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1. Elevata specializzazione funzionale (Se uno si occupa per 20 anni di vendite se si sposta avrà
difficoltà)
2. Elevata rigidità strutturale (le risorse sono allocate per funzioni – non sposti persone specializzate)
3. Elevata efficacia ed efficienza in caso di:
a) modeste dimensioni aziendali
b) bassa differenziazione di prodotto e a lungo ciclo di vita – hanno pochi prodotti che hanno un
lungo ciclo di vita (saranno sul mercato per tanto tempo)
c) tecnologia stabile
d) ambiente stabile
e) strategie basate sullo sviluppo in mercati preesistenti e sulla penetrazione in nuovi mercati
4. Metodi di attenuazione della rigidità funzionale (metodo della rotazione – ogni tot. Si spostano
persone per attenuare la rigidità)
B. MODELLO MULTIDIVISIONALE
Come
parte di un’impresa società autonoma tante società singole che fanno capo
ad
un’azienda madre (come Ferrero)
IL MODELLO A HOLDING
Ad esempio Amazon è una holding capogruppo perché ha le sue gestioni Amazon ed ha acquistato altre
aziende holding capogruppo
Un’azienda che gestisce solo altre aziende. La Exor (famiglia Agnelli) detiene le squadre holding di
gestione
LE STRUTTURE MATRICIALI
1. Articolazioni organizzative
secondo due o più dimensioni che
intervengono (appropriato per le
imprese culturali):
1. unità di business-funzione
2. progetto-funzione
3. funzione-prodotto
2. Unità organizzative di due
tipologie:
1. operative
2. di supporto
LA STRUTTURA A MATRICE
La struttura a matrice si caratterizza per il fatto di essere articolata su due dimensioni che
contemporaneamente presidiano un’area di attività operativa.
1. Ripartisce le responsabilità organizzative mediante la definizione di una matrice di responsabilità
attraverso l’adozione di due (o più) criteri di specializzazione. La peculiarità della struttura a matrice è la
ripartizione delle responsabilità, che in capo al
responsabile di produzione e al responsabile del
progetto che devono collaborare per le singole attività.
Un punto di debolezza è però che i centri di
responsabilità sono due, si possono creare infatti
divergenze tra loro.
2. Rappresenta la soluzione organizzativa più efficace al
verificarsi delle seguenti condizioni:
a) dimensioni medio-grandi
b) prodotti a breve ciclo di vita
c) necessità di svolgere attività interne di sviluppo tecnologico
d) strategie di segmentazione e forte differenziazione
3. Può essere considerata come una evoluzione della struttura divisionale o a holding.
La struttura a matrice si caratterizza per un elevato grado di complessità interna, in quanto il suo
funzionamento richiede l’adozione di meccanismi operativi, modelli di comportamento e lo sviluppo di
una cultura aziendale in sintonia con le esigenze della struttura (tutti i meccanismi operativi devono, per
esempio, essere bidimensionali)
LE STRUTTURE RETICOLARI
Le reti (network) non sono un fenomeno nuovo rispetto al panorama organizzativo delle forme
organizzative che le imprese, o insiemi di imprese, possono adottare. Dal punto di vista della
progettazione organizzativa i network non rappresentano un vero e proprio modello struttura, quali
quelli descritti nei precedenti paragrafi (funzionale, divisionale), quanto una modalità di funzionamento
di diverse entità organizzative, interne (unità organizzative) o esterne (imprese diverse).
1. La rete interna:
a) Meccanismi organizzativi non codificati (non ci sono unità, gerarchie tra unità ma legami a rete –
non c’è gerarchia come nelle altre, è infatti più flessibile)
b) La logica a rete
2. La rete esterna: (collaborazioni)
a) Esternalizzazione (outsourcing) controllata di attività lungo la catena del valore dovuta a:
l’impossibilità dei sistemi organizzativi di adattarsi flessibilmente all’incertezza esogena e/o
legata al fatto che in alcuni anelli della catena è più conveniente il ricorso al mercato.
Le reti per l’innovazione (reti che cooperano per un obbiettivo) nascono dall’esigenza delle imprese di
cooperare nello sviluppo di nuove tecnologie. Lo sviluppo di network tecnologici generano benefici
comuni i cui elementi caratteristici sono:
1. Economie di Scala
2. Condivisione di costi e rischi
3. Sviluppo di capitale relazionale
4. Separazione e trasferimento
La potenza dell’interdipendenza (l’aggregazione delle risorse crea più valore di come farebbero
singolarmente):
1. Dalle risorse umane al capitale umano (sono funzionali per un vantaggio competitivo)
2. L’importanza del capitale intangibile:
a) Valore e liquidità: la risorsa deve assumere competenze di base e deve utilizzarle in azienda
per sviluppare il suo potenziale (liquidità capacità di essere pronti a sostenere adeguatamente
la strategia aziendale)
Occorre soffermarsi sul concetto di human capital e di organization capital: il primo tiene conto
delle competenze, dei fattori distintivi (talento) e delle conoscenze specifiche (idiosincratiche)
possedute dai dipendenti. Per quanto attiene invece al capitale organizzativo l’attenzione si
concentra sull’allineamento delle caratteristiche del personale agli obiettivi strategici, alla
capacità degli impiegati di condividere la conoscenza attraverso affiancamenti e networking.
Nel caso di human capital, la liquidità è rappresentata dal possesso da parte dei dipendenti della
giusta qualità e livello di competenze per effettuare i processi interni critici per la realizzazione
della strategia aziendale, mentre nel caso di organization capital la liquidità è data dalla capacità
dell’impresa di cambiare l’organizzazione per supportare la strategia e, al contempo, dal grado di
interiorizzazione del personale di cultura, valori, visione e missione dell’impresa
3. La liquidità può essere sviluppata attraverso interventi volti a stimolare:
a) Fedeltà del personale: intesa come estensione dei tempi di permanenza individuali dei
dipendenti oltre la soglia ritenuta minima per lo sviluppo delle competenze base;
b) Cultura organizzativa (far sentire la risorsa parte di qualcosa di importante): concepita come
insieme di valori e principi accettati e condivisi all’interno dell’impresa; un collante culturale
forte è in grado di omogeneizzare i comportamenti e favorire l’integrazione dei neoassunti
c) Ricambio generazionale (favorire l’ingresso di nuove risorse – età diverse portano competenze
diverse): inteso come avvicendamento tra risorse senior e neoassunti nelle varie posizioni;
questo fattore è legato al vantaggio competitivo e allo sviluppo del capitale umano nella misura
in cui ci siano forme strutturate di affiancamento e mentorship che accompagnino i passaggi
generazionali.