Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
EL
CH
NI
ZA
Chimica:
LI
EL
concetti e modelli
Seconda edizione
CH
NI
ZA
Le particelle
LI
EL
dell’atomo
CH
NI
ZA
LI
2. La scoperta delle particelle subatomiche
EL
3. Le particelle fondamentali dell’atomo
CH
4. I modelli atomici di Thomson e Rutherford
5. Il numero atomico identifica gli elementi
NI
6. Le trasformazioni del nucleo
ZA
LI
deriva il termine elettricità.
EL
• Lo strofinìo di qualsiasi materiale provoca la comparsa
su di esso di una carica elettrica.
CH
• La carica elettrica può essere di due tipi: per convenzione
NI
si distingue in positiva (+) e negativa (−);
• Le cariche dello stesso segno, (+) e (+) oppure (−) e (−),
ZA
si respingono e si dicono «concordi»;
• Le cariche di segno opposto, (+) e (−), si attraggono
e si dicono «discordi».
Copia riservata a Arianna Dinca - 4396219
Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 5
La scoperta delle particelle
subatomiche
Per studiare gli effetti del passaggio di corrente elettrica
LI
in un gas, si può adoperare un tubo di vetro trasparente,
EL
alla cui estremità sono fissate due placche metalliche,
chiamate elettrodi, collegate a un generatore elettrico.
CH
NI
La placca negativa è chiamata catodo (−) e la placca
positiva anodo (+).
ZA
LI
parete di vetro in fondo al tubo si osserva una macchia
EL
fluorescente dovuta a una radiazione proveniente dal
catodo. A questa radiazione si dà il nome di raggi catodici.
CH
NI
ZA
LI
progettati da William Crookes per dimostrare che
EL
la radiazione catodica è formata da particelle cariche
negativamente a cui assegna il nome di elettroni.
CH
Thomson riesce anche a misurare il rapporto
NI
carica/massa di tali particelle e a dimostrare che il valore
ZA
del rapporto non cambia al variare del gas contenuto
nel tubo o del metallo che costituisce il catodo.
LI
di vetro dotato di un catodo forato, identifica particelle
EL
diverse dagli elettroni, che si muovono verso il polo
negativo formando un fascio di raggi anodici.
CH
NI
ZA
LI
dal gas rarefatto contenuto nel tubo, e a cui Ernest
EL
Rutherford assegna, nel 1920, il nome di protoni.
CH
Nel 1932, viene scoperta da James Chadwick NI
una terza particella subatomica denominata neutrone,
che è elettricamente neutra, cioè priva di carica.
ZA
LI
cariche da un corpo all’altro ed è sempre legato a uno
EL
spostamento di elettroni.
CH
Il numero delle cariche acquistate deve sempre essere
NI
uguale al numero delle cariche cedute, in base
al principio di conservazione della carica.
ZA
LI
fondamentali:
EL
• elettrone (e−), massa pari a 9,109 10−31 kg,
CH
carica elettrica negativa pari a –1,602 10−19 C;
NI
• protone (p+), massa pari a 1,673 10−27 kg,
carica elettrica positiva pari a +1,602 10−19 C;
ZA
• neutrone (n), massa pari a 1,675 10−27 kg,
privo di carica elettrica.
LI
piccola e densa in cui sono confinati i protoni e i neutroni:
EL
a tali particelle di dà il nome di nucleoni.
CH
Acceleratori e collisori di particelle, hanno consentito
NI
di dimostrare che neutroni e protoni non sono affatto
particelle elementari, ma sono composte a loro volta
ZA
da altri componenti, chiamati quark.
LI
la carica positiva occupa, come una nube, tutto il volume
EL
dell’atomo, mentre gli elettroni sono dispersi in modo
regolare, come l’uvetta nell’impasto di un panettone,
CH
il modello viene quindi definito atomo a panettone.
NI
ZA
LI
con particelle radioattive.
EL
Gli studi condotti da Ernest Rutherford permettono
CH
di determinare la natura delle particelle alfa (α), nuclei
NI
positivi di elio (He2+), utilizzate per bombardare gli atomi
di un sottilissimo foglio d’oro. Dopo l’urto, le particelle α
ZA
sono raccolte da uno schermo in grado di evidenziarne
la presenza.
LI
mostrano che:
EL
• gran parte delle particelle α
attraversa la lamina
CH
senza subire deviazioni; NI
• alcune particelle sono
deviate di angoli
ZA
più o meno grandi rispetto alla direzione iniziale;
• una piccolissima frazione viene respinta all’indietro
con violenza.
Copia riservata a Arianna Dinca - 4396219
Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 16
I modelli atomici di Thomson
e Rutherford
Rutherford propone quindi un nuovo modello atomico:
LI
EL
• l’atomo è composto da un nucleo centrale, in cui sono
concentrate tutta la carica positiva e la massa dell’atomo;
CH
• gli elettroni occupano lo spazio vuoto intorno al nucleo;
NI
• il diametro del nucleo deve essere centomila volte più
piccolo (10−15 m) del diametro dell’atomo (10−10 m);
ZA
• gli elettroni, carichi negativamente, sono in numero tale
da bilanciare esattamente la carica positiva del nucleo.
LI
a confronto.
EL
CH
NI
ZA
LI
chiama numero atomico (Z). Se l’atomo è neutro, questo
EL
numero è uguale a quello degli elettroni.
CH
Il numero di massa (A) è uguale alla somma del numero di
NI
protoni (Z) e del numero di neutroni (n) contenuti nel nucleo.
ZA
Il nucleo di un atomo di cui si conoscono Z e A è chiamato
nuclide.
LI
le stesse proprietà chimiche ma masse diverse, perché
EL
contengono un diverso numero di neutroni.
CH
I tre isotopi dell’idrogeno.
NI
ZA
LI
è una massa media, che tiene conto sia della percentuale
EL
di ciascun isotopo nella miscela, sia della sua massa. La
media calcolata in questo modo si dice media ponderata.
CH
NI
Per calcolare la massa atomica media, si moltiplica
la massa di ciascun isotopo per la sua abbondanza
ZA
percentuale, si sommano i vari prodotti e si divide per 100.
LI
atomiche è lo spettrometro di massa.
EL
CH
NI
ZA
LI
chiamata forza nucleare forte, che prevale nettamente
EL
sulle forze elettriche repulsive e consente al nucleo
di non disintegrarsi.
CH
NI
Alcuni isotopi, invece, sono instabili ed emettono
spontaneamente una particella trasformandosi nel nucleo
ZA
di un altro elemento.
LI
il nucleo di un elemento nel nucleo di un elemento
EL
diverso.
CH
Il processo di emissione di radiazione viene scoperto
NI
nel 1896 da Antoine Henri Becquerel e denominato
radioattività.
ZA
LI
Rutherford dimostra che le radiazioni emesse dal nucleo
EL
di un elemento radioattivo sono di tre tipi differenti:
CH
• raggi alfa (α), costituiti da nuclei di elio (carica 2+, massa 4);
NI
• raggi beta (β), fasci di elettroni veloci, non hanno massa
rilevante e portano una carica elettrica negativa;
ZA
• raggi gamma (γ), radiazioni elettromagnetiche, come la luce
e i raggi X, ma di frequenza ed energia ancora maggiori.
LI
EL
CH
NI
ZA
LI
e neutroni che essi contengono.
EL
Tutti i nuclei con Z ≥ 84
CH
sono instabili NI
e quindi radioattivi.
ZA
LI
nucleare, che è bilanciata quando:
EL
• la somma dei numeri di massa, A, dei reagenti è uguale
CH
alla somma dei numeri di massa dei prodotti; NI
• la somma dei protoni dei reagenti è uguale alla somma
dei protoni dei prodotti.
ZA
LI
EL
1. Decadimento alfa (α).
Nuclei con numero atomico superiore a 83 e numero di
CH
massa superiore a 220 decadono emettendo particelle α
NI
positive (nuclei di elio). Il numero di massa diminuisce di
quattro unità, mentre Z diminuisce di due unità.
ZA
LI
Nuclei troppo ricchi di neutroni decadono emettendo
EL
elettroni veloci (particelle β) che derivano
dalla trasformazione di un neutrone in protone.
CH
NI
Ciò accade perché il neutrone, quando è isolato, è
instabile e può disintegrarsi spontaneamente originando
ZA
un protone e una coppia di particelle, l’elettrone e
l’antineutrino:
LI
a destra nella tavola periodica.
EL
CH
NI
ZA
LI
L’emissione di elettroni positivi (β+ o positroni),
EL
o la cattura di elettroni, avviene quando il numero
di protoni è troppo elevato rispetto ai neutroni.
CH
NI
Un protone può trasformarsi in neutrone emettendo
una particella equivalente in massa all’elettrone,
ZA
ma con carica opposta, positrone, oppure assorbendo
un elettrone orbitante tra quelli più vicini al nucleo.
LI
a sinistra nella tavola periodica.
EL
CH
NI
ZA
Sull’emissione β+ si basa un’importante tecnica
di medicina nucleare: la tomografia a emissione di
positroni, o PET.
Copia riservata a Arianna Dinca - 4396219
Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 33
I tipi di decadimento radioattivo
4. Emissione gamma (γ).
LI
Dopo un’emissione α o β viene liberata energia
EL
dal nucleo, in forma di raggi γ. Nell’emissione γ restano
invariati sia il numero atomico sia il numero di massa.
CH
NI
ZA
LI
secondo uno stesso schema, descritto
EL
da una curva con andamento
esponenziale decrescente,
CH
detta curva di decadimento. NI
ZA
Il tempo di dimezzamento (o emivita, T1/2) è il tempo
occorrente per ridurre alla metà la quantità di un isotopo
radioattivo.
Copia riservata a Arianna Dinca - 4396219
Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 35
I tipi di decadimento radioattivo
LI
EL
CH
NI
ZA
La successione di decadimenti fino alla formazione
di un isotopo stabile si chiama serie di disintegrazione
radioattiva.
Copia riservata a Arianna Dinca - 4396219
Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 36
I tipi di decadimento radioattivo
Il carbonio-14 è un isotopo radioattivo del carbonio.
LI
Si forma nell’atmosfera per effetto dell’urto dei neutroni
EL
prodotti dai raggi cosmici con l’azoto.
CH
Entra nei tessuti di ogni organismo vivente in percentuale
NI
costante e cessa di essere assimilato quando l’organismo
muore. Dato che la quantità di 14C si riduce, dimezzandosi
ZA
ogni 5730 anni, è possibile risalire su un reperto fossile
al tempo trascorso dalla morte dell’organismo.
LI
maggiore di 92 sono chiamati elementi transuranici.
EL
Non sono presenti in natura, se non in tracce minime,
e sono prodotti artificialmente tramite reazioni nucleari.
CH
NI
Alla fine del 2015, la IUPAC ha confermato l’esistenza
di quattro nuovi elementi, che completano la settima riga
ZA
della tavola periodica, fino all’elemento che ha Z = 118.
LI
per separare i nucleoni uno dall’altro. La stessa quantità
EL
di energia è ceduta nel processo di aggregazione
dei nucleoni che costituiscono il nucleo.
CH
NI
L’entità dell’energia nucleare di un nucleo corrisponde
al difetto di massa, che è la differenza tra la somma
ZA
delle masse dei nucleoni che si devono aggregare
per formare un nucleo e la massa nucleare effettiva.
LI
a partire dal valore del difetto di massa di un nucleo
EL
deriva dalla teoria della relatività di Albert Einstein,
che stabilisce un’equivalenza tra massa
CH
ed energia: NI
E = m ∙ c2
ZA
LI
di energia, sono le reazioni di fissione nucleare
EL
e di fusione nucleare.
CH
Si ha fissione nucleare quando un nucleo pesanteNI
si scinde in due nuclei più piccoli di massa simile.
ZA
La trasformazione può avvenire spontaneamente
o essere stimolata bombardando con neutroni un nucleo
pesante, che viene detto fissile, in una reazione a catena.
Copia riservata a Arianna Dinca - 4396219
Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 41
L’energia nucleare
Schema
LI
di funzionamento
EL
di un reattore.
CH
NI
L’impiego di reattori nucleari per la produzione di energia,
ZA
benché molto vantaggioso in termini di resa, porta con sé
due importanti e gravi problemi: uno legato alle scorie
di fissione e uno connesso alla possibilità di incidenti.
Copia riservata a Arianna Dinca - 4396219
Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018 42
L’energia nucleare
Nelle reazioni di fusione nucleare due nuclei leggeri
LI
si fondono per darne uno più pesante.
EL
La reazione
CH
di fusione NI
nucleare
all’interno
ZA
del Sole.