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Le sue opere presentano diversi stili di scrittura, questo perché il suo pensiero
non è un pensiero sistematico, perché riflette la realtà che non è sistematica.
Mentre per Hegel lo era. La realtà per N è consegnata all’irrazionalità. I suoi scritti
quindi vogliono essere semplicemente delle tracce di lettura, di interpretazione
della realtà.
Stili utilizzati da N:
• stile del trattato nelle opere giovanili
• Stile dell’aforisma, per esempio in “Umano, troppo umano” - 1878 (l’aforisma è
una breve frase che N paragona al bassorilievo, perchè come i bassorilievi
richiedono di immaginare la parte mancante, non scolpita, così l’aforisma
richiede un’ulteriore riflessione su quanto viene detto, richiede di integrare col
pensiero il significato espresso dall’ aforisma.)
• Stile della prosa in versi - o poesia in prosa - questo è il caso di “Così parlò
Zarathustra”, 1883. È un po’ lo stile del vangelo, in versetti.
• Ultima produzione, stile dell’invettiva
Testo di analisi filologica letteraria dei grandi tragediografi greci (dell’antica Grecia)
N aveva insegnato lingua e letteratura greca a Basilea.
N si concentra su 3 autori greci: Eschilo - Sofocle - Euripide (6°/5° sec. A.C.)
Apollineo è un concetto che si rifà al dio Apollo, il dio delle arti, della poesia,
associato alla luce, all’equilibrio e all’armonia. Quindi sta ad indicare la razionalità.
Nelle tragedie di Eschilo e Sofocle c’è un equilibrio, mentre con Euripide c’è una
prevalenza dell’ apollineo sul dionisiaco, quindi un prevalere della ragione (cosa
negativa per N) e questa stessa tendenza della civiltà greca la troviamo anche in
Socrate che è il primo colpevole di aver ridotto la vita ai concetti razionali, ma la
vita non si può ridurre al concetto perchè la realtà è irrazionale. Quindi nella civiltà
greca c’è stata una vittoria dell’uomo teoretico sull’uomo tragico.