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I fusi neuromuscolari sono dei recettori sensibili allo stiramento del muscolo, cioè inviano al midollo
spinale e all’encefalo le informazioni sulla lunghezza del muscolo e sulle sue variazioni. I fusi sono
localizzati all’interno della muscolatura striata-volontaria e sono costituiti da fascetti di piccole fibre
muscolari o fibre intrafusali, disposte in parallelo con le fibre di grande diametro del muscolo e
racchiuse all’interno di un capsula di tessuto connettivo.
Il trasporto dell’ossigeno nel sangue avviene attraverso l’emoglobina che si trova nei globuli rossi e
hanno un ruolo fondamentale ovvero sono in grado di trasportare ossigeno sufficiente a sostenere
la vita.
L’ossigeno è trasportato nel sangue in due modi:
All’inizio dell’inspirazione, la pressione intrapleurica è negativa cioè inferiore a quella dell atmosfera -4
mmHg (data dalla combinazione tra spinta verso l’esterno della cassa toracica e ritorno elastico verso
l’interno dei polmoni). Mentre l’inspirazione procede, le membrane pleuriche ed i polmoni seguono la cassa
toracica, ma il tessuto polmonare elastico si oppone allo stiramento, ed i polmoni tentano di allontanarsi
dalla parete toracica, facendo diminuire la pressione intrapleurica.
La sensibilità è la capacità del corpo di percepire stimoli dai recettori nervosi sui cambiamenti
interni o esterni che agiscono sull’organismo.Questi stimoli vengono tradotti da un'energia fisica in
una elettrica dai recettori, posti su organi e apparati. Possiamo distinguere differenti tipi di
sensibilità: somatica, generale e specifica.La sensibilità generale può essere classificata in 4
gruppi:
muscolo scheletrico
muscolo scheletrico
Esame n2
1.Potenziali locali
I potenziali locali sono segnali a intensità variabile che si propagano per brevi distanze,
diminuendo man mano di intensità. Sono sommabili nello spazio e nel tempo. Non presentano
refrattarietà, si generano nei dendriti e nel soma Possono essere iperpolarizzanti o depolarizzanti.
se sono depolarizzanti rendono il potenziale di membrana più positivo, se sono iperpolarizzanti
rendono il potenziale di membrana più negativo. Requisiti sviluppo: occorre la presenza di canali
chemio dipendenti o meccano dipendenti, quindi che siano aperti da uno stimolo che arriva da
un’altra cellula
3.Legge di Franklin-starling
La legge di Frank Starling stabilisce che, il muscolo cardiaco regola la forza della sua contrazione
in relazione alla quantità di sangue presente nel ventricolo alla fine della diastole. L'intensità della
contrazione del cuore aumenta all'aumentare del riempimento delle camere cardiache, perchè le
pareti del cuore si stirano, e di conseguenza i sarcomeri si allungano producendo maggior forza.
La contrazione cardiaca è quindi dovuta al movimento biochimico di particolari fibre di actina e
miosina in grado di scorrere le une sulle altre, riducendo la loro lunghezza complessiva; nel
momento in cui esse si trovano più distese sono in grado di rispondere con una contrazione più
forte. Nel cuore posso aumentare la forza cambiando il volume
5.Aldosterone
L’aldosterone è un ormone stereoideo sintetizzato nella corticale del surrene. La sua secrezione è
regolata da una diminuzione di osmolarità che aumenta il riassorbimento di sodio. Lo stimolo
maggiore per il rilascio di aldosterone è l’ipercalemia. Questo regola il riassorbimento di Na2 nei
tubuli distali e nei dotti collettori del rene e la secrezione di K.
Il principale sito d'azione è l'ultimo terzo del tubulo distale ed il dotto collettore corticale.
L'aldosterone si lega a recettori intracellulari delle cellule P : il complesso aldosterone – proteina si
comporta come un fattore di trascrizione, identificando sequenze di dna specifiche che vengono
lette e trascritte per la sintesi di proteine che hanno a che fare con il bilancio del sodio,
modificando la permeabilità delle cellule del tubulo distale: canali per il sodio, per il potassio e
pompe sodio-potassio.
Esame N3
I potenziali d’azione o anche detti potenziali propagati, richiedono la presenza di canali voltaggio
dipendenti selettivi (i principali sono sodio,potassio e calcio).Sono segnali elettrici di intensità
costante che viaggiano nella zona trigger di un neurone all’estremità del suo assone. Vengono
utilizzati per grandi distanze e non si possono sommare (accumulare).Sono Caratterizzati da
un’elevata velocità di propagazione, hanno intensità costante, sono segnali transitori e presentano
refrattarietà (ovvero che tra un potenziale e l’altro c’è un tempo dove non può avvenire un
potenziale anche se c’è uno stimolo).I canali voltaggio dipendenti selettivi si aprono in risposta ad
una variazione del potenziale di membrana di entità pari al valore richiesto dal canale per aprirsi
(valore soglia, per arrivare al valore soglia devono arrivare dei potenziali locali che depolarizzano
la cellula fino al valore soglia.Ed avviene un potenziale d’azione)
GS = 135 ml - 65 ml = 70 ml
Ma questo valore non è costante e può aumentare fino a 100 ml durante l’esercizio fisico. Il volume
telesistolico serve per fornire u margine di sicurezza in caso di una contrazione particolarmente
energetica,Il quale può diminuire il suo volume telesistolico, inviando ulteriormente quantità di
sangue ai tessuti. La gittata sistolica. Direttamente correlata alla forza generata dal muscolo
cardiaco durante la contrazione (quando la forza di contrazione aumenta, la gittata sistolica
aumenta). L a forza d contrazione ventricolare è influenzata da due parametri: la lunghezza delle
fibre al’inizio della contrazione e la contrattilità cardiaca, ci sono due fattori che influenzano la
gittata sistolica:
La legge del cuore di frank-starling è un modo per aumentare la gittata sistolica è di far in modo
che il volume telediastolico aumenti: per far in modo che questo volume aumenti bisogna far
aumentare il riempimento passivo dell’atrio ventricolo e avviene aumentando la quantità di sangue
che ritorna al cuore da sistema venoso (cioè precarico: che è l'aumento del volume) Frank-Starling
hanno fatto un esperimento prendendo un cuore isolato dal sistema circolatorio.Questa legge dice
che se aumenta il riempimento ventricolare o
cardiaco il cuore pompa con una forza maggiore per espellere il sangue in più che gli è arrivato.
Quindi se aumento il precarico del cuore aumento il ritorno venoso .la forza di contrazione delle
pareti cardiache aumenta e in particolare del ventricolo. Ma loro non sapevano che le pareti del
cuore avessero il sarcomero. Ma noi oggi sappiamo che se io aumento il riempimento del cuore
nel soggetto integro aumenta il ritorno venoso. L’aumento del volume dentro il ventricolo stira le
pareti del muscolo ancora rilasciato ,allungandosi le pareti del cuore aumenta il volume, ma
siccome le pareti del cuore sono fatte di un muscolo contenete sarcomero quindi si allungano i
sarcomero. Il ritorno venoso è il sangue che entra nel cuore dalla circolazione venosa, questo
aumenta diminuendo la complicanza delle vene
L’ormone antidiuretico viene chiamato anche vasopressina. Che sarebbe un peptide formato da
nove aminoacidi, ed è prodotto dal neuro ipofisi ma è segregato dall’ipofisi posteriore. Ha la
funzione di variare (aggiungere o rimuovere) i pori per l’acqua (chiamati acqua Porrini di tipo due)
nella membrana apicale del tubulo distale e dotto collettore e varia la loro permeabilità. La sua
funzione è di permettere all’organismo di aggiustare la concentrazione delle urine.più
vasopressina = più concentrate meno vasopressina = meno concentrate più diluite
Quest’acqua che noi gli assorbiamo dalle urine viene mandata al sangue quando l'osmolarità è
molto alta ovvero quando supera il volume soglia di 280 Mosm e gli osmorecettori stimolano il
rilascio di vasopressina.
Gli organo otolitici sono uno dei due componenti dell’apparato vestibolare. Gli organi otolitici sono
formati da sacculo e utricolo che rilevano l’accelerazione lineare e la posizione della testa in
funzione della gravità.I due organi otolitici: l’utricolo e il sacculo hanno delle strutture sensoriali che
sono le macule dove sono localizzate le cellule ciliate.Ciascuna macula è sovrastata da una massa
gelatinosa chiamata membrana otolitica in cui sono immerse piccole particelle di carbonio, calcio e
proteine chiamate otolitici.Le cellule ciliate sono immerse nella membrana otolitica e gli otolitica si
legano alla Matrice proteica della superficie della membrana. Se la gravità o l’accelerazione fanno
muovere gli otoliti avanti o indietro la membrana gelatinosa scivola con loro facendo piegare le
ciglia delle cellule recettoriali e dando l'avvio al segnale. Le macule dell’utricolo sono disposte
orizzontalmente quando la testa è nella posizione normale eretta. Se la testa si piega all’indietro, la
forza di gravità fa scivolare all’indietro gli otoliti e le cellule ciliate si attivano. Le macule del sacculo
sono invece orientate in senso verticale quando la testa è eretta, ciò le rende sensibili alle forze
verticali come quando si scende da un ascensore.
Esame n4
1. Il cuore a riposo: Diastole atriale e ventricolare. In questa fase sia gli atri e sia i ventricoli
sono rilasciati.Gli si stanno riempiendo di sangue proveniente dalle vene,i ventricoli hanno appena
completato la contrazione.Nel momento in cui i ventricoli si rilasciano le valvole AV tra gli atri e i
ventricoli si aprono.Il sangue fluisce dagli atri ai ventricoli per gradiente di pressione, i ventricoli
rilasciati si espandono per facilitare l’ingresso del sangue.
2. Completamento del riempimento ventricolare: sistole atriale. La maggior parte del sangue
entra nei ventricoli mentre gli atri sono rilasciati, ma almeno il 20% del riempimento è completato
quando gli atri si contraggono e spingono il sangue nei ventricoli.La sistole atriale o contrazione
inizia in seguito all’onda di depolarizzazione che invade gli
atri.L’aumento di pressione che accompagna una contrazione spinge il sangue nei ventricoli.Una
piccola quantità di sangue viene spinta indietro nelle vene perché non esistono valvole
unidirezionali per bloccare il flusso, sebbene le aperture delle vene si stringano durante la
contrazione.
3. Fase iniziale della contrazione ventricolare e primo tono cardiaco.Mentre gli atri si
contraggono l'onda di depolarizzazione si muove lentamente attraverso le cellule di conduzione del
nodo AV poi rapidamente lungo le fibre di purkinje fino all’apice del cuore.La sistole (contrazione)
ventricolare inizia a questo punto, con i fasci muscolari disposti a spirale che spingono il sangue in
alto verso la base.Il sangue spinge contro la faccia inferiore delle valvole AV e le forza a chiudersi,
di conseguenza il sangue non puo rifluire negli atri.Le vibrazioni che seguono la chiusura delle
valvole AV generano il Primo tono cardiaco S1. Con entrambe le serie di valvole AV e semilunari
chiuse, il sangue rimane all'interno dei ventricoli. Ciononostante i ventricoli continuano a contrarsi
premendo sul sangue.Questo è simile a una contrazione isometrica,in cui le fibre muscolari creano
forza senza generare movimento.Questa fase è detta Contrazione ventricolare isovolumetrica o
isovolumica per sottolineare il fatto che il volume di sangue nel ventricolo non cambia.Mentre i
ventricoli iniziano a contrarsi, le fibre muscolari atriali si ripolarizzano e si rilasciano.Quando la
pressione atriale scende al disotto de quella nelle vene, il flusso di sangue riprende dalle vene agli
atri.La chiusura delle valvole AV isola le camere cardiache superiore e inferiore, e io significa che il
riempimento atriale è indipendente dagli eventi che hanno luogo nei ventricoli.
La forza del muscolo scheletrico si basa sulla lunghezza del sarcomero, dal tipo di fibra (bianca o
rossa) e dalla frequenza di modulazione.Un muscolo più lungo presenterà a sua volta un
sarcomero più lungo e sarà più forte perché possiede più legami miosina/actina che serviranno
durante la contrazione.La forza puo essere modulata reclutando piu unità motorie e il reclutamento
è controllato dal sistema nervoso e procede in maniera stereotipata.Uno stimolo non molto intenso
attiva solo i motoneuroni che hanno una soglia di eccitazione
bassa e all’intensità del segnale vengono attivati altri motoneuroni a soglia più altache stimolano
unità motorie costituite da fibre rapide e glicolitiche.In questo caso la forza è vicina alla massima
sviluppabile.Le fibre rapide e glicolitiche hanno miosina e punti trasversali diversi da quelle delle
fibre lente e producono molta più forza, ma si affaticano più rapidamente e non è possibile
mantenere una contrazione per molto tempo.La forza di contrazione in un muscolo aumenta con il
variare della frequenza dei potenziali che si generano nei motoneuroni in questo modo aumenta
anche l'affaticamento delle fibre
L’apparato vestibolare è una componente dell’orecchio interno è il sistema sensoriale che fornisce
il contributo principale al senso di equilibrio e all'orientamento spaziale allo scopo di coordinare il
movimento con l'equilibrio.
L’apparato vestibolare è formato da due componenti:
stessi
alla fine di ogni canale c'è un'estremità dilatata chiamata ampolla che contiene un apparato
recettoriale chiamata cresta ampollare dove all’interno c’è una massa gelatinosa e sono
presenti le cellule cigliate.
2) Organi otolitici: sono formati da sacculo e utricolo ,le loro strutture sensoriali sono le macule
dove sono localizzate le cellule cigliate. queste due strutture rilevano l'accelerazione lineare e la
posizione della testa in funzione della gravità.
Esame n*5
I canali ionici sono sistemi proteici che attraversano l’intero spessore della membrana plasmatica e
mediano il trasporto PASSIVO di ioni liberi mediante diffusione facilitata. I canali ionici sono
caratterizzati: dalla loro selettività per particolari specie ioniche, che dipende dalla dimensione del
poro e dalla natura del suo rivestimento interno. dalle loro proprietà di cancello (cioè dal
meccanismo che controlla la transizione tra stato aperto e stato chiuso del canale) è molto
importante la regolazione della loro apertura. Infatti, a parte alcuni canali che sono costantemente
aperti i canali sono di norma in modalità chiusa e si aprono solo in presenza di uno stimolo
appropriato, rimanendo aperti per pochi msec. Subito dopo l’apertura, molti canali ionici vanno
incontro ad un’altra modificazione conformazionale che consiste nell’occlusione del poro acquoso
e nella contemporanea incapacità di aprirsi nuovamente, anche qualora si ripresentasse lo stimolo
che ne determina l’apertura. Questo stato indicato come inattivo o refrattario viene mantenuto di
norma per alcuni msec, dopodiché il canale ionico torna in modalità chiuso.
3.Diffusione dei gas respiratori a livello alveolo-capillare con esplicito riferimento alle
pressioni parziali.
Gli alveoli sono una serie di strutture interconnesse ai capillari polmonari.Queste strutture formano
la superficie di scambio attraverso cui l’ossigeno diffonde dall’aria inspirata al sangue e l'anidride
carbonica diffonde dal sangue all’aria che verrà espirata,la pressione nell’arteria polmonare è circa
25/8 mmhg molto più bassa della pressione media del sangue arterioso nel circolo sistemico,che è
circa 120/80 mmhg.Il ventricolo destro noin deve pompare con molta energia per generare il flusso
polmonare, questa bassa resistenza può essere attribuita alla minore lunghezza totale dei vasi
polmonari.
L’organo tendineo del golgi è un tipo di recettore che si trova a livello della giunzione tra tendine e
muscolo ed è quindi disposto in serie rispetto alle fibre muscolari.Gli organi del golgi rispondono
principalmente della tensione sviluppata durante la fase isometrica della contrazione e sono
relativamente insensibili allo stiramento.Quest’organo è costituito da terminazioni nervose libere
che s’intrecciano con le fibre di collagene all’interno di una capsula di tessuto connettivo.Durante la
contrazione isometrica del muscolo il tendine si comporta come un elemento elastico in serie. La
contrazione muscolare stira le fibre di collagene nell’organo del golgi che a sua volta comprime le
terminazioni sensoriali dei neuroni afferenti inducendo l’insorgenza di potenziali d’azione.
Le cellule cigliate sono dei recettori che si trovano all’interno dell’apparato vestibolare e
determinano il senso dell'equilibrio.Questi recettori non neuronali rispondono all'accelerazione
rotazionale, verticale,orizzontale e ai cambiamenti di posizione.Le cellule cigliate vestibolari hanno
un unico lungo ciglio il chinociglio disposto da una parte del gruppo di stereociglia.Il chinociglio è il
punto di riferimento della direzione di piegamento delle ciglia. quando le ciglia si piegano i ponti a
molla aprono o chiudono i canali ionici.Il movimento in
una direzione causa la depolarizzazione delle cellule cigliate e il movimento in senso opposto le
iperpolarizza. Le stereociglia sono modificate da gravità e accelerazione.
Esame n*6
1.Ruolo della pompa Na+/k+ nel mantenimento del potenziale di riposo di membrana
La pompa sodio potassio (anche denominata "pompa Na-K") viene utilizzata per i
trasporti attivi primari con l'utilizzo dell'ATP, e per questo viene chiamata anche sodio-
potassio ATPasi.Questa pompa è di tipo elettrogenica ovvero genera un potenziale, ha un
tipo di trasporto antiporto ovvero fanno passare due o più substrati in direzioni opposte
(fuori e dentro la cellula) in questo caso per ogni molecola di ATP che viene consumata fa
spostare 2 ioni K+ dentro la cellula e sposta 3 ioni Na+ fuori la cellula.Questo avviene per
mantenere i gradienti di concentrazione di Na+ e K+ attraverso la membrana cellulare.Le
variazioni del potenziale di membrana sono dovute a flussi ionici dovuti all'apertura di
canali regolati selettivi che provocano variazioni nelle condizioni di equilibrio.Il ripristino
delle condizioni iniziali è dovuto all'attività della pompa Na/k ATPasi che presenta un '
attività continua. Questa attività costa energia (ATP).
muscolare
L’ach rilasciata nella sinapsi alla giunzione neuromuscolare si lega ai canali recettori
dell’ach presenti sulla fibra muscolare a livello della placca motrice.Quando i canali ACH-
dipendenti si aprono consentono sia al Na+ sia al K+ di attraversare il sarcolemma,
tuttavia l’ingresso di Na+ è superiore all’uscita di K+.L’aggiunta di cariche positive nette
nella fibra muscolare depolarizza la membrana , dando origine a un potenziale di placca i
pp sono sempre sopra soglia e danno sempre origine a un potenziale d’azione
muscolare.Il potenziale d’azione si propaga sulla superficie della cellula e nei tubuli T
grazie all’apertura dei canali del Na+ voltaggio-dipendenti Il potenziale d’azione che si
propaga lungo la membrana e lungo i tubuli T è responsabile del rilascio del CA2+ del
reticolo sarcoplasmatico.I livelli di calcio libero nel citoplasma del muscolo a riposo di solito
sono bassi ma dopo un potenziale d’azione aumentano circa 100 volte. Il CA2+ si lega alla
troponina che smuove la tropomiosina e libera i siti dell’actina per il legame con la miosina
dando inizio alla contrazione.
A livello tissutale se aumenta l’attività metabolica c’è un aumento del consumo di ossigeno
e viene prodotta più Co2,invece a livello della muscolatura liscia arteriolare locale,aumenta
la vasodilatazione diminuisce la resistenza e il flusso sanguigno aumenta c’è quindi un
maggiore apporto di O2 e una maggiore rimozione di Co2 (iperemia attiva).Se aumenta il
metabolismo tissutale,aumenta il rilascio i vasodilatatori metabolici nel liquido
extracellulare ,le arteriole si dilatano diminuisce la resistenza e il flusso ematico aumenta,
si adegua al metabolismo.(iperemia attiva e reattiva).
Esame N 8
Ciò che rende una membrana biologica una eccitabile sono i diversi tipi di canale presenti
nella membrana perché i canali passivi sono responsabili del potenziale di membrana a
riposo mentre i canali ad accesso variabile generano segnali elettrici propri delle cellule
eccitabili
Diminuzione della volemia: risposte omeostatiche per il mantenimento della p.s. (ok).
In risposta al mantenimento della pressione arteriosa, il rene mette in moto meccanismi a
seconda se la pressione arteriosa aumenti o diminuisca. Nel caso la pressione diminuisca
la VFG diminuisce, la macula densa presente sul tubulo distale invia un segnale paracrino
alle cellule granulari dell’arteriosa afferente, le quali producono renina. La renina è un
enzima che quando incontra nel plasma l'angiotensinogeno, prodotto in una forma inattiva
dal fegato continuamente, lo converte in Angiotensina 1. Quest’ultimo incontra, un’enzima
denominato Ace, la reazione produce Angiotensia 2. L'Angiotensia 2 va sulla corticale del
surrene inducendo la produzione di Aldosterone. Questo ormone agisce sulle cellule P del
tubulo distale, con risposta di aumento di apertura canali apicali sodio e aumento attività
pompa sodio-potassio, o trascrizione di nuovi canali e nuove pompe. Il risultato è quello di
maggiore riassortimento di sodio. L'ANGIOTENSINA 2 inoltre ha un effetto sull'ipotalamo
con risposta comportamentale, con la sete e induce il rilascio di vasopressina. Tutto ciò
aiuta l’organismo a mantenere volumi e l'osmolarità, quindi un incremento di pressione
arteriosa, collaborando con il centro di contro cardiovascolare.
FISIOLOGIA CELLULARE
Ruolo della pompa Na+/K+ nel mantenimento del potenziale di riposo di membrana (ok)
La pompa sodio potassio atpasi è una pompa elettrogenica che serve a mantenere il
potenziale di riposo delle cellule eccitabili e serve a ristabilire l’equilibrio elettrochimico
dopo che sono stati generati dei potenziali d’azioni. I flussi ionici inducono a variazioni del
potenziale di membrana, sono dovuti all’ apertura di canali selettivi che variano le
condizioni di equilibrio. Nella fase di ripolarizzazione la cellula subisce
un’iperpolarizzazione, cioè il valore di riposo diventa più negativo di quello normale, a
causa della lenta chiusura dei canali K che stanno continuando a farlo uscire. A riportare i
valori del potenziale di membrana a riposo è la pompa sodio potassio, la quale trasporta 3
sodio fuori la cellula nel LEC e riporta due ioni K dentro la cellula, si definisce elettro
genica. La pompa Na-K atp asi usa energia aiuta a mantenere il gradiente elettrico,
ristabilendo la differenza di composizione tra LEC e LIC.
Osmosi (ok)
Prendendo in considerazione due soluzioni una più concentrata e una meno concentrata
separate da una membrana permeabile all’acqua abbiamo un fenomeno chiamato osmosi.
l’osmosi è il movimento dell’acqua attraverso la membrana in risposta a questo gradiente
di concentrazione di soluto, sì sposta per diluire la soluzione più concentrata. Sì, ferma
quando le due concentrazioni si eguagliano.
Effetto della dimensione e della mielinizzazione dell’assone sulla propagazione dei segnali
elettrici (ok)
La velocità di conduzione nella zona dipende dal diametro e la presenza di mielina.
maggiore è il diametro dell’assone. Maggiore sarà la velocità a cui si muoverà il potenziale
d’azione questo per un concetto di resistenza maggiore il diametro, minore sarà la
resistenza che incontra il flusso di cariche da parte della membrana. Al contrario minore
sarà il diametro più resistenza le cariche incontreranno, poiché andranno in contatto con la
membrana in maggiore quantità. L’intera membrana assonica è in contatto con il liquido
extracellulare è ha canali ionici dai quali la corrente può uscire, gli assoni mielinizzati
limitano questa caratteristica del contatto con l’ambiente extracellulare. Gli assoni
mielinizzati hanno piccole sezioni di membrane scoperte chiamate nodi di Ranvier. La
guaina mielinica ha un’alta resistenza elettrica che impedisce alle correnti ioniche di fluire
all’interno della cellula. Un potenziale d’azione che si muove lungo l’assone nella zona
trigger al terminale assonico è simile a quello dell’assone non mielinizzato, se non per il
fatto che si verifica sono al livello dei nodi di Ranvier. Ogni nodo ha un’ elevata
concentrazione di canali per il sodio voltaggio dipendenti che si aprono con la
depolarizzazione e lasciano entrare sodio nell‘assone. L’ingresso di Na nel nodo di
Ranvier rinforza la depolarizzazione e mantiene costante l’ampiezza del potenziale d’
azione. Questo andamento del potenziale d’ azione sembra saltare da un nodo all’altro è
definito conduzione saltatoria.
Descrivere relazione tra forza sviluppata e lunghezza nel muscolo scheletrico. (ok)
L’andamento della forza in funzione della lunghezza del sarcomero non è lineare prima
aumenta poi cambia poi si appiattisce completamente e poi diminuisce ancora. L’
andamento viene misurato ponendo il muscolo ad una lunghezza specifica, attraverso
quindi contrazioni isometriche mantenendo costante la variabile di velocità con cui cambia
la lunghezza .Il fatto che la curva si appiattisce ci dice che nella parte centrale dei filamenti
spessi non ci sono teste per questo se cambio la lunghezza tra un filamento di actina,che
si sovrappone alla parte delle teste, o utilizzo un sarcomero più corto in cui i filamenti di
actina arrivano fino al centro della linea M, l’ interazione actomiosinica è la stessa quindi la
forza erogata si mantiene costante. All’aumentare della lunghezza del sarcomero,
diminuiscono le interazioni actomiosiniche. la forza erogata diminuisce. La fibra ha una
sua lunghezza ottimale in cui sviluppa il massimo della tensione,in cui i sono massimi i
ponti trasversi tra filamenti spessi e sottili . La fibra con ulteriore allungamento perde la
tensione massima. La lunghezza ottimale corrisponde al fatto che i filamenti sono bipolari.
Nel muscolo intero avrò un andamento della forza attiva, che corrisponde all’ interazione
acto-miosinica nel sarcomero che aumenta con la lunghezza raggiunge un Massimo e poi
diminuisce ma nel muscolo intero oltre alla componente attiva della forza ho una
componente elastica, una componente passiva. Per cui l’andamento della forza in
funzione della lunghezza nel muscolo intero aumenta ed è la somma delle due tensioni,
diminuisce, poi aumenta di nuovo. La componente passiva dovuta a lunghezze maggiori
della lunghezza ottimale aumenta man mano che metto il muscolo a queste lunghezze.
Localizzazione e funzione del reticolo sarcoplasmatico e dei tubuli T nella fibra muscolare
scheletrica. (ok)
Il reticolo sarcoplasmatico è una struttura che avvolge completamente ogni fibra
muscolare. I tubuli T sono una invaginazione della membrana sarcoplasmatica. Essi nel
momento in cui vengono attraversati dal potenziale d’azione attivano i canali della
diidropiridina i quali cambiano la loro conformazione in modo da consentire l’apertura dei
canali per il rilascio del calcio del reticolo sarcoplasmatico.
Ruolo del calcio nel muscolo scheletrico e regolazione dei suoi livelli intracellulari (ok)
Il calcio permette un cambiamento della conformazione della troponina C, la quale causa il
trascinamento della troponina T che è legata alla tropomiosina, questo movimento libera il
sito di legame dell’actina in modo che la miosina possa finalmente legarsi. I livelli di calcio
intracellulari sono regolati da 3 meccanismi principali: controllo dell’ingresso del calcio che
avviene tramite canali, controllo della fuoriuscita del calcio dipendente da una pompa
atpiasica, o tramite l’ingresso del sodio, ed infine meccanismi di rilascio del calcio regolati
principalmente dai recettori per la rianodina.
Descrivere la relazione tra carico e velocità di accorciamento nel muscolo scheletrico (ok)
Si utilizzano contrazioni isotoniche per studiare come varia la velocità in funzione del
carico, quando il carico sul muscolo è 0 la velocità sarà massima. La velocità diviene zero
quando la forza per quel carico è uguale alla forza massima. (il muscolo si contrae ma non
si accorcia quindi contrazione isometrica) La velocità dipende dal carico e dal tipo di fibra
muscolare esaminata, essa infatti non sarà uguale per tutte le fibre. Sarà massima per
fibre veloci, intermedia per fibre con proprietà glicolitico-ossidativo, sarà minore per le
muscolature lente. Maggiore il carico, minore è la velocità.
Ruolo dell’innervazione dei neuroni gamma nel controllo del movimento (ok)
I motoneuroni gamma si trovano nel midollo spinale e innervano fusi neuromuscolari. Essi
hanno un ruolo importante per l’accoppiamento del muscolo mantengono in tensione le
fibre intrafusali situate all’interno del fuso, facendo sì che il fuso neuromuscolare sia attivo
qualunque sia la lunghezza del muscolo. Tutto ciò avviene quando i motoneuroni alfa
scaricano i potenziali d’azione sul muscolo e questo si accorcia. In seguito a questo
accorciamento i motoneuroni gamma provocano l’accorciamento delle fibre intrafusali così
da mantenere il fuso neuromuscolare attivo anche quando il muscolo si contrae. Questa
eccitazione contemporanea dei motoneuroni alfa e gamma si chiama coattivazione alfa-
gamma.
CUORE
Funzione del cuore (ok)
Il cuore funziona come una doppia pompa. Il suo compito principale è quello di generare
un gradiente di pressione che permette la circolazione nel circolo polmonare e nel circolo
sistemico.
Caratteristiche del potenziale segna passo delle cellule del nodo seno-atriale (ok)
Il potenziale segna passo è la caratteristica che permette la genesi degli impulsi in modo
automatico nel cuore, le fibre del miocardio di lavoro hanno bisogno di ricevere stimoli
esterni per superare il valore soglia per l’apertura dei canali del sodio e innescare il
potenziale d’azione. Il potenziale delle cellule segna passo del cuore risiedono nel nodo
del seno ed è lì che nasce il vero e proprio stimolo cardiaco. Mentre le cellule pacemaker
regolarizzano il ritmo cardiaco, generano spontaneamente l’impulso, regolano la
frequenza del battito cardiaco, non hanno potenziale di riposo.
Descrivere le caratteristiche dei potenziali delle cellule segna passo e delle cellule
contrattili (ok)
Nelle cellule segna passo il potenziale di riposo è instabile a meno 60 mv. la membrana
presenta canali a perdere. Si aprono ogni tanto e non sono regolati, fanno entrare un po'
di calcio è un po' di sodio diventando così il potenziale meno negativo. Quando il valore
raggiunto dal potenziale di membrana è quella soglia, si aprono canali del calcio voltaggio
dipendenti. il calcio entra velocemente generando una depolarizzazione rapida. I canali
lenti del potassio si aprono, facendo uscire potassio e ripolarizza il potenziale d’azione
auto ritmico. Nelle cellule contrattili miocardiche le caratteristiche del potenziale d’azione
sono le seguenti una depolarizzazione rapida, in cui l’apertura dei canali voltaggio
dipendenti del sodio, permette ingresso di sodio nella cellula. Portando il potenziale di
membrana a valori positivi prima che questi canali si chiudano. quando i canali del sodio si
chiudono la cellula comincia a ripolarizzarsi grazie all’uscita di potassio, nei canali potassio
rapidi. Questa ripolarizzazione è di breve durata, poiché aumenta la permeabilità al calcio,
grazie all’apertura dei canali calcio voltaggio-dipendenti i quali hanno risposto lentamente
alla depolarizzazione. L’intervento del calcio fa sì che il potenziale d’azione raggiunga un
Plateau, allungando così la durata del potenziale d’azione miocardico. Il plateau termina, a
causa della chiusura di canali calcio, si aprono i canali lenti del potassio e il potassio esce
velocemente riportando la cellula al suo potenziale di riposo ovvero - 90 mv. L’ingresso di
calcio che ha determinato un prolungamento della durata predazione miocardico è un fatto
importante per il cuore, perché non permette la tetanizzazione.
Vie di conduzione elettrica del cuore e descrizione del ruolo che svolgono nel
funzionamento del cuore (ok)
Generazione di potenziali nel nodo seno atriale, propagazione con le vie internodali, che
vanno a stimolare entrambi gli atri per fare in modo che la contrazione avvenga a partire
dalla base del cuore verso le valvole, arriva al nodo atrioventricolare. La sua caratteristica
principale è la struttura particolare delle cellule, fibre molto strette e quindi essendo piccole
la velocità di conduzione elettrica rallenta. Questo ritardo del segnale da tempo agli atri di
completare la contrazione, poi il segnale prende il fascio di Hiis che è collocato nel setto
che divide i due ventricoli, il quale verso la fine si divide in due rami, arriva alle fibre del
Purkinje e trasmettono gli impulsi rapidamente così che tutte le cellule contrattili sull’apice
si contraggono sequenzialmente. La contrazione dall’apice per arrivare alla base fa in
modo che il sangue venga spinto dal basso verso l’alto, quindi verso le arterie polmonare
e aortica.
Ruolo dell’innervazione del sistema nervoso autonomo della generazione dei potenziali
segna passo (ok)
Il potenziale d’azione generato dal nodo seno-atriale è costante, ovvero 100 impulsi al
minuto. In situazioni di riposo interviene il sistema nervoso parasimpatico che diminuisce i
potenziali segna passo; in situazioni di stress o di sforzo interviene il sistema nervoso
simpatico che aumenta il numero di potenziali segna passo per adempiere alle necessità
del nostro organismo.
Ruolo delle valvole cardiache nella funzionalità della pompa cardiaca (ok)
Il cuore presenta 4 valvole di cui due atrioventricolari e due semilunari. Sebbene i due tipi
di valvole presentano una struttura molto differente, tutte svolgono lo stesso ruolo:
regolano il passaggio del sangue e assicurano che durante il ciclo cardiaco il flusso del
sangue nel cuore proceda in un’unica direzione.
Modulazione della forza di contrazione del muscolo cardiaco operata dalle catecolamine
(ok)
Le catecolamine promuovono l’immagazzinamento di calcio tramite il fosfolambano.
Quest’ultimo quando viene fosforillato aumenta la quantità di calcio disponibile per una
contrazione. Questo va a determinare un aumento della forza di contrazione. Tuttavia, il
fosfolambano aumenta anche la velocità con la quale il calcio fuoriesce dall’ambiente
intracellulare andando così a determinare una contrazione più rapida. Dunque, il
fosfolambano fa sì che la contrazione avvenga con maggior forza e allo stesso tempo più
velocemente.
SISTEMA CIRCOLATORIO
Ritorno venoso: ruolo della pompa muscolare e respiratoria (ok)
Il ritorno venoso è il flusso che riporta il sangue al cuore. In condizioni di riposo il ritorno
venoso deve essere uguale alla gittata cardiaca perché il sistema cardio circolatorio è
essenzialmente un circuito chiuso. In caso contrario, il sangue si accumulerebbe o nella
circolazione sistemica o nella circolazione polmonare.
La pompa muscolare durante la contrazione ritmica dei muscoli degli arti, come avviene
durante la normale attività motoria, favorisce il ritorno venoso per il meccanismo della
pompa muscolare.
La pompa respiratoria. Durante l’ispirazione, la pressione intratoracica è negativa e la
pressione addominale è positiva. Questo crea un gradiente pressorio tra le parti sovra
diaframmatiche e sottodiaframmatiche della vena cava inferiore, aspirando il sangue verso
l’atrio destro e aumentando il ritorno venoso.
Descrivere l’andamento della velocità del flusso sanguigno nel sistema circolatorio
mettendo in evidenza il significato fisiologico. (ok)
La velocità di scorrimento del sangue nei vasi è in rapporto con l’attività contrattile del
cuore che, ad ogni sistole, spinge una certa quantità di sangue nell’aorta e nell’arteria
polmonare. Poiché il sangue circola entro un sistema chiuso di tubi, la sua velocità
dipende anche dall’area della sezione trasversale del letto vasale totale nei diversi punti.
Così la velocità del sangue è massima nell’aorta. Nelle arterie in generale la velocità è
maggiore nella sistole che nella diastole, ma qui il flusso è continuo per effetto della
elasticità delle pareti arteriose: essa, dopo essersi dilatata durante la sistole cardiaca per
accogliere il sangue immessovi, nella diastole si ritraggono assicurando in tal modo una
spinta in avanti alla massa sanguigna. Nei capillari, il cui letto ha una sezione totale
maggiore dell’aorta la velocità si abbassa. Nelle vene la velocità del sangue riprende ad
aumentare sempre più, via via che ci si avvicina al cuore, pur senza raggiungere mai
quella che ha nell’aorta.
Relazione tra metabolismo locale e flusso sanguigno nel circolo sistemico (ok)
Relazione tra metabolismo locale e flusso sanguigno nel circolo sistemico. Il metabolismo
locale influisce nel flusso sanguigno, poiché il flusso ematico deve essere modificato deve
rispondere in maniera adeguata alle esigenze della cellula. Ad esempio, bassi contenuti di
ossigeno e alti di Co2, permettono la dilatazione delle arteriole, In modo tale da fare
arrivare un maggior flusso ematico, per rispondere alle nuove esigenze. Questo
meccanismo di modifica del diametro arteriolare avviene grazie a segnali paracrini
(comprendo O2 e Co2) secreti dall’endotelio vasale o dalle cellule alle quali le arteriole
portano il sangue. Questo processo, in cui il flusso ematico viene aumentato in risposta ad
un’insufficiente perfusione causata dall’aumento dell’attività metabolica, prende il nome di
iperemia attiva.
Accoppiamento ventilazione-perfusione (ok)
La ventilazione polmonare differisce dalla ventilazione alveolare per la questione legata ai
150 ml di aria stantia nello spazio morto anatomico che non permette a tutta l’aria fresca di
entrare nell’alveolo. La ventilazione polmonare ci indica il volume di aria spostato dentro e
fuori dai polmoni in ciascun minuto, calcolata dalla frequenza ventilatoria per il volume
corrente. La ventilazione alveolare è il volume di aria che raggiunge l’alveolo ogni minuto.
La ventilazione polmonare risulta essere a riposo un valore standard di 6 litri al minuto, la
ventilazione alveolare ovviamente è di meno. Quest’ultima si calcola attraverso la
frequenza ventilatoria che a riposo è di 12 atti al minuto per, il volume corrente meno il
volume dello spazio morto. Il valore a riposo è di 4,2 litri al minuto. La differenza tra
ventilazione polmonare si evince proprio da questo valore calcolato, che ci mette in
evidenza fatto che al volume corrente toglieremo la quantità di aria stantia già presente tra
trachea e bronchi, la quale si può considerare inutile per lo scambio gassoso.
RESPIRO
Meccanica respiratoria (ok).
La meccanica respiratoria è il processo che permette l’entrata e l’uscita dell’aria dai
polmoni. Per permette un flusso d’aria verso l’interno o verso l’esterno dei polmoni è
necessario che vi sia un gradiente pressorio tra i due compartimenti, polmoni ed ambiente
esterno. Il flusso va dal compartimento ad alta pressione, verso quello a bassa pressione.
Quindi, durante l’inspirazione la pressione all’interno dei polmoni si abbassa rispetto a
quella atmosferica, con ingresso di aria. Questo perché il polmone, grazie alla pleura
parietale segue la gabbia toracica, in espansione grazie ai muscoli intercostali esterni e il
diaframma, il che causa un aumento del volume intrapolmonare, con conseguente
abbassamento di pressione secondo la legge di Boyle. Durante l’espirazione la pressione
intrapolmonare aumenta arrivando a valori superiori rispetto la pressione atmosferica per
via di una graduale riduzione di volume polmonare, secondo la legge di Boyle, fa in modo
che l’aria passerà dall’ambiente polmonare dove si hanno valori aumentati pressori verso
l’esterno dove il valore è inferiore. Man mano che la muscolatura inspiratoria si rilascia la
gabbia toracica comincia a restringersi riducendo così il volume intrapolmonare con
aumento pressorio. L’espirazione in una respirazione tranquilla è un fenomeno passivo
perché non necessita l’energia per una contrazione muscolare come nell’inspirazione,
viene definita espirazione passiva.
Ventilazione polmonare
La ventilazione polmonare è la quantità d’aria che viene scambiata tra polmoni e
atmosfera in un minuto. È il rapporto tra la frequenza ventilatoria e il volume corrente. In
un soggetto adulto la frequenza ventilatoria normale è 12-20 atti al minuto. Con un volume
corrente di 500 ml la ventilazione polmonare sarà 6 l al min.
Una parte dell’aria che entra nel sistema respiratorio non raggiunge gli alveoli perché resta
nelle vie aeree di conduzione e cioè nella trachea e nei bronchi. Poiché le vie di
conduzione non riescono a scambiare i gas con il sangue vengono dette spazio morto
anatomico cui corrisponde un volume di circa 150ml. Sebbene 500 ml di aria entrino negli
alveoli a ogni espirazione soltanto 350 ml sono effettivamente di aria fresca. Il volume di
aria fresca che entra negli alveoli è pari alla differenza fra il volume corrente e il volume
dello spazio morto. Poiché una quota rilevante di aria espirata non raggiunge la superficie
di scambio, un indice più preciso dell’efficacia della ventilazione è la ventilazione alveolare
cioè il volume di aria che raggiunge gli alveoli ogni minuto. La ventilazione alveolare si
calcola moltiplicando la frequenza respiratoria per il volume di aria che arriva agli alveoli.
Nonostante 6 L7min entrino nell’apparato respiratorio, sono $,2 L/min raggiungono gli
alveoli
Il fev (ok)
Il fev è il volume di aria espirata forzatamente. Quello che viene misurato è a che velocità
stiamo esalando l’aria, non solo il volume di aria. Il volume di aria esalato viene misurato a
0.5 sec e 1 sec, questa misura è una misura dinamica. Se si va a vedere l’andamento di
una espirazione forzata in normali condizioni nel corso del tempo, si ha un’espirazione più
veloce nel primo mezzo secondo, poi diventa più lenta e la curva va in saturazione. La
misura dinamica dei volumi, cioè la quantità di aria che esce a mezzo secondo e un
secondo, risulta importante per vedere se ci sono problemi sulle vie aeree. Restringimento
delle vie aeree o un’ostruzione a 1 sec la quantità aria esalata è molto diminuita, rispetto a
quella in condizioni normali, perché se ho una di queste due problematiche sta cambiando
la resistenza che l’aria incontra nelle vie aeree e di fatto la muscolatura che permette la
respirazione non ce la fa nello stesso tempo e con la stessa intensità di contrazione a
portare abbastanza aria. In un ostruttivo, nell’ostruzione il flusso di aria da laminare
diventa turbolento, l’aria si muove molto ma la quantità di aria che passa si riduce e quindi
non ho un’esalazione rapida e poi di diminuzione di aria esalata. Un restringimento
comporta un aumento delle resistenze delle vie aeree che fa aumentare il lavoro
respiratorio della muscolatura respiratoria e quindi la quantità di aria che riuscirò ad
esalare sarà sempre inferiore a quella in condizioni normali.
FISIOLOGIA SENSORIALE
Funzione e distribuzione dei bastoncelli e dei coni (ok).
I bastoncelli sono ottimi della visione al buio permettono la visione monocromatica
notturna cioè la visione degli oggetti in bianco e nero piuttosto che a colori. Sono più
numerosi dei coni tranne a livello della fovea che contiene solo fovea che contiene solo
coni. Sono basati sulla presenza di una molecola che si chiama rodopsina è costituita dall’
opsina e il retinale. Presente nella membrana di dischi dei bastoncelli, ma anche nei dischi
dei coni la rodopsina Attiva una via di secondo messaggero all’interno del disco. Il
secondo Messaggero importante è l’AMPc. Al buio retinale associato all’ opsina, viene
prodotto AMPc che fa aprire i canali sodio e li tiene aperti, sono aperti i canali potassio
esce Potassio, entra sodio la cellula depolarizza senza nessuno stimolo. Il potenziale fa
aprire i canali del calcio viene rilasciato -neurotrasmettitore. Quando le cellule vengono
stimolate dalla luce il retinale si dissocia dall’ opsina, questo fai in modo da inibire la via di
secondo messaggero dell’AMPc, l’inibizione fa chiudere i canali del sodio, il calcio non
entra e la quantità di neurotrasmettitore si riduce. Lo sbiancamento avviene quando la
cellula scarica tutto il neurotrasmettitore e quindi non è più in grado di registrare
trasmissione. I coni sono responsabili della maggior acuità visiva e della visione dei colori.
Esistono le varietà di coni e ciascuno di essi è sensibile a particolari lunghezze d’onda
della luce visibile un tipo risponde più energicamente la luce blu uno alla luce verde. un
terzo registra una gamma di lunghezze d’onda che comprende sia il verde che rosso
Descrizione della struttura e dei meccanismi di funzionamento degli Organi Otolitici (ok)
L’apparato vestibolare è costituito da due strutture simili a sacchi, gli organi otolitici, che
sono il sacculo e l’utricolo. Gli organi otolitici sono sensibili all’accelerazione lineare e alla
posizione della testa. Le loro strutture sensoriali sono le macule, dove sono localizzate le
cellule cigliate. Ciascuna macula è sovrastata da una massa gelatinosa, la membrana
otolitica, in cui sono immerse piccole particelle di carbonato di calcio e proteine chiamate
otoliti. Le cellule cigliate sono immerse nella membrana otolitica e gli otoliti si legano alla
matrice proteica della superficie della membrana. Se la gravità o l’accelerazione fanno
muovere gli otoliti avanti o indietro, la membrana gelatinosa scivola con loro facendo
piegare le ciglia delle cellule recettoriali e dando l’avvio al segnale.
La retina (ok)
La retina è organizzata in modo tale da avere sensori per la luce, fotorecettori coni e
bastoncelli. Ha un epitelio, alla base della struttura retina, pigmentato retinico, ha dei
pigmenti scuri. Questi servono perché se la luce entra stimola i fotorecettori, se ci fosse
una zona chiara la luce potrebbe essere riflessa indietro. I fotorecettori in questo caso
subirebbero una stimolazione sia dalla luce diretta sia da quella riflessa, alterando la
stimolazione rispetto all’ oggetto che si osserva, per cui il colore nero serve a non
permettere questa riflessione. La retina ha altre cellule per la foto trasduzione dello stimolo
visivo in segnali bioelettrici, inviati all’ encefalo. Queste cellule prendono il nome di
orizzontali bipolari amacrine e gangliari. Stabiliscono connessioni tra di loro per elaborare
il segnale visivo. Nella fovea sono presenti solo i coni nella zona periferica si ha presenza
di coni e bastoncelli. Nella parte più distante ci sono solo i bastoncelli.
I bastoncelli (ok)
I bastoncelli sono ottimi della visione al buio permettono la visione monocromatica
notturna cioè la visione degli oggetti in bianco e nero piuttosto che a colori. Sono più
numerosi dei coni tranne a livello della fovea che contiene solo fovea che contiene solo
coni. Sono basati sulla presenza di una molecola che si chiama rodopsina è costituita dall’
opsina e il retinale. Presente nella membrana di dischi dei bastoncelli, ma anche nei dischi
dei coni la rodopsina Attiva una via di secondo messaggero all’interno del disco.Il secondo
Messaggero importante è l’ AMPc. Al buio retinale associato all’ opsina, viene prodotto
AMPc che fa aprire i canali sodio e li tiene aperti, sono aperti i canali potassio esce
Potassio, entra sodio la cellula depolarizza senza nessuno stimolo. Il potenziale fa aprire i
canali del calcio viene rilasciato-neurotrasmettitore. Quando le cellule vengono stimolate
dalla luce il retinale si dissocia dall’opsina, questo fai in modo da inibire la via di secondo
messaggero dell’AMPc, l’inibizione fa chiudere i canali del sodio, il calcio non entra e la
quantità di neurotrasmettitore si riduce. Lo sbiancamento avviene quando la cellula scarica
tutto il neurotrasmettitore e quindi non è più in grado di registrare trasmissione. I coni sono
responsabili della maggior acuità visiva e della visione dei colori. Esistono le varietà di coni
e ciascuno di essi è sensibile a particolari lunghezze d’onda della luce visibile un tipo
risponde più energicamente la luce blu uno alla luce verde. un terzo registra una gamma
di lunghezze d’onda che comprende sia il verde che rosso
La Fovea (ok)
La fovea è il punto dove si ha il massimo livello acuità visiva, perché le cellule
specializzate alla rilevazione dei raggi luminosi sono completamente esposte e sono ad
alta densità in questa regione. Questa zona è priva di corpi cellulari di neuroni e vasi
sanguigni; quindi, i fotorecettori ricevono i raggi luminosi con minima dispersione.
CAMPO RECETTORIALE
I neuroni della sensibilità somatica e i recettori visivi sono attivati da stimoli che cadono in
una specifica area, definita campo recettoriale. Un campo recettoriale corrisponde a un
neurone sensoriale che viene detto neurone sensoriale primario, che a sua volta fa sinapsi
su un neurone del SNC detto neurone sensoriale secondario. È importante tener presente
che spesso i campi recettivi si sovrappongono a quelli circostanti. I neuroni sensoriali
connessi a campi recettivi limitrofi possono mostrare una convergenza in cui molti neuroni
presinaptici forniscono afferenze a un piccolo numero di neuroni postsinaptici. La
convergenza dei neuroni sensoriali permette a molti stimoli sottosoglia che arrivano
simultaneamente di sommarsi a livello del neurone postsinaptico. In questo caso i loro
campi recettivi si sommano e formano un unico campo recettivo secondario di maggiori
dimensioni.
Invece, aree più sensibili della cute hanno campi recettivi molto piccoli con un rapporto di
innervazione molto basso tra neuroni primari e secondari.
INIBIZIONE LATERALE
L’inibizione laterale aumenta il contrasto e facilita la percezione dello stimolo. Le risposte
dei neuroni primari A, B e C sono proporzionali all’intensità dello stimolo nei rispettivi
campi recettoriali. Il neurone secondario B inibisce i neuroni secondari A e C creando un
maggior contrasto tra l’informazione proveniente da B e dagli altri neuroni vicini.
SENSIBILITA’ TERMICA
I termocettori sono localizzati immediatamente al di sotto della pelle e sono ampiamente
distribuiti. I recettori per il freddo sono sensibili principalmente alle temperature inferiori a
quella corporea e sono di più rispetto ai recettori per il caldo. I recettori per il caldo sono
sensibili a temperature comprese tra quella corporea e i 45°C. Per temperature superiori
sono attivati i nocicettori che provocano una sensazione di bruciore.
SENSIBILITA’ DOLORIFICA
Il senso del dolore è generato dai nocicettori, che sono terminazioni nervose libere
stimolate da un danneggiamento del tessuto, ampiamente distribuiti sulla pelle e nei
tessuti degli organi interni. Essi hanno una funzione protettiva poiché il dolore è
generalmente percepito come una sensazione spiacevole ed è un segnale per localizzare
e rimuovere la causa del danneggiamento.
Possono venir attivati da stimoli meccanici, termici, chimici
Sono gli unici che mancano di adattamento.
ORECCHIO
L’udito è la percezione dell’energia trasportata dalle onde sonore. La trasduzione del
suono trasforma le onde aeree in vibrazioni meccaniche, poi in onde liquide, segnali
chimici e, infine, in potenziali d’azione. Nella coclea dell’orecchio interno ci sono 3 canali
paralleli pieni di liquido. Nel dotto cocleare c’è l’organo del Corti che contiene le cellule
recettoriali cigliate. Quando le onde sonore flettono le ciglia delle cellule cigliate, queste si
depolarizzano e rilasciano neurotrasmettitore sui neuroni sensoriali. La discriminazione
iniziale di altezza, intensità e durata del suono avviene nella coclea. La localizzazione del
suono è una funzione superiore che necessita di informazioni da tutte e due le orecchie e
di una sofisticata elaborazione encefalica. La via uditiva parte dalla coclea, raggiunge il
bulbo, il ponte, il mesencefalo e il talamo prima di terminare nella corteccia uditiva. Le
informazioni provenienti da entrambe le orecchie arrivano tutti e due gli emisferi cerebrali.
L’EQUILIBRIO
L’equilibrio è mediato per mezzo delle cellule cigliate dell’apparato vestibolare
nell’orecchio interno che comprende: i canali semicircolari, l’utricolo e il sacculo. Sia
l’accelerazione lineare sia quella angolare generano le forze per muovere le ciglia.
OCCHIO
La visione è la trasduzione della luce riflessa dagli oggetti in un’immagine mentale. I
fotorecettori della retina trasducono la luce in segnali elettrici che si propagano fino alla
corteccia visiva, dove vengono analizzati. Variando il diametro della pupilla varia la luce
che entra nell’occhio.
Il cristallino mette a fuoco i raggi luminosi, la sua forma viene aggiustata dalla contrazione
o dal rilascio dei muscoli ciliari.
I fotorecettori convertono la luce in segnali elettrici che passano alle cellule bipolari e poi
alle cellule gangliari i cui assoni formano il nervo ottico.
La massima acuità visiva si ha nella fovea, perché qui i campi recettivi sono più piccoli.
I bastoncelli sono responsabili della visione notturna monocromatica; i coni della visione
diurna ad alta acuità e a colori.
I pigmenti visivi fotosensibili dei fotorecettori convertono l’energia luminosa in variazioni
del potenziale di membrana. La rodopsina è il pigmento visivo dei bastoncelli. I coni hanno
3 pigmenti visivi diversi. La rodopsina è costituita da opsina e retinale. In assenza di luce il
retinale è strettamente legato all’opsina. Quando la luce sbianca la rodopsina, il retinale
viene rilasciato e la trasducina inizia una cascata di secondi messaggeri che iperpolarizza
il bastoncello e riduce la quantità di neurotrasmettitore rilasciato sulle cellule bipolari.
Dai fotorecettori, il segnale, attraverso le cellule bipolari, arriva ai neuroni gangliari e viene
modificato dalle cellule orizzontali e amacrine.
Le cellule gangliari di tipo M sono coinvolte nella percezione di movimento, localizzazione
e profondità; le cellule P sono coinvolte nella trasmissione delle informazioni relative a
colore, forma e struttura degli oggetti nel campo visivo.
L’informazione proveniente da una parte del campo visivo viene elaborata nell’emisfero
controlaterale. Gli oggetti che cadono nel campo visivo di tutti e due gli occhi vengono visti
a tre dimensioni.
Ventilazione polmonare: volumi respiratori, statici e dinamici. Significato dello spazio morto
anatomico.
La ventilazione polmonare è lo scambio di aria tra l’atmosfera e gli alveoli. Durante l’inspirazione si
ha un aumento di volume della cavità toracica, diminuisce la pressione intratoracica e l’aria fluisce
nelle vie di conduzione per poi finire negli alveoli. Dopo l’inspirazione avviene l’espirazione, dove il
volume della cavità toracica diminuisce e aumenta la pressione intratoracica e l’aria dagli alveoli
nell’atmosfera. La quantità di aria che viene mossa durante la ventilazione è divisa in 4 volumi
polmonari:
- Il volume corrente, che il volume di aria che si muove ad ogni inspirazione e espirazione e
per avere un respiro tranquillo deve essere di 500 ml;
- Il volume di riserva inspiratoria è la quantità di aria, che dopo un’inspirazione normale, può
essere ancora introdotta nei polmoni in maniera forzata, ed è di 3000 ml;
- Il volume di riserva espiratoria è la quantità massima di aria, che dopo un’espirazione
normale, può essere ancora espulsa in maniera forzata, ed è di 1100 ml;
- Il volume residuo è il volume di aria presente dopo un’espirazione massimale ed è di circa
1200 ml.
Alla fine dell’inspirazione, il volume polmonare è massimo, una parte dell’aria che entra nel
sistema respiratorio non raggiunge gli alveoli perché resta nelle vie aeree di conduzione, che
rappresentano lo spazio morto anatomico; dopo aver riempito il polmone, avviene l’espirazione
dove il volume corrente di 500 ml lascia l’organismo. Una parte di aria fresca, ovvero 150 ml,
proviene dallo spazio morto, mentre i restanti 350 ml di aria stantia proviene dagli alveoli. Al
termine dell’espirazione il volume polmonare è minimo e l’aria stantia proveniente dagli alveoli
riempie lo spazio morto anatomico. Quindi, sebbene 500 ml di aria entrino negli alveoli ad ogni
inspirazione, soltanto 350 ml sono effettivamente di aria fresca.
2) Filtrazione renale: specificare le strutture che formano il filtro, le forze coinvolte e
composizione del filtrato
Nel nefrone (unità funzionale del rene) avvengono 3 processi fondamentali: la filtrazione, il
riassorbimento e la secrezione. La filtrazione è il movimento di liquido dal sangue verso il lume del
nefrone e avviene solo nel corpuscolo renale, dove la parete dei capillari glomerulari e quella della
capsula di Browman sono modificate per permettere il passaggio di elevati volumi di liquido. Le
sostanze che lasciano il plasma per raggiungere il lume tubulare devono passare attraverso tre
barriere di filtrazione che sono: l’endotelio dei capillari glomerulari, una membrana basale posta
centralmente e l’epitelio della capsula di Browman. Quando il filtrato raggiunge il lume del
nefrone è destinato all’escrezione. Dopo che il filtrato ha lasciato la capsula di Browman, esso
viene modificato attraverso processi di riassorbimento e secrezione. Il riassorbimento è il
processo di trasporto di sostanze presenti nel filtrato dal lume del tubulo al sangue che scorre nei
capillari peritubulari. La secrezione, invece, rimuove molecole dal sangue e le aggiunge al liquido
presente nel lume tubulare. La composizione del filtrato è simile a quella del plasma, ma senza le
proteine plasmatiche e gli elementi corpuscolati del sangue che rimangono all’interno dei capillari,
così che il filtrato è costituito da acqua e soluti. Ogni giorno vengono filtrati 180 litri di liquido nella
capsula di Browman. Mentre il filtrato scorre nel tubulo prossimale, circa il 70 % del suo volume è
riassorbito lasciando nel lume 54 litri. Questo riassorbimento avviene dopo il trasporto dei soluti
fuori dal lume. Il filtrato che abbandona il tubulo prossimale (quello riassorbito) ha la stessa
osmolarità del filtrato d’ingresso e passa nell’ansa di Henle, parte anatomica situata tra il tubulo
prossimale e il tubulo distale. Mentre il filtrato percorre l’ansa vengono riassorbiti più soluti che
acqua e quando uscirà il suo volume sarà sceso a 18 litri e avrà un’osmolarità di circa 100mOsM.
Dall’ansa, il filtrato passa poi nel tubulo distale e quindi nel dotto collettore. In questi due
segmenti avviene la regolazione del bilancio idrosalino. Il riassorbimento e la secrezione
determinano la composizione finale del filtrato. All’uscita dal dotto collettore il filtrano ha un
volume di circa 1,5 litri e un’osmolarità che varia tra 50 e 1200mOsM. Il volume e l’osmolarità
finali dell’urina dipendono dalla necessità dell’organismo di trattenere o eliminare acqua e soluti.
La filtrazione avviene tramite un sistema di pressioni, ovvero tra forze che lo favoriscono e quelle
che lo ostacolano:
• la pressione idrostatica del sangue che scorre nei capillari glomerulari spinge il liquido a ad
uscire attraverso l’endotelio. La pressione del sangue è di 55mmHG e favorisce la
filtrazione nella capsula di Browman;
• la pressione colloido-osmotica (30mmHG) all’interno dei capillari glomerulari è maggiore
di quella del liquido della capsula di browman, perchè è legata alla presenza di proteine nel
plasma e si oppone alla filtrazione;
• la capsula di Browman è uno spazio chiuso e quindi genera una pressione idrostatica
capsulare (15mmHG) che si oppone al passaggio di liquido nella capsula. La filtrazione è
favorita da una pressione netta pari a 10mmHG.
Il volume di liquido che filtra nella capsula di Browman nell’unità di tempo è detto velocità di
filtrazione glomerulare (VFG) influenzata dalla pressione netta di filtrazione e dal coefficiente di
filtrazione, quest’ultimo dipende dall’area della superficie dei capillari glomerulari disponibile per
la filtrazione e la permeabilità dell’interfaccia tra i capillari e la capsula di Browman.
• interazioni filamenti;
• il numero di fibre;
• il reclutamento delle unità motorie;
• la modulazione della frequenza di scarica.
La fibra muscolare sviluppa il massimo della tensione quando genera il maggior numero di
interazioni tra i filamenti spessi e sottili. Nella modulazione del muscolo c’è un reclutamento
gerarchico di unità motorie. L’unità motoria è costituita da un motoneurone e dalle fibre muscolari
da esso innervate. Il motoneurone innerva tutte fibre dello stesso tipo, ovvero innerva o solo fibre
rosse o solo fibre bianche. Tanto più piccolo sarà il motoneurone tanta più bassa sarà la sua soglia
di attivazione, questo perché i potenziali locali dovranno fare meno strada per arrivare alla zona
trigger. Infatti i motoneuroni che innervano fibre rosse sono più piccoli di quelli che innervano
fibre bianche. Inoltre la velocità di conduzione dello stimolo dipende dalla dimensione dell’assone
del motoneurone, tanto più grande sarà l’assone maggiore sarà la velocità di conduzione. La
modulazione, inoltre, dipende dal numero di unità motorie reclutate, in maniera asincrona. Il
reclutamento avviene da parte del sistema nervoso che modulerà anche il reclutamento dei
motoneuroni così che diverse unità motorie, a turno, mantengono la stessa tensione muscolare.
Questa alternanza permette ad alcune unità motorie di riposare durante le contrazioni
prevenendo l’affaticamento. In caso di affaticamento non siamo più in grado di mantenere la
stessa tensione e l’intensità della contrazione decresce. La modulazione dipende anche dalla
frequenza di scarica, ovvero tanti più potenziali d’azione arriveranno in un breve lasso di tempo,
tanto più sarà la forza erogata dal muscolo fino ad arrivare ad erogare la sua tensione massima.
Inoltre la forza erogata dipende anche dalla lunghezza del muscolo.
3) il ciclo cardiaco: descrizione in fasi
Ogni ciclo cardiaco ha la diastole, il periodo di tempo in cui il muscolo cardiaco si rilascia e la
sistole, il periodo in cui il muscolo si contrae. Il sangue scorre da aree a pressione alta ad aree a
pressione bassa e la contrazione aumenta la pressione all’interno delle camere cardiache mentre il
rilasciamento la diminuisce.
Nella fase 1 il cuore è a riposo. Gli atri si stanno riempiendo di sangue proveniente dalle vene e i
ventricoli hanno appena completato la contrazione. Le valvole AV si aprono nel momento in cui i
ventricoli si rilasciano per espandersi e facilitare l’ingresso del sangue, dagli atri, nei ventricoli
stessi.
Nella fase 2 i ventricoli si riempiono del tutto grazie alla sistole atriale, o contrazione, che inizia
dopo l’onda di depolarizzazione che invade gli atri ed essa spinge il sangue nei ventricoli. Quando
la frequenza cardiaca aumenta, come durante l’esercizio fisico, la contrazione atriale è importante
nel riempimento ventricolare rispetto ad una persona a riposo. Durante la sistole atriale una
piccola quantità di sangue viene spinta indietro nelle vene perché non esistono valvole
unidirezionali per bloccare il riflusso. Alla fine della sistole atriale i ventricoli contengono il
massimo volume di sangue, chiamato volume telediastolico (EDV), che avranno durante l’intero
ciclo cardiaco.
Nella fase 3 inizia la contrazione ventricolare. Mentre gli atri si contraggono, l’onda di
depolarizzazione si muove attraverso le cellule di conduzione del nodo AV e, a questo punto, inizia
la sistole ventricolare, con i fasci muscolari che spingono il sangue contro la faccia inferiore delle
valvole AV e le forza a chiudersi, questo provoca vibrazioni che a loro volta generano il primo tono
cardiaco. Siccome non si crea una pressione sufficiente per aprire le valvole semilunari, con
entrambe le serie di valvole chiuse, il sangue rimane nei ventricoli, il volume non cambia e questa
fase è detta contrazione ventricolare isovolumica. I ventricoli riescono a contrarsi lo stesso, le fibre
muscolari si ripolarizzano e si rilasciano.
Nella fase 4 avviene l’eiezione ventricolare. Quando i ventricoli si contraggono, generano una
pressione sufficiente ad aprire le valvole semilunari e a spingere il sangue nelle arterie. La stessa
pressione diventa la forza motrice del flusso ematico. Quando la pressione ventricolare aumenta e
supera quella presente nelle arterie, avviene appunto l’eiezione, intanto le valvole AV restano
chiuse e gli atri continuano a riempirsi. Ogni volta che il ventricolo si contrae il cuore non si svuota
completamente del sangue che contiene, il volume è rimasto è noto come volume telesistolico.
Nella fase 5 avviene il rilasciamento ventricolare. Alla fine dell’eiezione ventricolare, i ventricoli
iniziano a ripolarizzarsi e si rilasciano. Di conseguenza la pressione ventricolare diminuisce e il
sangue inizia a rifluire verso il cuore, questo provoca la chiusura delle valvole semilunari e avviene
quindi il secondo tono cardiaco. Le valvole AV restano chiuse per via della pressione ventricolare
che, nonostante diminuisce, è ancora più elevata di quella atriale. Questo periodo è detto
rilasciamento ventricolare isovolumico, perché il volume di sangue non cambia.
In seguito al rilasciamento ventricolare, la pressione ventricolare si abbassa fino al di sotto di
quella atriale e le valvole AV si aprono. Il sangue che si è accumulato negli atri durante la
contrazione ventricolare passa nei ventricoli e ricomincia così il ciclo cardiaco.
sommazione temporale: gli stimoli si succedono tanto rapidamente che i potenziali graduati non sono
capaci di sviluppare un altro potenziale d’azione se non è passato un certo tempo. Maggiore è la
sovrapposizione temporale maggiore sarà l’ampiezza del potenziale risultante.
Sommazione spaziale: se ci sono stimoli contemporanei provenienti da aree del neurone molto vicine tra
loro, si possono sommare tra loro.
I potenziali propagati (d’azione): si genera, quindi, dalla depolarizzazione della membrana fatta da parte
dei potenziali locali; nasce in un punto e continua a propagarsi a distanza ad altissima velocità. Questo
potenziale d’azione essendo sostenuto da canali voltaggio-dipendenti, è l’unica forma di segnale elettrico
che si propagherà lungo la membrana mantenendo costante l’intensità; non avrò più bisogno di potenziali
locali, perché ci sarà la propagazione del potenziale d’azione. I canali che sono alla base della formazione
del potenziale d’azione sono quelli per K+ Na+ e Ca2+. Il sodio che entra provoca una depolarizzazione della
membrana ed il potassio che esce provoca una successiva ripolarizzazione. Se lo stimolo fa sì che si
raggiunga il valore soglia, si aprono i canali che sono più vicini alla zona di depolarizzazione, ovvero i canali
del sodio (Na+) che entra e rende più positivo l’interno della cellula; questa depolarizzazione fa sì che i
canali successivi vedano la depolarizzazione provocata dalla corrente del sodio e quindi tenderanno ad
aprirsi mentre i primi che si erano aperti si inattivano; nel frattempo i canali del potassio (K+) ripolarizzano
quel pezzetto di membrana. Questo processo continua man mano che il segnale si propaga. I canali
voltaggio-dipendenti per il sodio presentano 3 stati di conformazione: APERTO-INATTIVO-CHIUSO:
Lo stato chiuso quando il potenziale di riposo di membrana è più negativo. Quando diventa superiore in
positività al valore soglia di apertura del canale, esso si apre rapidamente ed il sodio entra; a quel punto il
canale diventa inattivo, soltanto successivamente si chiude e può ricevere nuovamente stimoli per aprirsi.