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Antoniotti Fabio 5B mec

L’emigrazione italiana del XX secolo.

L’emigrazione di perse è lo spostamento di un popolo o di una massa di persone da un luogo ad un altro.


Questo fenomeno ha caratterizzato la razza umana fin dall’antichità quando i popoli si spostavano nei vari
territori in cerca di cibo. Dopo l’insediamento dei popoli in territori fissi passarono secoli prima che si
verificasse un'altra grande migrazione, dalle campagne alle città durante la rivoluzione industriale del XVIII
secolo; questo fu inizio delle migrazioni per la ricerca del lavoro.

L’Italia è stata caratterizzata da diverse migrazioni ma la più famosa è la migrazione del sud al nord. Il sud
Italia è sempre stato più arretrato rispetto al nord inquanto essendo lontano dal resto dell’Europa non è
stato “costretto” a modernizzarsi per stare al passo con essa, invece, il nord che era attaccato all’Europa si
sviluppo molto economicamente tanto che Milano divento un polo industriale di importanza europea. Il
divario culturale tra il nord e il sud era ampissimo, anche senza guardare i tipi di governo il sud era più
arretrato proprio come idee culturali, per esempio c’era ancora il feudalesimo. Dopo l’unificazione diverse
persone migrarono verso il nord ricreando quell’idea di migrazione dalle campagne alle fabbriche. Questo
però andò a saturare l’offerta dei posti di lavoro disponibili costringendo molti italiani a emigrare all’estero.

Gli italiani costretti a migrare all’estero, per la maggior parte non erano istruiti e avevano anche poca
conoscenza della lingua del paese dove migravano, per questo motivo erano relegati ai lavori più umili e
pesanti, disprezzati e sfruttati dai grandi proprietari industriali. Uno dei paesi che ha subito la maggiore
immigrazione da parte degli italiani è stata l'America considerata la terra per far fortuna. All’arrivo venivano
fatti sbarcare su un’isola davanti a New York presidiata dall’esercito e ogni migrante veniva esaminato dai
medici e dalle guardie, il 15% medio veniva scartato ed era costretto a ritornare in patria. Superato quello
che a oggi verrebbe chiamata dogana dell’immigrazione trovavano un nuovo difficilissimo stile di vita,
questa situazione era dovuto alla forte discriminazione degli americani verso gli italiani. Essi venivano
costretti a vivere in dei veri e propri getti dove mancava tutto e la violenza era all’ordine del giorno.
Abitavano in appartamenti scarsamente illuminati e arieggiati, privi di servizi igienici interni, speso
sovraffollati in quanto le famiglie affittavano posti letto a chi non aveva una casa. Il lavoro era molto duro,
con turni che superavano spesso le 12 ore giornaliere e con i salari erano bassissimi. Viste le estreme
condizioni di vita diversi italiani tornarono in patria senza aver trovato l’agognata fortuna.

Oltre che in America gli italiani sono migrati anche in altri stati europei come ad esempio la Francia, la
Germania e i paesi passi. Di questa migrazione troviamo traccia nei testi di Guccini tra questi macaronis. In
questo testo viene raccontata la situazione dei migranti italiani nelle vetrerie francesi. Essi vengono accolti
da un caporalato che li faceva lavorare in queste vetrerie con turni e condizioni di vita estenuanti, la paga
era nulla in quanto la prendeva tutta il caporione. In queste vetrerie venivano fati lavorare anche i bambini.
Il nome di questo testo è richiamato da nome attribuito ai ragazzi italiani per il pasto che avevano:
maccheroni poco o nulla conditi e stra cotti. I migranti venivano anche maltrattati dai francesi in quanto
sfogavano su di loro tutta la loro frustrazione. In Germania gli italiani venivano spesso struttati nelle miniere
mentre nei paesi basi venivano impiegati per la bonifica diversi territori.

L’Italia per stare la passo con le altre nazioni, oltre che nella parte industriale iniziò ad avere mire
espansionistiche coloniali verso la Libia. Un grande sostenitore di questa campagna politica/coloniale fu
Giovanni pascoli che pubblico il testo “la nazione come nido” in seguito al discorso politico “la grande
proprietario si è mossa”; nel suo testo fa leva sul nazionalismo e sulla voglia di riscatto degli operai italiani
che invece di essere maltrattati e sfruttati dalle altre nazioni torneranno a lavorare per la loro nazione.
Antoniotti Fabio 5B mec

Un promotore di questa campagna fu Giovanni Pascoli, ne troviamo ampia di riferimento ampio riferimento
nel testo la nazione come nido

L'Italia per far fronte a tutta questa perdita di lavoratori italiani che emigravano verso gli altri stati decise di
far leva sul nazionalismo italiano Ehi puntare sul con il fisco sul colonialismo e da qui possiamo prendere
spunto possiamo prendere in esempio il testo di Giovanni pascoli la nazione come nido che incita gli italiani
a combattere per a combattere per non a essere schiavi di altre nazioni ma di avere una propria nazione
dove lavorare . questo testo parla della dell'incitazione degli italiani ad andare a conquistare un nuovo
territorio inteso la Libia dove gli italiani potranno lavare per la patria ed essere vicini alla loro madrepatria a
EE dove non ci sarà una lotta sociale ma un' uguaglianza tra le varie persone.

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