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Io penso che il commento di Geno Pampaloni sull’ottavo capitolo sia parzialmente giusto:
posso concordare sulla divisione del romanzo in vari tempi e sul numero in cui li ha divisi. Io
però unirei i primi due tempi descritti dal critico, poiché non ho notato nessuna differenza
riguardo il ritmo e il genere. In questo tempo si nota subito una scrittura più comica da parte
di Manzoni che, come detto anche da Pampaloni, è incentrata sulla figura di don Abbondio e
che culmina con don Abbondio che, dopo aver scoperto le intenzioni dei promessi sposi,
chiede aiuto prima a Perpetua( ciò sottolinea ancora una volta la fragilità del personaggio,
poiché per cacciare i promessi sposi e i 2 testimoni chiede aiuto alla sua serva) e infine al
sagrestano che, sentendo le grida di don Abbondio “Dà di piglio alle brache, che teneva sul
letto”( altro elemento comico). La comicità è accentuata anche dal gergo militare usato da
Manzoni per descrivere le azioni fatte da don Abbondio( “l’assediato, vedendo che il nemico
Quindi direi che il primo tempo va dalla riga 1 alla riga 164 e lo definirei comico.
Poi Manzoni narra del fallimento del piano di don Rodrigo, da questo punto i toni si fanno
sempre più drammatici e il lettore comincia a provare una grande tensione riguardo varie
vicende come quella di Menico, che rischia di essere ucciso dai bravi o come la vicenda tra
questo caso la spannung arriva quando, dopo il fallimento del matrimonio a sorpresa,
Agnese incontra Renzo e Lucia e decidono di scappare via dal paese prima che arrivi la folla
Il secondo tempo va dalla riga 165 a 310 e concordo con Geno Pampaloni sul genere da lui
Io invece dividerei il capitolo in un altro tempo non descritto dal critico, che è incentrato sulla
folla che cerca di capire cosa sia successo. Qua emerge tutto il pessimismo di Manzoni( il
cosiddetto pessimismo manzoniano) che fa una intelligente critica alla società dell’epoca che
funziona anche come critica alla società moderna, cioè che alle persone non interessa la
verità scomoda( 4 persone sono scomparse dal paese), ma li basta sapere la bugia
rassicurante ( “uno(…) gettò nella brigata una voce, che Agnese e Lucia s’erano messe in
Il terzo tempo va dalla riga 311 alla riga 386 e appartiene al genere satirico.
Invece nell’ultimo tempo concordo pienamente col critico, possiamo trovare moltissimi
rimpianti da parte dei personaggi, scompare il dramma e l’azione per farci capire lo stato
d’animo dei personaggi, anche quelli secondari come Menico, che racconta le sue vicende
ai protagonisti, tutto culmina con l’addio monti, nel quale Lucia esprime la sua tristezza
Secondo me, un bravo autore deve riuscire a farti provare emozioni diverse mentre leggi e
Manzoni con questo capitolo ci è riuscito in pieno, dimostrando la sua bravura ancora una
volta.
Nella prima macrosequenza la situazione di partenza viene narrata tutta nel primo capitolo,
nel quale ci vengono presentati alcuni personaggi, come don Abbondio e Perpetua, descritti
i luoghi dove si svolgeranno le vicende nei prossimi capitoli e viene narrato l’incontro tra don
Abbondio e due bravi, che lo costringono ad annullare il matrimonio tra Renzo e Lucia( i due
Invece come esordio metterei il secondo capitolo, perché in questo capitolo si rompe
l’equilibrio: don Abbondio minacciato da Renzo, gli confessa che ha dovuto annullare il
matrimonio per conto di don Rodrigo e lui, adirato, ritorna a casa di Lucia.
Invece le serie di peripezie vanno dal terzo capitolo fino a quasi la fine dell’ottavo( riga 386),
qua prima Renzo vorrebbe uccidere don Rodrigo ma poi, sotto consiglio di Agnese( madre di
Lucia), prova a chiedere aiuto all'avvocato Azzecca-garbugli che però si conclude con un
nulla di fatto( perché si scopre essere un parassita di don Rodrigo), poi fra Cristoforo, dopo
aver saputo cosa fosse successo, decide di andare direttamente al palazzotto di don
Rodrigo per chiedere delle spiegazioni sul suo comportamento e convincerlo a far fare il
matrimonio. Don Rodrigo si offenderà così tanto che, dopo una litigata, lo caccerà da casa
sua. Però prima di andarsene si fa un alleato: uno schiavo di don Rodrigo che gli promette di
Intanto Agnese propone ai promessi sposi di fare un matrimonio per sorpresa senza farlo
sapere a fra Cristoforo, poiché non avrebbe accettato un tale inganno, i 2 accettano anche
se Lucia è un po’ titubante. Per non mandare sospetti il giorno dopo, come consigliato dal
frate, mandano Menico, ragazzino del paese, al suo convento. Intanto Renzo trova 2
testimoni e verso sera vanno verso casa di don Abbondio con Lucia e Agnese. Nello stesso
momento don Rodrigo decide di rapire Lucia e manda dei bravi a casa sua, anche fra
Alla fine il matrimonio a sorpresa fallisce e don Abbondio riesce ad avvertire il sagrestano,
che suona le campane, a questo punto ai protagonisti non resta che scappare via dal paese.
La situazione finale va dalla riga 387 alla riga 552 e narra dell’arrivo di Agnese, Renzo e
Lucia al convento di fra Cristoforo, là il cappuccino gli dice che si devono dividere, Renzo
andrà a Milano e le 2 donne a Monza, quindi ai protagonisti non resta che abbandonare le
a) Secondo me il contrasto tra gli spazi interni e gli spazi esterni viene usato per aumentare
il realismo nella vita paesana, infatti vengono rappresentati sia luoghi privati( come la casa di
Lucia) sia luoghi pubblici come le varie strade. Invece il contrasto alto-basso viene usato per
personalità, perché dall’alto è molto più piccolo rispetto agli altri borghi e dal basso si vede
come comanda solamente su contadini, quindi non ha nemmeno tanto potere. Oppure viene
anche utilizzato come scelta stilistica per descrivere il paesaggio, per esempio nel primo
capitolo viene descritto prima dall’alto e poi dal basso, commentando anche il contrasto.
Infine il contrasto fra spazi esterni e interni del paese sono essenziali per la
caratterizzazione dei personaggi, per esempio Renzo negli spazi interni al paese( come
l’osteria) è molto sicuro di sé, invece quando si allontana per andare nello studio
b) Nei promessi sposi Manzoni userà moltissimo la descrizione dei paesaggi sia per
caratterizzare i vari personaggi( come successo con don Rodrigo), sia per dare un
riferimento spaziale al lettore, si può notare come nelle prime pagine del romanzo non
vengono introdotti dei personaggi, ma c’è una dettagliata descrizione sui luoghi che faranno
da palcoscenico durante questi primi 8 capitoli, perché essi sono fondamentali sia per dare
un riferimento spaziale al lettore sia sono per caratterizzare i protagonisti, poiché, anche
nella vita vera, il posto dove cresci ti forma come persona. Questa cosa si può notare anche
nella descrizione finale della macrosequenza, infatti Lucia è così affezionata a quei luoghi in
cui è cresciuta che Manzoni descrive il paesaggio tramite lei. Poi una conseguenza
involontaria nel descrivere bene i paesaggi e che anche il lettore comincia ad affezionarsi a
loro( cosa che probabilmente Manzoni voleva che succedesse). Molte volte infatti quando
finisco un libro dove i luoghi sono rappresentati molto bene, provo una nostalgia come fossi
stato veramente là e penso che Manzoni abbia fatto un ottimo lavoro nel fare ciò.