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FORZE E VETTORI

I vettori

Definizione di “vettore”:

Segmento orientato caratterizzato da “direzione” “verso” ed “intensità” o


“modulo”.

Può essere utilizzato per rappresentare alcune grandezze fisiche come:

Forza Spostamento Velocità Accelerazione

..ed altre..
La direzione di un vettore

La direzione di un vettore è la retta su cui giace il vettore

vettore A

La direzione del vettore A


possiamo definirla, per
esempio, “orizzontale”

Vettore B

La direzione del vettore B


possiamo definirla, per
esempio, “verticale”
Il verso di un vettore

Il “verso” di un vettore è il suo orientamento sulla retta.


Graficamente è indicato dalla “punta” del vettore (freccia)

Punta del vettore

vettore A

Per ogni “direzione” si possono individuare due vettori di “verso” opposto

Retta di direzione vettore (- A) vettore A

Il segno “meno” davanti ad uno dei due vettori ci ricorda che un vettore è
opposto all’altro.
L’intensità di un vettore (o modulo)

L’ ”intensità” di un vettore è il suo valore numerico espresso nell’unità


di misura della grandezza che rappresenta.

Se un vettore rappresenta, per esempio, uno spostamento di 10 metri, la


sua intensità (o modulo) è 10 metri

Retta di direzione vettore spostamento = - 10m vettore spostamento = 10m

L’intensità Il vettore è una


assume valore rappresentazione
positivo o grafica (freccia 1 metro
negativo, orientata): sarà
secondo il verso quindi necessario
del vettore. fissare una scala di
rappresentazione
adeguata.
SOMMA DI FORZE
Somma di forze con la stessa direzione

Se due o più forze agiscono sulla stessa retta di azione o su rette parallele,
allora hanno la stessa direzione.

…e il verso?

La ragazza ed il ragazzo impegnati a spingere la vettura agiscono nella


stessa direzione (rette parallele) e nel medesimo verso (orientamento
della punta del vettori blu e verde). Il vettore R rosso è la risultante dei
due vettori forza. “R” è quindi la forza che effettivamente agisce sulla
vettura.
Somma di forze con la stessa direzione
Potremo scrivere:

F1 + F2 = R

Il “verso”

del vettore risultante sarà il medesimo verso dei due vettori


somma
Somma di forze con la stessa direzione
Nel caso qui illustrato le forze hanno la medesima direzione ma verso opposto

F2 + (-F1) = -R

Il “verso”

del vettore risultante sarà il medesimo verso del


vettore somma di maggiore intensità
Somma di forze con direzioni diverse

Consideriamo sempre due forze F1 ed F2

Qui abbiamo usato il metodo punta-


coda
IN GENERALE
Somma e differenza di vettori nel piano:
la regola del parallelogramma

Quando due vettori sono rappresentati con la coda posta nello


stesso punto ed hanno direzioni diverse

Vettore (A)

Vettore (B)

Risulta più conveniente utilizzare una regola che si chiama “regola del
parallelogramma”
Somma di due vettori con la regola del parallelogramma

Eseguiamo la SOMMA dei due vettori (A) e (B):

Risultante
Vettore (A)
Tracciamo, dalla punta del
vettore (A), la parallela al
vettore (B)
Vettore (B)

Tracciamo, dalla punta del


vettore (B), la parallela al
vettore (A)

Fissiamo alcune idee:

Questo modo di eseguire la “somma” di due (o più) vettori si chiama


“regola del parallelogramma”

Si applica quando i vettori NON hanno la stessa direzione (cioè NON


giacciono sulla medesima retta o su rette parallele).
Somma di vettori nel piano: la regola del parallelogramma
Osserviamo come si procede quando si vogliono sommare 3 vettori: (A) ; (B) ; (C)

Prima Risultante
Vettore (A)

Risultante
Finale
Vettore (B)

Vettore (C)
Fissiamo alcune idee:

Quando si esegue la “somma” di più vettori, si applica la“regola del


parallelogramma” in successione:

Si determina la risultante di una prima coppia di vettori

Si somma la risultante ottenuta con un vettore successivo…e così


via, fino ad ottenere la risultante finale.

oppure
Somma di vettori nel piano: la regola del parallelogramma

Applichiamo il metodo punta-coda

Vettore (A)

Vettore (B)

risultante

Vettore (C)

Fissiamo alcune idee:

Quando si esegue la “somma” di più vettori, si applica può applicare la


“regola del parallelogramma” in successione ma il metodo punta coda
risulta di esecuzione più rapida
Somma e differenza di vettori nel piano: la regola del parallelogramma

Come si esegue la DIFFERENZA tra vettori?

Prendiamo i vettori (A) e (B).


Vogliamo eseguire (A) – (B)

Risultante Vettore (A)

Vettore (B)
Vettore(-(-B)
Vettore B)

La DIFFERENZA tra i vettori (A) e (B) è ancora la somma del vettore (A)
con il vettore opposto a (B), cioè (-B) (verso opposto) da cui (A) + (-B)
Somma e differenza di vettori nel piano: il punta coda

Se utilizziamo il metodo punta coda ……..

….il principio non cambia.


Prendiamo i vettori (A) e (B).
Vogliamo eseguire (A) – (B)

Vettore (-B)

Vettore (B)

Risultante

Vettore (A)

Anche con l metodo punta-coda la differenza tra il vettore (A) ed il vettore


(B) è data dalla somma del vettore (A) con il vettore opposto a (B), cioè (-B)
(verso opposto) da cui (A) + (-B)
Prova tu
Esegui le seguenti operazioni con i vettori: v = vettore

V3= 10
Dati: V1= 4 V2= 8

1
esegui 2 v1  v 2  v3  v R
2 soluzione

½ V3

V2

VR
2V1
UN CASO PARTICOLARE

Quando due vettori sono perpendicolari tra loro

S2
S1 SR

S2

Il triangolo rettangolo che ne deriva, ha come ipotenusa la risultante dei due


vettori S1 ed S2

Potremo quindi applicare il Teorema di Pitagora per determinare


analiticamente ( e non solo per via grafica) il valore della risultante SR

La somma del quadrato dei cateti


da, come risultato, il quadrato S2  S2  S2 SR  S12  S22
R 1 2
dell'ipotenusa
IL METODO ANALITICO (gocce di trigonometria)

È sempre possibile calcolare analiticamente …….è però necessario imparare


la risultante fra più vettori……………. alcune regole di trigonometria (??)

Non è necessario conoscere perfettamente la trigonometria

Poche regole saranno sufficienti al nostro scopo

La trigonometria introduce alcune Queste funzioni non sono altro che numeri
funzioni collegate agli angoli associati ai diversi angoli

Ed in particolare consideriamo
Consideriamo il triangolo l’angolo  (alfa)
rettangolo di lati a b c

c
a

b
IL METODO ANALITICO (gocce di trigonometria)

Siamo interessati in particolare a due funzioni

c sen  (seno dell’angolo alfa) Quale significato


a hanno queste
 cos  (coseno dell’angolo alfa) funzioni?
b

a cateto opposto ad α Il seno dell’angolo  è il rapporto tra il


sen  cateto opposto ad  e l’ipotenusa
c ipotenusa

b cateto adiacente ad alfa Il coseno dell’angolo  è il rapporto tra il


cos   cateto adiacente ad  e l’ipotenusa
ipotenusa
c
Non posiamo dire di conoscere a fondo la trigonometria e neppure le sole funzioni
seno e coseno, ma ciò che abbiamo imparato è sufficiente ad aiutarci ad approfondire
l’uso dei vettori.
IL Teorema di Carnot

a
V1
V1 R 
  a  v1  sen
b 
b  v1  cos 

V2

   
R v 2  v 1  cos   
2
 v 1  sen 
2

      essendo
R  v 22  v12  cos2   2  v 2  v1  cos   v12  sen2
 2 2
 2 2
  
R  v 2  v1  cos   sen   2  v 2  v1  cos  cos 2

  sen2  1

 2 2       
R  v 2  v 1  2  v 2  v 1  cos  oppure R  v 22  v12  2  v 2  v1  cos 
IN LABORATORIO
Forza equilibrante di due forze e regola del parallelogramma
Nel disegno, si vedono tre forze F 1 , F 2 e
- F 3 , applicate ad un punto P. Le tre
forze hanno direzioni diverse.

il punto P è in equilibrio (fermo) in quanto


l’azione di F 1 e F 2 è controbilanciata da - F 3
(forza equilibrante del dinamometro)
Ciò è possibile perché la “somma vettoriale” P
di F 1 e F 2 dà come risultante F 3 , UGUALE
ED OPPOSTA A - F 3
Possiamo concludere che:
La forza F 3 è la risultante delle forze F 1 e F 2
e la sua intensità (modulo), direzione e verso
possono essere determinate con la regola del
parallelogramma.
In laboratorio
Forza equilibrante di due forze e regola del parallelogramma
Procedimento: dinamometro

Posizionate le carrucole di F 1 e F 2 in modo


che le direzioni siano diverse.

Modificate l’intensità delle forze F 1 e F 2


variando il numero di masse applicate.
P
Potrete leggere sul dinamometro l’intensità
della forza - F 3 (forza equilibrante prodotta
dal dinamometro, uguale e opposta alla
risultante F 3 )

carrucole
forze
In laboratorio
Forza equilibrante di due forze e regola del parallelogramma
Procedimento:
Misurate con il goniometro l’angolo tra F 1 e F 2
, poi misurate anche l’angolo tra F 2 e - F 3
trascrivendo i dati in tabella (vedi esempio)

0,50 0,50 85° 0,75 160°

Trascrivete in tabella l’intensità delle forze


F 1 e F 2 e della forza - F 3 letta sul
dinamometro (vedi esempio)
In laboratorio
Direzione di – F3
Completate la tabella proponendo tre casi
- F 3 = 0,75N
diversi tra loro (variare angoli e forze)
160°

85°
0,50 0,50 85° 0,75 160°

bella
t a la t a F2
Comple F1

Su carta millimetrata riporta la direzione di - F 3 (per


comodità ponila sempre verticale)
riporta con il goniometro l’angolo tra - F 3 e F2 e traccia il
vettore F2 in scala
Riporta con il goniometro l’angolo tra F 1 e F 2 e traccia il
F3
vettore F 1 in scala
risultante
Traccia la risultante (F 3) tra i vettori F 1 e F 2, con la regola
del parallelogramma
Verifica che la risultante F 3 abbia modulo e direzione uguali (nei limiti degli errori
sperimentali) alla equilibrante - F 3 e che possieda verso opposto (ricorda che
anche la risultante è in scala).
In laboratorio
Completa la tabella inserendo nell’ultima
colonna il valore della risultante grafica.

0,50 0,50 85° 0,75 160° 0,75

Nei limiti degli errori sperimentali la risultante


grafica F3 deve avere modulo e direzione
uguali a quelli dell’equilibrante – F3
E’ possibile determinare l’errore percentuale sia per
il modulo che per la direzione del vettore
risultante, assumendo come “più probabile” il
modulo indicato dal dinamometro e la sua
direzione.

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