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Musica

Georg Friedrich Häendel è uno dei compositori più


rappresentativi del periodo barocco.

Häendel nasce nel 1685 (lo stesso anno di Bach) ad Halle, in


Germania; fin da piccolo dimostra un precoce talento musicale,
tanto che a soli 12 anni è assistente organista presso il duomo
della sua città.

Nel 1711 Häendel si trasferisce a Londra (dove passerà il resto


della sua vita)

La sua fama è rimasta legata soprattutto agli oratori, le cui storie


sono tratte dalla Bibbia. Haendel scelse libretti in lingua inglese,
più comprensibili agli spettatori comuni, rispetto alle vicende
mitologiche o storiche conosciute soltanto dalle persone colte.
Caratteristico l’uso frequente del coro, che rispondeva bene al
gusto tradizionale inglese.

Tra gli oratori, il capolavoro è il Messiah. Famoso è il suo Alleluja


che tutti conoscono.

Georg Friedrich Häendel è sepolto nell’Abbazia di Westminster,


tra i grandi d’Inghilterra.

Perché Häendel nella tesina del calcio?

Quando la mia insegnante di musica, mi ha consigliato questo


musicista come collegamento nella mia tesina, non immaginavo
che il brano eseguito prima di importanti partite di calcio, fosse
tratto da una sua composizione.
Champions League è l'inno ufficiale della UEFA Champions
League, la principale competizione calcistica dell'Europa e nel suo
genere la più seguita nel mondo. La “musichetta” che in tanti
sognano e che tanti tifosi fa sognare, divenuta ormai la colonna
sonora del calcio che conta.

Il pezzo, venne composto da Tony Britten (compositore


inglese) nel 1992 ed è basato, (per usare un termine della musica
pop “re-mixato”), sull'inno di incoronazione Zadok the Priest (che
viene cantato ad ogni incoronazione di sovrano) del sopra
citato Georg Friedrich Händel.

La sua esecuzione è affidata ad un coro accompagnato da


un’orchestra. Il testo è costituito da frasi e parole
in inglese, tedesco e francese, le tre lingue ufficiali dell'UEFA
(Union of European Football Associations).

Ogni volta che lo sento mi emoziono e immagino l’ansia e ciò che


possono provare i calciatori in campo. È la “musichetta” che ogni
calciatore, almeno una volta nella vita, sogna di sentir risuonare.
Quando guardo le partite senza volere mi ritrovo a urlare a
squarciagola quel “the champioooons” che ha reso così mitico
l’inno della Champions League.

Quello è il momento in cui capisci che lo spettacolo sta per


iniziare: i giocatori, allineati e serissimi, lo ascoltano con la
compostezza e la concentrazione tipiche del grande evento, come
soldati pronti a sferrare l’attacco decisivo; alzo il volume del
televisore al massimo. Scende anche qualche lacrima: ai più
emotivi succede. Per non parlare della carica che riesce a dare un
inno del genere, “inimitabile”.

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