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Penale Sent. Sez. 1 Num.

33012 Anno 2018


Presidente: BONI MONICA
Relatore: APRILE STEFANO
Data Udienza: 11/07/2018

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


SENTENZA

sul ricorso proposto da:


LA MANNA GIUSEPPE nato a POMPEI il 27/05/1981

avverso l'ordinanza del 03/04/2018 del TRIB. LIBERTA' di BRESCIA

udita la relazione svolta dal Consigliere STEFANO APRILE;


sentite le conclusioni del PG SIMONE PERELLI che conclude chiedendo l'inammissibilità
del ricorso.

dato atto dell'assenza del difensore


RITENUTO IN FATTO

1. Con il provvedimento impugnato, il Tribunale di Brescia, in funzione di


tribunale del riesame, ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa nei confronti di Giuseppe LA MANNA dal Giudice per le indagini
preliminari del Tribunale di Bergamo in data 2 marzo 2018, limitatamente al
concorso, quale mandante, nel delitto di incendio di cui all'articolo 423 cod. pen.
commesso in danno del parcheggio «Blu Parking» (capo D), annullando nei suoi
confronti il medesimo titolo cautelare relativo alla detenzione e al porto di
congegni incendiari micidiali di tipo «molotov» di cui agli artt. 2 e 4 I. n. 895 del

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1967 (capi B e C).
1.1. Il Tribunale del riesame ha confermato la gravità del quadro cautelare
relativa al delitto di incendio sopra indicato, rigettando la richiesta di
riqualificazione del fatto alla stregua dell'articolo 424, secondo comma, cod. pen.
avanzata dalla difesa in considerazione della finalità dell'azione e del rilevante
impatto del incendio sviluppatosi a seguito del lancio delle bottiglie incendiarie.

2. Ricorre Giuseppe LA MANNA, a mezzo del difensore avv. Filippo Viggiano,


che chiede l'annullamento dell'ordinanza impugnata, denunciando la violazione di
legge in relazione agli articoli 423, 424 cod. pen., e il vizio della motivazione con
riguardo alla ritenuta pericolosità dell'incendio che era, peraltro, unicamente
finalizzato a danneggiare i veicoli senza mettere in pericolo la pubblica
incolumità, difettando altresì l'elemento psicologico, avendo il medesimo
Tribunale annullato l'ordinanza per quello che riguarda la detenzione e il porto
dei congegni incendiari asseritannente utilizzati per compiere l'attentato.

CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Osserva il Collegio che il ricorso appare infondato.


1.1. È doveroso premettere che, alla luce del contenuto del ricorso, non è
contestata la sussistenza della gravità indiziaria in relazione al concorso
nell'attentato che ha provocato l'incendio di numerosi veicoli custoditi all'interno
del parcheggio sito in prossimità dell'aeroporto di Bergamo Orio al Serio,
venendo sviluppati argomenti unicamente relativi alla qualificazione giuridica del
fatto e alla consapevolezza delle possibili conseguenze.

2. La giurisprudenza di legittimità è costante nel ritenere che «il discrimine


tra il reato di danneggiamento seguito da incendio (art. 424 cod. pen.) e quello
di incendio (art. 423 cod. pen.) è costituito dall'elemento psicologico del reato.

2
Nell'ipotesi prevista dall'art. 423 cod. pen. esso consiste nel dolo generico, cioè
nella volontà di cagionare un incendio, inteso come combustione di non lievi
proporzioni, che tende ad espandersi e non può facilmente essere contenuta e
spenta, mentre, invece, il reato di cui all'art. 424 cod. pen. è caratterizzato dal
dolo specifico, consistente nel voluto impiego del fuoco al solo scopo di
danneggiare, senza la previsione che ne deriverà un incendio con le
caratteristiche prima indicate o il pericolo di siffatto evento. Pertanto, nel caso di

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incendio commesso al fine di danneggiare, quando a detta ulteriore e specifica
attività si associa la coscienza e la volontà di cagionare un fatto di entità tale da
assumere le dimensioni previste dall'art. 423 cod. pen., è applicabile
quest'ultima norma e non l'art. 424 cod. pen., nel quale l'incendio è contemplato
come evento che esula dall'intenzione dell'agente» (Sez. 5, n. 1697 del
25/09/2013 dep. 2014, Cavallari, Rv. 258942; in precedenza Sez. 1, n. 16612
del 11/02/2013, Sofrà, Rv. 255644).
2.1. Sotto tale profilo, dunque, appare corretta, coerente e logica la
motivazione stesa da entrambi i giudici della cautela relativamente al delitto di
incendio ai danni del parcheggio «Blu Parking», poiché viene posta in evidenza la
finalità dell'azione commissionata dal ricorrente, il quale si era rivolto
all'intermediario Alessandro De Simone che aveva reperito gli esecutori materiali
Lazurko, Chubaiko e Prekob, finalizzata «a farla pagare» agli imprenditori
concorrenti responsabili, secondo l'indagato, di avergli «mandato» un
accertamento della Guardia di Finanza e di avere cercato, altresì, di
estrometterlo dal business dei parcheggi nell'area aeroportuale, tanto che il
medesimo dichiarava espressamente la propria volontà di «fare del male» agli
avversari.
È emerso, infatti, in maniera univoca l'intento delle azioni, non certo
finalizzate al danneggiamento di alcuni autoveicoli, ma piuttosto alla
realizzazione di plurimi attentati incendiari posti in essere allo scopo di intimidire
i rivali economici e rovinare le loro attività cornmerciali,così da garantirsi il
monopolio nella gestione dei parcheggi nell'area aeroportuale.
2.2. Sul punto il ricorso è infondato perché non è in grado di indebolire la
motivazione del provvedimento impugnato che ha evidenziato le finalità del
mandato conferito dal ricorrente, poiché la deduzione, secondo cui l'avvenuta

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esclusione della responsabilità concorsuale per i concorrenti delitti relativi al
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Trasmessa
n. i ter copia ex art. 23
L 8-8-95 n.
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porto e alla detenzione dei congegni incendiari doveva condurre all'esclusione
dell'esistenza dell'elemento psicologico del delitto di incendio, è estranea al
perimetro argomentativo del Tribunale del riesame.

3. Per quanto riguarda le caratteristiche dell'incendio, la giurisprudenza di


legittimità è costantemente orientata ad affermare che «gli elementi costitutivi
del reato d'incendio, classificato fra i delitti contro l'incolumità pubblica, vanno

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identificati nella vastità delle proporzioni delle fiamme, nella diffusività delle
stesse, ossia nella tendenza a progredire e ad espandersi e nella difficoltà di
spegnimento» (Sez. 1, n. 14592 del 16/11/1999, Ascenzi, Rv. 216129).
In proposito, come logicamente e coerentemente affermato dai giudici della
cautela, sul punto non contraddetti dal ricorso, l'incendio sviluppatosi a seguito
del lancio delle bottiglie incendiarie si era dimostrato di particolare diffusività e
distruttività, tanto che, anche tenendo conto che i veicoli fatti oggetto dell'azione
sono dotati di serbatoi di carburante, le conseguenze dell'azione erano
certamente destinate a creare un concreto ed effettivo pericolo di diffusione delle
fiamme a tutta l'area di parcheggio nonché alle zone circostanti, potendosi
alimentare le medesime sia dal carburante contenuto nei serbatoi, sia dagli altri
oggetti che si trovavano nei pressi.

4. Al rigetto del ricorso consegue, ai sensi dell'art. 616 cod. proc. pen., la
condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento.

P.Q.M.

Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese


processuali.
Manda alla cancelleria per gli adempimenti di cui all'art. 94, comma 1-ter,
disp. att. cod. proc. pen.
Così deciso il 11 luglio 2018.

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