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La Music Learning Theory di Edwin E.

Gordon…

…rappresenta un contributo fondamentale in grado di cambiare molte cose nel campo della
didattica musicale.
Frutto di più di quaranta anni di ricerca svolti in diverse università americane, la Music Learning
Theory si inserisce nel quadro delle più moderne teorie dell’apprendimento.

Il presupposto fondamentale di questa teoria sta nell’assunto che la musica può essere appresa
secondo gli stessi meccanismi di apprendimento della lingua materna.
Il bambino, pertanto, dovrebbe essere avvicinato alla musica fin dai primi giorni di vita per
sviluppare il senso della sintassi musicale, premessa indispensabile per trarre i massimi benefici
dalla successiva istruzione formale. Pensiamo per un attimo a come impariamo a parlare e a pensare
nella nostra lingua.
Tutti noi abbiamo vissuto cinque anni pieni di apprendimento informale del linguaggio passando
dall’assorbimento e dall’emissione dei primi fonemi, fino ad arrivare alle parole intorno al primo
anno di vita.
Nessuno dà lezioni di lingua ai bambini, nessuno pretende risultati immediati. Soltanto quando il
bambino si esprime nella sua lingua in modo chiaro e con una grande abbondanza di parole (a 6
anni, infatti, ha già un vocabolario attivo di circa 13.000 parole e uno passivo molto più ampio) si
inizia l’istruzione formale: la lettura e la scrittura. Quanti bambini, invece, vengono avvicinati alla
musica secondo un percorso completamente inverso, partendo dal pentagramma, dalla notazione
delle altezze e dalle durate, senza un periodo precedente di apprendimento informale?
Non c’è da meravigliarsi che, anche dopo anni di studio, pochi siano in grado di comunicare
musicalmente in modo spontaneo, attraverso l’improvvisazione, non totalmente dipendenti dalla
musica scritta.
Le ricerche di Gordon, dimostrano infatti che l’attitudine musicale, innata in ogni individuo, si
sviluppa nei primi anni di vita a contatto con l’ambiente musicale in cui si vive. Ed è la qualità di
questo ambiente ad influenzare il potenziale di apprendimento musicale del bambino in modo
evidente nei primi tre anni di vita e via via in modo minore fino ai nove anni di età circa, momento
in cui il potenziale si stabilizza. (Cfr. E. E. Gordon, Developmental and Stabilized Music Aptitudes,
further evidence of the duality, Chicago, 2002, GIA publications).
E’ dunque importantissimo iniziare il percorso di educazione musicale in età neonatale. Ma molte
altre sono le novità per chi si avvicina per la prima volta alla Music Learning Theory.
Il materiale didattico proposto, per prima cosa, è costituito da canzoni e canti ritmici senza testi che
rispondono a tre criteri fondamentali: varietà, complessità e ripetizione.
Non soltanto canzoncine in modo maggiore e metro binario, dunque, ma canzoni e canti ritmici in
tutti i modi e i metri possibili e fin dall’inizio del percorso didattico. L’uso della voce e del corpo in
movimento, più che di strumenti e strumentini da far suonare ai piccoli allievi, arricchisce il quadro
di una metodologia che si focalizza nei concetti di guida informale ed educazione più che di
insegnamento.

L’apprendimento musicale del bambino secondo la Music Learning Theory

Le prime ricerche di Gordon vertevano intorno al tema dell’Attitudine Musicale, ossia il potenziale
di apprendimento in musica, innato in ciascuno di noi, che tanto deve il suo sviluppo all’ambiente in
cui viviamo nei primi anni di vita. Passaggio decisivo fu la creazione del termine audiation, per
esprimere un concetto fondamentale per tutto il lavoro sulla didattica musicale degli anni successivi.
L’audiation è infatti la capacità di sentire internamente e comprendere suoni non fisicamente
presenti. Lo sviluppo di questa capacità, vera e propria forma di pensiero musicale, divenne il tema
centrale del lavoro di Gordon. E proprio sulla base del concetto di audiation, Gordon arriva a
concludere che un percorso di apprendimento appropriato, è quello che vede il pensiero e il
linguaggio musicale svilupparsi parallelamente a come avviene per il linguaggio parlato.

Ma cosa prevede in pratica la metodologia didattica che scaturisce dalla Music Learning Theory?
Apriamo simbolicamente la porta di una classe di Musicainfasce, i corsi per bambini da 0 a 6 anni
riconosciuti dalla Associazione Italiana Gordon per l’Apprendimento Musicale (AIGAM) e
osserviamo. I piccoli di due o tre mesi sono sdraiati su un tappeto in mezzo all’aula che appare
vuota di qualsiasi oggetto… fisico, perché di "oggetti sonori", cioè di musica cantata in gruppo
dagli insegnanti e dai genitori, l’aula è piena.
I bambini in grado di mantenere la posizione seduta o di gattonare si trovano in punti diversi della
stanza, liberi di girare a loro piacimento.
Una cosa li accomuna tutti: grandi occhioni e attenzione intensa per l’evento musicale che si svolge
fra gli adulti presenti. Momenti di musica si alternano a momenti di profondo silenzio da parte degli
adulti.
L’assorbimento degli stimoli musicali continua nel silenzio e l’audiation muove i primi passi nei
bambini presenti.
Tantissime le risposte dei piccoli agli stimoli musicali. Un orecchio attento coglie piccoli suoni e
vocalizzi spontanei, intonati sulla tonica o sulla dominante, che costituiscono una vera e propria
forma di lallazione tonale e ritmica. Gli insegnanti immediatamente rispondono intonati ai bambini
in un vero e proprio dialogo fatto di prime "parole" musicali. Un occhio attento coglie innumerevoli
risposte motorie. Ondeggiamenti, manine che sbattono sul pavimento, "gattonamenti" a ritmo,
sospiri e respiri eccitati. Tutto viene valorizzato e diventa parte della lezione stessa.
Le mamme - in maggioranza - e i papà, seduti a terra insieme ai bambini, cantano, sorridono, e
arricchiscono, guidati dagli insegnanti, i brani della lezione con ostinati armonici, pedali di tonica e
interventi ritmici.
Qualche bambino guarda l’insegnante ed emette intenzionalmente suoni per richiamare la sua
attenzione e per tentare di comunicare con lui nel nuovo linguaggio. Il linguaggio parlato è
completamente assente per tutti i quarantacinque minuti di lezione. Non ci sono commenti e men
che meno battiti di manine ispirati dai genitori alla fine dei brani, non ci sono parole e testi nelle
canzoni e nei canti ritmici.
Soltanto musica cantata e movimenti liberi e fluenti, spontaneamente ispirati dalla musica.

Tutto questo viene spiegato con argomentazioni scientifiche e indicazioni pratiche in uno dei libri
più importanti del Prof. Gordon: A music learning theory for newborn and young children, GIA
pub.inc. Chicago 1997, pubblicato nel 2003 in Italia presso le EDIZIONI CURCI - Milano con il
titolo: L’apprendimento musicale del bambino dalla nascita all’età prescolare.
In questo testo, che negli Stati Uniti ha ispirato molteplici corsi di musica rivolti alla prima infanzia,
Gordon spiega le fasi e gli stadi di sviluppo dell’audiation da parte del bambino fin dai primi giorni
di vita. L’importanza della sua teoria è tanto più evidente se la si confronta con i risultati e le
conseguenze di un’educazione musicale che non tiene conto delle acquisizioni della ricerca
scientifica e dei processi di apprendimento.
I bambini che non sviluppano un vocabolario di suoni ascoltati (vocabolario musicale passivo)
giungono alla scuola materna o elementare dove cominciano ad imparare canzoncine per
imitazione.
Chi di loro ha una buona attitudine musicale riesce comunque a sviluppare un senso di sintassi
musicale ma, per la media delle persone questo non avviene. E così, guardando cosa succede nella
nostra società, ci si rende facilmente conto che se tutti sono in grado di cantare "Tanti auguri a te" al
ristorante, benché in modo molto poco accurato dal punto di vista ritmico e tonale; pochi sono in
grado di intonare canzoni da soli e pochissimi (anche fra i musicisti) di improvvisare musicalmente
con la propria voce o con il proprio strumento.
La Music Learning Theory può rappresentare, per quanti fra insegnanti di musica, educatori,
genitori rilevino la relativa efficacia degli approcci tradizionali un’opportunità di diventare quello
che con termine rogersiano si può definire un "facilitatore di apprendimento" musicale.
Il lavoro di Gordon va a colmare un vuoto nel campo dell’apprendimento musicale, allineandosi a
quegli studi condotti in altri campi dello sviluppo del bambino, nei quali pensatori come
Montessori, Pikler, Goldschmied, Stern ed altri hanno promosso da tempo una visione del bambino
capace di apprendere in autonomia la realtà, in un contesto di rispetto dei suoi tempi e di
comunicazione affettiva.
Passare anche in musica dall’atteggiamento intrattenitorio e dall’idea del saggio di abilità
acquisite alla promozione dello sviluppo musicale del bambino nel rispetto dei suoi naturali
processi di apprendimento, rappresenta senz’altro un fondamentale passo in avanti.

fonte: Andrea Apostoli (Pubblicato su Rassegna Musicale Curci, quadrimestrale periodico di cultura
e attualità musicali, anno LV, n.3 settembre 2002)

Per maggiori informazioni:

Associazione AIGAM

SEDE NAZIONALE
Via Ugo Bassi, 20 00152 Roma
Tel/fax: 06. 58.33.22.05 / 06.58.15.75.25
Email: mailto:segreteriamilano@aigam.org?subject=Informazioni da MagicaMusica

SEDE DI MILANO
Ripa di Porta Ticinese 39, 20143 Milano
Tel/fax.: 02. 83.24.17.64
Email: mailto:segreteriamilano@aigam.org?subject=Informazioni da MagicaMusica

Tags: apprendimento_musicale, Edwin_Gordon, learning_music_theory, metodi, piccolissimi,


teorie_musicali

Questo articolo è stato pubblicato Martedì, 19 Febbraio 2008 alle 16:00 e classificato in Gordon, Metodologie e teorie
musicali. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi inviare un commento, ma non puoi
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3 Commenti a “Cos’è la teoria musicale di Gordon?”

1. paola matafora scrive:


3 Febbraio 2007 alle 13:12

sono molto incuriosita e interessata vorrei avere altre notizie .io lavoro a scuola con i
bambini dai 6 anni in su è possibile applicare tale metodo con bambini di questa età?

> MagicaMusica: questo metodo è indicato nella fascia d’età inferiore ai 3-4 anni, tuttavia
ci sono dei modi per riutilizzare alcune teorie ad esempio affiancandole ad altre attività più
adatte alla fascia d’età superiore ai 4 anni. Ad esempio una fiaba affaincata e/o
rimaneggiata utilizzando uno dei canti senza parole di Gordon.
Tuttavia possiamo consigliare anche qualche altro metodo alternativo o che è possibile
affiancare a quello Gordon, ad esempio Orff-Schulwerk o Dalcroze.

2. Samanta Lombardi scrive:


23 Maggio 2007 alle 16:38

Ciao

sono mamma da meno di due mesi e sono interessata al metodo Gordon mipiacerebbe avere
maggiori infornazioni se possibile ed i centri dove tale metodo viene applicato io vivo a
Milano

Grazie

Samanta

> Redazione MagicaMusica:


Gentile Samanta, le consigliamo di rivolgersi a
Associazione AIGAM
Ripa di Porta Ticinese 39
20143 Milano
Tel/fax.: 02. 83.24.17.64
Email: mailto:segreteriamilano@aigam.org?subject=Informazioni da MagicaMusica
Website: clicca qui

3. Andrea Apostoli scrive:


30 Giugno 2007 alle 16:34

Gentile Paola,
devo rettificare la risposta che hai ricevuto da Magica Musica, che comunque ringrazio per
lo spazio dedicato a Gordon e all’educazione musicale in genere.

La Music Learning Theory di Gordon non è un metodo.


E’ invece una teoria che studia e descrive i processi di apprendimento musicale del bambino
a partire dalla primissima infanzia.
Dalla MLT è scaturito un approccio didattico che si ispira ai suoi principi di base e che è
attento ai processi di apprendimento più che ai prodotti. Ma è un apporccio aperto, in
constante evoluzione anche se radicato ad un riferimento pedagogico preciso, dunque non
un metodo.
Devo inoltre ancora contraddire Magica Musica quando ti risponde che “questo metodo è
indicato nella fascia d’età inferiore ai 3-4 anni”.
L’AIGAM, l’associazione di Gordon in Italia svolge corsi rivolti ai bambini da 0 a 3 anni,
da 3 a 5 e dai 6 anni in su. Inoltre si sta attivando una scuola di pianoforte Gordon e in
futuro anche di altri strumenti.

Cordialmente, Andrea Apostoli, Presidente AIGAM (Associazione Italiana Gordon per


l’Apprendimento Musicale).

Gentile Paola,
devo rettificare la risposta che hai ricevuto da Magica Musica, che comunque ringrazio per
lo spazio dedicato a Gordon e all’educazione musicale in genere.
La Music Learning Theory di Gordon non è un metodo.
E’ invece una teoria che studia e descrive i processi di apprendimento musicale del bambino
a partire dalla primissima infanzia.
Dalla MLT è scaturito un approccio didattico che si ispira ai suoi principi di base e che è
attento ai processi di apprendimento più che ai prodotti. Ma è un approccio aperto, in
constante evoluzione anche se radicato ad un riferimento pedagogico preciso, dunque
non un metodo.
Devo inoltre ancora contraddire Magica Musica quando ti risponde che “questo metodo è
indicato nella fascia d’età inferiore ai 3-4 anni”.
L’AIGAM, l’associazione di Gordon in Italia svolge corsi rivolti ai bambini da 0 a 3 anni,
da 3 a 5 e dai 6 anni in su. Inoltre si sta attivando una scuola di pianoforte Gordon e in
futuro anche di altri strumenti.

> Redazione MagicaMusica:


Gentile Andrea Apostoli, innanzi tutto vogliamo ringraziarla per la sua precisa
puntualizzazione.
Abbiamo corretto la dicitura di categoria “Metodologie musicali” in “Metodologie e teorie
musicali”.
Per quanto la fascia di età a cui si accennava (3-4 anni), ci stavamo riferendo alla fascia di
età con cui MagicaMusica ha trovato più riscontro nell’applicazione di questa teoria.
Tuttavia abbiamo avuto modo di applicare alcune delle nozioni della teoria di Gordon
anche alla fascia 0-3 anni con ottimi risultati.
Con l’occasione la ringraziamo per lo splendido lavoro svolto dalla sua associazione e,
nella speranza di dare ancora più spazio ed evidenza alle tematiche dell’educazione e
propedeutica musicale, la invitiamo a continuare il suo prezioso apporto al progetto di
MagicaMusica.

Per tutti coloro che volessero approfondire la teoria di Gordon, consigliamo i libri:
“Ascolta con lui, canta per lui” e “L’apprendimento musicale del bambino dalla nascita
all’età prescolare” di cui abbiamo già redatto le recensioni.

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