Sei sulla pagina 1di 8

ART NOUVEAU

•William Morris
William Morris è nato nel marzo 1834 a Elm House,
Walthamstow, nei dintorni di Londra in una famiglia
benestante. Fu tra i principali fondatori del movimento delle
Arts and Crafts; è considerato precursore dei moderni
designer ed ebbe una notevole influenza sull'architettura e
sugli architetti del suo tempo. Da molti è considerato il padre
del Movimento Moderno, sebbene non fosse architetto egli
stesso. Ha dato anche un importante contributo al rilancio
delle arti tessili tradizionali e gli annessi metodi di
produzione. Ha fondato inoltre la Società per la protezione di
edifici antichi (SPAB), tuttora un elemento statutario per la
conservazione degli edifici storici nel Regno Unito. Durante il
corso della sua vita Morris ha scritto e pubblicato poesie,
narrativa e traduzioni di testi antichi e medievali. È stato una
figura importante nella nascita del socialismo in Gran Bretagna, fondando la Lega socialista nel
1884. Tra i lavori più noti, la decorazione della Oxford Union Library tramite pannelli,
tappezzerie ed affreschi a soggetto medievaleggiante. L'infanzia di Morris è stata felice. Dalla
tenera età, come molti giovani signori del tempo, nutre una grande passione per tutto ciò che è
medievale dedicandosi alle letture del genere sin da piccolo. Bambino solitario, vicino solo a
sua sorella Emma, nutre dall'infanzia un attaccamento romantico ai boschi e ai giardini, ai fiori
e agli uccelli che insieme al suo interesse per il mediaevalismo, ricorrono spesso in seguito
nella sua arte e nella sua poetica per il resto della sua vita. Frequenta il Marlborough College e
l'Università di Oxford, dove conosce il pensiero di John Ruskin e dove incontra Dante Gabriel
Rossetti, Edward Burne-Jones, Ford Madox Brown e Philip Webb.
Nel 1859 sposa Jane Burden che era stata scoperta da Dante Gabriel Rossetti che colpito dalla
sua bellezza le chiede di posare per alcuni dipinti, diventando nota come la modella preferita
dai preraffaelliti, confraternita fondata da Morris con gli amici dell'università. Della generale
dottrina estetica, Morris abbracciò soprattutto il rifiuto dell'ingerenza industriale nella
decorazione e nell'architettura, caldeggiando il ritorno dell'artigianato e del lavoro manuale per
riconferire agli artigiani il rango di artisti. Secondo la sua filosofia, l'arte avrebbe dovuto essere
accessibile a tutti, elaborata a mano e non avrebbero dovuto trovare classificazioni di merito. In
altre parole, l'arte applicata avrebbe dovuto godere della stessa dignità di cui godevano pittura e
scultura. Nel 1861, Morris fonda l'azienda Morris, Marshall, Faulkner & Co. con Rossetti,
Burne-Jones, Madox Brown e Webb. Per tutta la vita lavora ai progetti di questa azienda, che
cambia nome con l'avvicendarsi dei soci. Incoraggia la rinascita dell'artigianato nelle sue forme
più tradizionali come la pittura su vetro e su carta da parati. I motivi da lui creati sono tuttora
un marchio concesso, su licenza, alla Sanderson and Sons and Liberty di Londra. Contrario
della produzione in serie e della rivoluzione industriale, Morris promuove l'utilizzo di
particolari tecniche, sperimentate personalmente. Per le sue stoffe usa tinte naturali e
procedimenti scoperti in un libro del XVI secolo. Tra le sue più belle carte da parati, spicca
Margherite, realizzata nel 1864 e tratta principalmente da motivi rinvenuti in erbari medievali.
Unì così l'amore per il passato e l'amore per la natura, entrambi in netta contrapposizione con la
rivoluzione industriale.

•La bella Isotta


William Morris, "La Bella Isotta", olio su tela, 1858, Tate Britain, Londra.

La modella è Jane Burden, moglie di Morris. È questo


l'unico dipinto ad olio oggi noto di William Morris.
Ispirato alla leggenda dei cavalieri della Tavola Rotonda,
l'opera è in verità un ritratto in costume medievale di
Jane Burden, divenuta sua moglie nel 1859. La donna,
raffigurata nelle vesti della sposa di re Artù, è intenta ad
allacciarsi la cintura, uno dei simboli matrimoniali in
epoca medievale. Il letto disfatto e la brocca di rame
usata per la toilette ci fanno comprendere che la donna si
è appena alzata. Allieta il suo risveglio un trovatore, che
suona sul fondo della stanza. Nella camera, simile a
quella che di lì a poco Morris avrebbe arredato nella sua
residenza di Red House a Upton, domina il letto a
baldacchino, chiuso dalle tende ricamate. Sulla cassa
adiacente sono poggiati vari oggetti, tra i quali delle arance e un prezioso codice miniato. La
cura che il pittore impiega nella descrizione delle stoffe, degli utensili, dei mobili evidenzia il
suo interesse per le arti applicate. La composizione si svolge su piani paralleli, mentre la
profondità spaziale è misurata dalla raffigurazione prospettica della cassapanca.
•Aubrey Beardsley

Il brillante illustratore inglese Aubrey Beardsley è noto soprattutto per le sue illustrazioni
erotiche in bianco e nero che caratterizzavano la decadenza del XIX secolo. Rappresenta uno
degli artisti più noti del suo tempo e una figura di spicco del design Art Nouveau e del
movimento estetico.

Aubrey Vincent Beardsley, nato a Brighton nel 1872, è stato un prodigio artistico e musicale sin
dalla tenera età. Tuttavia, fin dall'infanzia, l'aspettativa di vita di Beardsley era breve e incerta.
All'età di sette anni contrae la tubercolosi, malattia invalidante che lo costringe a lunghi periodi
a letto: l'impatto di questa malattia sull'infanzia dell'artista è stata esplicitata anche quando da
adulto realizza Autoritratto a letto. Il disegno a inchiostro raffigura un bambino piccolo quasi
inghiottito dall'enorme letto che occupa mentre un'iscrizione in francese recita: "Per gli dei non
tutti i mostri sono in Africa". Una citazione che rappresenta non solo un riferimento alla sua
lotta contro la tubercolosi ma è anche indicativa del suo fascino per il grottesco e il macabro.
Nel 1891, all'età di 19 anni, Beardsley accompagna sua sorella nello studio del pittore e
illustratore Sir Edward Burne-Jones a cui mostra il portfolio di disegni e schizzi.
Profondamente colpito dall'evidente talento e immaginazione del giovane, Burne-Jones
raccomanda Beardsley alla Westminster School of Art. Entro un anno dall'iscrizione alla scuola
d'arte, il giovane artista riceve, quindi, un'offerta dall'editore Joseph Dent per illustrare l'epopea
di Sir Thomas Malory, La morte di Artù. Il lavoro risultante unisce le pose classiche e le
composizioni complesse che si trovano nell'arte preraffaellita e i motivi decorativi, la
bidimensionalità piatta e l'erotismo delle stampe Ukiyo e giapponesi con un focus sulla morte e
il decadimento.Le sue illustrazioni per La morte di Artù rendono famoso Beardsley e gli
permettono di entrare in contatto con un altro esponente provocatorio di quel tempo: Oscar
Wilde, dalla cui collaborazione nasce però uno dei lavori più famosi di Beardsley, le
illustrazioni per il romanzo Salomè di Wilde. Il lavoro raggiunge nuove vette di offesa
pubblica con le sue figure erotiche, macabre e deformate, candele falliche, femme fatales e fiori
bevitori di sangue. Molte immagini vengono condannate come oscene o non attinenti alla
trama. Tra i detrattori si inserisce lo stesso Wilde che teme che la potenza delle immagini possa
surclassare quella del romanzo stesso. Entrambi al centro di speculazioni e accuse di
omosessualità, la relazione di Beardsley con Oscar Wilde, sebbene all’inizio abbia dato slancio
alla sua carriera, si rivela tumultuosa, tanto da costare a Beardsley la sua posizione di editore
artistico per The Yellow Book, un'importante rivista dell’epoca. Nel suo breve lavoro per The
Yellow Book, Beardsley rivela la sua adesione alle nozioni preraffaellite di desiderio represso
oscurando il confine tra arte e oscenità e sfidando direttamente la morale vittoriana. In seguito
Beardsley viene assunto da Leonard Smithers per fondare la rivista The Savoy dove le sue
illustrazioni divengono ancora più esplicitamente pornografiche, ritraendo la sessualità
femminile, i falli e la masturbazione. Ma la sua malattia degenera in modo sempre più grave
morendo a Menton il 16 marzo 1898, all'età di 25 anni.

I disegni dell'artista sono stati particolarmente importanti per lo sviluppo dell'Art Nouveau.
Alcuni altri artisti celebri che hanno preso nota di Beardsley sono Wassily Kandinsky, Pablo
Picasso e artisti della Glasgow School, come Charles Rennie Mackintosh. L'eleganza lineare
dei suoi disegni, unita al bizzarro senso dell'umorismo e al fascino dell'artista per il grottesco e
il tabù, incuriosiscono e allo stesso tempo disgustano il pubblico vittoriano. Le sue illustrazioni
comprendono caratteristiche dell'estetismo, della decadenza, del simbolismo e, più
apparentemente, dell'Art Nouveau. Più che semplici illustrazioni, le immagini di Beardsley
hanno catturato l'atmosfera del testo di accompagnamento, criticando in modo aggressivo i
concetti repressivi vittoriani di sessualità, bellezza, ruoli di genere e consumismo.
•Alphonse Mucha
​ lfons Maria Mucha, uno dei più importanti artisti dell' Art
A
Nouveau, nasce a Ivancice, in Moravia. Mucha proviene da
una famiglia numerosa della piccola borghesia e da bambino
disegna molto bene e prende l’abitudine di fare la caricatura
dei suoi compagni.
Il suo talento come cantante gli permise di mantenersi gli
studi fino al liceo, che frequenta a Brno (allora capitale della
Moravia) e dopo il liceo diventa violinista alla Cattedrale di
Brno. Buon calligrafo e disegnatore, Alphonse Mucha viene
assunto come cancelliere nel tribunale dove il padre è
ufficiale giudiziario, ma il lavoro da scribacchino non gli
piace e il futuro pittore si trasferisce a Vienna, dove lavora
per un'importante compagnia di design teatrale, accrescendo
le sue conoscenze tecniche e artistiche. Nel 1881, ritorna in Moravia e si stabilisce a Mikulov,
dove lavora in proprio, dipingendo paesaggi, ritratti e realizzando iscrizioni su pietre tombali.
E' in questo ambiente che il conte Karl Khuen of Mikulov si interessa al suo lavoro e lo assume
per decorare con degli affreschi i suoi castelli di Emmahof e di Gandegg. Il conte Kluen, il
signore del luogo, lo incarica di effettuare delle pitture murali nel suo castello e questo lavoro,
che riscontra successo, lo fa accogliere dalla nobiltà locale che gli commissiona lavori, mentre
il conte decide di sostenerlo economicamente perché il giovane pittori segua dei corsi. Grazie a
questo sussidio Alphonse Mucha può iscriversi all'Accademia delle Belle Arti di Monaco di
Baviera dove resta per due anni. A 27 anni, l’artista parte per Parigi dove si iscrive
all’Accademia Julian e presso l'Académie Colarossi. Mucha vive a Montmartre dove incontra
numerosi artisti e dove si dedica alla fotografia. Il pittore affronta qualche anno di difficoltà
economiche, producendo, per vivere, illustrazioni per riviste e manifesti pubblicitari molto
belli, tanto che viene assunto dall’importante casa editrice Armand Colin. Nel 1894 viene
incaricato di realizzare un poster per pubblicizzare "Gismonda", un'opera teatrale di Victor
Sardou con protagonista Sarah Bernhardt. La finezza del disegno convince l'attrice a proporre a
Mucha un contratto della durata di 6 anni. La produzione di Mucha comprende moltissime
opere, divise principalmente in dipinti, grafiche e manifesti pubblicitari, tutti permeati dagli
elementi caratteristici dell'Art Nouveau. I lavori di Mucha spesso raffigurano giovani donne in
abiti dal taglio neoclassico, circondate da motivi floreali che formano cornici geometriche
attorno alla figura. Dopo la famosa Sarah Bernhard, anche i produttori di profumi, di
champagne e di qualsiasi altra cosa fanno la coda davanti alla porta di Mucha. Comincia ad
insegnare nel 1896 e nel 1897 la Galleria la Bodinière organizza una mostra per l’artista, la
prefazione del catalogo è di Sarah Bernhardt. Seguiranno altre esposizioni, sempre più
prestigiose. Mucha vive negli Stati Uniti dal 1906 al 1910 e quando ritorna in Europa, si
stabilisce a Praga. Cura le decorazioni del Teatro delle Belle Arti e di altri importanti palazzi
praghesi. Quando la Cecoslovacchia, dopo la Prima Guerra Mondiale, ottiene l'indipendenza,
Mucha disegna francobolli, banconote e altri documenti governativi per la neonata nazione,
lavori per i quali l’artista non vuole essere rimunerato. Il pittore muore a Praga il 14 luglio 1939
e viene sepolto nel cimitero di Vysehrad, a Praga e la città gli dedica un museo.
•Gismonda
Théatre de La Renaissance 1894.

La figura femminile è posta al centro della composizione, sotto ad


un arco in stile romano che, insieme al carattere tipografico
impiegato nei testi, contribuisce immediatamente a dare
all’osservatore il contesto spazio-temporale. La voce d’oro
(soprannome della Bernhardt) è qui ritratta in abiti neo-bizantini
riccamente decorati con motivi floreali e regali. Si capisce che si
tratta di una figura nobile. La rappresentazione di un mosaico nella
decorazione di sfondo e le tinte ocra, oro e marroni contribuiscono
ad aggiungere maestosità alla composizione. La diva è adesso più
che mai messa su un piedistallo e diventa irraggiungibile per
l’osservatore. Mucha seguendo le proprie convinzioni umaniste,
realizzi un’opera dove l’intento promozionale è davvero
secondario nella sua idea di rappresentazione che pure colpisce
immediatamente: non si può non rimanere colpiti dall’aristocratica
bellezza di Gismonda. Nell’osservatore si scatena l’ammirazione
per i dettagli decorativi del manifesto che lo porterà poi
probabilmente a ricordarsi di andare a vedere proprio quell’opera
teatrale. Secondo Mucha è infatti proprio la femminilità intesa
come portatrice di valori umani positivi che, inserendosi tramite
l’arte in un mondo sempre più industrializzato e ingiusto, è in
grado di dare una via d’uscita felice ad un’umanità sempre meno
umana.
•Henry Van De Velde

Henry van de Velde nato ad Anversa il 3


aprile 1863 è stato un architetto, pittore,
arredatore e designerbelga. Fu una delle
personalità più importanti per l'affermazione
dell'Art Nouveau sia in Belgio che in
Germania.
Henry Clement van de Velde, dopo aver
frequentato dal 1881 al 1884 l'accademia di
Anversa e dopo un periodo di formazione a
Parigi dove si accostò al movimento
simbolista, tornò in Belgio dove per un
periodo visse in una sorta di comune con altri artisti presso Anversa. A partire dal 1888
continuò la sua attività artistica a Bruxelles. Influenzato dalla pittura di Monet, di Renoir e di
van Gogh, si unì nel 1889 al gruppo d'avanguardia Les XX (I Venti) e dipinse secondo i canoni
del neoimpressionismo francese.
A partire dal 1890 cominciò a maturare il suo interesse per le arti applicate e progressivamente
lasciò la ricerca pittorica. Progettò la casa di famiglia, il che gli permise di realizzare il suo
desiderio di diventare architetto e progettare mobili. Nelle sue opere di architettura mostrò un
distacco totale dagli stili compositivi del passato.
Nel 1894 e 1896 ebbe una stretta collaborazione con il connazionale Octave Van Rysselberghe,
per la realizzazione di due edifici a Bruxelles: l'Hotel Otlet e l'Hotel De Brouckère, per i quali
progettò in particolare gli arredi e le decorazioni interne, in uno stile Art Nouveau piuttosto
sobrio.
Con la Casa Bloemenwerf nei pressi di Bruxelles si orientò verso il modello della Red House di
William Morris e al suo movimento Arts and Crafts. Al 1899 risale il progetto per la
tabaccheria della Havana-Compagnie a Berlino.
Viene considerato uno dei fondatori dell'Art Nouveau, nonché uno degli esponenti principali
del movimento. Trascorse gli ultimi anni di vita a Oberägeri in Svizzera, dove si spense nel
1957 all'età di 94 anni.
•Victor Horta
È nato il 6 gennaio 1861 a Gand in Belgio ed è morto l’8
settembre 1947 a Bruxelles, città che ospita la maggior
parte delle sue opere. Iniziò i suoi studi di architettura nel
1873 all’Académie des Beaux-Arts e poi all’Athénée
Royal, entrambi a Gand, in Belgio. Successivamente
Victor Horta lasciò Gand e si trasferì a Bruxelles nel 1881.
Frequentò l’Académie Royale des Beaux-Arts e
successivamente fu assunto come assistente dal suo
professore Alphonse Balat, l’architetto del re Leopoldo II.
Horta ha lavorato insieme a Balat alla costruzione delle
serre reali di Laeken in cui l’architetto, per la prima volta,
utilizzò vetro e ferro. Il suo primo edificio indipendente,
l’Hôtel Tassel, fu tra i primi esempi continentali di Art Nouveau, sebbene incorporasse
elementi stilistici neogotici e neorococò. Una caratteristica importante era la sua sala ottagonale
con una scala che portava a vari livelli. La linea curva, caratteristica dello stile Art Nouveau, fu
usata sulla facciata e anche all’interno. Altri edifici a Bruxelles nel suo stile ricco ed elegante
sono l’Hôtel Solvay, notevole per il trattamento plastico della sua facciata e l’Hôtel
Winssingers. Nel 1898 in questo suo stile inconfondibile progettò e costruì la sua stessa casa in
rue Américaine. Una delle opere principali di Victor Horta è da considerarsi la Maison du
Peuple a Bruxelles. Questa struttura, che in belga prende il nome di Volkshuis fu la prima
struttura in Belgio ad avere una facciata in ferro e vetro. Nel suo auditorium sono presenti travi
del tetto in ferro che sono sia strutturali che decorative. Dopo il 1900 Horta semplificò il suo
stile, usando la decorazione con più parsimonia ed eliminando il ferro esposto. Nel 1912
divenne direttore dell’Académie Royale des Beaux-Arts di Bruxelles e progettò il Palais des
Beaux-Arts in uno stile classico semplice e severo. La sua ultima grande impresa fu la stazione
centrale di Bruxelles, iniziata poco prima della Seconda guerra mondiale.

•Hotel Tassel
Nel 1892 gli fu commissionato di progettare una casa
per lo scienziato e professore Émile Tassel.Per la
facciata mantenne uno stile tradizionale e usò la pietra
per armonizzare l’abitazione con gli edifici vicini però,
una volta entrati, si rimane stupefatti. Victor Horta
costruì questa casa di Bruxelles attorno ad una scala
centrale aperta ed utilizzò vetro e ferro per creare un
interno pieno di luce e spazio. Prese spunto dalle
esperienze che aveva avuto nelle Serre reali di Laeken
qualche anni prima. Le decorazioni dell’interno erano
caratterizzate da linee a spirale. Queste seguivano un
modello floreali di viti e fiori, che si ripeteva nelle ringhiere in ferro della scala, nelle piastrelle
del pavimento, nei vetri delle porte e dei lucernari e dipinte sulle pareti. Questo edificio può
essere considerato la prima casa costruita seguendo l’Art Nouveau.

Potrebbero piacerti anche