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A differenza di Schopenauer:

1) In Tristano l’amore viene rivalutato come VIA per intuire (consapevolezza) la forza vitale a
cui tutti ci ricongiungeremo indistinti dopo la morte. Gli amanti, nel desiderio di sentirsi “una
cosa sola”, intuiscono che la vera felicità è oltre il loro amore, nell’essere una cosa sola con il
flusso vitale, vera realtà eterna, oltre l’inganno della vita

Secondo Carl Dahlhaus (I drammi musicali di Richard Wagner, 1971) *


Gli eventi della vicenda di Tristano rappresentano l’ADEMPIMENTO DI UN
PROCESSO INTERIORE, che avviene in parallelo sia in Tristano sia in Isotta. Essi
comprendono che nella vita l’uomo non può realizzarsi veramente, anzi viene deviato su
strade illusorie come il potere e l’appagamento sessuale. Simbolicamente il giorno
rappresenta il mondo delle convenzioni, la notte quello in cui affiora la verità
Nel secondo atto i protagonisti passano dall’impeto della passione al desiderio di morte. Il
loro incontro diventa come un rituale, una sorta di iniziazione verso la consapevolezza e il
desiderio di lasciare il mondo.

Secondo Luca Zoppelli (vari scritti) *


Wagner riscrive Schopenauer. In quasi tutte le opere l’impulso sessuale è qualcosa che
incatena l’uomo, che viene redento da personaggi disposti al sacrificio estremo, la rinuncia
della propria vita: Senta (Olandese volante), Elisabetta (Tannhauser), Parsifal. In Tristano
invece l’amore è la via rivoluzionaria per infrangere le barriere dell’egoismo: l’amore che
scaturisce dall’impulso sessuale, che scaturisce dall’istintiva inclinazione fra uomo e donna
coincide con la pulsione originaria, col fondo dell’essere anteriore all’apparizione
fenomenica. Quindi è una via per arrivare alla volontà.

Citazioni sparse dal libretto di Tristano, atto II (traduzione:

ISOLDE. Oh! spegni, dunque, la luce! Spegni il bagliore che allontana! Fa’ che il mio
adorato entri!

TRISTAN/ISOLDE Altissimo celeste rapimento dal mondo! Mio! Tristano! mio! Mio e tuo!
Eternamente, eternamente uno!
….
TRISTAN. Nella chiara luce del giorno, come poteva Isolda essere mia?
….
TRISTAN. Oh eravamo ormai consacrati alla notte! Il fraudolento giorno, pronto all’invidia,
ci poteva separare col suo inganno, ma non più illudere con la sua menzogna!

TRISTAN/ISOLDE. Oh scendi quaggiù, notte d’amore; dona l’oblio che io viva; accoglimi
nel tuo seno; scioglimi via dal mondo!

TRISTAN/ISOLDE. Così siamo morti: inseparati, eternamente congiunti, senza fine, senza
risveglio, senza sospetto, ineffabilmente presi in amore, a noi soli intenti, vivere d’amore!

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