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R E P U B B L I C A I TA L I A N A
Sezione Feriale
1
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
2
Ciò posto, va rilevato che il fatto è di indubbia gravità e di
oggettivo ed intrinseco disvalore sociale.
Occorre, poi, considerare le modalità del fatto.
In primis, la condotta del Greco al momento dell’arresto: è
stato colto alla guida di un veicolo su cui era trasportata droga,
nonostante il soggetto avesse subito la sospensione della sua
patente di guida.
Inoltre il Greco ha tentato di depistare le indagini scaturenti
dal rinvenimento ad opera dei Carabinieri dello stupefacente,
portando i militari in un’abitazione di altre persone.
Solo la solerzia dei Carabinieri ha permesso di superare tale
stratagemma e perquisire la sua reale dimora, ove veniva
rinvenuto altro stupefacente, per un totale non indifferente,
oltre a strumenti di precisione per il taglio e il
confezionamento.
A nulla rileva che non siano stati rinvenuti i proventi
dell’attività di spaccio, essendo evidente che lo stupefacente
non era stato ancora ceduto e, quindi, il Greco non aveva
ancora incassato il relativo prezzo.
Giova, poi, evidenziare la pericolosità sociale del Greco, già
gravato da un provvedimento del Questore di Varese, privo di
stabile occupazione lavorativa o di patrimonio adeguato, sicché
la sua unica fonte di reddito appare essere la cessione delle
sostanze stupefacenti.
Ciò porta il Collegio a condividere il giudizio di spiccata
pericolosità sociale espresso dal GIP, evidenziandosi la
sussistenza di un concreto pericolo di recidiva.
Le descritte esigenze cautelari possono essere adeguatamente
soddisfatte con la sola misura della custodia cautelare in
carcere, in considerazione della gravità del fatto e
dell’intensità delle esigenze cautelari esistenti nel caso di
3
specie.
Da ultimo si osserva che la sanzione che si ritiene possa essere
irrogata esula dai limiti di applicazione della sospensione con -
dizionale dell’esecuzione della pena.
Le considerazioni che precedono chiaramente assorbono
l’apprezzamento in merito alla idoneità della soluzione
domiciliare prospettata dalla difesa.
In proposito, osserva il Collegio che la disponibilità di un
domicilio non assorbe in sé la valutazione di adeguatezza della
cautela di cui all’art. 284 c.p.p., costituendo solo il
presupposto in fatto perché possa apprezzarsi in concreto se la
misura invocata appare offrire opportuna garanzia rispetto alle
esigenze cautelari.
A tal ultimo fine invece assumono effettivo rilievo solo
elementi concreti ed oggettivamente rappresentativi della
possibilità di fare positivo affidamento sulle capacità di
autocustodia del prevenuto, che non si reputano ad oggi
evincibili alla luce della dedizione all’illecito dell’indagato
sopra evidenziata.
Il provvedimento impugnato deve quindi essere integralmente
confermato.
Il rigetto dell’impugnazione comporta la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali.
P.Q.M.
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Manda alla cancelleria per gli adempimenti di rito e per la
trasmissione di copia del presente provvedimento al Direttore
dell’istituto penitenziario ove l’imputato è ristretto, a norma
dell’art. 94 disp. att. cpp.
Milano, 26 agosto 2013
Il Presidente Estensore