tica degli studi selezionati, utilizzando le stesse checklist e (studi pubblicati fino al 2009) e 411 pazienti (436 casi)
schede di valutazione del NICE (v. manuale metodologico estratti da 5 studi (4 casistiche cliniche 12 14 -16 e uno studio
NICE http://www.nice.org.uk/media/5F5/22/The_gui- di coorte comparativo retrospettivo 13 ricavati dalla nostra
delines_manual_2009_-_Chapter_6_Reviewing_the_evi- revisione, anni 2009-2010). Gli studi inclusi nella revisio-
dence.pdf). ne sono stati riepilogati nelle tabelle in allegato (All. 1, 2).

3JDFSDBCJCMJPHSBmDB .FUPEJEJWBMVUB[JPOFEFJSJTVMUBUJEJFGmDBDJBFTJDVSF[[B
Per l’aggiornamento della bibliografia sono state consul- Negli studi inclusi nella revisione i risultati sono stati va-
tate le seguenti banche dati: lutati con la scala AOFAS (American Orthopaedic Foot
t .FEMJOF WFSTJPOF1VC.FE  and Ankle Society) che valuta il dolore, la funzione e l’al-
t &NCBTF WFSTJPOF&NCBTFDPN  lineamento dell’articolazione dell’alluce. Un unico studio
t $PDISBOF-JCSBSZ riporta anche il Foot and Ankle Outcome Score (FAOS),
La strategia di ricerca utilizzata è stata la seguente: un punteggio patient reported che valuta, oltre al dolore
1. osteotomy/ (20180) e alla funzione, la qualità della vita ed è stato sviluppato
2. osteotom*.tw. (17563) attraverso una metodologia rigorosa (Box 1: Le misure di
3. 1 or 2 (25832) risultato patient oriented).
4. percutaneous*.tw. (74076) La correzione della deformità inoltre, viene valutata og-
5. 3 and 4 (203) gettivamente attraverso la misurazione radiografica degli
6. surgical procedures, minimally invasive/ (11954) angoli articolari, confrontando i parametri pre- e post-
7. (mini* adj3 invasive* adj3 (surg* or tech* or proce- operatori (Tab. II).
dur* or incision* or correct* or treat* or therap* or Alcuni autori infine hanno misurato la soddisfazione del
method*)).tw. (15312) paziente per mezzo di questionari validati.
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BOX 1
-FNJTVSFEJSJTVMUBUPpatient oriented

Da alcuni anni è in corso nella comunità scientifica ortopedica un processo di riconsiderazione critica della metodolo-
gia di analisi dei risultati. Un numero crescente di lavori è stato indirizzato alla misura della riproducibilità dei sistemi di
classificazione di più comune impiego in patologia dell’apparato locomotore, mentre altri autori hanno sottolineato la
scarsa considerazione prestata dai clinici ai reali bisogni del paziente non soltanto nel processo diagnostico-terapeuti-
co, ma anche in quello della valutazione degli outcome. Con la diffusione dei concetti di qualità della vita correlata alla
salute e di soddisfazione del paziente è emersa la necessità di individuare degli indicatori del risultato che considerino
la prospettiva del paziente. Si è così assistito all’introduzione di nuovi strumenti di analisi che permettono di raccogliere
il punto di vista del paziente in maniera statisticamente valida, permettendo finalmente di confrontare la prospettiva del
medico e quella del paziente nella misurazione di un risultato e pesare il ruolo diverso giocato da fattori oggettivi e
soggettivi. Dalla metà degli anni Ottanta, numerosi gruppi di ricerca si sono dedicati alla formulazione e alla verifica
della validità di questionari con i quali indagare lo stato di salute generale del paziente e valutarne le modificazioni
in relazione ad una procedura medico-chirurgica e sono oramai ampiamente diffusi una serie di strumenti di analisi.
I questionari possono essere distinti in generici e specifici, a seconda che misurino lo stato di salute generale o quello
riferito a una determinata patologia, a un distretto anatomico o ad una procedura chirurgica.

2VFTUJPOBSJHFOFSJDJ
Lo stato di salute generale può essere stimato con l’impiego di questionari a risposta multipla compilati dal pazien-
te. Questi sistemi di analisi a punti, i più impiegati sono l’EurQoL e l’SF36, permettono una quantificazione dello
stato di salute, e di norma sono costruiti in maniera tale da scomporre il dato generale nei suoi diversi aspetti; in
tal modo è possibile valutare il peso che rivestono ad esempio il dolore o la funzione, o ancora lo stato emotivo o
la vitalità nel definire un concetto complesso come lo stato di salute.

2VFTUJPOBSJQBUPMPHJBTQFDJGJDJ
I questionari cosiddetti “generici” possono essere impiegati per valutare qualsiasi condizione morbosa, ma presen-
tano alcune limitazioni, in particolare nell’analisi di patologie che interessano funzioni particolari. In ortopedia e
traumatologia hanno trovato così spazio anche questionari patologia-specifici, che differiscono dai precedenti per
la maggiore sensibilità nello svelare dettagli propri del singolo quadro patologico. In genere si tratta di questionari
più brevi, che focalizzano i quesiti sui due domini principali dolore e funzione.

2VFTUJPOBSJTFUUPSJBMJPEJTUSFUUVBMJ
Per ovviare ai limiti intrinseci di una misura troppo generica o troppo specifica, diversi gruppi di studio si sono dedi-
cati alla formulazione di questionari che focalizzassero la misura su distretti anatomici piuttosto che su singole pato-
logie o procedure terapeutiche. In tal modo è possibile riassumere in alcune attività peculiari del distretto anatomico
l’esame della funzione e la valutazione della sintomatologia dolorosa che, come noto, rappresentano i cardini della
valutazione soggettiva di una patologia. A favore di una valutazione siffatta è la consistente riduzione del numero di
strumenti di misura patologia-specifici, a tutto vantaggio della standardizzazione dei protocolli di analisi.

Patient reported outcomesFDIJSVSHJBEFMQJFEF


IL punteggio FAOS, integralmente compilato dal paziente, è stato messo a punto per la valutazione della patologia
del piede sulla base di analoghe esperienze in chirurgia del ginocchio (KOOS) e dell’anca (HOOS) ed è stato
scientificamente validato. Consiste di 5 scale (dolore, altri sintomi, funzione nella vita quotidiana, funzione sportiva
e ricreativa, qualità della vita correlata al piede e alla caviglia). La somma delle risposte, alle quali il paziente può
attribuire un valore da 0 a 4, viene normalizzata a 100. Con 100 che identifica l’assenza di sintomi e 0 dolori
insopportabili.
Il punteggio AOFAS è una misura combinata di componenti oggettive e soggettive (dolore, funzione, allineamen-
to) per la misura del risultato nella patologia del piede che prevede la raccolta delle informazioni da parte di un
operatore sanitario. Sebbene la metodologia di base non sia ineccepibile, gode di ampia diffusione in letteratura
per l’autorevolezza dell’ente che lo ha diffuso (l’American Orthopaedic Foot and Ankle Society). Inoltre negli ultimi
anni è stato sottoposto a una serie di analisi che ne hanno confermato la validità, anche per la componente sog-
gettiva. Anche l’AOFAS score è espresso in scala 0-100 (dalla situazione peggiore a quella migliore).
Per approfondimenti vedi http://www.iss.it/promote/
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"HHJPSOBNFOUP dati disponibili per ciascuno studio con particolare riguar-


La revisione verrà aggiornata quando si disporrà di lette- do alle informazioni sull’efficacia clinica e sul profilo di
ratura scientifica di qualità superiore o di prove di effica- sicurezza desunti da ciascuno studio.
cia e/o sicurezza non ancora riportate. In considerazione
del continuo evolvere delle tecnologie in ambito ortopedi-
&GmDBDJB
co, l’aggiornamento del documento è previsto nel 2013.
Correzione dell’angolo articolare dell’alluce
In tutti gli studi la riduzione dell’angolo articolare dell’alluce
RISULTATI è risultata statisticamente significativa (p < 0,05). Analoghi
Di seguito vengono passati in rassegna separatamente miglioramenti sono stati riscontrati relativamente ad altri
e in maniera sintetica i risultati desunti dagli studi indivi- parametri radiografici di risultato (alluce e sesamoidi).
duati. Per ogni parametro esaminato vengono riportati i NICE: la casistica più numerosa, 204 pazienti (301 in-
risultati disponibili (NICE e aggiornamento SIOT). terventi), riporta una riduzione dell’angolo articolare in
Le tabelle riepilogative (Tabb. II, III), riportano in breve i ri- media dai 26° ai 7,5° (p < 0,05) 1.
sultati di efficacia e il grado di soddisfazione dei pazienti SIOT: la casistica più numerosa, 168 pazienti, riporta
per ciascuno studio. una riduzione media postoperatoria dell’angolo articola-
Gli allegati a fine documento (All. 1, 2) riepilogano tutti i re dell’alluce da 28° a 14° (p < 0,0001) 12.

TABELLA II.
&GGJDBDJBSJTVMUBUJEFHMJTUVEJUSBUUJEBMMBMJOFBHVJEB/*$&
1SJNPBVUPSF  HA HA %PMPSFQPTUPQFSBUPSJP (SBEPEJTPEEJTGB[JPOF
BOOPEJQVCCMJDB[JPOF QSFPQ QPTUPQ EFJQB[JFOUJ
FOEJQB[JFOUJ NFEJB%4 NFEJB%4
8FJOCFSHFUBM  ¡œ   ¡œ  /FTTVOEPMPSF   SJMFWB[JPOJSFTF
SBOHF¡ SBOHF¡ %PMPSFEJNJOVJUP  .PMUPTPEE 
%PMPSFBVNFOUBUP  .PETPEE 
/POTPEE 
1FOUJUP 
/FTTVOBSJTQPTUB 
1PSUVMBSJFUBM  /% /% /% .PMUPTPEE
1BS[JBMNFOUFTPEE
-VJFUBM  ¡œ ¡œ "0'"4 4PEEJTGBUUJ 
SBOHF¡ SBOHF¡ œ *OTPEEJTGBUUJ 
4BOOBF3VJV  /% /% /% .PMUPTPEE
1BS[JBMNFOUFTPEE
*OTPEEJTGBUUP
.BHOBOFUBM   ¡œ   ¡œ  "0'"4 /%
SBOHF¡ SBOHF¡  œ 
#PTDI  ¡ ¡ /FTTVOEPMPSFBMGPMPXVQ 4PEEEFMSJTVMUBUPFTUFUJDP
SBOHF¡ SBOHF¡
(JBOOJOJFUBM  /% /% /% 4PEEJTGBUUJ 
*OTPEEJTGBUUJ 
-JOFUBM  ¡œ   ¡œ  "0'"4  TBSFCCFEJTQPTUPBTPUUPQPSTJEJ
SBOHF ¡ SBOHF ¡  œ OVPWPBMMPTUFTTPJOUFSWFOUP
.BGGVMMJFUBM  ¡œ  ¡œ  /% /%
SBOHF¡ SBOHF ¡
,BEBLJBFUBM  ¡ ¡ /% /%
SBOHF¡ SBOHF¡
DPOUJOVB
CHIRURGIA MININVASIVA DELL’ALLUCE VALGO

LINEE GUIDA SIOT

5BC**TFHVF

4UVEJPQSJNPBVUPSF BOOP HA HA %PMPSFQPTUPQFSBUPSJP (SBEPEJTPEEJTGB[JPOF


QVCCMJDB[JPOFFOQB[JFOUJ QSFPQ QPTUPQ QB[JFOUJ
NFEJB%4 NFEJB%4
#BVFSFUBM  ¡ ¡ "0'"4 TPEEPNPMUPTPEE
SBOHF¡ SBOHF¡  
#BVFSFUBM  ¡ ¡ "0'"4 TPEEPNPMUPTPEE
SBOHF¡ SBOHF¡  
4JDMBSJFUBM   ¡  ¡ "0'"4 /%
SBOHF¡ SBOHF   
'MPSFT$BSJMMP  "MMVDFWBMHPHSBEP "MMVDFWBMHPHSBEP /% /%
NPEFSBUP NPEFSBUP
 ¡  ¡
SBOHF  SBOHF

"MMVDFWBMHPHSBEPMJFWF "MMVDFWBMHPHSBEPMJFWF
 ¡  ¡
(SBOHF SBOHF

.BGGVMMJFUBM  ¡œ œ "0'"4 /%


œ
'"04
œ

Riduzione della sintomatologia dolorosa 4JDVSF[[B


NICE: il dolore si è sempre ridotto nel post-operatorio o Recidiva di alluce valgo
è risultato assente, come riporta la casistica di 204 pa- NICE: la maggior percentuale di recidiva (38,5% dei pa-
zienti rispetto al pre-intervento, tranne in un caso in cui il zienti) è stata riferita in uno studio di soli 13 pazienti 10. Il
paziente riferiva un peggioramento della sintomatologia tasso di recidiva più basso è stato riportato in una casisti-
dolorosa. ca di 118 interventi 5 ed è pari allo 0,8%
Il grado di dolore registrato con la scala AOFAS nel post- SIOT: un’unica casistica di 104 interventi ha riportato re-
operatorio varia da un valore medio di 37 ad uno di cidiva nel 3% dei pazienti (angolo M1P1 > 20°) 11.
35,7 (NdR si ricorda che il punteggio massimo è 40 e
indica assenza di dolore). Ipercorrezione
SIOT: la riduzione del dolore dal pre- al post-operatorio è SIOT: una casistica di 82 pazienti ha evidenziato 6 casi
un dato costante. Con la scala AOFAS si registra una ri- di ipercorrezione DMMA < 0 15.
duzione massima che va da 13,5 a 37,4 in una casistica
di 82 pazienti 11. Osteonecrosi
NICE: una casistica di 13 pazienti ha riportato un’inci-
Soddisfazione dei pazienti denza di osteonecrosi post operatoria del 7,7% (1/13)
NICE: il massimo grado di soddisfazione è stato riportato dei pazienti 10.
in una casistica di 83 pazienti, con il 95% dei pazienti SIOT: nessun caso riportato.
soddisfatto del risultato della procedura 3. Il massimo gra-
do di insoddisfazione è stato riportato in una casistica di Alluce varo
37 pazienti, nella quale il 7% non era soddisfatto dell’esi- NICE: uno studio su 204 pazienti (301 interventi) e uno su
to della procedura 7. 83 pazienti (94 interventi) hanno riportato rispettivamente al-
SIOT: solo due studi riportavano il grado di soddisfazio- luce varo post-operatorio nello 0,33% (1/301)1 e nell’1,1%
ne dei pazienti; una casistica di 189 12 e una di 104 (1/94) 3 dei piedi. Nel secondo studio l’alluce varo si è
interventi 11, con una percentuale di pazienti soddisfatti o manifestato un anno dopo l’intervento chirurgico ed è stato
molto soddisfatti rispettivamente dell’87 e dell’89%. trattato con la trasposizione dell’estensore lungo dell’alluce.
GRUPPO DI LAVORO LINEE GUIDA SIOT
100
LINEE GUIDA SIOT

Infezione profonda Fratture corticali


NICE: il tasso più alto è stato riportato in una casistica di SIOT: una casistica di 82 pazienti (104 interventi) ha ri-
64 pazienti (98 piedi), nel quale si è osservata infezione portato lesioni della corticale laterale, 4 casi di M1 e 5 di
profonda dopo l’intervento nel 4,1% (4/98) dei piedi 6. P1 senza necessità di revisione 11.
Nella maggior parte delle casistiche tuttavia il tasso di
infezione profonda è stato inferiore all’1%. Tromboembolismo
NICE: in una casistica di 37 pazienti (54 interventi), 1
Infezione superficiale paziente (2,7%) ha sviluppato una trombosi venosa pro-
NICE: una casistica di 83 pazienti (90 interventi) ha fonda (TVP) 7.
riportato il tasso più alto di infezione superficiale pari SIOT: una casistica di 168 pazienti (189 interventi) ha
all’8,5% 4. Tutti i casi hanno risposto a terapia antibiotica registrato 3 casi di trombosi venosa profonda 12.
standard.
SIOT: in una casistica di 36 pazienti si sono verificati 3 casi 4JOESPNFEPMPSPTBSFHJPOBMFDPNQMFTTB $134
di reazione cutanea intorno al punto di fuoriuscita del filo SIOT: una casistica di 189 interventi ha riportato 5 casi di
di Kirschner; 1 caso di infezione cutanea è risultato positi- sindrome dolorosa regionale 12, un’ulteriore casistica di
vo alla Pasteurella multocida ed è stato trattato con amoxi- 104 interventi ne ha riferiti 2 11.
cillina, solo 1 caso di infezione ha richiesto la rimozione
del filo di kirschner a 4 settimane dall’intervento 15. Metatarsalgia
SIOT: una casistica di 104 interventi ha riferito la com-
Pseudoartrosi/ritardi di consolidazione/ vizi di parsa di metatarsalgia, diciotto mesi dopo l’intervento di
consolidazione alluce valgo isolato, in 2 pazienti 11.
NICE: una casistica di 204 pazienti (301 interventi)
riporta l’1,32% (4/301) dei casi con ritardi di conso-
$POGSPOUPUSBDIJSVSHJBNJOJOWBTJWB
lidazione 1. Una casistica di 13 pazienti, tuttavia non
FDIJSVSHJBUSBEJ[JPOBMF
significativa per rispondere ai quesiti in oggetto poiché
Solo 2 studi. con livello di evidenza 2 e 3, hanno confron-
condotta con tecnica non riferibile ad alcune di quelle
tato la chirurgia mininvasiva (P.D.O. e S.E.R.I) con quella
descritte e standardizzate e di numerosità troppo esi-
tradizionale.
gua per non risentire di una curva di apprendimento,
Il confronto è stato realizzato tra la tecnica mininvasiva
ha riportato che il 7,7% (1/13) dei pazienti ha svilup-
sec. Bosch e S.E.R.I. e quella a cielo aperto sec. Scarf.
pato una pseudoartrosi senza evidenza radiografica di
Sono stati messi a confronto durata dell’intervento e gior-
guarigione a 27 settimane. Lo stesso studio ha riportato
ni di degenza ospedalieri, sono state utilizzate le scale
il 69,2% (9/13) con vizio di consolidazione dorsale po-
AOFAS e FAOS e sono stati misurati l’angolo di valgismo
stoperatorio 10.
e l’angolo intermetatarsale.
SIOT: una casistica di 49 pazienti (59 interventi) ha ripor-
Dal confronto è emerso che la tecnica mininvasiva presen-
tato 2 casi di pseudoartrosi e 2 casi di vizi di consolida-
ta un’efficacia sovrapponibile e una riduzione dei tempi
zione 13. In generale, questa complicanza è riportata con
chirurgici e della degenza. Le caratteristiche dello studio
una incidenza compresa tra 1 e 2%.
e i risultati finali sono riepilogati nella tabella in allegato.
Rigidità articolare postoperatoria
NICE: il tasso più alto è pari a 4,3%, riportato in una VALIDITÀ E GENERALIZZABILITÀ DEGLI STUDI
casistica di 31 pazienti (47 interventi) 8. Si osserva innanzitutto un’estrema eterogeneità tra gli stu-
SIOT: una casistica di 168 pazienti (189 interventi) ha ri- di, sia in termini di tecnica utilizzata (metodo di visualiz-
portato, in 2 pazienti, grave rigidità postoperatoria della zazione, presenza o assenza di mezzi di sintesi, procedu-
prima articolazione MTP che ha richiesto un’artrolisi 12. re post-chirurgiche), sia di valutazione degli outcome.
L’analisi della letteratura offre soltanto studi di modesta
Frattura da stress del secondo metatarsale qualità metodologica (non randomizzati) che non permet-
NICE: Una casistica di 204 pazienti (301 interventi) ha tono la generalizzabilità dei risultati.
riportato che il 2,32% (7/301) dei pazienti hanno svi- Ad eccezione di un unico studio di coorte comparativo15,
luppato una frattura da stress del secondo metatarsale 1. tutti gli studi presentati in questa rassegna sono descrizio-
L’autore ipotizza che alcune di queste fratture si siano ni di serie casistiche. Nella tabella in allegato [all. 3] sono
verificate dopo infrazioni intraoperatorie della corticale state riepilogate le caratteristiche dello studio di coorte
del secondo metatarsale con la sega, inducendolo a in- comparativo e ne è stata valutata la qualità utilizzando le
debolirsi. checklist metodologiche del NICE per gli studi di coorte.
CHIRURGIA MININVASIVA DELL’ALLUCE VALGO
101
LINEE GUIDA SIOT

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI pertanto di considerare la necessaria curva di appren-


Il trattamento dell’alluce valgo, nel rispetto delle indica- dimento nell’avvicinarsi alla metodica e di effettuare un
zioni corrette, è chirurgico e può essere eseguito sia con adeguato percorso di formazione prima di introdurla rou-
metodiche tradizionali a cielo aperto, sia, in caso di indi- tinariamente nella propria pratica clinica.
cazione ad osteotomia metatarsale, con tecniche mininva- Va infine ancora una volta ricordato come né la revisio-
sive. La revisione condotta dal NICE e aggiornata dalla ne originale del NICE né l’aggiornamento effettuato per
SIOT evidenzia infatti come i risultati ottenuti con tecniche questo documento hanno evidenziato studi controllati ran-
mininvasive siano equiparabili a quelli ottenuti con le tec- domizzati sul tema, ma solo serie casistiche. Come noto,
niche chirurgiche a cielo aperto. studi di questo tipo presentano per definizione un livello
In favore delle nuove metodiche mininvasive si registrano di evidenza inferiore; non soltanto il disegno degli studi
la riduzione dei tempi chirurgici e della degenza e, sul favorisce la presenza di fattori di confondimento e poten-
piano anatomico, la minore aggressività sui tessuti molli. ziali distorsioni nei risultati, ma la spiccata eterogeneità fra
L’MIS tuttavia richiede una formazione specifica e, ge- di essi non consente una combinazione quantitativa dei
neralmente, l’impiego di strumentari dedicati. I risultati risultati che avrebbe rafforzato le raccomandazioni. Solo
presentati in questa revisione sono espressione di casisti- studi controllati randomizzati di adeguata potenza statisti-
che raccolte in centri di eccellenza da specialisti esperti e ca, che confrontino direttamente metodiche tradizionali e
possono condurre a sovrastimare l’efficacia e la sicurez- mininvasive utilizzando endpoint rilevanti, permetteranno
za della metodica. Al chirurgo meno esperto si impone di sostenere i potenziali benefici in maniera scientifica.

#JCMJPHSBmB gus correction by the method of Bösch: a new Reverdin-Isham osteotomy. Orthop Traumatol
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GRUPPO DI LAVORO LINEE GUIDA SIOT
102
LINEE GUIDA SIOT

ALLEGATO 1.
4JOUFTJEFMMFFWJEFO[FTVJEBUJSFMBUJWJBMMFGGJDBDJBFBMMBTJDVSF[[BEFMMBUFDOJDBNJOJJOWBTJWBEFMMJOUFSWFOUPEJBMMVDF
WBMHP /*$& 
$BSBUUFSJTUJDIF
%BUJTVMMFGGJDBDJB %BUJTVMMBTJDVSF[[B /PUF
EFMMPTUVEJP
8FJOCFSHFSFUBM  N = 301 Media (SD) Range *OGF[JPOJ    UVUUF /POÒTQFDJGJDBUP
%JTUBO[B *. JOUFSNFUBUBSTBMF QSF      TVQFSGJDJBMJ quando siano
Tipo di studio: serie di casi %JTUBO[B *. JOUFSNFUBUBSTBMF QPTU      'SBUUVSFEBTUSFTTEFM¡ TUBUJDPNQJMBUJJ
1BFTF64" "OHPMPEFMMBMMVDFWBMHP )"  QSF     NFUBUBSTP   questionari sul
1FSJPEPEJDFNCSFEJDFNCSF %FJTDFO[B   HSBEJNFOUPQPTU
"OHPMPEFMMBMMVDFWBMHP )"  QPTU     
 &DDFTTJWBGPSNB[JPOFEJDBMMP operatorio dei
1PTJ[JPOFEFMTFTBNPJEFUJCJBMF 541  QSF     
1PQPMB[JPOFQB[JFOUJ  PTTFP   QB[JFOUJ
1PTJ[JPOFEFMTFTBNPJEFUJCJBMF 541  QPTU     
JOUFSWFOUJ  %JNJOVJUBBSUJDPMBSJUË
&UË BOOJ NFEJB SBOHF &TDVSTJPOFEFMTFTBNPJEFGJCVMBSF '4&       
BOOJ &TDVSTJPOFEFMTFTBNPJEFGJCVMBSF '4&      "MMVDFWBSP  
4FTTP EPOOF   "OHPMPEFMMBSUJDPMB[JPOFQSPTTJNBMF 1"4"  QSF     0-39 3JUBSEPEJDPOTPMJEB[JPOF
5FDOJDBPTUFPUPNJBNFUBUBSTBMF "OHPMPEFMMBSUJDPMB[JPOFQSPTTJNBMF 1"4"  QPTU       
percutanea con controllo "OHPMPEFMMBSUJDPMB[JPOFEJTUBMF %"4"  QSF     'SBUUVSBJOUSBPQFSBUPSJBEFM¡
GMVPSPTDPQJDPFTFO[BGJTTB[JPOF "OHPMPEFMMBSUJDPMB[JPOFEJTUBMF %"4"  QSF      NFUBUBSTP  
JOUFSOB UVUUFSFBMJ[[BUFEBMQSJNP %PMPSFBM¡NFUBUBSTP
BVUPSF *.ÒNJTVSBUBJONNUVUUJHMJBMUSJWBMPSJTPOPJOHSBEJ  
'PMMPXVQ NFTJ NFEJB  -BEJGGFSFO[BUSBMFNJTVSB[JPOJQSFFQPTUÒTJHOJGJDBUJWB Q  Rottura intraoperatoria della fresa:
SBOHFNFTJ   
Cambiamenti postoperatori nell’inclinazione del primo metatarso 0TUFPNJFMJUF 
ö     EPSTJGMFTTJPOF 0TUFPOFDSPTJ 
 B     SFMBUJWBNFOUFJEFOUJDP
ö     GMFTTJPOFQMBOUBSF

Soddisfazione del paziente


  SJMFWB[JPOJSFTF
.PMUPTPEEJTGBUUJ   NPEFSBUBNFOUFTPEEJTGBUUJ   
OPO TPEEJTGBUUJ     QFOUJUP EFMMJOUFSWFOUP     OFTTVOB
SJTQPTUB  

$POTJHMJFSFTUJ RVFTUP JOUFSWFOUP BE BMUSJ  4Ö     OP    


OFTTVOBSJTQPTUB  

1FSMFQFSTPOFDIFBWFWBOPEPMPSFQSJNBEFMMJOUFSWFOUP DPNFEFTDSJWFSFTUJJMMJWFMMPEJ
EPMPSFBEFTTP EPQPMJOUFSWFOUP 4FO[BEPMPSF   EJNJOV[JPOFEFM
EPMPSF   TUFTTPMJWFMMPEJEPMPSF  EPMPSFBVNFOUBUP
  OFTTVOBSJTQPTUB 
CHIRURGIA MININVASIVA DELL’ALLUCE VALGO

LINEE GUIDA SIOT

$BSBUUFSJTUJDIF
%BUJTVMMFGGJDBDJB %BUJTVMMBTJDVSF[[B /PUF
EFMMPTUVEJP
1PSUBMVSJ   Preoperatorio Postoperatorio Correzione "DDJEFOUBMFSJNP[JPOFQSFDPDFEFM *OQJFEJ   TPOP
Media (SD) Media (SD) Media (SD) GJMPEJ,   state effettuate procedure
Tipo di studio: serie di casi *." HSBEJ      *OGF[JPOFTVQFSGJDJBMF BHHJVOUJWFQFSDPSSFHHFSF
1BFTF*UBMJB .51BOHPMP         BMUSFEFGPSNJUË
1FSJPEP HSBEJ SBOHF SBOHF SBOHF *OGF[JPOFQSPGPOEB 
1PQPMB[JPOFQB[JFOUJDPOBMMVDF PASA     %FDVCJUJEBGJMPEJ,
WBMHPTJOUPNBUJDP  
HSBEJ SBOHF (SBOHF
/ QJFEJ *OUPMMFSBO[BBMMFGBTDJBUVSF
4FTBNPJEF
&UË BOOJ NFEJB         
HSBEJ
4FTTP EPOOF  .BMBUUJFEFMMBDJSDPMB[JPOF
5FDOJDBPTUFPUPNJBQFSDVUBOFB 5VUUFMFSJMFWB[JPOJFSBOPTJHOJGJDBUJWFOFMQPTUPQFSBUPSJP JTDIFNJBEFMMBMMVDF 
EJTUBMF #PTDI DPOGMVPSPTDPQJP /FMGPMMPXVQ UVUUJJQB[JFOUJFSBOPBTJOUPNBUJDJBMMBQSJNBSBEJPHSBGJB  
QFSMBWJTVBMJ[[B[JPOFFGJMPEJ, NFOUSFVOBNPEFTUBNFUBUBSTBMHJBÒTUBUBSFHJTUSBUBJOTFHVJUPJO /FDSPTJEFMMBUFTUBEFMQSJNP
per la sintesi QJFEJ  NFUBUBSTP 
'PMMPXVQ NFTJ NFEJB    IBOOPDBSJDBUPTVCJUPEPQPMJOUFSWFOUP JSFTUBOUJFOUSP
4%  HJPSOJEBMMJOUFSWFOUP
5VUUJJDBTJTPOPHJVOUJBDPOTPMJEB[JPOFFOUSPJQSJNJNFTJ
4UBCJMJUËDMJOJDBFEFBNCVMB[JPOFTFO[BBVTJMJTPOPTUBUFSBHHJVOUFFOUSP
HJPSOJJOUVUUJJDBTJ
1MBOUBSJ[[B[JPOF FTBOHPMB[JPOFEFMMPTUFPUPNJB EFMMBUFTUBEFMQSJNP
NFUBUBSTPBMGPMMPXVQ
1MBOUBSJ[[BUP 
/FVUSP 
%PSTJGMFTTP 
5BTTPEJEJTMPDB[JPOFMBUFSBMFœ QPTUPQFSBUPSJP œ
GPMMPXVQ

Soddisfazione del paziente


Paziente Esaminatore
.PMUPTPEEJTGBUUP    
1BS[JBMNFOUFTPEEJTGBUUP    
*OTPEEJTGBUUP    
GRUPPO DI LAVORO LINEE GUIDA SIOT

LINEE GUIDA SIOT

$BSBUUFSJTUJDIF
%BUJTVMMFGGJDBDJB %BUJTVMMBTJDVSF[[B /PUF
EFMMPTUVEJP
-VJFUBM   Preoperatorio Postoperatorio p 3FDJEJWBEJBMMVDFWBMHP
Media (SD) Media (SD) valore   
Tipo di studio: serie di casi "OHPMPEFMMBMMVDFWBMHP     "MMVDFWBSP   BOOP
1BFTF$JOB   EPQPMJOUFSWFOUPFUSBUUBUPDPO
HSBEJ SBOHF SBOHF
1FSJPEP USBTQPTJ[JPOFEFMMFTUFOTPSFMVOHP
*."    
1PQPMB[JPOFQB[JFOUJDPO   EFMMBMMVDF
HSBEJ SBOHF SBOHF
EFGPSNJUËEFMMBMMVDFWBMHPDIF %PMPSFDVUBOFPOFMMBTFEFEFMMB
"OHPMPEFMNFUBUBSTP    
OFDFTTJUBOPEJDPSSF[JPOFDIJSVSHJDB /4 sutura della capsula articolare
EJTUBMF HSBEJ SBOHF SBOHF
/ QJFEJ NFEJBMF   
1PTJ[JPOFEFMTFTBNPJEF    
&UË BOOJ NFEJB SBOHF   3JHJEJUËTJOUPNBUJDB   
HSBEJ SBOHF SBOHF
BOOJ 3PUUVSBEFMMBWJUFQSJNBEFMMB
4FTTP EPOOF 30.EFM¡.+1   SJNP[JPOF  
$SJUFSJEJJODMVTJPOFJODMVTJ HSBEJ SBOHF SBOHF
TPMPQB[JFOUJDPODPSSF[JPOF
Risultati postoperatori "0'"4
NBOVBMFEFM *."FGJTTB[JPOF
%PMPSF TV NFEJB 4%
percutanea
$BQBDJUËGVO[JPOBMF TV NFEJB 4%
5FDOJDBWJTVBMJ[[B[JPOF
"MMJOFBNFOUPEFMMBMMVDFWBMHP TV NFEJB 4%
BSUSPTDPQJDBFTJOUFTJDPOWJUJ
5PUBMF TV NFEJB 4%
'PMMPXVQ NFTJ NFEJB 
SBOHFNFTJ
Soddisfazione del paziente
4PEEJTGBUUJ  
*OTPEEJTGBUUJ   JODMVTJQB[JFOUJDPOSFDJEJWB VOBSJHJEJUËF
VOQB[JFOUFDPOBMMVDFWBSP

$BSBUUFSJTUJDIF
%BUJTVMMFGGJDBDJB %BUJTVMMBTJDVSF[[B /PUF
EFMMPTUVEJP
4BOOBF3VJV   Preoperatorio Postoperatorio Media delle $PNQMJDBO[FOFTTVOB 'PMMPXVQ
Media (SD) Media (SD) correzioni pseudoartrosi o necrosi della testa   EFJQB[JFOUJOPO
Tipo di studio: serie di casi ottenute 3JHJEJUËQFSTJTUFOUF   IBTFHVJUPJMGPMMPXVQ
1BFTF*UBMJB *."    3FDJEJWB   Altre procedure chirurgiche
1FSJPEP HSBEJ SBOHF *OGF[JPOFTVQFSGJDJBMF sono state condotte nel
1PQPMB[JPOFQB[JFOUJ  ¡BOHPMP.+1        EFJDBTJ  
JOUFSWFOUJ HSBEJ SBOHF Pressione dolente dei fili di K.: QFSEFGPSNJUËBNBSUFMMPEFM
&UË BOOJ NFEJB  PASA   3      TFDPOEPEJUP VOBEFGPSNJUË
Sesso: non riportato SBOHF "MMFOUBNFOUPEFJGJMJ BEBSUJHMJPFVOBTJOESPNF
$SJUFSJEJJODMVTJPOFOPOSJQPSUBUJ   EJ$JWJOJOJ.PSUPO
5FDOJDBPTUFPUPNJBEJTUBMFMJOFBSF 1VOUFHHJPEJ(SPVMJFS HSBEPEJWBMHJTNP EPMPSFEFMMFTPTUPTJ NPWJNFOUJ 1FSEJUBEFMGJMPEPQPTFUUJNBOB
QFSDVUBOFB GMVPSPTDPQJBFTJOUFTJ EFMMBMMVDF EPMPSFEFMNFUBUBSTP HSBEPEJWBSJTNPFGVO[JPOF  EBMMJOUFSWFOUP  
con filo di K. &DDFMMFOUF QVOUJ  Parestesia persistente della pelle:
'PMMPXVQ NFTJ NFEJB  #VPOP QVOUJ    
SBOHFNFTJ %JTDSFUP QVOUJ 
4DBSTP QVOUJ 

Soddisfazione del paziente


.PMUPTPEEJTGBUUP
1BS[JBMNFOUFTPEEJTGBUUP
*OTPEEJTGBUUP
CHIRURGIA MININVASIVA DELL’ALLUCE VALGO

LINEE GUIDA SIOT

$BSBUUFSJTUJDIF
%BUJTVMMFGGJDBDJB %BUJTVMMBTJDVSF[[B /PUF
EFMMPTUVEJP
.BHOBOFUBM  Punteggio totale AOFAS del dolore postoperatorio (N = 82) su 40 *OGF[JPOJQSPGPOEFEFMTJUP
36,3 (media), SD 6,2 DIJSVSHJDP    USBUUBUJ
Tipo di studio: serie di casi Punteggio AOFAS del dolore Numero Numero DPOUFSBQJBBOUJCJPUJDBFOEPWFOBF
1BFTF*UBMJB postoperatorio di piedi (%) di pazienti SJTPMUJTJJOTFUUJNBOF
1FSJPEP /FTTVOEPMPSF    *SSJUB[JPOFTVQFSGJDJBMFEFMMBDVUF
1PQPMB[JPOFQB[JFOUJDPOEPMPSF -JFWF PDDBTJPOBMF    BEPQFSBEFMGJMPEJ,
MJFWFNPEFSBUPBMMBMMVDFWBMHP .PEFSBUP      
/ JOUFSWFOUJ  1FSNBOFOUFUPSQPSFEFMMBMMVDF
4FWFSP DPTUBOUF 0 0
&UË BOOJ NFEJB 4%    
BOOJ SBOHFBOOJ $BQBDJUËGVO[JPOBMF / TV  4%  Pseudoartrosi: 0
4FTTPEPOOF 1SPHSFTTJWBSFDJEJWBDPOEPMPSF
$SJUFSJEJJODMVTJPOFBMNFOPBOOJ Allineamento dell’alluce FHSBWFMJNJUB[JPOFOFMMB
EJGPMMPXVQ &DDFMMFOUF QVOUJ QJFEJ  JOQB[JFOUJBMMJOFBNFOUPMJFWF EFBNCVMB[JPOF  
5FDOJDBPTUFPUPNJBEJTUBMF BTJOUPNBUJDP QVOUJ QJFEJ  JOQB[JFOUJSFDJEJWBBMMVDF 3JHJEJUËBSUJDPMBSF  
percutanea con controllo WBMHP QVOUJ QJFEJ   JOQB[JFOUJQVOUFHHJPTVBMMJOFBNFOUP "MMVDFWBSP
fluoroscopico e filo di KK per la UPUBMF  NFEJB 4% 
sintesi
'PMMPXVQ NFTJ NFEJB 4% 1VOUFHHJPUPUBMF"0'"4 TV   NFEJB 4%  SBOHF
  SBOHFNFTJ
Soddisfazione del paziente
  TPEEJTGBUUJF  JOTPEEJTGBUUJ

Preoperatorio Postoperatorio Correzione


Media (SD) Media (SD) Media (SD)
*."       
  
HSBEJ SBOHF SBOHF
)"        
   
HSBEJ SBOHF SBOHF
Angolo articolare
       
NFUBUBSTBMF
SBOHF SBOHF
EJTUBMF HSBEJ
1PTJ[JPOF
      
EFMTFTBNPJEF

/FMQPTUPQFSBUPSJUVUUJ*SJTVMUBUJTPOPTJHOJGJDBUJWBNFOUFEJGGFSFOUJ
Q 
-BEJTMPDB[JPOFQMBOUBSFEFM¡NFUBUBSTPBOHPMB[JPOFQMBOUBSF
 EPSTJGMFTTJPOFEFMMBUFTUB  FOFVUSBMF

GRUPPO DI LAVORO LINEE GUIDA SIOT

LINEE GUIDA SIOT

$BSBUUFSJTUJDIF
%BUJTVMMFGGJDBDJB %BUJTVMMBTJDVSF[[B /PUF
EFMMPTUVEJP
#PTDI  Preoperatorio Postoperatorio *OGF[JPOFQSPGPOEB   QJFEJPSJHJOBSJBNFOUF
Media Media $POTPMJEB[JPOFUBSEJWB  PQFSBUJUSBJM
Tipo di studio: serie di casi "OHPMPBMMVDFWBMHP ¡ SBOHF¡ ¡ SBOHF¡ TFUUJNBOF    1FSTJBMGPMMPXVQ
Paese: Austria "OHPMPNFUBUBSTP ¡ SBOHF¡ ¡ SBOHF¡ 3FTF[JPOFEFMMBOHPMP 
1FSJPEP EPSTPNFEJBMFEFMNFUBUBSTPJO
GPMMPXVQ   BWFWBOFMQSFPQFSBUPSJPMBOHPMPEFMMBMMVDFWBMHP¡ DBTJ
1PQPMB[JPOFQB[JFOUJDPOBMMVDF   GVSPOPTPEEJTGBUUJEFMSJTVMUBUPFTUFUJDPF   3FDJEJWB SFJOUFSWFOUP 
WBMHPEPMPSPTPFQSJNPNFUBUBSTP OPOFCCFSPOFTTVOEPMPSFOFMGPMMPXVQ /FDFTTJUËEJBMMVOHBNFOUPEFM
WBSP UFOEJOFFTUFOTPSFSJDIJFTUP
/ JOUFSWFOUJ  /FTTVODBTPEJBMMVDFWBSP 
&UËBOOJ NFEJB  SBOHF pseudoartrosi o necrosi

4FTTPEPOOF 
$SJUFSJEJJODMVTJPOFOFTTVOMJNJUF
di età
5FDOJDBPTUFPUPNJBEJTUBMF
QFSDVUBOFB #PTDI DPODPOUSPMMP
fluoroscopico e sintesi con filo di K.
'PMMPXVQ BOOJ NFTJ NFEJB

$BSBUUFSJTUJDIF
%BUJTVMMFGGJDBDJB %BUJTVMMBTJDVSF[[B /PUF
EFMMPTUVEJP
(JBOOJOJFUBM  1VOUFHHJP"0'"4 TV  /FTTVOB DPNQMJDBO[B HSBWF FT
.FEJBQVOUJ OFDSPTJPQTFVEPBSUSPTJ
Tipo di studio: serie di casi &DDFMMFOUF   *OGJBNNB[JPOF DVUBOFB BUUPSOP BM
1BFTF*UBMJB #VPOP   GJMPEJ,  
1FSJPEP/3 %JTDSFUP   5SPNCPTJ WFOPTB QSPGPOEB  
1PQPMB[JPOFQB[JFOUJDPOEFGPSNJUË 4DBSTP   
SJEVDJCJMF MJFWF P NPEFSBUB .FUBUBSTBMHJB  
DPO BOHPMP  ¡ F BOHPMP $POTPMJEB[JPOFSBEJPHSBGJDBJOUVUUJJDBTJEPQPVOBNFEJBEJNFTJ
JOUFSNFUBUBSTBMF¡
/ JOUFSWFOUJ  Cambiamenti postoperatori nell’inclinazione del primo metatarsso
&UË  BOOJ NFEJB  SBOHF ö     EPSTJGMFTTJPOF
BOOJ  B     SFMBUJWBNFOUFJEFOUJDP
4FTTPEPOOF ö     GMFTTJPOFQMBOUBSF
$SJUFSJ EJ FTDMVTJPOF QB[JFOUJ
DPO FUË   BOOJ  *." DPO Soddisfazione del paziente
BOHPMP  ¡  HSBWF BSUSPTJ    TPEEJTGBUUJ
EFMMBSUJDPMB[JPOF NFUBUBSTBMF P    OPOTPEEJTGBUUJ
NFUBUBSTPGMBOHFBFHSBWFJOTUBCJMJUË
EFMMBSUJDPMB[JPOFDVOFPNFUBUBSTBMF
PNFUBUBSTPGBMBOHFB
5FDOJDBPTUFPUPNJB4&3*
'PMMPXVQNFTJ NFEJB SBOHF
NFTJ

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