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ENTERPRISE
lnnovare e gestire Ie organizzazioni z.o
HOEPLI
cAPtrolo o
COMUNICAZIONE,
IMPEGNO
E CONOSCENTA
tli Nlarco Lecci, Sur« Gtrltri, Cttrlo Galintlterti
-- Come è stato mostrato nel capitolo di apertura cli questo lavoro, gli artefatti \{zeb
2.0 sono ormai entrati nella r.ita delie organizztrzioni. Gli autori citati e le argo-
mentazioni sr,,iluppate nelle pagine precedenti ci hanno mostrato come coloro
i quali utilizzano tali artefatti per raggiungere i propri obiettivi all'interno dei
processi procluttivi oggi htrnno la possibilità di sperimcntare modalità di cr«lmu-
nicazione, di costruzi«rue e cli gestione clelle conoscenze che alimentano reti di
collaborazione "mecliate" più dinamiche. organizzate e comunitarie di qr-ranto
lìno a qualchc tempo fa si pcltesse immaginerre.lT
'f
r.1l.*- I- 1tr,"b ,.0 / lìusiness 2.0: Ner,r, Wcb Technologies, OrganisaLions anci \"VCN"I". 2nd,\tt'
Ir
i flussi
di comunicazione interna".43 Eccoci quindi tornati al tema
della comuni-
cazione che, a nostro parere, occupa una posizione centrale per
compren-
dere le ragioni del perché pur con tutte le difrìcoltà
- che i càsi presentati
In
ll"
o,
.,ni
nei prossimi capitoli ci permetteranno di mettere a fuoco
e di discutere - ir
passaggio alla social collaborationpermette di migliorare
il funzionamento
[) -,-
iin
organizzativo, non solo per quanto riguarda ra dimensione
comunicativa.
Per dirla in estrema sintesi, tre sono i passaggi in cui possiamo
scandire
le ragioni per cui vale la pena di lavorare in funzione
di questo cambio di
Emo paradigma:
I ge-
hdi 1' la conversazione, come suggerito al'inizio degri anni Novanta der
secolo scorso44 e ormai ampiamente accettato dalla ricerca psico-
bno
sociale, costituisce la forma più "evoluta" di comunica
zioneifs
2' le organizzazioni, come tutti i sistemi socio-tecnici a erevato
sear-
grado di relazionalità, hanno una struttura conversazionale;a6
rvu'vy. ro
stesso si può dire per le relazioni tra brand e consumatori
e, più in
dere generale, tra brand emercato;47
nM.
ma-
3. I'adozione di artefatti web 2.o al servizio deila social coilabora-
pro- tion permette di "far funzionare" i processi comunicativi
interni ed
iM., esterni alle organizzazioni secondo una modalità ,,conversaziclna_
onnl
tes-
le", rispettosa appunto della natura propria della comun icazione,
iew
da 'tr2 PrunestiA.,\uvolcdibrlrc. llrt,eb).0pcrlat'.onturtir.uzjoneneit.,testiaziertlnli,Fldizioniclcllii
'ro- Sera!, À,lilano 201t1.
4.1. Iclem,
ing 'l4 GalirnbcrLi L-'., Analisi cilelle conr,crsazioni e studio dell'interazione
07; psicosociale,,. in Galirn-
berti C. (Ed.). Lo tonyersazittne. Guerini & Associati. \,iilano 1992.
tive 45. Glriglione R.. 1'::ognon A., Orì yn lo prog.ltmLiqru.l,UG,
Grcnoble I 99.1.
'16 "organìzations arc con\rersations'. Cfuretraill l,Ianfestu. 1999. l,er Ia r,ersione or:iginale si
re- rcda http:// urn r,ricluetrain.com/book/.
nal 47 "1\{arliets are colì\,'crsations''.
-S0cirrl Br.rsirrc-ss i\Ianifest0,2012. pcr la Versionc originzrle si
r,cda http: //socialbusincssmern ifesto. com.
20 , CaPitolo 2
"Processo ai t',,gug"-"nt""'Knor'rrledge"
questo capitolo'
dalla social collaboration" in
---4Eji"1.*"lditlrrestoparirgrafoutilizzercnrtl.corrcntemcntel'espressione..intcraZj.]..
l'uso clcl tt:::
solito Viene denotato attravcrso
munictttitra' rtt a""*"I]li;;;;" che cìi
ai iort'ctlt
lastcremo il t(ìmpilo di irrtlitarc' as'ictnc
:
''contunir';tziotte I qìì'tt
'fii'n"r,rn n,,r,ad,'ll irrtcro prù(c\5odi interitziotlc(r)mull '
.,nnr.ì.rì,ra::. '
ch( uno di rroi hir a.ii.uìr rl r"*r, c., l)alla comunicazionc arlìi'
colare, rimandi",";;;;ìil;ti
c., op. cit.; Griimberti
Versazionc.Percorsirlistuc]iodell,interirzioneComUniCati\,tl''.Riccr-cirediPsicologirr,l'\1
..Scgtri il cor.riglio bianco. Strzrtegie identitarie e costr'.;
1 994, pp.113-ì s z .ìj"rì-r,*.i
c.,
relaziLtrtt ' i '
,"ìÈ r"i"i rt""i ln RJgalia C., N4arta ll., Identitir in
mediate".
della soggettir.ita
Comunicazione, impegno e conoscenza 21
Grazie alla convergenza delle posizioni espresse nei punti 2 e 3 e alla loro
integrazione, da circa un ventennio è andata affermandosi una posizione
che tende a considerare la comunicazione sempre meno come un pro-
cesso lineare fondato sull'alternanza delle attività di un emittente e di un
ricevente, rappresentandola invece come un evento interattivo in cui gli
interlocutori occupano prevalentemente ora I'una ora l'altra di queste
due posizioni, e collaborando alla produzione dei significati in misura
diversa a seconda delle proprie intenzioni comunicative e di quanto richie-
sto dal contesto. Dalla comunicazione come trasferimento di informazioni
da una mente all'altra, in conseguenza di un processo di codifica e deco-
dificarealizzato attraverso I'alternanza di due o più soggetti, ora attivi ora
passivi, si è giunti quindi all'idea di comunicazione come relazione
sociale, risultato di un'attività congiunta di produzione di signi-
fÌcati condotta dagli interlocutori in una prospettiva dialogico-
conversazionale.
Per capire meglio Ie ragioni del progressivo spostamento che hanno porta-
to a integrare la dimensione comunicativa - intesa essenzialmente co-
me scambio di informazioni - e quella conversazionale - intesa invece
come attività sociale finalizzata all'intercomprensione - dell'interazio-
ne comunicativa, è opportuno riflettere sulle caratteristiche attribuibili
al linguaggio verbale-orale, considerandolo come derivato dall'intreccio
tra diversi moduli (verbale, paraverbale, non-verbale e prossemico) che
comunque compongono la conversazione e che vanno sempre tenuti pre-
senti quando si costruisce un modello generale dei processi comunicativi.
rne tlell'essett Lrdtlto, \,IcGrar,r.Ilill, l,lilano, 2 0l l. pp.7 3 -127 . Citialno questi lavori pcrché
otlie
racchiudono il senso dei percorso teorico chc ha generato il modello dialogico-conrrersazionale
prcsentato in questo paragralb. Il rilèrimento a tali iavori intentle colmarc l'inevitabile appros-
sitnazione cli questa csposizione.
22 Capitolo 2
50. Pcr ltr clcscrizione critica del mcxlello di Shannon c \\Ieavcr, paradigma di riferimentr' :.
tutti i mocìclli tecnici c1i descrizione dci proccssi comunicativi, si vcda Galimberti C . l)"
comunicazione alla conr,crstLzione. Percorsi di studio dell'ir.rtertrzione cornunicativa". Àr, ,
tli l'sit' ologlitt, 1, Milano 1 994.
5 I . Clalimberti C. e Rir,.a G.. Lu contunit'azionc virtLLl,tl?.
(lr.rerini e Associati. \tlilano 19 9 7
52. ìacques f.. Dialogfiques. PtlF', Parigi 1 979.
23
Comunicazione, impegno e conoscenza
approccio si carattetizza
r _ )- ne costituisce uno dei concetti cardine' Questo
lll"- cl - sostanzialmenteperunanuovadefinizionedelconcettodicomunicazio-
e per una revisione
li ro ne, per l'individuazione della sua natura contrattuale
proprio a partire dal modello
radicale della nozione di interlocutore' Ed è
un "fatto re-
di ]acques che si è giunti a considerare la comunicazione
,-a pet mezzo
- ).
turiori. irriducibile",s3 considerandola come lo strumento
del quale gli uomini giungono a comprendersi' Il lavoro di cooperazione
a a essere inteso secondo
verbale che caratterizzalicomunicazione viene
questo modello come una vera e propria attività
congiunta' tale per cui
'. glienunciatidiuninterlocutoresiintreccianoConquellidell'altroper
i
produrre significato.
con chiarezza che è
ba qo"sta ànahsi del processo comunicativo risulta
in un rapporto
nelÀ scambio delle purole che i soggetti si riconoscono,
alla produzione del processo
di reciprocità, come soggetti che cooperano
ovviamente
di comunicazione stesso. Dire "cooperano" non significa
conflitti o, peggio ancora' di
escludere la possibilità di incomprensioni,
"cooperazione" cui si fa riferimento può
"disattenzioni" intenzionali' La
avereinfattiunaconnotazionepositivaemanifestarsineiterminidiuna
a indicare un lavoro
vera e propria "collaboraziotte" , ma anche limitarsi
congiuntochenonnecessariamentedevecondurreallacomprensione
da parte degli interlocutori e alla definizione
di un accordo circa
re"if,rocu
per litigare bisogna essere
i significati di quanto essi si dicono' Cosi come
(aùeno) in due, anche per non capirsi è necessario ùt
"l Ìl'comunque
unaltroche,attraversolasua.,presenzaconversazionale',consentaal
nei discorsi di
processo di non-comprensione di realizzarsi e manifestarsi
tutti gli interlocutori.
sul piano logico: è lì'
t,interlocuzione assume quindi iI ruolo di primum
nelloscambioconversazionale,chesicostruisconolesoggettivitàdegli
interlocutori (chi-sono-io-per-te/chi-sei-tu-per-me)
e che ci si accorda
sui significati di quanto si Ja dicendo, al
punto da arrivare a condividere
l'universodidiscorsoincostruzioneo'alcontrario'diallontanarsidivari-
oggetto di conversazione'
cando Ie proprie posizioni rispetto ai contenuti
L,interoprocessocomunicativotendequindiarisolversinell'interlocu-
di natura psico-sociale
zione, assumendo Ie caratteristiche di un rapporto
interattivo' piuttosto che in una
che prend.e forma attraverso un processo
un trasferimento
pura relazione linguistica o, ancor meno' in meccanico
a un ricevente' Se così non fosse' non si ri-
di informazioni da un emittente
uscirebbeacontenereglielevatilivellidiincertezzaediindeterminazione
cuisemprero.ro"rport"lenostrecomunicazioni(bastipensareappunto
5 l. Idem.
24 i Capitolo 2
&
lnformazione, comunicazione, conversazione
*
ffi ' lnformazione: erogazion e di,,pezzl,, di conoscenza
relativi a stati del
ffi mondo esterno/interno ai soggàtti ,ijriiar.ti,
ffi cognizioni, emozioni,
ffi " r--'erogazione avviene
rappresentazioni, rerazioni, eventi ecc.
ffi J
moduli: verbale, nonverbale, purur"rOrÈ, p-r'o!i"-rni.o, attraverso i
ffi
# o iconico.
H Finalità: fornire conoscenze"pronte per
0, ruso'i awiare processi di costru-
N zione (individuale o congiunia) di nuove;;;;;;;"r".
ffi o
ffi
tr
ffi o ' comunicazione: oestione dei moduri utirizzati
per mettere in circoro
delle informazioniattraverso un processo
ffi o soggetti, contestq processq strumenti.
sociate. Erementi coinvorti:
J
ffi tr
§ Finalità: messa in atto, controllata,
ffi J della "codifica_decodifica,, e del
# processo"inferenziale,,da parte degli
intertocutori.
ffi o
& ' conversazione: situazione.sociareorganizzata
secondo
o turnida parte dei soggetti. Modarità pÉr gàiii;ìi.egrioun,arternanza di
ffi Ia dimensione
sociale del processo di com.unicazion"-À-gli
ffi
ffi caratterizzano controrrando/rimitando gri
;ntuali ,difetti,, che lo
ffi Énetti' oettu rnt"i"n."'ioi
desiderate.
ffi
§ Finalità: intercomprensione.
-.io
terzi) sia del mondo interno dei soggetti (altre cognizioni, percezioni, emo-
rli zioni, rappresentazioni, relazioni come percepite dal soggetto stesso). È in
questa fase che intervengono quelli che in precedenza abbiamo definiti
"moduli": verbale (orale e scritto), non verbale, paraverbale, prossemico e
ul- iconico. Si tratta di moduli di natura "linguistica" che presiedono al pro-
di cesso di semiot\zzazione, ossia di traduzione in materiale percepibile dai
ìa- propri interlocutori di una parte (importante, anche se non unica compo-
nente) dell'intenzione comunicativa del soggetto. La finalità di questa fase
è, appunto, quella di "informare", ossia di "dare forma", all'intenzione
comunicativa di chi parla fornendo alla conversazione un contributo in
_l
28i Capitolo 2
Processo di engagement
Etrooglerntnt is a form of social obligation that individuals feel
after a series of interactions with an organization.
Alan tr{. Saks. 2006s6
:
essere rrtile creare conoscenzn inerente tali argonrcrtti in anrbito organizzatirl '
corrre È ile, h tale urriverso, gestire queste dinanriche, al fine tli ottettcr,
lro.ssib
arricchintento e un ntigliornmento, tnnto alivello di krtov'letlge quanto stL t1t,.
dci proccssi orpltrrizzatit'i?
A tale proposito, risulta particolarmente utile un affondo su un costrì.ì
relativamente recente sul piano della gestione delle risorse umane: l'r''1.
qement deipttltblit:i hùerni. Tale processo rappresenta I',er,oluzione di qll.
che, un tempo, rrenitrano semplicisticamente chiamate l'ublic-: Relati' '.
che, grazie alle ricerche di molteplici discipiine scientifiche e all'app:
fondimento (tutt'altro che semantico) del concetto di "relazione", senl:-
poter adempiere la funzione di "\,essillo" dei bisogni e dei goal piu atti.
e impellenti dellc organizzazioni di oggi in ambito di sociai collaborai.
e communication.
L'intcressamento al concetto engagement, e in modo particolare a q ... '
cli
lo di entployee engayyentent, da parte delle organizzazioni si sviluppa c' ::
conseguenza cli una generalizzata decrescita della produttività duratlt- -
anni ottanta: per Ia prima rzolta, i contratti di larroro cominciano à perrl:
lzr storica forma di "contratti tr vita" (a tempo indeterminato), prer-ei'
do tempistiche piu limitate, in concomitanza a un crescente interc,',
riguerrclo a concetti quali conrinit ntent e loytrlt11 dei dipendenti. In seg u t i
questa mutazione delltr cultura del larroro, gli emplol,ee elaborano utl -,.,
dito approccio al iavoro: i celmbiamenti di occupazione e organizzat: :