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ILLUMINISMO IN ITALIA

È molto famoso l’illuminismo milanese, dove ci sono delle personalità importanti come Cesare Beccaria e i
fratelli Verri che facevano parte dell’accademia dei Pugni, poichéavevano degli atteggiamenti duri nei
confronti della trazioni erano abbastanza agguerriti, favorevoli e attivi per un rinnovamento.

Sopravvivono come luogo di incontro le accademie

Manzoni era il figlio della (Giulia) di Cesare Beccaria, appunto suo nipote.

Principi dell’illuminismo italiano:

 andare contro la tortura e alla pena di morte


 alcuni intellettuali erano deisti (religione fondata non su testi sacri ma sulla ragione
 gestione internazionale del potere dello stato, poiché non siamo ancora a livello della democrazia
ma c’era un corpo di leggi che dovevano essere rispettate.

Gli intelletuali milanesi che collaboravano con il potere furono nominati principi illuminati.

Obiettivi da raggiumgere:

 realizzare il catasto: registrazione dei possedimenti, dei beni terrieri ecc. in modo che anche le tasse
venissero equamnete distribuite
 gestione dello stato basata sui criteri della ragione

GIUSEPPE PARINI
Uno degli autori più importanti dell’illuminismo italiano fu GIUSEPPE PARINI il quale fu un illuminista
moderato poiché nonostante fosse anche un ecclesiastico accolse alcuni principi dell’illuminismo, in modo
moderato. Egli credeva però in uno strumento, che gli illuministi disprezzavano un po', che portava
alla diffusione di idee, ovvero la POESIA.
Nel 700 c’è infatti un prevalere della scrittura in prosa e la poesia viene scartata e considerata
meno importante; questo accade perché il fine degli illuministi era quello di diffondere il sapere a
tutti in modo ampio, anche a persone che non avevano una formazione culturale tale da
comprendere lo stile poetico (anche perché la poesia del tempo era ancora legata al classicismo
con anche riferimenti a miti classici ed è per questo che il linguaggio e lo stile non erano
comprensibili da tutti).
Parini invece troverà un modo per utilizzare la poesia per diffondere alcuni principi in cui credeva:

 IL BISOGNO = Parini qui è stato comprensivo nei confronti di coloro che compiono dei
crimini spinti dal bisogno. Riguarda il tema della giustizia che deve prevenire il bisogno e
comprendere chi è stato spinto dal bisogno.
 LA SALUBRITA’ DELL’ARIA = intorno a Milano c’erano molte risaie (il riso cresce nell’umido
e in acqua), oltre a questo, per chi possedeva un cavallo venivano create le “marcite” e dei
luoghi sempre inondate dall’acque perché il foraggio dei cavalli crescesse più velocemente.
Quindi questo ristagno di acqua alle porte della città portava umidità e malattie. Per il
benessere dei cittadini di Milano certi usi sarebbero dovuti essere abbandonati.
Non fa parte dell’accademia dei Pugni, ma dell’accademia dei Trasformati, la quale assume delle posizioni
più moderate

Non era ricco di famiglia, una sua zia gli aveva promesso di lasciargli un suo patrimonio se avesse intrapreso
la carriera ecclesiastica.

Parini aveva una formazione classicista, aveva studiato i classici e i latini e scrive delle odi.

Ode: forma poetica molto classica e antica, deriva dalla cultura greca fino ad arrivare anche in quella
romana (ad esempio: le odi di Orazio, contemporaneo di Virgilio).

Parini utilizza le odi per lanciare dei messaggi civili.

La sua formazione classica, la sua poesia rendono l’ode strumento di divulgazione di alcuni principi
dell’illuminismo, ad esempio condanna certi comportamenti, usi antiquati e irrazionali del tempo

VOCI BIANCHE: persone/ragazzi che venivano evirate (castrate) per sviluppare delle voci femminili.

Parini si scaglia contro questa barbara usanza del tempo nelle odi civili.

Parini fu anche un precettore privato che lo portò ad entrare in contatto con la nobiltà sia ad essere il
precettore di Carlo Imbonati che fu l’ultimo compagno della madre di Manzoni, Giulia, con il quale si
trasferì in Francia. Manzoni andò assieme a Parigi alla madre dove conobbe Carlo Imbonati.

Manzoni scrisse un testo su Carlo Imbonati in cui ci sono dei principi sul significato della letteratura che
furono anche di Parini

Precettori privati: insegnanti che svolgevano il loro ruolo presso le famiglie nobili/ricche che volevano far
istruire individualmente i loro figli.

La letteratura per Parini deve farsi promotrice di argomenti seri (non divertenti, di svago)

Gli illuministi criticavano la nobiltà come classe sociale, poiché considerata una classe poco attiva.

I nobili erano visti come persone sfaccendate, che non lavoravano, che appunto nell’ambito della società
erano poco attivi.

Scrive due tipi di odi:

 civili
 neoclassiche

scrive anche un importante poema che non riuscì a portare a termine: IL GIORNO.

Prima del “Giorno” scrisse un’altra opera: IL DIALOGO SOPRA LA NOBILTA’

Il tema della nobiltà era ritrattato in tutte e due le sue opere

In questo periodo si diffonde il SENSISMO. Parini inserisce nelle sue opere letterarie la descrizione
di sensazioni, di odori… per colpire i sensi del lettore (colpendo i sensi il lettore è più attento a
quello che legge) e perché il lettore apprenda meglio il messaggio morale contenuto nel testo (=
poetica del sensismo). Ad esempio, Parini descrive gli odori che ci sono nella città di Milano, tra cui
c’erano gli odori che inquinavano l’aria di Milano, c’era ad esempio l’abitudine di lasciare gli
escrementi fuori dalla porta e la notte passava un carro che li raccoglieva tutti.
IL GIORNO
È un poemetto didascalico in endecasillabi sciolti (che poi userà anche Foscolo. Parini diventerà un modello
per la generazione successiva di poeti, tra cui anche Foscolo) in cui descrive le prime parti del giorno.

Il progetto iniziale dell’opera prevedeva tre parti: mattina, mezzogiorno, sera. Lui compose mattino e
mezzogiorno, però ad un certo punto cambiò idea e invece di concludere con l’ultima parte (sera) pensò di
suddividere a sua volta l’ultima in VESPRO e NOTTE. Siccome durante la stesura cambiava spesso idea
modificandone la struttura, non lo portò mai a compimento. I critici hanno provato a riordinare quello che
c’era.

TEMATICA IMPORTANTE: nobiltà

La voce narrante è quella di un precettore che segue per tutta la giornata il suo allievo che è chiamato
“giovin signore” e ha il compito di indicarli quali sono le attività più consone a lui e come vivere la giornata.

C’è una CRITICA DELLA NOBILTA’ che Parini aveva già avviato nella sua opera “Il dialogo sopra la nobiltà”, in
cui immagina due cadaveri, quello di un nobile e quello di un poeta, che si incontrano nella tomba e
dialogano. Si vede qui il tema della MORTE che pone tutti sullo stesso livello, anzi, il corpo del nobile
rappresentato più grasso (perché poteva mangiare di più) era maggiormente divorato dai vermi. Qui Parini
critica la nobiltà però mostra di avere anche una certa fiducia nella possibilità che la nobiltà torni ad avere il
ruolo che ha avuto per esempio nel passato (età medievale) e quindi anche un ruolo positivo, in quanto in
questo periodo faceva da guida positiva per un popolo. In realtà questa fiducia declina nel corso del giorno;
all’inizio del giorno Parini mostra ancora un atteggiamento positivo nei confronti della nobiltà ma poi man
mano procede con la scrittura la nobiltà sembra sempre acquisire atteggiamenti sempre peggiori e diventa
sempre più negativa la visione di Parini della nobiltà. Anche gli illuministi criticavano la nobiltà perché era
una classe passiva, poco produttiva nella società. Nell’ultima parte il nobile diventa quasi un manichino e
perde di umanità.

Spesso compare l’ironia (figura retorica del rovesciamento) che accentua alcuni comportamenti e difetti
della classe sociale; a volte però c’è una diretta condanna a questa classe sociale senza utilizzare l’ironia.

Siccome Parini descrive molto attentamente gli oggetti della nobiltà (delle stoffe pregiate, delle tazze…),
qualche critico ha pensato che a Parini piacevano molto queste cose e li sarebbe piaciuto vivere come i
nobili.

Sorge il mattino in compagnia dell’alba p. 396


È un testo di scrittura molto alto, sono presenti molti latinismi.

Descrive e mette a confronto Il Mattino del buon Villano

Villano: contadino

Erano chiamati buon Villani perché erano proprio i contadini che portavano avanti la società di quel tempo
perché lavoravano ed erano attivi perché con il lavoro contribuivano al miglioramento sociale. L'aggettivo
“buono” si riferisce anche al fatto che erano persone oneste e brave. Il buon Villano si alza di mattino
all'alba. Al contadino si contrappone il risveglio del giovin Signore il quale si sveglia a mezzogiorno.

Il letto del giovin Signore è un baldacchino, è molto grande e morbido, con molti cuscini.

azione di sprimacciare i cuscini: batterli e appiattirli per renderli più soffici.

verso 33 da questo verso per innalzare lo stile c'è un riferimento alla mitologia

La salubrità dell’aria p. 403


Parini confronta l’aria di campagna con quella di città (in questo caso Milano) che invece è contaminata.
Intorno a Milano c’erano molte risaie (il riso cresce nell’umido e in acqua), oltre a questo, per chi possedeva
un cavallo venivano create le “marcite” e dei luoghi sempre inondate dall’acque perché il foraggio dei
cavalli crescesse più velocemente. Quindi questo ristagno di acqua alle porte della città portava umidità e
malattie. Per il benessere dei cittadini di Milano certi usi sarebbero dovuti essere abbandonati.

VERSO 4: NATIO AERE= aria pura. Qui Parini sottolinea questo particolare perché farà il confronto con l’aria
inquinata di Milano.

VERSO 30: CIVILE Da qui capiamo che stiamo nell’età dell’illuminismo perché si parla di salute e bene civile
e comune (benessere della comunità); è una tematica nuova.

VERSO 35: Il primo che ha esposto Milano alle acque stagnanti e al fango ora si trova all’inferno ed è punito
con acqua e fango che proprio lui portò in città

VERSO 80: AMBIZIOSE MUTE = i cavalli sono ambiziosi perché sono cavalli dei ricchi. Questi cavalli
andavano molto veloce e per i plebei era molto pericolo camminare di notte perché potevano essere
investiti da questi cavalli.

ODI NEOCLASSICHE
Erano chiamate neoclassiche.

Il classicismo era una corrente letteraria che si manifesta nell’età umanistica perché c’è la riscoperta dei
classici. Il primo poeta che riscopre i classici è Petrarca (definito il padre dell’umanesimo). Lui oltre a
conoscere i classici (da cui poi prende degli spunti per scrivere) rivaluta anche la lingua latina; Petrarca
scrive in un latino che non è più il latino “medievale” (= contaminato dal volgare che si parlava al tempo.
Questo latino non si basa su uno studio oggettivo dello stile dei classici) di Dante, ma il suo latino è proprio
modellato sul latino degli antichi autori classici antichi. Petrarca ripropone anche alcuni dei valori della
cultura antica: visione dell’uomo (la visione dell’uomo rinascimentale deriva dalla visione dell’uomo dei
classici. Infatti, il fatto che l’uomo è al centro dell’universo e ha una sua autonomia e questa è una visione
che non è da una cultura cristiana ma da una cultura pagana).

Verso la fine del 1700 e inizio 1800 troviamo due tendenze letterarie:

• una più innovativa che ritiene che ci debba essere un nuovo modo di fare poesia e comporta il
rifiuto delle regole del classicismo e che porterà al preromanticismo e al romanticismo.

• una rivolta a rinnovare (in quanto credevano che questo limitasse la creatività) la poesia degli antichi
ma rispettandone comunque le regole. Questa tendenza è chiamata NEOCLASSICISMO che riprende la
letteratura classica, ne studia le regole (questo studio delle regole neoclassiche era già avvenuto nell’età
rinascimentale nel 500).
In queste odi neoclassiche Parini si distacca un po' dall’impegno per l’attualità e la civiltà del tempo e
descrive come dovrebbero essere le cose in un mondo perfetto, si isola e non guarda più la realtà del
tempo ma parla di una realtà ideale.

Una di queste odi è “la caduta” dove Parini (che nella realtà non camminava bene) sotto la pioggia scivola in
un sasso e cade. Passa un ragazzino che si mette a ridere e poi passa un passante che lo aiuta a rialzarsi e lo
riconosce. Chiede a Parini perché si trovasse lì e perché non avesse bussato alla casa dei potenti (“ti
sarebbe stato facile bussare alla casa dei potenti”, che ci fa qui? “). Parini si arrabbia (“chi sei tu? Che sollevi
il mio corpo e umili il mio animo?) li dice che lui non avrebbe mai approfittato della sua fama a Milano per
lavorare per un signore. Si arrabbia perché lui pensa che il poeta non deve lavorare per nessuno ma essere
invece un uomo libero. Questa è l’immagine di un mondo reale perché lui afferma questi ideali di libertà del
poeta ma in realtà erano poco seguiti nella società del tempo. Ecco perché si parla di odi neoclassiche. Nel
tempo Parini non parlerà più per tutti ma solo di sé e di quello che è il suo ideale.

Per le generazioni successive (come Foscolo) divenne un modello Parini per il suo amore della libertà del
poeta che deve essere libero di scrivere quello che sente.

Ci sono alcune opere di Foscolo (come “le ultime lettere di Jacopo Ortis”) che sono opere di impegno
politico, perché Foscolo è il primo autore che fa della sua letteratura una letteratura impegnata anche
politicamente (= ai valori della libertà del popolo). Anche Foscolo, come Parini nelle odi neoclassiche,
nell’ultima opera che scrisse, che si chiama “Le Grazie”, giunge a una fuga della realtà e rinuncia
all’impegno civile per chiudersi in un’opera ricca di valori ideali e propone solo modelli positivi (non
condanna più direttamente), legati in qualche modo anche all’età classica. Nelle odi di Parini e nelle Grazie
di Foscolo, siccome parlano di un mondo ideale, sono scritte in un linguaggio più elevato e non troviamo più
quei termini tratti dalla realtà quotidiana e diventa una poesia non rivolta a tutti.

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