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Università degli studi di Cagliari

Facoltà di Scienze Politiche


Corso di Laurea Magistrale “Governance e sistema globale”

Attraverso la terra dello Yo-Yo1:


Analisi dell’espansione islamica nell’arcipelago.

Saggio di Politica Internazionale dell’Asia

Docente: Professoressa Annamaria Baldussi

Focus: Espansione Islamica nell’Arcipelago

Sonia Marouani 50094

1
Yo-yo è una parola filippina che vuol dire: tornare indietro. Sembra che nel passato, nelle filippine, lo yo-yo fosse stata un'arma. Il suo secondo uso
come giocattolo è iniziato solo nella seconda metà del XIX secolo e brevettato come tale nel 1866. Nel 1920 il filippino Pedro Flores iniziò a produrre
e vendere il giocattolo negli USA. Nel 1929, un certo D F Ducan Sr comprò i diritti e registrò il marchio "yo-yo"negli USA.
Cartina delle Filippine con ingrandimento di Mindanao:
Introduzione

In questo breve saggio ci accingiamo ad analizzare una particolare versione del cosiddetto Islam
plurale. Per spiegare meglio questa affermazione dobbiamo dire due parole su questa religione
monoteista. L’Islam2 nacque a Mecca nella penisola Arabica, tra l’ultimo quarto del 500 e la prima
metà del 600 D.C. la sua origine è per alcuni, fatta risalire alla nascita del Profeta Muhammad (Pace
e benedizioni su di lui) in un anno compreso tra il 567 e il 572 D.C., per altri con la prima rivelazione
tramite l’Arcangelo Gabriele proveniente da Allah, avvenuta nella soprannominata “Notte del
Destino” nel 610 D.C., infine per altri ancora coinciderebbe con l’Egira, ovvero la fuga del Profeta e
della sua piccola comunità di fedeli verso Yatrib, poi chiamata Medina, per sfuggire alle persecuzioni
delle popolazioni meccane, avvenuta nel 622 D.C.
Con la morte del Messaggero, ci fu la prima Fitna3 all’interno della comunità per la questione della
successione come guida, la decisione oscillava tra l’elezione democratica, e quella ereditaria, tra Abu
Bakr, (caro amico, suocero e primo uomo convertitosi all’Islam) e Ali (cugino, e genero), da questa
diatriba nacquero le due grandi ramificazioni dell’Islam, il ramo sunnita 4, ovvero di coloro che
volevano Abu Bakr, e il ramo sciita5, che voleva Ali. Una religione che nacque in maniera umile e
silenziosa, per certi versi anche spirituale, si trasformò in seguito in un tornado di conquista, basti
dire che dalla fine dell’Egira fino al secolo successivo, quasi cento anni esatti dopo, la mole delle
terre conquistate era vastissima. Si estendevano dalla Penisola Arabica a ventaglio, verso ovest fino
a Poitiers, dove nella battaglia omonima gli arabi furono bloccati dai Merovingi nel 732 D.C. e verso
est fino a Talas, nell’attuale Kazakhstan, che determinò la spartizione dei territori dell’area Altaica
tra musulmani e cinesi nel 757 D.C. Si può dire che in seguito a questi due eventi determinanti,
l’espansione rallentò molto e arrivò nel sud est asiatico, oggetto di questa analisi solo nel XIV secolo.
Fatta questa necessaria, seppur breve, premessa istituzionale e storica è importante definire bene gli
obiettivi di questo saggio, essi sono relativi alla storia dell’arcipelago filippino a partire dall’arrivo
dell’Islam, che avviene in linea temporale molto vicino all’arrivo degli occidentali, con la
colonizzazione spagnola. È importante comprendere i rapporti tra queste due culture e collocare il
ruolo del territorio ospitante e delle culture e religioni originarie. Terminata la parte storica che
passerà dal controllo statunitense a quello giapponese e alla Repubblica, disseminata di presidenti,
chi più dittatoriale chi meno, parleremo del ruolo della comunità musulmana, che seppur minoritaria,
resta detentrice di un grande potere, ed infine la deriva estremista di alcuni gruppi musulmani e le
attuali rivendicazioni e collegamenti con lo Stato Islamico dell’Isis.
Cercheremo infine di capire se per questo stato ci potrà essere una possibilità democratica e onesta a
livello politico ed economico, e se a livello religioso entrerà a far parte dei paesi allineati contro l’Isis
o se diventerà l’ennesimo burattino nelle mani del terrorismo.

Storia delle Filippine:

Gli Stranieri in territorio filippino


Per comprendere a fondo un paese non basta studiarne la storia, ma bisogna fare una piccola premessa
sulla società presente e le distinzioni interne a livello di classe e comprendere le culture locali, in
maniera da essere coscienti del ruolo che questi elementi avranno in seguito, con l’arrivo di una
predominanza religiosa o territoriale e la successiva mescolanza degli stessi. Nel caso specifico

2
Abbandono, sottomissione (alla volontà divina).
3
Divergenza tra le persone e mancanza di accordo, come nella āyah:
“(…) e vi avrebbero solo danneggiato, correndo qua e là (spargendo corruzione) e seminando sedizione tra voi” [At-Tawbah, 47] cioè, avrebbero
istigato divergenze tra di voi, come è detto in al-Kashshāf, 2/277.
4
Seguaci ortodossi dell'Islam, di cui costituiscono la maggioranza; sin dalla metà del 1° sec. Dell’egira, i sunniti assunsero tale nome per affermare
che essi soltanto erano i seguaci della vera tradizione o sunna di Maometto. La prima caratteristica dei sunniti fu il riconoscimento della piena
legittimità dei quattro primi califfi elettivi.
5
Minoranze islamiche (dall’arabo shī‛at ‛Alī, «la fazione di ‛Alī»). La loro origine risale alla morte del Profeta (632).
filippino abbiamo una società divisa in classi, abbiamo l’unità base degli agricoltori chiamata
Barangay che era una forma di organizzazione di tipo familiare guidata da un Datu, un capo.
All’interno di esse troviamo la divisione in classi tipica, ovvero i Maharlika, nobili, i Timawa, gli
uomini liberi, e gli Alipin ovvero gli schiavi. Possiamo notare somiglianze con il sistema di classi
feudale di stampo occidentale. Questa sarà la situazione che troveranno sia i musulmani che gli
occidentali, i primi arriveranno nel XIV sec. Attraverso i mercanti e i missionari soprattutto
nell’arcipelago di Sulu e nell’isola di Mindanao, i secondi nel 1521 con la spedizione guidata da
Magellano che proclamò l’isola di Cebu nuovo territorio del Regno di Spagna chiamandola Isola di
San Laboro e convertendo parte della popolazione al cattolicesimo. Morì poco tempo dopo per una
disputa con il clan dei Lapu Lapu.
In seguito ci furono altre spedizioni spagnole tra le quali quella di Villalobos, che diede il nome
Filippine all’arcipelago in onore del re Filippo II di Spagna, e quella di Legazpi che diede inizio al
dominio spagnolo vero e proprio quando si spostò la capitale a Manila, porto strategico e ricco, e con
l’acquisizione del predominio sui portoghesi. La conquista di questi territori non fu particolarmente
violenta ad eccezione dell’isola di Mindanao, nella quale era stanziata la maggioranza della comunità
musulmana, che non si arrese facilmente e cercò di riconquistare anche le isole di Visayas e Luzon,
questi dissapori continuarono fino alla metà del XIX secolo, uno dei motivi oltre quello territoriale
era la visione di un antagonista religioso, perché si sa che la Spagna, cattolica, cerca sempre di
convertire i popoli sottomessi, e ad eccezione dell’Islam arroccato nel su dell’arcipelago non c’era
nessun vero avversario, ecco perché oggi la maggioranza è ancora cattolica. Oltre alla religione gli
spagnoli furono facilitati dallo spirito di adattamento, ovvero si appoggiarono al sistema sociale
esistente, facendo solo qualche piccola modifica, ovvero creando la classe borghese, Principalia, e
portando il concetto di proprietà privata, che fu uno dei più importanti cambiamenti nella storia delle
Filippine. Bisogna dire che economicamente l’arcipelago non portò sostanziali vantaggi agli spagnoli,
anche perché non commerciò mai con la madre patria, e in più il conflitto con l’Olanda 6 nel XVII
secolo e i continui scontri con i musulmani, portò la colonia alla bancarotta. Nel 1762 come
conseguenza all’ingresso della Spagna nella guerra dei 7 anni7, l’Inghilterra invase il suolo filippino
interrompendo il dominio spagnolo, ripristinandolo solo dopo il trattato di Parigi8 nel 1764. Nel 1781
il governatore generale Vargas costituisce la Società economica degli amici del paese, e le Filippine
passeranno sotto diretto controllo spagnolo. Poco meno di un secolo dopo l’apertura del canale di
Suez nel 1869 ridurrà di molto il tempo di viaggio per l’Europa che darà anche il via alla nascita di
una classe illuminata filippina, gli Ilustrados che andranno a studiare in Europa e rivendicheranno
ideali di indipendenza che neel 1896 prenderanno piede con la rivoluzione guidata da una società
segreta che aveva l’intento di rovesciare il governo spagnolo, pochi anni dopo la Spagna perderà la
guerra contro gli Stati Uniti9 che avrà conseguenze anche sulle Filippine portando alla dichiarazione
d’indipendenza nel 1898 costituendo la prima Repubblica delle Filippine con la prima Costituzione
d’Asia.
Con l’affermarsi della presenza statunitense l’arcipelago prese una nuova direzione, lo scopo era di
condurre le Filippine verso un’indipendenza stabile, con la creazione di un governatorato civile e nel
1907 con l’inaugurazione della prima Assemblea delle Filippine. Tutto questo era meramente formale
perché gli Usa non volevano delegare nulla alle autorità filippine, il giro di boa si ebbe nel 1913
quando con la presidenza Wilson cambiarono i principi cardine americani, con l’affermazione del
principio di autodeterminazione dei popoli che con l’emanazione del Jones Act, vedrà nero su bianco
la promessa della vera indipendenza alle Filippine. Nel 1933 ci sarà una prima bozza del testo di legge
pro indipendenza che verrà rifiutato perché prevedeva il controllo americano sulle basi navali, nel
1934 con il Tydings-McDuffie Act si formerà il Commonwealth delle Filippine per un periodo di

6
La guerra degli ottant'anni, o rivolta olandese o rivolta dei Paesi Bassi, fu la ribellione delle Province Unite contro il dominio spagnolo, che si
tramutò in un conflitto durato dal 1568 al 1648, quando l'indipendenza delle Province Unite fu sancita dalla Pace di Vestfalia.
7
La guerra dei sette anni fu un conflitto che si svolse tra il 1756 e il 1763 e coinvolse le principali potenze europee dell'epoca, fra cui la Gran
Bretagna, la Prussia, la Francia, l'Austria e l'Impero russo. Questa guerra venne definita da Winston Churchill come la prima vera guerra mondiale,
poiché fu il primo conflitto della storia ad essere combattuto non solo sul territorio europeo, ma anche in varie parti del globo dove le potenze europee
avevano dei possedimenti coloniali.
8
Il trattato di Parigi del 1763, spesso chiamato anche pace di Parigi, è il trattato che nel 1763 pose fine alla guerra dei sette anni, che coinvolse buona
parte degli stati europei e le rispettive colonie.
9
Guerra ispano-americana, guerra Breve conflitto combattuto nel 1898 tra USA e Spagna e conclusosi con la vittoria dei primi e l’indipendenza di
Cuba, dal 1895 in rivolta armata contro il governo coloniale spagnolo.
dieci anni che avrebbe garantito la transizione pacifica verso l’indipendenza, essa avrebbe avuto una
sua costituzione e un so governo, ma non la responsabilità della politica estera. Nel 1935 fu eletto il
primo presidente filippino Quezon del partito nazionalista, famoso per la sua ambiguità, in quanto era
un forte sostenitore dell’indipendenza, ma anche degli Stati Uniti.
Nel 1941 il Giappone dopo aver attaccato Pearl Harbor, lanciano un attacco a sorpresa anche sulle
Filippine, grazie al quale riescono a sconfiggere gli statunitensi e prendere il controllo del territorio
nel 1942 esiliando sia il governo Quezon che i militari statunitensi sopravvissuti, molti morirono nella
cosiddetta “marcia della morte” verso i campi di detenzione. I giapponesi cambiano la forma di
governo costituendo un governo civile che durerà fino al 1943 anno in cui verrà dichiarata
l’indipendenza formale anche in questo caso, che porterà a combattimenti tra filippini affiancati dagli
americani e truppe giapponesi, il tutto si concluderà nel 1945 con la sconfitta giapponese.

L’Epoca moderna e la dittatura Marcos (gli anni bui)

L’anno successivo vedremo l’inizio della storia moderna delle Filippine come stato indipendente, ci
furono varie presidenze di cui citeremo solo le più importanti, la prima è quella di Roxas, primo
presidente della neonata repubblica filippina, viene ricordato per il Philippine Trade Act, che
conferma la presenza americana, solo a livello militare, infatti gli verrà concesso l’affitto delle basi
per 99 anni, successivamente ridotti a 25. Un altro presidente importante è Magsaysay fautore della
sconfitta del gruppo di ribelli chiamato Huk10 e per l’attuazione di riforme agricole, promuovendo la
costituzione di colonie agricole cattoliche in territorio tradizionalmente musulmano. Un altro
presidente fu Garcia che insisté sulla questione dell’identità filippina e riuscì a ridurre la presenza
statunitense sul suolo filippino, perse popolarità a causa della corruzione. Siamo arrivati a metà degli
anni ’60, anni in cui la storia delle Filippine prenderà una svolta radicale, le elezioni sono vinte da
Ferdinand Marcos il cui governo dittatoriale durerà per 21 anni, durante i quali effettuerà delle riforme
consistenti a livello economico e accentrerà il potere nelle sue mani. In quegli anni ci saranno molte
lotte intestine tra il partito comunista filippino11 che dà vita al movimento “Militari di nuovo popolo”
e il “Fronte nazionale di liberazione Moro”12 musulmano che combatte per l’indipendenza di
Mindanao, successivamente a questi disordini, che diventano massicci nel 1972, Marcos dichiarò la
legge marziale, che gli permise di ridurre molte libertà civili e di catturare attivisti che gli erano
contrari, importante a questo riguardo è la cattura di Benigno Acquino Jr che rese il personaggio della
moglie particolarmente celebre. In questi anni ci fu anche il lavoro della costituente per sostituire la
costituzione coloniale del 1935, e un aumento netto del PIL. Nel 1981 la legge marziale fu tolta e nel
1983 al suo ritorno dall’esilio Benigno Acquino fu assassinato perché Marcos temeva che se fosse
vissuto avrebbe vinto le successive elezioni, era un personaggio carismatico “Egli era il più fiero
oppositore della dittatura, nulla si sarebbe opposto all’ascesa di Ninoy Aquino mentre la stella del
regime di Marcos era diventata ormai una stella cadente”.13 Nonostante Ninoy fosse lontano era
sempre informato sulla situazione filippina e di tutto l’asse Asean, e la decisione di tornare in patria
fu dettata dalla volontà di fare un ultimo tentativo con il dittatore, che sapeva essere morente, per un
passaggio del testimone pacifico, anche se era perfettamente consapevole che il rischio di essere
ucciso o incarcerato era altissimo. Purtroppo le informazioni ricevute sullo stato di salute di Marcos
non erano accurate, e come sappiamo fu ucciso appena ebbe messo piede a terra nell’aeroporto di
Manila. Se Marcos avesse previsto le conseguenze forse non avrebbe commissionato l’omicidio,
infatti dopo l’assassinio gli Stati Uniti che avevano sempre supportato il suo governo chiudendo
bonariamente un occhio sui suoi metodi dittatoriali, cominciarono a fare pressioni perché lasciasse
l’incarico e si andasse ad elezioni anticipate, a questo punto entra in campo la vedova Acquino,
Corazon che denunciò l’irregolarità delle suddette elezioni del 1986 che vedevano Marcos

10
Abbreviazione di hukbalahap, «esercito popolare antigiapponese», a base contadina e di ispirazione comunista.
11
(Partido Komunista ng Pilipinas) Il PKP assume come propria linea base e guida della rivoluzione filippina e internazionale il marxismo-
leninismo-pensiero di Mao Zedong, cioè il pensiero analizzato da Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao e dal 1969 combatte una difficile guerra
popolare tramite il suo braccio armato, il Nuovo Esercito Popolare. Dal punto di vista internazionale fa parte della Conferenza Internazionale dei
Partiti e delle Organizzazioni Marxisti-Leninisti, dal punto di vista nazionale del Fronte Democratico Nazionale.
12
Il Moro National Liberation Front (MNLF) è un'organizzazione politica il cui obiettivo è la secessione dalla Filippine e la creazione di uno Stato
islamico che copre le Isole Sulu, Mindanao e Palawan.
13
http://www.lindro.it/0-cultura/2014-08-25/139666-lassassinio-di-ninoy.
nuovamente vittorioso, questo scandalo fu reso pubblico grazie alla Rivoluzione del Rosario14 che
vedeva Corazon spalleggiata dall’opposizione e in seguito anche dai militari che tolsero l’appoggio
a Marcos, tutti questi elementi lo spinsero a lasciare l’incarico.

Il bianco e il nero: il governo illuminato di Corazon Acquino e la presidenza


(corrotta) di Arroyo
Corazon divenne così il primo presidente donna delle Filippine e dell’intero continente asiatico. Il
suo mandato durò sei anni durante i quali dovette affrontare diversi colpi di stato da parte dei fedeli
di Marcos, nel 1992 il suo mandato terminò e gli succedette il suo segretario alla difesa Fidel Ramos.
Gli atti principali della sua presidenza furono all’insegna della ricerca di un accordo tra le parti in
causa, legalizzò il partito comunista, nel 1996 firma un accordo di pace con il Fronte di liberazione
nazionale Moro, ma la crisi economica porterà alla fine del suo mandato con l’elezione di Estrada,
che sarà accusato di corruzione e malversazione che lo porteranno a rassegnare le dimissioni nel 2001,
al suo posto salirà al potere un’altra donna, Gloria Arroyo. La sua presidenza fu complicata, dalle
fratture interne e dalle accuse di poca trasparenza, nel 2004 concorre a nuove elezioni che vincerà
nuovamente. L’ultimo periodo fu decisamente in salita per la Arroyo, nel 2010 ci sarebbero state le
nuove elezioni dalle quali sarebbe stata esclusa perché già al suo secondo mandato, le accuse di
impeachment non avevano sortito effetti portando a massicce manifestazioni di piazza, la ciliegina
sulla torta fu la strage di Maguindanao avvenuto nel novembre del 2009, nella parte sud occidentale
dell’isola di Mindanao, la questione era sostanzialmente relativa ad una lotta di potere tra clan, quello
di Magundatu che voleva iscriversi come candidato a governatore della provincia sfidando così il
potente clan degli Ampatuan detentore del potere da anni, il convoglio fu intercettato dalla polizia
locale e dai membri del clan Ampatuan e una volta raggiunto un luogo isolato freddati e seppelliti in
fosse comuni. Questa strage fece il giro del mondo facendo puntare il dito dei paesi stranieri e delle
ONG per la protezione dei diritti umani contro le Filippine e soprattutto contro il governo Arroyo,
che sebbene stesse progettando un colpo di stato costituzionale per emendare quest’ultima ed avere
un nuovo mandato, con questo pubblica accusa non poté più fare nulla e dovette ritirarsi dalla
competizione lasciando il posto a Benigno Acquino III unico figlio maschio Di Benigno e Corazon
Acquino e a suo cugino Gilberto Teodoro. Si cercò comunque di contenere lo scandalo del massacro
arrestando uno dei leader del clan Ampatuan e smilitarizzando la zona ricolma di armi e mercenari
assoldati come esercito privato, si arrivò a dichiarare anche la legge marziale, che però fu giudicata
un’esagerazione anche dalla chiesa cattolica e perciò fu tolta una settimana dopo. Per concludere
questo resoconto storico dobbiamo spendere due parole sulle relazioni internazionali delle Filippine,
che si è già detto sono nate recentemente, in quanto prima no avevano il controllo della politica estera,
ed anche ora tra i principali attori troviamo gli Stati Uniti in virtù del legame precedente, poi la Cina
e l’ASEAN. Durante il governo Arroyo, che si dichiarava migliore amico degli Usa, ci furono anche
missioni fianco a fianco per sconfiggere il terrorismo, Obama stesso considera le Filippine come una
chiave da inserire nella toppa dell’Asean, ovviamente la Cina non rimane in un angolo, anzi rafforza
i rapporti sino-filippini concedendo anche lo sfruttamento comune delle isole Spratley oggetto di
contenzioso storico. Per quanto riguarda l’Asean le Filippine hanno salutato con favore la creazione
di una nuova commissione per i diritti umani, bisognerà vedere se verranno applicati anche nei
territori più interni, come le isole del sud dell’Arcipelago, ad esempio Mindanao, storicamente
enclave musulmana. Ma da quando lo è diventata? Per rispondere a questa domanda dovremmo
tornare indietro di qualche secolo.

14
La Rivoluzione dei Rosario o Rivoluzione delle Filippine del 1986 o Rivoluzione del Potere Popolare è l'insieme di avvenimenti che hanno portato
alla caduta del regime militare di Ferdinand Marcos nelle Filippine nel 1986.
Dalla prima Espansione islamica nell’arcipelago ai giorni nostri:

L’Islam nelle Filippine arriva nel XIV secolo con mercanti e missionari, si stanzia nella parte sud
fondando vari sultanati, come quello di Maguindanao e Sulu. I primi insegnamenti sono attribuiti a
Makdum, musulmano con ascendenze sufi che portò dopo una graduale islamizzazione dell’area alla
creazione del primo sultanato a Sulu. Il metodo adottato dai mercanti era insediarsi in queste comunità
apprenderne gli usi e costumi adattando quindi l’Islam in questa versione e sposandone le donne
divenendo Datus, ovvero capi delle tribù indigene. Un’invasione dal basso quindi,
“un’inculturazione”15 una mescolanza tra usanze locali e Islam, queste persone che avevano
superiorità culturale e tecnologica conquistarono velocemente gli indigeni. Possiamo delineare alcune
linee basilare per il sistema di introduzione dell’Islam, il primo passava attraverso l’insegnamento
alle famiglie delle quali diventavano parte integrante, il secondo era l’organizzazione meticolosa
effettuata in loco, attività commerciali, centri di divulgazione dell’Islam, il tutto aiutato dal rispetto
che i locali avevano per i loro capi carismatici, dei quali conservavano il ricordo e che identificavano
in questi diffusori del messaggio del Profeta Muhammad, in terzo luogo la successiva accettazione
del sultanato portò da una parte un’organizzazione maggiore, dall’altra il consolidamento della
religione. Infine è importante sottolineare che già dall’arrivo degli spagnoli la comunità era molto
coesa ed infatti furono gli unici a ribellarsi contro il colonizzatore cristiano. Gli spagnoli dopo la
battaglia di Granada, nella quale cacciarono i Mori dalla Spagna, decisero quindi, guidati
dall’esploratore Magellano, di esplorare l’oriente arrivando nelle Filippine, dove attuarono una
politica di conquista sia economica che culturale e religiosa, cristianizzando con facilità le
popolazioni del nord. Spingendosi a sud incontrarono le comunità indigene islamizzate che tentarono
di convertire con la forza senza successo infatti esse erano molto coese con un forte senso di
appartenenza alla comunità, il concetto di Marabat (orgoglio, amor proprio) era difficile da
sconfiggere, si potrebbe far risalire le velleità e la volontà di distacco che vedremo in seguito anche
con questo episodio storico. Il conflitto con gli spagnoli durò per altri tre secoli, fino alla fine della
colonizzazione spagnola nel 1898. Con gli americani le cose andarono diversamente, loro
identificarono la comunità musulmana come simile aa quella degli indiani d’America e quindi li
lasciarono vivere tranquilli nel loro territorio, questo fu molto apprezzato dalla comunità musulmana
che non partecipò ai movimenti indipendentisti e chiese anzi di restare sotto il protettorato americano.
L’unica parentesi che vide i musulmani filippini combattere al fianco del resto della popolazione fu
durane l’invasione giapponese, ma alla fine del secondo conflitto mondiale le diversità e i problemi
dei Moros esplosero. Il problema era che una volta fondata la repubblica indipendente con la sua
costituzione e le sue leggi, i musulmani non si ritrovavano, non potendo più applicare i concetti
previsti dalla legge sharaitica, in più si vedeva il sistema legislativo e scolastico, di stampo occidentale
teso ad allontanare i giovani dall’Islam. Quindi il tentativo di politica di integrazione attuata dal
governo filippino non stava avendo i risultati sperati, a tutto questo bisogna aggiungere il massiccio
arrivo di coloni del nord con le politiche agricole, incoraggiati dal governo filippino, che stavano
defraudando le loro terre. Il governo sentendosi pressato da questi disaccordi cercò di accelerare il
processo di integrazione offrendo borse di studio per studenti musulmani, la risposta fu un esacerbarsi
del conflitto che spinse molti dei suddetti giovani a studiare nelle università islamiche come Al-Azhar
e tornare come teologi a rimpolpare le file degli ulama che avrebbero preparato il terreno per gli
scontri deli anni ’70. Quindi possiamo vedere una sorta di Nahda (rinascita) islamica nella metà del
‘900, soprattutto grazie ad un senatore musulmano, Alonto, che non solo viaggiò per molti paesi
islamici invitando dotti islamici aa visitare lee filippine, ma tradusse il Corano in lingua maranao, per
facilitarne la comprensione, istituì il collegio musulmano a Marawi city, tutte queste azioni portarono
ad una risposta da parte della comunità musulmana che costruì moschee in ogni villaggio,
rafforzandone l’unità interna e esacerbando il distacco dal resto dell’Arcipelago. Questo condusse ad
un movimento secessionista che diede vita negli anni ’60 al Fronte di Liberazione Nazionale Moro
che aveva mire di resistenza e di indipendenza. La ribellione fu un passo breve da compiere, si dice
che la nascita di questo movimento sia legata al massacro di Corregidor, nel quale soldati musulmani

15
Affattato Paolo, Rissoso e frastagliato: l'Islam nelle Filippine, in Affattato Paolo, Giordana Emanuela (a cura di), A Oriente del Profeta, Obarrao
Edizioni, Milano, 2005 pag. 161.
filippini furono giustiziati per alto tradimento per non aver obbedito agli ordini, che consistevano
nell’attaccare le truppe malesi musulmane. Questo peggiorò il già negativo sentimento verso il
governo filippino portando così la ribellione musulmana nel sud, Marcos stesso cercò di fermarle
dichiarando la legge marziale che fu comunque inefficace. Le richieste consistevano nel ritiro delle
truppe, la proclamazione della legge islamica nelle province musulmane e dell’indipendenza di
Mindanao. Nel frattempo il Fronte di Liberazione Nazionale Moro ottenne il riconoscimento ufficiale
della Conferenza Islamica, che li convinse ad abbandonare le mire secessioniste per una più attenuata
Autonomia, il che portò al cessate il fuoco sancito dall’Accordo di Tripoli nel 1976.

Focus sul fondamentalismo islamico filippino, Abu Sayyaf:


La pace durò poco perché nel fronte islamico si verificarono le prime scissioni interne, si formarono
il Fronte di Liberazione Islamico Moro, e il Mujaheddin Commando freedom fighters, poi conosciuto
come Abu Sayyaf, che continuarono la guerriglia. Comunque gli accordi di Tripoli avevano aperto
una possibilità di dialogo che portò al gradino successivo dell’integrazione, con l’approvazione di
scuole islamiche, costruzione di nuove moschee e celebrazione di festività musulmane. Siamo arrivati
agli anni della fine del regime Marcos e della nuova presidenza Acquino, avendo già buone basi di
dialogo Corazon volle incontrare il capo dei ribelli per cercare una via di comunicazione pacifica, che
si risolse con gli accordi di Jeddah in Arabia Saudita che portarono al costituzione di una regione
autonoma musulmana. Ci sarebbero voluti 10 anni alla creazione della regione, che sarà composta da
14 province e 9 città, il governatore sarà il leader dei ribelli Misuari. Nonostante le premesse fossero
buone, in quanto un leader dei ribelli era entrato nell’amministrazione civile, alcuni gruppi erano
scontenti e soprattutto nel Fronte di Liberazione Islamico Moro troveremo ancora reclutamenti e
guerriglia, questo è il panorama frastagliato che si offre ai nostri occhi oggi. Per comprendere il
panorama di movimenti secessionisti e terroristi nel panorama filippino dobbiamo fare una
distinzione tra il Fronte di liberazione islamico Moro che era rimasto attaccato all’idea indipendentista
e il gruppo Abu Sayyaf terrorista ed affiliato ad Al-Qaida.16
Il primo movimento si basava sulle affermazioni fatte da Khomeini dopo la creazione dello Stato
Islamico in Iran nel 1979: la Costituzione erano i versetti del Corano e la legge era la Shari’a, in virtù
di questo si poneva in netto contrasto con la politica autonomista dell’ex capo dei ribelli Misuari e
del MLFN17. Essi quindi sottolineavano l’importanza della matrice islamica e secessionista a quella
nazional-autonomista. Queste posizioni durarono fino alla morte del loro leader storico Hashim
Salamat che venne sostituito da un più tollerante Haji murad, che soprattutto dopo gli eventi del 2001
ritenne importante aprirsi al dialogo con il governo filippino grazie anche alla mediazione del governo
malaysiano.
Il secondo movimento è uno dei distaccamenti indipendenti da MLFN e MILF18, di stampo terrorista
Jihadista19 chiamato Abu Sayyaf (padre dei forgiatori di spade o lame), parte della rete del terrore
islamica, sono ricordati per le loro efferatezze e crudeltà sanguinarie compiute in nome di Dio,
particolarità questa che sembra essere comune a tutti questi gruppi terroristici. Quali sono le origini
e gli obiettivi di questo gruppo? Si dice che siano nati in Afghanistan e che in seguito alla fine del
conflitto abbiano stabilito la base nel sud delle Filippine, il loro obiettivo è di ottenere l’indipendenza
da resto del territorio filippino per fondare uno stato islamico, e per questo combattono contro il
governo che è considerato usurpatore e infedele e rivale nella conquista del sostegno popolare. In
seguito agli accordi stabiliti tra governo filippino e MLFN prima e MILF poi e la creazione dello

16
Dall’Arabo: "la base", è un movimento islamista sunnita paramilitare terroristico nato nel 1989, fautore di ideali riconducibili al fondamentalismo
islamico, impegnato in modo militante nell'organizzazione e nell'esecuzione di azioni violentemente ostili sia nei confronti dei vari regimi islamici
filo-occidentali definiti munāfiqūn (ipocriti), sia del mondo occidentale definito kufr (infedele) guidato fino alla sua morte nel 2011 da Osama Bin
Laden.
17
(Moro National Liberation Front).
18
(Moro Islamic Liberation Front).
19
Personalmente non concordo con l’utilizzo del termine Jihad come strettamente legata al termine terroristico, nel testo lo cito perché nei volumi di
riferimento è sempre presente, ma ci tenevo a precisare che a mio avviso il termine Jihad ha attualmente l’unico significato di “sforzo del fedele verso
Allah, in senso spirituale e di fede”, l’altro significato attribuitogli a forza ovvero di “guerra santa” è errato in quanto anacronistico, in particolare fa
parte dei versetti del Corano ritenuti, da molti dotti religiosi, specifici, ovvero inviati per coprire un particolare evento storico, in questo caso la prima
espansione islamica per evitarne la scomparsa dopo la morte del Profeta Muhammad, diventa anacronistico se usato fuori dal contesto storico ed è
quindi da ritenersi abrogato.
stato autonomo della provincia musulmana di Mindanao, questo gruppo è stato sempre più messo da
parte e relegato nella rete terroristica combattuta ormai da tutti i paesi della coalizione anti terrorismo,
compresa Manila che mantiene i rapporti con gli Stati Uniti. Ad oggi i gruppi armati registrati come
terroristici a livello mondiale sono appunto The Abu Sayyaf Group, Jemaah Islamiyah (di origine
indonesiana, ma con interessi nelle Filippine del sud), New People Army (comunista che agisce nella
zona nord), poi abbiamo il Moro National Liberation Front (MNLF), il Moro Islamic Liberation Front
(MILF) e il Bangsamoro Islamic Freedom Fighters (BIFF) gruppo che si è staccato dal MILF. Le
ultime notizie vedrebbero l’ASG cercare un contatto con l’ISIS, non ci sono prove di un legame, ma
solo alcuni fatti che fanno temere il peggio: una dichiarazione di fedeltà espressa in un video, e
migliaia di filippini che sono andati ad ingrossare le fila dello Stato Islamico.
Conclusioni
In conclusione che possiamo dire sul futuro dell’Islam e della lotta al terrorismo? Molto particolare
l’opinione di Edwards a riguardo, egli sostiene infatti che questa nuova minaccia globale, sia peggio
del Nazismo e dello Stalinismo, “nella guerra condotta dal fondamentalismo islamico sarebbero
infatti state ignorate le regole del gioco”20:
“Non c’è un consenso di base su cosa sia da ritenersi vergognoso, su cosa si situi al di fuori dei confini
della civiltà. A differenza dell’Unione Sovietica i terroristi islamici non sono né uno stato che può
essere sottoposto a deterrenza convenzionale o a regole internazionali, né un insieme di individui
frenati dalla paura delle morte”21. Come sappiamo per loro morire nell’adempimento della missione
non equivale al suicidio22, ma al martirio,23 quindi i mezzi utilizzati precedentemente sono inutili. A
mio parere ci troviamo ad una pietra miliare per la storia dell’Islam che potrebbe decretarne
l’evoluzione o la scomparsa, dipenderà se le nazioni allineate nella lotta al terrorismo e i paesi arabi,
che si sono messi d’accordo per non andare mia d’accordo, riescano a fare fronte comune per
sconfiggere questo nemico del XXI secolo, nel caso di vittoria per l’Islam potrebbe essere un vero
giro di boa in quanto anche i conservatori come l’Arabia Saudita, ha visto dove il fondamentalismo
radicalizzato può arrivare e quali orrori può compiere in nome di Dio, non vorrà più identificarcisi e
finalmente la corrente riformista che vorrebbe portare questa religione millenaria nel futuro possa
prevalere. D’altro canto potrebbe verificarsi anche la peggiore delle ipotesi, ovvero che l’integralismo
rappresentato in questi ultimi mesi soprattutto dall’ISIS prenda il sopravvento e ci travolga tutti.
L’unica soluzione è restare ad osservare cosa succederà.

Bibliografia

20
EDWARDS Beverley Milton, Il fondamentalismo islamico dal 1945, Salerno editrice, Roma, 2005 pag.165.
21
Friedman T.L.,West Faces War of Ideas With Islamists, in Arizona Daily Star.
22
Nel Corano:
"O voi che credete, non divorate vicendevolmente i vostri beni, ma commerciate con mutuo consenso, e non uccidetevi da voi stessi. Allah è
misericordioso verso di voi.
Chi commette questi peccati iniquamente e senza ragione sarà gettato nel Fuoco; ciò è facile per Allah.
(AL nisa, La sura delle Donne 4-29,30).
23
La parola shahîd, correntemente utilizzata ai nostri giorni per designare il "martire", e il suo plurale shuhadâ', corrispondono etimologicamente al
greco martys e significano "testimone". Nel Corano incontriamo il termine 55 volte, per lo più nel senso giuridico di testimone. In tre casi si tratta
chiaramente di "martiri". Ecco i testi [nella traduzione di A. Bausani, N. d. R.]: «Coloro che obbediscono a Dio e al Suo Messaggero, saranno insieme
con quei Profeti (nabiyyîn), quei Giusti (siddîqîn), quei Martiri (shuhadâ'), quei Santi (sâlihîn) cui Dio elargì i suoi favori: compagni, invero,
sublimi!» [4,69]; «E scintillerà allora la terra della Luce del Signore, e sarà spalancato il Libro, e saran condotti i Profeti (nabiyyîn) ed i Martiri
(shuhadâ'), e sarà pronunciato Giudicio secondo Verità fra gli uomini, e non sarà fatto loro alcun torto» [39,69]; «E coloro che avran creduto in Dio e
nei Suoi Messaggeri, saranno i veraci (siddîqîn) e i testimoni (shuhadâ') presso il Signore; avranno la loro mercede e avranno la loro luce; mentre
coloro che rifiutaron la Fede e smentirono i Nostri Segni saranno gente d'Inferno» [57,19]. È chiaro quindi che le persone che vogliono farsi passare
per martiri togliendosi la vita, nascondendosi dietro la giustificazione del Jihad, commettono peccato mortale, purtroppo questa opinione è abbastanza
rara, prevale infatti il premio che si crede di ricevere ovvero il paradiso, che nel Corano è riservato solo ai giusti.
Per approfondire questi temi (http://www.oasiscenter.eu/it/articoli/dialogo-interreligioso/2008/05/01/centralit%C3%A0-del-martirio-nell-islam-
odierno).
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