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Teoria ed Esercizi
Lorenzo Roi
Edizioni HALPHA
INDICE
Capitolo 1
1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
1.6
1.7
Nozione di vettore . . . . . . . .
Segmenti orientati e vettori . . . .
Somma e differenza di vettori . . .
Esempi ed esercizi . . . . . . . .
Moltiplicazione scalarevettore . . .
Scomposizione di un vettore . . . .
Componenti cartesiane di un vettore
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. 1
. 3
. 6
. 9
. 10
. 15
. 17
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Capitolo 2
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
Prodotto scalare . . . . .
Una propriet`a fondamentale
Conseguenze ed esercizi . .
Prodotto vettoriale . . . .
Propriet`a . . . . . . . .
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23
25
27
30
33
Appendici
A Matrici e determinanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
B Alfabeto greco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
CAPITOLO 1
1.1
Nozione di vettore
In realt`
a si possono definire categorie pi`
u generali quali le grandezze tensoriali
ma queste esulano dagli obiettivi di questa trattazione.
1.1
Nozione di vettore
Fig. 1.1
` evidente che se diciamo che il suo spostamento `e pari ad 1 metro, lafferE
mazione non ci permette di individuare univocamente la posizione in quanto
questa pu`o trovarsi in un punto qualsiasi della circonferenza di centro A e
raggio 1 m.
Dobbiamo pertanto aggiungere delle altre informazioni, in particolare
quelle legate alla nozione geometrica di direzione. Tracciata quindi una retta
r per A, cos` da rappresentare la direzione di moto, potremo ora individuare
due punti, definiti dalle intersezioni della circonferenza con tale retta (fig.1.2).
Fig. 1.2
La posizione definitiva non `e ancora descritta adeguatamente e solo se aggiungiamo in quale verso si percorre tale retta la posizione finale B viene
1.2
1.2
1.2
.B
........
.......
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....
.......
.......
D
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A
C
Fig. 1.3 Segmenti orientati.
.......
B
......
.....
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... D
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.......A.........
. ....... ....... ....... .C
...... .......... ....... ..
C
......
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.......
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B
.......
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A ... .
...
..
...
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..
1.2
b) AB CD,
c) AB = CD.
Successivamente4 mostreremo che una tale relazione (detta di equipollenza) risulta essere una relazione di equivalenza, per cui linsieme dei segmenti orientati si pu`o suddividere in classi di equivalenza. Ad una singola
classe di equivalenza apparterranno quindi tutti quei segmenti orientati caratterizzati dalla medesima direzione, dallavere verso concorde ed uguale
lunghezza.
Si giunge pertanto alla seguente definizione di vettore:
Definizione 1.1. Un vettore nel piano (o nello spazio) `e definito come
linsieme di tutti i segmenti orientati equipollenti, ossia di tutti i segmenti
orientati aventi la medesima direzione, verso e lunghezza.
Il simbolo che denoter`a un vettore sar`a usualmente una lettera minu
scola in grassetto come a, b . . . u, v, mentre la notazione AB individuer`
a
i segmenti orientati rappresentativi del vettore. Per esempio, se AB e CD
possiedono la medesima direzione, verso e lunghezza ma A 6 C allora entrambi appartengono alla medesima classe e sono rappresentativi dello stesso
vettore a: poniamo quindi a = AB = CD (fig.1.5).
F ..
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D..
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B.
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E ..
...
....
C ....
....
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A ....
Fig. 1.5 Segmenti orientati equipollenti.
1.3
1.3
b) |a| = |b|.
Dati due vettori `e naturale definire delle operazioni tra essi in modo
da associare a ciascuna coppia un altro vettore. Prendendo spunto da una
situazione fisica, consideriamo una particella che inizialmente si sposti da un
punto A al punto B (fig.1.6). Tale spostamento `e rappresentato dal vettore
a.
................................................ C
B ..........................b
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a......
......... c
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.... .........
....................
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A .....
Fig. 1.6 Spostamenti di una particella e vettore somma.
Successivamente la particella si muove da B a C e questo ulteriore spostamento viene rappresentato da b. Lo spostamento complessivo `e dato dal
nuovo vettore c. Questultimo `e quello che si definisce vettore somma di a e
b. Difatti
Definizione 1.2. La somma di due vettori a e b `e un vettore c = a + b la
cui direzione e verso si ottengono nel modo seguente:
si fissa il vettore a e, a partire dal suo punto estremo, si traccia il
vettore b. Il vettore che unisce lorigine di a con lestremo di b fornisce
la somma c = a + b.
1.3
a+b=b+a
(a + b) + c = a + (b + c)
a+0=a
In particolare dalla propriet`a commutativa discende una definizione alternativa della somma (o risultante) di due vettori ossia la regola del parallelogramma. Questa consiste nellindividuare il vettore somma di due vettori non
collineari come il vettore rappresentato dalla diagonale del parallelogramma
costruito per mezzo dei segmenti orientati rappresentativi dei due vettori e
disposti in modo da avere lorigine in comune (fig.1.7).
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......
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b........
........................
a+b
.................... .. ......
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a
1.4
b .........................
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...c
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a......
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b+c
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b)
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......................................
......................................a
+ (b + c)
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.................................. ....
.....b
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... c
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a...... ............ a + b
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a)
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... ............
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................ ..................................................................... . .
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.............................. (a + b) + c
...........
b
.................... . .....
...................
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... c
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a...
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.......................................a + b + c
c)
a (a).
|OC| = |a + b|,
|BA| = |a b|.
(1.1)
1.4
Esempi ed esercizi
B........... .....
.. . .. ....... ....... ....
... .......
....... ....
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....... .......
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....... .......
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........ C
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a .+
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................................
........b
b..........
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...... ...................................... .....
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...a b ......
..
.......
...........................................
...
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.......................
.. ... ......
O
.......................
............................... ....
a
A
Fig. 1.9 Diagonali del parallelogramma.
1.4
Esempi ed esercizi
sussiste la condizione OA = OD. Ne segue che OA + OD = 0. Poiche ci`o
si pu`o estendere alle rimanenti coppie, utilizzando le propriet`a commutativa
ed associativa, discende:
OA + OB + OC + OD + OE + OF =
(OA + OD) + (OB + OE) + (OC + OF ) = 0 + 0 + 0 = 0.
Esempio 1.2. Sia a + b = c. Dimostriamo che `e pure a = c b e che
quindi, nelle uguaglianze tra vettori, si pu`o trasportare un vettore da un
membro allaltro solo se se ne prende lopposto.
Difatti, utilizzando la definizione di somma vettoriale, sommiamo b ad
entrambi i membri di c = a + b c b = c + (b) = (a + b) + (b) e
quindi sfruttando la propriet`
a associativa
c b = (a + b) + (b) = a + (b + (b)) = a + 0 = a
ossia c b = a.
Esempio 1.3. Siano A, B, C, D quattro punti qualsiasi del piano e P , Q,
R i punti medi rispettivamente dei segmenti [AB], [CD], [P Q]. Dimostrare
che RA + RB + RC + RD = 0.
10
I segmenti orientati AP = P B rappresentano il medesimo vettore a in quanto
appartenenti alla medesima retta AB e di verso concorde. Analogamente per
CQ = QD = b e P R = RQ = c. Ne segue che, essendo (fig.1.10)
RA = RP + P A = (c) + (a)
RB = a c,
RC = c b,
RD = b + c,
......
Q.......................................... C
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D ................................. ........ ...... .....
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...... ....... R
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. ...... .
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.......
... ...... .......
.......
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................
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A .....................
.
......
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.........................
.................... .......
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..............................
P
.....
B
Fig. 1.10
= (a a) + (c c) + (b b) + (c c)
= 0 + 0 + 0 + 0 = 0.
1.5
Moltiplicazione scalarevettore
1.5
Moltiplicazione scalarevettore
11
b = a
def
a a > 0
a a < 0
|a| = || |a|
(1.2)
(1.3)
(1.4)
12
1
(a + b)
=
1
1
=
(a) +
(b)
=1a+
b
=a
b,
1.5
Moltiplicazione scalarevettore
13
2x 2y = 0
3x + 4 xy = 0.
14
AB + BC = CA.
PB =
1
AB
2
BQ =
1
BC.
2
Poiche P Q = P B + BQ, sostituendo la precedente si ottiene
1
1
1
PQ =
AB +
BC =
(AB + BC) :
2
2
2
Sfruttando la prima relazione scritta la somma vettoriale tra parentesi egua
glia AC = CA e quindi
1
CA.
PQ =
2
I due vettori P Q e CA hanno pertanto la medesima direzione e il rapporto
tra i loro moduli
|P Q|
1
= 2
|CA|
esprime la tesi dellesercizio.
Esempio 1.7. Sia dato il triangolo 4ABC. Si determini il punto P tale
che valga la P A + P B 3P C = AB.
Poiche
P A = AP
P B = P A + AB = AB AP
P C = P A + AC = AC AP ,
discende
AB = (AP ) + (AB AP ) 3(AC AP )
= AP + AB AP 3AC + 3AP
1.6
Scomposizione di un vettore
15
1.6
Scomposizione di un vettore
92.
(1.5)
1.6
16
Scomposizione di un vettore
s
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...................
....................
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C.
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E.
.........
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......
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.........
...
.........c
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.....
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.........
............
b ....... ....
.........
....................... . D
... ... ................. ..............................................
. . ..... .............
.. ............................
O ....................
a
Fig. 1.12
(1.6)
c = (, )
oppure
c=
.
(1.7)
(1.8)
1.7
17
= 0.
BD.
Esercizio 1.13. Sia dato il triangolo 4ABC ed un punto P [BC].
Sapendo che BP /BC = , esprimere il vettore AP in termini di AB e AC.
Si riscriva il risultato nel caso che [AP ] sia la mediana di [BC].
1.7
1
a,
|a|
1
u= a
a
questo sarebbe ancora un versore ma con verso opposto ad a.
Sappiamo che un sistema cartesiano ortogonale xOy isometrico si ritiene
assegnato quando, definiti due assi ortogonali, su questi si stabiliscono unorigine, un verso positivo e una unit`a di misura. In alternativa, se scegliamo
8
18
1.7
(1.9)
lorigine comune dei versori allora c = OC (fig.1.13). Poiche sappiamo possibile una decomposizione di c nella forma c = xi + yj vogliamo determinare
il significato della coppia di numeri reali (x, y).
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C
.....
B .......
.......
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.....
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........
...
........
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c
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.....
....
........
....
........
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j ...... ...........
.. ......
..................................................................................................
O
A
i
Fig. 1.13
modulo |OA| = |x| |i| = |x| ed individua il punto dellasse x, A(x, 0): ana
lespressione per il modulo |OC| = x2 + y 2 . Come conseguenza particolare, poiche risulta i = 1 i e j = 1 j, `e possibile identificare questi versori
tramite le coppie
1
0
i=
j=
.
0
1
Pi`
u in generale siano A(xA , yA ) e B(xB , yB ) le coordinate degli estremi
1.7
19
(1.10)
Daltra parte, per quanto detto sopra OA e OB si possono rappresentare
come
OA = xA i + yA j
OB = xB i + yB j
per cui introdotti in (1.10)
AB = (xA i + yA j) + xB i + yB j
= xA i + xB i yA j + yB j
AB nella base {i, j} si ottengono dalla differenza delle corrispondenti coordinate dellestremo B con quelle del punto iniziale A, ossia
(1.11)
espressione del tutto analoga a quella gi`a conosciuta e che esprime la distanza
tra due punti.
0
j = 1
0
0
k = 0.
1
1.7
20
..........................................................................................................................................................................
......................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..
..... .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ...
..... . ...............................................................................
...... . . .....................................................................................
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..... . . ......... ......................................................................
..... . . . ... . . ..... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ...
..... . . . ..............................................................................
...... . . . . . . . .................. ...................................................................
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.... . . . . ...................................................................................
...... . . . z
. . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
...... . . . . . ... . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ...
..... . . . . . .................... ...........................................................
.... . . . . . . ......................................................................................
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... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..
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..... . . . . . . . ............................. ....................................................
..... . . . . . . . . ... ... . . . . . . . . . . .... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ...
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..... . . . . . . . . . . ............ ................. ...................................................
.... . . . . . . . . . . . .. . . . ..... . . . . . . ... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ...
..... . . . . . . . . . . . ................................ ...................................................
..... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........................................... .....................................................
.... . . . . . . . . . . . .................................... ....................................................
.... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ......................................... ....................................................
... . . . . . . . . . . . ....................................... ....................................................
.... . . . . . . . . . . . ................................. ....................................................
.... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ................................. .............y.......................................
... . . . . . . . . . . . ...............................................................................................................................................................................................................................................
.... . . . . . . . . . . ....... . . . .. . . . ..... .. . . . . . . ..... . . . . . . . . ......
.... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ....... . . . . . . . . ... . . . . . . ..... ..... . . . . . . . . . . . . . .... . . . . . . . . . . . . . . . .......
... . . . . . . . . . ....... . . . . . . . ...... . . . . . . . . ..... . . . . . . . ......
.... . . . . . . . . ....... . . . . . ... . . . . . ... . . . . . ... . . . . . . . .......
.... . . . . . . . . . . . . . . . ....... . . . . . . . . . . . . .. . ......... . . . . .... . . . . . . . . ......... . . . . . . . . . . . . . . . ........
... . . . . . . . ....... . . . . . . . ... ... . . . .. . . . ... . . . . . . . . ........
.... . . . . . . ............ . ........ ......... ........ . ........ ........ . . . . .... . . ....... . . . . . . . .......
. . .... . . . . . . . . ...... . . . . . . . . . . . . . . . ......
.... . . . . . . . . x
.
.
.
... . . . . . .......... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........... . . . . .... . . . ....... . . . . . . . . . . . . . . . ..........
.... . . . . ....... . . . . . . . . . . . .......... . ... ...... . . . . . . . . ........
.... . . . . . . . ....... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........... ... . ... . . . . . . . . . . . . . . . . .......
... . . . ............ . ........ ......... ........ . ........ ......... ........ . ........ ......... ......................... . . . . . . . . .......
.... . . ....... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......
.... . . . ....... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........
... . ....... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ......
.... ....... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......
........... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......
......................................................................................................................................................................................................
....
..
a ..
..
..
.....
.
.
.
.
.
......
a
k ......
..
.... ..j
............ ....
..... O ..
.
.
.
i ...
..............a.................
.
....
.
.
.
....
a
ossia
= a2 = a.
(1.12)
1.7
21
e alle analoghe
ax + bx
a + b = ay + by
az + bz
ax bx
a b = ay by
az bz
ax
a = ay
az
22
1.7
CAPITOLO 2
2.1
Prodotto scalare
2.2
24
Prodotto scalare
(a b) = (a) b = a (b).
ik=10+00+01=0
jk=00+10+01=0
Queste ultime relazioni evidenziano come il prodotto scalare tra versori ortogonali (i j, i k, j k) risulti nullo. Vedremo in seguito che questa `e
una delle principali conseguenze della definizione.
Unulteriore importante propriet`a del prodotto scalare `e la distributiva
rispetto alla somma. Difatti da a + b = (ax + bx )i + (ay + by )j + (az + bz )k
si ha
(a + b) c = (ax + bx )cx + (ay + by )cy + (az + bz )cz
= ax cx + bx cx + ay cy + by cy + az cz + bz cz
= (ax cx + ay cy + az cz ) + (bx cx + by cy + bz cz )
= a c + b c.
Analogamente si dimostra la
(a + b) (c + d) = a c + a d + b c + b d,
2.2
25
da cui discende la
(a + b) (a + b) = (a + b)2 = |a + b|2
= a2 + b2 + 2a b.
2.2
(2.2)
Una propriet`
a fondamentale
Il prodotto scalare si dimostra molto utile se lo si associa allangolo formato dai due vettori fattori. Poiche, daltra parte, non `e possibile ottenere10
la relazione generale che lega a b con langolo 6 ab 180 , presentiamo in
alternativa alcuni esempi allo scopo di arrivare comunque ad una conclusione
significativa.
Consideriamo perci`o due vettori del piano cartesiano, dei quali il primo
abbia componente y nulla: siano a = ax i e b = bx i + by j (fig.2.1).
..
...
..
...
......................................................
..
..
..
y .....
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
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...
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...
.........................................................................................................................................................................................................................
...
...
x
...
...
b
.....
........
.
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.........
........
.
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.
.
.
.
.
....
........
.........
.
.
.
.
.
.
.
......
......................................................... a
b
2.2
26
b)
...
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
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.
..........................................................................................................................................................................................................................
...
.
b.
.......
...
...
...
...
...
...
...
................................................a.
...
...
..
...
...................................................
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
..
...
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.
.....................................................................................................................................................................................................
...
...
....
a)
.b
...........
.
.
.
.
.
.
.
.....
........
........
.
.
.
.
.
.
.
.....
........
........
.
.
.
.
.
.
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...............................................a
..
.
....
...
..
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...
...
...
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...
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...
...
...
...
...
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...
...
...
...
...
...
.......................................................................................................................
...
...
....
c)
....... b
....
....
....
....
....
.................................a
.. ..
Si annulla pure quando uno dei due fattori `e il vettore nullo ma ci`
o costituisce
un caso ovvio e banale.
2.3
Conseguenze ed esercizi
27
2.3
(2.4)
Conseguenze ed esercizi
Presentiamo in questo paragrafo alcune interessanti conseguenze ed approfondimenti delle nozioni appena sviluppate: segue quindi un certo numero
di esercizi.
Esempio 2.1. Ricordando la (1.1) sappiamo che le lunghezze delle diagonali
di un parallelogramma si esprimono tramite le |a + b| e |a b|. Daltra parte
da (2.2) discende |a + b|2 = (a + b)2 = a2 + b2 + 2a b. Analogamente si
ottiene |a b|2 = (a b)2 = a2 + b2 2a b. Sottraendo la seconda dalla
prima si giunge alla
ab=
1
(a + b)2 (a b)2 .
4
28
= b2 + a b + a c + b c
che per le conseguenze dellipotesi iniziale implica BD AC = 0. Pertanto
[AC] [BD].
Esercizio 2.2.
|a b|.
Esercizio 2.3.
ortogonali.
2.3
Conseguenze ed esercizi
29
BQ) + (AB CR).
Esercizio 2.12. (si veda, per le premesse, lesercizio 1.8) Posto a b e
|a| = 1 e fissato un sistema di coordinate cartesiane ortogonali di centro O
con ascissa parallela ed equiversa ad a e ordinata parallela ed equiversa a b,
trovare |b| affinche i due segmenti OC e AB siano perpendicolari.13
Esercizio 2.13.
perpendicolari.
Esercizio 2.14. Dimostrare che le congiungenti i punti medi dei lati consecutivi di un rombo formano un rettangolo.
Esercizio 2.15. La scrittura (a b c)a rappresenta una scrittura valida
e in caso affermativo esprime un vettore collineare con a?
Esercizio 2.16. Determinare il versore a =
1 i+ 1 j+xk
2
2
perpendicolare al
Esercizio 2.17.
In un triangolo 4ABC sono noti |AB| = c, |AC| = b,
2.4
30
Prodotto vettoriale
Esercizio 2.24. Trovare la somma dei quadrati delle mediane di un triangolo note le lunghezze a, b, c dei lati.
2.4
Prodotto vettoriale
b
O ................................................................. B
.......
.......
.......
a .........
A
(a b) a
(a b) b.
2.4
Prodotto vettoriale
31
c ......
...
...
....
....
b
.....................................................
.......
.......
a .....
b
......................
...................................
.
.. .......
.. a .......
..
..
.......
.
c
2.5
32
Prodotto vettoriale
|a b| = |a| bn = a bn = an b.
c ......
...
...
...
................................................................................................................
..
.....
.
..............................................................................................................................................
. . ..
...........
.
...........................................
..................................................b
..........
.
.............
...............
. . . . . ..
............... ...........
............................
..........................................................................................................................
....................
.
.
.
.
.
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................. ... ...... .......... .....................................................................................
....................................
. . . . . ..
.
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. . . . . . . . . ................................................................................................................................................................
.. .n
................a
................................
................................................................. . . . .
........................................................................................................................................................................................................................
.
.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..............
...........................................................................................................................................................................................
..............................a
. . . . . .... . . . . . . . . . . . . . . . . . .
.......................................
..............................................................................
..............................................................................
.....................................................................................................................
.
................................................................................
b = bx i + by j + bz k;
(2.5)
cy = az bx ax bz
cz = ax by ay bx .
Una tale espressione risulta difficile da memorizzare per cui si ricorre ad una
scrittura formale alternativa, detta determinante e del tipo
i
j
k
c = ax ay az .
(2.6)
bx by bz
2.5
Propriet`a
33
2.5
a
cy = x
bx
az
bz
az
bz
a
cz = x
bx
ay
.
by
Propriet`
a
La gi`a ricordata propriet`a anticommutativa si accompagna ad altre propriet`a del prodotto vettore, tutte dimostrabili con relativa facilit`a utilizzando
le espressioni (2.5), (2.6). Si provi comunque, data limmediatezza, a verificare lanticommutativit`a tramite luso della (2.6).15 La altre sono:
` associativa rispetto al fattore scalare.
Proprieta
R (a b) = (a) b = a (b).
` distributiva rispetto alla somma vettoriale.
Proprieta
a (b + c) = (a b) + (a c).
Proponiamo infine alcuni utili esempi ed esercizi per chiarire luso delle
nozioni appena introdotte.
Esempio 2.3. Per dimostrare che a a = 0 si possono seguire due diverse
vie. La pi`
u sintetica fa uso della propriet`a anticommutativa per cui, commutando i fattori, devessere a a = a a. Ne segue che il vettore prodotto c
`e uguale al proprio opposto c e ci`o pu`o essere vero solo per il vettore nullo
0.
Laltra si basa sullo sviluppo del determinante (2.6) che `e ora
i
c = a a = ax
ax
j
ay
ay
k
az
az
= 0i + 0j + 0k = 0 :
2.5
34
Propriet`a
ij=k
i k = j
j i = k
jj=0
jk=i
ki=j
k j = i
k k = 0.
2.5
Propriet`a
35
Appendice A
Matrici e determinanti
Diamo qui una breve rassegna del significato di matrice e di determinante. In particolare ci soffermeremo sulle procedure di calcolo dei determinanti di 2 e 3 ordine.
Una matrice `e una disposizione rettangolare ordinata di numeri, detti gli
elementi della matrice. Questa `e strutturata in righe e colonne. Una matrice
rettangolare m n contiene pertanto m righe ed n colonne. Per esempio, le
due scritture seguenti identificano la medesima matrice di 3 righe e 4 colonne
2 4 1 10
2 4 1 10
5 1 10 2.5
.
5 1 10 2.5
0 7 2 0.5
0 7 2 0.5
Una matrice con un egual numero di righe e colonne cio`e del tipo nn si dir`a
una matrice quadrata di ordine n. Allora le seguenti matrici sono nellordine
una matrice quadrata di ordine 2 e 3
1 0 2
1 3
1
4 10 .
5 7
15 5 9
Appendice A
37
a11
a11 a12
a21
a21 a22
a31
a12 a13
a22 a23 .
a32 a33
Ad ogni matrice si pu`o associare un numero il determinante della matrice. Per esempio, i determinanti che contraddistinguono le due matrici
sopra si simbolizzano come
a11 a12 a13
a11 a12
a21 a22 a23 .
a21 a22
a31 a32 a33
(1)
ossia lo si considera pari alla differenza del prodotto dei termini appartenenti
alla diagonale principale della matrice con quello dei termini della diagonale
secondaria.
In seguito a questa definizione `e facile verificare che se nelle due righe compaiono elementi corrispondenti proporzionali allora il determinante
`e nullo. Difatti le espressioni
a12
a11
=
a11 a22 = a12 a21
a21
a22
sono del tutto equivalenti: ma dalla a11 a22 = a12 a21 , portando tutto a primo
membro si ottiene lespressione nulla del determinante.
Per estendere tale regola al calcolo di determinanti di matrici di ordine
superiore al secondo osserviamo che per la matrice quadrata del terzo ordine
possiamo costruire il numero
a11 a12 a13
a21 a22 a23 = +a11 a22 a23 a12 a21 a23 +a13 a21 a22 (2)
a32 a33
a31 a33
a31 a32
a31 a32 a33
Appendice A
38
e quindi procedere come nel caso dei determinanti del secondo ordine. Come
si vede si `e moltiplicato ciascun elemento della prima riga per il determinante
di un ordine inferiore ottenuto omettendo la riga e la colonna del termine in
considerazione e infine si sono sommati i tre prodotti cos` ottenuti.
Ci si pu`o per`o chiedere perche il secondo termine a differenza degli altri
due possiede un coefficiente negativo: la risposta si trova nel fatto che si
vuole, se possibile, mantenere valida losservazione fatta per il determinante
di 2 ordine ossia che un determinante si annulli quando vi sono due righe
di elementi corrispondenti proporzionali. Difatti solo con tale scelta questa
propriet`a rimane valida: si provi per esempio a calcolare il determinante
di
1 1 1
2 2 2
1 2 3
senza porre il coefficiente negativo del secondo termine: la propriet`a cercata
non sussiste pi`
u!
a2
b2
c2
a3
b3 .
c3
Appendice A
39
3. Moltiplicare tutti gli elementi di una riga (o di una colonna) per un numero
equivale a moltiplicare per il determinante,
a1 b1 c1
a1 b1 c1
a2
b2
c2 = a2 b2 c2 .
a3 b3 c3
a3
b3
c3
4. Se tutti gli elementi di una riga (o di una colonna) sono nulli allora lo `e
pure il determinante.
` superfluo infine ricordare come, nellambito della teoria riguardante
E
i sistemi lineari di primo grado, queste regole facilitino la risoluzione dei
sistemi contenenti 2 o pi`
u incognite.
Appendice B
alfa
beta
gamma
delta
epsilon
zeta
eta
theta
iota
kappa
lambda
mu (o mi)
nu (ni)
xi
omicron
pi
rho
sigma
tau
u
psilon
phi
chi
psi
omega
Alfa
Beta
Gamma
Delta
Epsilon
Zeta
Eta
Theta
Iota
Kappa
Mu (o Mi)
Nu (Ni)
Xi
Lambda
Omicron
Rho
Sigma
Tau
Pi
Upsilon
Phi
Chi
Psi
Omega
LRoi@mclink.it