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TRIBUNALE DI MILANO

R E P U B B L I C A I TA L I A N A
Sezione Feriale

Proc. N° 1483/2013 R. G. T.R.D.


Proc. N° 4274/2013 R. G. P.M.
Proc. N° 3086/2013 R. G. A.G.

Il Tribunale, in funzione di Giudice del Riesame, riunito di


camera di consiglio nelle persone dei magistrati:

dott. Giorgio Alcioni Presidente estensore


dott. ssa Luisa Savoia Giudice
dott. ssa Sergio Rossetti Giudice

nel procedimento ex art 309 c.p.p. promosso dal difensore di


fiducia nell'interesse di:
Greco Salvatore, nato a Varese il 4.02.1984, residente a
Malnate, in Via Motta 6, attualmente ristretto in custodia
cautelare presso la Casa Circondariale di Varese ;
difeso di fiducia dall’avv. Andrea Fontana del foro di Varese;
con atto depositato presso la Cancelleria del Tribunale di
Varese il 20 agosto 2013 avverso l’ordinanza emessa dal GIP
presso il Tribunale di Varese in data 16.08.2013, con
applicazione della misura cautelare della custodia in carcere;
sentito il giudice relatore e la difesa;
sciogliendo la riserva assunta all’esito della udienza camerale
del 27.08.2013 ;
letti gli atti pervenuti in data 20.08.2013;

1
ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

I motivi di riesame sono infondati e devono essere rigettati.


Il sig. Greco Salvatore si trova ristretto presso il Carcere di
Varese a seguito di arresto avvenuto in data 14.08.2013,
arresto convalidato dal GIP presso il Tribunale di Varese in
data 16.08.2013, con applicazione della misura cautelare della
custodia in carcere.
Il Greco risulta indagato di detenzione di stupefacenti (hascisc
e cocaina nella propria abitazione e a bordo di vettura da lui
condotta nonostante la sospensione della sua patente di guida)
In data 20.08.2013 il difensore ha chiesto il riesame della
suddetta ordinanza per inadeguatezza ed eccessiva gravità
della misura cautelare applicata; ciò in quanto è ben vero che il
Greco aveva stupefacente e strumenti di precisione per il taglio
e il confezionamento, ma non è stato trovato in possesso dei
proventi dell’attività di spaccio.
Inoltre tali strumenti sono stati sequestrati e, quindi, il Greco
non potrebbe più utilizzarli.
In realtà occorre rilevare che il GIP del Tribunale di Varese ha
applicato all’indagato la misura cautelare della custodia in
carcere in relazione ad un capo di incolpazione riguardante la
violazione della disciplina in tema di stupefacenti; la misura
cautelare è stata emessa, all’esito della convalida dell’arresto,
ravvisati dal decidente gravi indizi di colpevolezza, a presidio
delle esigenze collegate al pericolo di reiterazione di omologhe
condotte criminose.
Nulla quaestio sulla ricorrenza, nella specie, di gravi indizi di
colpevolezza a carico dell’indagato.

2
Ciò posto, va rilevato che il fatto è di indubbia gravità e di
oggettivo ed intrinseco disvalore sociale.
Occorre, poi, considerare le modalità del fatto.
In primis, la condotta del Greco al momento dell’arresto: è
stato colto alla guida di un veicolo su cui era trasportata droga,
nonostante il soggetto avesse subito la sospensione della sua
patente di guida.
Inoltre il Greco ha tentato di depistare le indagini scaturenti
dal rinvenimento ad opera dei Carabinieri dello stupefacente,
portando i militari in un’abitazione di altre persone.
Solo la solerzia dei Carabinieri ha permesso di superare tale
stratagemma e perquisire la sua reale dimora, ove veniva
rinvenuto altro stupefacente, per un totale non indifferente,
oltre a strumenti di precisione per il taglio e il
confezionamento.
A nulla rileva che non siano stati rinvenuti i proventi
dell’attività di spaccio, essendo evidente che lo stupefacente
non era stato ancora ceduto e, quindi, il Greco non aveva
ancora incassato il relativo prezzo.
Giova, poi, evidenziare la pericolosità sociale del Greco, già
gravato da un provvedimento del Questore di Varese, privo di
stabile occupazione lavorativa o di patrimonio adeguato, sicché
la sua unica fonte di reddito appare essere la cessione delle
sostanze stupefacenti.
Ciò porta il Collegio a condividere il giudizio di spiccata
pericolosità sociale espresso dal GIP, evidenziandosi la
sussistenza di un concreto pericolo di recidiva.
Le descritte esigenze cautelari possono essere adeguatamente
soddisfatte con la sola misura della custodia cautelare in
carcere, in considerazione della gravità del fatto e
dell’intensità delle esigenze cautelari esistenti nel caso di

3
specie.
Da ultimo si osserva che la sanzione che si ritiene possa essere
irrogata esula dai limiti di applicazione della sospensione con -
dizionale dell’esecuzione della pena.
Le considerazioni che precedono chiaramente assorbono
l’apprezzamento in merito alla idoneità della soluzione
domiciliare prospettata dalla difesa.
In proposito, osserva il Collegio che la disponibilità di un
domicilio non assorbe in sé la valutazione di adeguatezza della
cautela di cui all’art. 284 c.p.p., costituendo solo il
presupposto in fatto perché possa apprezzarsi in concreto se la
misura invocata appare offrire opportuna garanzia rispetto alle
esigenze cautelari.
A tal ultimo fine invece assumono effettivo rilievo solo
elementi concreti ed oggettivamente rappresentativi della
possibilità di fare positivo affidamento sulle capacità di
autocustodia del prevenuto, che non si reputano ad oggi
evincibili alla luce della dedizione all’illecito dell’indagato
sopra evidenziata.
Il provvedimento impugnato deve quindi essere integralmente
confermato.
Il rigetto dell’impugnazione comporta la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali.

P.Q.M.

Rigetta il ricorso e per l’effetto conferma l’ordinanza emessa


dal GIP presso il Tribunale di Varese in data 16.08.2013.
Condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.

4
Manda alla cancelleria per gli adempimenti di rito e per la
trasmissione di copia del presente provvedimento al Direttore
dell’istituto penitenziario ove l’imputato è ristretto, a norma
dell’art. 94 disp. att. cpp.
Milano, 26 agosto 2013

Il Presidente Estensore

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