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analisi dimensionale: le dimensioni possono essere trattate come grandezze algebriche. una relazione
può essere corretta solamente se le dimensioni di tutti i termini additivi che compaiono in entrambi i
membri dell'equazione sono le stesse.
Cifre significative
quando effettuiamo una misurazione, i valori che si ottengono sono noti entro i limiti dell'incertezza
sperimentale. il numero delle cifre significative con cui si esprime il risultato dà un'indicazione dell’
incertezza da attribuire alla misura, cioè nel valore numerico della misura hanno significato solo le cifre
che effettivamente sono state rilevate con lo strumento.
nel moltiplicare ho dividere più grandezze fra loro, il numero di cifre significative del risultato è uguale
al numero di cifre significative della quantità che entra nel calcolo con il numero di cifre significative
più piccolo.
quando più numeri vengono sommati o sottratti, il numero dei decimali del risultato deve essere uguale
al numero più piccolo dei decimali dei termini
nel caso in cui si debba ridurre il numero delle cifre significative bisogna tenere conto della seguente
regola per gli arrotondamenti: per effettuare l'approssimazione si osserva il valore della prima cifra da
eliminare, se essa è contenuta tra 0 4 allora va eliminata, se è contenuta tra 5 e 9 allora si aumenta di
un'unità la cifra precedente. nel primo caso avremo un'approssimazione per difetto, nel secondo per
eccesso.
l'ordine di grandezza di un numero è dato dalla potenza di 10 che si avvicina maggiormente al numero
di riferimento.
l'esponente del 10 si ottenne vedendo se il numero si avvicina di più a quello per difetto OA quello per
eccesso. ad esempio l'ordine di grandezza del numero 180 e 10 alla seconda in quanto esso si avvicina
più a 100 che a 1000.
Grandezze fisiche
Le grandezze fisiche possono essere scalari o vettoriali. le prime sono completamente definite quando
se ne conosce la misura mentre le seconde richiedono un maggior contenuto informativo.
un vettore può essere rappresentato graficamente da un
segmento orientato nel quale:
Un vettore può essere individuato anche tramite le sue componenti lungo un sistema di assi cartesiani
In un piano
𝑨𝒀
Ay 𝐭𝐚𝐧 𝜽 =
𝑨𝑿
Ax
Ax
Axy
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Prodotto scalare
Il prodotto scalare di un vettore per sé stesso è pari al quadrato del suo modulo
Se il prodotto scalare è nullo, allora ho uno dei due vettori coincide con il vettore nullo oppure i due
vettori sono perpendicolari.
Prodotto vettoriale
il prodotto vettoriale di due vettori è un vettore
il prodotto vettoriale di due vettori non nulli è
nullo se e solo se i vettori sono tra loro paralleli
Cinematica
La cinematica è quel ramo della meccanica classica che si occupa di descrivere quantitativamente il
moto dei corpi senza tener conto delle cause che lo producono, cioè delle interazioni dei corpi con
l’ambiente esterno.
Punto materiale
Per studiare nella maniera più generale possibile il moto di un corpo inizieremo a trattarlo
come se fosse un semplice punto geometrico, cioè un corpo di dimensioni trascurabili rispetto
allo spazio in cui si muove (modello punto materiale o particella). Con questa espressione
indichiamo il limite ideale di unammasso di materia di dimensioni trascurabili che pensiamo
tutta concentrata in un punto matematico privo di dimensioni.
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Moto rettilineo
si svolge lungo una retta sulla quale vengono fissati arbitrariamente una originee un verso. Abbiamo bisogno
di una sola coordinata: x(t)
Lo spostamento è la variazione della posizione del punto in un certo intervallo di tempo
Δx=xf-xi
Velocità media
Possiamo caratterizzare la rapidità con cui avviene uno spostamento tramite la velocità media, che è definita
come il rapporto fra lo spazio percorso e il tempo impiegato a percorrerlo:
Velocità vettoriale media
Tale grandezza fornisce una informazione complessiva, ma non dà nessuna indicazione sulle
caratteristiche effettive del moto. Velocità scalare media
Tale grandezza non ha associata una direzione e un verso: è una grandezza scalare ed è sempre
positiva.
Velocità istantanea
Per individuare la funzione x(t) e le sue variazioni possiamo aumentare il numero di misure
nell’intervallo di spazio Δx, riducendo sempre di più l’intervallo di tempo Δt.
Se Δx risulta suddiviso in un numero elevatissimo di intervallini dx, ciascuno percorso nel tempo dt,
allora potremmo definire la velocità istantanea del punto all'istante t come
quindi la velocità istantanea è la derivata di x rispetto al tempo t
𝑥 = 𝑥𝑖 + 𝑣(𝑡 − 𝑡𝑖 )
𝑣(𝑡) = 𝑣𝑖 + 𝑎𝑡
𝑎𝑡 2
𝑥𝑓 = 𝑥𝑖 + 𝑣𝑖 𝑡 +
2
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Se trascuriamo l'attrito con l'aria, un corpo lasciato libero di cadere in vicinanza della superficie
terrestre si muove verso il basso con un'accelerazione costante che vale in modulo g=9,81ms-1. Il moto è
dunque rettilineo uniformemente accelerato.
per studiare un moto di caduta libera basta quindi applicare le formule del moto rettilineo uniformemente
accelerato. in genere si sceglie un sistema di riferimento in cui la posizione del corpo è riferita a un'asse
verticale con l'origine a livello del terreno. il senso positivo dell'asse è diretto verso l'alto quindi
l'accelerazione g è sempre negativa mentre la velocità del corpo è positiva quando il corpo sale è negativa
quando scende.
Esaminiamo alcune situazioni possibili:
➢ Caduta da un'altezza h con velocità iniziale nulla
condizioni iniziali—> x0=h v0=0 t0=0 a=-g
➢ Particella lanciata verso il basso con velocità v1
condizioni iniziali—> x0=h v0=- v1 t0=0 a=-g
➢ Particella lanciata dal suolo verso l'alto con velocità v2
condizioni iniziali—> x0=h v0=+v2 t0=0 a=-g
Moto vario
Moto vario: accelerazione NON costante
Moto rettilineo smorzato esponenzialmente
In questo esempio di moto l’accelerazione soddisfa alla condizione a=-kv, con k costante positiva.
L’accelerazione in questo tipo di moto è sempre contraria alla velocità, che perciò deve
necessariamente diminuire, e a varia con la stessa legge con cui varia la velocità.
Dobbiamo risolvere l’equazione differenziale ⅆ𝑣/ⅆ𝑡 =a= -kv che si integra con il metodo della
separazione delle variabili.
La velocità decresce esponenzialmente nel tempo e alla fine il punto si ferma
𝑟⃗ = 𝑥𝑙̂ + 𝑦𝐽̂
ⅆ𝑟⃗ ⅆ𝑥 ⅆ𝑟
𝑣 = ⅆ𝑡 = 𝑙̂ + 𝑏𝑡 𝐽̂ = 𝑣𝑥 𝑙̂ + 𝑣𝑦 𝐽̂
ⅆ𝑡
ⅆ𝑢
̂𝑟 ⅆ𝜃 ⅆ𝑟 ⅆ𝜃
= 𝑢̂𝜃 → 𝑣⃗ = 𝑢̂𝑟 + 𝑟 𝑢̂𝜃 = 𝑣⃗𝑟 + 𝑣⃗𝜃
ⅆ𝑡 ⅆ𝑡 ⅆ𝑡 ⅆ𝑡
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La velocità (sempre tangente alla traiettoria) si scompone in due componenti: la velocità radiale𝑣⃗𝑟 ,
ⅆ𝑟 ⅆ𝜃
diretta lungo r e di modulo e la velocità trasversa 𝑣⃗𝜃 , ortogonale a r e di modulo 𝑟 ⅆ𝑡 ; 𝑣⃗𝑟 dipende dalle
ⅆ𝑡
variazioni del modulo del raggio vettore, 𝑣⃗𝜃 è collegata alle variazioni di direzione dello stesso
Se il vettore velocità istantanea della particella cambia nel tempo, si dice che essa sta accelerando.
Accelerazione media è il rapporto fra la variazione del vettore velocità istantanea e l’intervallo di tempo
𝛥𝑣
⃗⃗
intercorso durante il moto 𝑎⃗𝑚 = tale vettore è diretto lungo 𝛥𝑣⃗ = 𝑣
⃗⃗⃗⃗⃗𝑓 − 𝑣⃗𝑖
𝛥𝑡
Accelerazione vettoriale istantanea è il valore che tende ad assumere l’accelerazione media se Dt tende
𝛥𝜈
⃗⃗ ⅆ𝑣
⃗⃗ ⅆ 2 𝑟⃗
a zero.𝑎⃗ = 𝑙𝑖𝑚 = = ⅆ𝑡 2 l’accelerazione istantanea è la derivata della velocità rispetto al tempo
𝛥𝑡→0 𝛥𝑡 ⅆ𝑡
✓ Può variare nel tempo il modulo della velocità (come nel caso del moto unidimensionale)
✓ Può variare nel tempo la direzione delle velocità, mentre il modulo rimane costante, come
accade lungo una traiettoria curva
✓ Possono variare simultaneamente modulo e direzione del vettore velocità
Moto di un punto materiale lungo un percorso curvilineo sul piano, la cui velocità cambia sia
in direzione, sia in modulo.
Moto di un punto materiale lungo un percorso curvilineo sul piano, la cui velocità cambia sia in direzione,
sia in modulo.
Il vettore accelerazione totale può sempre essere rappresentato come somma vettoriale di due vettori
componenti
La componente tangenziale dell’accelerazione è dovuta alla variazione del modulo della velocità v della
particella e vale
La componente normale dell’accelerazione nasce dalla variazione nel tempo della direzione del vettore
velocità
Definiamo il punto C, che coincide con il centro della circonferenza tangente alla traiettoria nel punto P,
centro di curvatura della traiettoria nel punto P. Al variare del punto P varieranno sia il valore di C che il
raggio di curvatura R. L’arco di traiettoria ds sarà, quindi pari a
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