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letta la requisitoria del Procuratore generale, che ha concluso per l'inammissibilità dei
ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
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contrastava con quanto riferito dal medesimo teste a proposito della
corrispondenza delle fotografie alla situazione del cantiere in cui si era verificato
l'infortunio ed era poco credibile anche perché nel suo progetto mancava
qualsiasi riferimento alle cautele prescritte per i ponteggi dai ricordati punti 2,
3.1, 3.2, 3.3.
3.1. La Corte ha ritenuto irregolare e palesemente pericoloso il ponteggio,
tanto da rendere irrilevante la circostanza che il datore di lavoro fosse meno
presente sul posto, essendosi invece affermato che il lavoratore infortunato fosse
stato soccorso da persona diversa dal Mariconda il quale, peraltro,
nell'immediatezza si era attivato per regolarizzare la posizione del lavoratore,
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delle procedure a garanzia dell'incolumità dei lavoratori, nonché in relazione
all'adeguamento del piano di sicurezza all'evoluzione dei lavori con obbligo di
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dai montanti con dimensioni e caratteristiche adeguate, la piastrella era
longitudinale che trasversale, le ganasce non erano a contatto dalla parte del
bullone, le parti costituenti il giunto di collegamento erano unite fra di loro
permanentemente e solidamente in modo da evitarne l'accidentale distacco,
corretti erano i piedi dei cavalletti che poggiavano sul piano stabile ben livellato e
la larghezza dell'impalcato non era inferiore a cm.90, così come le tavole che lo
costituivano, oltre a risultare ben accostate fra loro, erano fissate a cavalletti di
appoggio; gli impalcati erano dotati di elementi fermapiede e di barre parapetto
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superiore a 2 metri rispetto a un piano stabile, la difesa evidenzia come non sia
stata raccolta alcuna prova che il lavoratore sia caduto da un piano superiore a
m.2; in ogni caso, si assume, si sarebbe dovuta dimostrare la correlazione
causale tra la violazione della norma antinfortunistica e l'evento, mentre nel caso
in esame il parapetto dal quale il Russo ha detto di essere precipitato non poteva
materialmente cedere in quanto era agganciato al cavalletto e incastrato nella
portella di chiusura. Una volta dimostrato che il fissaggio era conforme alla
normativa o comunque non essendo dimostrato che il fissaggio non lo fosse, non
si sarebbero dovuti ritenere dimostrati il nesso di causalità materiale né la
causalità della colpa tra il montaggio dell'impalcato e l'incidente, essendo emerso
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indennizzata dall'Inail e l'eventuale danno differenziale non era allo stato
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Carabinieri di essere munito delle dotazioni previste dalla normativa
alla motivazione offerta dalla Corte di merito per negare le circostanze attenuanti
generiche, osserva che il ricorrente non avrebbe potuto fornire alcun contributo
alla ricostruzione della verità processuale, non essendo presente nel cantiere al
momento dell'infortunio, e che la parte offesa non ha formulato alcuna richiesta
risarcitoria in pendenza del giudizio, neppure incardinando il giudizio per la
determinazione del quantum. Inoltre, si sarebbe dovuto considerare il concorso
di colpa del lavoratore, che non indossava le dotazioni antinfortunistiche delle
quali, tuttavia, aveva dichiarato di essere stato fornito.
CONSIDERATO IN DIRITTO
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cod. proc. pen. non si applicano alle dichiarazioni della persona offesa, le quali
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chiarito per quale ragione il fatto generatore della perdita di equilibrio fosse da
prova può essere dedotto con il ricorso per cassazione, anche qualora le
sentenze dei due gradi di merito siano conformi, sia nell'ipotesi in cui il giudice di
appello, per rispondere alle critiche contenute nei motivi di gravame, abbia
richiamato dati probatori non esaminati dal primo giudice, sia quando entrambi i
giudici del merito siano incorsi nel medesimo travisamento delle risultanze
probatorie acquisite in forma di tale macroscopica o manifesta evidenza da
imporre, in termini inequivocabili, il riscontro della non corrispondenza delle
motivazioni di entrambe le sentenze di merito rispetto al compendio probatorio
acquisito nel contraddittorio delle parti (Sez.4, n.35963 del 03/12/2020, Tassoni,
Rv. 280155; Sez. 5, n.48050 del 2/07/2019, S., Rv. 277758). Ma è anche
necessario che il ricorrente prospetti la decisività del travisamento nell'economia
della motivazione (Sez.6, n.36512 del 16/10/2020, Villari, Rv.280117). Tale
decisività risulta del tutto obliterata.
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fotografie scattate dalla polizia giudiziaria nell'immediatezza del fatto, il Collegio
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6.1. Occorre, in proposito, rimarcare che l'elemento congetturale
rappresenta l'esito di un ragionamento del tutto disancorato dalla realtà fattuale
e piuttosto riconducibile ad un fenomeno soggettivo di ipotesi con prove da
ricercare, ovvero con l'indizio debole o equivoco, tale da assecondare distinte,
alternative ed anche contrapposte ipotesi nella spiegazione dei fatti oggetto di
prova (Sez. 5, n. 5209 del 11/12/2020, dep. 2021, Ottino, Rv. 280408 - 02).
6.2. E il ragionamento proposto dal giudice di merito, secondo il quale dopo
la caduta dell'operaio e prima dell'arrivo dei Carabinieri egli avrebbe operato la
mutazione dello stato dei luoghi, in particolare il riposizionamento della balaustra
il cui cedimento avrebbe causato la caduta del lavoratore, risulta al ricorrente
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lamentato essere ancorata all'impalcato con il filo di ferro, non è possibile da tale
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consacrato nelle conformi sentenze di merito, peraltro con motivazione esente da
10. I ricorsi, per tale ragione, non superano il vaglio di ammissibilità. Alla
inammissibilità dei ricorsi consegue la condanna dei ricorrenti al pagamento delle
spese processuali; tenuto conto della sentenza della Corte Costituzionale n.186
del 13 giugno 2000 e rilevato che non sussistono elementi per ritenere che i
ricorrenti abbiano proposto ricorso senza versare in colpa nella determinazione
della causa di inammissibilità, segue, a norma dell'art.616 cod.proc.pen. l'onere
del versamento di una somma, in favore della Cassa delle Ammende,
determinata, in considerazione delle ragioni di inammissibilità del ricorso stesso,
nella misura di euro 3.000,00 ciascuno. Non si provvede alla liquidazione delle
spese in favore della parte civile, tenuto conto del princìpio secondo il quale nel
giudizio di legittimità, in caso di ricorso dell'imputato rigettato o dichiarato, per
qualsiasi causa, inammissibile, la parte civile ha diritto di ottenere la liquidazione
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delle spese processuali purché abbia effettivamente esplicato, anche solo
attraverso memorie scritte, un'attività diretta a contrastare l'avversa pretesa a
tutela dei propri interessi di natura civile risarcitoria, fornendo un utile contributo
alla decisione (Sez. 2, n.12784 del 23/01/2020, Tamborrino, Rv. 278834 - 01;
Sez. 5, n. 31983 del 14/03/2019, Di Cioccio, Rv. 277155 - 01).
P.Q.M.