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Valitutti, Falasca, Amadio

Chimica:
concetti e modelli
Seconda edizione
Capitolo 13

Le forze intermolecolari
e gli stati condensati
della materia
Sommario
1. Le attrazioni tra le molecole
2. Molecole polari e non polari
3. Le forze dipolo-dipolo e di London
4. Il legame a idrogeno
5. Legami a confronto
6. La classificazione dei solidi
7. La struttura dei solidi
8. Le proprietà intensive dello stato liquido

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Le attrazioni tra le molecole
Le forze intermolecolari sono forze di natura elettrostatica
che mantengono le molecole vicine tra loro. Fra le molecole
c’è spazio vuoto.

Si possono classificare in tre diverse categorie


in ragione del tipo di forza che interviene tra esse:

• forze dipolo-dipolo;
• forze di London;
• legami a idrogeno.
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Molecole polari e non polari
La polarità di una molecola dipende sia dalla presenza
di legami covalenti polari sia dalla sua geometria.

Una molecola che presenta legami covalenti puri,


qualunque sia la geometria molecolare, è una molecola
non polare.

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Molecole polari e non polari
Ogni legame covalente polare origina un dipolo elettrico,
che è caratterizzato dal suo momento dipolare, μ, una
grandezza vettoriale che ha intensità tanto
maggiore quanto più grandi sono q e d.
L'unità di misura è il debye (D).

Una molecola è polare se la somma dei momenti dipolari


di tutti i suoi legami è diversa da zero.

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Molecole polari e non polari

I solventi non polari sciolgono composti non polari,


i solventi polari solubilizzano molecole polari.
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Le forze dipolo-dipolo e di London
L’esistenza della materia condensata (solidi e liquidi) di
natura molecolare dipende dall’intensità delle forze
elettriche di coesione che uniscono le molecole.

I legami elettrostatici tra dipoli permanenti sono chiamati


forze dipolo-dipolo.

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Le forze dipolo-dipolo e di London
Le forze di London sono dovute all’attrazione tra i dipoli
temporanei di molecole vicine.

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Le forze dipolo-dipolo e di London
I legami elettrostatici tra dipoli permanenti o temporanei
sono chiamati forze di Van der Waals.

La loro intensità decresce


molto rapidamente con la
distanza tra le molecole;
aumenta, invece,
al crescere
delle dimensioni
e della massa delle molecole.
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Il legame a idrogeno
Il legame a idrogeno è una forza attrattiva che si stabilisce
tra molecole che contengono un atomo di idrogeno, legato
covalentemente a un atomo piccolo, molto elettronegativo
e con una coppia elettronica libera (N, O, F).

Il legame a idrogeno è la più intensa forza attrattiva


intermolecolare, ma è circa dieci volte più debole
di un legame covalente.
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Il legame a idrogeno
Il legame a idrogeno è in grado di influenzare nettamente
le proprietà fisiche delle sostanze in cui è presente.

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Legami a confronto
Il termine forza di legame è collegato all’energia necessaria
per allontanare l’una dall’altra le particelle legate; è quindi la
scala energetica che stabilisce quale sia il più forte e il meno
forte dei legami chimici.

L’unità di misura per un singolo legame, è l’elettronvolt,


1 eV = 1,60 ∙ 10−19 J. Di solito si considera una mole di
legami, cioè 6,02 ∙ 1023
legami, perciò l’energia
è dell’ordine dei kJ.
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Legami a confronto
Forze interatomiche e intermolecolari a confronto.

L’ordine di grandezza delle interazioni intermolecolari


determina la miscibilità e la solubilità delle sostanze.
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La classificazione dei solidi
In base alla natura del legame che agisce fra gli atomi, le
molecole o gli ioni costituenti il loro reticolo, si conoscono
quattro tipi di cristalli:

• ionici;
• metallici;
• covalenti o reticolari;
• molecolari (polari e apolari).

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La classificazione dei solidi
I cristalli ionici:
• sono sempre solidi a temperatura ambiente;
• hanno un alto punto di fusione;
• allo stato solido non conducono l’elettricità ma la conducono
allo stato fuso;
• le loro soluzioni acquose conducono discretamente
l’elettricità;
• si fratturano senza deformarsi.

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La classificazione dei solidi
I cristalli metallici:
• hanno aspetto lucente, una superficie levigata e
attaccabile con acidi;
• sono in grado di assorbire la luce visibile di tutte le
frequenze, e gli elettroni mobili riemettono poi
rapidamente radiazione luminosa della stessa frequenza
e intensità;
• hanno buona conducibilità sia elettrica sia termica;
• hanno punti di fusione e valori di densità molto variabili;
• sono duttili e malleabili.
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La classificazione dei solidi
Le leghe sono miscugli omogenei e le loro proprietà sono
intermedie rispetto a quelle dei metalli che le costituiscono,
ma non sempre. Il metallo presente in percentuale maggiore
è chiamato metallo base, mentre gli altri componenti sono
detti alliganti.

• Quando le dimensioni degli atomi sono diverse, si parla di


leghe interstiziali.
• Quando le dimensioni degli atomi sono simili, si formano
leghe sostituzionali.
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La classificazione dei solidi
Un esempio di A lega
sostituzionale (Au-Cu)
e B lega interstiziale (Fe-C).

Alcune leghe sono dei miscugli eterogenei come le leghe


brasanti, leghe di stagno e piombo.

Molti metalli, come l’oro e il rame, si sciolgono nel mercurio.


La soluzione dei metalli in mercurio si chiama amalgama.
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La classificazione dei solidi
I solidi covalenti o reticolari:
• sono caratterizzati da una rete tridimensionale di legami
covalenti che uniscono gli atomi di cui essi sono costituiti;
• non sono buoni conduttore di elettricità, a eccezione della
grafite;
• sono sempre solidi a temperatura ambiente;
• hanno punti di fusione elevatissimi;
• sono estremamente duri e molti di essi sono considerati
pietre preziose;
• sono insolubili in acqua e in qualsiasi altro solvente.
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La classificazione dei solidi
I solidi molecolari apolari:
• sono costituiti da molecole apolari, tenute vicine le
une alle altre dalle deboli forze di Van der Waals:
• spesso occorrono basse temperature per osservare tali
sostanze allo stato solido poiché anche una debole
agitazione termica delle molecole impedisce a queste
sostanze di solidificare;
• hanno in genere una spiccata tendenza a sublimare;
• sono solubili in solventi apolari e insolubili, o quasi, in
acqua.
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La classificazione dei solidi
A La naftalina sublima a temperatura ambiente.
B Lo iodio è solubile in un solvente apolare come il
tetracloruro di carbonio.

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La classificazione dei solidi
I solidi molecolari polari:
• sono costituiti da molecole polari che si attraggono con
legami dipolo-dipolo (per esempio P4O10) o con legami a
idrogeno (ghiaccio, zucchero);
• hanno punti di fusione bassi e allo stato fuso non
conducono l’elettricità;
• sono solubili in acqua o in solventi discretamente polari,
come l’alcol;
• le loro soluzioni acquose non conducono, in genere,
l’elettricità.
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La classificazione dei solidi
Sono solidi molecolari polari molti composti organici,
come A il fruttosio, uno zucchero presente nel miele e
l’acido benzoico B che viene usato come conservante
(indicato con la sigla E210) nelle confetture.

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La struttura dei solidi
Gli studi con i raggi X permettono di esplorare la struttura
interna dei cristalli e portano, agli inizi del Novecento,
Max von Laue a confermare l’ipotesi, formulata già
nel Settecento, del mineralogista francese René J. Haüy:

i cristalli sono formati da unità minime che si ripetono nelle


tre dimensioni dello spazio.

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La struttura dei solidi
Esistono due tipi di solidi:

• cristallini in cui gli atomi, le molecole o gli ioni


sono disposti ordinatamente e fondono a una precisa
temperatura;
• amorfi in cui le particelle microscopiche sono distribuite
in modo disordinato e non effettuano il passaggio di stato
a una temperatura definita, ma in un intervallo
di temperatura in cui la sostanza diventa sempre più fluida.

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La struttura dei solidi
La disposizione geometricamente regolare delle particelle,
che si ripete in modo indefinito nelle tre dimensioni spaziali,
prende il nome di reticolo cristallino.

La cella elementare è l’unità più piccola che, ripetuta


nelle tre dimensioni dello spazio, genera l’intero cristallo.

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La struttura dei solidi
Atomi diversi per dimensioni e struttura elettronica danno
origine a reticoli cristallini diversi che si possono però
ricondurre a quattordici
tipi di celle elementari,
chiamate
reticoli di Bravais,
raggruppabili
in sette sistemi
cristallografici.

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La struttura dei solidi
Le sostanze polimorfe, elementi o composti, possono
cristallizzare in modi diversi a seconda delle condizioni in
cui avviene il processo di cristallizzazione.
Quando la sostanza polimorfa è un elemento, si dice che
essa presenta più forme allotropiche.
Il termine allotropo si estende anche agli elementi liquidi
e gassosi.

Le sostanze isomorfe sono in grado di cristallizzare


nella stessa forma pur essendo di natura diversa.
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La struttura dei solidi
Tra le sostanze polimorfe, il carbonato di calcio, CaCO3 può
cristallizzare nel sistema trigonale (calcite) o in forma di
prismi rombici (aragonite).

Tra le sostanze isomorfe, dal corindone, Al2O3,


si origina il rubino per sostituzione di qualche
ione Al3+ con ioni Cr3+
o lo zaffiro per sostituzione
con ioni Ti3+ e Fe3+.
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La struttura dei solidi
Diamante, grafite e fullereni sono tre allotropi del carbonio
che presentano diverse strutture e quindi diverse proprietà.

Il diamante:
• è costituito da atomi di carbonio che utilizzano orbitali ibridi
sp3 per formare legami covalenti con quattro atomi di
carbonio disposti ai vertici di un tetraedro;
• è un materiale rigido, trasparente;
• non conduce la corrente elettrica;
• è un ottimo conduttore di calore.
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La struttura dei solidi
La grafite:
• è costituita da atomi di carbonio ibridati sp2 che generano
strati a struttura esagonale (un singolo strato è detto
grafene). Gli orbitali p non ibridati dei singoli atomi
si sovrappongono e permettono agli elettroni
di muoversi liberamente lungo i piani, per cui
è un discreto conduttore di elettricità;
• ha proprietà lubrificanti perché le lamine di atomi
di carbonio sono unite da deboli forze di Van der Waals,
quindi possono facilmente scorrere l’una sull’altra.
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La struttura dei solidi
Il fullerene:
• più stabile è costituito da molecole sferiche di formula
C60 ed è chiamato buckminsterfullerene, presenta 32
facce: 20 a forma di esagono e 12 a forma di pentagono
(che garantiscono una migliore curvatura della superficie,
perché si distorcono più facilmente rispetto
a quelle esagonali;
• forma molecole di formula C70 e C36;
• è un solido molecolare solubile in solventi
come il benzene.
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La struttura dei solidi
Un’altra forma allotropica del carbonio è rappresentata
dai nanotubi, bucky tubes:
• hanno una forma tubolare allungata, costituita da anelli
esagonali di atomi di carbonio;
• possono essere chiusi all’estremità
da anelli pentagonali;
• hanno una bassa densità,
• hanno un’eccellente resistenza
alle sollecitazioni meccaniche;
• conducono la corrente elettrica.
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Le proprietà intensive dello stato
liquido
Le proprietà dello stato liquido sono difficili da prevedere e,
ancora oggi, mancano modelli matematici adatti a descrivere,
in termini quantitativi, uno stato della materia così denso e
disordinato; comunque, molte dipendono dalla natura delle
forze di coesione.

Proprietà intensive di alcune sostanze a 20 °


C.
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Le proprietà intensive dello stato
liquido
La tensione di vapore (o pressione di vapore) di un liquido
esprime la tendenza delle sue molecole a passare allo stato
gassoso. A parità di temperatura, la facilità con cui le
molecole sfuggono dal proprio liquido, dipende dall’intensità
delle loro forze attrattive.

La tensione superficiale è la tendenza delle molecole della


superficie a lasciarsi attrarre verso l’interno ed è tanto
maggiore tanto più intense sono le forze attrattive
tra le molecole del liquido.
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Le proprietà intensive dello stato
liquido
La tensione di vapore cresce all’aumentare della temperatura
mentre la tensione superficiale diminuisce perché l’agitazione
termica è maggiore.

La viscosità è una proprietà intensiva posseduta da tutti


i fluidi (liquidi e gas), che esprime la resistenza
allo scorrimento. A parità di dimensioni delle molecole
la viscosità aumenta all’aumentare delle forze
intermolecolari. I liquidi con alta viscosità sono detti
liquidi viscosi.
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Le proprietà intensive dello stato
liquido
A Il quarzo è un solido cristallino. B Il vetro è un solido
amorfo.

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