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IMMIGRAZIONE

L'immigrazione è il trasferimento permanente o temporaneo di un individuo in un


luogo diverso da quello di origine. Le cause possono essere diverse ma spesso quelle
più frequenti sono:
• ECONOMICHE: per fuggire dalla povertà e creare migliori condizioni di vita;
• POLITICHE: per fuggire dalle persecuzioni, guerre o dittature.
Dal punto di vista storico, questo fenomeno già esisteva e ancora oggi esiste. A
partire dall’800 poi fino all’età giolittiana, l’immigrazione fu molto evidente; questo
era dovuto da una crisi economica che si estese a livello internazionale tale da
dirigere i migranti verso i paesi europei e verso il continente americano. A emigrare
erano principalmente gli italiani del meridione perché c’era povertà e agricoltura
antiquata, a differenza del Nord in cui invece, il fenomeno dell’immigrazione fu la
conseguenza dello sviluppo industriale. La maggior parte erano uomini di età
compresa tra i 18 e 45 anni e la partecipazione delle donne non era comunque
trascurabile. Le conseguenze demografiche e sociali furono importanti: da un lato, la
partenza degli uomini fece disgregare numerose famiglie e dall’altra diventava
difficile crearne delle nuove perché la percentuale delle donne presenti in Italia
superava la percentuale degli uomini rimasti. Il governo non istituì nessuna normativa
riguardo all’emigrazione che era del tutto libera: bastava avere un passaporto valido
ed essere in regola con il servizio militare. Questo significava però che a lungo
andare, gli emigranti non ricevevano tutela o protezione da parte dello stato italiano,
con gravi conseguenze. Dopo la separazione dei propri affetti la prima prova da
superare era il viaggio. Le persone dovevano attraversare l’oceano in condizioni
disastrose; si trovavano in terza classe, cioè nelle stive; trasformate in grandi
dormitori in cui venivano ammassate centinaia di persone e bisognava resistere alla
fame, al sopra affollamento, aggressioni, malattie e furti. Dopo la separazione dei
propri affetti la prima prova da superare era il viaggio. Le persone dovevano
attraversare l’oceano in condizioni disastrose; si trovavano in terza classe, cioè nelle
stive; trasformate in grandi dormitori in cui venivano ammassate centinaia di persone
e bisognava resistere alla fame, al sopra affollamento, aggressioni, malattie e furti. La
prima cosa che vedevano una volta arrivati era la statua della libertà, simbolo
dell’“American Dream” ovvero il sogno di una terra dove è possibile avere successo.
Nel sogno americano le persone possono fare scelte senza restrizioni di classe,
religione, razza o gruppo etnico e tutti ricevono pari opportunità. Oggi è ancora
importante per gli americani. La stazione di immigrazione di Ellis Island era il punto
di ingresso comune per gli immigrati. Tutti i nuovi arrivati sono stati intervistati
sull'isola e sottoposti a visita medica. Chi ha risposto negativamente agli esami è stato
rimandato nel proprio Paese; anche se erano pazzia o precedenti penali. Nelle grandi
città degli USA era possibile ottenere una sistemazione solo in alcuni quartieri
poveri; la poca conoscenza della lingua e i modi di funzionamento della società
statunitense crearono dei continui raggiri. L’accoglienza era spesso ostile soprattutto
verso gli italiani che erano cattolici in uno stato per la maggior parte protestante.
Avevano una cattiva reputazione.

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