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Uso dell’oscilloscopio: circuiti RC e CR

Laboratorio di Elettromagnetismo e Circuiti: Gruppo G24


12 aprile 2021

Nome Diana Dall’Aglio Francesco D’Angelo Francesco De Amicis Marco Del Vecchio
Matricola 1913564 1920822 1918852 1914290

1 Introduzione
Questa prima esperienza di laboratorio è suddivisa in tre parti, in ciascuna delle quali viene costruito un circuito
elettrico, i cui elementi circuitali sono: condensatore e resistore.
Il circuito è collegato ad un generatore di tensione che produce un’onda quadra, impostata per variare tra -1
V e 1 V. Lo studio delle differenze di potenziale interne al circuito avviene tramite l’uso di un oscilloscopio
analogico.

Figura 1: Foto della basetta montata secondo lo schema del circuito CR.

Lo scopo dell’esperienza è il calcolo della costante di tempo del circuito τ , uguale al prodotto della
resistenza vista ai capi del condensatore e la capacità del condensatore stesso. L’interpretazione fisica di questo
valore è quella secondo cui, in un tempo pari a 4-5 τ , la tensione ai capi di un elemento circuitale raggiunge il
valore di regime, ovvero la sua risposta permanente.

τ = RC (1)
I tre circuiti sono rispettivamente:

1. Circuito RC;
2. Circuito CR;
3. Circuito RC con partitore.

1
I primi due circuiti sono identici tra loro, se non per il fatto che i due elementi circuitali in serie (resistore e
condensatore) sono tra loro "scambiati"; nel primo caso con l’oscilloscopio si è rilevata la differenza di potenziale
ai capi del condensatore, mentre nel secondo caso quella ai capi del resistore.

Il terzo circuito invece è come quello della prima parte, ma si è aggiunto un secondo resistore, identico al
primo, in parallelo al condensatore: in quest’ultimo caso, quindi, si prevede una variazione nel valore della
costante di tempo τ , che nelle prime due parti era invece rimasta invariata.

L’andamento del valore di tensione o corrente relativa a un elemento di un circuito dinamico del primo ordine
autonomo segue la legge esponenziale:
t
x(t) = [x(0+ ) − x(∞)]e− τ + x(∞) (2)

nella quale x è la grandezza da valutare e τ =Req C (Req è la resistenza vista ai capi del condensatore).

2 Apparato sperimentale
Nel corso dell’esperienza si è fatto uso dei seguenti elementi circuitali e attrezzatura di supporto:

• Basetta per circuiti.

• Condensatore. Si è utilizzato un condensatore con capacità C = (22.00 ± 0.22) nF;


• Resistore. Il resistore utilizzato aveva una resistenza R = (2.70 ± 0.14) kΩ;
• Cavi coassiali. Cavi usati per il collegamento tra il circuito e lo strumento di misura, dotati di coccodrilli
e connessioni BNC sugli estremi.

Per una scelta più conservativa, si è applicata agli elementi circuitali un’incertezza dell’ 1% sul condensatore,
del 5% sul resistore (come indicato dalla quarta banda color oro sulla sua superficie).

Come unico strumento di misura, è stato utilizzato l’oscilloscopio analogico presente in laboratorio: le
misure sono state perciò prese "a mano", leggendo i valori sul grafico della tensione raffigurato sullo schermo
dello strumento: aumentando il più possibile la scala sull’asse delle ordinate, dove compariva la tensione V ,
è stato possibile raggiungere una risoluzione massima di 0.1 V: come incertezza associata alla risoluzione si è
quindi scelto di considerare σris = √ris12 = 0.029 V.

3 Parte prima: Circuito RC


Il primo circuito che si è andati ad analizzare è quello RC.
Sulla basetta per circuiti vengono posti in serie il resistore e il condensatore. La prima coppia di coccodrilli,
collegata sia all’oscilloscopio che al generatore tramite una bocchetta a due uscite (CH1), viene messa in parallelo
al circuito. La seconda coppia dei coccodrilli è in parallelo al condensatore ed è collegata al CH2 dell’oscilloscopio.
Il fine è quello di studiare l’andamento della tensione ai capi del condensatore durante la carica e la scarica.
Come riportato nell’Introduzione (paragrafo 1), la relazione è esponenziale, come si deriva dall’analisi del circuito
dinamico tramite le leggi di Kirchhoff e l’equazione caratteristica del condensatore.
t
vc (t) = [vc (0) − vc (∞)]e− τ + vc (∞) (3)

nella quale con τ si considera il prodotto tra R e C. Considerando il segnale del generatore con ampiezza di 1
V, in modo tale che il segnale dell’onda quadra oscilli tra -1 V e 1 V, per la carica e la scarica si ottiene1 :
t
vc (t) = −2e− τ + 1 (4)
t
vc (t) = 2e− τ − 1 (5)
I dati raccolti dall’oscilloscopio per la fase di carica e scarica sono riportati di seguito.
1 si riportano le due leggi senza unità di misura, sottointendendo quindi che si tratta di tensioni.

2
Tempo [µs] Tensione [V] Tempo [µs] Tensione [V]
0 -0.8 0 1.0
8 -0.65 2 0.9
12 -0.55 5 0.8
16 -0.45 9 0.7
20 -0.30 13 0.6
28 -0.20 16 0.5
32 -0.15 20 0.4
36 -0.10 24 0.3
40 0.00 29 0.2
44 0.10 35 0.1
48 0.15 39 0.0
52 0.20 46 -0.1
56 0.25 52 -0.2
64 0.30 62 -0.3
68 0.40 70 -0.4
80 0.45 80 -0.5
90 0.50 95 -0.6
110 0.55 116 -0.7
130 0.70 140 -0.8
170 0.80 180 -0.9

Tabella 1: Tabella dei valori della tensione nella carica (a sinistra) e nella scarica (a destra) del condensatore.

Figura 2: Andamento di vC (t) durante la carica (a sinistra) e durante la scarica (a destra) del condensatore.

Figura 3: Grafico della scarica del condensatore su scala semilogaritmica, tracciato su tavoletta grafica.

3
A partire dal grafico appena riportato, è stato effettuato un fit per ricavare il coefficiente angolare della
retta, partendo dai punti evidenziati in indaco. Il risultato, con incertezza associata è:

τS∗ (59.8 ± 1.5) µs

Tabella 2: Valore stimato per la costante di tempo durante la scarica, mediante fit lineare "a mano".

Tale stima è stata poi migliorata effettuando il fit lineare tra i punti con formule derivanti da considerazioni
statistiche, perché, avendo utilizzato lo strumento analogico, le misure della vc (t) risultano affette da un’incer-
tezza dovuta alla limitata risoluzione (come già riportato nel paragrafo 2 "Apparato sperimentale").
I grafici dei fit realizzati in questo modo sono riportati di seguito.

Figura 4: Fit dell’andamento della carica (a sinistra) e della scarica (a destra) del condensatore.

Dai coefficienti angolari, con relative incertezze, ricavati in questo modo sono stati stimati i valori di τc per
la carica, τs per la scarica, riportati di seguito:

τc (58.79 ± 0.49) µs
τs (60.69 ± 0.49) µs

Tabella 3: Valori stimati dei tempi caratteristici per entrambi i fenomeni.

Per avere un raffronto con la previsione teorica, è stato stimato il valore atteso del tempo caratteristico, a
partire dai valori della capacità del condensatore e della resistenza utilizzata, attraverso la relazione 1.
Il valore atteso dalla previsione teorica, per questo circuito, è:

τ (59.4 ± 3.0) µs

Tabella 4: Valore atteso del tempo caratteristico del circuito.

É evidente quindi che i valori ricavati sperimentalmente rispettino la previsione teorica; a riprova di ciò,
sono riportati di seguito i valori delle compatibilità.

Zc 0.19
Zs 0.42

Tabella 5: Valori delle compatibilità

4
4 Parte seconda: Circuito CR
Il secondo circuito oggetto di studio è quello CR, in cui si è voluto analizzare l’andamento della tensione questa
volta ai capi del resistore, considerando le stesse impostazioni per il generatore. Anche qui, quindi, il CH1
dell’oscilloscopio è stato collegato in parallelo al circuito, mentre il CH2 è stato messo in parallelo al resistore.
La relazione di vR (t) è sempre esponenziale:
t
vR (t) = [vR (0+ ) − vR (∞)]e− τ + vR (∞) (6)

ovvero, sostituendo i valori iniziali e finali2 si ottiene:


t
vR (t) = 2e− τ (7)
− τt
vR (t) = −2e (8)

Tempo [µs] Tensione [V] Tempo [µs] Tensione [V]


0 -1.9 3 1.9
5 -1.8 7 1.8
7 -1.7 12 1.7
11 -1.6 15 1.6
16 -1.5 18 1.5
21 -1.4 24 1.4
24 -1.3 27 1.3
29 -1.2 32 1.2
34 -1.1 38 1.1
41 -1.0 43 1,0
47 -0.9 50 0.9
55 -0.8 58 0.8
64 -0.7 68 0.7
71 -0.6 76 0.6
87 -0.5 88 0.5
96 -0.4 98 0.4
114 -0.3 125 0.3
148 -0.2 170 0.2
180 -0.1 205 0.1

Tabella 6: Tabella dei valori della tensione nella carica (a sinistra) e nella scarica (a destra) del condensatore.

Figura 5: Andamento di vR (t) durante la carica (a sinistra) e durante la scarica (a destra) del condensatore.

L’andamento registrato in figura 5 rispetta quello atteso, come viene riportato successivamente nelle "Con-
clusioni". Per ricavare il valore di τ in modo tale da confrontarlo con quello ottenuto nella prima parte (le
componenti circuitali sono solamente scambiate di posto rimanendo in serie, perciò il valore di τ non varia) è
stato realizzato ancora un fit statistico che tiene conto dell’incertezza dovuta alla risoluzione dello strumento
analogico e dell’osservatore.
2 rispettivamente carica e scarica del condensatore

5
Figura 6: Fit dell’andamento della carica (a sinistra) e della scarica (a destra).

Dai coefficienti angolari sono stati stimati i valori di τ per entrambi i fenomeni, con relativa incertezza
ottenuta statisticamente. Si riportano di seguito, con anche i valori delle compatibilità con il valore atteso
(tabella 4), dalle quali si evince la bontà dei risultati ottenuti.

τc (66.97 ± 0.62) µs
τs (63.28 ± 0.53) µs

Tabella 7: Valori stimati dei tempi caratteristici per entrambi i fenomeni.

Zc 2.45
Zs 0.97

Tabella 8: Valori delle compatibilità

5 Parte terza: Circuito RC con partitore


Il terzo circuito studiato è di tipo RC, con un resistore posto in parallelo al condensatore.
Ciò ovviamente influenza la risposta transitoria e permanente nell’equazione caratteristica del condensatore,
pur mantenendo costanti i parametri del generatore di tensione.
L’inserimento di un resistore in parallelo fa sì che quando il condensatore si carica completamente, la differenza
di potenziale tra le sue armature sia la stessa a cavallo del suo resistore in parallelo; applicando la legge di
Kirchhoff per le tensioni a una maglia comprendente i due resistori, si ritrova un partitore di tensione con
resistenze uguali tra loro. Ciò comporta che la tensione si divida equamente tra i due resistori, e perciò la
tensione ai capi del condensatore, per tempi molto lunghi, diventa metà di quella fornita dal generatore.

Figura 7: Andamento di vC (t) durante la carica (a sinistra) e durante la scarica (a destra) del condensatore.

6
Tempo [µs] Tensione [V] Tempo [µs] Tensione [V]
0.0 -0.44 0.0 0.44
2.0 -0.40 1.5 0.40
3.5 -0.36 2.5 0.36
5.0 -0.32 4.0 0.32
6.0 -0.28 5.5 0.28
7.5 -0.24 7.0 0.24
9.5 -0.20 8.5 0.20
11.0 -0.16 10.0 0.16
13.0 -0.12 11.5 0.12
14.5 -0.08 13.5 0.08
17.0 -0.04 15.5 0.04
19.5 0.00 18.0 0.00
22.0 0.04 20.5 -0.04
25.0 0.08 23.5 -0.08
28.5 0.12 26.0 -0.12
31.5 0.16 29.5 -0.16
36.0 0.20 32.5 -0.20
40.0 0.24 36.5 -0.24
46.0 0.28 42.0 -0.28
54.0 0.32 48.0 -0.32
60.0 0.36 56.0 -0.36
70.0 0.40 64.0 -0.40
85.0 0.44 78.0 -0.44

Tabella 9: Tabella dei valori della tensione nella carica (a sinistra) e nella scarica (a destra) del condensatore.

Seguendo lo stesso procedimento delle precedenti due parti, è stato ricavato il valore di τ sia nella carica che
nella scarica attraverso un fit statistico.

Figura 8: Fit dell’andamento della carica (a sinistra) e della scarica (a destra).

τc (31.21 ± 0.26) µs
τs (28.69 ± 0.24) µs

Tabella 10: Valori stimati dei tempi caratteristici per entrambi i fenomeni.

Come anticipato, il valore atteso di τ per questo circuito è la metà del precedente, ovvero:

τpart (29.7 ± 1.1) µs

Tabella 11: Valore atteso del tempo caratteristico.

Si nota come i risultati ottenuti dalle misure rispettino la previsione teorica, come è evidenziato dai valori
delle compatibilità.

7
Zc 1.24
Zs 0.91

Tabella 12: Valori delle compatibilità.

6 Conclusioni
In tabella 13 sono riportati sinteticamente i risultati più significativi dell’esperienza.

Parte Grandezza Metodo Valor medio [µs] Incertezza [µs] Compatibilità Z


τ stima teorica 59.4 ± 3.0
τS∗ fit "a mano" (scarica RC) 59.8 ± 1.5 0.12
1 τC fit lineare (carica RC) 58.79 ± 0.49 0.19
τS fit lineare (scarica RC) 60.69 ± 0.49 0.42
2 τC fit lineare (carica CR) 66.97 ± 0.62 2.45
τS fit lineare (scarica CR) 63.28 ± 0.53 0.97
τpart stima teorica 29.7 ± 1.1
3 τCpart fit lineare (carica RCpart ) 31.21 ± 0.26 1.24
τSpart fit lineare (scarica RCpart ) 28.69 ± 0.24 0.91

Tabella 13: Tabella riassuntiva dei valori ottenuti per τ nel corso dell’esperienza.

I risultati ottenuti nel corso di questa esperienza, per quanto riguarda la stima della costante di tempo
caratteristica τ dei diversi circuiti, sono stati pienamente in linea con le aspettative teoriche, ovvero con quanto
calcolato numericamente dai valori nominali di resistenza e capacità delle componenti circuitali.

Come confronto ulteriore, si è realizzata una simulazione virtuale dei circuiti RC e CR (prima e seconda
parte dell’esperienza) mediante il programma LTspice: i grafici ottenuti da tale simulazione sono riportati di
seguito (figura 9).

Figura 9: Grafici delle tensioni di ingresso V (a) e di uscita V (b) ottenuti da simulazione virtuale dei due
circuiti RC (in alto) e CR (in basso) con il programma LTspice.

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In entrambi i grafici la tensione di ingresso V (a) è quella dovuta al generatore: un’onda quadra tra -1 e 1
V, dove però in realtà il tempo di cambiamento del segnale tra i due estremi ha un valore finito.

Nel primo grafico la tensione di uscita V (b) è quella rilevata ai capi del condensatore, che assume la carat-
teristica forma "a dente di sega" e oscilla anch’essa tra -1 e 1 V.

Nel secondo grafico, invece, la tensione V (b) è quella ai capi del resistore, che raggiunge i suoi massimi e mini-
mi (teoricamente pari a ±2 V ma in realtà un po’ inferiori in modulo) quasi istantaneamente, in corrispondenza
del cambiamento di valore nell’onda quadra, e poi va esponenzialmente a 0 mano a mano che il condensatore si
carica o si scarica.

Questo comportamento speculare di resistore e condensatore è previsto dalla seconda legge di Kirchhoff: la
somma delle cadute di tensione negli elementi circuitali dell’unica maglia del circuito deve essere infatti pari
alla differenza di potenziale fornita dal generatore.

Un breve commento alla figura 2, quella relativa alla carica, è necessario per spiegare l’andamento ondeg-
giante dei dati misurati. Per questa prima misura, infatti, si è cercato di prendere i valori della tensione dopo
un intervallo di tempo sempre costante, facile da leggere sull’oscilloscopio (circa 4 µs): questo ha però portato
a dover necessariamente interpolare i valori della tensione più del dovuto. Per questo motivo essi fluttuano
intorno all’esponenziale atteso molto più in questa misura che nelle successive, dove invece si è scelto di fissare
l’intervallo ∆V di presa dati e interpolare il relativo valore di t, sfruttando il cambio della "time division"
dell’oscilloscopio, scelta che ha reso le misure successive più precise, come dimostrano i vari grafici riportati.

Come già evidenziato, non si sono riscontrate particolari criticità o discrepanze dei risultati rispetto a quanto
atteso. Tuttavia nelle misure effettuate intervengono certamente numerosi fattori di disturbo, in aggiunta a quelli
già discussi circa la risoluzione dello strumento e i limiti della presa dati "a occhio" sullo schermo dell’oscilloscopio
analogico: si tratta di incertezze sistematiche, dovute al fatto che tutte le componenti circuitali, inclusi i cavi,
sono caratterizzate da resistenze interne che, scaldandosi, provocano una seppur lieve dispersione di energia.
Per tener conto di questi fattori, difficilmente valutabili, la scelta è stata quella di considerare delle incertezze
leggermente sovrastimate, mantenendo un approccio più conservativo che permetta di tenere conto anche delle
incertezze sistematiche.

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