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probabilità di
collasso
Pf
0 μM MS
β σM
1,645 σG 1,645 σG
5% 5%
G k,inf Gk = G m G k,sup G
Q(t)
A B Valore caratteristico
Qk
ψ0 Qk C D E F Valore di combinazione
ψ1 Qk G H I L M N Valore frequente
10 % Tref
50 % T ref
T ref tempo
Figura 1.3 Illustrazione schematica dei valori rappresentativi delle azioni variabili.
αx>0
1,645 σx
5% σx σx αx = 0
xk x'k μx
Figura 1.4 Distribuzioni normale (linea continua) e log-normale (linea tratteggiata).
A B C
1,1 G k 0,9 Gk
A B C
1,5 Q k 1,5 Q k
1,3 Q k 1,3 Q k
A B C D
B B
1,5 Q k1 0,5x1,5 Q k1
B/4 B/4 B/4 B/4
0,6x1,5 Q k2 1,5 Q k2
1,1 (G k1 + Gk2) 1,1 (G k1 + Gk2)
0,9 (G k1+ Gk2) 0,9 (G k1+ Gk2)
a) b)
Figura 1.7 Combinazione di carico per la verifica dell’equilibrio statico: a) neve dominante,
b) vento dominante.
B
1,5 Q k1
a)
B B
1,5 Q k1 0,5x1,5 Q k1
B/4 B/4 B/4 B/4
b)
Figura 1.8 Combinazione di carico per la verifica del pilastro a compressione (a) ed a presso-
flessione (b) con neve dominante (a sinistra) e vento dominante (a destra) (nei due schemi in basso
è stato indicato tra parentesi il coefficiente γG = 1,3 da utilizzare per il peso proprio Gk1 e quello
permanente Gk2 se questi carichi sono a sfavore di sicurezza nella verifica considerata).
B
B/4 B/4
1,5 Q k2
1,0 (G k1+ Gk2)
1,5 Q k2
a)
B B
B/4 B/4 B/4 B/4
0,6 x1,5 Q k2 1,5 Qk2
1,5 Q k1 0,5 x 1,5 Q k1
* *
1,3 (G k1+ Gk2) 1,3 (G k1+ Gk2)
0,6x1,5 Q k2 1,5 Q k2
b)
Figura 1.9 Combinazione di carico per la verifica delle travi a sbalzo (sezione di incastro a sini-
stra del pilastro): (a) massimo momento flettente positivo all’incastro, (b) massimo momento flet-
tente negativo all’incastro con neve dominante (a sinistra) e vento dominante (a destra). (A = area
su cui è applicata la forza risultante, pari all’area della tettoia).
Figura 1.10 Telaio a nodi rigidi di due piani con copertura praticabile.
1) 2)
vento dominante car. var. sui solai dominante
Figura 1.11 Combinazioni di carico in presenza di vento per lo stato limite STR e per lo stato
limite STR/GEO (Combinazione 1 dell’Approccio 1 ed Approccio 2) (tra parentesi tonde è indicato
il coefficiente parziale del carico permanente quando è favorevole).
1) 2)
vento dominante car. var. sui solai dominante
Figura 1.12 Combinazioni di carico in presenza di vento per lo stato limite STR/GEO (Combi-
nazione 2 dell’Approccio 1) (nell’insieme C γG = 1,0 sia che il carico permanente sia sfavorevole
sia che esso sia favorevole).
1,5 Q k,sol
1,3 (1,0) Gk
1,5 Q k,sol
1,3 (1,0) Gk
3)
Figura 1.13 Combinazione di carico in assenza di vento per lo stato limite STR e per lo stato
limite STR/GEO (Combinazione 1 dell’Approccio 1 ed Approccio 2) (tra parentesi tonde è indicato
il coefficiente parziale del carico permanente quando esso è favorevole).
1,3 Q k,sol
1,0 G k
1,3 Q k,sol
1,0 G k
3)
Figura 1.14 Combinazioni di carico in assenza di vento per lo stato limite STR/GEO (Combina-
zione 2 dell’Approccio 1) (nell’insieme C γG = 1,0 sia che il carico permanente sia sfavorevole sia
che esso sia favorevole).
Figura 1.15 Telaio a nodi rigidi di due piani con copertura non praticabile.
1) 2)
Insieme B Insieme B
1,5 Q k,sol
3)
Insieme B
Figura 1.16 Combinazioni di carico in presenza di vento con l’insieme B (insieme A1 – NTC
2008) dei coefficienti parziali, corrispondenti alla combinazione 1 dell’approccio 1 e all’unica com-
binazione dell’approccio 2 (stati limite STR e STR/GEO) (tra parentesi tonde è indicato il coefficien-
1) 2)
Insieme C Insieme C
1,3 Q k,sol
3)
Insieme C
Figura 1.17 Combinazioni di carico in presenza di vento con l’insieme C (insieme A2 – NTC
2008) dei coefficienti parziali, corrispondenti alla combinazione 2 dell’approccio 1 (stato limite
STR/GEO) (nell’insieme C γG = 1,0 per carico permanente sfavorevole o favorevole).
4) 5)
Insieme B Insieme B
Figura 1.18 Combinazioni di carico in assenza di vento con l’insieme B (insieme A1 – NTC
2008) dei coefficienti parziali, corrispondenti alla combinazione 1 dell’approccio 1 e all’unica com-
binazione dell’approccio 2 (stati limite STR e STR/GEO) (tra parentesi tonde è indicato il coefficien-
te parziale del carico permanente quando esso è favorevole).
4) 5)
Insieme C Insieme C
Figura 1.19 Combinazioni di carico in assenza di vento con l’insieme C (insieme A2 – NTC
2008) dei coefficienti parziali, corrispondenti alla combinazione 2 dell’approccio 1 (stato limite
STR/GEO) (nell’insieme C γG = 1,0 per carico permanente sfavorevole o favorevole).
TEGOLO L=20,00 m
TEGOLI L=20,00 m
TRAVE A I
L=10,00 m
PILASTRO 50x50
PLINTO
TRAVE A I TRAVE A I
L=10,00 m L=10,00 m
PIANTA SEZIONE
1,5 Q k1 1,5 Q k1
1,3 G k1 +G k2 1,3 Gk1+Gk2+G k3
(a) (b)
0,75 Q k1
1,3 G k1 +G k2 +Gk3
1,5 Q’’k2
1,5 Q’ k2
1,5 Q’’ k2
1,3 G k4
1,3 G k4
Figura 1.22 Combinazione di azioni per la verifica dei pilastri
allo stato limite STR.
1,5 Q k1
1,3 G k1+G k2 +Gk3 Q k1
1,5
0,9 Q’’k2 1,3 G k1+G k2 +Gk3
0,9 Q’’k2
0,9 Q’k2
1,3 G k4
1,3 G k4
1,3 G k4
1,3 G k4
0,75 Q k1
1,3 G k1+G k2 +Gk3 1,3 G k1+G k2 +Gk3
1,5 Q’’k2
1,5 Q’’k2
1,5 Q’k2
1,5 Q’k2
1,3 G k4
1,3 G k4
1,3 G k4
1,3 G k4
1,3 g4k 1,3 g4k
1,3 Q k1
1,0 G k1+G k2 +Gk3
1,3 Q k1
0,78 Q’’ k2 1,0 G k1+G k2 +Gk3
0,78 Q’’k2
0,78 Q’k2
1,0 G k4
1,0 G k4
1,0 G k4
1,0 G k4
0,65 Q k1
1,0 G k1+G k2 +Gk3 1,0 G k1+G k2 +Gk3
1,3 Q’’k2
1,3 Q’’k2
1,3 Q’k2
1,3 Q’k2
1,0 G k4
1,0 G k4
1,0 G k4
1,0 G k4
1,0 G k5 G k5 1,0 1,0 G k5 G k5 1,0
100 98,0
80
2
f cm (N/mm )
60
2
E cm (kN/mm )
44,0
40
27,0
20 20,0 2
f ctm (N/mm )
1,6 5,0
0
12,0
10 20 40 60 80 100
2
f ck (N/mm )
1,5
S
1,4
1,3
N
β cc (t)
1,2
R
1,1
1,0
0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000
t (g)
1,15
S
1,10
0.3
N
(βcc (t))
R
1,05
1,00
0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000
t (g)
5,0
4,0
3,0
2,6
1000 ε c2
2,0
2,0
n
1,4
1,0
0,0 12,0
10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
2
f ck (N/mm )
σc
2
(N/mm )
C90/105
50 2,6 0 00
C70/85
40 2,4 0 00
2,7 0 00
30 C50/60
20 C30/37
10
εc
0
2,0 0 00 3,5 0 00
σc
2
(N/mm )
50
2,3 0 00 2,6 0 00 C90/105
2,6 0 00 C80/95
2,2 0 00
40 2,7 0 00 C70/85
2,0 0 00
2,9 0 0 0 C60/75
1,9 0 0 0
30
C50/60
20
C30/37
1,75 0 00 3,5 0 00
10
0 εc
1,0 0 0 0 2,0 0 00 3,0 0 00 4,0 0 00
ε cd η f cd
Fc
Ac λx
x
As Fs
εs
σ A
kf yk kf yk
kf yk / γ s
f yk
f yd = f yk / γs
B
k = (f t / f y) k
A Idealizzato
B Progetto
f yd /E s ε ud ε uk ε
Figura 2.8 Diagrammi idealizzato e di progetto per acciaio ordinario [fig. 3.8].
σ
2
(N/mm )
600
300
0
0 10 20 30 ε (%)
σ A
f pk
f pk / γ s
f p 0,1k
f pd = f p 0,1k / γs
A Idealizzato
B Progetto
f pd /E p εud ε uk ε
σ
2
(N/mm )
2000
1500
1000
500
0
0 2 4 6 ε (%)
/2
φ
φ
Figura 3.1 Copriferro in una trave a sezione rettangolare.
XC4 XC4
XC3
Bozza 25 lug. 11
4
P P
a Pa
ε cu ε cu
fc
β2 x
x
h d
As
ε s < εy
b ε s > εy
d
fy
c
b
a
εs
εy εu
Figura 4.3 Diagramma tensione–deformazione dell’armatura e iperboli di rottura.
θ θ
θ
hf b
qk
gk
h d
bw
11,50 m 11,50 m 11,50 m
8,00 m 8,00 m
d'=50
Sezione della trave:
A's
h=550
As
b=250
d'=50
389 155
544 456
389
Figura 4.16 Forze agenti e forze resistenti nei correnti superiore ed inferiore della trave.
10 10
40 50
bw = 250 mm 30 50
750 mm
3 Ø 20
8 Ø 14
40 50
2,5 50 =125 mm
Figura 5.4 Calcolo delle flessibilità dei nodi superiore e inferiore del pilastro.
σ
fp
f p0,1
0,1 % εu ε
Figura 6.1 Diagramma tensioni–deformazioni tipico per acciai da precompressione.
f pk
0 B C
f p0.1k f pk / γS
A 1
fpd 2
Ep=arctag α
α
f pd / E p ε ud ε uk ε
φ
⎨
φ dg
ev >
⎨
2φ ev > dg
2φ
d g +5
⎨ ⎨
d g +5
eh > 2φ eh > 2φ
20 20
Figura 6.3 Minima distanza libera fra armature di precompressione pre-tese (dg = diametro mas-
simo degli inerti, φ = diametro delle armature) ([Figura 8.14]).
400
150 100 150
100
80
50
7
6 50
1000
50
640
4 5
50
1 2 3
120 80 80 120
80
80
80
100
Figura 6.4 Sezione di trave con armature pre-tese con indicazione degli interassi tra i trefoli.
90 80 90 80 90 80 90
120
80
400
160
80
80
120
80
130 170 170 130
600
Figura 6.5 Disposizione di cavi con guaina di 80 mm di diametro esterno; il diametro
massimo degli inerti è pari a 30 mm.
ρy
z a.n.
y G
90° z
z cp
P σc,p
Figura 6.6 Andamento delle tensioni nel calcestruzzo prodotte dalla sola forza P di
precompressione (zcp ⋅ za.n.= ρy2 dove ρy è il raggio d’inerzia rispetto all’asse baricentrico y).
z
x
)
θ(x
x
P
x
z cp
x
L
Figura 6.7 Forza di precompressione P indotta dal singolo cavo nella sezione di ascissa x.
P x P
h
Pe Pe
L/2 L/2
L
x
φ
e
ΔL/2
Figura 6.9 Rotazione della sezione iniziale e corrispondente accorciamento dei cavi.
A x B
C
h
zcp(x)
hG
e
L/2 L/2
L
Figura 6.10 Cavo risultante con andamento parabolico ed ancoraggi posti in corrispondenza dei
baricentri delle sezioni di estremità.
z
900
700
A A’
θ
B C B’
x
200
1800
180
741
150
180
240
Gc
1220
1800
779
859
939
1059
400
Gcavi
200
600
Figura 6.11 Sezione longitudinale e trasversale di trave con armature post-tese (quote in mm).
Tracciato
di progetto
0,4
5r
ad
0,45 rad
28000
1000 5000 8000 8000 5000 1000
A A’
B B’
C D C’
Figura 6.13 Cavo di precompressione simmetrico (quote in mm).
tesatura da entrambe
1000 kN 998 kN 998 kN 1000 kN
le estremità
908 kN
908 kN (903 kN)
894 kN
(903 kN)
(888 kN)
880 kN
(873 kN)
801 kN 799 kN
tesatura dalla sola (778 kN) (776 kN)
estremità A
A B C D C’ B’ A’
Figura 6.14 Perdite per attrito per messa in tensione da entrambe le estremità o dalla sola estre-
mità sinistra; sono rappresentate sia le curve che si ottengono con l’espressione esponenziale (linee
continue) sia quelle ottenute con l’espressione lineare approssimata (linee tratteggiate e valori rac-
chiusi tra parentesi tonde).
θ
1=
0,4
5
θ2 =0,50
28000
16500
1000 5000 10500 4500 6000 1000
A A’
B B’
C D C’
Piastra di ripartizione
Piastra di ancoraggio
Anello di tenuta del cuneo
in fase di montaggio
Cuneo, formato da tre pezzi uguali tenuti
insieme dall'anello in fase di montaggio
a a
a=rientro del cuneo
Trefolo
P sez. X
Δ
sez. X
forz
ed
i at
trito A Δ '<
A alla Δ
me A’
ssa
in t for
ens
ion
e rien ze di a C C’ B
tro ttri
B del to a
l’an l
cor
agg
io
a) b)
Figura 6.17 Andamento delle forze di attrito: (a) alla messa in tensione del cavo e (b) al rientro
Δ dell’ancoraggio in A (la perdita di allungamento del cavo è smorzata dall’attrito con la guaina,
cosicché il punto C subisce uno spostamento Δ' < Δ); il fenomeno è opposto a quello osservato du-
rante le operazioni di tiro, con la differenza che esso interessa solo un tratto iniziale AB del cavo.
P
A
Δ PAB
Δ Pμ’
B
α
1
α
A’
O X
lp x
Figura 6.18 Tratto interessato dal rientro dell’ancoraggio (le rette AB e A′B sono simmetriche
rispetto all’asse orizzontale passante per B; ΔPμ′ = perdita per attrito per unità di lunghezza).
P
A
B
A’
C
A’’ B’
O X x
lp
Figura 6.19 Calcolo delle aree per la determinazione del tratto interessato dal rientro
dell’ancoraggio.
1000 kN A1 1000 kN A A1
998 kN B
A’ 998 kN
996 kN
Δ PAB
Δ PAB
996 kN
908 kN 894 kN
A X=B C D
Figura 6.20 Andamento dello sforzo di pretensione nell’ipotesi che la sezione X coincida con la
sezione B (la linea tratteggiata rappresenta l’andamento di P(x) nel tratto AB
in assenza di rientro degli ancoraggi).
A /2
1000 kN A 1 B 998 kN
Δ PBC
Δ PAB
908 kN 894 kN
A2 A3
C
816 kN A’ B’ 818 kN
A1/2
A B X=C D
Figura 6.21 Andamento dello sforzo di pretensione nell’ipotesi che la sezione X coincida con la
sezione C (le linee tratteggiate rappresentano l’andamento di P(x) nel tratto AC
in assenza di rientro degli ancoraggi).
A1/2
1000 kN A B 998 kN
Δ PBC
Δ PAB
Δ PCD
A 3 /2
908 kN
C 894 kN
A2 A4 A5 D
C’
880 kN
A 3 /2
788 kN A’ B’ 790 kN
A1/2
A B C X=D
Figura 6.22 Andamento dello sforzo di pretensione nell’ipotesi che la sezione X coincida con la
sezione D (le linee tratteggiate rappresentano l’andamento di P(x)
in assenza di rientro degli ancoraggi).
A1/2
(1000 kN) A B (998 kN)
x−xB
ΔPBX
A 2’ E A3’ X
Px
G F C (908 kN)
D (894 kN)
A’ B’
A1/2
xB x−xB
x
xC
Figura 6.23 Aree relative all’effettiva posizione della sezione X.
X (920,4 kN)
2 3
C (908 kN)
(840,8 kN) A’ 1 B’ (842,8 kN) D
xC
x
xD
Figura 6.24 Andamento dello sforzo di precompressione scontate le perdite per attrito e
per rientro dei dispositivi di ancoraggio.
400
150 100 150
100
80
1000
640
50
50 50 50
80
100
80
1800
150 180
600 600
741
769
180 240 180
770
Gc
Gtot
1800
859
831
300
400
Gcavi
280
200
120
300 300
600
T2
(T1+ T2 )/2
T1
t t + Δt
Figura 6.27 Ciclo termico con variazione lineare della temperatura da T1 a T2 nell’intervallo di
tempo Δt.
Figura 6.28 Grafico per il calcolo del coefficiente di viscosità per RH = 50 % [Figura 3.1].
T [°C]
60
20
Gc Gc
z cp
= ΔP c ΔPc z cp
z cp
Gcavi Gcavi
ΔPp =ΔPc
Figura 6.30 Riduzione ΔPc della forza di precompressione (la riduzione di tensione di compres-
sione nel calcestruzzo a livello del baricentro dei cavi si calcola facilmente una volta trasportata la
forza ΔPc nel baricentro della sezione ed aggiunto il momento di trasporto ΔPp zcp).
400
100
529,4
Gc
1000
640
Gci
351,25
470,6
500
G trefoli
280
80
230
180
130
148,75
80
100
Figura 6.31 Sezione della trave ad armature pre-tese dell’Esempio 19 (Gc: baricentro geometri-
co, Gci: baricentro della sezione ideale omogeneizzata a calcestruzzo).
199553 N
Δ P2
194286 N
Δ P’5
Δ P5
189120 N
+ + =
z
900
200
A A’
θ
B C B’
x
12000 11000 12000
35000
1800
150 180
741
769
600 180 240 180
770
Gc
Gtot
1800
859
831
1059
300
400
Gcavi
280
200
120
300 300
600
Figura 6.34 Trave con armature post-tese: andamento del cavo risultante e sezione trasversale in
mezzeria, dove sono indicati i baricentri della sezione geometrica (Gtot), della sezione depurata
dell’area delle guaine (Gc) e dei cavi (Gcavi).
7997 kN 7997 kN
263 kN
263 kN
303 kN
7734 kN 7694 kN 7734 kN
A B C D E
Figura 6.35 Andamento dello sforzo di precompressione, avendo già tenuto conto della perdita
per attrito per tesatura da entrambe le estremità.
A’ 7997 kN A’ 7997 kN
ΔPAB
ΔPAB
7734 kN
ΔPBC
A1 / 2 B’
A1 7734 kN
7694 kN
B’ A2 A3 C’
C’
ΔPAB
7694 kN
A1 / 2 B’’
A’’
A’’
A X=B C A B X=C
a) b)
Figura 6.36 Calcolo delle aree sottese dal diagramma dello sforzo di precompressione:
a) sezione X coincidente con la sezione B, b) sezione X coincidente con la sezione C.
A’
B’
X’
ΔPBC
ΔPBX
B C’
B’’ B’
X’
B C’
A B’’
A’’
A B X C
Figura 6.37 Calcolo delle aree relative all’effettiva posizione della sezione X.
263 kN
263 kN
303 kN
7997 kN 7997 kN
7449 kN 7449 kN
A BX C X1 D E
7997 kN
263 kN
7712 kN 7723 kN
7449 kN
A B X
Figura 6.38 Andamento dello sforzo di precompressione, scontate le perdite per attrito
e per rientro dei dispositivi di ancoraggio.
A εcu B η f cd
λx
x
C
hp
Gtot
hp − x
εp0
εp2 εp0 − εp1 εp1 T
Gcavi
D E H F G
εpu
b a) b) c)
Figura 6.39 Sezione in c.a.p. ad armature aderenti: a) Deformazioni indotte dalla precompres-
sione (εp0) e dai carichi permanenti (εp1), b) Deformazione al collasso (εp2), c) blocco delle com-
pressioni (“stress-block”) sul calcestruzzo e risultante delle forze di trazione nei cavi.
B C
f pk / γ
fpu S
1
f pd 2
A
ε p0 − εp1 ε p2
ε pd ε pu ε ud ε uk ε
Figura 6.40 Diagramma σ–ε con indicazione delle deformazioni (εp0 – εp1) ed εp2.
b b
A+ A+ A+ A+
s
hr
b an b an
hp
hp
Gcavi Gcavi
Ap Ap
a) b)
+
Figura 6.41 Sezione precompressa a T; il tratteggio evidenzia l’area A da considerare nel calco-
lo di ω*p: a) senza raccordi tra anima e piattabanda, b) con raccordi.
η f cd ε cu
A B
λx
x
λx
x x
hp
C
d−x
T
Gcavi
D E H
ε p2 ε p0 − ε p1
b
η f cd ε cu
A B
x<xel
λx
x el
λx
x x
hp
d−x el
T
Gcavi
D E H
ε p2,el εp0 − ε p1
b
Figura 6.43 Posizione xel dell’asse neutro corrispondente alla deformazione limite elastica
dell’acciaio da precompressione e posizione x dell’asse neutro per ωp < ωp,el.
x = 180
144
Β = 1800
180
A ε cu = 3,5 ‰
150
0,8 x B
x x C
180 240
h p = 1600
h p −x = 1420
770
1220
1800
300
D E ε p0 − εp1 = 5,45 ‰
400
400
G
cavi ε p2 =27,61 ‰
ε pu =33,06 ‰
600
200
Β = 1800
132
180
A ε cu = 3,5 ‰
150
Gc A1 B
x=545
436
A2 /2 A3 A2 /2
0,8 x 180
x x C
h p = 1600
770
240
1220
1800
h p −x=1055
300
200
D E ε p0 − εp1 = 5,45 ‰
400
Gcavi
400
ε p2 = 6,78 ‰
ε pu =12,23 ‰
600
Figura 6.45 Posizione dell’asse neutro a rottura.
σ
B C f /γ =
pk S 1617 N/mm
2
f pd = 1391 N/mm 2 A 1
B’ C’
7,13 ‰ 20 ‰ 22,2 ‰ ε
ε pd εud εuk
Figura 6.46 Diagramma elastico – incrudente per l’acciaio da precompressione.
Β=1800
180
ε cu = 3,5 ‰
150
248
310
0,8 x
x x
180 240 600
180 240 180
h p = 1600
770
1220
h p − x = 1290
0,8 x 0,8 x
98,4 98,4
1800
68
x x
300
ε p0 − εp1 = 5,45 ‰
400
400
Gcavi
ε p2=14,55 ‰
200
ε ud=20 ‰
600
Figura 6.47 Posizione dell’asse neutro a rottura per raggiungimento contemporaneo delle de-
formazioni ultime nel calcestruzzo e nell’acciaio da precompressione.
Β=1800
f cd ε cu = 3,5 ‰
150
180
330
x = 1081
865
180 240
h p = 1600
770
1220
1800
0,8 x
x x
h p − x = 519
300
ε p0 − εp1 = 5,45 ‰
400
400
Gcavi
200
ε p2 =1,68 ‰
ε pd =7,13 ‰
600
Figura 6.48 Posizione dell’asse neutro a rottura per raggiungimento della deformazione ultima
nel calcestruzzo e di quella al limite di elasticità nell’acciaio da precompressione.
σ
C
f pu D
B f pk / γS
f pd A D’ B’ C’
εp0− ε p1 εp2
(5,45 ‰)
εpd εpu εud εuk
(7,13 ‰) (20 ‰)
ε
Figura 6.49 Diagramma σ–ε con indicazione della deformazione εpu e della tensione associata fp.
1800
180
xG
3,5 ‰
150
Gc
0,8 x
x
180 240
0,8 x
x x
h p = 1600
770
1220
1800
hp − x
300
400
Gcavi
εp2 5,45 ‰
200
600
Figura 6.50 Posizione dell’asse neutro a rottura per raggiungimento della deformazione
ultima nel calcestruzzo.
Figura 6.51 Trasferimento della precompressione in elementi pre-tesi; parametri di lunghezza per
armature pre-tese (d è la distanza del baricentro delle armature pre-tese dal lembo superiore, A: distribu-
zione lineare delle tensioni nella sezione dell’elemento) [Fig. 8.16].
Δx 2
Δx1
Μ1
Μ2
Figura 6.53 Tensioni nella zona di ancoraggio di elementi pre-tesi: (1) al rilascio delle armature,
(2) allo stato limite ultimo (A = tensione nell’armatura da precompressione, B = distanza
dall’estremità) [Figura 8.17].
P/A
~h
h/4
a/4
~a P/2 P/2
Zona
Zona generale
h
locale
a
a
P P P/2 P/2
h
a/4
h/4
a/4 h/2
h
Tensioni di Tensioni di
"spalling" P "spalling"
A A A A
A = 0,00 σo
G G B = 0,05 σo
F F
C = 0,10 σo
E E
D D D = 0,15 σo
C C E = 0,20 σo
B B F = 0,25 σ o
Tensioni di G = 0,30 σ o
"bursting"
a) b) c)
Spalling
Forza di
precompressione
a)
Spalling
Splitting
(azione di aderenza)
Forza di
precompressione
b) Bursting
3 4 F1 3 4 F1
F1 F1 = M
1 2 1 2
h
F Fsp M
l
Fsp
D ext. D
D
= +
C0
L E L
PAS
W W E
Barre sagomate
d
oppure = E L
Staffe
a)
Armatura di frettaggio
B b DB
DA
A C D
a
b)
Figura 6.58 Esempi di armature di frettaggio nella zona locale di un cavo post-teso:
a) per una sezione alta (trave), b) per una sezione sottile (piastra).
C2 V2 >V1
C'2
P senα
P senα
P P P
T P/2
h
P senα h
C'1 α V1
C1 P/2
h τ σ
Figura 6.59 Modello S&T per la zona di ancoraggio di un cavo inclinato con eccentricità nulla
ed inclinazione α; i puntoni C1 e C2 hanno inclinazioni diverse perché le forze trasversali V1 e V2
sono assegnate ad ognuno dei due puntoni sulla base della distribuzione parabolica degli sforzi
tangenziali (linee tratteggiate = puntoni, linee continue=tiranti).
h h
c c
P/2 P/2 P/2 P/2
0,075P
-0,12P
0,045P 0,03P
0,12P
0,12P
P/2 P/2
α α α α
Figura 6.60 Modelli S&T per due ancoraggi disposti simmetricamente costruiti sulla base delle
linee isostatiche ricavate dall’analisi elastica in fase non fessurata: a) c < 0,5 h, b) 0,5 h < c < h,
dove c è l’interasse tra gli ancoraggi e h l’altezza della sezione (linee tratteggiate = puntoni, linee
continue=tiranti).
h/2=550
119,5
191,5 A1 137,5
G1 1000 kN
1000 kN
239,0 98,2 kN 275,0
G2 A2
1000 kN 1000 kN
h=1100
q=P/h
h
h
p=P/a
q=P/h
h schema
statico
M
T
Figura 6.62 Trave tozza equivalente per ancoraggio singolo in posizione centrata.
h/2
P/2
a/2
P/2 Tb
h/4
q=P/h
Cb Mb
h/2
h
Figura 6.63 Momento flettente Mb nella sezione di mezzeria della trave tozza equivalente di un
ancoraggio singolo in posizione centrata.
c<h/2
c=h/2
c>h/2
(h-c-a)/2
x
p=P/a
a
h
h
c
p=P/a
x
schema
q=2P/h
h
M
T
statico
Figura 6.64 Trave tozza equivalente di due ancoraggi simmetrici in posizione centrata.
(h-c-a)/2
(c<0,5 h)
x
p=P/a
q=2P/h
h/2
h
a)
p=P/a
h/4
a
h/2
(c<0,5 h) P
P
q=2P/h
c/2
h/2 b)
h
Figura 6.65 Momenti di “bursting” per la trave tozza equivalente di due ancoraggi simmetrici in
posizione centrata con c < 0,5 h: a) nella sezione posta sull’asse dell’ancoraggio superiore, b) nella
sezione posta sull’asse della trave.
τ
Px
τ circonferenza in assenza
di precompressione
θI
y
I τ
τ σcp
x
σ II σcp O σI σ
θ
I
θI
−τ
Py
SEZ. A−A
SEZ. B−B SEZ. C−C
A B C D E
100
400 400
80
4629
1436
851,25
100 851
200 500
1000
1000
640
σcp
80
80
45°
148,75
100
c A B C D E
(1 _ ε c2 /ε cu2 ) h
oppure
(1 _ ε c3 /ε cu3 ) h
A s2 B
d
h C
Δε p ε p(0)
Ap A
A s1
εs , εp εc
ε ud εy 0 ε c2 ε cu2
(ε c3 ) (ε cu3 )
A - Deformazione limite dell'armatura tesa
B - Deformazione limite del calcestruzzo compresso
C - Deformazione limite del calcestruzzo per compressione semplice
Figura 7.1 Possibili distribuzioni delle deformazioni allo stato limite ultimo [fig. 6.1].
εt
As x
εb
b
ε cu2
(+) (_)
ε syd ε syd
B
X1 d'
A s1
1'
0
0 1 X2
C
G
1 h d
3
2
3 4
2 4 5 A s2
3
d'
5 b
εs ε c2
ε syd
400
50
A S1 =2000mm 2
700
A S2 =4000mm 2
50
2000
M Rd
1500
1000
f ck 90
500
f ck 30
f ck 60
N Rd
0
5000 0 -5000 -10000 -15000 -20000
-500
1500
M Rd
1000
500
N Rd
0
4000 2000 0 -2000 -4000 -6000 -8000
-500
-1000
-1500
d' A's
M Ed
d N Ed
h G
M Esd
ys
As N Ed
300
500
550
AS
50
300
500
550
A S = 1886 mm 2
50
300
500
550
AS
50
300
50
AS
450
550
50 AS
1000
50
AS
G
450
550
275
AS
50
300
50
1000
AS
G
600
700
350
AS
50
400
b
hf
d
h
As
d'
bw
1000
50
100 100 250
280 230
30
500
800
120
800
850
As
50
200
400
120
800
900
As
100
200
400
120
800
900
A s = 3180 mm 2
100
200
500
150
750
800
As
50
250
500
200
B
1000
1100
800
A s= 3000 mm 2
100
250
400
60
AS
300
600 G
300
AS
60
400 400
500 500
500
50
y
500
150
b=400
60
a=600
60
40 40
// //
Ft Ft + ΔFt
lbd lbd A sl A
VEd VEd
d 45 o 45 o
45 o d
τ
σ O
τ' σ
τ τ
σ'
f ctd σcp f ctd
σc1 σc2
τ
Figura 8.3 La circonferenza di Mohr nel caso di trave precompressa
priva di armatura trasversali.
A
B
Fcd V (cot θ − cotα)
α ½z N M
d θ z = 0,9 d
V ½z V
Ftd
D s C
Figura 8.4 Modello a traliccio per travi dotate di armatura trasversale [6.5].
VRd
VRd
C
cot(θ) cot(θ)
1 2,5
1.2
A
1.0
Asw
0.8 s
0.6
0.4 B
⎛ Asw ⎞
⎜ ⎟
⎝ s ⎠ min ima
0.2
C
0.0
0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0
cot θ
1.2
1.0 ΔAsl B
0.8
A
0.6
0.4
C
0.2
0.0
0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0
cot θ
300 100
P
200
As
As
270
300
400
v Ed h f s f
θ f
As σ s
sf
σ ch f s f sin θ f
θf v Ed h f s f
σ ch f s f sin θ f As σ s
sf
s f sin θ f
zi
A B
TEd
C
t ef /2
A - Linea media
B - Perimetro esterno di lunghezza u
t ef C - Copriferro
400
500
m
3,0
m
3 ,0 300 mm
e
500 mm
P
a) b)
M Ed 225 kNm
-- --
---
-
225 kNm
V Ed -
--- 150 kN
-- 150 kN
-- 120,90,60 kNm
T (kNm)
133,6
(120)
114,0
91,8 (90)
θ = 45°
(60)
θ = 21,8°
94
500 mm
94 94
t ef τ t ef τ
94
bw bw
300 mm
bw
a) b) c)
Figura 9.1 Sezione schematica della rottura a punzonamento di una piastra in corrispondenza
di un pilastro interno a sezione circolare.
a < 2d
h
d
θ
2d
h
d
θ'
c
θ =26,6 °
u1 θ ’ > 26,6 °
u1
u0 u0
2d a < 2d
a) b)
Figura 9.2 Perimetro di verifica di base u1 secondo EC2 per un pilastro a sezione circolare:
a) piastra, b) fondazione (u0 è il perimetro del pilastro).
piastra
dz
dy
dy
h
dz piastra
pilastro b)
pilastro
a)
dy
dz
dy + dz
h
d=
2
fondazione
c)
Figura 9.3 Altezze utili nelle due direzioni ortogonali y e z: a) piastra su pilastro, b) carico con-
centrato su piastra, c) fondazione.
u1
u1
2d
90°
2d
u0
u0
bz
2d
by
β
2d
2d
β u1 β u1
90
°
2d 2d
α α
u0 u0
α
α
α
β
2d
2d
2d
Figura 9.4 Perimetri di verifica di base per diverse forme di sezione o area caricata [Fig. 6.13].
b b
2d b 2d a b a
d
h
(a < 2d)
pilastro
Figura 9.5 Zona caricata posta a distanza maggiore di 2d dal pilastro (a sinistra) ed a distanza
minore di 2d (a destra).
EC2 (2002), MC 90
NS 3483E
2d 1.5d d 0.5d
Figura 9.6 Perimetri critici per la verifica a punzonamento secondo varie normative (ACI – Stati
Uniti, BBK – Svezia, BS – Gran Bretagna, CSA – Canada, MC90 – Model Code 1990, DIN –
Germania, NS - Norvegia, SIA – Svizzera (Guandalini, 2005).
a) b) c)
2 1
d)
Figura 9.7 Evoluzione del quadro fessurativo sulla faccia superiore tesa di una piastra al crescere
del carico di punzonamento (a, b, c); vista in sezione del quadro fessurativo finale con fessure
1-circonferenziali e 2-radiali (d).
Fs (M2) Fdow
Fs (M1)
Fp
βp
Fct s V1
h
z
Fsw d
Fc (M2) βsw
α
Fc (M1)
Vpun
rs
r1
rsw
r2
Figura 9.8 Modello analitico del meccanismo resistente a taglio-punzonamento: in grassetto il
tirante di calcestruzzo (che ha uno sviluppo tronco conico); la capacità resistente a punzonamento
di base della piastra viene fatta corrispondere alla resistenza del tirante tronco conico di calcestruz-
zo (Menetrey, 1996). Significato dei simboli: r1, r2 = distanze inferiore e superiore della fessura
dall’asse del pilastro; rsw = distanza del punto di intersezione dell’armatura trasversale con la fessu-
ra dallo stesso asse; βsw, βp = inclinazione delle armature trasversali ordinarie e delle armature da
precompressione, Fdow = forza dovuta all’effetto bietta nell’armatura superiore, Fct = componente
verticale della risultante delle trazioni sulla superficie tronco-conica della fessura, Fp = sforzo di
precompressione, Fsw = sforzo nell’armatura trasversale.
P [kN]
w
300 1 calcestruzzo non armato
2 ρ =0.2%
7 3 ρ =0.4%
6 4 ρ =0.8%
P 5 ρ =1.2%
5
200 6 ρ =1.6%
4 7 ρ =2.0%
3
2
1
100
7 6 5 4
0 w [mm]
0 1 2 3 4 5
Figura 9.9 Influenza della percentuale di armatura flessionale sulla risposta a punzonamento
(Menétrey, 2002).
armature armature
2
1 2 3 1
3 4
a) b)
Figura 9.10 Modelli a puntoni e tiranti per piastre con bassa (a) o alta (b) percentuale di armatu-
ra flessionale (CEB-FIP, 2001).
P βp
V
Figura 9.11 Contributo alla resistenza a punzonamento offerto da armature
da precompressione inclinate.
α
a) b) c)
Figura 9.12 Posizione della superficie di rottura a punzonamento di piastre con armature trasver-
sali: a) tra pilastro e prima fila di armature, b) al di là dell’ultima fila di armature, c) nella regione
provvista di armature trasversali (CEB-FIP, 2001).
< 0,25d
A < 0,5d
a) barre piegate
Staffa superiore
Staffa inferiore
f) Tralicci metallici formati da coppie di barre sagomate emergenti da lastre prefabbricate (predal-
les) (sistema FILIGRAN – http://www.filigran.de/)
Figura 9.15 Tipologie di armature a punzonamento.
c1
c2
c1 c1
c2
c2
a) b) c)
M’’Ed,y
M’Ed,y
Figura 9.17 Momenti M'Ed,y e M''Ed,y trasmessi alla piastra dal pilastro inferiore e
da quello superiore.
C C’
C
2d
B B’ G
R=2d
BC
2R/π
A 2d A’
c1
c1 / 2
B’’ B’’’
c2
A
C’’ C’’’
Figura 9.18 Calcolo di W1 per pilastro interno a sezione rettangolare (a destra è indicata la po-
sizione del baricentro dell’arco di circonferenza BC di raggio R=2d rispetto all’asse AA').
z
u1
2d
ey
u0
ez
y
bz
2d
90
°
by
Figura 9.19 Dimensioni esterne (by e bz) del perimetro di verifica di un pilastro interno a sezione
rettangolare ed eccentricità (ey ed ez) nelle due direzioni y e z.
2d
z
d
u *1
2
P y
c2
eort
c1
2d
≤ 0,5 c1
≤ 1,5 d
Figura 9.20 Perimetro di verifica ridotto u1* per pilastro di bordo con eccentricità ortogonale al
bordo rivolta verso l’interno [Figura 6.20] (P = centro di pressione).
A B B’
2d
z z’
d
u1
2
C
P G y
c2
D
eg
c1
2d
F E E’ eg
eg Mz
eg− c1/2
e ort M Ed
VEd VEd VEd
P G = P G = P G
2d
2d
z z
d
u1 u1
epar
epar
2
eort
P P
G y G y
c2
c2
eg eg
c1 c1 2d
2d
2d
Figura 9.22 Pilastro di bordo con eccentricità Figura 9.23 Pilastro di bordo con eccentricità
epar parallela al bordo (P = centro di pressione, in entrambe le direzioni, dove quella ortogonale
G = baricentro del perimetro critico u1). al bordo è rivolta verso l’interno (P = centro di
pressione, G = baricentro del perimetro
critico u1).
A B B’
u1
2d
z
z’
epar
eort C
P
G y
c2
eg D
c1 2d
2d
F E E’
Figura 9.24 Pilastro di bordo con eccentricità in entrambe le direzioni, dove quella ortogonale al
bordo è rivolta verso l’esterno (P = centro di pressione, G = baricentro del perimetro critico u1).
c1 2d c1 2d
e gy
≤ 0,5 c 2
z
≤ 1,5 d
z z’ D
P P
c2
c2
y
e gz
C
G y’
2d
2d
G BC
u*1 4d/π
u1
A B
≤ 1,5 d
≤ 0,5 c1
Figura 9.25 Perimetro di verifica ridotto u1* e Figura 9.26 Pilastro d’angolo con eccentricità
sua distanza dai bordi per pilastro d’angolo verso l’esterno (P = centro di pressione, G = ba-
[Figura 6.20b]. ricentro del perimetro critico u1, GBC = baricen-
tro dell’arco BC).
B u = π (c+4d)
1
2d
R
A 2d 2d A’ G
ABA’
2d
R
2R/π
c
c/2
A A’
B’
Figura 9.27 Schema per il calcolo di W1 per un pilastro interno a sezione circolare (a destra è
indicata la posizione del baricentro GABA′ della semicirconferenza ABA').
Ø 950 mm
NSC HSC
Ø 1750 mm
Figura 9.28 Piastra con calcestruzzo ad alta resistenza in corrispondenza del pilastro
(CEB-FIP, 2001).
u1
capitello
pilastro
lH c lH 2d
rcont
u1
capitello
l H2
r cont
c2
l2
l H1 l H1
lH2 c1
l1
u ext
capitello
u int = u1
l H2
t
,ex
r c on t
c2
l2
l H1 l H1
c1
l H2
l1
A c,z
=
lz2
=
N Ed,y
A c,y
=
N Ed,z
lz1
=
= = = =
ly1 ly2
Figura 9.32 Schema per il calcolo di NEd,y e NEd,z e delle corrispondenti aree di calcestruzzo per
un pilastro interno.
2d
N Ed,y
A c,y
Figura 9.33 Schema per il calcolo di NEd,y e della corrispondente area di calcestruzzo per un pila-
stro di bordo.
3d
c2
3d
A lz
A ly
3d c1 3d
Figura 9.34 Strisce di piastra sulle quali calcolare le percentuali geometriche di armatura nelle
due direzioni (nella sezione è indicata solo l’armatura superiore di cui si tiene conto nella verifica
a punzonamento).
Prospetto 9.1 Valori (kN) di V''Rd,cs = [1,5 (d/sr) Asw fywd,ef] per cuciture verticali poste su due o
più file con passo radiale sr = 0,75d (V''Rd,cs = 2 Asw fywd,ef). Il prospetto riporta i valori ottenuti con-
siderando l’area di una sola cucitura verticale per fila (pallini neri nello schema grafico sottostante,
che mostra il caso di due file di cuciture).
pianta
2a
2h fila 2 2b
1h 1a 1b
fila 1
2g 1g 1c 2c
0,75d 0,75d
fila 2
1f 1e 1d
fila 1
2f 2d
2e
sezione pianta
≤ 0,75d ≤ 1,5d
≤ kd
u out
26,56
d
°
2d
> 0,3d
≤ 0,5d
a)
l ancor
b) c)
Figura 9.35 Limitazioni geometriche per le cuciture verticali (studs).
Prospetto 9.2 Diametro minimo di una cucitura verticale (di acciaio B450C) al variare
dell’altezza utile della piastra e della resistenza caratteristica a compressione del calcestruzzo
(sr = 0,75 d, st = 1,5 d). (1)
sezione pianta
0,25d
≤ 1,5d
≤
≤ 0,5d ≤ 0,5d u out
°
30
Α Α
26,6°
<
d
C C
Β Β
2d
≤ 0,75d
≤ 0,25d
Figura 9.36 Limitazioni geometriche per barre piegate (A=punto più vicino al pilastro,
B=punto più vicino a uout).
Prospetto 9.3 Valori di Asw,max (mm2) su ogni fila per cuciture verticali disposte su due file ed
alle distanze massime indicate nell’EC2 per pilastro a sezione rettangolare. I valori sono stati cal-
colati per calcestruzzo della piastra di classe C25/30 e percentuale geometrica di armatura flessio-
nale ρl = 2% (valore massimo ammesso da EC2 nel calcolo di vRd,c).
Prospetto valido per l’EC2, ossia considerando nel calcolo di VRd,cs il contributo resistente del calce-
struzzo.
sezione pianta
0,75d 0,75d c2
0,5d 0,5d
c1
pianta
c1
sezione 300
0,25d
3φ16
210
125 mm 3φ16
≤
30° A 30°
B
500
c2
489 mm
40
250
≤ 0,25d=62,5 mm
Figura 9.37 Armature a punzonamento dell’Esempio 9 formate da una sola fila di barre piegate
a 30° (calcolo secondo EC2 per VEd = 800 kN).
pianta
c1
sezione 300
≤ 0,25d
4φ14
40
210
522,5 mm
≤ 0,25d=62,5 mm
pianta
c1
sezione 300
≤ 0,25d
7φ16
210
125 mm 6φ16
30° A 30 °
B
500
489 mm
c2
40
250
≤ 0,25d=62,5 mm
300
4 50
0
45
256
7
25
125
250
868
Figura 9.40 Armature a punzonamento dell’Esempio 10 formate da cuciture verticali (studs) (il
perimetro critico u1 è evidenziato con la linea tratteggiata; per le file di armature poste all’interno
di u1 deve risultare sr ≤ 1,5d = 375 mm, mentre per quelle esterne a u1 sr ≤ 2d = 500 mm).
d = 344
c = 300 c = 300
400
400
b = 2400 2400
Figura 9.41 Geometria e dimensioni del plinto di fondazione dell’Esempio 11 (l’esempio è va-
lido sia per il plinto di sinistra ad estradosso piano, sia per quello di destra con estradosso inclinato).
2h
h
B
D
b
b
Figura 10.3 Suddivisione di un portale in zone “D” e “B” (ogni zona “D” si estende su ciascun
lato della discontinuità per un tratto pari all’altezza dell’elemento strutturale).
D D
a)
h
l<2h
b) D B D
h
l>2h
c) D B D B D
h
l>4h
Figura 10.4 Suddivisione in zone “D” e “B” di travi appoggiate di diversa snellezza (ogni zona
“D” si estende su ogni lato della discontinuità - rappresentata dal carico concentrato e
dalla reazione vincolare - per un tratto pari all’altezza h dell’elemento strutturale).
h
D B D B D
b>h
b 2b b
l>4b
Figura 10.5 Suddivisione in zone “D” e “B” di una trave con sezione a T
di larghezza b maggiore dell’altezza h.
D
h
l<2h
ql/2 ql/2
1 2
D B D
h
1 2
h h
l>2h
1 σ σ 1 2 σ σ 2
D τ τ B τ τ D
h
1 1 σ 2 2
h
ql/2 ql/2
Figura 10.6 Determinazione delle forze al contorno di una regione “D”: per la trave in alto (l ≤
2h) le forze al contorno coincidono con i carichi esterni e con le reazioni vincolari, mentre per la tra-
ve in basso (l > 2 h) le forze sul bordo delle regioni “D” all’interfaccia con la regione “B” sono date
dal momento risultante e dal taglio risultante nelle sezioni di estremità 1-1 e 2-2 della regione “B”.
ql/2 ql/2
q l/4 l/2 l/4
D D
h
h
l<2h l<2h
ql/2 ql/2 ql/2 ql/2
a b
q1
R1 R2
q2
D D
h
l<2h l<2h
R1 R2 R1 R2
Figura 10.7 Schematizzazione di carichi distribuiti sui bordi (a sinistra) con forze concentrate
equivalenti (a destra).
F=ql/2 F=ql/2
q=ph/2 l/4 l/2 l/4
p
h
q=ph/2
l<2h
(ph) l/2 (ph) l/2 ql ql ql F=ql/2 F=ql/2 ql
l<2h l<2h
Figura 10.8 Schematizzazione di un carico distribuito per unità di superficie all’interno di una
trave parete (carico p a sinistra) con carichi distribuiti sui bordi (carichi q al centro) e
forze concentrate equivalenti (carichi F a destra).
ql ql
q q
d d
z z
α
l l
ql/2 ql/2 ql/2 ql/2
d d
z z
α
l l
ql/2 ql/2 ql/2 ql/2
Figura 10.9 Possibili modelli S&T per una trave parete (linee tratteggiate = puntoni,
linee continue = tiranti).
F/2 F/2
q
Fc1
Fc2
73
Ft2
°
Fc3
78
Ft1
°
F/2 F/2
Figura 10.10 Modello della trave parete della figura 10.1 adattato alla distribuzione di sforzi
dello SLU (puntoni = linee tratteggiate, tiranti = linee continue).
F F
T T
C C
F B B F B B
Figura 10.11 Percorsi di carico di una trave parete (puntoni = linee tratteggiate,
tiranti = linee continue).
P P P P
P+Δ P
C1 C1 C1
C2
C2 C2 C3 C3
T1 T1
P P P P
a) b)
Figura 10.12 Esempio di modello tirante-puntone isostatico (a sinistra) e labile ma
staticamente determinato (a destra) (nella figura di destra è evidenziato il cinematismo conse-
guente all’applicazione di un incremento di carico ΔP solo al carico di sinistra).
P1 P2
C1 C5
C2
C3 C6
=
C4
θ’’
θ'
T1
P1 > P2
R1 R2
P2 P2 P1 − P2
C1’ C5 C1’’
C2
= +
C3’ C6 C3’’
C4
θ’’
θ'
θ'
θ'
T1’ T1’’
P2 P2 R 1 − P2 R2 − P2
Figura 10.13 Esempio di modello tirante-puntone staticamente determinato per una trave
parete soggetta a due carichi concentrati non simmetrici; il traliccio si può pensare come
sovrapposizione di un traliccio labile (in basso a sinistra) e di uno isostatico (in basso a destra).
P1 P2
C1 C5
C2
C3 C6
θ’’
θ'
T1
P1 > P2
R1 R2
P1 P2
θ'
θ’’
R1 R2
Figura 10.14 Trave parete soggetta a due carichi concentrati non simmetrici: identificazione
del modello S&T a partire dal diagramma del momento flettente della trave snella con la stessa
luce e soggetta agli stessi carichi.
F F F
h=l
h=l
a) b) c)
Figura 10.15 Trave parete soggetta a carico concentrato: a) modello S&T di base, b) modello
raffinato con tiranti inclinati, c) modello raffinato con tiranti orizzontali (puntoni = linee tratteg-
giate, tiranti = linee continue).
a) b) c)
Figura 10.16 Variazione del modello S&T di una trave parete al variare dell’angolo tra puntoni
inclinati e tirante orizzontale da 30° (valore minimo) a valori maggiori di 45°: intersezione di un
puntone con uno (a) o con due tiranti ortogonali (b e c).
P P
2°
2°
≅3
≅3
≅3
2°
δ< 4 5
°
h
°
γ >4 5
L=h
δ> 4
γ< 4 5°
h
5°
P
L=3h
(b)
h
P/2 P/2
P
L=3h
(d) = (b+c)
h
L=3h
(c)
P/2 P/2
Figura 10.18 Modelli tirante-puntone di una trave parete al variare della snellezza.
1 2
0,8 x
h1
h2
h1 h2
Figura 10.19 Distanza minima delle aste dai bordi: il corrente superiore avrà una distanza dal
bordo non inferiore a 0,4 x, dove x è la profondità dell’asse neutro calcolata nella regioni “B”
adiacenti (si può assumere x = max (x1; x2) essendo x1 e x2 le profondità dell’asse neutro nella se-
zione 1-1 a sinistra della regione “D” e nella sezione 2-2 a destra).
Diffusione di forze
Puntoni di tutti i modelli S&T
concentrate centrate
(tranne i campi
D1 all’interno
di compressione prismatici o
H
di un puntone
a ventaglio)
(par. 10.6.1)
F/2 F/2
a/4 a/4
H
H/2
e
F
45°
θ
Diffusione di un carico
D2 Precompressione eccentrica
eccentrico (par. 10.6.2)
F B B
qL/2 qL/2
1
C1 C1
C2 Trave parete
2
Precompressione centrata con
Carico distribuito sul
due cavi posti ai lembi della
D3 bordo di una trave pa- C3 C3
sezione (si immagini di sosti-
rete (par. 10.6.3) 3 T1 tuire nella figura i pilastri
θ
qL/2 qL/2
a
F
a
D
b
F
H>2b
H−2b
B
b
H≤2b
D
b
F F
b b
a) b)
Figura 10.20 Puntone con discontinuità parziale (H > 2⋅b) e con discontinuità totale (H ≤ 2⋅b).
F a/ 2
a F/ 2 F/ 2
s
b/ 2
S
T
h=b
F/ 2
σ = F/ (s b)
a) b)
Figura 10.21 Schema di diffusione di un carico concentrato secondo Mörsch.
a
a/4 a/4 b/4
a/4
F/2 F/2
b F/2
a/4
F
1 1’ 1 C=T
b/2
b/2
b
θ
b
2 2’ 2 T
F/A
a) b) c)
Figura 10.22 Modello tirante-puntone per il calcolo della forza T nel tirante trasversale di un
puntone con discontinuità parziale (puntoni = linee tratteggiate, tiranti = linee continue)
[Figura 6.25].
T/F θ
0,4 90°
θ
0,3 80°
approx
0,2 70°
T = 0,25 F (1 - a/b)
T/F
0,1 60°
teoria elastica lin.
Figura 10.23 Andamento della forza trasversale e dell’inclinazione θ dei puntoni inclinati al va-
riare di a/b ricavati con il modello S&T della figura 10.22 (la curva tratteggiata è invece relativa ai
risultati ottenuti dall’analisi elastica del problema).
a
a/4 a/4
F/2 F/2
a
a/4
0,3 b
1 1’
b/2
0,6 b
b
b
2 2’
F/A
0,3 b
F/2 F/2
b/4 b/4
b b
Figura 10.24 Disposizione delle armature di frettaggio (le armature sono centrate sul tiran-
te 2-2’ del modello S&T ed interessano un tratto lungo 0,6 b).
b
F
h=H/2
b
F
a)
a
a/4 a/4 a/4
F/2 F/2 F/2
a/4
a/4
1 1’ 1 C=T
h/2
h/2
h=H/2
h=H/2
θ
2 2’ 2 T
F/A
C
<6
0°
> 30
°
T
C
Figura 10.26 Deviazione massima (< 60°) dell’asse di un puntone.
qL/2 qL/2
1
C1 C1
2 C2
(0,6 ÷ 0,7) L’
H
< 0,67 H
C3 C3
3 T1
θ
L’
qL/2 qL/2
L
Figura 10.27 Trave parete su due appoggi soggetta ad un carico uniformemente distribuito
sul bordo superiore.
Ld
a) b) c) d)
Figura 10.29 Campi tensionali di compressione: (a) “prismatico”, (b) a “collo di bottiglia”,
(c, d) a “ventaglio”.
a1 = b ef1
f3
C3
be
a3
C1
a2
(a) C2 (b)
bef2
(c) (d)
Figura 10.30 Nodi concentrati (a,b) e nodi diffusi (c,d).
σ1
Distribuito
σ2 < σ1
puntone
puntone
nodo con più nodo con più
di tre puntoni di tre puntoni
4F 12,92 F 3,69 F
Figura 10.32 Esempi di nodi in cui confluiscono più di tre aste (in alto è mostrata la suddivisio-
ne di un nodo poligonale in tre nodi triangolari).
a3
a2 Fc3
Fc2 σc2 σc3 Fc3
a3
θ2 Fc0
Fc2 σc3
a0
a2
3
θ
σc0
3
θ
σc2
σc1
F’c1 F’’
c1
σc1
Fc1
a1 Fc1
a1
a) b)
Figura 10.33 Nodi compressi con tre puntoni complanari: a) nodo sull’appoggio di continuità di
una trave parete, b) nodo nell’angolo di un portale soggetto a momento negativo (che tende a
chiudere il nodo).
C2
a2
C1 a1
a3
C3
a) Geometria
C 1 / a1 = C2 / a 2 = C3 / a 3
a1
C1
C1
C2 1 2
C3 C2
a2
3
α
Δθ
α
θ
C3
r
θ
a) b)
Figura 10.35 Esempio di nodo non idrostatico.
a3
a2 Fc3
Fc2 σc2 σc3
A A
Fc0
σc0
a0
D
σc0,idr D
(=σc1)
E E B E C
σc1
F’c1 F’’
c1
Fc1
a1
Figura 10.36 Nodo non idrostatico (ABC) e nodo idrostatico (DBC): i due nodi hanno la stessa
base, ma altezze diverse (il nodo idrostatico è di altezza minore).
C
C3
B A QC
C1
2 1 σ
A C
C1
D σ1 Q
C2 QB
σ2 C3 B
QA
C2
a) b)
Figura 10.37 Costruzione grafica di Mohr per la determinazione dello stato di sforzo in un nodo
CCC (Marti, 1985).
a3 a3
a2 Fc3 a2 Fc3
Fc2 σ c2 Fc2 σ c2
θ
A σc A σc
3 3
C’ C’
B’ B’ H1
B C B C
F’c1 F’’
c1
σc1 σc1
Fc1 a) Fc1 b)
a1 a1
a3 a3
a2 Fc3 a2 Fc3
Fc2 σ c2 Fc2 σ c2
A σc A σc
3 3
FCH2
H2 H2 H3
C’ C’
B’ B’
B C B C
FBH3
σc1 σc1
Fc1 c) Fc1 d)
a1 a1
Figura 10.38 Nodo CCC: a) verifica sulle facce ortogonali agli assi dei puntoni (AB', AC', BC);
b), c), d) verifica sulle sezioni del nodo perpendicolari alle facce nodali.
Fc1 Fc1
B
A
Fc2 Fc2 C
Fc3 Fc3
F
E D
Fc4 Fc4
a) b)
Fc1
Fc2
B
A
Fc2 C Fc1
Fc3 Fc4 Fc
Fc
F
E D
Fc3
Fc4
c) d)
Figura 10.39 Nodo quadrangolare: a) geometria, b) suddivisione del nodo, c) puntone BCEF
interno al nodo, con tratteggiate le porzioni non comprese nella geometria iniziale, d) poligono del-
le forze.
l b,net
lunghezza di ancoraggio
u = 2 c*
a2
Fc2 il prolungamento della
σc2 barra per un tratto c*
oltre il campo di com-
un solo strato di armatura che si pressione deviato, con-
> c* prolunga oltre il puntone di alme- sente una distribuzione
Ft no c*, dove c* è la distanza dello sforzo a partire
dell’asse dell’armatura dal bordo dall’estremo della barra
u
inferiore
θ
a1 s
en a2
θ
θ
θ uc
os
θ
u
θ
a1
u = 2 c* + (n-1) s
n strati di armatura posti ad inte-
rasse s, che si estendono oltre il come per il caso prece-
a
σc2 Fc2 2 campo di compressione deviato dente, considerando una
per un tratto pari al valore massi- diffusione a 45° degli
mo tra c* e s/2 sforzi dalle estremità
c*
Ft
s
σc1
c*
Fc1
> (c*; s/2) a1
a2
Fcd2 σRd,2
Ftd
s
u
σRd,1
Fcd1
a1
l bd
a) b)
Figura 10.40 Nodo CCT di un appoggio di estremità: a) barre ancorate per aderenza nel nodo,
b) tirante ancorato con piastra.
Fc2
a1 s a2
en
θ uc σc2
θ osθ
θ
Ft
u
θ
θ
a1
σc1
Fc1
Figura 10.41 Schema per il calcolo della larghezza a2 del puntone diagonale di un nodo CCT
sull’appoggio di estremità di una trave parete.
Fc1/ 2 Fc1 / 2
Ft
Fc b/2
a) b)
σc1 sez. A−A
Fc1 / 2 Fc1/ 2
a2
B Fc2
σc2
b1
b
u
θ
A A σc1 Ft
a1
a1
Fc1
B c) sez. B−B d)
Figura 10.42 Nodo CCT con diffusione sia nel piano dell’elemento strutturale (in basso a destra)
sia nel piano ortogonale allo spessore (in alto a sinistra).
F t,1 Fc
A
θ1
B O
θ2
C
θ1 D
Ft,2
2
θ
dm
Figura 10.43 Nodo CTT con barra piegata.
Fc
F t,1
A
θ2
O
B
θ1 C
1 D
θ
Ft,2
2
θ
dm
Figura 10.44 Nodo CTT con tiranti ortogonali (θ1 + θ2 = 90°).
Fc
Ft3
σc
φ
Ft2 Ft1
<6φ <6φ
l b,net
Figura 10.45 Nodi con tiranti posti in direzioni ortogonali.
A A A
+
- + M>0 M>0
σ2
σ1
B B
M>0 M>0
b) c)
a)
2 Fs
A A
A Fc
diagonale
Fs B
B B 2 Fs
Fc Fs
F t1 F t1
5°
θ≤ 4
F t3= F t1
z1
z1
θ>45°
F c1 Fc1
θ
z2 a) z2 b)
F t2 F c2 F t2 F c2
Figura 10.47 Modello S&T di un nodo soggetto a momento flettente negativo con htrave >> hpil:
a) modello non accettabile per l’eccessiva ampiezza dell’angolo θ e la piccola ampiezza
dell’angolo tra il puntone diagonale e l’armatura tesa del pilastro; b) modello corretto.
h2
z2
F t1 Ft1
Ft1
Ft1
MENSOLA
z1
h1
TRAVE M
h1
TRAVE
z1
z1
Fc1=Ft1 F c1
h2 Fc1
z2
Ft2 Fc2
Ft2 Fc2
M PILASTRO
PILASTRO
h2
z2
F t1 Ft1
Ft1
T1 Ft1
MENSOLA
h1
z1
TRAVE M
z1
z1
h1
TRAVE
Fc1 =Ft1 F c1
h2
Fc1
z2
PILASTRO
Figura 10.48 Modelli S&T per angoli di portali soggetti a momenti flettenti negativi: analogia
con i modelli S&T di mensole tozze.
°,5
16
Fc
Ft2
3
z
61
,5 ° Ft2 4
5 F t3
,5 °
16 Ft
,5°
67
1 F t1 2
45°
C 13
22,5°
Fc
,5 ° C 25
16
F t3
1
F t1 F t1
Fc Ft
nodo 1 z
nodo 2
Figura 10.49 Angolo di portale soggetto ad elevato momento flettente positivo: modello S&T
(in alto) e possibili disposizioni delle armature (in basso) [Figura J.4].
a) b) c)
Figura 10.50 Efficienza dell’angolo di un portale soggetto a momento flettente positivo in funzione
della tipologia di armatura: a) 100 %, b) e c): 25 ÷ 35 %.
qL/2 qL/2
2000 4000 2000
C3 1
1900
C1 C1 C1
3 C2
θ
2
C2
5500
nodo 2
C3 C3
3500
3 T1
θ
C3
R
100
3 1750
θ
T1
nodo 3 R R
250 7500 250
qL/2 qL/2
8000
53 20
7 0c
C3 osθ
σc2
100
50
50
0s
en
200
θ
T1
θ
σc1
500
50
qL/2
500
legature
Ø8/150 su entrambe le facce
3Ø18
OPPURE
3Ø18
moietta moietta
48°
h 1 =250
1500
Figura 10.54 Plinto tozzo.
4 x (N/4)
B
C3
C2
C4
C1 2
A A
b/4
b/2
1
b/4
b/4 b/2 b/4 SEZ. A−A
z
B y a) 2 x (N/4) 2 x (N/4)
a/2
x
a/4
SEZ. DIAGONALE 1−2
pro + C 4
+C i
C1 ne d
2
C3
iez
io
ion
iez
h
z
e
pro
di
b)
θ
a √2 x x
N/4 N/4
d’
a/4
θdiag
1 2
d’
b √2 / 4 b √2 / 2 b √2 / 4 SEZ. B−B
b √2
2 x (N/4) 2 x (N/4)
a/2
a/4
3
pro + C 3
+C i
C1 ne d
4
C2
c)
iez
o
ezi
ion
h
z
7
i
e
pro
di
θ
C’2
y T’y y y
d’
C’1 C’3
1 2 b/4 b/4 b/4
5 6
45° b
x T’x C’4
e)
8
75
C2
2 C2 3 2
h 2 =400
75
d=600
z=525
C1
z=525
650
C1 C1
θ≅
θ≅
°
60
60
1 T1 4 1
°
T1
h 1 =250
50
b/4=375 750 375
b=1500
a) b)
Figura 10.56 Modello S&T ottenuto sezionando indifferentemente secondo A-A o B-B il plinto; il
tirante T1 rappresenta lo sforzo Tx se si considera la sez. A-A e lo sforzo Ty se si considera la sez. B-B.
M
N
e=250 c+φst+φl /2
dN1 d N2
N N1 N2
75
2
h 2 =400
θ ’’’
650
C1 C3
525
C2 π−
θ’’
’
1 T1
θ’’
3 4
θ'
h 1 =250
50
b=1500
2 x1 x2 y2
p max
R1 R2
(2/3)b=1000
Figura 10.57 Modello S&T per plinto con carico eccentrico (e = b/6).
pos. C
armature inferiori
armature inferiori pos. A pos. B (ai lati)
pos. B armature inferiori
pos. A (al centro)
armature inferiori pos. B
M
N
e=200 c+φst+φl /2
d N1 d N2
N N1 N2 75
2
h 2 =400
C2
650
C1
525
C3
1 T1 4 3
h 1 =250
50
b=1500
2 x1 x2 y2
R1 R2
Figura 10.59 Modello S&T di plinto con carico eccentrico (e < b/6).
π1
L
φ φ
π2 A’=A+A
φ
c2
p
L
π3
φ
B’=B+B
c1
p
π1
Figura 10.60 Plinto di fondazione su pali.
NEd
MEd
a b c
π2 π3
Fc Fs
d e T10
g
T12
θ12
h
θ11 T11
f
i
A’ B’
L
π2 π3
piano π 2 piano π 3
l m l
g
T15
θ1 T13 T13
3
T16 T16
h
θ 13
T14 T10 T10
i
A A B B
(T13 )
(T15 ) (T14 )
(T15 ) (T14 )
Figura 10.63 Disposizione schematica delle armature nel plinto su quattro pali.
a1 C5 A
3
C1 C2
h1
z1
T1 C4
1
θ2
θ1
2
h2
z2
a
C3
T2 45°
Ra
45°
T3
4 A
a)
2’ 4’
C’2
h1
z1
1’ C’1 C’3
h2
z2
a
T’1
Rb
45°
45°
T’2
3’
b)
moiette pos. E
armature a U pos. A
staffe pos. G staffe pos. F
pos. E
pos. G pos. A (e po
v e s.
pos. A’ nt B
ua
po le
s. )
pos. F B
pos. C
Figura 10.65 Disposizione schematica delle armature nella sella Gerber. Se il progetto è
eseguito con riferimento al solo traliccio a), l’armatura inclinata (pos. B) non è necessaria.
A B
3 6
θ1=
45°
C1 C2
h1
z1
M V T2
θ2
1 T1 T1 2 C4
z2
h2
V M
T4
C3
z 2 −z 1
A T2 45°
T3
4 5
a B
A B
3 6
C2
C1
h1
T2
z1
M V
T1 T1
θ2
C4
z2
h2
1 C1 2 T4 V M
z 2 −z1
A T C3
2
45°
45°
4 T3 5
a B
Figura 10.66 Modello S&T per una brusca variazione dell’intradosso di una trave inflessa con
h2 > 2h1: a) con taglio positivo, b) con taglio negativo (i valori di V e M sono calcolati in corri-
spondenza della variazione di sezione; il tirante verticale T2 tra i nodi 3 e 4 è posto a distanza a dal
cambio di sezione, perché le staffe verticali che lo costituiscono sono distribuite su un tratto lungo
2a, fig. 10.75).
a + (h 2 − h1) + l a
staffe pos. E staffe pos. C (D) a h 2 − h1 la
h1
pos. A
h2
pos. D
h 2 − h1
pos. E
pos. C
45°
pos. B
2a
Figura 10.67 Disposizione schematica delle armature in corrispondenza di una brusca variazione
dell’intradosso di una trave inflessa con h2 > 2h1 (l’armatura in pos. A va prolungata di un tratto pari
ad (a + h2-h1 + la), dove a è pari alla metà del tratto su cui sono distribuite le staffe C e la è la lun-
ghezza di ancoraggio).
a c=100
VEd
HEd ac
a
150 F c1 =F Ed
VEd
s
h c=400
H Ed
Ft
1
a’
200 Fc2
h c=400
d=350
z
ψ
2 Fc3
400
a4
25 150 Fc4
50
Fc5 =VEd
a5
c=300
400
400 200
50
a) b)
Figura 10.68 Mensola tozza di 200×400 mm: a) geometria e modello S&T di mensola e pilastro
(il modello S&T indicato per il pilastro ipotizza la presenza di momenti antiorari nelle sezioni infe-
riore e superiore), b) modello S&T della mensola; per comodità di notazione lo sforzo nel puntone
inclinato è indicato con Fc2 nel nodo 1 e con Fc3 (= Fc2) nel nodo 1.
a1
Fc1 = FEd
d’=50
σc1 Fc3 =Fc2
a3
σc3
α
ψ
Ft Fc4
u=100
a4
σc4
σc2
ψ
Fc2 σc5
Fc5 = VEd
a2
a5
nodo 1 nodo 2
a) b)
Figura 10.69 Nodi 1 e 2 del traliccio.
a’ =160
a=153 e=7
s=20
F Ed H Ed F Ed
Ft
150
s=20
1
e=7
a’=160
Fc2 F Ed VEd
z=280
F c1
70
d’=50
d
α=5,71°
a4
1
ψ
2 Fc3
Fc4 F c2
Fc5 a) b)
a5
α
F Ed
150
α
a1
a1 a1
α
α
β
u=100
β
a
u>100
2
β
a β
ψ2
ψ
(β+ψ)−90°
a ∗ β
90
°−ψ
a) b)
Figura 10.72 Geometria del nodo 1 (nodo sotto la piastra di carico): a) u = 100 mm, b) u > 100 mm.
ac ac
a
a
VEd av VEd
Ft Ft
1 3 1
Fc1
Fc2
hc
hc
z
z
Fwd
d
d
Fc3
2 2
4
Fc a/2 a/2
Fc a/2 a/2
1
y
VEd
x1
a) b)
Figura 10.73 Mensola tozza: a) ac ≤ hc/2, b) ac > hc/2.
caso a) a c < h c /2
a a
ac ac
VEd
’ VEd
’’ VEd
Ft’ Ft’’ Ft
1 1 1
ψ
+ =
hc
hc
z
z
4 Fwd 3 4 3
d
d
2 2 2
Fc’ Fc’’ Fc
V Ed
’ VEd
’’ VEd
(1 − γ h ) Fdiag TRALICCIO 1a γ h Fdiag TRALICCIO 2a
θ
a) b) c)
caso b) a c > h c /2
a
ac a
V Ed
’’ V
VEd
’ Ed
Ft’ Ft’’ Ft
1 1
3 3 1
ψ
+ =
hc
hc
z
z
Fwd
d
2 2 2
Fc’ Fc’’ 4 Fc 4
a/2 a/2
V’ V ’’ VEd
Ed Ed
(1 − γ h ) Fdiag TRALICCIO 1b γ h Fdiag TRALICCIO 2b
θ
d) e) f)
Figura 10.74 Modello S&T di una mensola tozza come somma di due tralicci elementari: caso
a) (in alto) per una mensola con ac ≤ hc / 2; caso b) (in basso) per una mensola con ac > hc/2.
As
Σ A sw _
< As
l c x bc l c x bc
Filo esterno
As As dell'apparecchio
A's lc di appoggio
As As
bc
bw
lc
a) b)
c) d)
Figura 10.77 Possibili configurazioni di armatura per una mensola tozza: a) conformazione a cap-
pio delle armature superiori, b) barre rettilinee saldate ad una barra trasversale, c) piastra di ancorag-
gio, c) barre ancorate con dispositivi meccanici.
Modello A Modello B
ac a
VEd VEd
H Ed
d hc z
ψ α
a ~ ac+0,2d
Figura 10.78 Modelli indicati dalla Circolare alle NTC 2008 per la mensola tozza: il progetto
può essere eseguito con riferimento al solo modello A, oppure considerando anche il modello B
funzionante in parallelo con il primo (sono stati adottati gli stessi simboli degli esempi precedenti,
diversi da quelli che compaiono nelle figure C4.1.7 e C4.1.8 della Circolare).
a
0,2d ac e
VEd
HEd F Ed
z=0,9 d
hc
VEd
ψ
1
2
0,4 d
0,1 d HEd
a’ = (a c + 0,2 d) + e b)
b a
a)
0,4
d sen
b’ ψ Ft,v
b’ ψ
ψ
2
ψ
VEd
Fc
0,4 d 0,4 d
0,1 d
c) d)
Figura 10.79 Modello A della Circolare alle NTC 2008 per la mensola tozza: a) modello S&T,
b) nodo 1, c) nodo 2, d) triangolo delle forze nel nodo 2.
e
ac F’Ed
V’Ed
H’Ed
tirante
4 modello 1 1
A
z=0,9d
hc
A s,diag 3 b)
α
2
F’c
0,2 d
0,1 d
V’Ed
a’ F’t
b (a’=a + 0,2d + e)
α
Figura 10.80 Modello B della Circolare alle NTC 2008 per la mensola tozza (si fa osservare
che l’armatura diagonale ha la stessa inclinazione della biella 1-2 del modello A, cosicché α = ψ).
VEd VEd
a) b)
reazione della carico trasmesso dalla
mensola sulla trave trave alla mensola
c1) c2)
c)
Figura 10.81 Mensola tozza: a) e b) carico all’intradosso, c) trave portata della stessa altezza della
mensola: c1) carico trasmesso dalle bielle inclinate di calcestruzzo c2) carico trasmesso da eventuali
ferri piegati.
xG
d
h G
AS
hf
xG
G d
h
As
bw
AS
d
h
AS
hf
d
h
As
d
bw
AS
(e-d+x)
d
x
e
d
h
AS
d
b
μ
0,60
2
b f ck = 30 N/mm
2
d' acciaio B450C (f yk = 450 N/mm )
0,50 As
d' = 0,1 h A s,tot = 2A s
h
As Nd Md A s,tot fyd
ν= μ= ω=
0,40 d' bh f cd bh 2 f cd bh fcd
0,30
ω = 0,920 ; ρ = 0,040
0,20
SLE SLE
SLU
0,10
ω = 0,345 ; ρ = 0,015
SLU ν
0,00
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3
μ
0,60
2
b f ck = 40 N/mm
2
d' acciaio B450C (f yk = 450 N/mm )
0,50 As
d' = 0,1 h A s,tot = 2A s
h
As Nd Md A s,tot fyd
ν= μ= ω=
0,40 d' bh f cd bh 2 f cd bh fcd
0,30
ω = 0,690 ; ρ = 0,040
0,20
SLU
SLE
0,10
ω = 0,259 ; ρ = 0,015 SLU SLE
0,00 ν
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3
300
500
550
AS
50
300
500
550
AS
50
300
50
A'S = 261 mm 2
550
450
A S = 3075 mm 2
50
1000
50
100 100 250
280
230
30
500
800
120
800
850
730
As
200
e=1500
d=600
h=650
AS
d'=50
400
50
A'S
e=900
650
AS
50
400
A'S
e=740
300
G
600
300
240
AS
60
400
60
A'S
e*=357
300
G
597
600
300
AS
60
400
10m 0,25m
-
1m
3m
2m
+
σc
a) b) c)
1500
180
1220
1300
As
300
staffe Ø 12
170
170
170
170
120 170
8 Ø 30
80
300
400
200
800
860
As
60
200
d’
d
H
av
ah
c
B
Figura 12.1 Distanza libera orizzontale e verticale tra le barre; le barre disposte su più strati oriz-
zontali devono essere allineate verticalmente.
Δl
5φ + Δl
a)
φ
÷7
4φ
φ
l bd
Δl
φ
÷7
4φ
5φ
φ
l
bd
Figura 12.2 a) Ancoraggio di barra che richiede una lunghezza maggiore di 5φ oltre la piegatura
per cui nella piegatura la tensione nella barra è ancora elevata e lo sono anche le pressioni radiali sul
calcestruzzo); b) ancoraggio di barra che non richiede una lunghezza maggiore di 5φ oltre la piegatu-
ra, cosicché nella piegatura la tensione nella barra e le pressioni radiali sul calcestruzzo sono piccole.
2a b 2a b ab
ab = = = =
c1
c
c1
ah
c
Figura 12.3 Distanza ab per barre singole (a sinistra) e per gruppi di barre (a destra).
Fessura da
spacco Armatura
ii. Componenti delle forze di contatto nelle
trasversale
direzioni parallela e perpendicolare alla barra
di confinamento
A
Sezione A-A
ah ah
Piano di rottura
c c
Figura 12.6 Forma delle superfici per crisi di aderenza di barre singole.
direz. getto
direz. getto
buona ader.
buona ader.
h
direzione
α
riempimento
direz. getto
direz. getto
300
mediocre ader.
mediocre ader.
h
buona ader.
h
riempimento
l b,rqd
φ f bd A s σEd
c=φ
Figura 12.10 Lunghezza di ancoraggio necessaria di base.
A st A st
As
As
a) b)
Figura 12.15 Barra trasversale disposta all’interno delle barre da ancorare.
41
2φ16
500
459
25 25
56,67
25
4φ16
300
45° Fs
Fs Fs
45°
Fs
l0
Figura 12.22 Schema di trasferimento della forza di trazione tra due barre sovrapposte (in alto)
e relativo quadro fessurativo (in basso) [Model Code 1990].
φ
l0
φ
Fs
Fs
φ
Fs
Fs
Fs
Fs
φ
φ
d adiac ≥ max (2φ; 20 mm)
Figura 12.23 Pianta con indicazione delle distanze minime tra due barre sovrapposte (dtrasv) e tra
le barre adiacenti di due diverse sovrapposizioni (dadiac) (si noti il diverso significato delle distanze a
e dadiac: a è la distanza tra due sovrapposizioni poste nella stessa sezione, mentre dadiac è la distanza
tra due sovrapposizioni adiacenti sfalsate) [Figura 8.7].
l0 l0
0,5 l 0 l0 lb lb
l0
> 1,3 l 0 l0
Figura 12.24 Andamento qualitativo delle tensioni di trazione nel calcestruzzo al variare dello
sfalsamento tra sovrapposizioni adiacenti.
= 0,3 l 0
= 0,3 l 0
= 0,3 l 0
= 0,3 l 0
= 0,3 l 0
a) b)
Figura 12.25 Esempio di sovrapposizioni che rispettano la limitazione sulla distanza minima
longitudinale dlong tra sovrapposizioni adiacenti: a) quattro barre ; b) tre barre con disposizione
simmetrica.
T T T T T T
Figura 12.26 Effetto di ricucitura del braccio inferiore di una staffa per più sovrapposizioni
poste sullo stesso strato.
> 0,3 l 0 l0
> 0,3 l 0 l0
> 0,3 l 0 l0
Figura 12.29 Esempio di sfalsamento in pianta delle barre di una piastra per limitare al 25 % la
percentuale di barre sovrapposte nella stessa sezione.
φ36
300
mm 35
1260
180 180 180 180 180 180 180
φ8
φ36
Figura 12.39 Prescrizioni NTC 2008 per l’armatura longitudinale delle travi.
A B
MA> 0,15 M max M B> 0,15 M max
M max
L L
1 2
A B C
MA> 0,15 M 1 MC > 0,15 M 2
M1 M2
Figura 12.40 Momenti minimi per il progetto delle armature a flessione agli appoggi.
b ≤ 2b c
h ≤ 4b
h
≤ 0,5h ≤ 0,5h
b ≥ 20 cm
bc
Figura 12.43 Prescrizioni delle NTC 2008 per le dimensioni delle sezioni delle travi.
≥ 1,3 l bd
≥ 0,7 lbd
a)
lbd lbd
b) c)
Figura 12.45 Ancoraggio di ferri piegati: a) zona tesa in alto e zona compressa in basso. Anco-
raggio su un appoggio terminale: b) appoggio diretto su muro o pilastro, c) appoggio indiretto:
trave che interseca un’altra trave che la sostiene [Figura 9.3].
Figura 12.48 Esempio di ancoraggio delle armature di una trave oltre il nodo, fuori dalle zone
critiche (///) secondo le NTC 2008.
φst /2
c
d
H
b=B−2c−φst
pcr
CD "A": p cr ≤ min (d/4; 175 mm; 6φ l,min ; 28 φt )
CD "B": p cr ≤ min (d/4; 225 mm; 8φ l,min; 28 φ t)
Figura 12.51 Prescrizioni NTC 2008 per le staffe delle travi nelle zone critiche e fuori da esse.
setto
setto
≤ 1,5d
≤ 1,5d
pianta pianta
≤ 0,75d ≤d
sezione sezione
0,375 l y1 0,375 l y2
l z2
0,125 l y1 0,125 l y2
l z1
= = = =
l y1 l y2
Figura 12.59 Esempio di armature di estradosso in una piastra senza nervature in corrisponden-
za di un pilastro interno (per maggiore chiarezza sono disegnate solo le armature nella direzione z,
essendo y-z il piano medio della piastra).
pilastro
b
b<h≤4b
parete
b
h>4b
1% ≤ ρ ≤ 4%
≤ 250
Figura 12.63 Limiti sulla percentuale geometrica di armatura e distanza massima delle barre in un
pilastro secondo NTC 2008.
φ long,max / 4
s cl,tmax
φstaffe >
6 mm
12 φ long,min
s cl,tmax < b min,pil
250 mm
300 300
N long
50 Δ = 50 Δ = 100 N trasv
H = 600
H = 600
H’
N trasv
Δ
N long
400 400
a) b)
Figura 12.65 Armature trasversali nei pilastri in corrispondenza di variazioni di sezione: a)
Δ/H = 50/600 = 1/12, non è richiesto nessun calcolo delle armature trasversali; b) Δ/H = 100/600 =
=1/6>1/12, occorre verificare le armature trasversali considerando le forze trasversali che si generano.
(< 150)
(< 150)
NO NO
300
300
500 700
(< 150)
SI SI
300
300
500 700
(< 150)
SI SI
300
300
500 700
Figura 12.66 Distanza massima delle barre non vincolate da una barra vincolata.
zona
critica
zona
h cr
critica
zona
critica
almeno una barra
ogni due trattenuta
da staffe o legature
Figura 12.67 Armature nelle zone critiche dei pilastri (NTC 2008).
h
h
H
hc
hc
Figura 12.68 Pilastro con tamponamento che non si estende sull’intera altezza con h > 1,5 hc; se
h < 1,5 hc vanno previste armature bidiagonali.
h
< min (3h; 400 mm) A s,hmin > max(0,25 A s,v ; 0,001 A c )
passo armat. orizz. < 400 mm
L
Figura 12.69 Disposizione armature in una parete secondo EC2.
φv e φ h ≤ b w /10
passo ≤ 300 mm
ρv, ρ h ≥ 2 ‰
sezione verticale
bw
Figura 12.70 Disposizione delle armature al di fuori della zona critica di una parete secondo
NTC 2008.
bw
lc lc
ρv ≥ 2‰
lw
ρh ≥ 2‰
l c = 0,20 l w ≥ 1,5 b w
sezione trasversale
hw
1% ≤ ρ ≤ 4 %
lc lc
h cr ρ = Av / (bw l c )
Figura 12.71 Estensione ed armature delle zone confinate alla base di una parete secondo
NTC 2008.
t
H
L<3H