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L'America, chiamata anche Continente Nuovo[3] o Nuovo Mondo,[4] è il continente della Terra che si

estende completamente nell'emisfero occidentale.[5] Secondo la letteratura geografica italiana, dell'Europa


occidentale (escluse le Isole britanniche) e dell'America latina, l'America è considerata un continente unico,
suddiviso in due subcontinenti: l'America del Nord e l'America del Sud. La parte meridionale dell'America
del Nord è detta America centrale. Le varie parti del continente sono dette nel loro complesso, "le
Americhe".[5] Secondo la letteratura geografica di cultura inglese, cinese e russa, invece, l'America è
considerata uno dei supercontinenti della Terra e le sue parti settentrionale e meridionale sono considerate
continenti a sé stanti,[6] separati dall'Istmo di Panama.

Costituisce l'8,3% della superficie totale della Terra e il 28,4% delle terre emerse. Il rilievo è dominato dalle
catene montuose delle Montagne Rocciose e delle Ande, entrambe poste lungo le coste occidentali del
continente. Il lato orientale dell'America è dominato da grandi bacini fluviali, come il Rio delle Amazzoni, il
Mississippi, e il Río de la Plata. L'estensione è di 14000 km (8699 mi) secondo l'orientamento nord-sud. Il
clima e l'ecologia variano fortemente in America e vanno dalla tundra artica di Canada, Groenlandia e
Alaska, alle foreste pluviali tropicali di America centrale e America meridionale. Quando l'America del Nord
e l'America del Sud si unirono, 3 milioni di anni fa, si verificò il cosiddetto grande scambio americano, uno
scambio intercontinentale che portò alla diffusione di molte specie viventi esistenti nelle due parti
dell'America, come il puma, l'istrice, e il colibrì. Più di un miliardo di persone vivono in America (oltre il 14%
della popolazione mondiale): i paesi più popolosi sono gli Stati Uniti d'America, il Brasile e il Messico,
mentre le città più popolose sono Città del Messico, San Paolo e New York.

I primi insediamenti umani provengono dall'Asia e risalgono a circa 13–14000 anni prima dell'era volgare.
Una seconda migrazione di popolazioni parlanti il na-dene si verificò successivamente, ancora dall'Asia.
L'ulteriore successiva migrazione degli Inuit nell'area neoartica intorno al XXXVI secolo a.C. ha completato
quello che è generalmente considerato come l'insediamento originario in America da parte dei popoli
indigeni. I viaggi di Cristoforo Colombo tra il 1492 e il 1502 posero l'America in contatto permanente con le
potenze europee (e successivamente, anche extraeuropee) del Vecchio Mondo, il che portò al cosiddetto
"scambio colombiano". Le malattie introdotte da Europa e Africa devastarono i popoli indigeni, mentre le
potenze europee colonizzarono l'America.[7] L'emigrazione di massa dall'Europa, tra cui un gran numero di
servi a contratto, e l'immigrazione forzata di schiavi africani in gran parte sostituirono i popoli indigeni.

A partire dalla guerra d'indipendenza americana nel 1776 e nel 1791, iniziò il processo di decolonizzazione
dell'America e oggi quasi tutti i paesi americani sono indipendenti. L'eredità della colonizzazione e della
dominazione europea è grande: l'America ha molti tratti culturali comuni con l'Europa, in particolare la
predominante adesione al cristianesimo e l'uso delle lingue indoeuropee (principalmente spagnolo, inglese,
portoghese e francese).

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