Annibale fu un grande condottiero che coinvolse quasi tutto il mondo, conosciuto
nella battaglia contro i Romani. L’immagine che abbiamo è di un bimbo che giura davanti al padre che non sarà mai amico del popolo romano e di un uomo che guida gli elefanti al di là delle Alpi. Annibale combattè sulle Alpi, nella Pianura Padana, in Sicilia, in Sardegna e distrusse più di 400 città e successivamente si allea con Filippo V e dichiarano guerra ai Romani. Annibale affronta con i Galli e gli Iberici la Repubblica Romana e i suoi alleati italici nella battaglia di Canne nel 212 a.C, questo provocò un massacro mai visto prima della portata di una guerra mondiale che sconvolse l’economia Cartaginese. E’ stata una guerra mostruosa sia per la portata che per le distruzioni causate, viene per questo paragonata all’invasione tedesca dell’Unione Sovietica. La conquista romana del mondo mediterraneo richiese mezzo secolo ed ha origine nello scontro tra Cartagine e Roma. Annibale è stato il vero ispiratore, il vero protagonista della seconda guerra punica, viene pertanto chiamata guerra Annibalica. L’evento sconvolse i Romani, il tempo di Annibale è il tempo in cui l’elefante portava il comandante con un occhio solo. I Romani vedevano questo personaggio come l’orco delle favole; il ritratto che Tito Livio dà ad Annibale è di una personaggio ricco di virtù fisiche e data la sua condizione fisica perfetta riesce a rimanere insensibile sia al caldo che al freddo, capace di sopportare ogni fatica, tollerante alla fatica ma anche uomo capace di utilizzare l’arte della frode, sleale e con una inumana crudeltà. Un’altra immagine di questo grande uomo ce lo lascia Virgilio nell’Eneide, secondo Virgilio quando Enea profugo da Troia approda a Cartagine presso la regina Didone, essa si innamora del guerriero Troiano e infrange il voto di castità. Enea però è costretto a continuare il viaggio e la regina di Cartagine lo maledice con l’ausilio di una maga che invoca gli dei della vendetta