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1.

0 STUDIO TEORICO

In questa fase si forniscono alcune nozioni teoriche sul dispositivo studiato e verranno definiti i criteri con
cui condurre la prova finalizzata appunto al rilievo delle caratteristiche tensione/corrente. Sarà inoltre
previsto l’utilizzo della simulazione grazie alla quale verrà generato lo schema esecutivo e una preliminare
analisi teorica dei risultati attesi.

1.1 Il diodo La giunzione bipolare PN

“Il diodo è un componente elettronico ottenuto attraverso il drogaggio di un substrato di silicio. Attraverso
elaborati procedimenti tecnologici vengono introdotti nel cristallo alcune sostanze che modificano la
struttura fisico/chimica e, conseguentemente, la sua conducibilità. A seconda del tipo e del dosaggio di
queste sostanza vengono formate sezioni aventi una prevalenza di elettroni (zona N) disponibili alla
conduzione elettrica e zone caratterizzate da lacune di elettroni (zona P). L’unione di queste due parti
formano la giunzione PN. Viene così ottenuto un bipolo passivo chiamato diodo. La peculiarità di questo
componente è quella di consentire il passaggio della corrente in un solo senso. Il bipolo non risulta
elettricamente simmetrico, ma, a seconda di come viene alimentato, può consentire o meno la conduzione.
Per questo motivo è facile intuire che il suo comportamento non è lineare; pertanto il suo modello
matematico non sarà riconducibile all’equazione della retta.

Attraverso una misura di tipo volt amperometrico, si procede nel rilievo di una sufficiente quantità di
coppie tensione/corrente mediante le quali verrà generato con l’interpolazione di questi punti, il grafico
della caratteristica.

1.2 La polarizzazione del DIODO

Avendo un comportamento diverso a seconda di come viene alimentato, si dice che il componente è
polarizzato, e i suoi terminali assumono un particolare significato.

Uno chiamato “Anodo”, dal greco Anodos (salita), e l’altro “Katodo”, dal greco Katodos (discesa); il
significato di questa nomea sottintende appunto che la corrente può “salire” dall’anodo e scendere dal
catodo. Questa condizione occorre quando è presente un potenziale sull’anodo maggiore rispetto al
potenziale del catodo cioè VAK>0. Nel caso inverso, VAK<0, la corrente non può passare.

Prende il nome di “polarizzazione diretta” il primo caso, mentre il secondo “polarizzazione inversa”.

Nei due casi la corrente ID nel diodo sarà I D > 0 con V AK >0 e I D =0 con V AK <0

(Caratteristica teorica e reale linearizzata………….)

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1.3 Il diodo LED

Il diodo in questione prende il nome di “Light Emitter Diode”, da cui l’acronimo LED. Quando è polarizzato
direttamente, la corrente ID produce l’emissione di luce. La particolare caratteristica di questi componenti è
tale per cui, quando polarizzati direttamente e dopo aver superato la soglia di alcuni volt, necessari a
innescare la conduzione, (nei diodi led questa tensione oscilla tra 1 e 3 volt in funzione del colore), il diodo
si comporta opponendo una resistenza praticamente nulla al passaggio di corrente. Quando polarizzati
inversamente, il loro comportamento è assimilabile ad un circuito aperto; detta in altre parole, quando
conducono si comportano come un corto circuito, quando non conducono si comportano come un circuito
aperto. Tracciando un grafico x/y riportando in x la tensione anodo-katodo e in y la corrente ID, si ottiene
nel primo quadrante (VAK e ID positive), una semiretta retta pressoché parallela all’asse y e, nel terzo
quadrante (VAK e ID positive) una semiretta sovrapposta all’asse x. Il comportamento rappresentato nel
primo quadrate prende il nome di polarizzazione DIRETTA e nel terzo polarizzazione INVERSA.

Al fine di poter rappresentare graficamente questo comportamento è necessario alimentare il diodo LED sia
in modo diretto che inverso e, attraverso due misure dirette di corrente e tensione, rilevare una quantità
significativa di coppie tensione corrente.

2.1 Il progetto del circuito di prova

La prova viene condotta alimentando una maglia formata da un alimentatore variabile di tensione continua
(0-30V), una resistenza progettata in modo da avere alla tensione massima una corrente di 50-60 mA.

Poiché l’unico caso in cui il circuito è sede di corrente è nel caso di polarizzazione diretta, il progetto della
resistenza RL viene fatto in questo caso considerando i valori massimi proposti.

E−V AK
La resistenza può essere calcolata attraverso la formula R L= ; sostituendo i valori e sapendo che
ID
VAK è di circa 2V la resistenza viene scelta di R L=470Ω e poiché la potenza dissipata in queste condizioni
risulta essere di circa PRL=1,68W è opportuno prendere una resistenza con una potenza nominale ≥2W.

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2.2 DISEGNO dello schema e SIMULAZIONE

Lo schema di inserzione viene creato attraverso l’editor schematico di TINA-TI.

Id
R1 470
+
A

+
E 30 LED1
V Vak

Il simulatore può consentire attraverso le opzioni di analisi di poter anticipare il risultato atteso.

(caratteristica simulata………….)

Per il rilievo della caratteristica inversa è sufficiente invertire la polarità del generatore e adeguare le
portate degli strumenti.

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3.0 La realizzazione dell’applicazione e la conduzione della prova

La prova pratica che rappresenta l’APPLICAZIONE attraverso la quale verranno rivelate le coppie V AK e ID,
viene realizzata conformemente allo schema (2.2). Si procede prima nella misura della caratteristica diretta
poi, dopo aver invertito la polarità del generatore, si termina con quella inversa.

Una volta montato il circuito e inserito gli strumenti, dopo aver assicurato il generatore E a 0V, si alimenta.
Viene variata la tensione del generatore procedendo da 0V al valore massimo previsto.

La tensione del generatore viene monitorata dal voltmetro di bordo; ogni volta raggiunto il valore
desiderato si procede con la lettura degli strumenti.

Si fa notare che non è richiesta una particolare accuratezza della tensione E, si regola nell’intorno del valore
richiesto confidando nell’indicazione riportata dallo strumento. E’ fondamentale invece la lettura accurata e
contemporanea di tensione e corrente sul LED.

3.1 Progetto della tabella, massimi valori assoluti

La redazione della tabella avverrà seguendo una progressione progettata secondo i criteri citati e le misure
saranno relative alle coppie tensione/corrente misurate. Le due tabella proposte sono divise in due sezioni
(progetto e misure) e riportano partendo da sinistra il numero progressivo della misura (n.), la progressione
della tensione E e infine gli spazi in cui riportare le misure.

I valori massimi con cui alimentare il LED dipendono in un caso (diretta) dalla massima corrente che viene
fatta circolare, nel secondo (inversa) dalla tensione di rottura della giunzione.

Nella polarizzazione diretta si propone da 0V a +30V mentre in quella inversa, si procede da 0V a -5V.

Polarizzazione diretta
Progetto Misure
n. E [V] VAK ID
1 0
2 1
3 2
4 3
..
30 30

Polarizzazione inversa
Progetto Misure
n. E[V] VAK ID
31 -1
32 -2

35 -5

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4.0 Analisi dei dati

I passi che seguono rappresentano lo studio analitico delle misure, la loro valutazione critica (incertezza) e
infine la tracciatura della caratteristica attesa.

4.1 Valutazione delle incertezze

Le misure devono essere valutate sulla base dell’incertezza che può essere calcolata conoscendo le
caratteristiche degli strumenti di misura (DMM). Utilizzando DMM digitali anche di modesta fattura,
l’ordine di grandezza degli errori è di qualche unità %le. Ogni misura pertanto sarà definita in un intervallo
di modesta ampiezza e, ogni punto tracciato dovrà essere considerato come un’area entro cui potrà
passare la curva polinominale 1. Considerando la che lo studio proposto ha come obiettivo lo studio grafico
del comportamento del LED e non lo studio la ricerca del suo modello matematico, si propone di non
insistere a procedere in questa direzione.

1
Ci si riferisce a polinominale quando si tratta una funzione il cui profilo grafico non è curva riferita ad una funzione
conosciuta (una conica, funzioni circolari, esponenziali o logaritmiche), funzione riconducibile ad un generico
polinomio.
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4.2 Tracciatura del grafico

Attraverso un software di calcolo (EXCEL) è sufficiente integrare la tabella e procedere nella creazione del
grafico. Sulla base di quanto premesso in 4.1 non è rilevante integrare nella caratteristica lo scostamento
assoluto delle misure. Conformemente a quanto premesso in 4.1 , la caratteristica tracciata sarà comunque
significativa anche utilizzando i valori misurati. In caso di scostamenti significativi (ad esempio
accrescimento degli errori dovuti a misure nella bassa della scala dovuti a cambi di portata) si suggerisce di
adeguare la caratteristica a quella attesa.

5.0 Conclusioni

La caratteristica rilevata mette in evidenza, conformemente con quanto premesso nella sezione teorica in
1.3, un comportamento non lineare. Nel primo quadrante (tensione e correnti positive) la caratteristica
mostra un comportamento caratterizzato da una lenta curvatura (simile ad una parabola) per poi, una volta
raggiunta e superata la tensione di soglia di 2,09V inasprirsi in modo deciso assumendo una caratteristica
ripida.

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5.1 L’interpretazione del comportamento del LED

Da un punto di vista elettrico questo comportamento, essendo la relazione tensione/corrente in un bipolo,


lo si può interpretare come il comportamento “ohmico” del diodo. Comportamento che dipende dalle
grandezze in essere e soprattutto non è lineare. All’inizio e fino alla soglia il diodo si comporta come una
resistenza di grande valore mentre superata la soglia, come una resistenza di basso valore.

Volendo poi ricavare il valore di una resistenza equivalente del LED in conduzione si può procedere
attraverso il calcolo della pendenza della caratteristica in questa zona. Assumendo questo comportamento
ΔV
come quello di una retta si può procedere calcolando R= .
ΔI

Si troverà un valore di poche decine di mΩ a conferma del fatto che il LED (e più in generale un diodo) in
conduzione si comporta come un corto circuito.

Più evidente invece l’interpretazione del comportamento nel terzo quadrante (tensione e correnti
negative). In questa zona la corrente non supera la decina di µA e, procedendo con lo stesso metodo è
possibile assumere il comportamento del LED in questa zona come una resistenza dell’ordine dei MΩ a
conferma delle ipotesi che il LED (e più in generale un diodo) interdetto si comporta come un circuito
aperto.

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