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LI

EL
CH
NI
ZA

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Valitutti, Falasca, Amadio

Chimica:

LI
EL
concetti e modelli
Seconda edizione
CH
NI
ZA

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Capitolo 7

Le particelle

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dell’atomo
CH
NI
ZA

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Sommario
1. La natura elettrica della materia

LI
2. La scoperta delle particelle subatomiche

EL
3. Le particelle fondamentali dell’atomo

CH
4. I modelli atomici di Thomson e Rutherford
5. Il numero atomico identifica gli elementi
NI
6. Le trasformazioni del nucleo
ZA

7. I tipi di decadimento radioattivo


8. L’energia nucleare

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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 4
La natura elettrica della materia
Gli antichi Greci chiamavano l’ambra elektron, da cui

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deriva il termine elettricità.

EL
• Lo strofinìo di qualsiasi materiale provoca la comparsa
su di esso di una carica elettrica.

CH
• La carica elettrica può essere di due tipi: per convenzione
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si distingue in positiva (+) e negativa (−);
• Le cariche dello stesso segno, (+) e (+) oppure (−) e (−),
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si respingono e si dicono «concordi»;
• Le cariche di segno opposto, (+) e (−), si attraggono
e si dicono «discordi».
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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 5
La scoperta delle particelle
subatomiche
Per studiare gli effetti del passaggio di corrente elettrica

LI
in un gas, si può adoperare un tubo di vetro trasparente,

EL
alla cui estremità sono fissate due placche metalliche,
chiamate elettrodi, collegate a un generatore elettrico.

CH
NI
La placca negativa è chiamata catodo (−) e la placca
positiva anodo (+).
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La scoperta delle particelle
subatomiche
Se si riduce la pressione del gas all’interno del tubo, sulla

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parete di vetro in fondo al tubo si osserva una macchia

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fluorescente dovuta a una radiazione proveniente dal
catodo. A questa radiazione si dà il nome di raggi catodici.

CH
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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 7
La scoperta delle particelle
subatomiche
Nel 1897, Joseph John Thomson utilizza tubi di vetro

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progettati da William Crookes per dimostrare che

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la radiazione catodica è formata da particelle cariche
negativamente a cui assegna il nome di elettroni.

CH
Thomson riesce anche a misurare il rapporto
NI
carica/massa di tali particelle e a dimostrare che il valore
ZA
del rapporto non cambia al variare del gas contenuto
nel tubo o del metallo che costituisce il catodo.

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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 8
La scoperta delle particelle
subatomiche
Eugen Goldstein, mediante esperimenti con un tubo

LI
di vetro dotato di un catodo forato, identifica particelle

EL
diverse dagli elettroni, che si muovono verso il polo
negativo formando un fascio di raggi anodici.

CH
NI
ZA

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La scoperta delle particelle
subatomiche
Si tratta di particelle con carica positiva, che provengono

LI
dal gas rarefatto contenuto nel tubo, e a cui Ernest

EL
Rutherford assegna, nel 1920, il nome di protoni.

CH
Nel 1932, viene scoperta da James Chadwick NI
una terza particella subatomica denominata neutrone,
che è elettricamente neutra, cioè priva di carica.
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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 10
La scoperta delle particelle
subatomiche
Lo strofinìo di un materiale comporta il trasferimento di

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cariche da un corpo all’altro ed è sempre legato a uno

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spostamento di elettroni.

CH
Il numero delle cariche acquistate deve sempre essere
NI
uguale al numero delle cariche cedute, in base
al principio di conservazione della carica.
ZA

L’unità di misura della carica elettrica nel SI è il coulomb (C),


dal nome dello scienziato Charles-Augustin de Coulomb.
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Le particelle fondamentali
dell’atomo
Gli atomi di tutti gli elementi sono formati da tre particelle

LI
fondamentali:

EL
• elettrone (e−), massa pari a 9,109  10−31 kg,

CH
carica elettrica negativa pari a –1,602  10−19 C;
NI
• protone (p+), massa pari a 1,673  10−27 kg,
carica elettrica positiva pari a +1,602  10−19 C;
ZA
• neutrone (n), massa pari a 1,675  10−27 kg,
privo di carica elettrica.

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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 12
Le particelle fondamentali
dell’atomo
Ogni atomo contiene un nucleo, cioè una zona molto

LI
piccola e densa in cui sono confinati i protoni e i neutroni:

EL
a tali particelle di dà il nome di nucleoni.

CH
Acceleratori e collisori di particelle, hanno consentito
NI
di dimostrare che neutroni e protoni non sono affatto
particelle elementari, ma sono composte a loro volta
ZA
da altri componenti, chiamati quark.

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I modelli atomici di Thomson
e Rutherford
Thomson propone per l’atomo un modello continuo:

LI
la carica positiva occupa, come una nube, tutto il volume

EL
dell’atomo, mentre gli elettroni sono dispersi in modo
regolare, come l’uvetta nell’impasto di un panettone,

CH
il modello viene quindi definito atomo a panettone.
NI
ZA

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I modelli atomici di Thomson
e Rutherford
È possibile studiare la struttura degli atomi bombardandoli

LI
con particelle radioattive.

EL
Gli studi condotti da Ernest Rutherford permettono

CH
di determinare la natura delle particelle alfa (α), nuclei
NI
positivi di elio (He2+), utilizzate per bombardare gli atomi
di un sottilissimo foglio d’oro. Dopo l’urto, le particelle α
ZA
sono raccolte da uno schermo in grado di evidenziarne
la presenza.

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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 15
I modelli atomici di Thomson
e Rutherford
I risultati dell’esperimento

LI
mostrano che:

EL
• gran parte delle particelle α
attraversa la lamina

CH
senza subire deviazioni; NI
• alcune particelle sono
deviate di angoli
ZA
più o meno grandi rispetto alla direzione iniziale;
• una piccolissima frazione viene respinta all’indietro
con violenza.
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I modelli atomici di Thomson
e Rutherford
Rutherford propone quindi un nuovo modello atomico:

LI
EL
• l’atomo è composto da un nucleo centrale, in cui sono
concentrate tutta la carica positiva e la massa dell’atomo;

CH
• gli elettroni occupano lo spazio vuoto intorno al nucleo;
NI
• il diametro del nucleo deve essere centomila volte più
piccolo (10−15 m) del diametro dell’atomo (10−10 m);
ZA
• gli elettroni, carichi negativamente, sono in numero tale
da bilanciare esattamente la carica positiva del nucleo.

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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 17
I modelli atomici di Thomson
e Rutherford
I due modelli atomici A di Thomson e B di Rutherford

LI
a confronto.

EL
CH
NI
ZA

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Il numero atomico identifica
gli elementi
Il numero di protoni presenti nel nucleo di un atomo si

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chiama numero atomico (Z). Se l’atomo è neutro, questo

EL
numero è uguale a quello degli elettroni.

CH
Il numero di massa (A) è uguale alla somma del numero di
NI
protoni (Z) e del numero di neutroni (n) contenuti nel nucleo.
ZA
Il nucleo di un atomo di cui si conoscono Z e A è chiamato
nuclide.

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Il numero atomico identifica
gli elementi
Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento aventi

LI
le stesse proprietà chimiche ma masse diverse, perché

EL
contengono un diverso numero di neutroni.

CH
I tre isotopi dell’idrogeno.
NI
ZA

Gli isotopi hanno diverse proprietà fisiche.


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Il numero atomico identifica
gli elementi
La massa atomica relativa presente sulla tavola periodica

LI
è una massa media, che tiene conto sia della percentuale

EL
di ciascun isotopo nella miscela, sia della sua massa. La
media calcolata in questo modo si dice media ponderata.

CH
NI
Per calcolare la massa atomica media, si moltiplica
la massa di ciascun isotopo per la sua abbondanza
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percentuale, si sommano i vari prodotti e si divide per 100.

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Il numero atomico identifica
gli elementi
Lo strumento utilizzato per determinare le masse

LI
atomiche è lo spettrometro di massa.

EL
CH
NI
ZA

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Le trasformazioni del nucleo
Tra i nucleoni, agisce una forza attrattiva molto grande,

LI
chiamata forza nucleare forte, che prevale nettamente

EL
sulle forze elettriche repulsive e consente al nucleo
di non disintegrarsi.

CH
NI
Alcuni isotopi, invece, sono instabili ed emettono
spontaneamente una particella trasformandosi nel nucleo
ZA
di un altro elemento.

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Le trasformazioni del nucleo
Il decadimento radioattivo è un processo che trasforma

LI
il nucleo di un elemento nel nucleo di un elemento

EL
diverso.

CH
Il processo di emissione di radiazione viene scoperto
NI
nel 1896 da Antoine Henri Becquerel e denominato
radioattività.
ZA

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Le trasformazioni del nucleo
Alcuni anni dopo gli studi di Becquerel e dei coniugi Curie,

LI
Rutherford dimostra che le radiazioni emesse dal nucleo

EL
di un elemento radioattivo sono di tre tipi differenti:

CH
• raggi alfa (α), costituiti da nuclei di elio (carica 2+, massa 4);
NI
• raggi beta (β), fasci di elettroni veloci, non hanno massa
rilevante e portano una carica elettrica negativa;
ZA
• raggi gamma (γ), radiazioni elettromagnetiche, come la luce
e i raggi X, ma di frequenza ed energia ancora maggiori.

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Le trasformazioni del nucleo
La capacità di penetrazione dei raggi alfa, beta e gamma.

LI
EL
CH
NI
ZA

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Le trasformazioni del nucleo
La stabilità dei nuclei dipende dal numero di protoni

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e neutroni che essi contengono.

EL
Tutti i nuclei con Z ≥ 84

CH
sono instabili NI
e quindi radioattivi.
ZA

Banda di stabilità dei nuclei atomici.


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I tipi di decadimento radioattivo
Il decadimento di un nucleo è descritto da un’equazione

LI
nucleare, che è bilanciata quando:

EL
• la somma dei numeri di massa, A, dei reagenti è uguale

CH
alla somma dei numeri di massa dei prodotti; NI
• la somma dei protoni dei reagenti è uguale alla somma
dei protoni dei prodotti.
ZA

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I tipi di decadimento radioattivo
Vi sono quattro tipi di fenomeni radioattivi.

LI
EL
1. Decadimento alfa (α).
Nuclei con numero atomico superiore a 83 e numero di

CH
massa superiore a 220 decadono emettendo particelle α
NI
positive (nuclei di elio). Il numero di massa diminuisce di
quattro unità, mentre Z diminuisce di due unità.
ZA

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I tipi di decadimento radioattivo
2. Decadimento beta (β).

LI
Nuclei troppo ricchi di neutroni decadono emettendo

EL
elettroni veloci (particelle β) che derivano
dalla trasformazione di un neutrone in protone.

CH
NI
Ciò accade perché il neutrone, quando è isolato, è
instabile e può disintegrarsi spontaneamente originando
ZA
un protone e una coppia di particelle, l’elettrone e
l’antineutrino:

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I tipi di decadimento radioattivo
Il nuovo nuclide risulta quindi spostato di una posizione

LI
a destra nella tavola periodica.

EL
CH
NI
ZA

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I tipi di decadimento radioattivo
3. Emissione β+ e cattura elettronica.

LI
L’emissione di elettroni positivi (β+ o positroni),

EL
o la cattura di elettroni, avviene quando il numero
di protoni è troppo elevato rispetto ai neutroni.

CH
NI
Un protone può trasformarsi in neutrone emettendo
una particella equivalente in massa all’elettrone,
ZA
ma con carica opposta, positrone, oppure assorbendo
un elettrone orbitante tra quelli più vicini al nucleo.

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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 32
I tipi di decadimento radioattivo
Il nuovo nuclide risulta spostato di una posizione

LI
a sinistra nella tavola periodica.

EL
CH
NI
ZA
Sull’emissione β+ si basa un’importante tecnica
di medicina nucleare: la tomografia a emissione di
positroni, o PET.
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I tipi di decadimento radioattivo
4. Emissione gamma (γ).

LI
Dopo un’emissione α o β viene liberata energia

EL
dal nucleo, in forma di raggi γ. Nell’emissione γ restano
invariati sia il numero atomico sia il numero di massa.

CH
NI
ZA

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I tipi di decadimento radioattivo
Tutti i processi di decadimento evolvono nel tempo

LI
secondo uno stesso schema, descritto

EL
da una curva con andamento
esponenziale decrescente,

CH
detta curva di decadimento. NI
ZA
Il tempo di dimezzamento (o emivita, T1/2) è il tempo
occorrente per ridurre alla metà la quantità di un isotopo
radioattivo.
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I tipi di decadimento radioattivo

LI
EL
CH
NI
ZA
La successione di decadimenti fino alla formazione
di un isotopo stabile si chiama serie di disintegrazione
radioattiva.
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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 36
I tipi di decadimento radioattivo
Il carbonio-14 è un isotopo radioattivo del carbonio.

LI
Si forma nell’atmosfera per effetto dell’urto dei neutroni

EL
prodotti dai raggi cosmici con l’azoto.

CH
Entra nei tessuti di ogni organismo vivente in percentuale
NI
costante e cessa di essere assimilato quando l’organismo
muore. Dato che la quantità di 14C si riduce, dimezzandosi
ZA
ogni 5730 anni, è possibile risalire su un reperto fossile
al tempo trascorso dalla morte dell’organismo.

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I tipi di decadimento radioattivo
Nella tavola periodica, gli elementi con numero atomico

LI
maggiore di 92 sono chiamati elementi transuranici.

EL
Non sono presenti in natura, se non in tracce minime,
e sono prodotti artificialmente tramite reazioni nucleari.

CH
NI
Alla fine del 2015, la IUPAC ha confermato l’esistenza
di quattro nuovi elementi, che completano la settima riga
ZA
della tavola periodica, fino all’elemento che ha Z = 118.

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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 38
L’energia nucleare
L’energia nucleare è l’energia che bisognerebbe spendere

LI
per separare i nucleoni uno dall’altro. La stessa quantità

EL
di energia è ceduta nel processo di aggregazione
dei nucleoni che costituiscono il nucleo.

CH
NI
L’entità dell’energia nucleare di un nucleo corrisponde
al difetto di massa, che è la differenza tra la somma
ZA
delle masse dei nucleoni che si devono aggregare
per formare un nucleo e la massa nucleare effettiva.

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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 39
L’energia nucleare
La relazione che consente di calcolare l’energia nucleare

LI
a partire dal valore del difetto di massa di un nucleo

EL
deriva dalla teoria della relatività di Albert Einstein,
che stabilisce un’equivalenza tra massa

CH
ed energia: NI
E = m ∙ c2
ZA

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L’energia nucleare
Le reazioni nucleari di maggior interesse, per la produzione

LI
di energia, sono le reazioni di fissione nucleare

EL
e di fusione nucleare.

CH
Si ha fissione nucleare quando un nucleo pesanteNI
si scinde in due nuclei più piccoli di massa simile.
ZA
La trasformazione può avvenire spontaneamente
o essere stimolata bombardando con neutroni un nucleo
pesante, che viene detto fissile, in una reazione a catena.
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L’energia nucleare
Schema

LI
di funzionamento

EL
di un reattore.

CH
NI
L’impiego di reattori nucleari per la produzione di energia,
ZA
benché molto vantaggioso in termini di resa, porta con sé
due importanti e gravi problemi: uno legato alle scorie
di fissione e uno connesso alla possibilità di incidenti.
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Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 42
L’energia nucleare
Nelle reazioni di fusione nucleare due nuclei leggeri

LI
si fondono per darne uno più pesante.

EL
La reazione

CH
di fusione NI
nucleare
all’interno
ZA
del Sole.

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