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Nome: Makoto. 'Makoto'...questa parola viene tradotta di solito con 'sincerità'. La sincerità si basa sul
fatto che ciò che si dice deve manifestarsi nell'azione. Non si ha il diritto di ingannare se stessi, ancora
prima come non si ha il diritto di ingannare gli altri. Bisogna essere autentici e sinceri
Cognome: Yuki.
Che significa “Blessing; snow”
Soprannome: ///
Genere: maschile
Pronomi: he/him
Sessualità: bisessuale
Età: 17
Carattere: Makoto è una persona silenziosa. È molto stoico, riservato e calmo. La sua personalità è
distante dagli altri e parla solo quando qualcuno è diretto a lui per la sua opinione sulla questione.
La sua personalità è in definitiva basata sulle azioni delle persone che interagiscono con lui.
Quando Thanatos prende il controllo del suo corpo, trasmette anche a Makoto il suo carattere,
facendolo diventare un sadico, arrogante e impulsivo, amante del sangue e della violenza.
In questo stato Makoto non riconosce i suoi compagni, quindi finisce per scontrarsi contro di loro la
maggior parte delle volte.
Aspetto: Makoto ha i capelli blu scuro e una corporatura esile. A scuola indossa l'uniforme
scolastica, accentata da un ampio papillon nero, un lettore mp3 da tracolla e auricolari a clip
Altezza: 1,70
Thanatos è la personificazione e il dio della morte e della mortalità nella mitologia greca. È
comunemente noto come presagio di morte pacifica, portando il sonno eterno della morte al
mondo mentre gli dei più violenti erano responsabili di una morte più dura. È citato anche come
"Colui che governa la morte" e "Legione Suprema". Nonostante l'importante funzione nella mitologia
greca, è raramente rappresentato come persona.
Nella mitologia greca, Theogony , Thanatos ( greco: θάνατος, Morte ) è uno dei figli di Nyx ed
Erebus ed è il fratello gemello maggiore di Hypnos . Nei primi racconti mitologici, Thanatos è il
presagio di una morte pacifica, portando il sonno eterno al mondo. Thanatos è percepito come
uno spettro spaventoso, armato di spada, con la barba ispida e feroce dal volto. È un presagio di
sofferenza e dolore e la sua venuta è stata segnata dal dolore.
Thanatos è ritratto come un angelo della morte, associato più a un passaggio gentile che a una
morte dolorosa, che guida i mortali dopo la loro morte. Molti sarcofagi romani lo raffigurano come
un ragazzo alato, molto simile a Eros. La sua controparte romana è Mors, che era conosciuto per la
sua successiva rappresentazione più delicata.
Adesso giusto per annoiarvi ancora un po' e per farvi avere un’idea del
carattere di Thanatos citerò la descrizione che ha fatto il grande poeta
greco Esiodo nei confronti della divinità
Esiodo, nella sua Teogonia fa nascere Tanato dalla Nyx (Nύξ, Notte), assieme al fratello
gemello Hypnos (Ὕπνος, il Dio Del Sonno). Altri fratelli erano Moros (Μόρος, il Destino
inevitabile), Ker (Κήρ, la Morte violenta), gli Oneiroi (Ὄνειροι, la Stirpe dei Sogni) e con le Moire, delle
quali fu spesso associato alla figura di Atropo, dea della morte lei stessa.
Sempre Esiodo descrive l'insensibilità di Tanato alle implorazioni degli umani:
Omero, nell'Iliade, definisce Ipno e Tanato come gemelli (da qui la celebre locuzione
latina consanguineus lethi sopor) e descrive come furono mandati da Zeus su richiesta di Apollo, per
recuperare il corpo di Sarpedonte, ucciso da Patroclo, per portarlo in Licia per ricevere gli onori
funebri.
Il carattere di Tanato è arrogante e impulsivo, amante del sangue e della violenza, quale potenza
inevitabile e inflessibile. Nemico implacabile del genere umano, odioso anche agli immortali, ha fissato
il suo soggiorno nel Tartaro o dinanzi alla porta dell'"Elisio" e degli "Inferi". Tanato ha un cuore di ferro,
venne a meno in un mito popolare già citato da Omero e sviluppato nel dramma satiresco Sisifo
fuggitivo di Eschilo (Σίσυφος Πετροκυλιστής, Sisýphos drapétes, V sec a.C.), dove Zeus per
punire Sisifo, re di Corinto, mandò Tanato per rinchiuderlo nel Tartaro. Ma quando Tanato giunse a
casa di Sisifo, questi lo fece ubriacare e lo legò con catene, imprigionandolo. Con Tanato incatenato, la
morte scomparve dal mondo. Il dio Ares, quando si accorse che durante le battaglie non moriva più
nessuno e che quindi non avevano più senso, si mosse per liberare Tanato e prendere Sisifo.
Sisifo riuscì una seconda volta a sfuggire alla morte convincendo Persefone di farlo tornare per un
giorno da sua moglie sostenendo che lei non era mai riuscita a dargli un funerale appropriato (in realtà
aveva imposto alla moglie Merope di non seppellire il suo corpo). Questa seconda volta Sisifo fu
trascinato nell'oltretomba, fino nel Tartaro, da Hermes, quando rifiutò di accettare la propria morte; in
più fu condannato per l'eternità a trascinare, in cima a una collina, un macigno che poi sarebbe rotolato
giù.
Sisifo viene anche ripreso da Alceo di Mitilene. In un frammento di una sua lirica è riportato:
«Il re Sisifo, il più astuto dei re, supponeva di poter controllare la morte; però, nonostante i suoi
inganni, attraversò due volte l'Akeron al comando del fato.»
Se Sisifo fu l'unico che poté sfuggire all'inesorabile Tanato grazie all'inganno, Eracle fu l'unico che poté
sfuggire grazie alla sua forza, come inscenò Euripide nella tragedia Alcesti.
Durante il periodo tardo Imperiale, quando la transizione dalla vita ai Campi Elisi veniva intesa come
una fine più accettabile, Tanato cominciò ad essere visto come un meraviglioso efebo e divenne
associato più al gentile trapasso che ad una terribile minaccia. Molti sarcofaghi romani lo ritraggono
come un fanciullo alato al pari di Cupido: come osservò Arthur Bernard Cook, "Eros con le gambe
incrociate e la torcia rovesciata divenne il più comune simbolo della Morte"[5].
Sovente era rapprenentato con la Torcia girata quale simbolo della vita che si estingue, o con una
farfalla in mano (ψυχή [psiche], oltre a farfalla, può significare anche anima, vita) oppure con un fiore
di papavero sonnifero, simbolo che condivideva col fratello Hypnos, col quale spesso era in compagnia.
Se rappresentato come adulto, sempre alato, spesso è armato di Spada, come nell'Alcesti di Euripide, il
quale lo descrive anche vestito di nero. La lettera a lui associata è la Theta, la sua iniziale in greco,
nonché il simbolo Theta nigrum.
Makoto è in grado di "prendere in prestito" il suo potere prendendo in mano la sua spada, questo
riesce a farlo soltanto per un minuto aumentando considerevolmente la sua forza, la sua agilità e
la sua abilità con la spada. Tuttavia ogni cosa ha un suo prezzo:
Questa tecnica ha bisogno di molte energie, quindi la usa solitamente verso la fine del
combattimento o quando è in difficoltà
Makoto la maggior parte delle volte lascia fare tutto a Thanatos.
Thanatos inoltre combatte utilizzando una spada e il suo potere principale è quello di incutere
timore ai suoi avversari (tutte le persone colpite da questo effetto vengono indebolite)
Effetto collaterale del potere: Essendo una divinità Thanatos non offre gratuitamente il suo
potere.
Infatti l’entità ha deciso di servire il ragazzo fin quando avrà una stabilità d’animo.
Ciò che significa?
Se Makoto prova sentimenti forti per una persona, Thanatos ne approfitta per poter prendere il
controllo del suo corpo.
Questa stessa cosa avviene se Makoto sta in uno stato di panico, paura o troppa pressione.
È letteralmente un dio quindi non avrebbe senso se lui lo sapesse controllare a suo piacimento no?