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Capitolo 3

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Grandezze scalari
Una grandezza scalare è completamente specificata da
un singolo numero che ne esprime il valore rispetto a
un’unità di misura appropriata.

Sono grandezze scalari:


• la temperatura (es.: 13 ° C)
• la distanza (es.: 25 km);
• l’intervallo di tempo (es.: 2 s);
• la massa (es.: 1,5 kg);
• l’energia (es.: 30 J).

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Grandezze vettoriali
Una grandezza vettoriale è caratterizzata da:
 un modulo (o intensità) che indica il suo
valore (non negativo) rispetto all’unità di
misura;
 una direzione;
 un verso lungo la direzione data.

Sono grandezze vettoriali:


• lo spostamento;
• la velocità;
• l’accelerazione;
• la forza.

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L’addizione di due vettori
    
Dati due vettori a e b , la somma c  a  b è un vettore
che si può ottenere graficamente con il metodo punta-coda:

Si trasla b fino a portare la sua coda sulla
punta di a : il vettore somma
 congiunge la
coda di a con la punta di b traslato.

  
Per vettori non paralleli si può ottenere la somma c  a b
anche con il metodo del parallelogramma:

Si trasla b fino a portare la sua coda sulla
coda di a: il vettore
 somma congiunge le
code di a e b con il vertice opposto del
parallelogramma.
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La moltiplicazione di un vettore per
un numero
  
Il prodotto di un vettore a per un numero k è il vettore d  ka
che ha:
 modulo d  k a ;

 direzione uguale a quella di a;

 verso uguale a quello di a se k è positivo, opposto se k è
negativo.


 k  1 si ottiene il vettore opposto di a ,
Caso particolare: per
che si indica con  a .

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La sottrazione tra due vettori
   
Il vettore differenza e  a  b si ottiene addizionando ad a
il vettore opposto di b :


Il vettore differenza e è quello
che, addizionato
 a b , dà come
risultato a .
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La scomposizione di un vettore
lungo due direzioni

Per scomporre il vettore a lungo le
rette incidenti r e s :

 si trasla a fino a portare la sua
r coda nel punto di intersezione;
s
 si costruisce
 il parallelogramma
che ha a come diagonale.
 
I due vettori ar e as sono i vettori
componenti di a lungo r e s e
godono delle seguenti proprietà:

 sono rispettivamente paralleli alla e
retta r e alla retta s;
   
 danno come somma a : ar  as  a
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La scomposizione di un vettore
lungo gli assi cartesiani

In questo caso il parallelogramma


diventa un rettangolo.

ax e ay sono le coordinate del


punto P e sono i moduli
 dei due
vettori componenti axe a y .

Applicando il teorema di Pitagora al triangolo rettangolo OQP è


possibile calcolare il modulo di a :

a  ax2  ay2

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Come esprimere lo spostamento?
Ci sono due possibilità:

a) indichiamo: 
 modulo dello spostamento s;
 direzione (angolo  rispetto
all’asse Ovest-Est);
 verso (punta verso NE).

b) indichiamo:  
 i due
 vettori componenti sx e s y
di s lungo le direzioni
perpendicolari Ovest-Est e
Sud-Nord.

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Seno e coseno di un angolo
In un triangolo rettangolo si definisce:
 seno di un angolo il rapporto tra il
cateto opposto e l’ipotenusa;
 coseno di un angolo il rapporto tra il
cateto adiacente e l’ipotenusa.

Esempio: sen Cˆ  AB BC da cui AB  BC sen Cˆ

cosCˆ  CA BC da cui CA  BC cos Cˆ

Alcuni valori di seni e coseni di angoli caratteristici sono:

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Moduli dei vettori componenti
Applicando la definizione di seno e
coseno al triangolo OAB, possiamo
scrivere:
 cos ˆ  OA OB  ax a
 sen ˆ  AB OB  a y a

La relazione che lega i moduli dei vettori componenti al modulo


del vettore e all’angolo della sua direzione rispetto all’asse x è:

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Le forze
La forza è una grandezza fisica che descrive l’interazione tra due
corpi o sistemi.

Esistono due tipi di forze:


 forze di contatto che si manifestano
solo quando i corpi vengono a contatto
tra loro (es.: vento che spinge sulle vele,
galleggiamento sull’acqua);
 forze a distanza che si manifestano
anche senza contatto (es.: forza di gravità
durante un salto).

La forza di gravità che la Terra esercita su tutti i corpi in


prossimità della sua superficie è chiamata forza-peso.
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Una forza cambia la velocità
Una forza non contrastata da altre
forze:
 applicata a un corpo fermo, lo
mette in movimento;
 applicata a un corpo in
movimento, ne cambia la sua
velocità.

Più forze applicate allo stesso


corpo possono bilanciarsi e
annullarsi tra loro.

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Una forza è una grandezza vettoriale
Per definire completamente una forza
bisogna specificarne:
 l’intensità (o modulo);
 la direzione;
 il verso.

Quando su un corpo agiscono più


forze, la forza totale è data dalla
loro somma vettoriale.

La forza totale a cui è soggetto


un corpo è detta forza risultante.

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Il dinamometro

Il dinamometro è uno
strumento che misura le forze
usando le proprietà delle molle.

Due forze hanno la stessa intensità


se, applicate alla molla di un
dinamometro, provocano
allungamenti uguali.

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Il newton
Nel Sistema Internazionale l’unità di misura della forza è
chiamata newton (N).

Un newton è l’intensità della forza-peso con cui la Terra attrae


un corpo di massa 102 g posto sulla sua superficie.

Tarare un dinamometro
significa mettere in
corrispondenza ogni
allungamento della molla
con l’intensità della forza
che lo provoca.

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La forza-peso
La forza-peso è la forza di attrazione
gravitazionale che la Terra esercita su tutti i
corpi in prossimità della sua superficie.

 è una grandezza vettoriale;


 il suo modulo è misurato con il dinamometro.

La forza-peso che agisce su un corpo può cambiare da un posto


a un altro.

Esempio: salendo rispetto al livello del mare, la forza-peso


diminuisce: a una quota di 10.000 m è inferiore del 3
per mille rispetto al livello del mare.

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La massa
La massa è una caratteristica del corpo.

 è una grandezza scalare;


 è misurata con la bilancia a bracci uguali.

La massa di un corpo è sempre la stessa dappertutto.

Esempio: a una quota di 10.000 m la bilancia a bracci uguali


misura esattamente lo stesso valore che indica al
suolo.

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Relazione tra forza-peso e massa
Esiste tuttavia una relazione tra forza-peso e massa:

in un dato luogo la forza-peso Fp è direttamente proporzionale
alla massa m.

Il vettore Fp ha:

 direzione verticale;
 verso che va dall’alto in basso;
 modulo espresso dalla formula:

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Il valore di g sulla Terra
Dalla formula del modulo della forza-peso e dalla definizione del
newton si ricava:
Fp 1, 00 N N
g   9,80
m 0,102 kg kg

Poiché il valore di g varia da luogo a luogo normalmente si usano


solo due cifre significative: g = 9,8 N/kg

La bilancia pesapersone misura la


forza-peso in newton con il suo
dinamomentro interno, ma è tarata
in modo da mostrare sul display il
valore della massa in kg:
Fp Fp
m 
g 9,8 N/kg
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La forza elastica
Una molla allungata o compressa tende a
tornare alla sua lunghezza originaria, detta
lunghezza a riposo.

La forza che una molla allungata o compressa esercita su


qualunque corpo a contatto con una sua estremità è chiamata
forza elastica.

I dati sperimentali mostrano che i valori


della forza e i corrispondenti valori
dell’allungamento della molla sono
direttamente proporzionali.

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La legge di Hooke
Il comportamento di una molla è descritto dalla legge di Hooke:

La formula dice che:



 la forza elastica F ha la stessa direzione dello

spostamento x ;
 
 Il segno «  » indica che F e x hanno versi opposti:

nx è lo spostamento dalla posizione di riposo, F è
sempre rivolta verso la posizione di riposo;
 la relazione tra i moduli esprime la proporzionalità tra F e x mediante
la costante k che è caratteristica di ogni molla (più k è grande, più la
molla è rigida).

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Le forze di attrito
Le forze di attrito si oppongono sempre al movimento.

 La forza di attrito radente si


esercita tra due superfici (es.:
scarpa e terreno).
 La forza di attrito viscoso si ha
quando un corpo si muove in un
fluido (es.: paracadutista nell’aria).

L’attrito può essere:


 dannoso – si cerca di ridurlo con lubrificanti e studi aerodinamici;
 utile – viene progettato intenzionalmente (es.: freni, scarpette da
arrampicata).
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La forza di attrito radente
A livello microscopico tutte le
superfici presentano irregolarità.
Due solidi a contatto incontrano
una resistenza a scorrere l’uno
sull’altro a causa delle asperità
microscopiche delle loro superfici.

In particolare, si definisce:
 attrito radente statico la resistenza al tentativo di mettere in
moto un corpo da fermo;
 attrito radente dinamico la resistenza alla prosecuzione del
moto di un corpo.
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L’attrito radente statico Fs

Quando la forza F applicata è
piccola, la cassa non si sposta.
 
Ciò significa che: Fs   F

 
Aumentando la forza, quando F  Fmax , la cassa inizia a
distaccarsi dalla sua posizione. Quindi:

La forza di attrito statico è una forza il cui modulo può assumere
max
qualsiasi valore compreso tra 0 N e Fs .

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Modulo massimo dell’attrito statico
L’esperienza dimostra che l’intensità massima della forza di
attrito statico è data dalla formula:

Dove:
 il coefficiente di attrito statico  s è un
numero puro che dipende dai materiali a
contatto;

 la forza premente F è la forza totale con
cui il corpo preme perpendicolarmente
sulla superficie d’appoggio.
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L’attrito radente dinamico Fd
La forza di attrito radente dinamico si manifesta quando un corpo
è in movimento su un piano.

Il suo modulo è dato dalla formula:

Dove:
 il coefficiente di attrito statico d è un numero puro che
dipende dai materiali a contatto;

 la forza premente F è la forza totale con cui il corpo preme
perpendicolarmente sulla superficie d’appoggio.
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Sintesi forze di attrito statico/dinamico

 dipende dai materiali delle due  dipende dai materiali delle due
superfici a contatto; superfici a contatto;
 non dipende dall’area di contatto;  non dipende dall’area di contatto;
 è parallela alle due superfici;  è parallela alle due superfici;
 ha verso tale da opporsi al  ha verso opposto a quello del
movimento; moto;
 può assumere qualsiasi intensità  ha modulo direttamente
tra 0 N e un valore massimo; proporzionale a quello della forza
 ha intensità massima premente.
direttamente proporzionale al
modulo della forza premente.
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Coefficienti di attrito
Il coefficiente di attrito dinamico è sempre minore del coefficiente
di attrito statico tra la stessa coppia di materiali.
Perciò la forza necessaria a mettere in moto un oggetto fermo è
maggiore di quella per trascinarlo quando è già in movimento.

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