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Capitolo 1
I sistemi di riferimento.
1.1 - La sfera delle direzioni.
La determinazione vettoriale della posizione di un astro sulla volta celeste, rispetto ad un punto prefissato di riferimento, nel quale losservatore
si trova o si immagina di trovarsi, dato dal vettore (V-O); questa semplicissima forma richiede per la conoscenza di due quantit: il modulo
del vettore e il verso del segmento che congiunge O con V.
Osservando lastro V con un solo strumento astronomico, in generale,
non possibile determinare tutti gli elementi che definiscono il vettore;
per questi motivi molto utile e spesso usata la rappresentazione del vettore (V-O) mediante il prodotto del modulo per il versore: mostrando cos la parte che dipende dalla sola direzione orientata nella quale V visto
da O e che pu essere determinata per mezzo di strumenti indipendentemente dalla distanza OV; in moltissimi casi la distanza di V da O pu
essere non indispensabile quando si introduce la sfera delle direzioni.
MARIO VULTAGGIO
Consideriamo, allora, gli infiniti versori uscenti dal punto O: essi individuano una superficie appartenente ad una sfera di raggio unitario, avente
il centro nel punto O; questa superficie detta sfera delle direzioni; infatti, ogni direzione orientata uscente da O corrisponder univocamente
ad un astro della sfera celeste proiettato su di essa.
Con luso della sfera delle direzioni tutti i problemi goniometrici dello
spazio presentano una rapida ed agevole soluzione; infatti, qualunque
piano diametrale taglia la superficie sferica lungo un cerchio massimo ed
da questo univocamente determinato. Langolo fra due direzioni orientate misurato dallarco di cerchio massimo compreso fra i due punti
che determinano sulla sfera le due direzioni suddette; langolo diedro
formato da due piani diametrali uguale allangolo fra i due corrispondenti archi di cerchio massimo (v. figura 1.1):
= AA1 , = BB1 , = A1 B1
Le relazioni fra rette e piani che passano per uno stesso punto vengono
cos tradotte in relazioni fra punti e cerchi massimi sulla superficie sferica. Le trasformazioni di coordinate, fra un riferimento ed un altro, trovano una via pi comoda applicando la propriet delle matrici di rotazione.
1.2 La matrice di rotazione.
Sia (V-O) un versore appartenente al piano con Oxy il sistema di riferimento levogiro e con Ox lasse polare. Le coordinate di V rispetto al sistema sono:
z
z'
O
q
a
V
y'
x'
x
(V O) = =
y
cos
sin
(1.1)
(1.2)
- sin x
cos
y
(1.3)
cos
sin
0 x
cos
0
0 y =MV
1 z
V O = y ' = sin
z'
0
(1.4)
V O = y = sin( )
z
0
cos( )
0
cos
0 y' = sin
1 z'
0
sin
0 x'
cos
0
0 y' = B V
1 z'
MARIO VULTAGGIO
(1.5)
(1.6)
con angolo di rotazione. La sostituzione di ON e NX permette di esprimere la relazione precedente nel seguente modo:
V ' = (U V )U + (V (U V )U ) cos + (U V ) sin
i
U V = u1
j
u2
u2
u12
u3 u2 y = u1u2
u3 z u1u3
u1u2
u1u3 x
u
u2 u3
u2 u3 y = PV
u32 z
2
2
k u 2 z u3 y
0
u 3 = u 3 x u1 z = u 3
u3
0
u1 y u 2 x
u1
u2
u2 x
u1 y = QV
0
(1.7)
con M matrice di rotazione, i cui elementi sono dati dalla seguente espressione:
u12 + (1 u12 ) cos
M = u1u2 (1 cos ) + u3 sin
u1u3 (1 cos ) u2 sin
(1.8)
Un'importante propriet della matrice M si ottiene associando a V e V
alternativamente i versori degli assi di riferimento:
i ' = Mi , j ' = Mj , k' = Mk
MARIO VULTAGGIO
V = M TV ' e
MM T = I
forma:
1
M x ( ) = 0 cos
0 sin
sin
cos
(1.9)
M y ( ) =
cos
0 sin
cos
0
sin
1
0
0 cos
e M z ( ) = sin
0
sin
cos
0
0
1
(1.10)
La trasformazione di coordinate, da un sistema di riferimento ad un altro, generata da una generica rotazione e con lasse di rotazione non
coincidente con uno degli assi del sistema di riferimento, potr essere
realizzata mediante la combinazione di due o pi rotazioni rispetto agli
assi, esistendo la propriet:
M ( ) = M x ( ) M y ( ) M z ( ) .
cos '
sin '
(1.9.1)
sin ' 0
cos '
(1.10.1)
MARIO VULTAGGIO
sinc
A=
0
cos c
0
, B= 0
sina cos B
C = sinasinB
(1.11)
cos a
(1.12)
cos b
Figura 1.4 Rotazione del sistema di riferimento sulla sfera delle direzioni
(1.13)
Dalluguaglianza degli elementi dei due vettori dati dalla (1.13) si ottengono le tre relazioni fondamentale della trigonometria sferica note come
relazioni di Gauss:
)
cos a = cos b cos c + sin b sin c cos A
, formula di Eulero
sin a sin b
, teorema dei seni
)=
)
sin A sin B
)
sin a cos B = cos b sin c sin b cos c cos A , teorema delle proiezioni
Allo stesso risultato si arriva utilizzando alcune propriet dell'analisi vettoriale. Siano l, m, n, i versori che definiscono i vertici A, B, C del triangolo sferico dal centro O (v. figura. 1.4); il prodotto vettoriale l x m un
vettore di modulo sinc e perpendicolare al piano AOB; allo stesso modo,
il prodotto vettoriale l x n un vettore di modulo sinb e perpendicolare
al piano AOC. Langolo fra i due vettori dato dallintersezione dei citati piani ( A ). Considerando il prodotto scalare dei due vettori calcolati si
ha:
(lxm) (lxn) = sincsinb cos A
= l [mx(lxn)] = l [l (m n) n(l m)]
= (m n) - (l n)(l m) = cosa - cosbcosc
(1.14)
MARIO VULTAGGIO
(1.15)
Le relazioni relative al teorema dei seni sono possibili ricavarle mediante il seguente prodotto vettoriale:
(l x m) x (l x n) = (l m x n)l
)
)
sinA sinC
=
sina sinc
)
)
sinB sinC
=
sinb sinc
(1.16)
10
sentano le equazioni fondamentali della trigonometria sferica per un generico triangolo sferico:
sinasinB = sinbsinA
(1.17)
(Formula di Eulero)
Esse sono dette anche relazioni di prima specie; per rotazione dei lati e
degli angoli possibile trovare tutte le altre formule corrispondenti; seguendo la successione dei lati e degli angoli
B .
(1.18)
MARIO VULTAGGIO
Si dimostra che esistono anche le seguenti relazioni applicate agli angoli, dette relazioni correlative:
cos A = cos B cos C + sinB sinC cos a
cos B = cos C cos A + sinC sinA cos b
cos C = cos A cos B + sinA sinB cos c
(1.19)
(1.20)
(1.21)
13
(1.22)
MARIO VULTAGGIO
sin c sin B
cos c sin a sin c cos a cos B
Ovvero
cot C =
(1.23)
do lato (a)per il coseno dellangolo compreso(B) pi il prodotto del seno di questultimo angolo per la cotangente dellangolo adiacente(C).
(v. figura 1.8)
(1.24)
15
MARIO VULTAGGIO
Ovvero
sin a cos C = cos c sin b sin c cos b cos A
(1.25)
(1.26)
Procedendo con lo stesso metodo ed utilizzando le altre possibili relazioni si possono ottenere le seguenti relazioni:
sincsinA = sinasinC
sinc = sinasinC
cos(90 c) = sinasinC
cos c cos A = sinc cot b sinA cot B
0 = sinc cot b cot B
(1.27)
17
(1.28)
MARIO VULTAGGIO
(1.29)
(1.30)
Per i triangoli sferici rettilateri (v. figura 1.11) vale la seguente regola (si
consideri a=90):
18
(1.31)
19
MARIO VULTAGGIO
A cos(b c) cos a
=
=
sinbsinc
2
a +b+c
ab+c
sin
sin
A
2
2
sin 2 =
sinbsinc
2
2 sin 2
bc+a
bca
sin
2
2
sinbsinc
20
a+b+c
2
a +b + c = 2p
p=
a + b + c 2a = 2 p 2 a
pa =
ba+c
2
a + b + c 2b = 2 p 2b
p b =
ab+c
2
a + b + c 2c = 2 p 2 c
pc =
a+bc
2
A sin( p b) sin( p c)
=
2
sinbsinc
ovvero
sin
A
sin( p b) sin( p c)
=
2
sinbsinc
(1.32)
Si ottiene un'analoga relazione, in termini della funzione coseno, procedendo nel seguente modo:
2 cos 2
A
cos a (cos b cos c sinbsinc) cos a cos(b c)
= 1 + cos A =
=
2
sinbsinc
sinbsinc
a+b+c
abc
a+b+c
b+ca
sin
sin
sin
sin
2
2
2
2
= 2
=2
sinbsinc
sinbsinc
A sinpsin( p a )
=
2
sinbsinc
ovvero
cos
A
sinpsin( p a )
=
2
sinbsinc
A
sin( p b) sin( p c)
=
2
sinpsin( p a)
(1.33)
MARIO VULTAGGIO
tan
B
sin( p c) sin( p a )
=
2
sin p sin( p b)
e tan
C
sin( p a) sin( p b)
=
2
sin p sin( p c)
(1.34)
Quando sono noti gli angoli interni degli stessi, possibile calcolare i lati con le formule correlative; queste relazioni si trovano introducendo la
definizione di eccesso sferico:
Nei triangoli sferici, al contrario di quanto avviene nel piano, la somma degli angoli interni pu superare 180; la differenza tra la somma
degli angoli e 180 definisce l'eccesso sferico del triangolo sferico:
= A + B + C
(1.35)
L'eccesso sferico pu raggiungere il valore massimo quando si considera un triangolo sferico trirettangolo (caso di triangolo sferico coincidente con i lati sferici rappresentati dai cerchi massimi passanti per gli
assi di riferimento (v. figura 1.12).
a A , b B , c C
e quindi:
22
2 p = ( A) + ( B ) + ( C ) = 3 ( A + B + C ) = 2
p =
, p a A
, pb B
,pc C
a
cot =
2
sin( B
) sin(C
)
a
2
2
tan(90 ) =
2
sin( ) sin( A )
2
2
sin( B
) sin(C
(1.36)
sin( ) sin( A )
2
2
tan
sin( ) sin( A )
2
2
sin( ) sin( B )
2
2
a
b
=
, tan =
,
2
2
sin( B ) sin(C )
sin(C ) sin( A )
2
2
2
2
sin( ) sin(C )
c
2
2
tan =
2
sin(C ) sin( A )
2
2
(1.37)
23
MARIO VULTAGGIO
sin
A
b+c
BC
a
= cos
sin
sin
2
2
2
2
, cos
A
bc
B C
a
sin
= sin
sin
2
2
2
2
bc
sin
B C
A
2
= cot
tan
b
+
c
2
2 sin
2
(1.38)
a
B+C
bc
A
cos sin
= sin
cos
2
2
2
2
(1.39)
ca
cos
C+A
B
2
tan
= cot
2
2 cos c + a
2
(1.40)
24
tan
A B
2
= cot
C
2
sin
sin
a b
2
a+b
tan
A+ B
2
= cot
C
2
cos
cos
a b
2
a+b
2
(1.41)
Seguendo il metodo gi esposto, si possono anche ricavare le formule
correlative:
BC
bc
a
2
tan
= tan
2
2 sin B + C
2
BC
b+c
a
2
tan
= tan
2
2 cos B + C
2
(1.42)
CA
c+a
b
2
tan
= tan
C
+
A
2
2 cos
2
(1.43)
A B
cos
a+b
c
2
tan
= tan
2
2 cos A + B
2
(1.44)
sin
CA
ca
b
2
tan
= tan
C
+
A
2
2 sin
2
cos
sin
A B
sin
a b
c
2
tan
= tan
2
2 sin A + B
2
cos
MARIO VULTAGGIO
topografico locale.
In questi casi preferibile utilizzare le propriet delle matrici di
rotazione.
U
R = V
W
(1.45)
(1.46)
1
0
0
u = 0 , v = 1 , w = 0
0
0
1
(1.47)
[R]Oxyz
Ouvw
= H Oxyz
[R]Ouvw
(1.48)
(1.49)
(1.50)
Y = j T R = Uj T u + Vj T v + Wj T w
(1.51)
Z = k T R = Uk T u + Vk T v + Wk T w
(1.52)
27
MARIO VULTAGGIO
T
T
T
X i u i v i w U
Y = j T u j T v j T w V
Z k T u k T v k T w W
(1.53)
Ouvw
Oxyz
(1.54)
La (1.54), apparentemente molto complessa, identica alla gi citata
matrice (1.8); con semplici considerazioni, si ricavano le sue espressioni
per rotazioni attorno ad un singolo asse:
0
1
R x ( ) = 0 cos
0 sin
0
sin
cos
cos 0 sin
1
0
R y ( ) = 0
sin 0 cos
cos sin 0
R z ( ) = sin cos 0
0
0
1
0
0
1
'
sin '
R x ( ) = 0 cos
0 sin ' cos '
cos ' 0 sin '
1
0
R y ( ' ) = 0
sin ' 0 cos '
cos ' sin ' 0
0
0
1
'
(1.55)
28
1.6.2 Applicazioni
In navigazione satellitare si affrontano problemi di trasformazione di
coordinate per passare dal sistema di riferimento inerziale a quello geocentrico terrestre e successivamente a quello locale centrato sul punto
dellantenna del ricevitore satellitare.
29
MARIO VULTAGGIO
X
cos cos
R = Y = R cos sin
Z
sin
(1.56)
Un analogo sistema inerziale si ottiene quando si considera una terna levogira con il piano di riferimento coincidente con il piano orbitale,
lasse GX orientato verso il nodo ascendente dellorbita.
R = y = R cos sin
z
sin
(1.57)
R = y = H z (Ts ) Y = R sin Ts
z
Z
0
sin Ts
cos Ts
0
0 cos cos
0 sin cos
1 sin
(1.58)
verso della latitudine crescente (verso il nord) e lasse GY tangente al parallelo e rivolto verso est; gli angoli sul piano si contano nel senso orario
a partire dallasse tangente al meridiano: orientamento utilizzato in navigazione per la misura delle direzioni (azimut).
31
MARIO VULTAGGIO
ENU
NED
0 1 0
= 1 0 0
0 0 1
(1.59)
Il sistema NED utilizzato in navigazione aerea dato che lasse longitudinale dellaereo forma un angolo con la direzione del meridiano coincidente con la prora dellaereo ed il piano tangente coincidente con piano
dassetto dellaereo.
Per quanto visto usando i versori delle terne di riferimento, i versori della terna ENU in coordinate ECEF sono:
sin
cos sin
cos cos
sin
(1.60)
(1.61)
32
cos sin
sin
cos cos
(1.62)
u X = sin , uY = cos , u Z = 0
cos cos
sin cos
sin
(1.63)
La verifica della matrice di rotazione (1.59) pu essere fatta considerando un vettore rappresentato nel sistema levogiro (antiorario) ENU ed
uno nel sistema NED orario (v. figura 1.18).
U
sin
N
sin cos
E = cos cos
D
sin
33
(1.64)
(1.65)
MARIO VULTAGGIO
D
0 0 1 sin
sin
(1.66)
con ( , ) gli angoli che definiscono il vettore nei due sistemi di riferimento. In effetti si pu osservare che il vettore (1.66), ottenuto per rotazione (1.59) identico a vettore (1.65) per proiezione con considerazioni
geometriche.
RGxyz
cos u
= R sin u ,
0
RGXYZ
cos u
= RH Z ( )H x (i ) sin u
0
sin u sin i
2
Ts = Ts (t o ) + (t t o )
43082
(1.67)
(1.68)
(1.69)
34
sin u sin i
cos u cos( + TS ) sin u sin ( + TS ) cos i
= R cos u cos( + TS ) + sin u sin ( + TS ) cos i
sin u sin i
(1.70)
cos
sin sin
cos sin
0 X
cos Y
sin Z ECEF
(1.71)
e
cos cosh
n = sin cosh = X sin cos sin sin + Z cos
u
sinh X cos cos + cos sin + Z sin
(1.72)
con lazimut contato, nel senso levogiro, a partire dal punto Est.
La trasformazione delle coordinate dal sistema ECEF al sistema
rappresentato dalla terna destrogira NEU, (coordinate alto azimutali
comunemente utilizzate in navigazione), rappresentata dalla seguente
relazione matriciale:
35
MARIO VULTAGGIO
X
N
E
= R Y (90 )R Z (180 ) Y
Z ECEF
U NEU
sin cos
R( , ) = sin
cos cos
(1.73)
(1.74)
X sin + Y cos
Az = tan 1
(1.75)
X 2 + Y 2 + Z 2
(1.76)
= X 2 + Y 2 + Z 2
36
(1.77)