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Fenomeno migratorio con riferimento alla questione del

contezioso tra Minsk e la Polonia, tra l’Unione Europea e le


masse dei profughi che premono per entrare all’interno dei suoi
confini

L’immigrazione è un fenomeno sociale di portata estremamente delicata. Nel corso degli ultimi 20 anni, per
esempio, la maggior parte delle Nazioni del mondo occidentale ha dovuto fare i conti con migrazioni di
persone provenienti da contesti più disagiati e problematici.
Questo fenomeno in molti casi ha portato svantaggi anche a causa dell’incapacità e dell’impreparazione di
gestione da parte del governo ma a volte l’immigrazione ha avuto anche dei benefici come ad esempio
l’incremento di forza lavoro che ha migliorato l’economia locale. Oggi stiamo assistendo ad un fenomeno
che vede migliaia di persone migrare verso la Polonia, che hanno come obiettivo l’entrata in Europa.
La tensione al confine tra Bielorussia e Polonia ha raggiunto livelli altissimi e il governo ha dichiarato lo
stato di emergenza. Più di 3.000 persone provenienti soprattutto da Siria e Iran, sono stati trasferiti dalla
polizia di frontiera bielorussa in un campo profughi ma a questo punto è stato negato loro l’ingresso in
Polonia, vengono pertanto arrestati o respinti dal governo Polacco che per ostacolare questo flusso ha
promesso addirittura la costruzione di un muro. L’UE accusa il presidente bielorusso Lukaschenko di traffico
di vite umane perché accusato di spingere i profughi disperati, che vengono dal Medio Oriente, verso
Varsavia e questa strumentalizzazione da parte del regime bielorusso è secondo me disumana e
inaccettabile. Il tutto per rispondere alle sanzioni imposte da Bruxelles al governo bielorusso e al mancato
riconoscimento da parte dell’UE della vittoria alle elezioni del presidente Lukashenko nelle elezioni del
2020.
Intanto il presidente russo Vladimir Putin ha inviato i bombardieri nucleari sui cieli di Minsk, l’azione è stata
interpretata come un gesto di sostegno al leader bielorusso Lukashenko. Ogni giorno circa 500 -600
migranti cercano di entrare in Europa superando la recinzione di frontiera tra Belarus e Polonia armati di
pale e tronchesine, ma vengono intercettate dalle guardie polacche e vengono arrestati o rispediti indietro.
Da poco sembra essere arrivata una svolta sulla politica migratoria dell’UE. Il presidente del consiglio
europeo ha annunciato il via libera al finanziamento da parte di Bruxelles alle infrastrutture capaci di
rafforzare le frontiere del territorio comunitario.
Credo che la gestione dei flussi migratori da parte dei governi non sia stata mai semplice, per questo ogni
governo dovrebbe essere più preparato in materia per trovare una sistemazione fisica ed un inserimento
nel mondo del lavoro a tutti.
Al confine bielorusso migliaia di migranti sono inchiodati alla frontiera, al freddo glaciale e senza ripari,
usati per riscattare l’Europa. I migranti sono in balia di due regimi che non tengono conto dei più elementari
diritti umani ma vengono usati per interessi politici. Ancora una volta i migranti sono le sole vittime. I regimi
approfittano della disperazione e della vulnerabilità di queste persone, promettono loro irreali soluzioni e
tutto ciò per me è inaccettabile. Entrambe le parti dovrebbero avere l’obbligo di garantirne l’incolumità, la
dignità e la tutela di queste persone bloccate al confine e non strumentalizzare la loro disperazione. Ogni
essere umano deve essere trattato in modo umano e tutti dobbiamo mostrare il nostro sostegno concreto a
quelle famiglie, quelle persone, quei bambini che stanno vivendo questa situazione di vulnerabilità. Non
possiamo permettere che queste persone muoiano al nostro confine, è giusto compiere tutti gli sforzi per
evitare tutto ciò e cercare una risoluzione pacifica nel rispetto della dignità umana e della legge.

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