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Politecnico di Milano

Fisica Sperimentale A+B (prof. A. Brambilla)


a.a. 2010-2011- Corso di laurea in Ingegneria Chimica

IV appello - 16/02/2012

Giustificare le risposte e scrivere in modo chiaro e leggibile. Sostituire i valori numerici solo alla fine, dopo aver ricavato le
espressioni letterali. Scrivere in stampatello nome, cognome, matricola e firmare ogni foglio.

1. Due corpi di massa m1 = 2 kg ed m2 = 1 kg, kg collegati da una fune ideale,, sono appoggiati rispettivamente su un
piano orizzontale e su un piano inclinato (vedi figura). Il piano orizzontale
orizzontale presenta coefficienti d’attrito statico
µS = 0.2 e dinamico µD = 0.15,, mentre il piano inclinato è privo di attrito.
a) Calcolare qual è il valore massimo dell’angolo α oltre il
quale i due corpi non riescono più a mettersi in moto.
Si supponga ora che sia α = 60°.
b) Calcolare l’accelerazione dei due corpi.
c) Calcolare la tensione nella fune che li unisce.
unisce

2. Una particella di massa m1 urta con velocità v0 una seconda particella di massa m2, inizialmente ferma. Dopo
l’urto la prima particella si muove lungo una direzione che forma un angolo α >0 con la direzione di v0, mentre la
m1 m2
seconda lungo una direzione che forma un angolo β >0 con la
PRIMA

v0 direzione di v0, come in figura (tutto


tutto avviene nel piano orizzontale
orizzontale).
v1 a) Si calcolino i moduli v1 e v2 delle velocità delle particelle dopo
m1 l’urto, in funzione di α, β, m1, m2 e v0.
α b) Si verifichi che, se vale sia m1 = m2 sia α = β = π/4, l’urto è
DOPO

β
elastico.
m2
v2

3. Sia dato un filo rettilineo indefinito sul quale si trova la carica q > 0, distribuita con densità lineare uniforme λ. Il
filo è disposto lungo l’asse di un guscio cilindrico conduttore di lunghezza indefinita, di raggio interno R1 e raggio
esterno R2. Il guscio conduttore è inizialmente anch’esso carico con la stessa quantità di carica q > 0.
a) Determinare la distribuzione delle cariche sul guscio conduttore.
b) Calcolare il campo elettrico (modulo, direzione, verso) in tutti i punti dello spazio.
c) Calcolare il potenziale elettrostatico in tutti i punti dello spazio per i quali r < r0, con r0 > R2, ponendo come
riferimento il potenziale nullo proprio alla distanza r0 dal filo.

4. Due fili rettilinei di lunghezza indefinita


finita giacciono paralleli all’asse x e incrociano l’asse y rispettivamente nei
punti y1 = 2 cm e y2 = -3 cm (vedi figura).
figura) In essi scorrono correnti di intensità I1 = 4 A e I2 incognita. All’origine
degli assi è centrata una spira quadrata di lato a = 5 mm giacente nel piano (x,z), in cui circola una corrente
I = 100 mA in senso antiorario rispetto all’asse y. Si supponga che il verso di I1 sia quello indicato in figura.
figura
a) Si ricavi il vettore momento di dipolo magnetico µ
associato alla spira e se ne calcoli il modulo.
modulo
b) Sii calcolino intensità e verso di percorrenza di I2 affinchè
sulla spira agisca un momento meccanico nullo.
c) Si ponga poi I2 = 0 e si calcoli il lavoro necessario per
portare il momento di dipolo magnetico della spira
parallelo e concorde all’asse z.
(Nel fare i calcoli ai punti b e c,, considerate la spira come se
fosse un dipolo puntiforme posizionato nell’origine degli assi).
assi
Traccia di soluzione

1.
a) Il sistema è in equilibrio statico e le equazioni del moto per i due corpi possono scriversi come:

     0 

  cos    0

Da cui si ricava rapidamente il valore dell’angolo massimo per il quale i corpi sono fermi (cioè ad angoli più piccoli
si muovono):
 
 arccos   66.40 °


b) Per il sistema in moto con  60 °, si ha:

      

    cos   

con qualche passaggio algebrico, si ricava l’espressione dell’accelerazione del sistema:

 cos    
  0.65 m/s
  

c) per ricavare il valore della tensione con le condizioni del punto b), è sufficiente usare una delle due equazioni
del sistema, per esempio:
  #   $ 4.25 N

2.
a) In un urto generico si ha la conservazione della quantità di moto del sistema. Questo significa, nel caso
considerato, che vale:

 '() '(   '(

Poiché il moto avviene in due dimensioni, conviene separare l’equazione proiettandola lungo i due assi cartesiani
orizzontale e verticale (rispetto al moto della particella 1 prima dell’urto), ottenendo:

 ')  ' cos    ' cos *



0 ' sin    ' sin *

si ha quindi un sistema di due equazioni in due incognite, che ha soluzioni:

sin *
' '
sin#  *$ )

sin 
' '
 sin#  *$ )

b) Perchè l’urto sia elastico, occorre che sia conservata l’energia cinetica del sistema nell’urto. Bisogna quindi
verificare che valga l’equazione:

1 1 1
#') $  #'$   #' $
2 2 2

Con le sostituzioni suggerite dal testo, l’identità è facilmente verificata.


3.
a) La carica sul guscio cilindrico non può che essere distribuita sulle superfici (solo quelle laterali, poiché il cilindro
è di lunghezza indefinita). In particolare, considerata la presenza del filo rettilineo con carica +q, sia ha che:
- sulla superficie interna del guscio è distribuita la carica –q, per induzione completa rispetto al campo
generato dal filo;
- sulla superficie esterna del guscio, per conservazione della carica totale +q che già si trovava sul guscio, non
può che essere distribuita la carica +2q.

Entrambe le cariche sono distribuite uniformemente sulle superfici, data la simmetria del problema.

b) Uso il teorema di Gauss con una superficie cilindrica coassiale con il filo rettilineo, di altezza h e raggio di base r
generico. Rispetto a quest’ultimo, posso dividere lo spazio in tre regioni:

87 8
per 0 0 1 0 2 , : 5;(< #1$
4#5$ 26175 => ;
9) 269) 1 ?
per 2 0 1 0 2 , 4#5$ 26175 0 : 5;(<< #1$ 0;
B<C
per 1 A 2 , 4#5$ 26175
9)

L’ultimo passaggio è più complicato, ma solo formalmente.


Le conclusioni del punto a) portano infatti a considerare che B<C 87  B  B 87  87  287 287.
Infatti, la carica B (sulla parte della superficie interna del guscio cilindrico ritagliata dalla superficie gaussiana) è
uguale e opposta a quella ritagliata sul filo (cioè 87). Allo stesso modo (vedi punto a), la parte di carica presente
sulla superficie esterna del guscio e che si trova internamente alla superficie gaussiana sarà B 287.
Posso quindi concludere:
8
per 1 A 2 , 5;(<<< #1$ =>
69) 1 ?

c) Il calcolo del potenziale si fa partendo dal valore di riferimento D#1)$ 0, usando la solita espressione
ΔD  F 5;( · H1(

Occorre quindi nuovamente dividere lo spazio in tre regioni:


?
8 1)
per 2 0 1 0 1) , D<<< #1$ D#1$  D#1) $  F 5;(<<< · H1( ln K L
69) 1
?I

Nel conduttore il potenziale ha valore costante. Posso calcolare il valore in R2 dall’ultima espressione. Questo è
quindi il valore del potenziale in tutto il conduttore:
8 1)
per 2 0 1 0 2 , D<< #1$ D#2 $ ln  
69) 2

Infine potrò calcolare il potenziale nella regione interna al guscio:


?
8 2 8 2 8 1)
per 0 0 1 0 2 , D< #1$  D#2$  F 5;(< · H1( ln   : D< #1$ ln    ln  
269) 1 269) 1 69) 2
MN

4.

a) Il vettore momento magnetico associato alla spira è, per definizione, ( OPQ> O R̂, dove Q> è la normale
uscente individuata dalla regola del pollice, che in questo caso coincide con l’asse delle y.

Il modulo del momento di dipolo magnetico risulta:  O 2.5 10TUA/m 2.5 A/mm .
b) Il momento meccanico può essere calcolato a partire dalla relazione W ;;( ( X Y ;(, dove Y
;( è il campo al centro
della spira (generato dai due fili), come suggerito dal testo. Se si osserva la figura e si valuta la direzione del
campo magnetico che può essere generato dai fili si nota che, al centro della spira, esso non può che essere nel
piano della spira stessa, quindi perpendicolare a (. Ciò significa che può essere W ;;( 0 solo se è Y;( 0.
Un rapido controllo delle possibili direzioni del campo generato dal secondo filo indica che la direzione di I2 non
può che essere concorde con I1: altrimenti i due campi generati dai fili sarebbero concordi e la loro somma non
potrebbe mai essere zero!
Compreso questo, non resta che calcolare l’espressione dei suddetti campi al centro della spira (coincidente con
l’origine degli assi):

) O
;(#0$ 
Y Z[
26H
 O
;( #0$ ) Z[,
Y
26H

dove H e H sono le distanze dei fili dall’origine. Il campo totale nell’origine, sovrapposizione di questi due campi,
ha espressione:

H ) O  H ) O
;(\]\ #0$
Y ^
Z.
26H H

Esso è nullo solo se vale: HO  H O 0, cioè deve valere:

H O
O 6 A.
H

c) Il lavoro (esterno) che occorre fare per ruotare la spira è pari alla variazione di energia magnetica associata al
sistema nel passare dalla configurazione iniziale (quella del disegno) a quella finale (ruotata di 90°). Infatti,
possiamo in generale scrivere _`a\ _bc] #∆e$ ∆e.
Tale energia può essere calcolata dalla espressione e ( · Y ;(, sapendo che nella configurazione finale il
[
momento di dipolo magnetico sarà diventato (fgh O Z.
Si ha:

;( 0
eghgi ( · Y
) O O 
;( 
efgh (fgh · Y 10T) J.
26H

Risulta quindi, infine, _`a\ efgh  eghgi 10T) J.

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