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1:8, scala non presente nella normativa del disegno tecnico, ma scelta
però in funzione delle dimensioni del foglio e del meccanismo reale, e
quindi appropriata alla situazione.
A.1) Le posizioni dei punti morti del centro C del pistone possono essere
trovate facilmente trovando prima le due posizioni limite del bilanciere.
Queste due si hanno quando l'asse della guida è tangente alla
circonferenza di centro O2 e raggio pari al raggio di manovella. Quindi da
qui si ricavano i due punti limite sulla traiettoria del punto B dalla quale,
con apertura di compasso pari alla lunghezza di biella, si ricavano le
posizioni di C sull'asse del cilindro, ovvero C1 e C2. Con un po' di
trigonometria è facile calcolare anche i corrispondenti angoli di manovella
e quindi le posizioni di quest'ultima: sono ϑ1=123°44'56'' e ϑ2=236°15'4''
circa, trovati con le formule:
𝑂 𝐴
ϑ1= 180°- arccos( 𝑂1 𝑂𝑚) e
1 2
𝑂 𝐴
ϑ2= 180°+ arccos( 𝑂1 𝑂𝑚 )
1 2
A.2) Per le posizioni di punto morto della manovella rispetto alla guida nel
bilanciere, basta tener presente che queste si verificano ovviamente
quando asse della manovella e asse della guida sono allineati, in entrambi
i versi. Pertanto è sufficiente trovare due punti sulla guida, il primo a una
distanza da O1 pari a (O1O2+r) e il secondo a distanza da O1 pari a (O1O2-r),
dove ovviamente r è il raggio di manovella. Si ottengono così i punti Am1 e
Am2.
una corrisponde alla posizione del
bilanciere ortogonale all'asse del cilindro,
l'altra alla max inclinazione del bilanciere
rispetto a O1O2
A.3) Per trovare l'angolo β di massima inclinazione della biella sull'asse del
cilindro e quindi la posizione della biella, il ragionamento è più complesso.
Probabilmente esiste un'appropriata costruzione esclusivamente
geometrica, ma la posizione della biella alla massima inclinazione è stata
trovata ricorrendo al teorema di Pitagora per disegnarne lo schema con
una ottima approssimazione (che dipende comunque anche dalla scala
utilizzata).
Sapendo che gli angoli ϑ e γ sono percorsi nello stesso tempo, si ottiene
γ
facilmente la funzione ωb=(ϑ) ∗ ω, che ancora una volta è funzione della
sola variabile ϑ, e ciò conferma sempre il fatto che sia effettivamente un
meccanismo, in quanto vi è un solo grado di libertà. Inoltre anche
dimensionalmente la formula è corretta poichè è il prodotto di un
rapporto fra due angoli (e quindi adimensionale) per una velocità
angolare.
Nel nostro caso, quindi, otteniamo un angolo γ=18°4' circa e quindi una
velocità angolare del bilanciere pari a ωb=34,75 giri/min. Da qui possiamo
calcolare il modulo della velocità assoluta di B: sarà pari al prodotto di
ωb*L e quindi Vb=0,73 m/s circa. Nella scala scelta corrisponde a un
segmento di circa 22 mm.
*Nel diagramma seguente è stata usata una scala diversa per ogni
vettore per motivi di spazio. Ciò comporta un errore della lunghezza dei
segmenti delle accelerazioni relative, ma era inevitabile adottare tale
misura: basti pensare che l'accelerazione del punto Am è circa 370 volte
maggiore, in modulo, dell'accelerazione del punto C.
B) Dopo aver disegnato il meccanismo per ϑ=90° (disegno a pagina
seguente) possiamo facilmente calcolare la distanza di Am da O1 con la
funzione che abbiamo trovato al punto A.5
O1Am=√H 2 + r 2 + 2Hr ∗ cosϑ ovvero con il teorema di Pitagora. Lo
spazio percorso quindi da Am sulla guida sarà:
√H 2 + r 2 + 2Hr ∗ cos(52°) - √H 2 + r 2