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Il popolo fenicio

I Fenici furono un'antica popolazione semitica cananea, della quale si hanno tracce fin dal 
XII secolo a.C. a.C., insediata nella regione costiera del Mediterraneo orientale,[4] in
corrispondenza dell'odierno Libano e delle immediate regioni costiere della Siria meridionale
 e del Nord d'Israele, arrivando a toccare, nel periodo di massima estensione, l'attuale città di 
Acri e in epoca persiana anche quella di Gaza[5][6][7]. La civiltà fenicia è la prosecuzione nell'
età del ferro della civiltà cananea, che è attestata negli stessi luoghi nell'età del bronzo (3000-
1200 a.C.), essendo infatti i Fenici indistinguibili per lingua (se non per variazioni dialettali) e
cultura dal resto dei popoli cananei siro-palestinesi.
Commercio
e scambi
Furono soprattutto un popolo di navigatori e commercianti che
utilizzava il mar Mediterraneo per esportare legname e altri oggetti da
scambiare con altri popoli. Conoscevano e sapevano tracciare le rotte,
ed erano in grado di navigare di notte, prendendo come punto di
riferimento le costellazioni circumpolari (in particolare l'Orsa Maggiore).
Praticavano il cabotaggio, per poter attraccare in caso di difficoltà, fare
rifornimento di acqua dolce e viveri e commerciare con le popolazioni
locali. Seppero produrre con il legno ricavato dal cedro, navi molto
robuste, adatte per il commercio, che potevano contenere grandi
quantità di merci e oggetti
La scomparsa dei fenici

i Fenici dovettero abbandonare le loro terre a causa


di un terremoto per poi rifugiarsi «ad Syriam stagnum»
(ossia «nel mare della Siria» in latino; forse il Mar
Morto). Erodoto, nelle Storie, invece afferma che
vennero intorno al 2750 a.C. dal Mare Eritreo,
corrispondente all'odierno Mar Rosso.

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