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Percorsi Giuffrè - Atto di citazione in appello per risarcimento danni ex ... http://www.percorsi.giuffre.it/psixsite/esercitazioni/atti/Diritto civile/At...

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Percorsi Giuffrè - Atto di citazione in appello per risarcimento danni ex ... http://www.percorsi.giuffre.it/psixsite/esercitazioni/atti/Diritto civile/At...

Atto di citazione in appello ex art. 342 c.p.c. per risarcimento danni ex art. 1578 cod. civ. a carico del locatore di
immobile umido a favore del conduttore, anche se moroso.

Traccia

Tizia è proprietaria di un grazioso monolocale sito nel comune di Pizzo Calabro, cittadina della costa tirrenica calabrese famosa
per i gelati al tartufo, nel quale vive Caio, in forza di regolare contratto di locazione.
Nel mese di Giugno 2009, dopo alcuni solleciti, Tizia intima al conduttore Caio, sfratto per morosità, per aver quest'ultimo
omesso la corresponsione dei canoni locativi concernenti le precedenti tre mensilità.
Con il medesimo atto ella cita, dinanzi il Tribunale di Vibo Valentia, Caio, per sentir convalidare lo sfratto ed ottenere la
emissione di un decreto ingiuntivo per il pagamento dei canoni arretrati, ammontante ad euro 1500,00.
Dal canto suo Caio si oppone ritualmente alla convalida deducendo che l'immobile locato è affetto da vizi, nella specie umidità, e
non ignorati senza colpa da Tizia al momento della consegna dell'immobile.
In data 03.10.2010 il Tribunale adito, con sentenza, ordina a Caio il rilascio dell'immobile e rigetta la sua domanda di
risarcimento danni proposta nel relativo atto difensivo ed attinente alle conseguenze dell'esposizione delle diverse suppellettili
all'umidità.
Caio, scontento dell'esito sfavorevole della sentenza emessa e fortemente irritato per i numerosi danni prodotti dall'ambiente
malsano in cui vive, si rivolge ad un avvocato, facendogli presente che nel giudizio di primo grado sono stati ascoltati, in qualità
di testimoni, alcuni suoi conoscenti e tecnici intervenuti sul luogo, in merito ai citati danni riscontrati.
Il candidato, assunte le vesti del legale di Caio, rediga l'atto giudiziario più opportuno.

Giurisprudenza
o Cassazione Civile 28 settembre 2010, sez. III, n. 20346, per la quale se l'immobile è affetto da
umidità, le suppellettili ammuffiscono. Questo è un fatto notorio, su cui il giudice può decretare il risarcimento in
favore dell'inquilino a carico del proprietario di casa, anche quando il locatario risulta sfrattato per non aver
pagato i canoni mensili.

Svolgimento
ECC. MA CORTE DI APPELLO DI CATANZARO
ATTO di CITAZIONE in APPELLO EX ART. 342 C.P.C.
Caio, nato a_________________________il______________ (C.F._____________), residente in___________,
Via___________, n°____, elettivamente domiciliato presso lo studio dell'Avv._______, del foro di__________________,
C.F._______________________, alla Via________, n°____, dal quale è rappresentato e difeso giusta procura in calce al
presente atto, il quale dichiara di voler ricevere gli avvisi e le comunicazioni di cui agli artt. 133, comma 3, 134, comma 3 e
176, comma 2 c.p.c., al n. di fax_______________o all'indirizzo di posta elettronica_______________@_______________,

PROPONE APPELLO
avverso la sentenza n°________, emessa dal Tribunale di Vibo Valentia in data 3 ottobre 2010, depositata in cancelleria in
data_____________ pronunciata nella causa iscritta al n°_____RG. e promossa da Tizia, nata a______, il_______, residente
in_______via______ _____, nei suoi confronti.

Premesso in fatto
· L'attore è locatario, in forza di contratto di locazione ad uso abitativo n°____, registrato in data______, di un
appartamento di civile abitazione sito nel comune di Pizzo Calabro (VV), alla via____________, n°___, contraddistinto
con il n°____ interno, piano______, censito nel N.C.E.U. del comune di Pizzo Calabro alla partita_____;
· Tale contratto veniva stipulato con la proprietaria dell'immobile, Tizia, per il periodo __/__/______ - __/__/_______, e
per la somma mensile di € 500,00;
· Nel mese di Giugno 2009, dopo alcuni solleciti, Tizia intimava, con atto ex artt. 658, 664 c.p.c e L. n°431/1998
all'odierno attore, sfratto per morosità per aver quest'ultimo omesso la corresponsione dei canoni locativi concernenti le
precedenti tre mensilità;
· Nel medesimo atto, notificato in data_______, la proprietaria Tizia chiedeva la convalida dello sfratto e la emissione di
un decreto ingiuntivo per il pagamento dei canoni arretrati, ammontante ad euro 1.500,00;
· L'intimato, attore in appello nel presente procedimento, si costituiva ritualmente e si opponeva alla convalida,
deducendo che l'immobile locatogli fosse affetto da vizi ed, in particolare, da umidità, e chiedeva il risarcimento dei danni
recati alle suppellettili, di sua proprietà, esposte a tale situazione incresciosa;
· Il Tribunale di Vibo Valentia decideva la causa con sentenza del 03.10.2010, n°______, con la quale ordinava il rilascio
dell'immobile e rigettava la domanda di risarcimento danni proposta dal convenuto Caio.
Considerato che
tale sentenza è ingiusta e va censurata per i motivi che di seguito si espongono:
A) Erronea, contraddittoria e carente motivazione della sentenza in ordine alla valutazione della prova per
testimoni proposta dall'odierno appellante nel giudizio di I°grado.
Il Giudice di prime cure ha errato laddove non ha considerato “valutativa” la prova per testimoni, richiesta dall'attore del
procedimento de quo e relativa alla dimostrazione del rapporto eziologico tra le condizioni ambientali presenti
nell'appartamento e danni prodotti alle suppellettili ivi presenti. Tali convincimenti personali, frutto degli amici e conoscenti vari
che hanno frequentato l'abitazione di Caio, nonché di tecnici intervenuti sul posto, a parere di questa difesa, hanno provato, in
modo chiaro ed evidente, che i danni lamentati dall'istante erano e sono conseguenza diretta della esposizione dei mobili e delle
restanti cose di sua proprietà alla umidità. Non a caso è la stessa giurisprudenza di legittimità ad affermare che: “il nesso di
causalità tra il fatto illecito e l'evento di danno può essere ritenuto sussistente non solo quando il danno possa ritenersi
conseguenza inevitabile del fatto stesso, ma anche quando ne sia conseguenza altamente probabile e verosimile” (Cfr. Cass. Civ.,
sez. III, 26.06.2007, n. 14759).

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Inoltre, la pronuncia di I grado non ha tenuto per nulla conto della nozione di “comune esperienza” per accertare il nesso di
causalità tra la presenza di umidità nell'abitazione di Tizia e i danni derivanti. Al riguardo, il Supremo Collegio di legittimità ha
osservato che “il ricorso a tale nozione, infatti, attiene all'esercizio di un potere discrezionale riservato al giudice di merito e,
pertanto, l'uso del relativo potere non è sindacabile. Né il giudice è tenuto ad indicare gli elementi sui quali la sua determinazione
si fonda, essendo invece censurabile l'assunzione, a base della sua decisione, di una inesatta nozione di notorio, da intendere
come fatto conosciuto da un uomo di media cultura, in un dato tempo e luogo” (Cfr. Cass. Civ., Sez. III, 28.09.2010, n. 20346).
Nella motivazione della impugnata sentenza è dato dunque rinvenire un inesatto concetto di “notorio”, essendo nozione di
comune esperienza che gli oggetti conservati in un ambiente ricco di umidità vengano a danneggiarsi.
B) Erronea, contraddittoria e carente motivazione della sentenza in ordine alla sussistenza dei presupposti per
l'azione di risarcimento danni ex art. 1578, II comma, cod. civ., proposta dall'odierno appellante nel giudizio di
I°grado.
Ulteriore doglianza si ravvisa nella parte in cui il giudice di prime cure ha ritenuto non rilevante la circostanza che Tizia non
abbia provato, ex art. 1578, II comma, cod. civ., di aver ignorato senza colpa i vizi dell'immobile al momento della consegna.
Nel caso di specie, l'umidità rappresenta senz'altro un vizio della cosa locata a Caio che incide sulla sua struttura materiale,
alterandone la integrità, così da impedirne o ridurne notevolmente il godimento, da parte di Caio stesso, secondo la destinazione
contrattuale: tale vizio, preesistente alla consegna dell'appartamento e manifestatosi successivamente, legittima ampiamente la
pretesa dell'odierno attore affinché Tizia risarcisca i danni ex artt. 1578, 1223 cod. civ., non avendo ella provato d'averli senza
colpa ignorati (Cfr. Cass. Civ., sez. III, 15.05.2007, n. 11198; Cass. Civ., sez. III, 10.08.1991, n. 8279). Né tanto meno può
escludersi la responsabilità della locatrice, in quanto è emerso ampiamente, dal giudizio di I grado, che la stessa ben poteva
rendersi conto dell'accertato difetto, con la comune diligenza: più volte, infatti, Caio aveva contattato l'amministratore di
condominio nonché esperti in materia, senza però avere riscontri, al riguardo, dalla stessa Tizia informata della questione e
delle nefaste conseguenze prodottesi.
Per tali considerazioni, con il presente atto, il Sig. Caio, come in epigrafe rappresentato, difeso e domiciliato,
CITA
la Sig. ra Tizia, domiciliata ai sensi ed per gli effetti dell’art. 330 c.p.c. presso il procuratore costituito
avv.___________________con studio in ____________ via ___________________ n°______ a comparire davanti alla Corte
d’Appello di Catanzaro, all'udienza del _____________ alle ore ____ e seguenti, Sezione e Relatore a designarsi, con invito a
costituirsi nel termine di 20 giorni prima dell’udienza indicata, ai sensi e nelle forme dell’art. 166 c.p.c. con l’avvertimento che
la costituzione oltre i suddetti termini importa le decadenze di cui di cui agli articoli 38, 167 c.p.c. e 343 c.p.c. ovvero che, in
difetto di costituzione, si procederà in sua contumacia, per ivi sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI
Voglia l’Ill.ma Corte di Appello di Catanzaro, disattesa ogni contraria istanza, eccezione e deduzione, in accoglimento del
presente appello, così provvedere:

- nel merito, in riforma e/o annullamento della sentenza n._____del 03.10.2010 del Tribunale di Vibo Valentia, accogliere
la domanda di risarcimento danni originariamente proposta da Caio, rigettando per l'effetto le eccezioni dedotte nel
giudizio di I°grado dalla odierna appellata, per i motivi sopra esposti;

- in ogni caso, con vittoria di spese di lite, diritti, onorari, rimborso forfettario per spese generali (12,5%), CPA ed IVA,
per entrambi i gradi di giudizio.

Si offrono in comunicazione, mediante deposito in cancelleria, i seguenti atti e documenti:

Copia conforme della sentenza gravata;

Fascicolo di parte relativo al giudizio di primo grado;

________________________________________;

________________________________________;

DICHIARAZIONE DI VALORE DELLA CAUSA


Il sottoscritto Avv. _________ __________, ai sensi dell’art. 14 del D.P.R. 30 maggio 2002 n. 115, dichiara che il valore del
presente procedimento è pari ad € ___________ .

____________, lì____________ Avv.____________ (firma)

PROCURA
Il sottoscritto Caio, nata a __________, il _________ residente in _______, via ___, n°______ (C.F.____), delega
l’Avv.____________, del Foro di _________, a rappresentarlo e difenderlo nel presente giudizio e in ogni successiva fase e
grado, conferendo allo stesso ogni più ampia delega e procura consentita dalla legge, quale, a titolo esemplificativo e non
esaustivo, conciliare, transigere, quietanzare, incassare somme, rinunciare agli atti, nominare sostituti in udienza ed indicare
domiciliatari,
ELEGGE DOMICILIO
presso lo studio dello stesso avvocato in ___, via ___,n°____
DICHIARA
inoltre di aver ricevute tutte le informazioni previste dagli artt. 7 e 13 del D.Lgv. 30 giugno 2003, n. 196 e prestano il proprio
consenso al trattamento dei dati personali per l’espletamento del mandato conferito.
_____________, lì______________ Caio (firma)
Per autentica
Avv._______ (firma)

(di Giuseppe Potenza)

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