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IL RAGAZZO DEL RISCIO’, LAO SHE

Lao She scrive uno dei capolavori della narrativa cinese del Novecento raccontando la parabola di un uomo
comune e sfortunato nella Pechino degli anni Trenta (una Pechino tradizionale e conservatrice), una storia
di determinazione e disperazione, ambizioni e sogni spezzati. Il protagonista è Xiangzi, ragazzo nato e
cresciuto in campagna, in un villaggio a Nord della Cina, infaticabile, di poche parole che si trasferisce a
Pechino a diciott’anni, dopo la morte dei genitori (nei primi anni Trenta) qui svolge tanti diversi mestieri in
cerca di fortuna, quella che è scritta anche nel suo nome (Xiangzi significa “ragazzo fortunato”).

Luotuo Xiangzi, letteralmente Cammello Fortunato (un soprannome che si è conquistato dopo la fuga dalla
prigionia militare, avendo sottratto alcuni cammelli ai soldati) è un quisque de populo, che quando si
trasferisce a Pechino in cerca di fortuna porta con sé nel proprio bagaglio tanta ignoranza e povertà, ma
anche l’onestà, la dedizione al lavoro e l’ingenuità che contraddistinguono i proletari, gli appartenenti alle
classi più disagiate, coloro che vivono ai margini. Il fuoco che arde nel suo animo, è solo la voglia di riscatto
e il desiderio di oltrepassare i confini che delimitano il proprio umile stato. L’acquisto di un risciò come
mezzo per conquistare un’indipendenza economica è solo un’illusione e dal momento della requisizione del
veicolo inizia la sua degradazione morale. Quelli che in principio erano intenti propulsivi, si trasformano nel
corso del tempo in un’ossessione distruttiva e per il tiratore di risciò la sconfitta interiore sarà inevitabile.
Ogni volta che la vittoria sembra a portata di mano, Xiangzi cade, si rialza, ma cade ancora, ripetutamente,
sempre più in basso, fino a doversi arrendere al destino che sembra accanirsi contro di lui. La sua forza e la
sua determinazione non bastano per affermarsi in una società in cui, nonostante la sua volontà e il suo
impegno, non riesce a trovare il posto che vorrebbe. Diventa vittima della società in cui vive che non gli
consente il riscatto tanto agognato. Può essere definita una “parabola del desiderio” il dramma del
protagonista è quello dell’individuo che aspira ad essere un homo economicus, ma che non ha le
competenze morali e le possibilità economiche per farlo. Tema della bancarotta economica indotta da una
crisi identitaria e valoriale, bancarotta come causa e al contempo epilogo di un desiderio smodato.

Nella metropoli ben presto si rende conto che il modo più facile per mettere da parte del denaro è tirare un
risciò, diventa tiratore di risciò; con il risciò percorre senza sosta le vie della città, convinto di correre verso
un futuro migliore, ma finendo per ritrovarsi nella più cupa disperazione. Per qualche anno lavora
prendendolo a nolo, ma con il sudore della fronte e molti sacrifici riesce a racimolare cento yuan per
comprarne uno nuovo tutto suo, l’unico modo per raggiungere finalmente quell’indipendenza economica
tanto agognata, quanto effimera. Quel giorno, superata la porta Xizhi e arrivato al ponte Gaoliang, viene
bloccato da un manipolo di soldati che gli requisiscono tutto. Decise di scappare portando con se tre
cammelli che riuscì a vendere in città per 35 yuan.  questo episodio gli costerà il nomignolo “Cammello”
per aver recuperato e venduto tre cammelli senza padrone. Fuggito dalla prigionia a cui era stato ridotto
dai militari, torna in città e si sistema nel dormitorio annesso alla rimessa dell’Umana Armonia, di mastro
Liu il Quarto e sua figlia Huniu, la signorina-tigre, tutt’altro che graziosa (zia Gao dice che somiglia a una
grande pagoda nera). Xiangzi ha perso tutto e deve ricominciare da capo. Riprende a tirare il risciò, prima
noleggiandone uno dalla rimessa e poi con ingaggi a mesata. Lavora nella residenza degli Yang e poi presso
il signor Cao, docente universitario, socialista e membro di un partito d’opposizione, ricercato dalla polizia
segreta a seguito della delazione di Ruan Ming, un suo studente, al quartier generale del Partito
nazionalista. Dal giorno in cui Huniu gli comunica di essere incinta, dopo una notte di passione trascorsa
insieme, il corso della sua esistenza inizia a cambiare. Contro la volontà di mastro Liu, Xiangzi e Huniu si
sposano. *Il rapporto con Hu Niu permette all’autore di parlare del tema amoroso: la loro non è una
relazione d’amore: Xiangzi sposa Hu Niu perché lei simula una gravidanza. Dopo il matrimonio la donna
dona il proprio denaro al marito perché si compri un risciò, ma il suo non è un gesto di generosità, bensì
atto ad aumentare il suo dominio sul marito che diventa uomo-oggetto. Dopo il matrimonio, il suocero
Liusiye aveva venduto parte dei risciò e ceduto ciò che rimaneva ad un altro padrone, lasciando la coppia in
miseria. (In realtà Xiangzi è innamorato di Xiaofuzi, la bella e gentile figlia di Er Qiangzi, un altro tiratore di
risciò) Per sfamare i fratellini XiaoFuzi decide di vendere il proprio corpo nelle camere che Huniu le affittava,
erano diventate amiche. Hu Niu muore di parto dando alla luce un bambino anche lui morto *IRONIA di
Lao She: dopo la morte della moglie e del bambino l’atteggiamento di Xiangzi nei confronti della vita
cambia: se prima era un uomo di poco parole, ora non lo è più, spende il denaro in fumo e liquori. E’ come
se si arrendesse: senza alcuno scopo rinuncia anche alla possibilità di scoprire l’amore e manca di salvare la
figlia del vicino XiaoFuzi dal destino della prostituzione: Fu Zi precipitò nella disperazione e i suicidò. Xiangzi
ne rimase scioccato: diventò un tiratore di seconda categoria, correva lento, viveva alla giornata. Complice
una società malata, dove i valori cedono a corruzione, prevaricazioni e ingiustizie (il povero ragazzo subisce
i soprusi della polizia segreta), dove il destino si accanisce con vicende dolorose, come la morte di Huniu e
di Piccola Fuzi. E tutto per un risciò, miraggio di una nuova vita. La discesa agli inferi raggiunge il culmine
quando Xiangzi, accecato ormai solo dal denaro, vende Ruan Ming per sessanta yuan. Sullo sfondo di
questo misero avvilimento morale, la Pechino degli anni ’30, indebolita, come tutto il pase, dalla guerra
civile tra i nazionalisti di Chiang Kai-Shek e l’Armata rossa di Mao Zedong, dalla minaccia dei signori della
guerra, con l’invasione giapponese alle porte e l’imminente inizio di otto lunghi anni di guerra. Una Cina
fortemente indebolita e in preda al caos. Il contesto storico non risulta affatto invadente e non intacca il
nucleo dell’opera, incentrato sulle esistenze di poveri disgraziati, diseredati, padroni solo della propria forza
lavoro, costretti dalla miseria anche alla prostituzione, come Piccola Fuzi.

Paragrafo conclusivo: “Rispettabile, ambizioso, pieno di sogni, egoista, individualista, vigoroso, possente:
Xiangzi! Ormai non sapeva più quanti cortei funebri aveva accompagnato ma non sapeva neppure quando
e dove sarebbe stato sepolto lui, in quale terra sarebbe finito questo degenerato, egoista, sfortunato
prodotto di una società malata, spettro disperato dell’individualismo.”

Lao She SDOPPIA IL PERSONAGGIO in XIANGZI e CAMMELLO XIANGZI il primo è una persona serena che
possiede un risciò e gode di una certa stabilità economica VS il secondo nasce nel momento in cui Xiangzi
ruba i cammelli al plotone dell’esercito che gli aveva illegalmente confiscato il risciò. Scelta di
soprannominarlo “cammello”, perché: lui e il cammello condividono caratteristiche come la resistenza alla
fatica, parsimonia, capacità di compiere lunghi tragitti. Il “cammello” allude anche all’illusione e cecità
umana bestia da soma e mezzo di trasporto che soccombe al suo destino senza ribellarsi. L’autore non
condanna il desiderio individuale di arricchirsi, ma la mancanza di un equilibrio tra ambizione e totale
abnegazione, sublimazione dell’io e perdita completa dell’io nella follia.

Attraverso il personaggio di Xianzi e tutto ciò che ruota attorno alla storia l’autore riesce a descrivere anche
la società cinese del tempo effettuando una CRITICA alla situazione culturale e politica della Cina degli anni
’30, può essere considerata un’allegoria della RPC mette in primo piano l’ingiustizia e l’oppressione che
governano la società di questi anni, società in cui i tiratori di risciò sono esempio di oppressione e
sfruttamento. L’opera mette in luce come il popolo cinese venisse sottomesso dalle forze imperiali,
ingannato dalle false promesse della modernizzazione e tradito dal governo corrotto.

Ogni personaggio del romanzo è descritto in maniera diversa; Lao She mette in risalto una particolare
caratteristica che li distingue dagli altri, ognuno di loro simboleggia aspetti positivi e negativi.

- CAO: signore presso cui X. Lavorarava. Rappresenta il saggio e le virtù confuciane.


- LIU: proprietario della rimessa presso cui lavorava X. Prima di comprare il risciò, rappresenta la
vecchia Cina con a cuore la sua reputazione.
- HUNIU: donna emancipata, forte, furba, aggressiva
- XIAOFUZI: per la povertà è costretta a prostituirsi.

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