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Cianciafara Gianluca Matr.

n° 205965 26/08/20

LEGA ANSEATICA: NASCITA DI UN FENOMENO CHE


RESISTE ANCORA OGGI

Il termine Hansa (da cui l’italiano “Anseatica”), che in tedesco antico significa
“raggruppamento, schiera”, indica l’unione dei mercanti tedeschi, propensi al
commercio estero, finalizzata alla difesa e alla promozione dei propri interessi
comuni. In questo senso la parola Hansa venne usata nella prima metà del XII secolo
in alcuni documenti inglesi, e di mercatores hansati si parla a Parigi nel 1204.
In questa unione di mercanti all’estero bisogna vedere una delle caratteristiche
fondamentali, ovvero il nucleo primitivo della Hansa. In questa sua forma iniziale
l’associazione non è puramente tedesca, come la Società dei mercanti di Lombardia
e Toscana con sede in Francia. Tuttavia, la Hansa verrà a coincidere con la società
dei mercanti della bassa Germania, nota come Lega Anseatica (o Teutonica). La sua
peculiarità, che la differenzia da altre corporazioni esistenti dell’epoca, consiste nel
carattere permanente che assume, nell’ampiezza del territorio su cui si estende la
sua azione e nella forte solidarietà tra i mercanti della bassa Germania all’estero,
che finirà per causare l’unione delle varie città da cui essi provengono.
Le leghe cittadine hanno rappresentato nel XIV secolo una valida alternativa allo
strapotere dei principati territoriali. In particolare, nell’area germanica, con
l’istituzione di due leghe urbane: una in Vestfalia e l’altra in Bassa Sassonia. L’unione
di queste due leghe portò alla nascita di un’associazione delle città vestfaliche con a
capo Dortmund. Già questo tipo di leghe si pose come obiettivo il mantenimento
della sicurezza delle strade e la libertà del commercio. Infatti, la nascita prima della
lega sassone e poi della lega vendica, scaturita da un accordo nel 1241 tra Amburgo
e Lubecca per proteggere le rispettive vie di comunicazione, in particolare dal
fenomeno del brigantaggio, hanno comportato la base da cui si rileva l’origine della
ben più famosa lega anseatica, la quale è nata come federazione di associazioni
mercantili, a cui sono seguite le prime leghe mercantili sulla base di un comune
interesse dei mercanti all’estero. In seguito, nacquero la prima filiale della Deutsche
Hanse a Londra e altre associazioni di mercanti tedeschi, le quali firmarono nel 1161
un accordo di pace con i mercanti di Gotland e i mercanti di Lubecca con l’ausilio del
duca Enrico il Leone, in modo da espandere i loro affari da Lubecca in Scandinavia e
Russia, raggruppandosi in una sorta di Hansa generale.
All'inizio, datato all’incirca attorno alla metà del XII secolo, in concomitanza con la
fondazione della città di Lubecca, furono stipulati degli accordi tra alcuni grandi
commercianti che si misero insieme per avere più forza e coesione nella protezione
delle vie commerciali contro i pirati e per ottenere condizioni più vantaggiose nelle
città dove contrattavano le loro merci. L'area nella quale operavano questi
commercianti era soprattutto quella del Mar Baltico, ma anche il
fiume Reno (Colonia fu, fin dall'inizio, un centro di questa associazione di
commercianti), e addirittura Londra.

La nascita della lega anseatica non è databile con certezza. Non vi sono molti
documenti che fanno riferimento all’alleanza o alla lega prima del XIV secolo, ma
una delle prime prove che ci permette di valutare quanto i mercanti arrivarono a
diventare influenti nell’area è l‘accordo stipulato tra Enrico II d’Inghilterra e i
mercanti di Colonia nel 1157, che permise ai negozianti di ottenere esenzioni e
diritti commerciali: in altre parole il libero commercio.
Pian piano i mercanti tedeschi allargarono la loro rete instaurando sedi dell’alleanza
non solo nei territori del Mare del Nord, ma anche in quelli del Mar Baltico dove i
mercati iniziavano a farsi interessanti per via dei beni disponibili come le aringhe e le
pellicce.

Come espansione di questa associazione mercantile, nacque la lega anseatica che si


estende dallo Zuiderzee al golfo di Finlandia e dal Baltico alla Turingia e conta da
settanta a duecento città, numero che varia a seconda di chi si considera membro
della lega: le città che partecipano all’organizzazione cittadina attraverso le diete
generali oppure le città i cui mercanti erano ammessi all’estero a godere dei privilegi
anseatici.
Nata con l’obiettivo di intervenire in difesa degli interessi delle città associate e per
contrastare la concorrenza dei poteri principeschi nel mar Baltico, il consolidamento
come coalizione cittadina divenne automatico. Lo strumento più utilizzato, in tal
senso, per bloccare l’offensiva statale era il blocco commerciale. Diversi blocchi
commerciali sono stati applicati, come ad esempio l’accordo con i cavalieri teutonici
per il blocco commerciale verso Novgorod, il blocco commerciale verso Bruges (il
quale non durò a lungo per via della potenza economica della città fiamminga), il
blocco commerciale verso la Norvegia e soprattutto l’embargo commerciale contro
le Fiandre, dove ci fu uno scontro interno con le città prussiane che mise a dura
prova l’unanimità della lega, poi risolto tramite una deroga al blocco a favore di
quest’ultime.
Nonostante le difficoltà interne, la lega anseatica riuscì a diventare una potenza
economica di primo piano tramite una politica di prestiti con i maggiori regni
europei e con la monarchia inglese. In particolare, Edoardo III, salito al trono grazie
al contributo finanziario degli anseatici, sfruttò tali prestiti per finanziare le ostilità
contro la Francia durante la Guerra dei cent’anni. Così facendo, la lega assunse il
monopolio del traffico commerciale tra l’Est e l’Ovest dell’Europa settentrionale,
attraverso la tratta Novgorod-Londra.

Lubecca, con l’ascesa della lega anseatica, divenne il crocevia delle rotte
commerciali dopo il declino di Visby. Il passaggio di consegne fu accompagnato da
diversi conflitti ma divenne obbligato dopo la manifestata superiorità di Lubecca dal
punto di vista economico e commerciale rispetto a Visby. Da Lubecca passarono i
prodotti provenienti dal Baltico, dalla Russia e dai Paesi Scandinavi e dall’Occidente.
L’abilità di instaurare buone relazioni con le città vicine e la posizione geografica
favorevole misero Lubecca in una condizione privilegiata rispetto ad altre città
concorrenti.
Lubecca fu fondata nel 1143 dal conte Adolfo II per rilanciare il commercio sul
Baltico. Successivamente fu distrutta da un incendio, ma ricostruita subito dopo,
ottenne dei benefici importanti: il primo fu il diritto di autogoverno concesso da
Federico I Barbarossa e rimosso senza successo da Enrico il Leone. Il nipote di
Federico I, Federico II, introdusse un secondo privilegio che elevava Lubecca al rango
di città libera ed estendeva lo stesso diritto ad altre città associate. Fu invece grazie
al duca Enrico il Leone che Lubecca seppe riprendersi repentinamente in seguito al
rovinoso incendio. Tra il 1158 e 1159 egli rifondò la città distrutta, facendola
prosperare con acute strategie commerciali e politiche come la libertà di transito e
di accesso ai mercanti danesi, svedesi e norvegesi, la coniazione di una nuova
moneta, l’instaurazione di una dogana cittadina e la concessione territoriale a titolo
gratuito per ogni mercante che vi fosse trasferito lì.
Lo sviluppo delle città che, nel '200 e nel '300, divennero sempre più importanti e
potenti, cambiò, un po' alla volta, il carattere della Lega Anseatica. Nel 1356 fu
convocato il primo "parlamento" della Hanse, il cosiddetto Hansetag (dieta della
Lega Anseatica). Delegati provenienti da quasi tutte le città della Lega si riunirono a
Lubecca per discutere dei problemi derivanti dal commercio con le Fiandre. Questa
prima dieta è ritenuta come la fondazione della "Lega delle città". Da qui e per più di
300 anni, fino al 1669, furono regolarmente convocate queste riunioni, che
decidevano non a maggioranza, ma all'unanimità, dato che le risoluzioni prese
dovevano, in ogni caso, essere ratificate dai rispettivi consigli comunali. Per questo
quasi nessuna decisione fu ratificata da tutte le città partecipanti. La Lega dovette
quindi lasciare questa libertà poiché le varie città si trovavano in regioni e in contesti
politici e sociali tra loro troppo differenti.

La lega anseatica, oltre ad operare nelle città marittime tra cui Amburgo e Lubecca,
deteneva una rete commerciale che si sviluppava nell’area dell’Europa centro-
orientale, delle rotte del Baltico e del Mare del Nord. Inoltre, nonostante la
denominazione Deutsche Hanse può far pensare ad una associazione
esclusivamente tedesca, la partecipazione alla lega comprendeva, oltre le città
tedesche, anche città dei Paesi Bassi, città prussiane e polacche, soggette all’Ordine
dei cavalieri teutonici di cui il gran maestro era membro della Lega anseatica e città
dei paesi baltici e della Svezia.
La lega anseatica operava attraverso uffici commerciali, situati a Londra, Novgorod,
Bergen e Bruges. In più ne erano presenti altri di minor dimensione in tutta Europa,
dalla Francia al golfo di Finlandia. In questo modo si creò una fitta rete di mercanti
delle città anseatiche che raggiunse, tra il XIII e XIV secolo, notevoli dimensioni che
portarono a una “internazionalizzazione” del commercio.

La lega anseatica, durante il suo processo di espansione e consolidamento, ha


affrontato numerosi nemici sia a livello economico, sia a livello politico.
Quest’ultimo, in particolare, fa riferimento ai poteri principeschi localizzati nel Sacro
Romano Impero, al quale era affidata la colonizzazione dell’area centro-orientale
dell’Europa nonostante i privilegi imperiali posseduti dalle città anseatiche, perché
queste erano quasi tutte situate all’interno del territorio imperiale. Proprio la stessa
coalizione intercittadina venne messa a dura prova dalla volontà di rivalsa dei
principi territoriali della Germania settentrionale e Lubecca vide in crisi il suo ruolo
di leader della Deutsche Hanse.
Nel XIII secolo il conte di Holstein e il duca di Meclemburgo vollero riappropriarsi
delle città di Lubecca, Wismar e Rostock, resesi quasi indipendenti. I due nobili si
rivolsero al re Eric VI di Danimarca che voleva espandersi proprio in quella zona. Il re
danese si appropriò velocemente dell’area a est dell’Elba, tranne Lubecca. Tuttavia,
in difficoltà ad affrontare i nemici vicini, la città si vide costretta a chiedere aiuto al
re di Danimarca, il quale risolse i conflitti vicini a costo però di una sua forte
presenza nella città. A conferma di ciò, Lubecca non partecipò al tentativo di rivolta
delle città vendiche contro l’autorità danese per paura di possibili ritorsioni,
attirandosi le critiche delle altre città, le quali la reputarono non degna del suo ruolo
di leader.

I regni, come quello del Sacro Romano Impero, non vedevano la lega come una
minaccia e in realtà tendevano a collaborare. Le città libere, amministrativamente
autonome, erano considerate come alleanze convenienti per l’impero.

Ad un certo punto però furono altri a combattere la lega come il regno di Danimarca
e il nascente regno olandese, ma sono all’inizio del XV secolo. Mentre le uniche
minacce che questa si vedeva rivolte, prima del XV secolo, arrivavano dai corsari del
mare: i Vitalienbrüder, capeggiati dal famoso pirata Klaus Störtebeker.
In principio questa compagnia si batté per il ritorno di Alberto III di Meclemburgo al
trono di Svezia, ingaggiando scontri navali con i Danesi. Successivamente si misero in
proprio, diventando dei corsari al pari dei pirati dei Caraibi. La lega, dilaniata dai
continui saccheggi che puntualmente subiva, creò una propria flotta militare per
scortare i più importanti carichi nelle acque baltiche, dando vita a un processo di
militarizzazione.

Come fanno i migliori mercanti, i commercianti seppero risollevarsi dalle disgrazie in


cui ricadevano. Dato che le rotte marittime furono bloccate dai pirati, questo rese
necessario individuare percorsi alternativi per adempiere alle commissioni. Vennero
quindi intraprese rotte terrestri laddove era rischioso perdere il carico in mare,
come per le rotte del Mediterraneo e per Venezia. I mercanti tedeschi sfruttarono il
Passo del Brennero per poter raggiungere la ricca città, di cui si diceva: “Quel popolo
non ara la terra e non semina, eppure è il più ricco del mondo”

I seri problemi con i corsari iniziarono quando questi attaccarono la regione di


Gotland, nel 1394, nel tentativo di insediarsi permanentemente, con l’obiettivo di
esercitare il controllo sul Baltico diventando una potenza marittima. Presa Gotland,
ottennero anche la città commerciale di Visby, un nodo cruciale per le rotte della
lega.

Con Visby come covo, i Vitalienbrüder riuscirono a colpire più velocemente rispetto
al passato; divenuti più aggressivi, i pirati stavano mettendo in ginocchio tutto
quello che i mercanti avevano creato con fatica, ma fortunatamente quest’ultimi
avevano alleati che covavano lo stesso rancore. L’ordine Teutonico, detto anche “la
spada dell’Hansa”, attaccò i corsari a Visby nel 1398 e sulla terra ferma i cavalieri
crociati sconfissero i famigerati pirati, ma alcuni riuscirono a fuggire.
Dopo la sconfitta le acque del Baltico erano diventate troppo pericolose per i pirati e
per questo si insediarono verso le coste della Germania, in prossimità di Amburgo.
La battaglia appena conclusa aveva nettamente indebolito le file dei corsari, ma
questi trassero nuova linfa dall’alleanza con i Frisoni, anch’essi pirati, ma di origine
tedesca e olandese.

Per rispondere alla nuova minaccia, la città anseatica di Lubecca nel 1400 organizzò
una flotta e da Amburgo attaccò i capi frisoni che ospitavano i Vitalienbrüder e
abbatté le loro fortezze. Anche in questa occasione i pirati riuscirono a scappare, ma
nell’anno seguente furono sconfitti definitivamente e i loro capi catturati e
giustiziati.

La fama di questi corsari è ancora oggi immutata perché il termine Vitalienbrüder da


quel momento in poi venne utilizzato per indicare ogni tipo di pirata nordico.

Quando salì al potere il re Valdemaro IV, egli attuò una serie di politiche di
accentramento finanziario e politico che portarono allo scontro con le città
anseatiche. Dopo l’invasione di Visby del 1360, la lega rispose con una strategia di
alleanze militari che riuscì a sconfiggere il re danese.
Nel frattempo, durante un’assemblea generale della Lega anseatica a Colonia, si
stipulò un patto denominato Confederazione di Colonia. Questa alleanza militare
coinvolse tantissime realtà: dal golfo di Finlandia al regno di Svezia, dal
Meclemburgo al Holstein. L’obiettivo era di formare una grande coalizione contro il
regno di Danimarca.
Successivamente nel 1370 ci fu un’altra guerra contro Valdemaro IV, la seconda
guerra danese, che sancì il trionfo della lega anseatica. Di conseguenza, la lega
ottenne la conferma dei vecchi benefici, totale libertà di commercio con abolizione
dei tassi d’imposta, acquisizione delle piazzeforti del Sund per 15 anni. Ma cosa più
importante il diritto di eleggere il successore al trono di Danimarca, garantendosi
così un importante ruolo politico nell’area. Infatti, la disputa per la successione al
trono terminò con la scelta discutibile della lega di eleggere il nipote di Valdemaro, a
discapito del candidato sostenuto dalla Svezia e dal Meclemburgo, che portò alla
riappacificazione con il regno di Norvegia e soprattutto alla conferma dei privilegi
commerciali della lega anseatica.
Nel 1426 la lega si trovò a fronteggiare l’Unione di Kalmar formata dai regni di
Norvegia, Svezia e Danimarca che stava favorendo l’affermarsi di nuovi mercanti
dall’Olanda. Il Re danese, Eric, aprì le rotte commerciali a questi mercanti e
introdusse una nuova tassa che gravava sulle navi straniere che attraversavano
l’Øresund. La lega, dopo diverse vittorie militari, si sentiva molto orgogliosa e pronta
ad ingaggiare nuovamente battaglia per la difesa dei suoi interessi. Pertanto,
Lubecca, Amburgo e altre quattro città dell’Hansa dichiararono guerra all’unione;
bloccarono i porti scandinavi e si allearono con i nemici di questa, tra cui Enrico IV,
conte di Holstein.
Il conflitto si sovrappose con altri di simile natura e la lega, in inferiorità numerica,
cedette il passo, affaticata e sprovvista dei numeri per poter proteggere le rotte e
sostenere la guerra. Nel 1435 venne fissata la pace, ma al prezzo di nuovi pedaggi e
di un nuovo concorrente nelle sue acque.
Un altro scontro cruciale fu quello intrapreso nel 1438 e terminato nel 1441 contro
l’emergente fazione olandese, che al tempo erano i Paesi Bassi borgognoni, un
agglomerato di feudi franco - tedeschi.

La seconda guerra danese, nonostante il trionfo della lega anseatica, aveva


evidenziato in modo chiaro i limiti strutturali di tale associazione; prima di tutto le
divergenze d’opinione, manifestatasi attraverso interessi differenti che vennero
fuori nei momenti di grande difficoltà. Inoltre, l’organismo dell’Hansetag,
l’assemblea generale delle principali città, necessitava un rafforzamento dei legami
politici: poiché aveva il compito di decidere sugli affari più rilevanti che incidevano
sull’esistenza stessa dell’organizzazione, si volle intervenire per rendere più
efficiente l’azione politica; la conferma di Lubecca come sede delle riunioni della
lega anseatica fu un problema per la partecipazione delle città più distanti: delle 72
diete generali tra il 1356 e il 1480, ben 54 si svolsero a Lubecca per via della sua
posizione geografica molto favorevole rispetto alle altre città limitrofe.
La struttura e il funzionamento dell’Hansetag presentò numerosi elementi di
debolezza: la mancanza di periodicità nelle convocazioni, l’incapacità di rendere
vincolanti le decisioni finali e la scarsa presenza delle città associate, specie quelle
periferiche.
I mancati vincoli decisionali dell’organismo portarono alla nascita di organismi
associativi di minore dimensione, che seppero avere un’azione più efficace nel
territorio rispetto alla lega anseatica grazie alla loro forte coesione, resa possibile
grazie alla Costituzione della lega che ammetteva alleanze multiple e
contemporanee.
Infine, l'ultima dieta della Lega si tenne nel 1669 e in quell'occasione si presentarono
solo tre città: Lubecca, Amburgo e Brema. I cambiamenti di natura socialpolitica
avvenuti in seguito alla Riforma protestante avevano aumentato le tensioni interne
tra le città anseatiche. L'emergere dei mercanti olandesi e inglesi, l'apertura di
nuove vie commerciali verso il continente americano e le devastazioni della guerra
dei Trent'anni (1618-1648) la indebolirono ulteriormente e ne segnarono la fine.

Gli storici si sono domandati più volte sulla natura istituzionale e giuridica della lega
anseatica, capace di trasformarsi da associazioni mercantile a lega di città con un
ruolo economico e politico rilevante nell’Europa medievale.
L’identificazione stessa della lega era confusa nella sua definizione; infatti durante il
consiglio regio di Edoardo IV, si chiese alla lega anseatica quale fosse la sua vera
natura e la risposta fu né una società, né un collegio, né una università e questo
decretò la sua non responsabilità nelle azioni collettive dei singoli membri.
Pur essendo solo argomentazioni a difesa, sono di importante comprensione per
capire la percezione identitaria che aveva al tempo la lega anseatica. Una comunità
di interessi non propensa a mettere risorse in comune attraverso decisioni vincolanti
ma dalla grande capacità di difendere gli interessi commerciali delle città associate.
Quest’aspetto è molto rilevante per un’associazione senza statuto, senza
composizione esatta e con una dipendenza marcata verso istituzioni cittadine o
signorie territoriali, la quale è riuscita a perdurare nel corso del tempo nonostante il
processo di costruzione degli Stati e ritagliandosi un ruolo significativo nel sistema
politico della prima età moderna.
Ma la tradizione della Lega è ancora viva. Nel 1980 è stata fondata la Nuova Lega
Anseatica (nome ufficiale: Städtebund Die Hanse), come "comunità di città
attraverso i confini". Infatti, in questa Nuova Lega Anseatica sono riunite 190 città di
16 paesi dell'Europa settentrionale. Lo scopo di questa unione sono gli scambi
culturali e il rafforzamento dei rapporti economici, commerciali e turistici.
In Germania, oltre a Lubecca, Amburgo e Brema, anche una ventina di altre città tra
cui Rostock, Wismar, Stralsund e Greifswald, presero ufficialmente il nome di "Città
Anseatica" (in tedesco: Hansestadt).
La lega rivive ai nostri giorni soprattutto nella cultura tedesca, grazie alla
manutenzione di edifici storici e di citazioni come nella compagnia aerea tedesca
Lufthansa (Luft = Aria) e nella Nuova Lega Anseatica fondata nel febbraio del 2018
tra l’intesa dei ministri dell’economia di mezza Europa, tra questi: Danimarca,
Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Olanda e Svezia.

BIBLIOGRAFIA:

Blanco L., Le origini dello Stato moderno, Secoli XI-XV, Roma, Carrocci editore, 2020,
pp. 214-227
Ciurlia F., Lega anseatica, il dominio dei mercanti, Bari, Lega Nerd, 2019
Luzzatto G., Lega anseatica, Roma, Enciclopedia Treccani, 2020
Pruscha, W., La lega anseatica, Altavilla Vicentina, Viaggio in Germania, 2020

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