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12 gennaio 2023 - NIETZSCHE

Le sue opere presentano diversi stili di scrittura, questo perché il suo pensiero
non è un pensiero sistematico, perché riflette la realtà che non è sistematica.
Mentre per Hegel lo era. La realtà per N è consegnata all’irrazionalità. I suoi scritti
quindi vogliono essere semplicemente delle tracce di lettura, di interpretazione
della realtà.

Stili utilizzati da N:
• stile del trattato nelle opere giovanili
• Stile dell’aforisma, per esempio in “Umano, troppo umano” - 1878 (l’aforisma è
una breve frase che N paragona al bassorilievo, perchè come i bassorilievi
richiedono di immaginare la parte mancante, non scolpita, così l’aforisma
richiede un’ulteriore riflessione su quanto viene detto, richiede di integrare col
pensiero il significato espresso dall’ aforisma.)
• Stile della prosa in versi - o poesia in prosa - questo è il caso di “Così parlò
Zarathustra”, 1883. È un po’ lo stile del vangelo, in versetti.
• Ultima produzione, stile dell’invettiva

Legame di N con il nazismo


Dopo il secondo dopoguerra è stata operata una DENAZIFICAZIONE del pensiero
di N, cioè si è passati a dire che, fermo restando che la filosofia di N contiene
elementi antiegualitari, antidemocratici, da lì a dire che il suo pensiero vada
collegato direttamente al nazismo ce ne vuole. Quindi la critica è stata concorde
nel dire che il pensiero di N va preso per quello che è davvero, senza
manipolazioni ideologiche della destra o della sinistra. È una riflessione sull’uomo
e sulla realtà da un particolare punto di vista, che è quello di N, col quale si può
non essere d’accordo.
Ha contribuito all’associazione tra N e il nazismo, una visita che Hitler fece nel ‘33
all’archivio Nietzsche, curato dalla sorella di N (Elizabeth).

Suddivisione cronologica degli scritti di N:


• Scritti giovanili: - “La nascita della tragedia” - 1872
- “Sull’utilità e il danno della storia per la vita” - 1874
• Scritti del periodo illuminista
• Scritti di Zarathustra
• Scritti degli ultimi anni - o del tramonto
La nascita della tragedia

Testo di analisi filologica letteraria dei grandi tragediografi greci (dell’antica Grecia)
N aveva insegnato lingua e letteratura greca a Basilea.
N si concentra su 3 autori greci: Eschilo - Sofocle - Euripide (6°/5° sec. A.C.)

Quest’opera è anche l’occasione per esprimere dei pensieri filosofici.


In Sofocle ed Eschilo, N afferma che mostravano un equilibrio perfetto tra
l’APOLLINEO e il DIONISIACO.

Apollineo è un concetto che si rifà al dio Apollo, il dio delle arti, della poesia,
associato alla luce, all’equilibrio e all’armonia. Quindi sta ad indicare la razionalità.

Il dionisiaco invece è associato a Dioniso, sta a indicare l’eccesso, il furore, il


rompere con i limiti, l’oltrepassare i limiti, sta a indicare l’energia degli istinti e
quindi fa riferimento all’ambito irrazionale.

Nelle tragedie di Eschilo e Sofocle c’è un equilibrio, mentre con Euripide c’è una
prevalenza dell’ apollineo sul dionisiaco, quindi un prevalere della ragione (cosa
negativa per N) e questa stessa tendenza della civiltà greca la troviamo anche in
Socrate che è il primo colpevole di aver ridotto la vita ai concetti razionali, ma la
vita non si può ridurre al concetto perchè la realtà è irrazionale. Quindi nella civiltà
greca c’è stata una vittoria dell’uomo teoretico sull’uomo tragico.

In conclusione dunque per N è necessario recuperare l’aspetto dionisiaco


dell’esistenza che descrive perfettamente la vita. La vita per N, come per
Schopenhauer, è dolore, è caos, è crudeltà, è irrazionalità, è forza distruttiva.
Diverso da Schopenhauer è il modo di rapportarsi alla realtà, per Schopenhauer il
modello proposto è quello di una rinuncia a vivere, una fuga dalla volontà di vivere
(ascesi), per N invece l’uomo deve accettare la vita così com’è, con tutte le sue
contraddizioni, deve riuscire a dire di sì alla vita, e per questo ci vuole una grande
forza.

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