RICHIAMI GENERALI
I fenomeni che interessano la Meccanica dei Fluidi si possono rappresentare in uno Spazio
Euclideo, in generale a 3 dimensioni, cos definito:
E=
dove
{ei}; R3 linsieme
I fenomeni, in genere, presentano un carattere evolutivo. Per rappresentare tale carattere si pu fare
riferimento allo Spazio degli Istanti, descritto come uno spazio ad una dimensione definito nel
modo seguente:
T=
+
= aibi
Operatore di Kronecker
con i,j = 1,2,3
con i=1,n.
se i j.
Operatore di Permutazione
con i,j,k = 1,2,3
X3
e3
X2
e2
e1
X1
Siano
(e1 , e 2 , e 3 )
A a1 e 1 a 2 e 2 a3 e 3 ai e i
avendo assunto, secondo la convenzione di sommatoria, che due indici ripetuti sottintendono la
sommatoria dellindice ripetuto da 1 a 3 e avendo indicato con
aa
i i
tre assi cartesiani. Nel seguito con A
indicheremo il modulo del vettore.
Tra vettori, a parte la somma, differenza e moltiplicazione per uno scalare che vengono assunte
come note, ricordiamo due operazioni fondamentali: il prodotto scalare e il prodotto vettoriale.
s AB =AB cos( )
essendo
Il prodotto scalare gode della propriet commutativa e associativa. Tenendo conto allora che
ei e j i j
segue che AB =
i, j 1,2,3
(1)
( ai e i ) (b j e j ) ai b j (e i e j ) ai b j i j ai bi
4
La precedente permette di calcolare il prodotto scalare mediante la semplice somma dei prodotti
delle componenti omonime dei due vettori. Tale formula vale solo se sussiste la (1).
Prodotto vettoriale: a due vettori A, B associa un vettore C cos definito:
C A x B =AB sin( )
essendo
e1 e 2 e 3
a1 a 2 a3 e 1 ( a 2 b3 a3 b2 ) e 2 (a1b3 a3b1 ) e 3 ( a1b2 a 2 b1 )
b1 b2 b3
componenti possono essere denotati mediante un solo indice (ad es. i ). Introduciamo ora il
concetto di tensore di rango due o detto anche tensore del secondo ordine. Tali grandezze le
indicheremo con lettere maiuscole in grassetto.
Definizione: un tensore del secondo ordine T una applicazione lineare che trasforma vettori in
vettori.
In simboli:
T : R3 R3
N T( N )
T ( N M ) T( N ) T ( M )
T(N ) T( N )
e lo scalare
( R3
(e 1 , e 2 , e 3 )
in un
riferimento cartesiano ortonormale, al tensore T associabile una matrice 3x3, i cui elementi si
chiamano componenti del tensore. Queste possono essere denotate mediante due indici ij (rango
due) che rappresentano riga e colonna della generica componente del tensore. La trasformazione
N T diventa allora semplicemente il prodotto della matrice (1x3) avente per elementi le
componenti del vettore N moltiplicata per la matrice T secondo la regola righe x colonne
seguente:
(n1 n2 n3 ) t 21 t 22 t 23 ni t ij e j
t t t
31 32 33
NT=
Prodotto tensoriale
Dati due vettori A e B si definisce prodotto tensoriale dei due vettori e lo si indicher con A B il
tensore le cui componenti sono date da
ai b j .
Consideriamo ora particolari tipi di tensori riferendoci alla matrice che li rappresenta in un sistema
ortonormale.
1 0 0
0 1 0 n I n, n
0 0 1
Tensore identit I
Tensore isotropo Ip
Tensore simmetrico
p 0 0
0 p 0 n I p pn, n, p
0 0p
S: sij s ji
Tensore emisimmetrico E:
eij e ji
Si definisce poi traccia di un tensore T e la si indica con Tr (T) t ii la somma degli elementi della
diagonale principale. Tale traccia un invariante, nel senso che, cambiando sistema di coordinate
cambiano in generale le componenti del tensore, ma la traccia rimane la stessa.
Consideriamo ora alcune decomposizioni notevoli. Ogni tensore del secondo ordine T pu essere
decomposto nella somma di un tensore simmetrico e di uno emisimmetrico. Infatti considerando le
matrici rappresentative del tensore basta costruire lidentit:
1
1
t ij (t ij t j i ) (t ij t j i )
2
2
e verificare che
sij
1
1
(t ij t j i )
eij (t ij t j i )
2
2
simmetrico, mentre
emisimmetrico. Infine il
1
1
S I p D Tr (S)I (S Tr (S)I )
3
3
La caratteristica fondamentale del deviatore D di essere a traccia nulla. Infatti:
1
Tr (D) Tr (S) 3 Tr (S) 0
3
In conclusione ogni tensore del secondo ordine T pu essere decomposto nella somma di un
tensore isotropo, di un tensore simmetrico a traccia nulla e di un emisimmetrico:
T = Ip + D + E
vettoriale, tensoriale rispettivamente per indicare campi tensoriali di rango 0,1,2. Su tali campi
possibile definire degli operatori differenziali. In particolare verranno esaminati tre tipi di operatori:
il gradiente, il rotore e la divergenza. Introducendo loperatore simbolico Nabla
operatori in coordinate cartesiane sono definibili nel modo seguente:
e i / xi gli
Divergenza=
Tale operazione abbassa il rango della grandezza a cui viene applicata. Se applicata a vettori
produce scalari, se applicata a tensori del secondo ordine produce vettori.
ai e i
A ai / xi
si ottiene cos uno scalare che la somma delle derivate parziali delle componenti del vettore
derivate rispetto alle coordinate omonime.
t ij
T tij / xi e j
si ottiene cos un vettore che pu essere ottenuto effettuando un prodotto misto simbolico
delloperatore Nabla per il tensore stesso.
Gradiente=
Tale operazione alza il rango della grandezza a cui viene applicata. Se applicata a scalari produce
vettori, se applicata a vettori produce tensori del secondo ordine.
10
a ( x1 , x2 , x3 ) :
a e i a / xi
si ottiene cos un vettore che ha per componenti le derivate parziali del campo scalare rispetto alle
tre coordinate
( x1 , x2 , x3 ) .
11
ai e i
a1 / x1 a 2 / x1 a3 / x1
A a1 / x 2 a 2 / x 2 a3 / x 2
a / x a / x a / x
1 3 2 3 3 3
si ottiene cosi un tensore del secondo ordine, la cui matrice rappresentativa contiene le derivate
parziali delle componenti del campo vettoriale.
Rotore=
Tale operazione lascia inalterato il rango della grandezza a cui viene applicata. Limiteremo
lapplicazione di tale operazione ai soli vettori.
ai e i
e1
e2
e3
A /x1 /x 2 /x3
a1
a2
a3
12
a3 / x2 a2 / x3
1) a 0
2) ( A) 0
3) (b I ) b
4) (bA) b A b A
5) ( A B) A B ( A )B
6) ( A B) A ( B) B ( A ) A B B A
Nel caso in cui sia A = B = V, dalla relazione 6 si pu ricavare la seguente relazione:
2
6bis) V V (| V | / 2) V ( V )
7)
n A
A
n
FORMULE DI GREEN-GAUSS
D la sua frontiera e n ni e i
normale alla frontiera orientata verso linterno del dominio D . Valgono allora le formule:
Sia
la
f / xi dD f ni d (D )
D
f f ( x1 , x2 , x3 )
Dalla precedente si pu ricavare il teorema della divergenza nelle due forme vettoriale e tensoriale:
13
V dD V n d (D)
T dD n T d (D)
dove V e T sono rispettivamente un generico campo vettoriale e tensoriale del secondo ordine.
2a Formulazione
3a Formulazione
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