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2.1 Le forze
Da un punto di vista puramente meccanico il concetto primitivo di for-
za è insito nello sforzo muscolare che si compie ogni qualvolta vo-
gliamo spingere, tirare, impedire il moto, deformare un corpo, Così,
per esempio, quando si alza un bilanciere, quando si spinge una cassa
sopra un pavimento, si applica una forza; un ciclista esercita una forza
sui pedali per far muovere la bicicletta. Un'automobile si muove sotto
la spinta della forza sviluppata dal motore; un razzo si muove sotto l'a-
zione di una forza che si sviluppa in seguito alla combustione dei gas.
In generale una forza applicata a un corpo, libero di muoversi, lo mette
in movimento; diciamo per questo che le forze producono effetti dina-
mici.
Un altro effetto della forza è ad esempio la deformazione di una molla,
In questo caso diciamo che la forza è in grado di deformare il corpo
momentaneamente, cioè finche agisce la forza. Le forze possono anche
arrestare il movimento dì un corpo, come avviene, per esempio, quan-
do si preme sul pedale dei freni dì un'automobile in movimento. Se il
corpo al quale è applicata la forza non è libero di muoversi, ma, come
si suoi dire, è vincolato, la forza produce in generale una deformazio-
ne sia del corpo che del vincolo.
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Il dinamometro (dal greco dynamis "forza" e metron "misura") è lo strumento utilizzato per la misu-
razione della forza. La sua struttura è molto semplice poiché è costituito da una molla con una scala
graduata.
e chiamato vettore a , mentre l’indicazione della lettera senza la
Nella figura una donna sta spingendo una cassa con una
forza F che ha un modulo F che forma con la direzione
di spostamento un angolo di 30°.
Discuteremo in seguito quale componente della forza ef-
fettivamente contribuisce al moto
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a
b
il vettore somma sarà indicato come a b e rappresentato come:
a b
ab
a
b
il vettore somma a b sarà rappresentato dal vettore che ha come modulo la diagonale del rettan-
golo formato dai due vettori:
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a ab
α b
e il modulo del vettore a b , che indichiamo con c avrà valore:
c a2 b2
mentre l’angolo α formato tra il vettore b e il vettore c risultante sarà dato dalla relazione trigo-
nometrica:
a
arctg
b
dove per ora basti sapere che il calcolo immediato dell’arcotangente
è effettuato attraverso la calcolatrice scientifica con il tasto tan pre-
ceduto dal tasto 2ndF (seconda funzione) che attiva la funzione ar-
cotangente.
Un richiamo goniometrico e trigonometrico sarò oggetto di una suc-
cessiva lezione del presente libro.
a
α b
a ab
b
Conoscendo i moduli dei due vettori e l'angolo α formato dai due vettori, sfruttando il teorema del
coseno (richiamo di trigonometria), la somma a b è data da:
a b a 2 b2 2ab cos
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Esempio 1
Si considerino due spostamenti, uno di modulo 3m e un altro di modulo 4m. Si mostri in che
modo si possono combinare i vettori spostamento per ottenere uno spostamento risultante di
modulo 7m, 1m, 5m.
Soluzione: Affrontando la somma di vettori, cioè la ricerca della risultante, dal punto di vista grafi-
co, si possono presentare i seguenti casi:
a) i due vettori sono paralleli e concordi (stesso verso): la somma è il vettore che ha la stessa dire-
zione e lo stesso verso dei due vettori e modulo uguale alla somma dei due moduli;
b) i due vettori sono paralleli e discordi (verso opposto): la somma è il vettore che ha la stessa dire-
zione dei due vettori il verso è quello del vettore col modulo maggiore e il cui modulo è dato dalla
differenza dei due moduli
c) i due vettori non sono paralleli, ma hanno in comune la coda (cioè il punto opposto alla freccia):
la risultante è il vettore che rappresenta la diagonale del parallelogramma che ha i due vettori dati
come lati consecutivi
a ka se k 1
a ka se k 1
a ka se 0 k 1 e k 0
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a ka se 1 k 0 e k 0
Il prodotto scalare, o prodotto interno, tra due vettori u e v è uno scalare, definito nel modo se-
guente:
u v uv cos
ove θ è l'angolo formato dai due vettori.
Il prodotto scalare non è una legge di composizione interna (cioè il risultato non è ancora un vetto-
re), perché associa a due vettori uno scalare.
Il prodotto scalare è nullo se almeno uno dei due vettori è il vettore nullo, oppure se essi sono tra lo-
ro perpendicolari ( 90 )
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Esempio 2
Un vettore spostamento r sul piano x0y è lungo 15m e orientato come in figura.
Soluzione: In questo caso il calcolo delle componenti può essere eseguito semplicemente ricordan-
do che il triangolo avente come cateti le componenti e come ipotenusa, il vettore, è la metà di un
triangolo equilatero, il cui lato è lungo quanto il modulo del vettore r. Pertanto la componente verti-
cale ry = 15 : 2 = 7,5m, mentre la componente orizzontale è l'altezza di questo triangolo, per cui
15m 3
rx 13m ·
2
Sarebbe stato possibile scomporre il problema ricordando le formule trigonometriche, ove:
rx r cos 30 r 3 2 e ry r sen30 r 1 2
La forza elastica è quella forza che si evidenzia ogni volta che noi pro-
viamo a sollecitare un corpo elastico tentando ti allungarlo, comprimerlo o
deformarlo.
In tal caso il corpo reagisce con una forza interna che si oppone alla nostra
sollecitazione, che vale:
dove Felastica è la forza elastica, k è il coefficiente elastico della molla, misurata in N/m e s è
l’allungamento della molla rispetto alla posizione iniziale, il segno meno sta ad indicare che la forza
si oppone alla sollecitazione, cioè la forza elastica è una forza di richiamo.
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La natura chimica delle superfici a contatto (cioè i materiali di cui sono costituite).
Lo stato fisico delle superfici a contatto (lisce o ruvide, asciutte o bagnate o lubrificate...).
La forza premente (determina la profondità dei micro-incastri responsabili dell'attrito).
Il Coefficiente di attrito radente è un numero puro, il cui valore dipende dalla natura chimica e
dallo stato fisico delle superfici a contatto
Fa FP (2)
dove FP è la forza premente cioè la forza che agisce normale o verticale alla superficie di contatto,
mentre Fa è la forza d’attrito cioè la forza che si oppone al movimento del corpo.
Di seguito sono rappresentati alcuni coefficienti di attrito statico e dinamico, dove sono indicati
sempre due tipi di materiali, poiché l’attrito dipende da entrambi. Lo stesso oggetto ha un attrito di-
verso se si trova su una superficie fatta di un certo materiale o di un’altro.
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Fa FP (2)
where FP is the pressing force that is the force that acts normal or vertical to the contact surface,
while Fa it is the force of friction that is the force that opposes the movement of the body.
Below are presented some coefficients of static and dynamic friction, where stated are always two
types of materials, since the friction is dependent on both. The same object has a different friction if
it is on a surface made of a certain material or another.
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In fisica si distinguono forza peso e massa in quanto grandezze sostanzialmente diverse: mentre la
massa di un corpo è una sua proprietà intrinseca, indipendente dalla sua posizione nello spazio e da
ogni altra grandezza fisica, il peso è l'effetto prodotto su tale massa dalla presenza di un campo gra-
vitazionale. Ne risulta che la massa di un corpo è costante,
mentre il suo peso varia a seconda del luogo in cui viene
misurato. Sulla Luna, un uomo pesa meno che sulla Terra:
sui due corpi celesti, una bilancia a torsione o a molla resti-
tuirà quindi valori diversi, in quanto si basa sulla misura-
zione della forza peso; una bilancia a contrappeso, invece,
restituirà lo stesso valore, in quanto si basa sul confronto di
masse (ciò vuol dire che anche su pianeti diversi uno stesso
corpo mantiene la sua massa, mentre la forza peso varia in
base all'accelerazione di gravità).
Avremo quindi:
P m g
(3)
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